","9 novembre: Alba VS Ferrero","post",1573125286,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/alba/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/chabas/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/ferrero/","http://radioblackout.org/tag/laboratorio/","http://radioblackout.org/tag/nocciole/","http://radioblackout.org/tag/piemonte/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[15,34,22,26,24,30,28,71,72,73],"piemonte","rojava","Turchia",{"tags":75},[76,78,80,82,84,86,88,91,93,95],{"matched_tokens":77,"snippet":15},[],{"matched_tokens":79,"snippet":34},[],{"matched_tokens":81,"snippet":22},[],{"matched_tokens":83,"snippet":26},[],{"matched_tokens":85,"snippet":24},[],{"matched_tokens":87,"snippet":30},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[28],"\u003Cmark>nocciole\u003C/mark>",{"matched_tokens":92,"snippet":71},[],{"matched_tokens":94,"snippet":72},[],{"matched_tokens":96,"snippet":73},[],[98],{"field":35,"indices":99,"matched_tokens":101,"snippets":103},[100],6,[102],[28],[90],578730123365712000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":108,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":110,"highlight":129,"highlights":134,"text_match":138,"text_match_info":139},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":46,"id":113,"is_sticky":46,"permalink":114,"post_author":49,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":52,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":57,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":127},[43],[45],"27997","http://radioblackout.org/2015/02/renzi-tra-la-nutella-e-il-politecnico/","Renzi era in prima fila ad Alba al funerale del padrone della città, Michele Ferrero, l'imprenditore della Nutella, prodotto simbolo dell'economia globale: nocciole importate dagli Stati Uniti, prezzi bassi garantiti dal lavoro in nero degli immigrati dal Centromerica e olio di palma.\r\nCon Renzi c'erano tutti: Prodi, Chiamparino, Fassino.\r\nSimbolo della transizione tra l'epoca delle dinastie industriali e l'imprenditoria del secondo millennio, Michele Ferrero viene omaggiato dal potere politico e dai media, che danno ampio spazio alle esequie.\r\nIl tour del presidente del consiglio continua a Torino con un giro a Mirafiori, una visita al centro di ricerca e sviluppo General Motors, l'intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico del Politecnico di Torino. Una cavalcata che si conclude a Moncalieri allo stabilimento Fissore Ceramiche.\r\nAd aspettarlo davanti al Politecnico, sin dalle 14,30 il presidio di protesta promosso dai collettivi studenteschi dell'ateneo e dalle Rsu del Politecnico. Oltre ai sindacati di base – Cub, USB e Cobas - c'é anche la CGIL, gruppi di No Tav e di precari della scuola. In tutto circa trecento persone. Intorno alle 16 parte un corteo, bloccato dopo poche centinaia di metri dalla polizia in assetto antisommossa.\r\nMentre scriviamo il presidio si è ricompattato di fronte al Politecnico.\r\nIn mattinata abbiamo fatto una chiacchierata con Cosimo Scarinzi della CUB. Un'occasione per un ragionamento più ampio sui movimenti, le lotte, le prospettive di lotta sul terreno della casa, del lavoro, dell'opposizione alle grandi opere inutili. Con un excursus sulla battaglia tra tassisti e Uber.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015_02_18_scarinzi_renzi_poli","18 Febbraio 2015","2015-02-23 13:42:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/presidio-no-renzi-al-poli-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/presidio-no-renzi-al-poli-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/presidio-no-renzi-al-poli-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/presidio-no-renzi-al-poli-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/presidio-no-renzi-al-poli.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Renzi tra la Nutella e il Politecnico",1424278792,[60,123,124,125,126],"http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/politecnico/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[15,18,32,20,128],"torino",{"post_content":130},{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":133},[28],"Nutella, prodotto simbolo dell'economia globale: \u003Cmark>nocciole\u003C/mark> importate dagli Stati Uniti, prezzi","Renzi era in prima fila ad Alba al funerale del padrone della città, Michele Ferrero, l'imprenditore della Nutella, prodotto simbolo dell'economia globale: \u003Cmark>nocciole\u003C/mark> importate dagli Stati Uniti, prezzi bassi garantiti dal lavoro in nero degli immigrati dal Centromerica e olio di palma.\r\nCon Renzi c'erano tutti: Prodi, Chiamparino, Fassino.\r\nSimbolo della transizione tra l'epoca delle dinastie industriali e l'imprenditoria del secondo millennio, Michele Ferrero viene omaggiato dal potere politico e dai media, che danno ampio spazio alle esequie.\r\nIl tour del presidente del consiglio continua a Torino con un giro a Mirafiori, una visita al centro di ricerca e sviluppo General Motors, l'intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico del Politecnico di Torino. 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La rivolta delle giovani generazioni contro il tentativo del presidente Ruto d'imporre una legge di bilancio che prevede nuove e pesanti tasse sui beni di prima necessità ,ha scosso la società kenyana imponendo al governo il ritiro della legge nonostante la brutale repressione poliziesca che ha provocato decine di vittime .\r\n\r\nIl contenuto della Finance Bill ha da subito sollevato lo scontento della popolazione, dando luogo ad un partecipato movimento di protesta che ha colto alla sprovvista l’esecutivo di Ruto e condotto per la maggior parte dai giovani della cosiddetta “Generazione Z” (ovvero nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000). Nonostante le proteste siano state per lo più di natura pacifica, hanno immediatamente incontrato una reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine, intervenute utilizzando anche proiettili veri, oltre a manganelli, idranti e granate lacrimogene.\r\n\r\nLe proposte di legge della Finance Bill 2024 prevedono, tra l’altro, nuovi prelievi sull’assicurazione medica, tasse sull’olio vegetale e un ulteriore accisa sui carburanti. Ciò che la gente sta contestando maggiormente è l’imposta sul valore aggiunto sul pane e un’altra di tipo ecologico che influenzerà i prezzi di assorbenti e pannolini.\r\n\r\nLe proteste, organizzate e condotte attraverso i social da giovani per la maggior parte sotto i 30 anni, sono identificate dall’hashtag #OccupyParliament (“occupare il parlamento”) e #RejectFinanceBill2024 e mirano ad esercitare una pressione sull’esecutivo affinchè il nuovo disegno di legge sia abbandonato.\r\n\r\nQuesto movimento declina in maniera moderna un nuovo panafricanismo che supera le divisioni etniche ,spesso utilizzate strumentalmente dalle élite al potere ,e si collega con la volontà di cambiamento espressa dai giovani africani anche in altri contesti (vedi le manifestazioni in Senegal e il sostegno ai cambiamenti di regime nell'Africa sub sahariana ) ,imponendo i temi del superamento della struttura di potere neocoloniale emersa dai processi d'indipendenza degli anni 60.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-27062024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Salvatore Minolfi ,studioso di storia contemporanea e autore di un interessante libro sulla genesi della guerra russo ucraina, ricostruiamo la crisi dell'unipolarismo che fa da sfondo alle vicende della guerra europea . Il confronto fra le due grandi potenze al tempo della guerra fredda erano frequenti ,ma si svolgevano nelle aree periferiche dei rispettivi imperi ,mentre l'elemento di discontinuità è ora una \"major war\" ai confini dei due blocchi e sul terreno europeo. Il sistema unipolare è stato sperimentato in modo fallimentare in Medio Oriente con le guerre asimmetriche di Bush ,ma ad errori strategici si sono aggiunti rimedi peggiori con altre guerre disastrose e instabilità diffusa . Ora il declino della leadership e della capacità di proiezione della potenza militare americana hanno condotto all'evaporazione del sogno unipolare accarezzato dai circoli neocon ,contrastato dall'emergere della Cina come sfidante dell'egemone unico.\r\n\r\nTornando alla guerra europea il nocciolo del confronto è ancora una volta la questione tedesca e il tentativo della Germania con l'operazione del gasdotto con la Russia \"North stream \" di disintermediare la relazione con Mosca aggirando le pipelines che passano per la Polonia e l'Ucraina . Usando la metafora della matrioska (le bambole russe che contengono al loro interno altre bambole più piccole) Minolfi prova a spiegare le stratificazioni della guerra russo ucraina fino a riportale al confronto globale incombente .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-27062024-MINOLFI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Stefano Capello , cerchiamo di capire il senso dell'emergere dell'opzione nazionalista e reazionaria in Europa che sta disarticolando le istituzioni liberali apparentemente disfunzionali alla fase di preparazione bellica che si sta dispiegando.\r\n\r\nIl capitale distrugge nella sua crescita caotica, la società nel suo insieme rendendola anomica ed esponendo i cittadini ,ormai sudditi, all'incertezza e negandogli ogni tutela. In questo quadro di riaffermazione di una società castale e gerarchica ,il nazionalismo ,il ricorso ai valori tradizionali di patria e famiglia costistuiscono un collante ,sia pur effimero,per le comunità allo sbando.\r\n\r\nLa naturalizzazione del darwinismo sociale inscritto nel paradigma ordoliberale e la centralità della guerra come strumento per la risoluzione della crisi strutturale di accumulazione del capitale , producono il proliferare di un \" caos feudale\" e di continui conflitti di dissolvenza . Non emerge un modello alternativo in grado di sostuire l'ordine declinante e la tendenza alla guerra non trova nè un opposizione di massa nè un contrasto all'interno delle élite economiche tale da interrompere questo processo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-27062024-CAPELLO.mp3\"][/audio]","29 Giugno 2024","2024-06-29 17:06:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/06/2024- KENYA : LA RIVOLTA CONTRO LA LEGGE FINANZIARIA IMPOSTA DAL FMI MOBILITA I GIOVANI - SCENARI DELLA GUERRA RUSSO UCRAINA,TRAMONTO DELL'UNIPOLARISMO EGEMONICO- IL LIBERALISMO EUROPEO LASCIA IL PASSO AL NAZIONALISMO REAZIONARIO PIU' FUNZIONALE ALLE STRATEGIE BELLICHE.","podcast",1719680761,[184],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[164],{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":190,"value":191},[189],"nocciolo","Tornando alla guerra europea il \u003Cmark>nocciolo\u003C/mark> del confronto è ancora una","Ultima puntata della stagione per Bastioni di Orione , raccontiamo delle proteste in Kenya contro la legge finanziaria imposta dal FMI con Freddie Del Curatolo ,giornalista residente in Kenya . 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Non sarà facile per Meloni e soci, specie se mirano a far pagare all’UE o persino all’ONU le mazzette destinate ai governi africani. \r\nIl secondo obiettivo è il rinforzamento della detenzione amministrativa, prolungando a 18 mesi il periodo di reclusione nei Centri per il Rimpatrio e dando mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti, scegliendo piccole località poco abitate. Non solo. Anche i richiedenti asilo saranno obbligati a restare sino a 18 mesi nelle strutture che verranno, con gli stessi criteri, realizzate per loro e, se provenienti da paesi considerati “sicuri” potrà sfuggire alla detenzione amministrativa solo se pagherà cinquemila euro dal governo.\r\nIl nocciolo dell’operazione è l’affidamento al Ministero della Difesa dell’intera operazione. Una scelta che consente di limitare i costi riutilizzando l’immenso numero di strutture militari dismesse dopo la sospensione della leva obbligatoria. Una scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.\r\nIn questo modo si evita di passare dal parere dei comuni e delle regioni.\r\nUn merito va riconosciuto a Meloni: il governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nA scuola come soldatini\r\nIl nuovo anno scolastico si apre con un’accelerazione nella militarizzazione delle scuole. Dai voti i condotta ai militari che si propongono come esperti se non, direttamente, come reclutatori.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nZainetti dell’esercito? Quest’anno l’Esercito Italiano aveva concluso un accordo con la ditta di giocattoli “Giochi Preziosi” offrendo il proprio marchio per la realizzazione di zainetti da scuola targati Alpini, Folgore ed Esercito.\r\nUna delle tante operazioni di marketing dell’Esercito, sul cui sito troverete un’intera gamma di prodotti.\r\nQuesta volta la ciambella non è riuscita con il buco. La denuncia dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha indotto Giochi Preziosi a fare marcia indietro.\r\n\r\nPer un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nAntimilitaristi da tutta Italia si sono incontrati a Milano la scorsa settimana, per un confronto ricco e serrato, dal quale sono scaturiti numerosi impegni di lotta a ottobre e novembre.\r\nDallo sciopero generale del 20 ottobre ai cortei antimilitaristi di Pisa e Palermo, sino alle tante iniziative per il 4 novembre (Monfalcone, Livorno, Torino, Sicilia, Reggio Emilia…) e al corteo contro la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra a Torino il 18 novembre.\r\nProsegue la campagna di sostegno a chi si oppone e diserta la guerra in Russia e Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nFrecce. Il tricolore che uccide\r\nL’ultimo “incidente” ha ucciso una bambina e ustionato gravemente il fratellino e i genitori. Siamo a San Francesco al Campo, lungo il perimetro dell’aeroporto dual use di Caselle Torinese.\r\nLa storia della pattuglia acrobatica tricolore è segnata da immemori stragi. Gli strumenti di guerra costellano di cadaveri anche le esibizioni propagandistiche.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom.\r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Ottobre 2023","2023-10-01 02:04:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/cpr-200x110.jpg","Anarres del 22 settembre. Più galera per tutti (i migranti). A scuola come soldatini. Zainetti dell’esercito? Frecce. Il tricolore che uccide. Assemblea Antimilitarista...",1696125887,[],[],{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[189],"cinquemila euro dal governo.\r\nIl \u003Cmark>nocciolo\u003C/mark> dell’operazione è l’affidamento al Ministero","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/2023-09-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nPiù galera per tutti (i migranti)\r\nIl governo Meloni ha scelto ancora una volta una cornice simbolica per annunciare nuovi provvedimenti repressivi contro i migranti. La prima volta era stata a Cutro, dove si era appena consumata una nuova strage di Stato, ora ha scelto Lampedusa dove da mesi si sta creando a tavolino l’emergenza stipando sull’isola quelli che arrivano.\r\nGli obiettivi del governo sono due e ricalcano le politiche di tutti i governi precedenti. La prima è il blocco delle partenze, pagando i governanti dei paesi di emigrazione e transito. Non sarà facile per Meloni e soci, specie se mirano a far pagare all’UE o persino all’ONU le mazzette destinate ai governi africani. \r\nIl secondo obiettivo è il rinforzamento della detenzione amministrativa, prolungando a 18 mesi il periodo di reclusione nei Centri per il Rimpatrio e dando mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti, scegliendo piccole località poco abitate. Non solo. 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I CPR sono, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nA scuola come soldatini\r\nIl nuovo anno scolastico si apre con un’accelerazione nella militarizzazione delle scuole. Dai voti i condotta ai militari che si propongono come esperti se non, direttamente, come reclutatori.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nZainetti dell’esercito? Quest’anno l’Esercito Italiano aveva concluso un accordo con la ditta di giocattoli “Giochi Preziosi” offrendo il proprio marchio per la realizzazione di zainetti da scuola targati Alpini, Folgore ed Esercito.\r\nUna delle tante operazioni di marketing dell’Esercito, sul cui sito troverete un’intera gamma di prodotti.\r\nQuesta volta la ciambella non è riuscita con il buco. La denuncia dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha indotto Giochi Preziosi a fare marcia indietro.\r\n\r\nPer un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nAntimilitaristi da tutta Italia si sono incontrati a Milano la scorsa settimana, per un confronto ricco e serrato, dal quale sono scaturiti numerosi impegni di lotta a ottobre e novembre.\r\nDallo sciopero generale del 20 ottobre ai cortei antimilitaristi di Pisa e Palermo, sino alle tante iniziative per il 4 novembre (Monfalcone, Livorno, Torino, Sicilia, Reggio Emilia…) e al corteo contro la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra a Torino il 18 novembre.\r\nProsegue la campagna di sostegno a chi si oppone e diserta la guerra in Russia e Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nFrecce. Il tricolore che uccide\r\nL’ultimo “incidente” ha ucciso una bambina e ustionato gravemente il fratellino e i genitori. 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La pensione a 60 anni è già troppo tardi” rappresenta in modo efficace una protesta che contesta non solo la riforma del governo ma investe direttamente un sistema che prevede che la propria vita sia solo una merce a poco prezzo sul mercato. \r\nNe abbiamo parlato con Jean Manuel Traimond, anarchico e scrittore\r\n\r\nCarceri private per i tossici\r\nIl sottosegretario alla giustizia Delmastro ha tirato fuori il coniglio dal cappello: risolvere il sovraffollamento delle carceri trasferendo i detenuti con dipendenze in strutture private sul modello della comunità-prigione di San Patrignano, per “rieducare” con il lavoro forzato gratuito i prigionieri.\r\nCe ne ha parlato Robertino Berbieri\r\n\r\nMalatesta. Opere complete\r\nLa titanica impresa della pubblicazione – in ordine rigorosamente non cronologico – delle opere complete di Errico Malatesta ha fatto un altro importante passo in avanti.\r\nÉ appena uscito “Anarchismo realizzabile e realizzatore - Pensiero e Volontà e ultimi scritti (1924-1932). A cura di Davide Turcato con un saggio introduttivo di Roberto Carocci\r\nIl 1 gennaio 1924 esce a Roma il primo numero di Pensiero e Volontà, la rivista che Malatesta dirige fino al novembre 1926, quando la pubblicazione viene soppressa d'autorità insieme a tutta la stampa antifascista. In questa rivista, come negli ulteriori scritti che riesce a pubblicare nella stampa anarchica fuori d’Italia - aggirando la morsa in cui il regime fascista lo stringe progressivamente attraverso censura postale, sorveglianza personale e sistematiche vessazioni a chiunque entri in contatto con lui — Malatesta dà corpo a quell'anarchismo \"realizzabile e realizzatore\" che aveva promesso a Luigi Fabbri in una lettera del 1925.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n13 e 14 aprile due incontri con anarchici brasiliani\r\n\r\nGiovedì 13 aprile\r\nBrasile. Lotte indigene ed afrodiscendenti nelle favelas e nei quilombo.\r\nIncontro con due anarchici brasiliani, Welington Caitano dos Santos (detto Johnny), anarchismo, femminismo e lotte afro-indigene, Paulo Enrique de Oliveira (detto Linguiça), lotte afrodiscententi, quilombos e teatro sociale in Brasile\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 14 aprile\r\nL’educazione libertaria in Brasile: storia e attualità\r\nInterverrà Rodrigo Rosa da Silva, docente all’Università di Sao Paulo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Aprile 2023","2023-04-05 13:38:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/photo_2023-03-18_19-34-35-200x110.jpg","Anarres del 24 marzo. 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E' come assistere alla messa in scena di ciò che normalmente è fuori dai riflettori, affidato agli specialisti delle camere mortuarie, che preparano il cadavere per l'ultima esposizione pubblica prima della sepoltura.\r\nL'oscenità in senso etimologico, ossia l'esposizione del disordine dietro i fondali, della confusione dei camerini, dei volti senza trucco. Se dovessimo trovare una formula per questa nostra epoca potremmo dire di essere passati dalla politica spettacolo allo spettacolo della politica. Farsesco, impudico, esibito sino all'estremo. Eppure insuperabile.\r\nIntorno alla questione della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e alla crisi di governo abortita in extremis, il gioco delle alleanze, delle amicizie, delle poltrone, degli interessi si è mostrato senza infingimenti. Nudo. Una nudità senza vergogne di sorta. Scilipoti che inveisce contro i traditori che abbandonano la barca che affonda è l'immagine più emblematica della politica che da spettacolo, mostrando la propria trama senza esitazioni né traumi.\r\nSe il berlusconismo ha segnato il passaggio dalla politica ideologica alla politica dell'immagine, il tramonto del vecchio leader pare segnare il passaggio all'avanspettacolo, alla farsa, all'operetta.\r\nIl buffone diventa re e recita la parte con la stessa ferocia del proprio modello.\r\nLa distanza tra il buffone che si fa re, i continui \"scandali\" che rendono pubblica la corruzione profonda della politica (e della società), allargano la distanza tra l'apparato istituzionale e le vite concrete di quanti vivono esistenze precarie, prive di prospettive, ancorate a scelte appannaggio di una governance transnazionale che detta la propria agenda alle istituzioni nazionali. Oggi la politica ha visto erodere il proprio potere di controllo dell'economia e, quindi, di presa sulla società, se non nella forma più squisitamente disciplinare.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso due settimane fa, prima della pantomima della mancata crisi di governo, con Salvo Vaccaro, che insegna filosofia politica all'università di Palermo.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 09 20 vaccaro decomposizione della politica\r\n\r\nLa settimana successiva il rientro della crisi di governo, l'IVA è aumentata, l'IMU per i ricchi non è passata, la \"manovrina\" da 1,6 miliardi è stata approntata.\r\n\r\nAnarres ha ripreso il filo della discussione con Stefano Boni, antropologo dell'università di Modena e Reggio, collaboratore di Libertaria.\r\nNe emerge un'immagine della politica come una sorta di reality show, affidato a logiche di merketing. Ogni aspetto della comunicazione politica diviene sempre più simile alla pubblicità dei prodotti. Secondo un recente sondaggio la fiducia nei partiti è all'8%, l'astensionismo, che alla fine degli anni 70' si attestava intorno al 10% oggi è cresciuto sino a sfiorare il 50% nelle ultime ammnistrative: uno su cinque di quelli che avevano votato la volta precendente non ha più votato alla recente tornata elettorale. Secondo Boni tra i motivi di disaffezione dalla politica è la constatazione della sua perdita di potere a favore delle istutuzioni finanziarie, che dettano l'agenda ai governi, impongono nuove tasse, arrivando, come in Grecia e in Italia, ad imporre lo spesso presidente del consiglio. L'altro cuneo che allarga la frattura tra i cittadini e le istituzioni è la constatazione degli enormi privilegi dei politici di professione, la cui moralità è tanto bassa da lucrare persino sulle calamità nazionali. Ne consegue che il ruolo della politica è mantenere il consenso e la pace sociale, attraverso la delega ad un qualche partito, a qualsiasi partito. Il gioco tuttavia funziona sempre meno. Tanta parte dei movimenti che si sono sviluppati nelle diverse latitudini del pianeta ha costruito - almeno nella propria fase aurorale - relazioni egualitarie e libertarie, mettendo in campo una critica radicale alla delega politica. Il fulcro di questi movimenti è l'assemblea dove si decide con il metodo del consenso, riffuggendo quindi metodi basati sul principio di maggioranza.\r\nIl nocciolo politico è la messa in discussione della sovranità, del diritto dello Stato ad imporre le proprie decisioni, un nodo che ovviamente non si scioglie a livello istituzionale, ma in una pratica che si oppone alla dimensione istituita. La Costituzione italiana è intrinsecamente ipocrita, poiché affida la sovranità al popolo ma nei fatti gliela sottrae stabilendo che i modi del suo esercizio sono definiti all'interno di istituzioni date, ossia affidate ai palazzi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 stefano Boni decomposizione politica","13 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/buffone-200x110.jpg","Decomposizione della politica",1381685891,[255,256],"http://radioblackout.org/tag/politica/","http://radioblackout.org/tag/spettacolo-della-politica/",[160,166],{"post_content":259},{"matched_tokens":260,"snippet":261,"value":262},[189],"sul principio di maggioranza.\r\nIl \u003Cmark>nocciolo\u003C/mark> politico è la messa in","In questi anni abbiamo assistito ad un processo di decomposizione della politica persino sorprendente nei suoi modi. E' come assistere alla messa in scena di ciò che normalmente è fuori dai riflettori, affidato agli specialisti delle camere mortuarie, che preparano il cadavere per l'ultima esposizione pubblica prima della sepoltura.\r\nL'oscenità in senso etimologico, ossia l'esposizione del disordine dietro i fondali, della confusione dei camerini, dei volti senza trucco. Se dovessimo trovare una formula per questa nostra epoca potremmo dire di essere passati dalla politica spettacolo allo spettacolo della politica. Farsesco, impudico, esibito sino all'estremo. Eppure insuperabile.\r\nIntorno alla questione della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e alla crisi di governo abortita in extremis, il gioco delle alleanze, delle amicizie, delle poltrone, degli interessi si è mostrato senza infingimenti. Nudo. Una nudità senza vergogne di sorta. Scilipoti che inveisce contro i traditori che abbandonano la barca che affonda è l'immagine più emblematica della politica che da spettacolo, mostrando la propria trama senza esitazioni né traumi.\r\nSe il berlusconismo ha segnato il passaggio dalla politica ideologica alla politica dell'immagine, il tramonto del vecchio leader pare segnare il passaggio all'avanspettacolo, alla farsa, all'operetta.\r\nIl buffone diventa re e recita la parte con la stessa ferocia del proprio modello.\r\nLa distanza tra il buffone che si fa re, i continui \"scandali\" che rendono pubblica la corruzione profonda della politica (e della società), allargano la distanza tra l'apparato istituzionale e le vite concrete di quanti vivono esistenze precarie, prive di prospettive, ancorate a scelte appannaggio di una governance transnazionale che detta la propria agenda alle istituzioni nazionali. Oggi la politica ha visto erodere il proprio potere di controllo dell'economia e, quindi, di presa sulla società, se non nella forma più squisitamente disciplinare.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso due settimane fa, prima della pantomima della mancata crisi di governo, con Salvo Vaccaro, che insegna filosofia politica all'università di Palermo.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 09 20 vaccaro decomposizione della politica\r\n\r\nLa settimana successiva il rientro della crisi di governo, l'IVA è aumentata, l'IMU per i ricchi non è passata, la \"manovrina\" da 1,6 miliardi è stata approntata.\r\n\r\nAnarres ha ripreso il filo della discussione con Stefano Boni, antropologo dell'università di Modena e Reggio, collaboratore di Libertaria.\r\nNe emerge un'immagine della politica come una sorta di reality show, affidato a logiche di merketing. Ogni aspetto della comunicazione politica diviene sempre più simile alla pubblicità dei prodotti. Secondo un recente sondaggio la fiducia nei partiti è all'8%, l'astensionismo, che alla fine degli anni 70' si attestava intorno al 10% oggi è cresciuto sino a sfiorare il 50% nelle ultime ammnistrative: uno su cinque di quelli che avevano votato la volta precendente non ha più votato alla recente tornata elettorale. Secondo Boni tra i motivi di disaffezione dalla politica è la constatazione della sua perdita di potere a favore delle istutuzioni finanziarie, che dettano l'agenda ai governi, impongono nuove tasse, arrivando, come in Grecia e in Italia, ad imporre lo spesso presidente del consiglio. L'altro cuneo che allarga la frattura tra i cittadini e le istituzioni è la constatazione degli enormi privilegi dei politici di professione, la cui moralità è tanto bassa da lucrare persino sulle calamità nazionali. Ne consegue che il ruolo della politica è mantenere il consenso e la pace sociale, attraverso la delega ad un qualche partito, a qualsiasi partito. Il gioco tuttavia funziona sempre meno. Tanta parte dei movimenti che si sono sviluppati nelle diverse latitudini del pianeta ha costruito - almeno nella propria fase aurorale - relazioni egualitarie e libertarie, mettendo in campo una critica radicale alla delega politica. Il fulcro di questi movimenti è l'assemblea dove si decide con il metodo del consenso, riffuggendo quindi metodi basati sul principio di maggioranza.\r\nIl \u003Cmark>nocciolo\u003C/mark> politico è la messa in discussione della sovranità, del diritto dello Stato ad imporre le proprie decisioni, un nodo che ovviamente non si scioglie a livello istituzionale, ma in una pratica che si oppone alla dimensione istituita. La Costituzione italiana è intrinsecamente ipocrita, poiché affida la sovranità al popolo ma nei fatti gliela sottrae stabilendo che i modi del suo esercizio sono definiti all'interno di istituzioni date, ossia affidate ai palazzi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 stefano Boni decomposizione politica",[264],{"field":136,"matched_tokens":265,"snippet":261,"value":262},[189],{"best_field_score":197,"best_field_weight":38,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":198,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":14},{"document":268,"highlight":282,"highlights":287,"text_match":195,"text_match_info":290},{"comment_count":46,"id":269,"is_sticky":46,"permalink":270,"podcastfilter":271,"post_author":150,"post_content":272,"post_date":273,"post_excerpt":52,"post_id":269,"post_modified":274,"post_thumbnail":275,"post_title":276,"post_type":181,"sort_by_date":277,"tag_links":278,"tags":281},"18674","http://radioblackout.org/podcast/shutdown-crepe-nellimpero-americano/",[],"Il braccio di ferro tra l'amministrazione Obama e l'ala dura del partito democratico ha portato allo shutdown, ossia alla chiusura per mancanza di fondi di numerosi servizi e strutture dello Stato federale.\r\nSul piatto il cosiddetto Obamacare, la riforma sanitaria che dovrebbe garantire un'estensione dell'accesso alle cure per migliaia di statunitensi che ne sono esclusi.\r\nNon si tratta, bene inteso, di una forma di tutela simile a quelle delle vecchie socialdemocrazie europee, poiché il principio che l'accesso alle cure è garantito in base ad un'assicurazione sanitaria individuale, non viene scalfito. Obama si limita a mettere a disposizione fondi pubblici per consentire ad un maggior numero di persone di accedere alle cure. Inoltre vengono modificate alcune regole per impedire alle assicurazioni di rifiutare la copertura sanitaria a soggetti a \"rischio\" perché obesi, fumatori, senza un lavoro regolare.\r\nI repubblicani avrebbero voluto uno slittamento di un anno del provvedimento, Obama, che su questo tema si è giocato l'immagine della propria presidenza, ha deciso di non cedere alle pressioni del Tea Party, che ha reagito provocando lo shutdown.\r\nSebbene Obama sia riuscito in extremis a trovare la copertura per garantire il funzionamento del Pentagono, la situazione resta critica.\r\nSe il 17 ottobre Obama non riuscisse a stringere un accordo con i repubblicani e questi mantenessero la linea dura, il rischio, ben più grave sarebbe quello del deafult, un fallimento che trascinerebbe nella propria rovina l'intero pianeta.\r\nIl nocciolo che questa vicenda ci consente di enucleare è che l'impero americano è un impero a credito. Gran parte del gigantesco debito estero degli Stati Uniti è nelle mani della Cina, del Giappone, degli stessi stati europei, che, se da un lato hanno in mano una gigantesca arma di pressione sugli Stati Uniti, dall'altro però rischiano a loro volta il tracollo. Un grosso debito inesigibile fa fallire il creditore non meno del debitore. La corda al collo degli Stati Uniti stringe anche chi ne detiene il credito, rischiando di soffocare entrambi.\r\nLa finanza internazionale basata sul debito sovrano da al creditore la possibilità di imporre al debitore condizioni molto dure, ma, nel caso degli Stati Uniti l'equilibrio si mantiene grazie alla fiducia che il creditore ha nel debitore, fiducia che si basa sulla valutazione che gli Stati Uniti siano una grande potenza. Una grande potenza che in alcune occasioni ha usato il potere di deterrenza legato alla consapevolezza che il fallimento degli USA trascinerebbe con se il sistema finanziario internazionale, aprendo scenari di guerra globale.\r\nNegli ultimi anni i paesi creditori degli Stati Uniti hanno proposto uno slittamento del sistema finanziario verso una pluralità di monete leader, puntando ad un sistema in cui il dollaro non sia l'unico perno su cui si basa il sistema mondiale di scambi.\r\nNell'attuale situazione il default degli Stati Uniti non sarebbe paragonalile a quello dell'Islanda, della Grecia o dell'Argentina. La mera notizia che il gigante americano dichiari ai propri creditori che riceveranno il 50% o finanche il 30& di quanto loro dovuto farebbe sì che dal giorno successivo la gran parte degli Stati moderni avrebbe difficoltà a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni.\r\nSe non si cambiano radicalmente e in fretta le relazioni sociali le conseguenze di un eventuale default statunitense sarebbero inimmaginabili.\r\nLa forza con cui gli Stati Uniti hanno costruito la fiducia che gli consente di accumulare un debito di gran lunga superiore a quello di paesi falliti e alla mercé della governance transnazionale che detta le regole per non affogare, è essenzialmente quella militare.\r\nL'indebitamento statunitense è di gran lunga superiore al loro Pil e sopravanza di almeno uno zero quello della Grecia o dell'Italia.\r\nDalla crisi del 2008 si sta incrinando la fiducia nella capacità statunitense di esercitare il proprio imperio mondiale: queste crepe minano l'architrave sulla quale si basa l'intero edificio. Le tante guerre perse degli ultimi anni hanno contribuito ad erodere l'immagine dei padroni del mondo.\r\nIn Europa ha avuto scarsissima eco la decisione degli Stati Uniti di adottare misure protezioniste. L'IVA sui prodotti americani è al 15%, anche se a produrre sono aziende straniere con stabilimenti negli Stati Uniti, mentre sale al 25% per i prodotti esteri.\r\nNon siamo più ai tempi dei Baldi e dei Peruzzi, i banchieri fiorentini che avevano il mano un enorme credito del regno di Inghilterra, che li ridusse sull'orlo del fallimento.\r\nOggi il default degli Stati Uniti farebbe saltare il mondo. Sempre che, ovviamente, non si riesca ad allestire un diverso spettacolo.\r\nNon c'è molto tempo. 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