","Corso Vigevano 41: governare attraverso la nomadizzazione urbana","post",1718236946,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/abitare-bene-comune/","http://radioblackout.org/tag/green-e-smart-city/","http://radioblackout.org/tag/nomadizzazione-urbana/",[17,15,19],{"post_content":50,"post_title":55,"tags":59},{"matched_tokens":51,"snippet":53,"value":54},[52],"urbana","integrato nelle logiche della rendita \u003Cmark>urbana\u003C/mark>, che sanno sapientemente maneggiare i","Continuiamo a parlare di come si riconfigura la governance dell'abitare a Torino, città dove il mercato degli affitti è oggi insostenibile, gli sfratti e sgomberi ordinari come nel recente caso di Via Muriaglio 11, il welfare abitativo smantellato e messo a profitto con strumenti di ingegneria finanziaria e sociale da una coalizione di \"buoni\" pubblico-privata affamata di rendita.\r\n\r\nLa storia di un singolo palazzo talvolta può essere rivelatoria del potere dei padroni della città. Così è nel caso di Corso Vigevano 41.\r\n\r\nLa proprietà è di Giorgio Molino, noto immobiliarista. Che costui non sia una mela marcia, bensì un attore pienamente integrato nelle logiche della rendita \u003Cmark>urbana\u003C/mark>, che sanno sapientemente maneggiare i codici della legalità e dell'illegalità, lo testimonia il fatto il Comune di Torino si sia storicamente appoggiato sui suoi immobili per governare gli esclusi dall'ordine della cittadinanza: dai profughi dell'emergenza Nord-Africa nel 2011, ai rom sgomberati dalla baraccopoli di Lungo Stura nel 2015. In entrambi i casi la Sala Rossa era a guida PD.\r\n\r\nOggi in questo palazzo vivono decine di persone che pagano centinaia di euro per stanze inabitabili. Da mesi sotto sfratto per mano di scagnozzi della proprietà che ne hanno murato le porte, oggi il primo piano si trova anche sotto sgombero a causa di una ordinanza comunale che sostiene di tutelare la \"sicurezza\" degli abitanti. In un mondo alla rovescia, il vero è un momento del falso.\r\n\r\nQuali sono oggi gli interessi su Corso Vigevano 41? Quel che è certo è che questo palazzo parla del governo attraverso la violenta nomadizzazione \u003Cmark>urbana\u003C/mark> - militare, amministrativa, privata - dei reietti, pur funzionali all'economia di Torino. Utili purchè raminghi e a repentaglio, sfollati di baracca in baracca, di tugurio in tugurio, di strada in strada.\r\n\r\nQui la testimonianza di un abitante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/corso-vigevano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui il racconto di una solidale, con qualche riflessione sulle implicazioni della cd. \"green\" e \"smart city\" nel governo dell'esclusione di fette sempre più ampie di abitanti della città:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/smartcity.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":56,"snippet":58,"value":58},[57,52],"nomadizzazione","Corso Vigevano 41: governare attraverso la \u003Cmark>nomadizzazione\u003C/mark> \u003Cmark>urbana\u003C/mark>",[60,62,64],{"matched_tokens":61,"snippet":17},[],{"matched_tokens":63,"snippet":15},[],{"matched_tokens":65,"snippet":66},[57,52],"\u003Cmark>nomadizzazione\u003C/mark> \u003Cmark>urbana\u003C/mark>",[68,74,77],{"field":20,"indices":69,"matched_tokens":71,"snippets":73},[70],2,[72],[57,52],[66],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":58,"value":58},"post_title",[57,52],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":53,"value":54},"post_content",[52],1157451471441625000,{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":31,"score":84,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":31},"2211897868544",13,"1157451471441625195",6646,{"collection_name":42,"first_q":19,"per_page":87,"q":19},6,{"facet_counts":89,"found":144,"hits":145,"out_of":351,"page":14,"request_params":352,"search_cutoff":21,"search_time_ms":279},[90,117],{"counts":91,"field_name":114,"sampled":21,"stats":115},[92,95,98,100,102,104,106,108,110,112],{"count":93,"highlighted":94,"value":94},11,"anarres",{"count":96,"highlighted":97,"value":97},8,"Macerie su macerie",{"count":87,"highlighted":99,"value":99},"black holes",{"count":87,"highlighted":101,"value":101},"Bello come una prigione che brucia",{"count":23,"highlighted":103,"value":103},"arsider",{"count":23,"highlighted":105,"value":105},"La Zona",{"count":70,"highlighted":107,"value":107},"happy hour",{"count":70,"highlighted":109,"value":109},"RADIO KALAKUTA",{"count":70,"highlighted":111,"value":111},"liberation front",{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":116},18,{"counts":118,"field_name":20,"sampled":21,"stats":142},[119,122,125,127,129,131,134,136,138,140],{"count":120,"highlighted":121,"value":121},10,"guerra",{"count":123,"highlighted":124,"value":124},9,"musica",{"count":96,"highlighted":126,"value":126},"storia",{"count":96,"highlighted":128,"value":128},"radio cane",{"count":96,"highlighted":130,"value":130},"letteratura",{"count":132,"highlighted":133,"value":133},7,"lavoro",{"count":132,"highlighted":135,"value":135},"carcere",{"count":132,"highlighted":137,"value":137},"serie podcast",{"count":132,"highlighted":139,"value":139},"Radio Blackout",{"count":87,"highlighted":141,"value":141},"USA",{"total_values":143},698,55,[146,179,206,228,281,327],{"document":147,"highlight":161,"highlights":169,"text_match":174,"text_match_info":175},{"comment_count":31,"id":148,"is_sticky":31,"permalink":149,"podcastfilter":150,"post_author":151,"post_content":152,"post_date":153,"post_excerpt":37,"post_id":148,"post_modified":154,"post_thumbnail":155,"post_title":156,"post_type":157,"sort_by_date":158,"tag_links":159,"tags":160},"65596","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-28-12-2020-dalla-citta-allinfrastruttura-urbana/",[97],"macerie su macerie","Prima dell'anno del Covid uno dei luoghi comuni dei cosiddetti Urban Studies era che la popolazione del pianeta avrebbe vissuto sempre più massicciamente dentro grandi aree urbane o entro vasti territori intensamente urbanizzati, anche se tra loro assai differenti.\r\n\r\n\r\nNon è certo un'affermazione opinabile, ma presenta altissimi tassi di vaghezza, specialmente per quanto riguarda cosa si intenda per \"territorio intensamente urbanizzato\". Per gli europei, e in special modo per gli italiani con l'eredità iconografica dei borghi e della storia comunale, è piuttosto complicato uscire dall'immagine della città forgiata nel medievo: un centro architettonicamente coeso perché vernacolare, da un lato intramezzato dai monumenti simbolo della vita religiosa e dalla piazza civile, dall'altro attraversato dalle venature dei vicoli e delle strade, costruiti, ancor prima che come attraversamento, come luogo reale quanto crudo del comun vivere. Se non sembra da tempo una descrizione calzante è perché non se ne vede il trasferimento nella città industriale e novecentesca in un diverso tipo di scala, quella del quartiere, nelle sue varie accezioni negative e positive, inserito nel fallito progetto moderno del funzionalismo urbano.\r\n\r\nAppare piuttosto evidente che ciò che si intende ora con spazio urbanizzato ha poco, talvolta nulla, a che vedere con quanto sopra e s'impone così la necessità di porre \"una nuova questione urbana\", non soltanto in termini analitici e di comprensione di cosa comunemente chiamiamo città, ma soprattutto per riuscire a elaborare un discorso critico in grado di carpire la portata di violenza delle nuove interazione economiche e sociali che si formano in questo quanto mai sfuggente terreno. \r\n\r\nL'uso di \"sfuggente\" non è casuale. Da anni non si fa che parlare di città, del suo ruolo rinnovato di attore primario all'interno del cambiamento di paradigma dell'economia e della società, a cui si associa di continuo come un mantra il prefisso post (postfordista, postindustriale, postkeynesiana, postmoderna e ora postpandemica). Eppure più i discorsi sulla città si moltiplicano esponenzialmente riempiendo di questo oggetto conturbante cartelloni pubblicitari, progetti sociali welfaristici, start-up su come meglio far fluire i network metropolitani, e meno si riesce a delimitare che cosa sia l'urbano, come si stia modificando, come sia governato localmente e con quali finalità di valorizzazione del capitale si poggia su di esso il sistema di governance globale. Insomma, se sia possibile o no tracciarne una forma o se per capire meglio l'oggetto in questione non si debba uscire dalla dicotomia dentro/fuori per addentrarsi nell'idea che ci sia una riconfigurazione spaziale del capitalismo, una sua urbanizzazione - certo - ma che questa non sia semplicemente una sostituzione o un superamento della città così come si è data fino agli anni settanta del '900.\r\n\r\nLa pandemia di Covid-19 che ha investito in pieno l'ultimo anno ha messo in luce alcuni aspetti che sono fondamentali per capire come la riconfigurazione spaziale del capitalismo non si basa sulla città ma sulle infrastrutture urbanizzate più o meno sofisticatamente. Come spiegare altrimenti l'ascesa o il declino di un determinato sistema urbano, il successo di una certa Milano e il tracollo provincialista del capoluogo sabaudo? Come chiamare la possibilità di attraversamento che le classi agiate hanno nello scappare dalla città - termine usato ora nella sua accezione amministrativa di comune - per rifugiarsi nella seconda casa a Bardonecchia? Qualche spiegazione poco originale venuta fuori negli ultimi mesi riguardo alla fuga delle élite verso borghi alpini o case al mare offre una spiegazione poco strutturale e troppo volontaristica, sul solco del \"ci hanno fregato, ora chi ha la possibilità scappa dalle città contagiate e nel futuro prossimo troppo calde per essere abitate con continuità\". Non si può dire sia falso, ma non coglie la reale portata, attuale e a venire, di quegli spostamenti privilegiati: la \"città\" vissuta dalle classi agiate attraverso la mobilità fisica accelerata, i canali telematico-virtuali e l'omogeneo sistema dei pagamenti globale è esso stesso lo spazio infrastrutturale urbanizzato, quel vago oggetto che si diceva all'inizio e che ancora qui, nei bassi o medi fondi della società, confondiamo in base alla nostra parziale esperienza con la città.\r\n\r\nPer riprendere due fortunate metafore che vengono dall'analisi della gestione dell'occupazione israeliana, quelle di arcipelaghi e enclave di Petti, dobbiamo aspettarci per i prossimi anni che le città che non saranno riuscite politicamente ad agguantarsi sufficienti investimenti verranno escluse da questo network infrastrutturale urbanizzato, mentre luoghi da prima considerati naturali e remoti ne saranno presto raggiunti in una divisione tra urbano e non urbano che lì avrà terminato il suo senso ultimo.\r\n\r\nA Macerie su Macerie, qualche lettura e frammentaria analisi sul tema:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/macerie28dic.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","29 Dicembre 2020","2020-12-29 23:01:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/naturecity-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 28.12.2020, dalla città all'infrastruttura urbana","podcast",1609249877,[],[],{"post_content":162,"post_title":166},{"matched_tokens":163,"snippet":164,"value":165},[52],"di porre \"una nuova questione \u003Cmark>urbana\u003C/mark>\", non soltanto in termini analitici","Prima dell'anno del Covid uno dei luoghi comuni dei cosiddetti Urban Studies era che la popolazione del pianeta avrebbe vissuto sempre più massicciamente dentro grandi aree urbane o entro vasti territori intensamente urbanizzati, anche se tra loro assai differenti.\r\n\r\n\r\nNon è certo un'affermazione opinabile, ma presenta altissimi tassi di vaghezza, specialmente per quanto riguarda cosa si intenda per \"territorio intensamente urbanizzato\". 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-30-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 30 anarres\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nSmart working. L’incrudirsi della pandemia ha riportato al lavoro agile migliaia di dipendenti pubblici e non.\r\nNe abbiamo parlato con Peppe, un compagno di Pisa\r\n\r\nCronache da Torino e Milano. Fascisti, ragazzi delle periferie, dpcm e rivolta urbana\r\n\r\nLa notte è il tempo sospeso dai doveri e dagli obblighi, il regno del superfluo, della vita che prova, senza troppo successo, a prendersi un poco di spazio.\r\nLa notte può essere messa in lockdown. Il giorno no: niente deve fermare la catena del \"produci, consuma, crepa\". \r\nSempre di corsa, sempre in moto. Always on running, lo slogan tragico coniato per Bergamo prima che la città e le sue valli venissero travolte dalla corsa senza freni del virus.\r\nSempre in moto, perché le merci devono circolare, perché la produzione non si deve fermare, perché gli affari contano più delle nostre vite. Vite a poco prezzo, vite in eccesso..\r\nNe abbiamo discusso con Francesco del Bakunin di Roma\r\n\r\nSpesa di guerra, sanità, missioni all’estero\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 17\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nwww.anarresinfo.org – scrivi a: anarres@inventati.org","5 Novembre 2020","2020-11-05 11:21:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/camminare-di-notte-cut-200x110.jpg","Anarres del 30 ottobre. Smart working. Fascisti, ragazzi di periferie, dpcm, rivolta urbana. 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Prefetti e sindaci hanno ora il potere di cacciare poveri e sovversivi dalle città. La nuova legge sulla sicurezza urbana sancisce un salto di paradigma nella guerra ai poveri.\r\n\r\n\r\nLa politica estera del Movimento Cinque Stelle è stata definita da una consultazione sul Blog di Grillo. Ne è emerso un programma che ricalca quello delle correnti rosso-brune del nostro paese. Asse con la Russia putiniana, l'appoggio al regime nazionalsocialista della famiglia Assad in Siria, la dittatura democratica di Al Sisi in Egitto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Capello. \r\n\r\n\r\nCorrenti di guerra. Psichiatria militare e faradizzazione durante la Prima guerra mondiale. I militari sperimentarono una sorta di elettroshock che anticiperà l'utilizzo in psichiatria delle terapie elettroconvulsive. \r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di un opuscolo che tratta un aspetto poco noto della Grande Guerra. \r\n\r\n\r\nProcesso per stupro. La memoria corre indietro, corre ai processi di tanti anni fa. Purtroppo la sentenza che ha assolto uno stupratore perché la donna ha “solo” detto “no, basta” è del 15 febbraio di quest’anno ed è stata emessa da un collegio presieduto dalla giudice Diamante Minucci. \r\nScritte sono comparse davanti al tribunale e alla Croce Rossa. \r\nDomenica 2 aprile un cacerolazo rumoroso contro la violenza dei tribunali si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie del centro, tra interventi, letture, slogan e battere di coperchi\r\n\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n\r\nMercoledì 12 aprile\r\nore 12\r\npresidio contro la violenza dei tribunali davanti al Palagiustizia di Torino e altre 20 città\r\n\r\n\r\nGiovedì 20 aprile \r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. 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Un evento che replica la partita dell'anno scorso nel capoluogo friulano, a cui si stanno preparando azioni di contrasto e boicottaggio. Sotto la lente di ingrandimento le strategie di sportwashing dello stato sionista e la complicità delle istituzioni italiane, sportive e politiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/udine-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nInfine abbiamo affrontato la vicenda dello Stadio San Siro di Milano. Una storia che parla di finanziarizzazione del calcio, di proprietà a dir poco opache, di speculazione urbana e di istituzioni cittadine sempre più al servizio del capitale finanziario. Una vicenda che da quasi otto anni non trova ancora una definizione finale, in un susseguirsi di progetti reali o minacciati. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. 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Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza \u003Cmark>urbana\u003C/mark>. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione \u003Cmark>urbana\u003C/mark> è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[348],{"field":78,"matched_tokens":349,"snippet":345,"value":346},[52],{"best_field_score":176,"best_field_weight":279,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":326,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":31},6637,{"collection_name":157,"first_q":19,"per_page":87,"q":19},["Reactive",354],{},["Set"],["ShallowReactive",357],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fm5OnFze2WF7klQbKFlIeAA3-_HoaRFwuwDKf53v1rVE":-1},true,"/search?query=nomadizzazione+urbana"]