","TRA RDC E RUANDA UN COMPROMESSO INSUFFICIENTE SPONSORIZZATO DALL'AMMINISTRAZIONE TRUMP.","post",1746461915,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/miniere/","http://radioblackout.org/tag/nord-kivu/","http://radioblackout.org/tag/rdc/","http://radioblackout.org/tag/ruanda/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[67,19,68,69,70],"miniere","RDC","Ruanda","Trump",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"Kivu","degli Usa alle miniere del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>. Tuttavia, la \"pax americana\" voluta","Il 2 maggio a Washington è stato firmato, con la mediazione Usa, un accordo preliminare tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo in vista di un accordo di pace vero e proprio da sottoscrive entro 60 giorni alla Casa Bianca. Il cuore dell’intero pacchetto però sono i negoziati bilaterali paralleli per l’accesso privilegiato degli Usa alle miniere del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>. Tuttavia, la \"pax americana\" voluta da Washington - che prevede garanzie di sicurezza in cambio dell’accesso ai minerali strategici - non convince. «La pace è l’unico orizzonte possibile, ma esistono diverse vie per raggiungerla», scrivono in una lettera aperta 43 intellettuali ed esponenti della società civile, tra i quali il Premio Nobel per la pace Denis Mukwege. Un compromesso insufficiente di fronte a un conflitto profondamente radicato, internazionalizzato, segnato da crimini gravi, milioni di vittime e una delle peggiori crisi umanitarie al mondo,emerge inoltre l’assenza quasi totale del protagonismo africano nel processo. Né il processo di Luanda né quello di Nairobi sono riusciti a imporsi, segno delle difficoltà dell’Africa nel risolvere autonomamente i propri conflitti , a dimostrazione della sovradeterminazione degli interessi americani rispetto alle soluzioni proposte dagli africani. I problemi di fondo non vengono affrontati con un approccio multidimensionale, qualsiasi soluzione minima appare precaria e di breve durata. Le questioni che vengono evitate sono: la fine dell'interventismo militare degli stati confinanti, la fine dell'economia rentier e della predazione a vantaggio di un'élite corrotta e delle multinazionali, la ricostruzione dello stato, la riforma del settore della sicurezza, la fine del regno dell'impunità, la considerazione delle legittime richieste della popolazione congolese .\r\n\r\nLe rivendicazioni della popolazione congolese travolta da una guerra trentennale che ha fatto milioni di vittime sono ignorate e vengono espresse dalla società civile che si organizza nonostante la guerra e la repressione congiunta delle milizie e del governo di Kinshasa.\r\n\r\nNe parliamo con Marinella Correggia giornalista ,scrittrice e attivista.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-MARINELLA.mp3\"][/audio]",[78,80,85,87,89],{"matched_tokens":79,"snippet":67},[],{"matched_tokens":81,"snippet":84},[82,83],"nord","kivu","\u003Cmark>nord\u003C/mark> \u003Cmark>kivu\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":68},[],{"matched_tokens":88,"snippet":69},[],{"matched_tokens":90,"snippet":70},[],[92,97],{"field":35,"indices":93,"matched_tokens":94,"snippets":96},[21],[95],[82,83],[84],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":104,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":106,"highlight":137,"highlights":164,"text_match":100,"text_match_info":173},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":47,"id":109,"is_sticky":47,"permalink":110,"post_author":50,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":113,"post_id":109,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":58,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":129},[44],[46],"67014","http://radioblackout.org/2021/02/congo-lambasciatore-leni-le-milizie-e-il-petrolio/","Da ieri il Congo è al centro delle cronache per l’assassinio dell’ambasciatore italiano. In realtà la guerra mondiale africana che spazza il paese dura da decenni ed ha fatto oltre cinque milioni di morti. La posta in palio sono le ricchezze minerarie dell’area: oro, coltan, uranio, petrolio...\r\nMolti quotidiani hanno descritto l’assassionio dell’ambasciatore italiano come un tentativo fallito di sequestro, ma fonti congolesi accreditano invece l’ipotesi di un assassinio mirato. Sullo sfondo i recenti accordi tra l’ENI e il governo di Kinshasa, sicuramente invisi ad una fetta delle milizie che si contendono la ricca regione del Nord Kivu. I feroci guerriglieri locali, spesso predoni senza reali schieramenti politici, operano però al servizio di compagnie russe o kazake, infastidite che l’ENI potesse mangiare nel loro piatto.\r\nCe ne ha parlato Massimo Alberizzi di Africa ExPress\r\n\r\nNe abbiamo profittato per fare il punto sui massacri, torture e stupri nel Tigray. Dalla regione nord dell’Etiopia arrivano le testimonianze delle terribili violenze inflitte alla popolazione civile dalle truppe governative. Alla mattanza hanno partecipato anche militari eritrei, che ne hanno profittato per rispedire in Eritrea buona parte dei 96.000 esuli, fuggiti dal regime di Asmara.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-23-congo-tigray-alberizzi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Febbraio 2021","","2021-02-23 15:18:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Congo. 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La situazione critica comprende vari aspetti tra cui quasi 7 milioni di persone sfollate, malnutrizione diffusa e combattimenti per il controllo del territorio che sono ripresi nel Nord Kivu (nell’est del paese). In questo scenario a dir poco complesso, si preparano le prossime elezioni (20 dicembre) che vedono affrontarsi nuovamente Félix Tshisekedi, che inizierebbe un secondo mandato, e il suo sfidante alle elezioni del 2018, Martin Fayulu. Ma ci sono anche nuove sorprese, in particolare la candidatura di Denis Mukwege, il ginecologo congolese Nobel per la pace 2018. Ne abbiamo parlato con Andrea Spinelli Barrile, giornalista per Africa Rivista e co-fondatore di Slow News. Insieme ad Andrea, tentiamo anche di inquadrare le elezioni in un ragionamento più ampio sull’interesse delle grandi potenze globali per le risorse del paese e nuovi colonialismi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Congo-elezioni-2023-2023_11_02_2023.11.02-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","2 Novembre 2023","2023-11-02 21:49:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"151\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-300x151.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-300x151.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-1024x517.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-768x388.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In Repubblica Democratica del Congo si avvicinano le elezioni.",1698961773,[122,188,189],"http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/onu/",[15,191,192],"elezioni","ONU",{"post_content":194},{"matched_tokens":195,"snippet":196,"value":197},[140,74],"territorio che sono ripresi nel \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> (nell’est del paese). 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Inventare infrastrutture per il commercio e il trasporto di milizie.\r\n\r\nCon questa chiacchierata iniziale con Cornelia Toelgyes si è tentato di riprendere qualche spunto in molte aree del continente, con un filo rosso particolarmente sensibile ai problemi dei rifugiati interni e degli scontri interafricani, per arrivare poi ad analizzare più approfonditamente con Raffaele Masto la sorprendente situazione del Sudafrica incredibilmente xenofobo nei confronti dei fratelli africani.\r\n\r\nDunque dapprima si percorre il continente a partire dal Sudan con quel governo frutto delle lotte sanguinose del popolo che era riuscito a cacciare Al Bashir; il Sud Sudan con i timidi tentativi di comporre la guerra civile tra dinka capitanati da Salva Kiir e nuer di Riek Marchar; transitando dall'Uganda in grado di accogliere 2 milioni di profughi su poco più di 30 milioni di abitanti; gettando uno sguardo veloce al Congo Kinshasa, che si dibatte tra Nord Kivu e signori della guerra stranieri, che talvolta vengono individuati e uccisi, come in questi giorni il leader hutu Mudacumura, tra i responsabili dell'eccidio di 25 anni fa; si sfondano i muri della Guinea equatoriale con il suo quarantennale dittatore, laddove Obiang vagheggia sovversivi in arrivo dal Camerun, per arrivare a inorridire per le sparizioni in Nigeria, dove i bambini di 6 anni sono arrestati perché vendono cibo ai miliziani di Boko Haram. E infine ci spostiamo in Eritrea e i suoi trattati di pace immersi nella repressione religiosa, arrivando a chiudere il cerchio con la Tanzania, dove vengono espulsi in massai i burundesi...\r\n\r\nla calda estate africana\r\n\r\n... e poi il più grande paese dell'Africa australe: il Sudafrica e le sue pulsioni mastodontiche\r\n\r\nCrisi economica e xenofobia in Sudafrica","20 Settembre 2019","2023-04-19 15:05:48","L'estate del continente africano",1569000191,[218,219,124,220,221,222,223,224],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/tanzania/","http://radioblackout.org/tag/uganda/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[32,226,17,28,227,228,229,26],"Africa","Sudan","Tanzania","uganda",{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[140,74],"Kinshasa, che si dibatte tra \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> e signori della guerra stranieri,","Durante l'estate con gli organi di informazione fissi sulla crisi di governo da operetta e le intemperanze di Trump, il continente africano è rimasto in ombra, gli unici riflettori attenti a quelle latitudini erano quelli del business, che cerca di appropriarsi e spartirsi le risorse, che tenta di piazzare armi, far transitare droga e esseri umani. 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In base ai dati economici diffusi martedì (9 febbraio) dal Ministero delle Finanze di Bujumbura l'economia burundese è entrata in recessione nel secondo trimestre dello scorso anno; le violenze, esplose in aprile, hanno poi innescato un crollo delle entrate fiscali del 24 per cento e la progressiva e fortissima militarizzazione del paese hanno letteralmente svuotato le casse dello Stato, già depredate dalla cleptocrazia al potere nel corso degli anni. Ma forse la situazione economica non è così disastrosa come viene dipinta, perché è utile al potere far credere alle difficoltà, visti gli aiuti piovuti dall'Angola di Dos Santos che fornisce finanziamenti e sostegno militare, dalla Guinea Equatoriale di Obiang con imponenti aiuti economici, la Repubblica Democratica del Congo di Kabila ha inviato truppe Mai Mai in sostegno dell'esercito burundese. Europa e Usa coprono il 35 per cento del budget annuale burundese.\r\n\r\nOgni giorno in Burundi circa un centinaio di giovani, soprattutto tutsi, viene ucciso e il numero di vittime aumenta continuamente (in febbraio almeno 25 morti a Bujumbura e 50 desaparecidos): poliziotti e Imbonerakure attaccano quotidianamente i quartieri popolari, stuprano le donne, arrestano i giovani e massacrano i tutsi senza tuttavia disdegnare colpi di machete e violenze sulla popolazione hutu considerata “traditore”. Un rapporto confidenziale dei primi di febbraio redatto da alcuni esperti delle Nazioni Unite accusa il Ruanda di avere reclutato e addestrato militarmente milizie tutsi burundesi con l'obiettivo di rovesciare il regime di Nkurunziza: secondo alcuni Kagame intenderebbe innescare violenze interetniche in Burundi per riportare al potere Buyoya, ma per altri, come la nostra interlocutrice, la chiave di lettura dell'odio etnico è riduttiva o forse un paravento; innalzare la tensione nella zona dei Grandi Laghi, in particolare attaccando il Ruanda, rientra nella strategia genocida del regime, e in particolare di chi realmente in questo momento controlla le decisioni politiche e militari in un Burundi (esploso la scorsa primavera quando Nkurunziza ha voluto cambiare la costituzione perché gli fosse consentito un terzo mandato da presidente): le milizie hutu ruandesi FDLR, fuggite dopo il genocidio dal Ruanda e rifugiatesi tra Congo, Burundi e Francia (dove ha sede il comando generale). Quella Francafrique che ha bloccato la missione Onu prevista nel paese giusto mercoledì scorso e che vede nella regione dei Grandi Laghi un palcoscenico per inscenare le molte tensioni che attraversano anche il nord Kivu. E ovviamente tutto per controllare le risorse del territorio... ma c'è molto altro ancora che entra nel calderone, a comincaire dall'appoggio del Sudafrica di Zuma e dei suoi predecessori filobantu, o il coinvolgimento della Tanzania e le manovre per impedire la creazione dell'Unione Africana... e per questo abbiamo sentito Marta, ricercatrice presso il dipartimiento di Antropologia dell'Università di Torino che ha soggiornato a lungo in Burundi e in Rwanda negli ultimi mesi:\r\n\r\nUnknown","12 Febbraio 2016","2016-02-18 11:56:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/2016-02-12_francafrique-160x110.jpg","\u003Cimg width=\"160\" height=\"160\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/2016-02-12_francafrique.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/2016-02-12_francafrique.jpg 160w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/2016-02-12_francafrique-150x150.jpg 150w\" sizes=\"auto, (max-width: 160px) 100vw, 160px\" />","Burundi al centro di jeu au massacre continentali",1455279657,[253,254,255,256,257,258],"http://radioblackout.org/tag/burundi/","http://radioblackout.org/tag/francafrique/","http://radioblackout.org/tag/hutu-e-tutsi/","http://radioblackout.org/tag/kagame/","http://radioblackout.org/tag/nkurunziza/","http://radioblackout.org/tag/rwanda/",[24,260,34,22,30,261],"Francafrique","Rwanda",{"post_content":263},{"matched_tokens":264,"snippet":265,"value":266},[82,74],"tensioni che attraversano anche il \u003Cmark>nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>. E ovviamente tutto per controllare","Mentre continua lo stallo internazionale attorno al Burundi nel paese la situazione è peggiore che mai: le violenze quotidiane che si registrano su tutto il territorio fanno il paio con una situazione economica generale che apparirebbe decisamente drammatica. In base ai dati economici diffusi martedì (9 febbraio) dal Ministero delle Finanze di Bujumbura l'economia burundese è entrata in recessione nel secondo trimestre dello scorso anno; le violenze, esplose in aprile, hanno poi innescato un crollo delle entrate fiscali del 24 per cento e la progressiva e fortissima militarizzazione del paese hanno letteralmente svuotato le casse dello Stato, già depredate dalla cleptocrazia al potere nel corso degli anni. Ma forse la situazione economica non è così disastrosa come viene dipinta, perché è utile al potere far credere alle difficoltà, visti gli aiuti piovuti dall'Angola di Dos Santos che fornisce finanziamenti e sostegno militare, dalla Guinea Equatoriale di Obiang con imponenti aiuti economici, la Repubblica Democratica del Congo di Kabila ha inviato truppe Mai Mai in sostegno dell'esercito burundese. Europa e Usa coprono il 35 per cento del budget annuale burundese.\r\n\r\nOgni giorno in Burundi circa un centinaio di giovani, soprattutto tutsi, viene ucciso e il numero di vittime aumenta continuamente (in febbraio almeno 25 morti a Bujumbura e 50 desaparecidos): poliziotti e Imbonerakure attaccano quotidianamente i quartieri popolari, stuprano le donne, arrestano i giovani e massacrano i tutsi senza tuttavia disdegnare colpi di machete e violenze sulla popolazione hutu considerata “traditore”. Un rapporto confidenziale dei primi di febbraio redatto da alcuni esperti delle Nazioni Unite accusa il Ruanda di avere reclutato e addestrato militarmente milizie tutsi burundesi con l'obiettivo di rovesciare il regime di Nkurunziza: secondo alcuni Kagame intenderebbe innescare violenze interetniche in Burundi per riportare al potere Buyoya, ma per altri, come la nostra interlocutrice, la chiave di lettura dell'odio etnico è riduttiva o forse un paravento; innalzare la tensione nella zona dei Grandi Laghi, in particolare attaccando il Ruanda, rientra nella strategia genocida del regime, e in particolare di chi realmente in questo momento controlla le decisioni politiche e militari in un Burundi (esploso la scorsa primavera quando Nkurunziza ha voluto cambiare la costituzione perché gli fosse consentito un terzo mandato da presidente): le milizie hutu ruandesi FDLR, fuggite dopo il genocidio dal Ruanda e rifugiatesi tra Congo, Burundi e Francia (dove ha sede il comando generale). Quella Francafrique che ha bloccato la missione Onu prevista nel paese giusto mercoledì scorso e che vede nella regione dei Grandi Laghi un palcoscenico per inscenare le molte tensioni che attraversano anche il \u003Cmark>nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>. E ovviamente tutto per controllare le risorse del territorio... ma c'è molto altro ancora che entra nel calderone, a comincaire dall'appoggio del Sudafrica di Zuma e dei suoi predecessori filobantu, o il coinvolgimento della Tanzania e le manovre per impedire la creazione dell'Unione Africana... e per questo abbiamo sentito Marta, ricercatrice presso il dipartimiento di Antropologia dell'Università di Torino che ha soggiornato a lungo in Burundi e in Rwanda negli ultimi mesi:\r\n\r\nUnknown",[268],{"field":98,"matched_tokens":269,"snippet":265,"value":266},[82,74],{"best_field_score":203,"best_field_weight":204,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":205,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":19,"per_page":167,"q":19},7,{"facet_counts":275,"found":39,"hits":289,"out_of":434,"page":21,"request_params":435,"search_cutoff":36,"search_time_ms":436},[276,282],{"counts":277,"field_name":280,"sampled":36,"stats":281},[278],{"count":39,"highlighted":279,"value":279},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":21},{"counts":283,"field_name":35,"sampled":36,"stats":288},[284,286],{"count":39,"highlighted":285,"value":285},"Bastioni di Orione",{"count":21,"highlighted":287,"value":287},"liberation front",{"total_values":14},[290,326,354,382,404],{"document":291,"highlight":306,"highlights":317,"text_match":201,"text_match_info":323},{"comment_count":47,"id":292,"is_sticky":47,"permalink":293,"podcastfilter":294,"post_author":295,"post_content":296,"post_date":297,"post_excerpt":113,"post_id":292,"post_modified":298,"post_thumbnail":299,"post_title":300,"post_type":301,"sort_by_date":302,"tag_links":303,"tags":305},"79392","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-01-2023-brasile-e-peru-le-vene-aperte-dellamerica-latina-continuano-a-sanguinare-israele-il-nuovo-governo-estremista-fomenta-lapartheid-contro-i-palestinesi-la-crisi-del/",[279],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa prima trasmissione dell'anno affronta con Diego Battistessa le questioni aperte dall'assalto dei bolsonaristi ai palazzi presidenziali in Brasile , le complicità degli apparati dello stato profondo brasiliano ,i settori agropecuari e latifondisti che hanno finanziato gli assalitori ,la reazione di Lula e le difficoltà che si troverà ad affrontare per ricomporre questa frattufra profonda nella società brasiliana e il compito di far uscire dalla miseria trenta milioni di concittadini ,le ripercussioni internazionali e la persistenza del bolsonarismo alimentato da un apparato informativo distorto e poi guardiamo anche agli avvenimenti del Perù dove dilaga la protesta dopo la destituzione del presidente Castillo sopratutto nelle città dell'interno ,con una brutale repressione che ha fatto decine di morti.Il movimento richiede nuove elezioni e segna il permanere delle fratture sociali che nel paese andino passano fra la costa e la sierra ,fra i creoli e bianchi e i mestizos accentuate da un modello di sviluppo dipendente e ineguale .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-DIEGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Michele Giorgio parliamo della Palestina dove continua la strage di palestinesi da parte dell'esercito israeliano e delle cupe prospettive dopo l'insediamento del nuovo governo imbottito di estremisti sionisti fanatici che occupano posti di rilievo come Ben Gvir , ministro della sicurezza,noto fascistoide e ammiratore di rabbini stragisti, Bezalel Smotrich ,leader di Sionismo religioso ,che sarà ministro delle finanze con lo scopo di strangolare dal punto di vista finanziario l'ANP ,mentre continua lo stillicidio quotidiano di omicidi contro i palestinesi ben 9 dall'inizio dell'anno ,220 nel 2022 fra cui 48 bambini.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MICHELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Massimo Zaurrini direttore della rivista Africa e affari e conoscitore del continente parliamo della crisi del Nord Kivu in Congo ,le accuse reciproche fra Congo e Ruanda per il sostegno alle milizie M23 ,il rischio di espansione regionale del conflitto,il rifiuto da parte del presidente ruandese Paul Kagame di accogliere altri profughi provenienti dall scenario di guerra (circa 70000 finora ) ,la contesa continentale per il controllo delle terre rare che coinvolge Cina ,USA e Unione europea ,la scelta dello Zimbabwe di limitare l'esportazione del litio e i contraccolpi sul mercato di questa decisione .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MASSIMO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Gennaio 2023","2023-01-15 12:38:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/01/2023 - BRASILE E PERU' LE VENE APERTE DELL'AMERICA LATINA CONTINUANO A SANGUINARE- ISRAELE IL NUOVO GOVERNO ESTREMISTA FOMENTA L'APARTHEID CONTRO I PALESTINESI-LA CRISI DEL NORD KIVU E LA CONTESA PER LE TERRE RARE IN AFRICA.","podcast",1673786323,[304],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[285],{"post_content":307,"post_title":311},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[140,74],"continente parliamo della crisi del \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo ,le accuse reciproche","Bastioni di Orione in questa prima trasmissione dell'anno affronta con Diego Battistessa le questioni aperte dall'assalto dei bolsonaristi ai palazzi presidenziali in Brasile , le complicità degli apparati dello stato profondo brasiliano ,i settori agropecuari e latifondisti che hanno finanziato gli assalitori ,la reazione di Lula e le difficoltà che si troverà ad affrontare per ricomporre questa frattufra profonda nella società brasiliana e il compito di far uscire dalla miseria trenta milioni di concittadini ,le ripercussioni internazionali e la persistenza del bolsonarismo alimentato da un apparato informativo distorto e poi guardiamo anche agli avvenimenti del Perù dove dilaga la protesta dopo la destituzione del presidente Castillo sopratutto nelle città dell'interno ,con una brutale repressione che ha fatto decine di morti.Il movimento richiede nuove elezioni e segna il permanere delle fratture sociali che nel paese andino passano fra la costa e la sierra ,fra i creoli e bianchi e i mestizos accentuate da un modello di sviluppo dipendente e ineguale .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-DIEGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Michele Giorgio parliamo della Palestina dove continua la strage di palestinesi da parte dell'esercito israeliano e delle cupe prospettive dopo l'insediamento del nuovo governo imbottito di estremisti sionisti fanatici che occupano posti di rilievo come Ben Gvir , ministro della sicurezza,noto fascistoide e ammiratore di rabbini stragisti, Bezalel Smotrich ,leader di Sionismo religioso ,che sarà ministro delle finanze con lo scopo di strangolare dal punto di vista finanziario l'ANP ,mentre continua lo stillicidio quotidiano di omicidi contro i palestinesi ben 9 dall'inizio dell'anno ,220 nel 2022 fra cui 48 bambini.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MICHELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Massimo Zaurrini direttore della rivista Africa e affari e conoscitore del continente parliamo della crisi del \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo ,le accuse reciproche fra Congo e Ruanda per il sostegno alle milizie M23 ,il rischio di espansione regionale del conflitto,il rifiuto da parte del presidente ruandese Paul Kagame di accogliere altri profughi provenienti dall scenario di guerra (circa 70000 finora ) ,la contesa continentale per il controllo delle terre rare che coinvolge Cina ,USA e Unione europea ,la scelta dello Zimbabwe di limitare l'esportazione del litio e i contraccolpi sul mercato di questa decisione .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MASSIMO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":312,"snippet":315,"value":316},[313,314],"NORD","KIVU","CONTRO I PALESTINESI-LA CRISI DEL \u003Cmark>NORD\u003C/mark> \u003Cmark>KIVU\u003C/mark> E LA CONTESA PER LE","BASTIONI DI ORIONE 12/01/2023 - 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Il presidente angolano sta tentando una mediazione al fine di scongiurare un conflitto regionale che sembra riportare indietro l'orologio della storia ai tempi della prima guerra mondiale africana alla fine degli anni 90,con la crisi dei grandi Laghi ,la caduta di Mobutu e l'instabilità permanente nella regione .Le enormi ricchezze di quell'area distante dalla capitale Kinshasa piu' di 2000 km fanno gola ai vicini ruandesi e ugandesi e innescano una serie di guerriglie che mirano alla spartizione delle risorse del sottosuolo con effetti devastanti per la popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/BASTIONI-DI-ORIONE-10222022-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Giorgio Fruscione ricercatore e studioso dei Balcani parliamo della crisi fra Serbia e Kosovo ,innestata dalla polemica per l'uso delle targhe ma che rivela le contraddizioni e le tensioni di una \" pax occidentale \" che non ha risanato le ferite della guerra fra le due comunità ,il nazionalismo rampante e i riflessi della guerra in Ucraina agitano quelle regioni in cui la normalizzazione che passa attraverso l'adesione all'Unione europea stenta a realizzarsi stante la mancanza di un progetto inclusivo che coinvolga le varie comunità.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/bastioni-serbia.mp3\"][/audio]","17 Novembre 2022","2022-11-17 23:09:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 10/11/2022- ETIOPIA TIGRAY ACCORDO MA SENZA IL CONVITATO DI PIETRA ERITREO - NORD KIVU RIPARTE IL SACCHEGGIO E I RUMORI DI NUOVA GUERRA MONDIALE AFRICANA-SERBIA E KOSOVO OLTRE LA CONTESA PER LE TARGHE S'INTRAVEDONO NUOVI EQUILIBRI PER I BALCANI.",1668726541,[304],[285],{"post_content":340,"post_title":344},{"matched_tokens":341,"snippet":342,"value":343},[140,74],"Africa rivista della situazione del \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo che si fa sempre","Bastioni di Orione in questa puntata facciamo il punto sull'accordo raggiunto a Pretoria fra Etiopia e TPLF per un cessate il fuoco definitivo e un percorso di disarmo ,sostenuto dall'Unione Africana .Commenti a caldo in attesa di un ulteriore approfondimento nella prossima puntata ,luci e ombre di un accordo che non coinvolge un attore molto importante del conflitto l'Eritrea di Afewerki ed anche le varie milizie che hanno imperversato sul fronte di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/BASTIONI-ETIOPIA-10112022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nParliamo con Massimo Zaurrini redattore di Africa rivista della situazione del \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo che si fa sempre piu' tesa dopo la ripresa dell'offensiva del movimento armato M23 ,con accuse reciproche fra Congo e Ruanda e l'intervento dei militari ugandesi e kenyani . 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CRISI ALIMENTARE ,SPECULAZIONE ,LATIFONDO ,MULTINAZIONALI DELL'ALIMENTARE E ANCHE LA GUERRA-NORD KIVU IL CONFLITTO INFINITO PER IL SACCHEGGIO DELLE RISORSE NEL CUORE DI TENEBRE AFRICANO.",1655033913,[304],[285],{"post_content":368,"post_title":372},{"matched_tokens":369,"snippet":370,"value":371},[140,74],"che si sono riaccese nel \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> fra Congo e Ruanda che"," \r\n\r\nBastioni di Orione affronta con Alfredo Somoza scrittore e giornalista ,gli aspetti legati alla corsa del prezzo del grano causati non solo dalla guerra in Ucraina ma da un sistema di sfruttamento della terra condizionato dagli appettiti smisurati delle multinazionali dell'agroalimentare,la speculazione finanziaria sulle commodities quali grano e mais,dal furto delle terre sopratutto in Africa che viene definito con un anglismo in \"camice bianco \" land grabbing, il sistema del latifondo che si è perpetrato dal primo colonialismo ai nostri tempi ,la mancanza di riforme agrarie , le siccittà e gli eventi climatici estremi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/Bastioni-di-orione-crisi-alimentare-somoza-09062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Daniele Bellocchio free lance ed conoscitore della regione parliamo delle tensioni che si sono riaccese nel \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> fra Congo e Ruanda che si accusano del sostegno alle varie milizie ,un saccheggio organizzato di risorse di quella terra ,in particolare terre rare e coltan che si perpetua da anni con la responsabilità di vari attori ,dagli stati limitrofi ,alle multinazionali ,ai warlord locali ,agli emissari di interessi inconfessabili stravolgendo la vita della popolazione perennemente in fuga dalla guerra e sottoposta ad atroci violenze.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/bastioni-09062022-congo.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":374},[314],"BASTIONI DI ORIONE 09/06/2022 - 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Complici di questa catena sono anche le multinazionali come Apple,Intel,Sony Motorola ,Lockheed Martin che acquistano consapevolmente i minerali riciclati dal Ruanda e provenienti dalle miniere artiginiali congolesi. Si tratta dei minerali 3T ,il tantalio che serve per i microchip e telefonini ,il tungsteno che funge da dissipatore di calore,lo stagno che viene utilizzato come saldatura sui circuiti stampati. Minerali rari e strategici che si trovano nella RDC e per le loro caratteristiche vengono utilizzati per dispositivi medici,produzione di pale di turbine, ugelli di razzi,nasi di aerei supersonici ,dispositivi elettronici dai computer agli smartphone . La catena del contrabbando è gestista dal Ruanda che pur possedendo appena il 7% di queste risorse copre il 15% del commercio mondiale di tantalio ed è il maggior esportatore mondiale di coltan. Il controllo delle miniere è oggetto di contesa fra le 120 milizie che imperversano nellla regione orientale del Kivu , alimentando una guerra ormai trentennale con il corollario di vittime civili,stupri di massa, quasi 7 milioni di profughi,vessazioni e violenze di ogni genere. Il Ruanda (presente sul territorio congolese dal 1994 ) sostiene il movimento M23 che dopo una breve tregua ha ripreso la sua attività conquistando imortanti siti minerari e assediando Goma, il capoluogo del Nord Kivu.\r\n\r\nLa complicità delle grandi aziende tecnologiche nell'alimentare questo sistema fraudolento di commercio illegale delle risorse congolesi emerge dal rapporto anche in relazione al sistema ,totalmente inefficace ,di tracciamento dei minerali gestisto da mediatori e trafficanti occidentali che ha come scopo quello di coprire la catena del valore che si basa sul contrabbando e che penalizza i soggetti più deboli come i piccoli minatori delle miniere artigianali.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/bastioni-e-liberation-congo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://amsterdamandpartners.com/wp-content/uploads/2024/04/2024.04.25-AP-DRC-Blood-Minerals.pdf\r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Maggio 2024","2024-05-26 18:12:20","BASTIONI DI ORIONE 23/05/2024-CONGO: IL SACCHEGGIO DELLE RISORSE CONTINUA,I MINERALI INSAGUINATI E LO SCANDALO GEOLOGICO DI UN PAESE TROPPO RICCO MA SEMPRE PIU'POVERO.",1716747140,[304,393],"http://radioblackout.org/tag/liberation-front/",[285,287],{"post_content":396},{"matched_tokens":397,"snippet":398,"value":399},[140,74],"assediando Goma, il capoluogo del \u003Cmark>Nord\u003C/mark> \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>.\r\n\r\nLa complicità delle grandi aziende","Bastioni di Orione insieme a Liberation front in questa puntata racconta della spoliazione delle risorse del Congo prendendo spunto da un report dello studio legale \"Amsterdam and partners\" commissionato dal governo congolese,in cui senza reticenze e con dovizia di dati si denuncia il saccheggio sistematico e il contrabbando oltre confine da parte del Ruanda dei minerali strategici del Congo. 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Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui","28 Giugno 2025","2025-06-28 17:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN KIVU FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",1751129989,[304],[285],{"post_content":418,"post_title":422},{"matched_tokens":419,"snippet":420,"value":421},[74,82],"è bloccato dalla disputa nel \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> migliaia di chilometri a \u003Cmark>nord\u003C/mark> del confine congoloese con lo","Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. 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A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> migliaia di chilometri a \u003Cmark>nord\u003C/mark> del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui",{"matched_tokens":423,"snippet":424,"value":424},[314],"BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN \u003Cmark>KIVU\u003C/mark> FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",[426,428],{"field":98,"matched_tokens":427,"snippet":420,"value":421},[74,82],{"field":319,"matched_tokens":429,"snippet":424,"value":424},[314],1157451470904230000,{"best_field_score":432,"best_field_weight":204,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":433,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897606144","1157451470904230002",6637,{"collection_name":301,"first_q":19,"per_page":167,"q":19},8,["Reactive",438],{},["Set"],["ShallowReactive",441],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f5ukSoVqe4IFpH06yR8165kPlnbX7zV9jUrNCO22YU0w":-1},true,"/search?query=nord+kivu"]