","Proteste in Marocco: un aggiornamento da Casablanca sulla rivolta della Generazione Z","post",1760113489,[60,61,62,63,64],"https://radioblackout.org/tag/marocco/","https://radioblackout.org/tag/nordafrica/","https://radioblackout.org/tag/primavere-arabe/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/scontri/",[66,67,68,69,70],"marocco","nordafrica","primavere 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Aggiornamento\r\nL’8 marzo le istituzioni locali e il presidente della Croce Rossa Cerrai, durante un incontro con i migranti che non avevano abbandonato il campo di Via Pietrasantina - gestito dalla Cri locale fino al 28 febbraio - hanno ceduto ad alcune delle richieste dei ragazzi.\r\nAll’incontro c’erano anche alcuni attivisti di associazioni e collettivi pisani che hanno lottato fino ad oggi al fianco e con i ragazzi.\r\nLa Provincia e il Comune di Pisa hanno individuato ulteriori tirocini di inserimento lavorativo con le caratteristiche definite dal programma toscano “Giovani Sì” che prevede sei mesi con una borsa mensile di 500 euro.\r\nSul fronte della casa non sono state fatte proposte ma, alla fine dell’incontro, la CRI ha concesso ai profughi di restare nei propri container finché non fosse stata trovata una sistemazione migliore.\r\nOvviamente hanno però intimato agli italiani di lasciare il campo…\r\nSembra inoltre che la denuncia contro ignoti fatta dalla CRI verrà ritirata e non saranno staccate le utenze di luce e acqua come avevano annunciato il 7 marzo gli stessi funzionari dell’ente.\r\nLa lotta senza deleghe paga, non solo perché riesce a piegare le istituzioni, ma perché crea percorsi di autogestione per rispondere alle esigenze dei migranti e per innescare virtuose relazioni umane basate sull’appoggio mutuo e la solidarietà. \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Marzo 2013","2013-03-11 14:40:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/profughi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/profughi-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/profughi-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/profughi.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pisa. 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Così è nel caso di Corso Vigevano 41.\r\n\r\nLa proprietà è di Giorgio Molino, noto immobiliarista. Che costui non sia una mela marcia, bensì un attore pienamente integrato nelle logiche della rendita urbana, che sanno sapientemente maneggiare i codici della legalità e dell'illegalità, lo testimonia il fatto il Comune di Torino si sia storicamente appoggiato sui suoi immobili per governare gli esclusi dall'ordine della cittadinanza: dai profughi dell'emergenza Nord-Africa nel 2011, ai rom sgomberati dalla baraccopoli di Lungo Stura nel 2015. In entrambi i casi la Sala Rossa era a guida PD.\r\n\r\nOggi in questo palazzo vivono decine di persone che pagano centinaia di euro per stanze inabitabili. Da mesi sotto sfratto per mano di scagnozzi della proprietà che ne hanno murato le porte, oggi il primo piano si trova anche sotto sgombero a causa di una ordinanza comunale che sostiene di tutelare la \"sicurezza\" degli abitanti. In un mondo alla rovescia, il vero è un momento del falso.\r\n\r\nQuali sono oggi gli interessi su Corso Vigevano 41? Quel che è certo è che questo palazzo parla del governo attraverso la violenta nomadizzazione urbana - militare, amministrativa, privata - dei reietti, pur funzionali all'economia di Torino. 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l’amministratore delegato dell’ENI, De Scalzi.\r\nÉ finita con un accordo tra ENI e NOC, la compagnia di stato libica, per lo sfruttamento di nuovi giacimenti di gas che dovrebbero entrare in produzione nel 2026.\r\nAlla famigerata guardia costiera libica verranno regalati altri cinque pattugliatori italiani per il respingimento dei migranti.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Raffaele un compagno impegnato da molti anni nelle lotte contro le politiche migratorie dei governi che si sono succeduti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/2023-01-31-raffaele-libia.mp3\"][/audio]","31 Gennaio 2023","2023-01-31 14:57:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/6887977_113_2022-08-24_TLB-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"165\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/6887977_113_2022-08-24_TLB-300x165.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" 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Un deputato del PD, Khalid Chaouki, dopo una visita al Centro di prima accoglienza di Lampedusa, ha deciso di non andarsene, facendosi rinchiudere con i profughi dimenticati lì da mesi. Tra loro i superstiti del naufragio del 2 ottobre, che suscitò commozione ed indignazione anche istituzionale, ma, al di là della pubblica esibizione di cordoglio, delle promesse di superamento della Bossi-Fini, nulla è cambiato. Chaouki ha dichiarato che non se ne sarebbe andato finché i reclusi non fossero stati trasferiti in un CARA.\r\n\r\n21 dicembre. Quattro immigrati si sono cuciti le bocche per protestare contro il prolungarsi della detenzione nel CIE di Ponte Galeria a Roma. Immediatamente il quotidiano \"La Stampa\" ha pubblicato la notizia con il massimo del rilievo e il titolo \"protesta choc\". Chi segue da anni le lotte degli immigrati nei CIE della penisola non può che constatare amaramente che si tratta di uno \"choc\" a scoppio ritardato, uno \"choc\" mediatico, studiato a tavolino per aprire la strada a qualche provvedimento sui CIE. Sono anni che gli immigrati si cuciono la bocca per protesta, sono anni che dai CIE filtrano le immagini che riprendono le bocche serrate da fili robusti, ferite dall'ago, simbolo di una resistenza che cerca di spezzare il silenzio. Inutilmente. A Torino nel lontano 2009 alcuni compagni fecero iniziative perché si parlasse di quelle bocche cucite, di quelle bocche serrate perché anche le urla si schiantano sul muro dell'indifferenza. I media parlarono del dito e nascosero la luna.\r\n\r\nOggi tutto sembra cambiato.\r\nL’atteggiamento nei confronti dell'immigrazione clandestina si sta modificando. Sospettiamo tuttavia che probabilmente tutto debba cambiare, perché tutto resti come prima.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Federico, un compagno impegnato da anni nella lotta contro i CIE.\r\nAscolta la chiacchierata:\r\n\r\n2013 12 20 denitto cie\r\n\r\nProviamo insieme a fare il punto.\r\nLe galere per immigrati senza carte nell'ultimo anno si sono dimezzate. Ne rimangono aperte solo sei (Torino, Milano, Roma, Trapani Milo, Pian Del Lago, Bari), le altre sono state, una dopo l'altra, bruciate e fatte a pezzi dei reclusi. Il governo ha dovuto chiudere i CIE di Gradisca, Trapani Vulpitta, Bologna, Modena, Crotone. Ufficialmente sono tutti in attesa di ristrutturazione, ma non c'é nessuna notizia certa su una possibile riapertura.\r\nTutti i CIE ancora aperti sono stati a loro volta gravemente danneggiati dalle continue rivolte, la conclusione è una sola: la macchina delle espulsioni è ormai al collasso.\r\nIn base ai dati, ormai calcolati per difetto, dello stesso Viminale, degli oltre 1800 posti dei CIE ne sarebbero ancora agibili meno della metà ed effettivamente riempiti nemmeno un terzo.\r\nIl governo tace, gli specialisti della guerra contro i poveri sono alle prese con la rovina dei loro leader, i poliziotti premono perché non ne vogliono più sapere di fare i secondini nei CIE, dove si rischia di incappare nella rabbia di chi si vede sfilare la vita giorno dopo giorno. Il CIE è un limbo, che precede la deportazione, una sala d'aspetto con sbarre e filo spinato in attesa di un treno che nessuno vuole prendere. \r\n\r\nSi dice che a gennaio possa riaprire il Centro di Bologna e successivamente la struttura modenese ma ancora non si sa chi verrà chiamato a gestirli dopo il disastro della cooperativa Oasi, che si era aggiudicata l'affare vincendo la gara d'appalto con un ribasso enorme rispetto alla precedente gestione della Misericordia di Giovanardi.\r\nA Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Palazzo San Gervasio (Potenza) potrebbero sorgere due nuovi CIE, dopo l'avventura presto finita dell'emergenza Nordafrica.\r\nIl governo ha stanziato 13 milioni di euro ma non si sa se i lavori abbiano preso l'avvio e che punto siano.\r\n\r\nNumerosi segnali indicano che la ricetta individuata dal governo potrebbe essere decisamente più complessa del \"semplice\" riattamento dei CIE distrutti e dell'eventuale apertura di nuove strutture.\r\n\r\nLa decisione di spedire gli immigrati reclusi nelle patrie galere a scontare gli ultimi due anni nei paesi d'origine assunta con il decreto svuotacarceri prenderebbe due piccioni con la solita fava. 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Un'occasione per attraversare dall'interno le tante anime della primavera tunisina in un momento cruciale per il paese.\r\nMa, in fondo, anche uno specchio deformante rispetto alla realtà sociale di un paese messo in ginocchio dalla crisi economica, spaccato in due dalla contrapposizione tra Hennada e formazioni laiche, dove qua e là fa capolino la nostalgia per un regime duro ma stabile.\r\nKarim Metref, scrittore, insegnante, blogger kabilo che vive da molti anni nel nostro paese non si è limitato al WSF tunisino ma ha fatto un viaggio nella Tunisia profonda, nel sud che i turisti delle spiagge del nord non vedono mai.\r\nHa fatto tappa anche là dove tutto era cominciato, a Sidi Bouzid, dove il giovane Mohamed Bouazizi si diede fuoco. Da quel rogo si scatenò il fuoco della protesta che portò alla caduta del dittatore Ben Alì.\r\nOggi la povertà affonda i denti nelle vite della gente più a fondo che allora, la percezione di insicurezza, amplificata dai media crea una allarme sociale diffuso.\r\nEppure in quel sud dove oggi prevale la paura è il germe di una rivolta che affonda le radici nelle lotte durissime dei minatori di Gafsa, repressi nel sangue e nella galera nel silenzio assordante dell'Occidente. Troppo radicali quei lavorari tunisini che agivano il conflitto nello scenario della lotta di classe nella sua rappresentazione più cruda.\r\nGli scenari possibili - al di là del permanere dell'attuale situazione di stallo - sono inquietanti. C'è chi teme un'accelerazione dei salafiti ed una possibile alleanza con Hennada, chi invece prefigura uno scenario simile a quello algerino, con un colpo di Stato militare in Tunisia appaggiato e garantito proprio da Algeri.\r\nLa Tunisia, secondo Karim Metref, è oggi il paese più interessante del Nordafrica, un laboratorio vivo di sperimentazione sociale e politica, dove, nonostante i rischi di involuzioni autoritarie di vario segno, il dibattito politico è diffuso e vivace.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Karim\r\n\r\n2013 04 12 karim metref Tunisia\r\n\r\n ","18 Aprile 2013","2018-10-17 22:10:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/tunisia-200x110.jpeg","Da Tunisi a Sidi Bouzid",1366304149,[403,278,404],"http://radioblackout.org/tag/sidi-bouzid/","http://radioblackout.org/tag/wsf/",[322,22,313],{"post_content":407},{"matched_tokens":408,"snippet":409,"value":410},[285],"il paese più interessante del \u003Cmark>Nordafrica\u003C/mark>, un laboratorio vivo di sperimentazione","I media hanno dato grande risalto al Word Social Forum di Tunisi. 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La nascita di un nuovo faraone ha fatto scattare la rivolta contro i fratelli mussulmani nei principali centri urbani dell'Egitto.\r\nUn colpo di coda della primavera araba prima della definitiva normalizzazione?\r\nMolto dipenderà dalla capacità di mediazione di Morsi, anche in vista del referendum sulla \"nuova\" costituzione basata sulla sharia. Libertà formali e diritti umani rischiano, come già nella Tunisia governata da Hennada, di essere le prime vittime del nuovo corso arabo.\r\nLe prime a farne le spese sono le donne, che pure si sono battute per ottenere i riconoscimenti che la democratura di Ben Alì gli ha concesso ed ora stanno, poco a poco, perdendo.\r\nIn qualche modo capita che la libertà femminile e, in genere individuale, la tutela dei diritti umani divengano vittime della retorica occidentale che ne ha fatto vessilli di guerra.\r\nD'altro canto in nordafrica la parola è ancora alla politica, nel senso comune del termine, mentre in occidente prevalgono meccanismi di governance sovranazionale.\r\nNe abbiamo discusso con Salvo Vaccaro dell'Università di Palermo.\r\nAscolta l'intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/2012-11-28-salvo-egitto-e-varie-senza-musica.mp3|titles=2012 11 28 salvo egitto e varie senza musica]\r\nscarica l'audio","30 Novembre 2012","2018-10-17 22:11:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/Egitto_rivolta06-200x110.jpg","Egitto. 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politico per i paesi del Nordafrica,l'esempio egiziano ed algerino,la crisi economica che si avvita sempre di piu' ,il rifiuto delle condizionalità imposte dagli organismi finanziari internazionali per concedere un prestito di quasi 2 miliardi di dollari, la fragile alternativa del ricorso alle pratiche estrattiviste relative alle risorse di fosfati presenti in Tunisia ,il richiamo ideologico all'eredità di Bourghiba ,la torsione autoritaria che si manifesta con la censura di un libro alla Fiera Internazionale del libro di Tunisi, dove alcuni agenti della sicurezza hanno sequestrato un saggio politico che lo raffigura come Frankestein.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-040523-TUNISIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo a Mayotte per raccontare con Giovanni Gugg della redazione di Focus on Africa della situazione dell'isola,territorio metropolitano francese, che si trova tra il Mozambico e il Madagascar dove è scattata una violenta operazione repressiva contro gli insediamenti dei migranti provenienti dalle Comore .\r\n\r\nIn questa operazione chiamata Wuambushu (“ripresa”),sono impiegati piu' di un migliaio di poliziotti fatti venire dalla Francia,operazione che doveva rimanere segreta ma che è stata svelata dal giornale “Le Canard Enchaîné” un paio di mesi fa ,condannata dalle organizazzioni per la tutela dei diritti umani e che assomiglia per le modalità brutali allo sgombero degli insediamenti di migranti a Calais nel 2016 e nel 2020.Parliamo anche della condizione sociale di Mayotte ,della sua controversa appartenenza al territorio metropolitano francese ,i suoi rapporti con le Comore a cui naturalmente appartiene se non fosse stata separata con una forzatura dopo il referendum del 1975.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-040523-MAYOTTE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n 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L’OIM sottolinea inoltre che sono stati 17.025 i migranti intercettati nel 2023 dalla Guardia costiera libica e riportati nei lager del Paese nordafricano.\r\nSiamo di fronte ad una strage continua, pianificata con cura, dai governi europei, in primis quello italiano.\r\nUna strage frutto delle leggi che rendono illegale emigrare, una strage che cresce quando i migranti non vengono volutamente soccorsi come a Cutro, quando le navi delle ONG sono ostacolate in ogni modo dai divieti folli imposti dal governo.\r\nMa il mare non è l’unica frontiera. Si muore in montagna, nel deserto, nei cantieri dove la vita di un clandestino non vale nulla.\r\nCe ne ha parlato Raffaele\r\n\r\nStato di polizia. Le leggi speciali dei fascisti del terzo millennio\r\nLe misure contro la socialità non mercificata, quelle contro profughi e migranti, l’affondo verso i giovani, il duro colpo ai movimenti di lotta sono le architravi del progetto repressivo del governo.\r\nI decreti rave, Cutro, Caivano e il pacchetto sicurezza rendono sempre più forti i poteri di polizia, riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento, opposizione sociale.\r\nIl forte aumento delle pene, la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di quelli da tutelare ne sono il segno distintivo.\r\nPiù galera per molti, ma non per tutti, perché la trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente di classe. Non solo. Molte misure, pur essendo capaci di reggere al vaglio della legittimità formale, sono ritagliate su misura su soggetti specifici.\r\nIl governo mette in campo dispositivi che emulano le dinamiche del diritto penale del nemico, pur in un quadro di apparente universalismo. Il che, ancora una volta, interroga i sostenitori della democrazia sul fatto che l’idea stessa di una legge giusta sia un ossimoro in un contesto di ingiustizia sociale e di crescente violenza verso le classi pericolose e i movimenti di opposizione sociale.\r\nSmontare la trama sottesa ai provvedimenti governativi è un tassello importante di un percorso di lotta che sappiamo non facile, ma necessario, perché chi governa intende colpire ogni tentativo di rendere concreta la possibilità di una radicale trasformazione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nConflitto nel Mediterraneo orientale\r\nLa nuova guerra partita il 7 ottobre scorso con l’attacco di Hamas a villaggi e kibbutz nel sud di Israele, continua con un crescente bilancio di morti, feriti, sfollati nella striscia di Gaza.\r\nDopo tre mesi non si intravvedono spiragli di uscita da una crisi che ha già provocato un’immane tragedia umanitaria a Gaza. \r\nLe recenti uccisioni con attacchi mirati di capi di Hamas ed Hezbollah nel sud del Libano potrebbero condurre ad un’escalation anche in quell’area, dove, è già in corso un conflitto a bassa intensità.\r\nNel frattempo si è scaldato il clima in Yemen con l’attacco angloamericano a città e porti del paese controllato dagli Houti, sciiti e filoiraniani.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nStato di polizia\r\nLe leggi speciali dei fascisti del terzo millennio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà la serata l’avvocato Gianluca Vitale\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 \r\nContatti: \r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","18 Gennaio 2024","2024-01-18 22:41:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-11-manif-fat-stato-polizia-color-2-200x110.jpg","Anarres del 12 gennaio. 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Il numero dei morti e dei dispersi è aumentato del 60% nel 2023.\r\nNel 2023 sono morte 974 persone, 1372 quelle disperse: nel 2022 le vittime erano state 529, 848 i dispersi, 662 e 891 nel 2021. L’OIM sottolinea inoltre che sono stati 17.025 i migranti intercettati nel 2023 dalla Guardia costiera libica e riportati nei lager del Paese \u003Cmark>nordafrica\u003C/mark>no.\r\nSiamo di fronte ad una strage continua, pianificata con cura, dai governi europei, in primis quello italiano.\r\nUna strage frutto delle leggi che rendono illegale emigrare, una strage che cresce quando i migranti non vengono volutamente soccorsi come a Cutro, quando le navi delle ONG sono ostacolate in ogni modo dai divieti folli imposti dal governo.\r\nMa il mare non è l’unica frontiera. Si muore in montagna, nel deserto, nei cantieri dove la vita di un clandestino non vale nulla.\r\nCe ne ha parlato Raffaele\r\n\r\nStato di polizia. 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Il che, ancora una volta, interroga i sostenitori della democrazia sul fatto che l’idea stessa di una legge giusta sia un ossimoro in un contesto di ingiustizia sociale e di crescente violenza verso le classi pericolose e i movimenti di opposizione sociale.\r\nSmontare la trama sottesa ai provvedimenti governativi è un tassello importante di un percorso di lotta che sappiamo non facile, ma necessario, perché chi governa intende colpire ogni tentativo di rendere concreta la possibilità di una radicale trasformazione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nConflitto nel Mediterraneo orientale\r\nLa nuova guerra partita il 7 ottobre scorso con l’attacco di Hamas a villaggi e kibbutz nel sud di Israele, continua con un crescente bilancio di morti, feriti, sfollati nella striscia di Gaza.\r\nDopo tre mesi non si intravvedono spiragli di uscita da una crisi che ha già provocato un’immane tragedia umanitaria a Gaza. \r\nLe recenti uccisioni con attacchi mirati di capi di Hamas ed Hezbollah nel sud del Libano potrebbero condurre ad un’escalation anche in quell’area, dove, è già in corso un conflitto a bassa intensità.\r\nNel frattempo si è scaldato il clima in Yemen con l’attacco angloamericano a città e porti del paese controllato dagli Houti, sciiti e filoiraniani.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nStato di polizia\r\nLe leggi speciali dei fascisti del terzo millennio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà la serata l’avvocato Gianluca Vitale\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 \r\nContatti: \r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[497],{"field":136,"matched_tokens":498,"snippet":494,"value":495},[67],{"best_field_score":475,"best_field_weight":146,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":46,"score":500,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":87},"578730089005449329",6663,{"collection_name":344,"first_q":67,"per_page":294,"q":67},{"title":504,"slug":505},"Bobina","bobina-intelligente",["Reactive",507],{},["Set"],["ShallowReactive",510],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fbeioRPfSuqIwq13PZ_-kveB-jlSP1bQEUE_dK5u_Fl0":-1},true,"/search?query=nordafrica"]