","Dai \"campi nomadi\" alle \"aree transito\": sul razzismo istituzionale in Piemonte","post",1577123696,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/appendino/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/normalita/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[71,72,73,74,75,76,77],"appendino","baraccopoli","normalità","polizia","rom","Sgomberi","via germagnano",{"post_content":79,"tags":83},{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":82},[73],"paese\", il \"buon senso\" la \"\u003Cmark>normalità\u003C/mark> fascista\" di cui poi ci","Dicembre 2019\r\n\r\n\"Norme in materia di regolamentazione del nomadismo e di contrasto all’abusivismo\", questo il titolo del disegno di legge presentato dalla Lega ed approvato dalla Giunta regionale del Piemonte l'8 novembre. Esso mira a rendere illegali i \"campi nomadi\", peraltro voluti e creati alcuni decenni fa dalle stesse istituzioni, ma non certo per migliorare le condizioni di vita delle persone povere etichettate come \"rom\", anzi: è oggi l'era delle \"aree transito\". Si tratta di non-luoghi dove dal 2020, in tutto il Piemonte, le persone che non possono permettersi un tetto sopra la testa potranno rimanere per un massimo di tre mesi, imponendo ed estremizzando un nomadismo forzato di cui già oggi sono oggetto - attraverso sgomberi quotidiani - migliaia di individui e famiglie povere, in realtà stanziali da secoli.\r\n\r\nNomadismo forzato e repressione estrema. Nelle parole dell'assessore leghista Fabrizio Ricca, che si commentano da sé, in questi nuovi campi 3.0 \"la permanenza massima sarà di tre mesi, con impianti di videosorveglianza (...) E chi si fermerà in un campo, non potrà farvi ritorno fino all'anno successivo\". Naturalmente questi nuovi dispositivi di controllo richiederanno documenti in regola e informazioni sul reddito. Così come le targhe, le assicurazioni, le revisioni e la proprietà delle auto. Microchip per gli animali, con vaccinazioni. Ed una smart card per l'accesso: \"si dovranno pagare in anticipo le tariffe stabilite dai singoli Comuni, con la cauzione delle prime due mensilità\".\r\n\r\nEd in attesa del 2020, la Sindaca di Torino si porta avanti, riproponendo ciò che definisce il \"modello MOI\" per i campi cittadini. Lo prevede un protocollo di intesa fra Comune, Regione, Prefettura e Ministero, firmato il 16 dicembre, che porterà entro la fine dell'anno allo sgombero di parte dei campi in via Germagnano e successivamente di Strada dell'Aeroporto. Con il solito, congruente, business economico: sono già stati stanziati 250 mila euro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato dell'Asgi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/vitale-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nNovembre 2019\r\n\r\nAncora ruspe e muri in Via Germagnano, a Torino, dove sorgono da anni/decenni diverse baraccopoli-ghetto, vere e proprie città nella città dove trovano un tetto di fortuna i poveri che un tetto non ce l'hanno e non se lo possono permettere. Poveri e sfruttati nell'economia urbana, etichettati come \"nomadi\", perché la loro presenza stanziale e visibile non è tollerata dai padroni di questa città.\r\n\r\nIn queste ultime settimane le ruspe hanno continuato ad abbattere le case ed un altro muro è stato eretto per costruire un'ennesima frontiera urbana ed occultare alla vista la violenza della guerra di classe che si abbatte e si espande in modo sempre più capillare e pervasivo in questa città. Ma alla distopia capitalista non c'è fine ed i giornali a pieni titoli strillano \"Rivoluzione nei campi nomadi del Piemonte: dal 2020 tutti in regola e con una smart card per poter accedere\". Con la nuova legge contro-rivoluzionaria in chiave preventiva, le baraccopoli, anche quelle volute e costruite proprio dai Comuni piemontesi negli anni Novanta, saranno illegali.\r\n\r\nSiamo statx in via Germagnano per raccogliere una testimonianza sui recenti ed ennesimi sgomberi e sulle sempre più frequenti incursioni sbirresche:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/viagermagnano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nAprile 2019\r\n\r\nRuspe su twitter, manganelli live. Salvini chiama, Appendino risponde. E prima di lei a Torino molti altri meno social, da Chiamparino a Fassino, si sono succeduti nel portare avanti senza sosta una violenta guerra ai poveri \"indecorosi\", \"pericolosi\", cioè tuttx coloro che con sudore e fatica cercano ostinatamente di sopravvivere in una \"società\" urbana governata attraverso sfruttamento razziale e sessuale, repressione, ingiustizia. Dove un tetto sulla testa e un tozzo di pane sono sempre più un lusso per pochi.\r\n\r\nSi sa che ruspe e manganelli contro \"i rom\", i poveri costretti a vivere in baracche, pagano sempre nella campagna elettorale permanente in cui viviamo. E' così che si costruisce \"la pancia del paese\", il \"buon senso\" la \"\u003Cmark>normalità\u003C/mark> fascista\" di cui poi ci si erge a portavoce. E così la Sindaca Appendino si è data da fare fin dall'inizio del suo mandato. Obiettivo: radere al suolo le favelas di Torino. Buttando in strada con l'arroganza dei ricchi centinaia di famiglie ed individui che da anni lottano per esistere in questa città con ingegno e tattiche di resistenza attraverso l'invisibilità. Alcunx a Torino ci sono natx. Bianchi ma non troppo, Europei ma di serie Zeta, deportabili sempre tra il Cpr e un foglio di via, sfruttabili alla bisogna nelle economie sommerse della città, mentre si vorrebbe cacciarli anche dal Balon.\r\n\r\nCosì, dopo lo sgombero manu militari della baraccopoli di corso Tazzoli, che esisteva da almeno 15 anni, dopo quello di via Reiss Romoli, dopo le \"bonifiche\" (termine quanto mai evocativo) in Strada dell'Aeroporto e innumerevoli altri luoghi - gestite tramite dispositivi di più o meno ordinaria amministrazione - la Sindaca di Torino ordina oggi di radere al suolo il \"campo rom\" di Via Germagnano, probabilmente il più grande di Torino da quando il PD sgomberò Lungo Stura Lazio con quel progetto di maquillage della storia chiamato \"La città possibile\".\r\n\r\nI punti ciechi alla base della Democrazia e dello Stato di Diritto si governano con la Polizia. Dopo la distruzione di una parte della baraccopoli a novembre, è di due giorni fa l'abbattimento di tutte le case nella parte iniziale del campo, nel silenzio generale della città. Spaccano i tetti, sfollano i poveri, cancellano le memorie.\r\n\r\nTeniamo alta l'attenzione e la presenza alla baraccopoli di via Germagnano. Solidali e complici con chi vive una vita sotto uno sgombero, abbiamo raccolto le voci di alcunx di loro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/Merged_Mia-r_Merge.mp3\"][/audio]",[84,86,88,91,93,95,97],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[73],"\u003Cmark>normalità\u003C/mark>",{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],{"matched_tokens":96,"snippet":76},[],{"matched_tokens":98,"snippet":77},[],[100,105],{"field":37,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[31],[103],[73],[90],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":81,"value":82},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":112,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":115,"highlight":135,"highlights":152,"text_match":108,"text_match_info":161},{"cat_link":116,"category":117,"comment_count":49,"id":118,"is_sticky":49,"permalink":119,"post_author":52,"post_content":120,"post_date":121,"post_excerpt":55,"post_id":118,"post_modified":122,"post_thumbnail":123,"post_thumbnail_html":124,"post_title":125,"post_type":60,"sort_by_date":126,"tag_links":127,"tags":131},[46],[48],"52771","http://radioblackout.org/2019/02/di-pinkwashing-e-normalita-degli-sgomberi-a-torino/","Partiamo dallo sgombero manu militari dell'Asilo occupato, di cui la giunta pentastellata si è assunta la responsabilità politica, per mettere a fuoco una strategia di governo molto attuale, a Torino come altrove: il pinkwashing. L'occasione è fornita dal recente comunicato dello storico circolo GLBTQ \"Maurice\", che - tirando in ballo Genova 2001 - ha condannato e si è dissociato dalle pratiche di autodifesa ed attacco messe in campo dal corteo contro lo sgombero dell'Asilo e gli arrestati del 9 febbraio, in quanto \"sintomi di un maschile mal vissuto\".\r\n\r\nAlcun* anormal* di Torino hanno criticato questa presa di posizione, attraverso lo scritto Dissociat*, infam* eppur frocie! A proposito di violenza e anormalità dentro il corteo contro lo sgombero dell’Asilo e gli arresti.\r\n\r\nNe parliamo con due di loro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/frocie.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEmblematico rispetto a questa strategia di governo, tramite cui i diritti civili servono a ripulire l’immagine di sfratti, sgomberi, deportazioni e arresti a 5 stelle, è il caso dell'Ex Moi. Giovedì si è concluso il primo grado di giudizio del processo che ha visto imputati 4 occupanti, accusati di aver intralciato il capillare censimento messo in atto dall'équipe ai fini dello sgombero piú imponente degli ultimi anni.\r\n\r\nNe parliamo con Nicolò del Comitato Ex Moi Occupata Rifugiati e Migranti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/moi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Febbraio 2019","2019-02-25 23:51:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"111\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-300x111.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-300x111.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-768x285.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-1024x380.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288.png 1145w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Di pinkwashing e normalità degli sgomberi a Torino",1550924640,[63,128,129,65,130,68],"http://radioblackout.org/tag/asilo-occupato/","http://radioblackout.org/tag/moi/","http://radioblackout.org/tag/pinkwashing/",[71,132,133,73,134,76],"Asilo Occupato","MOI","Pinkwashing",{"post_title":136,"tags":139},{"matched_tokens":137,"snippet":138,"value":138},[73],"Di pinkwashing e \u003Cmark>normalità\u003C/mark> degli sgomberi a Torino",[140,142,144,146,148,150],{"matched_tokens":141,"snippet":71},[],{"matched_tokens":143,"snippet":132},[],{"matched_tokens":145,"snippet":133},[],{"matched_tokens":147,"snippet":90},[73],{"matched_tokens":149,"snippet":134},[],{"matched_tokens":151,"snippet":76},[],[153,158],{"field":37,"indices":154,"matched_tokens":155,"snippets":157},[20],[156],[73],[90],{"field":159,"matched_tokens":160,"snippet":138,"value":138},"post_title",[73],{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":112,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},{"document":163,"highlight":183,"highlights":191,"text_match":196,"text_match_info":197},{"cat_link":164,"category":165,"comment_count":49,"id":166,"is_sticky":49,"permalink":167,"post_author":52,"post_content":168,"post_date":169,"post_excerpt":55,"post_id":166,"post_modified":170,"post_thumbnail":171,"post_thumbnail_html":172,"post_title":173,"post_type":60,"sort_by_date":174,"tag_links":175,"tags":179},[46],[48],"94403","http://radioblackout.org/2024/12/morire-di-lavoro-la-normalita-capitalista/","I 5 morti di Calenzano saltano agli occhi, perché sono tanti tutti insieme, perché, come evidenziammo la scorsa settimana, l’esplosione in un deposito di idrocarburi comporta gravi danni all’ambiente e alla salute degli animali, umani e non, che ci vivono.\r\nMa, purtroppo, siamo appena sopra la normalità. Ogni giorno, nel nostro paese, muoiono 4 lavorator*, in “incidenti” che avrebbero potuto essere evitati, se tutti gli strumenti a tutela della vita fossero stati resi disponibili ed usati. In certi casi i macchinari sono pericolosi perché obsoleti, in altri i dispositivi di sicurezza sono disattivati per andare più veloci.\r\nI controlli nelle aziende sono effettuati su minuscoli campioni. Non solo. Per legge i padroni devono essere avvertiti delle ispezioni!\r\nLe RLS, i lavorator* eletti per vegliare sulla sicurezza, ed i lavorator* stessi sono sottoposti ad enormi pressioni e ricatti da parte dei padroni, perché la produttività e la rapidità sono più importanti della vita di chi, per campare, deve sottoporsi alla schiavitù salariata.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-17-fricche-incidenti-lavoro.mp3\"][/audio]","18 Dicembre 2024","2024-12-18 12:36:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Ge51msPXkAASljY-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"227\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Ge51msPXkAASljY-300x227.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Ge51msPXkAASljY-300x227.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Ge51msPXkAASljY.jpeg 680w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Morire di lavoro. La normalità capitalista",1734525383,[176,177,178],"http://radioblackout.org/tag/lavoro-uccide/","http://radioblackout.org/tag/morti-sul-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/stragi-capitaliste/",[180,181,182],"lavoro uccide","morti sul lavoro","stragi capitaliste",{"post_content":184,"post_title":188},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[73],"purtroppo, siamo appena sopra la \u003Cmark>normalità\u003C/mark>. Ogni giorno, nel nostro paese,","I 5 morti di Calenzano saltano agli occhi, perché sono tanti tutti insieme, perché, come evidenziammo la scorsa settimana, l’esplosione in un deposito di idrocarburi comporta gravi danni all’ambiente e alla salute degli animali, umani e non, che ci vivono.\r\nMa, purtroppo, siamo appena sopra la \u003Cmark>normalità\u003C/mark>. Ogni giorno, nel nostro paese, muoiono 4 lavorator*, in “incidenti” che avrebbero potuto essere evitati, se tutti gli strumenti a tutela della vita fossero stati resi disponibili ed usati. 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La richiesta è di riprendere le lezioni in presenza, potenziando l'istruzione pubblica con più spazi, più docenti non precari e fine delle classi pollaio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/scuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCi siamo poi spostati in quel di Milano, per ascoltare dalla voce di una compagna le pratiche di lotta contro gli sgomberi messe in campo in alcuni quartieri dove si trovano case popolari occupate, tra cui il Corvetto:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/corvetto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn'ascoltatrice rileva in diverse risse in strada o nelle liti tra persone in coda che si moltiplicano a Torino e non solo in questa Fase 2, i germi della guerra civile, intesa come manifestazione di movimenti intestini e di conflitto anomici:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/guerracivile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi dato spazio ad un lungo intervento da Napoli, dove sabato c'è stata una manifestazione di centinaia di disoccupatx, licenziatx e precarx che al grido \"la crisi è vostra, noi non la pagheremo\" si sono presi le strade resistendo alle cariche della polizia in anti-sommossa:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/napoli.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA proposito di repressione, per continuare a lottare al fianco di tutti i/le detenutx e i/le ribellx, questo fine settimana sono stati indetti presidi sotto le mura delle carceri dove si trovano i compagni arrestati per l'operazione \"Ritrovo\", tramite cui la procura sta portando avanti la criminalizzazione dell'opposizione politica e della solidarietà, mentre il 30 maggio è previsto un corteo comunicativo a Bologna:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/bologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine, i dispositivi di distanziamento, farlocchi o impositivi, dai mezzi pubblici, al plexiglass, alle mascherine in fabbrica, fino ai nuovi dispositivi per le città, sono centrali per la ripresa della normalità capitalistica.\r\nQuali sono i dispositivi concretamente utilizzati per irregimentare la ripresa dei flussi, sui mezzi di trasporti, nei luoghi di lavoro, nelle strade?\r\n\r\nGli interventi hanno spaziato dai dispositivi presenti nei luoghi di sfruttamento padronale all'ultima trovata degli \"assistenti civici\" da reclutare tra le file della manodopera di riserva, tanto per reprimere la violazione del distanziamento, quanto per sedare sul nascere qualunque forma di conflittualità possa nascere dalle reti di mutuo soccorso e solidarietà dal basso nate nelle settimane di lockdown:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/distanziamento.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Maggio 2020","2020-05-26 15:12:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/produci-consuma-crepa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"236\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/produci-consuma-crepa-300x236.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/produci-consuma-crepa-300x236.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/produci-consuma-crepa.jpg 522w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema - Microfoni aperti 25/05",1590421232,[215],"http://radioblackout.org/tag/microfoni-aperti/",[32],{"post_content":218,"post_title":222},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[73,73],"non torneremo alla \u003Cmark>normalità\u003C/mark> perché la \u003Cmark>normalità\u003C/mark> era il","“non torneremo alla \u003Cmark>normalità\u003C/mark> perché la \u003Cmark>normalità\u003C/mark> era il problema\": questo slogan ci ha accompagnato durante i mesi di lockdown.\r\nOra, con la riapertura di molte attività commerciali, il ritorno a ritmi di consumo, il rispristino della libera circolazione senza autocertificazione, tutto sembra avviarsi nella direzione della ripresa di quella \u003Cmark>normalità\u003C/mark> capitalistica.\r\n\r\nLunedì 25 maggio, a microfoni aperti, ci siamo confrontatx su alcune domande partendo dalle esperienze di lotta messe in campo nelle ultime settimane:\r\nE’ possibile impedire, sabotare, la ripresa della Fase 2?\r\nCome possiamo continuare a lottare contro lo sfruttamento, l’oppressione, e oggi anche le conseguenze sociali della pandemia?\r\nE quali sono le possibili pratiche da mettere in campo per lottare curandoci della nostra salute e di quella degli altrx?\r\n\r\nIn un primo momento si è parlato dell'ambito scolastico, partendo dalle mobilitazioni che nel fine settimana hanno visto scendere in piazza in 19 città insegnanti, precarx, studentx, genitori e bambinx, al grido \"la scuola a distanza è la scuola d'emergenza\". 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Le immagini trasmesse in prima serata dal TG2 hanno mostrato una realtà che non ha nulla di eccezionale. Per anni dai CIE e dai CARA, uscivano furtivamente riprese sfocate della brutalità della polizia, degli insulti, botte umiliazioni inflitti a immigrati, profughi, richiedenti asilo. Una devastante normalità. I politici hanno fatto la loro parte mostrandosi indignati e pronti a reagire. La commissaria UE Cecilia Maelstrom ha minacciato di far perdere all'Italia il sostegno europeo. Inevitabilmente ci si chiede perché proprio oggi la quotidianità dei CIE e dei CARA irrompe nelle case degli italiani all'ora di cena. Perché ora? Cosa sta cambiando? Bisogna credere a Letta, che sostiene il superamento della Turco-Napolitano-Bossi-Fini? La situzione nei CIE e nei Cara del nostro paese è insostenibile da anni. Due giorni fa un immigrato eritreo, rinchiuso nel CARA di Mineo, un limbo in cui sono ammassati e dimenticati migliaia di richiedenti asilo, si è tolto la vita. Pochi giorni prima al CARA di Bari è nuovamente scoppiata la rivolta. La situazione dei CIE è nota: la metà sono chiusi, gli altri sono in buona parte inagibili. Le continue rivolte degli immigrati hanno demolito, pezzo a pezzo, i centri italiani. Se si osserva con attenzione l'azione concreta del governo, al di là delle dichiarazioni di facciata, la trama sottesa a quelle immagini esposte allo sguardo di tutti, rivelano una realtà ben più cruda dell'agghiacciante metafora concentrazionaria che evocano nell'immediato.\r\n\r\nOggi il governo ha approvato il decreto svuota-carceri, l'ennesimo pannicello caldo sulla piaga purulenta delle carceri italiane.\r\nTra i provvedimenti adottati la possibilità di far scontare agli stranieri gli ultimi due anni di detenzione nei paesi di origine. Un modo brillante - sempre che l'Italia riesca a stipulare accordi soddisfacenti con i paesi d'origine - per ridurre il numero dei detenuti ed espellerli senza passare dal CIE. Una vecchia proposta dellla sinistra perbene, che ora potrebbe trovare applicazione.\r\nSe a questo si aggiunge una politica di accordi bilaterali con i paesi africani per una gestione in loco della reclusione e del controllo, il gioco è fatto. Il governo potrebbe ripulirsi l'immagine, riducendo la detenzione nei CIE e applicando in modo meno restrittivo la direttiva europea sui rimpatri sì da tenere aperte poche strutture. Umane, pulite tranquille. Il lavoro sporco, i corpi violati, la dignità calpestata trasferiti altrove, appaltati ad altri.\r\nNon per caso, il governo Letta, non solo ha confermato il trattato italo-libico che dal 2009 sino alla guerra del 2011 aveva garantito la chiusura della rotta tra i porti libici e la Sicilia, ma lo ha di recente rinforzato.\r\nIl 29 novembre il ministro della difesa Mario Mauro e il suo omologo libico Al-Thinni hanno sottoscritto un accordo per \"rafforzare la cooperazione tra i due Paesi\".\r\nL'intesa, spiega una nota della Difesa, riguarda “l’impiego di mezzi aerei italiani a pilotaggio remoto in missioni a supporto delle autorità libiche per le attività di controllo del confine sud del Paese”. L’altro riguarda l’addestramento di personale libico”. Potrà essere effettuato in Italia o Libia e “migliorando la sicurezza comune contribuirà alla pace e alla stabilità internazionale”.\r\nDroni italiani a guardia della frontiera sud della Libia, militari libici a bordo delle unità navali italiane impegnate nell'operazione \"Mare Nostrum\".\r\nIl fronte delle guerra ai poveri si sposta ma non è meno feroce.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, giornlista e blogger siciliano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nprofughi","18 Dicembre 2013","2013-12-30 12:09:49","Lampedusa. Una devastante normalità",1387390510,[243,244,245,246,247],"http://radioblackout.org/tag/18-dicembre/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/profughi/",[249,250,251,252,27],"18 dicembre","droni","Lampedusa","libia",{"post_content":254,"post_title":258},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[73],"profughi, richiedenti asilo. 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Sono scesi in campo persino fascisti e leghisti, normalmente forcaioli.\r\nNei fatti, il Trattamento Sanitario Obbligatorio, è una pratica molto diffusa. Una pratica che non ha nulla a che fare con la sofferenza psichica, ma è utile a disciplinare comportamenti che, per svariate ragioni, non possono essere sanzionati con gli strumenti messi a disposizione dall’apparato sanzionatorio previsto dal codice penale.\r\nLa prigione psichiatrica è uno strumento cui è molto difficile sottrarsi e lascia solo esigui margini di difesa e chi ci finisce impigliato.\r\nSe un individuo è classificato come pericoloso da un paio di medici, di cui almeno uno deve essere uno psichiatra, poi basta la firma del sindaco ed il gioco è fatto. Se i tuoi atti sono definiti folli non c’è nulla che tu possa dire o fare per evitare il ricovero coatto, la gabbia chimica e, spesso, anche la contenzione fisica. Se sei dichiarato “matto” la tua volontà non conta, la tua parola non ha valore, perché, qualunque sia l’argomentazione, è alienata, senza ragione, malata.\r\nIl TSO si configura come detenzione e tortura extra giudiziaria\r\n\r\nCamicie di forza, letti di contenzione, elettroshock, lobotomia farmaceutica, punture a lento rilascio, isolamento, umiliazioni, ricatti, sequestri, prigionie, torture, violenze e morti…\r\nNonostante in Italia i manicomi siano stati chiusi negli anni Settanta, questa è la realtà vissuta ancora oggi da chi è giudicato dalla nostra società folle, divers*, anormale, e per questo isolat*, punit* e normalizzat*.\r\nRispetto al passato la psichiatria ha inventato centinaia di disturbi e di diagnosi, basati sull’analisi dei comportamenti delle persone, estendendo il suo sguardo medico ad ambiti che prima ne erano esclusi e medicalizzando tutte le fasi della nostra vita, dall’infanzia alla vecchiaia. L’omosessualità dal 1990 non è più considerata una malattia psichiatrica, ma le persone che decidono di fare un percorso di transizione di genere sono considerati affette da “disforia di genere” ed obbligate a sottostare a visite psichiatriche. I bambini vivaci sono trattati da “malati” di “ADHD” ossia Deficit di Attenzione e Iperattività e spenti con terapie farmacologiche.\r\nLa psichiatria ha esteso la sua rete di controllo e i profitti che ne derivano.\r\nPer il resto a cambiare sono stati solo i nomi, in una società più moderna in cui lo psico controllo è ormai esteso nelle scuole, nelle strade, nelle carceri, nei CPR ed è perfettamente integrato a tutte le altre istituzioni di coercizione e controllo presenti nelle nostre moderne smart city.\r\nI manicomi si sono trasformati in repartini (SPDC), CSM, SR, comunità, cliniche, centri diurni.\r\nGli ex manicomi criminali, quelli che più recentemente sono stati chiamati Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sono stati “chiusi” ovvero rimpiccioliti, moltiplicati e capillarmente diffusi sul territorio (REMS).\r\nL’elettroshock continua ad essere fatto, ma si chiama “Terapia Elettro convulsivante” e viene fatto sotto anestesia.\r\nLa lobotomia chirurgica invece è in disuso, poiché sono stati inventati i neurolettici (dal greco neuro “nervoso” e lepsis “blocco”) per cui viene fatta chimicamente, ad esempio con l’Haldol, uno psicofarmaco a lento rilascio somministrato tramite puntura, che veniva anch’esso usato come forma di tortura contro i dissidenti nei gulag russi. Andrea Soldi, l’uomo morto il 5 agosto 2015 sulle panchine di Piazzale Umbria durante un Trattamento Sanitario Obbligatorio, era costretto invece a prenderlo come “cura”, e quando si è rifiutato di farlo, è stato per questo ucciso da vigili e psichiatri. Una volta etichettato come “malato di mente” sei giudicato pericoloso e devi essere curato che tu lo voglia o meno, con medici, metodi e cure che tu non potrai scegliere. E se non sei accondiscendente, se neghi la tua malattia e rifiuti la terapia, se ti ribelli rischi un ricovero coatto, una cattura, una reclusione all’interno dei nostri ospedali, in quei reparti chiusi con le sbarre alle finestre dove qualsiasi cosa subirai è chiamata “cura” e trattamento, dove le sostanze psicoattive sono chiamate “farmaci”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto del Collettivo antipsichiatrico “Antonin Artaud” di Pisa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-11-tso-alberto.mp3\"][/audio]","11 Maggio 2021","2021-05-11 14:59:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO-1024x686.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO-768x514.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/TSO.jpg 1205w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","TSO. 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La richiesta di potersi sposare, il parlare, al singolare, di famiglia comporta l'adeguamento al modello eterosessuale, monogamico, in cui la \"famiglia\" è data dall'unione di due persone con i loro figli.\r\nL'imporsi di questo modello culturale cancella la pluralità degli approcci individuali e collettivi che attraversano il movimento glbt e gli stessi eterosessuali.\r\nQuesta \"voglia di normalità\", questo desiderio di poter celebrare di fronte allo Stato, ai parenti, agli amici un rito di passaggio che dia crisma di \"ufficialità\" ad una relazione tra persone segnala l'impasse nella quale si è bloccato il movimento glbtq e, prima, quello femminista.\r\nPur lasciando a preti e fascisti il definire chi può e chi non può accedere ad un riconoscimento della propria unione, resta, pesante, sul piatto il problema che la libertà di accesso a certi diritti dovrebbe essere separata dall'adesione ad un ideale normativo soffocante.\r\nSe la questione è in primo luogo culturale, solo la valorizzazione della diversità dei percorsi può sciogliere un nodo che rischia di divenire un cappio al collo per tutt*.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Ricke\r\n2013 06 14 ricke matrimoni omosessuali","16 Giugno 2013","2018-10-17 22:59:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/David+LaChapelle+David+LaChapelle+Public+Photo+TikVYQ6EyoRl-200x110.jpg","Una soffocante normalità","podcast",1371401307,[374,375,65],"http://radioblackout.org/tag/famiglia/","http://radioblackout.org/tag/matrimoni-omosessuali/",[377,378,73],"famiglia","matrimoni omosessuali",{"post_content":380,"post_title":384,"tags":387},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[73],"stessi eterosessuali.\r\nQuesta \"voglia di \u003Cmark>normalità\u003C/mark>\", questo desiderio di poter celebrare","Il tema dei matrimoni omosessuali è stato al centro del recente Pride di Torino, che gli organizzatori hanno dedicato al tema della famiglia.\r\nNel Pride subalpino hanno trovato spazio anche altre voci, quelle dei senza famiglia che si sono raccolti intorno allo spezzone \"FAMoLo!\".\r\nQui potete leggere sia il testo dell'appello del FAMoLo!, sia il testo che abbiamo distribuito al Pride.\r\nAnarres ne ha parlato con Ricke, femminista e lesbica, che ha posto l'accento sul problema culturale che le richieste di riconoscimento da parte dello Stato comporta. 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Sappiamo bene che è una strada ancora tutta in salita.\r\nL’auspicio minimo è che i luoghi liberi, dove si sperimentano percorsi di autogestione e relazioni non gerarchiche per la risoluzione dei conflitti come gli ambiti assembleari in cui ci si autorganizza per le lotte politiche e sociali siano esplicitamente antisessisti.\r\nNon sempre va così. Vi proponiamo la riflessione della rete Free(k) Pride sulla street parade contro la legge anti rave: https://www.anarresinfo.org/torino-piu-spazi-liberati-piu-spazi-liberi-da-machismo-e-omolesbobitransatuttofobia/ \r\n\r\nFriuli. In lotta contro i poligoni\r\nIl poligono di Cao Malnisio si trova nel cuore del Friuli. Una delle tante servitù militari imposte sin dal 1945 che rappresentano un cancro ambientale per i luoghi che le subiscono. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","16 Settembre 2021","2021-09-16 11:41:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/sul-filo-2-200x110.jpg","Anarres del 10 settembre. La normalità del precariato. Aborto: libere, senza legge. Femminicidi. Donne afgane: sguardo neocoloniale, imperialismo, femminismo...",1631792496,[],[],{"post_content":448,"post_title":452},{"matched_tokens":449,"snippet":450,"value":451},[73],"mercato braccia e conoscenze. \r\nLa \u003Cmark>normalità\u003C/mark> del precariato è il segno","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Ad Ancona, invece, tirano granate sul popolo insorto a fianco dei bersaglieri che si rifiutano d'essere mandati a Valona.\r\nLa stampa borghese parla di \"moti anarchisti\", ma nonostante il lavoro di agitazione contro il militarismo svolto, sin dai tempi della guerra di Libia, dagli anarchici, dai sindacalisti rivoluzionari dell'USI e dai socialisti \"disfattisti\", la rivolta armata di Ancona - largamente spontanea - sorprende tutti e sarà uno dei momenti di più alta conflittualità del cosiddetto Biennio rosso.\r\nLa repressione statale ad Ancona causa oltre trenta vittime proletarie, ma il governo italiano è costretto a ritirare le truppe dall'Albania.\r\nCe ne ha parlato Marco Rossi, autore, con Luigi Balsamini de “I ribelli dell’Adriatico - L'insurrezione di Valona e la rivolta di Ancona del 1920, appena uscito per i tipi di Zero in Condotta. \r\n\r\nIl tempo sospeso. 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In strada per frocizzare le strade della città, riportando il pride su un piano critico di lotta all’esistente, e in particolare ai sistemi di potere e alle loro gerarchie: il patriarcato, l’etero-cis-sessualità obbligatoria, il capitalismo, il (neo)colonialismo, il fascismo, il machismo, l’abilismo, lo specismo, l’ageismo, la sessuofobia, la religione e molti altri.\r\nSabato 11 luglio – ore 16 – piazza Castello – Liber* e mostr*\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nTutti i giorni\r\nappuntamento No Tav alle 18\r\nai campi sportivi di Giaglione per portare sostegno al presidio permanente dei Mulini di Clarea sotto assedio\r\n\r\nSabato 11 luglio\r\nFree(k) Pride – Frocial Mass\r\nore 16 in piazza Castello\r\n\r\nVenerdì 24 luglio\r\nore 16 presidio\r\nvia Po 16 \r\nRitorno alla normalità? Grandi opere, missioni militari, spesa di guerra, crisi sociale, braccianti-schiavi, repressione, frontiere chiuse ai migranti ma aperte a turisti e merci… come prima, peggio di prima\r\n\r\nWild C.A.T. 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Nel 1954 Richard Matheson aveva scritto \"Io sono leggenda\" pubblicato in Italia come \"I vampiri\" che ebbe tre trasposizioni cinematografiche. Nel 1971 sceneggiò \"Duel\", il film d'esordio di Steven Spielberg, e poi alcuni episodi di \"Ai confini della realtà\". 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2025","2025-06-13 14:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/15maggio-200x110.png","Sorveglianza Spaziale: la città come campo di battaglia.",1747135713,[532],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[23],{"post_content":535},{"matched_tokens":536,"snippet":537,"value":538},[73],"interezza, e che rompere la \u003Cmark>normalità\u003C/mark> dei meccanismi di pacificazione urbana è","Happy Hour. 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