","I convegni che si nutrono di Expo","post",1423154142,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/lambretta/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-gratuito/","http://radioblackout.org/tag/nutrire-multinazionali/",[15,28,32,34],{"post_content":66,"tags":72},{"matched_tokens":67,"snippet":70,"value":71},[68,68,69],"nutrire","multinazionali","Expo: \u003Cmark>nutrire\u003C/mark> il pianeta o \u003Cmark>nutrire\u003C/mark> le \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark>?\" annunciati, tra gli altri, Moni","Nel prossimo fine-settimana si registrano alcuni appuntamenti che cominciano a dare idea di cosa significherà il mondo ai tempi dell'Expo milanese del 2015: quello SìExpo, più pubblicizzato per la presenza annunciata del premier (che in genere all'ultimo minuto si prende spavento e tira il pacco) presso l'Hangar Bicocca, nei fumosi intenti degli organizzatori dovrebbe accentrarsi intorno alal Carta di Milano, un documento con i suggerimenti del mondo della scienza sulla nutrizione e lo sviluppo sostenibile, e non più ai cantieri o alle questioni giudiziarie a essi collegate: infatti si prevede una vacuità assoluta fin dal titolo: \"l'Expo delel idee\".\r\n\r\nL'apuntamento NìExpo si terrà direttameten a Palazzo Marino. Si tratta del convegno \"Expo: \u003Cmark>nutrire\u003C/mark> il pianeta o \u003Cmark>nutrire\u003C/mark> le \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark>?\" annunciati, tra gli altri, Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo.Indignati perché hanno scoperto che le protagoniste assolute saranno le grandi \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark>\". Sono tutti un po' scettici ma si limitano a essere critici e non decisamente contrari al grande evento.\r\n\r\nVenerdì invce si terrà l'appuntamento più serio: al Lambretta si incontrano i precari, gli studenti, quella generazione che dovrebbe negli intenti dei primi due convegni lavorare gratis per l'Expo e ringraziare anche per il cappellino di cui saranno dotati, cadeaux offerto munificamente a ricordo delal loro partecipazione; queste realtà hanno le idee più chiare. Infatti nel documento di indizione dell'assemblea (6 febbraio alle 15 presso il C.S.O.A. Lambretta) si legge: «Expo 2015 sarà una vetrina della nostra società dove da un lato sfruttatori e devastatori si venderanno al pubblico come promotori di modelli di sviluppo sostenibile e dove noi saremo ridotti al solo ruolo di consumatori e spettatori senza la possibilità di prender parola rispetto a qualsiasi decisione o manifestare il nostro dissenso. Sono 18.500 gli studenti volontari che dovrebbero regalare la loro forza-lavoro a Expo2015 e al malaffare che lo gestisce. Ma, oltre al lavoro gratuito, gli studenti di Milano sono costretti a subire un’altra grande offesa: la trasfigurazione che Milano in questi anni sta subendo. Il disegno di chi gestisce la città è chiaro: millantare di voler far diventare Milano una capitale “europea” continuando a perseguire il modello di sviluppo che ci riduce da ormai 7 anni in un austera crisi che sembra non avere via d’uscita, dando centralità quindi al mondo della finanza piuttosto che rivalutare zone degradate o creare spazi di socialità e aggregazione accessibili a tutti. Tutte le piazze e i luoghi di socialità della città vengono pensati in funzione al profitto: i parchi recintati, le strade riempite di telecamere, reprimendo qualsiasi forma di espressione non conforme al modello “lavora, consuma e obbedisci”».\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca:\r\n\r\nnoexpo5feb",[73,75,77,79],{"matched_tokens":74,"snippet":15},[],{"matched_tokens":76,"snippet":28},[],{"matched_tokens":78,"snippet":32},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[68,69],"\u003Cmark>nutrire\u003C/mark> \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark>",[83,89],{"field":35,"indices":84,"matched_tokens":86,"snippets":88},[85],3,[87],[68,69],[81],{"field":90,"matched_tokens":91,"snippet":70,"value":71},"post_content",[68,68,69],1157451471441625000,{"best_field_score":94,"best_field_weight":95,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":96,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":98,"highlight":118,"highlights":124,"text_match":127,"text_match_info":128},{"cat_link":99,"category":100,"comment_count":46,"id":101,"is_sticky":46,"permalink":102,"post_author":49,"post_content":103,"post_date":104,"post_excerpt":52,"post_id":101,"post_modified":105,"post_thumbnail":106,"post_thumbnail_html":107,"post_title":108,"post_type":57,"sort_by_date":109,"tag_links":110,"tags":117},[43],[45],"39416","http://radioblackout.org/2016/12/bologna-il-no-dei-movimenti-sociali-al-progetto-fi-co/","Dopo Expo 2015 che aveva come motto \"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita!\" si torna a parlare di speculazioni sull'industria del cibo che nuovamente passa da bisogno basilare dell'essere umano a parcogiochi destinato al profitto di grandi aziende, multinazionali e sedicenti progetti per una \"nuova economia\" che come cambiamento introducono solo una facciata e una retorica costruita ad hoc grazie a tecniche di greenwashing che portano l'etichetta \"Bio\", \"eco-sostenibile\", \"km-0\" e via discorrendo.\r\nParliamo del progetto Fi.Co. pensato da Oscar Farinetti, la “Fabbrica Italiana Contadina” che dovrebbe costituire a Bologna a partire dal 2017 la nuova Disneyland del cibo costruita sulla falsa riga del modello Coop, Slow Food e Eataly.\r\nProgetto che nasce in una città che ha visto a fine ottobre diversi giorni di violente cariche nei confronti di studenti e attivisti che protestavano nei confronti di una delle mense più care d'Italia e che si erano recati alla mensa con l'intento di praticare l'autoriduzione.\r\nDal lato dei produttori la rete Capi Aperti da tempo denuncia le contraddizioni del modello Slow Food, per non parlare di quanto una città fondata sul modello Eataly può significare sul piano della gentrification dei quartieri, dove la costruzione di vetrine corrisponde quasi sempre ad espulsioni ed esclusioni spacciate per riqualificazione, come segnalato da realtà in lotta per il diritto all'abitare come Social Log o XM24 in territori come la Bolognina.\r\nTutto questo ha dato origine a una contestazione durante lo show in Santa Lucia del 12 dicembre di presentazione del progetto.\r\n\r\nPer approfondire l'argomento abbiamo avuto ai nostri microfoni Michele, redattore di InfoAut \r\nfic_bol","14 Dicembre 2016","2016-12-16 14:55:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/vermifico2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/vermifico2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/vermifico2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/vermifico2-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/vermifico2.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bologna. Il No dei movimenti sociali al progetto Fi.Co",1481717670,[111,112,113,60,114,115,116],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/contestazione/","http://radioblackout.org/tag/eataly/","http://radioblackout.org/tag/farinetti/","http://radioblackout.org/tag/fi-co/","http://radioblackout.org/tag/slowfood/",[22,30,20,15,26,18,24],{"post_content":119},{"matched_tokens":120,"snippet":122,"value":123},[121],"Nutrire","2015 che aveva come motto \"\u003Cmark>Nutrire\u003C/mark> il Pianeta, Energia per la","Dopo Expo 2015 che aveva come motto \"\u003Cmark>Nutrire\u003C/mark> il Pianeta, Energia per la Vita!\" si torna a parlare di speculazioni sull'industria del cibo che nuovamente passa da bisogno basilare dell'essere umano a parcogiochi destinato al profitto di grandi aziende, \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark> e sedicenti progetti per una \"nuova economia\" che come cambiamento introducono solo una facciata e una retorica costruita ad hoc grazie a tecniche di greenwashing che portano l'etichetta \"Bio\", \"eco-sostenibile\", \"km-0\" e via discorrendo.\r\nParliamo del progetto Fi.Co. pensato da Oscar Farinetti, la “Fabbrica Italiana Contadina” che dovrebbe costituire a Bologna a partire dal 2017 la nuova Disneyland del cibo costruita sulla falsa riga del modello Coop, Slow Food e Eataly.\r\nProgetto che nasce in una città che ha visto a fine ottobre diversi giorni di violente cariche nei confronti di studenti e attivisti che protestavano nei confronti di una delle mense più care d'Italia e che si erano recati alla mensa con l'intento di praticare l'autoriduzione.\r\nDal lato dei produttori la rete Capi Aperti da tempo denuncia le contraddizioni del modello Slow Food, per non parlare di quanto una città fondata sul modello Eataly può significare sul piano della gentrification dei quartieri, dove la costruzione di vetrine corrisponde quasi sempre ad espulsioni ed esclusioni spacciate per riqualificazione, come segnalato da realtà in lotta per il diritto all'abitare come Social Log o XM24 in territori come la Bolognina.\r\nTutto questo ha dato origine a una contestazione durante lo show in Santa Lucia del 12 dicembre di presentazione del progetto.\r\n\r\nPer approfondire l'argomento abbiamo avuto ai nostri microfoni Michele, redattore di InfoAut \r\nfic_bol",[125],{"field":90,"matched_tokens":126,"snippet":122,"value":123},[121],1155199671761633300,{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":131,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1112386306048",14,"1155199671761633393",6646,{"collection_name":57,"first_q":34,"per_page":134,"q":34},6,{"facet_counts":136,"found":85,"hits":167,"out_of":260,"page":17,"request_params":261,"search_cutoff":36,"search_time_ms":262},[137,145],{"counts":138,"field_name":143,"sampled":36,"stats":144},[139,141],{"count":14,"highlighted":140,"value":140},"liberation front",{"count":17,"highlighted":142,"value":142},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":146,"field_name":35,"sampled":36,"stats":165},[147,149,151,152,153,155,157,159,161,163],{"count":17,"highlighted":148,"value":148},"expo",{"count":17,"highlighted":150,"value":150},"cibo",{"count":17,"highlighted":20,"value":20},{"count":17,"highlighted":24,"value":24},{"count":17,"highlighted":154,"value":154},"precarietà",{"count":17,"highlighted":156,"value":156},"bioviolenza",{"count":17,"highlighted":158,"value":158},"grandi opere",{"count":17,"highlighted":160,"value":160},"devastazione",{"count":17,"highlighted":162,"value":162},"viale monza 255",{"count":17,"highlighted":164,"value":164},"federazione anarchica milanese",{"total_values":166},18,[168,192,224],{"document":169,"highlight":183,"highlights":188,"text_match":127,"text_match_info":191},{"comment_count":46,"id":170,"is_sticky":46,"permalink":171,"podcastfilter":172,"post_author":173,"post_content":174,"post_date":175,"post_excerpt":52,"post_id":170,"post_modified":176,"post_thumbnail":177,"post_title":178,"post_type":179,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":182},"56637","http://radioblackout.org/podcast/lo-human-technopole-ed-la-genetica-medica/",[140],"liberationfront","Lo Human Technopole è il \"nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita\", ed è da poco nato dalle ceneri di Expo 2015, il grande evento milanese che, attraverso lo slogan \"Nutrire il pianeta, energia per la vita\", ha permesso alle peggiori (e più potenti) multinazionali del pianeta di rifarsi una faccia verde ed etica agli occhi dei suoi numerosi visitatori. Come accade per la maggior parte degli eventi di grande calibro, il carrozzone Expo ha lasciato nella zona del suo insediamento (ora satura di quell'aria triste da lunapark abbandonato) solo edifici vuoti e colate di cemento, con l'eccezione dell'area in cui si erge solitario l'Albero della Vita, il luogo adibito ad ospitare, appunto, lo Human Technopole. Celebrato come il centro di ricerca più all'avanguardia ed internazionale dello stivale per quanto concerne il campo della salute, questo istituto ha in poco tempo preso vita, nominando direttori e ricercatori, e prendendo possesso di un'area di ben 30 000 metri quadri. La nascita, proprio ora, di una punta di diamante nella ricerca contro il cancro, l'invecchiamento e le malattie neuro-degenerative non è una casualità temporale, ma capita proprio in un momento storico in cui l'allarme per il diffondersi di questo tipo di malattie di cui ancora non si conosce cura è sempre più alto. Questa preoccupazione collettiva, anche legittima, invece di andare ad indagare maggiormente alla radice del problema, cioè alle cause dello sviluppo di tali malattie e quindi del sistema che le produce, permette ai camici bianchi e a chi li finanzia di far accettare all'opinione pubblica dei metodi di cura molto invasivi e dal portato fortemente politico che in altri contesti sono stati osteggiati con determinazione. E' questo il caso degli ambiti di ricerca in cui si specializza lo Human Technopole: biotecnologie, genomica, biogenomica e quindi editing genetico sono gli strumenti di cui si dotano questi ricercatori per cercare le soluzioni agli attuali problemi della salute umana, dimostrando ancora una volta che, secondo loro, l'essere umano non è niente più che una macchina composta da pezzi manipolabili ed intercambiabili, specialmente nelle sue parti più cruciali e profonde, ovvero il DNA. Le modificazioni genetiche, con la giustificazione della medicina, abbattono quella barriera di dissenso che si era creata contro gli OGM animali (non umani) e vegetali, ed entrano con tutta la loro prepotenza all'interno dei nostri corpi. \r\n\r\nNon è mai semplice parlare di malattie gravi e della medicina che se ne occupa, a causa del carico emotivo doloroso che si portano dietro, ed ancora più difficile è parlarne da una posizione privilegiata di persone sane, ma ciò non significa che in nome della salute umana ci debba essere un'accettazione acritica verso ogni mezzo di possibile cura. Infatti le ricerche nel campo dell'ingegneria genetica (come molte altre) non si fermano al campo della salute, ma hanno delle ripercussioni irrimediabili ed incontrollabili sulla vita di tutti noi e di chi con noi abita questo pianeta. Accogliere l'editing genetico senza analizzarlo criticamente significa permettere ai tecnici della medicina (che già da tempo attraverso la medicalizzazione estrema e l'accanimento farmaceutico ci hanno spossessato della capacità di gestire la nostra salute, di conoscere il nostro corpo ed interpretare i suoi segnali) di manipolare nel profondo i nostri corpi, decidendo che cosa è sano e che cosa non lo è (la vecchiaia che lo HT asserrisce di voler combattere è una malattia?), inserendo ed eliminando i geni \"scomodi\" portatori di alcune manifestazioni del nostro essere. \r\n\r\nSempre di più si parla di malattie come genetiche, perdendo spesso di vista la realtà che ci circonda, il contesto sociale opprimente e le nocività mortifere con cui conviviamo quotidianamente: questa retorica scagiona il mondo oppressivo e velenoso in cui siamo inseriti dalla sua responsabilità nella nascita di queste malattie. Come dice il testo da cui abbiamo tratto una lettura: \"l’individuo è solo con il suo destino genomico; la sua esistenza sociale non è che un riflesso, o una sanzione. Si obbedisce perché si è sprovvisti dei geni del potere. \" Un giustificazionismo dello stato di cose che non può che tradursi in un'accettazione passiva dell'esistente.\r\n\r\nQueste e molte altre riflessioni sono presenti nell'estratto della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/18-dic.mp3\"][/audio]","19 Dicembre 2019","2019-12-19 21:10:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/httt-200x110.jpg","Lo Human Technopole e la genetica medica","podcast",1576789734,[],[],{"post_content":184},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[121],"milanese che, attraverso lo slogan \"\u003Cmark>Nutrire\u003C/mark> il pianeta, energia per la","Lo Human Technopole è il \"nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita\", ed è da poco nato dalle ceneri di Expo 2015, il grande evento milanese che, attraverso lo slogan \"\u003Cmark>Nutrire\u003C/mark> il pianeta, energia per la vita\", ha permesso alle peggiori (e più potenti) \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark> del pianeta di rifarsi una faccia verde ed etica agli occhi dei suoi numerosi visitatori. 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Ne è scaturita una discussione che ha coinvolto molti ascoltatori che hanno partecipato con numerosi sms, specie sul lavoro gratuito\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 varengo no expo\r\n\r\nDi seguito un pezzo di Massimo uscito questa settimana su Umanità Nova\r\n\r\nExpo 2015, l’evento che si terrà a Milano a partire dal 1° Maggio (un’altra data saccheggiata), incombe da tempo sulle nostre vite. Con un crescendo, che pare senza limiti, l’evento prende forma, ai nostri occhi, sotto forma di convegni, sponsorizzazioni, manifesti, manifestazioni di strada, manchette pubblicitarie, spot televisivi, articoli di stampa, e chi più ne ha, più ne metta. Il bombardamento mediatico è tale da fare apparire l’appuntamento di Milano come irrinunciabile, imperdibile, quasi che i destini dell’alimentazione umana – argomento di per sé, più che nobile, essenziale – dipendessero da una serie di baracconi fieristici messi su in quattro e quattr’otto.\r\n\r\nOccorre allora metterci il naso, capire meglio cosa rappresenta realmente questa esposizione per coglierne il senso e la portata.\r\n\r\nForse non tutti sanno che Expo è una manifestazione promossa da un ente privato,il BIE, un organismo internazionale non governativo che cura dal 1928 l’organizzazione delle cosiddette Esposizioni Universali in varie città del mondo, con cadenza quinquennale . Queste esposizioni devono avere per contratto temi di portata globale, una durata di sei mesi, nessun limite di spazio e la spesa per i padiglioni a carico dei paesi partecipanti. E’ ovvio che la gran parte di tutti gli altri costi sono a carico della spesa pubblica del paese ospitante che deve garantire il buon successo dell’operazione. Come contropartita si presenta l’esposizione come volano per il rilancio dell’economia, del turismo e conseguentemente dell’occupazione.\r\n\r\nLa storia delle Esposizioni Universali inizia nei tempi immediatamente successivi alla rivoluzione industriale e all’affermazione della borghesia manifatturiera come classe dominante. La necessità di costruire momenti pubblici e ridondanti per mostrare al mondo la potenza dello sviluppo delle industrie, dei trasporti e dei commerci favorisce l’istituzione di queste grandi fiere, che , non a caso, prendono vita, prima in forma ridotta, nella Parigi napoleonica e poi a Londra, cuore pulsante dell’industria moderna. Da allora molte cose sono cambiate; la necessità di mostrare al mondo, in un unico grande contenitore, gli sviluppi della tecnica e della scienza, ha lasciato il campo a ben più redditizie fiere di settore, per lo più rivolte strettamente agli operatori del campo; inoltre la nascita e lo sviluppo delle reti telematiche ed informatiche, con la massa di informazioni che, in tempo reale e quotidianamente, vengono messe a disposizione, rendono di fatto vana la riproposizione di una Esposizione Universale se non nella forma di un gigantesco luna park, dove passare una giornata tra cibarie varie, intrattenimenti per l’infanzia, seduzioni turistiche e quant’altro.\r\n\r\nMa lo spettacolo deve andare avanti. La gallina dalle uova d’oro deve continuare la sua produzione. Al limite bisogna ridefinirne i contorni ed i contenuti, magari abbandonando la dimensione prettamente industrialistica e tecnologica che ha caratterizzato i primi eventi ed arrivare a definire nuovi campi di interesse, quali ad esempio il rapporto tra la vita umana e l’ambiente che la sostiene, in un’epoca contrassegnata proprio dalle devastazioni che l’epoca precedente ha provocato.\r\n\r\nIn Corea si è tenuta recentemente un’esposizione dal titolo ‘Costa e oceani che vivono’, a Milano sarà ‘il cibo’ il tema del mega evento, titolo ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Ma come è stato nel passato, si confermerà un’altra volta che, al di là dei temi trattati, sarà l’egemonia dei ceti dominanti, delle multinazionali, a essere santificata e celebrata come unica in grado di garantire il benessere dell’umanità. Così come verrà confermato quanto il carattere di mega evento dato all’iniziativa, si esprime in netta continuità con la politica delle grandi opere che sta infestando, da tempo, il paese Italia. Ed ecco la devastazione del territorio ove si svolgerà Expo 2015: un enorme estensione di terreno agricolo trasformato in edificabile, la costruzione di infrastrutture quali strade, autostrade, sia di collegamento con l’area che in tutta l’area lombarda, la costruzione apposita di una stazione per TAV in prossimità della fiera stessa, la canalizzazione, sia pur parziale, delle acque. Ed insieme a questi frutti avvelenati, tutto il contorno di traffici politico-affaristici dei quali le cronache ci hanno informato sia pure parzialmente.\r\n\r\nMa non è solo l’aspetto meramente materiale che ci può interessare: c’è ben altro. Il mega evento, la grande opera, soprattutto quando deve realizzarsi in tempi certi, è portatrice di una continua modificazione e stravolgimento delle regole del gioco, tali da comportare modelli di comportamento a se stanti. Appalti affidati senza gara, condizioni di lavoro precarie, supersfruttamento, ‘oliatura’ dei meccanismi burocratici, deleghe in bianco, super poteri alla protezione civile, ecc.: quando l’eccezionalità diventa una condizione permanente cresce fortemente il rischio che si pongano le basi per nuove forme autoritarie e gerarchiche. Per non parlare poi della prevedibile militarizzazione del sito e del territorio circostante, con la scusa dell’antagonismo sociale e del terrorismo internazionale, per imporre un modus operandi che vuole limitare libertà di movimento e di espressione, in linea con l’evoluzione oligarchica della democrazia parlamentare, alle prese con una conflittualità crescente a partire dai territori, sempre più in sofferenza in seguito al continuo saccheggio delle risorse e dei beni collettivi.\r\n\r\nIn effetti l’Expo milanese rappresenta un’opportunità, così come politici, imprenditori, sindacalisti e gazzettieri di turno ci stanno ripetendo da tempo. Ma è un’opportunità per ridisegnare i poteri, di arricchimento e di speculazione, di cementificazione e di privatizzazione; non è un’opportunità per i cittadini. Ricordiamoci che l’evento è stato voluto dal centro destra (duo Moratti-Formigoni) e sostenuto dal centro sinistra (Romano Prodi allora al governo) e oggi, in plancia di comando, c’è il centrosinistra di Pisapia con il leghista Bobo Maroni. Tutti insieme appassionatamente per cogliere l’opportunità. E per farlo hanno costituito una società ad hoc, denominata Expo Spa, società per azioni a prevalenza pubblica (con prevalenza di Ministero dell’Economia, Regione e Comune), che dovrà garantire il successo dell’iniziativa, progettando e finanziando tutte le opere necessarie.\r\n\r\nQuindi denaro pubblico a favore di un evento privato. E’ stato calcolato che solo nel periodo 2008-2010 Expo Spa è costata, solo tra costi di gestione e personale, circa 40 milioni di euro. E il grosso doveva ancora arrivare…","6 Marzo 2015","2018-10-17 22:59:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/NOEXPO-200x110.jpg","Expo(sti) alla crisi. 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Ne è scaturita una discussione che ha coinvolto molti ascoltatori che hanno partecipato con numerosi sms, specie sul lavoro gratuito\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 varengo no expo\r\n\r\nDi seguito un pezzo di Massimo uscito questa settimana su Umanità Nova\r\n\r\nExpo 2015, l’evento che si terrà a Milano a partire dal 1° Maggio (un’altra data saccheggiata), incombe da tempo sulle nostre vite. Con un crescendo, che pare senza limiti, l’evento prende forma, ai nostri occhi, sotto forma di convegni, sponsorizzazioni, manifesti, manifestazioni di strada, manchette pubblicitarie, spot televisivi, articoli di stampa, e chi più ne ha, più ne metta. Il bombardamento mediatico è tale da fare apparire l’appuntamento di Milano come irrinunciabile, imperdibile, quasi che i destini dell’alimentazione umana – argomento di per sé, più che nobile, essenziale – dipendessero da una serie di baracconi fieristici messi su in quattro e quattr’otto.\r\n\r\nOccorre allora metterci il naso, capire meglio cosa rappresenta realmente questa esposizione per coglierne il senso e la portata.\r\n\r\nForse non tutti sanno che Expo è una manifestazione promossa da un ente privato,il BIE, un organismo internazionale non governativo che cura dal 1928 l’organizzazione delle cosiddette Esposizioni Universali in varie città del mondo, con cadenza quinquennale . Queste esposizioni devono avere per contratto temi di portata globale, una durata di sei mesi, nessun limite di spazio e la spesa per i padiglioni a carico dei paesi partecipanti. E’ ovvio che la gran parte di tutti gli altri costi sono a carico della spesa pubblica del paese ospitante che deve garantire il buon successo dell’operazione. Come contropartita si presenta l’esposizione come volano per il rilancio dell’economia, del turismo e conseguentemente dell’occupazione.\r\n\r\nLa storia delle Esposizioni Universali inizia nei tempi immediatamente successivi alla rivoluzione industriale e all’affermazione della borghesia manifatturiera come classe dominante. La necessità di costruire momenti pubblici e ridondanti per mostrare al mondo la potenza dello sviluppo delle industrie, dei trasporti e dei commerci favorisce l’istituzione di queste grandi fiere, che , non a caso, prendono vita, prima in forma ridotta, nella Parigi napoleonica e poi a Londra, cuore pulsante dell’industria moderna. Da allora molte cose sono cambiate; la necessità di mostrare al mondo, in un unico grande contenitore, gli sviluppi della tecnica e della scienza, ha lasciato il campo a ben più redditizie fiere di settore, per lo più rivolte strettamente agli operatori del campo; inoltre la nascita e lo sviluppo delle reti telematiche ed informatiche, con la massa di informazioni che, in tempo reale e quotidianamente, vengono messe a disposizione, rendono di fatto vana la riproposizione di una Esposizione Universale se non nella forma di un gigantesco luna park, dove passare una giornata tra cibarie varie, intrattenimenti per l’infanzia, seduzioni turistiche e quant’altro.\r\n\r\nMa lo spettacolo deve andare avanti. La gallina dalle uova d’oro deve continuare la sua produzione. Al limite bisogna ridefinirne i contorni ed i contenuti, magari abbandonando la dimensione prettamente industrialistica e tecnologica che ha caratterizzato i primi eventi ed arrivare a definire nuovi campi di interesse, quali ad esempio il rapporto tra la vita umana e l’ambiente che la sostiene, in un’epoca contrassegnata proprio dalle devastazioni che l’epoca precedente ha provocato.\r\n\r\nIn Corea si è tenuta recentemente un’esposizione dal titolo ‘Costa e oceani che vivono’, a Milano sarà ‘il cibo’ il tema del mega evento, titolo ‘\u003Cmark>Nutrire\u003C/mark> il pianeta, energia per la vita’. Ma come è stato nel passato, si confermerà un’altra volta che, al di là dei temi trattati, sarà l’egemonia dei ceti dominanti, delle \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark>, a essere santificata e celebrata come unica in grado di garantire il benessere dell’umanità. Così come verrà confermato quanto il carattere di mega evento dato all’iniziativa, si esprime in netta continuità con la politica delle grandi opere che sta infestando, da tempo, il paese Italia. Ed ecco la devastazione del territorio ove si svolgerà Expo 2015: un enorme estensione di terreno agricolo trasformato in edificabile, la costruzione di infrastrutture quali strade, autostrade, sia di collegamento con l’area che in tutta l’area lombarda, la costruzione apposita di una stazione per TAV in prossimità della fiera stessa, la canalizzazione, sia pur parziale, delle acque. Ed insieme a questi frutti avvelenati, tutto il contorno di traffici politico-affaristici dei quali le cronache ci hanno informato sia pure parzialmente.\r\n\r\nMa non è solo l’aspetto meramente materiale che ci può interessare: c’è ben altro. Il mega evento, la grande opera, soprattutto quando deve realizzarsi in tempi certi, è portatrice di una continua modificazione e stravolgimento delle regole del gioco, tali da comportare modelli di comportamento a se stanti. Appalti affidati senza gara, condizioni di lavoro precarie, supersfruttamento, ‘oliatura’ dei meccanismi burocratici, deleghe in bianco, super poteri alla protezione civile, ecc.: quando l’eccezionalità diventa una condizione permanente cresce fortemente il rischio che si pongano le basi per nuove forme autoritarie e gerarchiche. Per non parlare poi della prevedibile militarizzazione del sito e del territorio circostante, con la scusa dell’antagonismo sociale e del terrorismo internazionale, per imporre un modus operandi che vuole limitare libertà di movimento e di espressione, in linea con l’evoluzione oligarchica della democrazia parlamentare, alle prese con una conflittualità crescente a partire dai territori, sempre più in sofferenza in seguito al continuo saccheggio delle risorse e dei beni collettivi.\r\n\r\nIn effetti l’Expo milanese rappresenta un’opportunità, così come politici, imprenditori, sindacalisti e gazzettieri di turno ci stanno ripetendo da tempo. Ma è un’opportunità per ridisegnare i poteri, di arricchimento e di speculazione, di cementificazione e di privatizzazione; non è un’opportunità per i cittadini. Ricordiamoci che l’evento è stato voluto dal centro destra (duo Moratti-Formigoni) e sostenuto dal centro sinistra (Romano Prodi allora al governo) e oggi, in plancia di comando, c’è il centrosinistra di Pisapia con il leghista Bobo Maroni. Tutti insieme appassionatamente per cogliere l’opportunità. E per farlo hanno costituito una società ad hoc, denominata Expo Spa, società per azioni a prevalenza pubblica (con prevalenza di Ministero dell’Economia, Regione e Comune), che dovrà garantire il successo dell’iniziativa, progettando e finanziando tutte le opere necessarie.\r\n\r\nQuindi denaro pubblico a favore di un evento privato. E’ stato calcolato che solo nel periodo 2008-2010 Expo Spa è costata, solo tra costi di gestione e personale, circa 40 milioni di euro. 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Connubi, a parer nostro, \"in-sostenibili\".\r\nExpo 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, un colosso di retorica e ipocrisia; grande evento, ennesima opera inutile e devastante, con il valore aggiunto “green”.\r\nDurante alcune trasmissioni, a cavallo fra giugno e luglio, abbiamo dato spazio a molte letture tratte da un validissimo e importante dossier. Nessuna faccia buona, pulita e giusta a EXPO 2015 – Dossier su Slow Food, Coop Italia e Eataly. Un work-in-progress, curato dal collettivo milanese Farro&Fuoco, che offre un'analisi critica e un'operazione verità che ampliano la già triste prospettiva di cosa rappresenti Expo 2015, attraverso approfondimenti in chiave non solo antropocentrica, su tre fra i principali attori che saranno in scena: Slow Food, Eataly e Coop. Già, una chiave di lettura non solo antropocentrica; una chiave che spesso ci si dimentica.\r\nE riportando alcune parole tratte dall'introduzione al dossier, vi proponiamo qui di seguito tre interessanti chiacchierate fatte in diretta con Paolo, Francesca e Marco.\r\n“Non sarà una fiera del capitale a trovare soluzioni a problemi che lo stesso capitale ha provocato. Questi grandi eventi sono precipitati concreti che la specie umana impone all'ambiente e alla vita che in esso trova forma, in una catena di rapporti di potere che via-via scende fino all'ultimo essere vivente che si trova scacciato dal suo habitat”\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/expo1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/expo2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/slowfish-bioviolenza-resistenza-animale.mp3\"][/audio]","13 Luglio 2014","2019-01-31 12:57:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/310114_300DPI-200x110.jpeg","Expo 2015: nessuna faccia buona, pulita e giusta",1405275474,[236,237,238,239,113,240,241,242,243,244,116],"http://radioblackout.org/tag/antispecismo/","http://radioblackout.org/tag/bioviolenza/","http://radioblackout.org/tag/coop/","http://radioblackout.org/tag/devastazione/","http://radioblackout.org/tag/expo/","http://radioblackout.org/tag/grandi-opere/","http://radioblackout.org/tag/greenwashing/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-animale/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-animale/",[246,156,247,160,20,148,158,248,249,250,24],"antispecismo","coop","greenwashing","liberazione animale","resistenza animale",{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[69],"operazioni di “greenwashing” delle diverse \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark> che saranno in vetrina a","Difficile pensar diversamente, nonostante tutti i tentativi che vanno dalle recenti azioni di ricerca di “trasparenza”, smascherando e riciclando l'imprenditore/faccendiere/politico di turno, alle varie e raccapriccianti operazioni di “greenwashing” delle diverse \u003Cmark>multinazionali\u003C/mark> che saranno in vetrina a Milano e che vedranno, in contemporanea, Torino a braccetto in qualità di \"capitale del cibo sostenibile\". 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