","Continua il sogno turco","post",1370959479,[52,53,54,55],"http://radioblackout.org/tag/occupy-gezi-park/","http://radioblackout.org/tag/rivolta/","http://radioblackout.org/tag/scontri/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[26,20,18,15],{"post_content":58,"tags":64},{"matched_tokens":59,"snippet":62,"value":63},[60,61],"Gezi","park","per difendere gli alberi dello \u003Cmark>Gezi\u003C/mark> \u003Cmark>park\u003C/mark>. Secondo i dati del ministero"," Istanbul a ferro e fuoco, invasa dai gas urticanti e lacrimogeni, dai getti dei cannoni ad acqua e dalle pietre, nell'ennesima e violentissima giornata di scontri tra polizia e manifestanti scesi in piazza per difendere gli alberi dello \u003Cmark>Gezi\u003C/mark> \u003Cmark>park\u003C/mark>. Secondo i dati del ministero dell'interno 939 persone sarebbero state arrestate in oltre 90 manifestazioni in tutto il Paese, 79 i feriti. Ma fonti mediche hanno invece parlato di mille persone, di cui almeno quattro hanno perso la vista a causa di candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo e lanciati anche dal cielo, dagli elicotteri alzatisi sulla metropoli turca come in stato di guerra.\r\nDopo una notte e una sera di violenze gli attivisti che protestano contro lo sradicamento di 600 alberi per la costruzione di un centro commerciale e di una moschea sono ancora lì. E' come se l'establishment turco avesse deciso di lasciare per ora gli attivisti al loro parco per colpire piazza Taksim e tutto quello che vi si agita intorno, colpire quella protesta che si è trasformata in una contestazione del governo del premier Recep Tayyip Erdogan e del partito islamico Akp, accusati di portare avanti con autoritarismo e sprezzo il governo del Paese. Quella che lunedì 27 era 'solo' l'indignazione di centinaia di giovani contro la distruzione di uno degli ultimi spazi verdi del cuore di Istanbul è diventata una rivolta di massa contro il sultano Erdogan.\r\n\r\nAbbiamo raggiunto in diretta Luca, di InsuTv, presetne in questi giorni a Istanbul e presente in piazza durante l'attacco della polizia ai manifestanti, per rimuovere le barricate e effettuare arresti.\r\n\r\nLucainsu\r\n\r\nLa mobilitazione di piazza Taksim solleva gioco forza alcune domande importanti. Siamo di fronte a un nuovo passaggio dell’onda lunga primavera araba/occupy? C’entra la crisi globale o si tratta più di una rivolta da “aspettative crescenti” proprie di un ciclo economico espansivo? E cosa ci dice rispetto al futuro prossimo in Europa? Interrogativi che al momento non possono forse essere risolti completamente ma servono a muovere qualche passo oltre il giusto entusiasmo per queste giornate.\r\n\r\nDiamo per scontato in prima battuta che la Turchia ha visto negli ultimi dieci anni di governo Akp (il partito islamista sunnita) tassi di crescita economica notevoli, quasi da Brics, seppure in diminuzione e un impatto fin qui minimo della crisi globale. A maggior ragione deve essere giunta inaspettata la reazione spontanea e generale, ben oltre Istanbul, all’ennesima “grande opera” di gentrificazione del territorio urbano varata con l’ormai consueta arroganza dall’élite politico-affaristica. 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Tutto mischiato, dentro una mobilitazione che come in molti altri casi (Indignados, Occupy...) mette al centro la difesa di luoghi pubblici (o comuni) dall'incipiente loro valorizzazione capitalista. E dalla difesa di qualche albero si fa strada una più serrata e complessiva critica dell'esistente...\r\nAscolta la diretta da Istanbul con Lenzan, del Fronte Popolare Turco:\r\n\r\nlenzan_gezi_Park","4 Giugno 2013","2013-06-10 14:43:49","Continua l'occupazione di Gezi Park",1370353417,[103,104,55],"http://radioblackout.org/tag/gezi-park/","http://radioblackout.org/tag/movimenti/",[24,22,15],{"post_content":107,"post_title":112,"tags":116},{"matched_tokens":108,"snippet":110,"value":111},[109],"Occupy","in molti altri casi (Indignados, \u003Cmark>Occupy\u003C/mark>...) mette al centro la difesa","Dopo giorni di duri scontri e mobilitazioni oceaniche, che si sono estese anche ad altre grandi città della Turchia come Ankara e Smirne, i resistenti di Istanbul hanno rioccupato la piazza da cui furono cacciati, per costruirvi un nuovo centro commerciale.\r\nL'impatto e la radicalità delle manifestazioni hanno scavato talmente in profondità che hanno portato a galla molte contraddizioni latenti nella società turca: il bisogno di norme e costumi più liberi in opposizione all'islamizzazione istituzional-moderata tentata in questi anni dal partito del premier Erdogan in cui si riconoscono le fasce giovanili e le donne accanto all'insostenibilità delle misure liberiste, privatizzanti e speculative del governo in carica.\r\nFrustrazione per una modernità incompiuta e opposizione ad un'altra che significa soprattutto appropriazione della ricchezza da parte di pochi (e soliti noti). 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Come accade per la maggior parte degli eventi di grande calibro, il carrozzone Expo ha lasciato nella zona del suo insediamento (ora satura di quell'aria triste da lunapark abbandonato) solo edifici vuoti e colate di cemento, con l'eccezione dell'area in cui si erge solitario l'Albero della Vita, il luogo adibito ad ospitare, appunto, lo Human Technopole. Celebrato come il centro di ricerca più all'avanguardia ed internazionale dello stivale per quanto concerne il campo della salute, questo istituto ha in poco tempo preso vita, nominando direttori e ricercatori, e prendendo possesso di un'area di ben 30 000 metri quadri. La nascita, proprio ora, di una punta di diamante nella ricerca contro il cancro, l'invecchiamento e le malattie neuro-degenerative non è una casualità temporale, ma capita proprio in un momento storico in cui l'allarme per il diffondersi di questo tipo di malattie di cui ancora non si conosce cura è sempre più alto. Questa preoccupazione collettiva, anche legittima, invece di andare ad indagare maggiormente alla radice del problema, cioè alle cause dello sviluppo di tali malattie e quindi del sistema che le produce, permette ai camici bianchi e a chi li finanzia di far accettare all'opinione pubblica dei metodi di cura molto invasivi e dal portato fortemente politico che in altri contesti sono stati osteggiati con determinazione. E' questo il caso degli ambiti di ricerca in cui si specializza lo Human Technopole: biotecnologie, genomica, biogenomica e quindi editing genetico sono gli strumenti di cui si dotano questi ricercatori per cercare le soluzioni agli attuali problemi della salute umana, dimostrando ancora una volta che, secondo loro, l'essere umano non è niente più che una macchina composta da pezzi manipolabili ed intercambiabili, specialmente nelle sue parti più cruciali e profonde, ovvero il DNA. Le modificazioni genetiche, con la giustificazione della medicina, abbattono quella barriera di dissenso che si era creata contro gli OGM animali (non umani) e vegetali, ed entrano con tutta la loro prepotenza all'interno dei nostri corpi. \r\n\r\nNon è mai semplice parlare di malattie gravi e della medicina che se ne occupa, a causa del carico emotivo doloroso che si portano dietro, ed ancora più difficile è parlarne da una posizione privilegiata di persone sane, ma ciò non significa che in nome della salute umana ci debba essere un'accettazione acritica verso ogni mezzo di possibile cura. Infatti le ricerche nel campo dell'ingegneria genetica (come molte altre) non si fermano al campo della salute, ma hanno delle ripercussioni irrimediabili ed incontrollabili sulla vita di tutti noi e di chi con noi abita questo pianeta. Accogliere l'editing genetico senza analizzarlo criticamente significa permettere ai tecnici della medicina (che già da tempo attraverso la medicalizzazione estrema e l'accanimento farmaceutico ci hanno spossessato della capacità di gestire la nostra salute, di conoscere il nostro corpo ed interpretare i suoi segnali) di manipolare nel profondo i nostri corpi, decidendo che cosa è sano e che cosa non lo è (la vecchiaia che lo HT asserrisce di voler combattere è una malattia?), inserendo ed eliminando i geni \"scomodi\" portatori di alcune manifestazioni del nostro essere. \r\n\r\nSempre di più si parla di malattie come genetiche, perdendo spesso di vista la realtà che ci circonda, il contesto sociale opprimente e le nocività mortifere con cui conviviamo quotidianamente: questa retorica scagiona il mondo oppressivo e velenoso in cui siamo inseriti dalla sua responsabilità nella nascita di queste malattie. Come dice il testo da cui abbiamo tratto una lettura: \"l’individuo è solo con il suo destino genomico; la sua esistenza sociale non è che un riflesso, o una sanzione. Si obbedisce perché si è sprovvisti dei geni del potere. \" Un giustificazionismo dello stato di cose che non può che tradursi in un'accettazione passiva dell'esistente.\r\n\r\nQueste e molte altre riflessioni sono presenti nell'estratto della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/18-dic.mp3\"][/audio]","19 Dicembre 2019","2019-12-19 21:10:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/httt-200x110.jpg","Lo Human Technopole e la genetica medica","podcast",1576789734,[],[],{"post_content":169},{"matched_tokens":170,"snippet":172,"value":173},[171],"occupa","della medicina che se ne \u003Cmark>occupa\u003C/mark>, a causa del carico emotivo","Lo Human Technopole è il \"nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita\", ed è da poco nato dalle ceneri di Expo 2015, il grande evento milanese che, attraverso lo slogan \"Nutrire il pianeta, energia per la vita\", ha permesso alle peggiori (e più potenti) multinazionali del pianeta di rifarsi una faccia verde ed etica agli occhi dei suoi numerosi visitatori. 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