","No space for Bezos: aggiornamenti dalle manifestazioni contro l'oligarca a Venezia","post",1751028692,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/apparato-militare-industriale/","http://radioblackout.org/tag/bezos/","http://radioblackout.org/tag/oligarchi/","http://radioblackout.org/tag/turistificazione/",[67,68,29,69],"apparato militare industriale","Bezos","turistificazione",{"post_content":71,"tags":75},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[29],"in scena: dallo strapotere delle \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark>e globali, poggiate su sistemi di","Ricostruiamo la mobilitazione contro l'occupazione a fini privati di Venezia da parte di Bezos. L'oligarca della logistica aveva individuato Venezia come vetrina e palcoscenico del suo matrimonio con Lauren Sanchez. A partire da questo evento si attivata una costellazione di proteste con l'intento di smascherare quanto sta andando in scena: dallo strapotere delle \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark>e globali, poggiate su sistemi di sfruttamento dei lavoratori e dell'ambiente, la turifisticazione senza limiti della città lagunare e la connivenza e l'ulteriore arricchimento di questi soggetti nell'economia di guerra globale. Nonostante parziali vittorie che hanno ridimensionato l'intrusività dell'evento nella vita della città, le prime manifestazioni e flash mob hanno ricevuto una risposta repressiva che ha visto il fermo per 43 persone nella giornata di giovedì 26 giugno.\r\n\r\nCon Umberto, della coalizione NO space for Bezos facciamo un quadro della mobilitazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/MorionBezos.mp3\"][/audio]\r\n\r\nCon Jorge di Xr Venezia commentiamo l'azione tenutasi in piazza S.Marco nella giornata di giovedì:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/XrNoSpaceForBezos.mp3\"][/audio]",[76,78,80,83],{"matched_tokens":77,"snippet":67},[],{"matched_tokens":79,"snippet":68},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[29],"\u003Cmark>oligarchi\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],[86,91],{"field":36,"indices":87,"matched_tokens":88,"snippets":90},[22],[89],[29],[82],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":73,"value":74},"post_content",[29],578730123365712000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":99,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,1,"578730123365711977",{"document":101,"highlight":125,"highlights":143,"text_match":94,"text_match_info":149},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":48,"id":104,"is_sticky":48,"permalink":105,"post_author":51,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":54,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":109,"post_type":59,"sort_by_date":110,"tag_links":111,"tags":119},[45],[47],"20723","http://radioblackout.org/2014/01/sochi-olimpiadi-a-regime/","Con l'occasione delle olimpiadi invernali che accomunano Torino a Sochi abbiamo pensato di fare una chiacchierata con Massimo Maurizio, ricercatore di Storia e cultura russa all'Università di Torino e soprattutto frequentatore della capitale russa, buon conoscitore delle sue dinamiche e appena ritornato da una immersione nel mondo slavo di cui ci ha portato umori, situazioni, lotte e raassegnazioni; valutazioni su politica interna e geopolitica; impressioni e sapori culturali.\r\n\r\nAscoltate il contributo registrato\r\n\r\n \r\n\r\nmassimo_russia","23 Gennaio 2014","2014-01-27 12:41:23","Sochi, olimpiadi a regime",1390470439,[112,113,64,114,115,116,117,118],"http://radioblackout.org/tag/caucaso/","http://radioblackout.org/tag/dissidenti/","http://radioblackout.org/tag/pussy-riot/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/sochi/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[120,121,29,122,123,15,124,17],"caucaso","dissidenti","pussy riot","putin","sochi",{"tags":126},[127,129,131,133,135,137,139,141],{"matched_tokens":128,"snippet":120},[],{"matched_tokens":130,"snippet":121},[],{"matched_tokens":132,"snippet":82},[29],{"matched_tokens":134,"snippet":122},[],{"matched_tokens":136,"snippet":123},[],{"matched_tokens":138,"snippet":15},[],{"matched_tokens":140,"snippet":124},[],{"matched_tokens":142,"snippet":17},[],[144],{"field":36,"indices":145,"matched_tokens":146,"snippets":148},[22],[147],[29],[82],{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":99,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":151,"highlight":170,"highlights":175,"text_match":179,"text_match_info":180},{"cat_link":152,"category":153,"comment_count":48,"id":154,"is_sticky":48,"permalink":155,"post_author":51,"post_content":156,"post_date":157,"post_excerpt":54,"post_id":154,"post_modified":158,"post_thumbnail":159,"post_thumbnail_html":160,"post_title":161,"post_type":59,"sort_by_date":162,"tag_links":163,"tags":167},[45],[47],"94253","http://radioblackout.org/2024/12/georgia-rivolte-contro-il-governo-gli-oligarchi-e-linfluenza-russa/","Da ormai due settimane la Georgia e in particolare la capitale Tbilisi sono teatro di durissimi scontri di piazza tra la polizia e le enormi manifestazioni contro il governo di Irakli Kobakhidze e del partito Sogno Georgiano, conservatore e guidato dall'oligarchia del paese (basti pensare che il presidente del partito è l'uomo più ricco della Georgia). A partire dall'estate, infatti, Sogno Georgiano ha introdotto una serie di misure volte, secondo le dichiarazioni governative, a \"limitare l'influenza occidentale ed europea sulla Georgia\". Oltre a numerose leggi che attaccano i diritti LGBTQ, una norma particolarmente contestata dai georgiani ha imposto la registrazione di qualsiasi organizzazione finanziata da fondi non-georgiani sotto la categoria di \"agente di influenza straniera\" - mirando in particolare a quelle finanziate da fondi provenienti da paesi UE o dagli Stati Uniti. Pochi giorni fa, infine, il presidente Kobakhidze ha sospeso unilateralmente il processo di adesione della Georgia all'Unione Europea, nell'evidente tentativo di spostare la Georgia verso l'orbita di influenza russa. La decisione di Kobakhidze è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso scatenando un'ondata di proteste a cui partecipano da ormai due settimane decine di migliaia di cittadini di diversa età, estrazione sociale e di differenti opinioni politiche. Le manifestazioni represse con estrema violenza dal governo, non sembrano per ora cedere di fronte agli arresti ed ai pestaggi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sabato Angieri, corrispondente del manifesto a Tbilisi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/SabatoAngieri.mp3\"][/audio]","13 Dicembre 2024","2024-12-13 17:49:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Georgia-protests-bill.jpg 1199w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","GEORGIA: RIVOLTE CONTRO IL GOVERNO, GLI OLIGARCHI E L'INFLUENZA RUSSA",1734112147,[164,165,116,166],"http://radioblackout.org/tag/georgia/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/",[168,27,15,169],"#georgia","Unione Europea",{"post_title":171},{"matched_tokens":172,"snippet":174,"value":174},[173],"OLIGARCHI","GEORGIA: RIVOLTE CONTRO IL GOVERNO, GLI \u003Cmark>OLIGARCHI\u003C/mark> E L'INFLUENZA RUSSA",[176],{"field":177,"matched_tokens":178,"snippet":174,"value":174},"post_title",[173],578730123365187700,{"best_field_score":181,"best_field_weight":182,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":183,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":185,"highlight":204,"highlights":212,"text_match":179,"text_match_info":217},{"cat_link":186,"category":187,"comment_count":48,"id":188,"is_sticky":48,"permalink":189,"post_author":51,"post_content":190,"post_date":191,"post_excerpt":54,"post_id":188,"post_modified":192,"post_thumbnail":193,"post_thumbnail_html":194,"post_title":195,"post_type":59,"sort_by_date":196,"tag_links":197,"tags":201},[45],[47],"25816","http://radioblackout.org/2014/10/voto-ucraino-vincono-gli-oligarchi-di-maidan/","Il risultato delle elezioni svoltesi in Ucraina nel week-end hanno confermato un esito da molti punti di vista scontato, con qualche sorpresa. Stravincono le formazioni partitiche filo-occidentali o file-europee, più correttamente dovremmo dire, quei partiti che si sono imposti all'opinione pubblica della parte occidentale del paese dopo i giorni burrascosi di Euro-Maidan e del conflitto nelle regioni dell'est auto-proclamatessi \"repubbliche popolari\". Qui l'astensionismo è stato molto alto e sono state segnalate intimidazioni.\r\n\r\nDue i partiti che si dovranno contendere la formazione di un nuovo governo, probabilmente cogestendo la nuova sovranità politica del paese: il Blocco Petro Poroshenko, guidato da Yuri Lutsenko, ha ottenuto il 23,1% dei voti superando di poco il Fronte Popolare del premier uscente Arseny Yatseniuk, che si ferma al 21,2%. Difficile dire quali siano le reali differenze tra le due formazioni.\r\n\r\nUn risultato che secondo Matteo Zola di East Journal, mostra il compiuto passaggio di potere da un’oligarchia all’altra, da quelle filo-russe del Partito delle Regioni di Yanukovich alle nuove oligarchie sorte dopo le proteste di Maidan. Scarsi risultati per l'ex Partito Comunista, praticamente illegalizzato e lo spauracchio di estrema destra Svoboda: nessunod ei due sembra per ora superare lo sbarramento del 5 %. Più interessante, ma ancora tutta da verificare, la possibilità che il voto non si sia consumato totalmente lungo le linee dell'appartenenza etnica.\r\n\r\nAscolta l'intervista\r\n\r\nmatteozola_elelz_ucraina","28 Ottobre 2014","2014-11-03 23:18:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/thumb.php_-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"138\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/thumb.php_-300x138.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/thumb.php_-300x138.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/thumb.php_.jpeg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Voto ucraino: vincono gli oligarchi di Maidan",1414503567,[198,199,200,116,118],"http://radioblackout.org/tag/donetsk/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/maidan/",[23,202,203,15,17],"elezioni","Maidan",{"post_content":205,"post_title":209},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[29],"Regioni di Yanukovich alle nuove \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark>e sorte dopo le proteste di","Il risultato delle elezioni svoltesi in Ucraina nel week-end hanno confermato un esito da molti punti di vista scontato, con qualche sorpresa. 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Come potete ascoltare nella diretta, le pensioni in Albania si attestano intorno ai 50 euro al mese, gli stipendi si aggirano intorno ai 250 euro, a fronte di un costo della vita in costante aumento. Da giovedì, migliaia di albanesi hanno iniziato a protestare. Centinaia di persone si sono riunite a Tirana, la capitale, e in altre città, bloccando le strade e manifestando contro il carovita, la speculazione degli oligarchi sul conflitto russo-ucraino, la mancanza di servizi e la mancanza di prospettive di uno stipendio dignitoso. Numerosi sono stati i fermi e gli arresti, ma la protesta per ora non si ferma, e, anzi, attende che la componente studentesca si unisca.\r\nAscolta e scarica la diretta:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/albaniaproteste.mp3\"][/audio]","14 Marzo 2022","2022-03-14 19:49:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maxresdefault.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Proteste in Albania",1647287351,[273,274,275,165,276,277],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/carovita/","http://radioblackout.org/tag/inflazione/","http://radioblackout.org/tag/speculazioni/","http://radioblackout.org/tag/tirana/",[279,280,281,27,282,283],"albania","carovita","inflazione","speculazioni","tirana",{"post_content":285},{"matched_tokens":286,"snippet":287,"value":288},[29],"il carovita, la speculazione degli \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> sul conflitto russo-ucraino, la mancanza","Nell'ultima settimana, i prezzi del carburante in Albania sono aumentati del 50% e ci sono stati rincari a pioggia su tutti i beni di consumo. 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Le operazioni di voto ,alquanto complesse considerando la demografia e le distanze, sono iniziate il 19 aprile per il rinnovo della Lok Sabha (Camera del popolo) che è la camera bassa del parlamento indiano che, insieme alla camera alta , il Rajya Sabha , compone l’organo legislativo indiano. Di fronte la coalizione della Alleanza Democratica Nazionale guidata dal BJP ,il partito al potere espressione del nazionalismo hindu guidato da Narendra Modi al potere da quasi 10 anni, e il partito del Congresso guidato dall'ennesimo discendente della dinastia politica dei Ghandi, Rahul.\r\n\r\nModi durante il suo governo ha implementato una politica di comunitarizzazione del paese emarginando la minoranza islamica (il 15% della popolazione quasi 200 milioni di persone ) e rinfocolando il nazionalismo hindu con atteggiamenti e dichiarazioni anche in campagna elettorali estremamente divisive e discriminatorie verso i musulmani definiti \"gli intrusi \". La modifica della legge sulla cittadinanza, l'abrogazione dell'articolo della costituzione che riconosceva l'autonomia del Kashmir con la conseguente repressione delle proteste hanno confermato la volontà di Modi di affemare come unica identità indiana quella hindu. Sul piano economica nonostante la crescita del PIl indiano permangono disuguaglianze enormi con la minoranza del 1% della popolazione che possiede il 40 % della ricchezza ,la gran parte dei lavoratori indiani è impiegato nel settore informale senza diritti e con bassi salari ,le riforme in agricoltrura hanno colpito i piccoli produttori sempre piu' impoveriti. Questi temi non hanno alcun riflesso sulla campagna elettorale del BJP che alimenta solo le pulsioni identitarie anti musulmane che evidentemente pagano di più dal punto di vista elettorale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-INDIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro ,giornalista freelance conoscitore del Caucaso, parliamo dell situazione in Georgia dove continuano le proteste contro la legge che prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». Indubbiamente questa legge taglierebbe le gambe a tutta una serie di attività anche di natuta culturale che coinvolgono una scena artistica e musicale estremamente vivace nella capitale georgiana ,ma al comtempo anche ad alcuni enti come USAID ,agenzia governativa statunitense spesso al centro di manovre di \"regime change\" nello spazio post-sovietico. La legge è definita legge russa ed è difesa dal partito al governo \"sogno georgiano\" che fa riferimento all'oligarca Bidzina Ivanishivili ,dominus del partito che si è arricchito a dismisura in Russia ai tempi di Eltsin. Le manifestazioni esprimono anche il genuino desiderio delle nuove generazioni per una diversa prospettiva di vita futura ,ma la presenza di cartelli scritti in inglese e le bandiere europee e americane sventolate in piazza ,l'ingerenza palese delle cancellerie euro atlantiche , fanno presupporre un tentativo di rafforzamento in funzione filo europeista dell'area caucasica strumentalizzando le proteste contro la legge e il sentimento antirusso dopo l'invasione del 2008 dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud da parte di Mosca .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","18 Maggio 2024","2024-05-18 14:16:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/05/2024-ELEZIONI IN INDIA ,MODI ATTIZZA IL FUOCO DEL NAZIONALISMO HINDU-GEORGIA RIFLESSI CAUCASICI TRA OLIGARCHI MILIARDARI, ASPIRAZIONI DELLE NUOVE GENERAZIONI E INGERENZE EURO ATLANTICHE.","podcast",1716041796,[349],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[312],{"post_title":352},{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":354},[173],"BASTIONI DI ORIONE 16/05/2024-ELEZIONI IN INDIA ,MODI ATTIZZA IL FUOCO DEL NAZIONALISMO HINDU-GEORGIA RIFLESSI CAUCASICI TRA \u003Cmark>OLIGARCHI\u003C/mark> MILIARDARI, ASPIRAZIONI DELLE NUOVE GENERAZIONI E INGERENZE EURO ATLANTICHE.",[356],{"field":177,"matched_tokens":357,"snippet":354,"value":354},[173],{"best_field_score":181,"best_field_weight":182,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":183,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":360,"highlight":372,"highlights":377,"text_match":179,"text_match_info":380},{"comment_count":48,"id":361,"is_sticky":48,"permalink":362,"podcastfilter":363,"post_author":340,"post_content":364,"post_date":365,"post_excerpt":54,"post_id":361,"post_modified":366,"post_thumbnail":367,"post_title":368,"post_type":346,"sort_by_date":369,"tag_links":370,"tags":371},"80246","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-16-02-2023-honduras-esercito-ed-oligarchi-detengono-ancora-il-potere-la-sinistra-vince-le-elezioni-ma-usa-gli-stessi-metodi-di-bukele-nella-guerra-alle-pandillas-yekatit-12-l/",[302]," \r\n\r\nBastioni di Orione racconta della situazione in Honduras con Andrea Cegna redattore di Radio Onda d'urto rientrato da un recente viaggio nel paese ,dove continuano ad imperversare miseria e violenza ,frutti avvelenati delle politiche imperiali nordamericani che hanno imposto gli interessi delle multinazionali e sfruttato la posizione strategica dell'Honduras nella guerra controinsurrezionale che negli anni'80 l'amministrazione Reagan ha combattutto contro i sandinisti . Nonostante la vittoria elettorale del novembre 2021 del fronte di sinistra \"Libre \"e l'elezione a presidente di Xiomara Castro ,il potere reale è ancora in mano all'esercito e ai latifondisti ,la violenza delle pandillas scuote profondamente la società hondurena e l'unico rimedio che riesce a trovare il governo è aumentare la repressione . Le associazioni dei popoli Garifuna e Lenca continuano la loro battaglia per la difesa del territorio aggredito dagli appettiti delle multinazionali, e richiedono l'apertura di un dialogo con un governo ritenuto amico .Per combattere le bande criminali Xiomara Castro ha adottato il modello del presidente autocrate del Salvador ,Bukele ,inasprendo la repressione sopratutto in alcuni quartieri della capitale mentre continua il flusso migratorio dei cittadini dell'Honduras verso gli Stati Uniti .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-HONDURAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Silvano Falocco della rete Yekatit 12 parliamo del \"giorno dei martiri\" che ricorda il massacro compiuto dagli italiani ad Addis Abeba il 19/02/1937 , in seguito ad un attentato purtroppo fallito contro il vicerè d'Etiopia ,il massacratore Rodolfo Graziani ,si scatenò un immane rappresaglia cui presero parte camicie nere,operai ,impiegati coloniali italiani contro gli etiopi ,nel giro di tre giorni ne furono massacrati quasi 30000 ,ci furono centinaia di prigionieri e di deportati nei campi di concentramento di Danane e Nocra .\r\n\r\nIn seguito le bande fasciste al comando del generale Pietro Maletti su ordine di Graziani massacrarono quasi 2000 persone appartenenti alla comunità monastica del villaggio conventuale di Debra Libanos dove gli italiani sospettavano si fossero rifugiati gli attentatori.\r\n\r\nAnni di sottovalutazione e di copevole oblio hanno alimentato il mito degli \" italiani brava gente \",ora a distanza di 86 anni si tenta di fare una riflessione collettiva sulla memoria del colonialismo italiano in occasione del 19 febbraio con una serie d'iniziative che si terranno in questa settimana a Roma animate dalla rete Yekatit 12 ,incentrate anche sulla questione della odonomastica stradale poiche' ancora troppe strade sono intitolate a personaggi e luoghi legati al colonialisno in maniera colpevolmente acritica .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nLink della puntata dedicata allla ricostruzione del massacro di Addis Abeba andata in onda su Radio blackout il 16 febbraio di due anni fa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/yekatit-12-19-febbraio-1937-strage-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-GIORNO-DEI-MARTIRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Murat Cinar giornalista turco spesso ospite della nostra trasmissione ,parliamo delle conseguenze del disastroso terremoto che ha sconvolto la Turchia ,le ricadute sulla credibilità di Erdogan ,i riflessi sulle prossime elezioni di maggio,il tentativo da parte di Erdogan di creare dei capri espiatori per distogliere l'attenzione dalle gravi responsabilità della sua politica che ha favorito speculatori e palazzinari ,le conseguenze del sisma sugli scenari geopolitici della regione e le relazioni fra la Siria ,la Turchia e la Russia, il fronte dei rifugiati siriani sulla cui pelle Erdogan gioca una losca partita .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Febbraio 2023","2023-02-19 23:27:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/02/2023-HONDURAS : ESERCITO ED OLIGARCHI DETENGONO ANCORA IL POTERE , LA SINISTRA VINCE LE ELEZIONI MA USA GLI STESSI METODI DI BUKELE NELLA GUERRA ALLE PANDILLAS - YEKATIT 12 ,LA STRAGE DEL 19 FEBBRAIO DEL 1937 AD ADDIS ABEBA CRIMINE DEL COLONIALISMO ITALIANO CHE QUALCUNO SI OSTINA A RICORDARE NONOSTANTE LA RIMOZIONE COLLETTIVA-TURCHIA DOPO IL TERREMOTO ERDOGAN ALLA CACCIA DI CAPRI ESPIATORI PER AGGRAPPARSI ANCORA AL POTERE.",1676848383,[349],[312],{"post_title":373},{"matched_tokens":374,"snippet":375,"value":376},[173],"DI ORIONE 16/02/2023-HONDURAS : ESERCITO ED \u003Cmark>OLIGARCHI\u003C/mark> DETENGONO ANCORA IL POTERE , LA","BASTIONI DI ORIONE 16/02/2023-HONDURAS : ESERCITO ED \u003Cmark>OLIGARCHI\u003C/mark> DETENGONO ANCORA IL POTERE , LA SINISTRA VINCE LE ELEZIONI MA USA GLI STESSI METODI DI BUKELE NELLA GUERRA ALLE PANDILLAS - YEKATIT 12 ,LA STRAGE DEL 19 FEBBRAIO DEL 1937 AD ADDIS ABEBA CRIMINE DEL COLONIALISMO ITALIANO CHE QUALCUNO SI OSTINA A RICORDARE NONOSTANTE LA RIMOZIONE COLLETTIVA-TURCHIA DOPO IL TERREMOTO ERDOGAN ALLA CACCIA DI CAPRI ESPIATORI PER AGGRAPPARSI ANCORA AL POTERE.",[378],{"field":177,"matched_tokens":379,"snippet":375,"value":376},[173],{"best_field_score":181,"best_field_weight":182,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":183,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":382,"highlight":393,"highlights":398,"text_match":179,"text_match_info":401},{"comment_count":48,"id":383,"is_sticky":48,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":51,"post_content":386,"post_date":387,"post_excerpt":54,"post_id":383,"post_modified":388,"post_thumbnail":367,"post_title":389,"post_type":346,"sort_by_date":390,"tag_links":391,"tags":392},"98317","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-15-05-2025-fine-della-lotta-armata-del-pkk-in-turchia-e-subbuglio-mediorientale-la-cina-delleconomia-tra-dazi-e-guerre-altrui-2/",[302],"<em>Questa settimana la fine della lotta armata iniziata dal Pkk nel 1978 è la notizia che ci è sembrata epocale, per quanto sia passata senza troppi approfondimenti dai commentatori mainstream (e forse proprio per questo e per la loro incapacità di identificarla come centrale nel momento di rivolgimenti di un Sudovest asiatico in subbuglio). La Turchia si propone come protagonista nel costante scontro tra potenze locali mediorientali e dunque la trasformazione della lotta armata in richiesta di confederalismo democratico laico e socialista ci ha spinto a chiedere a <strong>Murat Cinar</strong> un'analisi molto problematica e ne è scaturita una sorta di autocoscienza sulle potenzialità di questa scelta, che per Murat era inevitabile e giunge nel momento migliore. Una idea che <strong>Alberto Negri</strong> nega nella sua visione del quadro della regione che compone arrivando alla centralità del dinamismo di Erdoğan a partire dal nuovo abisso di contrasti che attraversano la Tripolitania.\r\nLa puntata trova compimento con uno sguardo gettato insieme a <strong>Sabrina Moles</strong> sulle sfide che aspettano l'economia cinese di fronte ai dazi del nemico americano e alle guerre dell'amico russo.</em>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n<em>La lotta armata del Pkk ha \"esaurito\" i suoi compiti e consegna le armi</em>, da non sconfitto, proponendosi come forza politica con l’intento di aggiornare il concetto di confederalismo democratico in salsa turca. <strong>Murat Cinar</strong> ci guida nella fluida situazione geopolitica del Sudovest asiatico che vede grandi differenze tra i quattro stati che amministrano il territorio abitato da popolazioni di lingua curda; così, semmai sia esistito, il nazionalismo curdo viene superato e nelle indicazioni di Ocalan dall’isolamento di Imrali leggono il momento come propizio per riproporre unilateralmente a un regime autoritario di cessare il fuoco che in 45 anni ha registrato decine di migliaia di morti, ulteriore motivo per resistenze da parte dei parenti delle vittime, potenziale bacino di consensi per i partiti di ultradestra non alleati dell’Akp.\r\nQuindi la critica alla obsolescenza del modello della lotta armata otto-novecentesca, che punta sullo stato-nazione, è una scommessa ma, ci dice Murat, forse non ci sono alternative alla svolta disarmata per avanzare nuove richieste a una repubblica ora retta da una cricca di oligarchi autocratici senza contrappesi democratici riconducibili a una nuova lotta per una Turchia laica, indipendente e socialista: ora il Pkk si rivolge all’intera società turca in un momento di forti tensioni interne, puntando alla trasformazione culturale della Turchia.\r\nMurat adduce motivi di vario genere per dimostrare che recedere dalla lotta armata in questo momento può produrre risultati maggiori di quanto si sia conseguito finora, sia cercando modelli di guerriglie andate al negoziato negli ultimi decenni ai quattro angoli del pianeta, sia sviluppando l’analisi sincronica su un presente attraversato da alleanze variabili e guerre di ogni tipo. Erdogan è indebolito in patria ma ha un attivismo in politica internazionale che sta ripagando nella considerazione dei risultati geopolitici in un momento di riposizionamento e di grande caos.\r\nOvviamente questo panorama vede un percorso diverso per i curdi siriani: in Rojava le dinamiche sono diverse e ci sono protagonisti internazionali diretti (americani, Idf nel Golan, l’influenza dei curdi di Barzani…) che dipingono un quadro diverso per cui le organizzazioni sorelle tra curdi operano strategie diverse. E lo stesso avviene in Iran dove l’organizzazione curda ha rinunciato da tempo alla creazione di uno stato indipendente.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/51Su0lG6XrzCMs80p3Oaof?si=hpkV_FFCRIKFWmosuaTX1g\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/pkk-rondò-à-la-turk.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast precedenti relativi al neottomanesimo si trovano <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/le-guerre-ottomane-del-nuovo-millennio--4610767\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n \r\n\r\n«Regolamenti di conti mortali e scontri tra le fazioni in Tripolitania, avanzata delle truppe del generale Khalifa Haftar da Bengasi alla Sirte: la Libia sfugge a ogni controllo e soprattutto a quello del governo di Giorgia Meloni», così scriveva il 15 maggio <strong>Alberto Negri</strong> per “il manifesto” e da qui comincia il lungo excursus che illustra la situazione della regione Mena, a partire dalla Libia, dove le milizie tornano a scontrarsi in Tripolitania, vedendo soccombere i tagliagole sostenuti dalla Fortress Europe, a cominciare dal governo Meloni che ha coccolato al-Masri, il massacratore ricercato internazionalmente. Ora Haftar, il rais su cui punta dall’inizio la Russia in Cirenaica, è alleato anche della Turchia, dunque si assiste a un nuovo tentativo di rivolgimento del potere tripolino ormai al lumicino.\r\nMa questa situazione regolata dalla Turchia nell’Occidente libico nell’analisi di Alberto Negri si può anche vedere come uno dei 50 fronti dell’attivismo internazionale turco, fluido e adattabile alla condizione geopolitica, che vede Dbeibah – l’interlocutore dell’Europa per contenere e torturare le persone in movimento – sostenuto solo dalle milizie di Misurata nella girandola di alleanze e rivalità tripoline. La Turchia rimane al centro delle strategie che passano dal Mediterraneo in equilibrio anche con i sauditi e avendo imposto il vincitore di Assad in Siria, quell’Al-Jolani a cui Trump ha stretto la mano nonostante i 10 milioni di taglia; intanto all’interno si assiste alla svolta di Ocalan che – inopinatamente secondo Alberto Negri in un momento in cui l’area sta esplodendo e sono in corso mutamenti epocali – cede le armi e propone un percorso pacifico alla trasformazione della repubblica. In attesa di assistere e posizionarsi nella trattativa iraniana, con Teheran indebolita dalla escalation israeliana.\r\nE qui si giunge al centro del discorso mediorientale, perché da qualunque punto lo si rigiri <em>l’intento di Netanyahu di annettersi la Cisgiordania a cominciare dal genocidio gazawi sarà il punto di ricompattamento con l’amministrazione Trump</em>, in questi giorni invece impegnata a contenere il famelico criminale di Cesarea.\r\nSullo sfondo di tutto ciò Alberto si inalbera per il ruolo inesistente dell’Europa, se non per l’istinto neocoloniale di Macron, che non riesce comunque a conferire uno spessore da soggetti politici agli europei, in particolare per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, mai preso in considerazione dalla nomenklatura germano-balcanica che regola la politica comunitaria, totalmente disinteressata alle coste meridionali, se non per il contenimento dei migranti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ogni-rais-persegue-una-sua-visione-del-medioriente-tranne-gli-europei--66134433\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Il-garbuglio-mediorientale-incomprensibile-per-gli-europei.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi alla questione mediorientale <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/israele-compra-a-saldo-paesi-arabi--4645793\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a> potete trovare quelli che riconducono all'espansionismo sionista i conflitti in corso\r\n\r\n \r\n\r\n<hr />\r\n\r\nDopo una prima maratona negoziale durata due giorni ,Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo sulla sospensione per 90 giorni dei dazi reciproci che in pochi giorni avevano difatto bloccato gli scambi fra i due paesi. Nel dettaglio, gli Stati Uniti hanno annullato il 91% delle tariffe aggiuntive imposte alla Cina, sospeso il 24% dei “dazi reciproci” e mantenuto il restante 10%. Rimangono ancora in atto le misure su veicoli elettrici, acciaio e alluminio ,è un primo passo verso la creazione di un meccanismo di consultazione che regoli le relazioni commerciali e di fatto uno stop al processo di \"decoupling\" ,disaccopiamento ,fra le due economie che la nuova amministrazione americana non sembra gradire. Secondo varie fonti, negli ultimi giorni sono riprese le forniture di Boeing, che Pechino aveva interrotto in risposta ai dazi. Ma le restrizioni sui materiali critici ufficialmente sono ancora lì. Anche se sono state emesse le prime licenze per l’export di alcune terre rare, di cui potrebbero beneficiare anche le 28 aziende americane rimosse dalla lista delle entità interdette dalla Cina alle importazioni e altre attività economiche.\r\nNe parliamo con <b>Sabrina Moles</b> di China files.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/accordo-stati-uniti-cina-sui-dazi--66192697\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/sabrinomia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Giugno 2025","2025-06-03 00:36:14","BASTIONI DI ORIONE 15/05/2025 - FINE DELLA LOTTA ARMATA DEL PKK IN TURCHIA E SUBBUGLIO MEDIORIENTALE; LA CINA DELL'ECONOMIA TRA DAZI E GUERRE ALTRUI",1748910974,[349],[312],{"post_content":394},{"matched_tokens":395,"snippet":396,"value":397},[29],"retta da una cricca di \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> autocratici senza contrappesi democratici riconducibili","<em>Questa settimana la fine della lotta armata iniziata dal Pkk nel 1978 è la notizia che ci è sembrata epocale, per quanto sia passata senza troppi approfondimenti dai commentatori mainstream (e forse proprio per questo e per la loro incapacità di identificarla come centrale nel momento di rivolgimenti di un Sudovest asiatico in subbuglio). La Turchia si propone come protagonista nel costante scontro tra potenze locali mediorientali e dunque la trasformazione della lotta armata in richiesta di confederalismo democratico laico e socialista ci ha spinto a chiedere a <strong>Murat Cinar</strong> un'analisi molto problematica e ne è scaturita una sorta di autocoscienza sulle potenzialità di questa scelta, che per Murat era inevitabile e giunge nel momento migliore. Una idea che <strong>Alberto Negri</strong> nega nella sua visione del quadro della regione che compone arrivando alla centralità del dinamismo di Erdoğan a partire dal nuovo abisso di contrasti che attraversano la Tripolitania.\r\nLa puntata trova compimento con uno sguardo gettato insieme a <strong>Sabrina Moles</strong> sulle sfide che aspettano l'economia cinese di fronte ai dazi del nemico americano e alle guerre dell'amico russo.</em>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n<em>La lotta armata del Pkk ha \"esaurito\" i suoi compiti e consegna le armi</em>, da non sconfitto, proponendosi come forza politica con l’intento di aggiornare il concetto di confederalismo democratico in salsa turca. <strong>Murat Cinar</strong> ci guida nella fluida situazione geopolitica del Sudovest asiatico che vede grandi differenze tra i quattro stati che amministrano il territorio abitato da popolazioni di lingua curda; così, semmai sia esistito, il nazionalismo curdo viene superato e nelle indicazioni di Ocalan dall’isolamento di Imrali leggono il momento come propizio per riproporre unilateralmente a un regime autoritario di cessare il fuoco che in 45 anni ha registrato decine di migliaia di morti, ulteriore motivo per resistenze da parte dei parenti delle vittime, potenziale bacino di consensi per i partiti di ultradestra non alleati dell’Akp.\r\nQuindi la critica alla obsolescenza del modello della lotta armata otto-novecentesca, che punta sullo stato-nazione, è una scommessa ma, ci dice Murat, forse non ci sono alternative alla svolta disarmata per avanzare nuove richieste a una repubblica ora retta da una cricca di \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> autocratici senza contrappesi democratici riconducibili a una nuova lotta per una Turchia laica, indipendente e socialista: ora il Pkk si rivolge all’intera società turca in un momento di forti tensioni interne, puntando alla trasformazione culturale della Turchia.\r\nMurat adduce motivi di vario genere per dimostrare che recedere dalla lotta armata in questo momento può produrre risultati maggiori di quanto si sia conseguito finora, sia cercando modelli di guerriglie andate al negoziato negli ultimi decenni ai quattro angoli del pianeta, sia sviluppando l’analisi sincronica su un presente attraversato da alleanze variabili e guerre di ogni tipo. Erdogan è indebolito in patria ma ha un attivismo in politica internazionale che sta ripagando nella considerazione dei risultati geopolitici in un momento di riposizionamento e di grande caos.\r\nOvviamente questo panorama vede un percorso diverso per i curdi siriani: in Rojava le dinamiche sono diverse e ci sono protagonisti internazionali diretti (americani, Idf nel Golan, l’influenza dei curdi di Barzani…) che dipingono un quadro diverso per cui le organizzazioni sorelle tra curdi operano strategie diverse. E lo stesso avviene in Iran dove l’organizzazione curda ha rinunciato da tempo alla creazione di uno stato indipendente.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/51Su0lG6XrzCMs80p3Oaof?si=hpkV_FFCRIKFWmosuaTX1g\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/pkk-rondò-à-la-turk.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast precedenti relativi al neottomanesimo si trovano <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/le-guerre-ottomane-del-nuovo-millennio--4610767\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n \r\n\r\n«Regolamenti di conti mortali e scontri tra le fazioni in Tripolitania, avanzata delle truppe del generale Khalifa Haftar da Bengasi alla Sirte: la Libia sfugge a ogni controllo e soprattutto a quello del governo di Giorgia Meloni», così scriveva il 15 maggio <strong>Alberto Negri</strong> per “il manifesto” e da qui comincia il lungo excursus che illustra la situazione della regione Mena, a partire dalla Libia, dove le milizie tornano a scontrarsi in Tripolitania, vedendo soccombere i tagliagole sostenuti dalla Fortress Europe, a cominciare dal governo Meloni che ha coccolato al-Masri, il massacratore ricercato internazionalmente. Ora Haftar, il rais su cui punta dall’inizio la Russia in Cirenaica, è alleato anche della Turchia, dunque si assiste a un nuovo tentativo di rivolgimento del potere tripolino ormai al lumicino.\r\nMa questa situazione regolata dalla Turchia nell’Occidente libico nell’analisi di Alberto Negri si può anche vedere come uno dei 50 fronti dell’attivismo internazionale turco, fluido e adattabile alla condizione geopolitica, che vede Dbeibah – l’interlocutore dell’Europa per contenere e torturare le persone in movimento – sostenuto solo dalle milizie di Misurata nella girandola di alleanze e rivalità tripoline. La Turchia rimane al centro delle strategie che passano dal Mediterraneo in equilibrio anche con i sauditi e avendo imposto il vincitore di Assad in Siria, quell’Al-Jolani a cui Trump ha stretto la mano nonostante i 10 milioni di taglia; intanto all’interno si assiste alla svolta di Ocalan che – inopinatamente secondo Alberto Negri in un momento in cui l’area sta esplodendo e sono in corso mutamenti epocali – cede le armi e propone un percorso pacifico alla trasformazione della repubblica. In attesa di assistere e posizionarsi nella trattativa iraniana, con Teheran indebolita dalla escalation israeliana.\r\nE qui si giunge al centro del discorso mediorientale, perché da qualunque punto lo si rigiri <em>l’intento di Netanyahu di annettersi la Cisgiordania a cominciare dal genocidio gazawi sarà il punto di ricompattamento con l’amministrazione Trump</em>, in questi giorni invece impegnata a contenere il famelico criminale di Cesarea.\r\nSullo sfondo di tutto ciò Alberto si inalbera per il ruolo inesistente dell’Europa, se non per l’istinto neocoloniale di Macron, che non riesce comunque a conferire uno spessore da soggetti politici agli europei, in particolare per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, mai preso in considerazione dalla nomenklatura germano-balcanica che regola la politica comunitaria, totalmente disinteressata alle coste meridionali, se non per il contenimento dei migranti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ogni-rais-persegue-una-sua-visione-del-medioriente-tranne-gli-europei--66134433\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Il-garbuglio-mediorientale-incomprensibile-per-gli-europei.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi alla questione mediorientale <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/israele-compra-a-saldo-paesi-arabi--4645793\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a> potete trovare quelli che riconducono all'espansionismo sionista i conflitti in corso\r\n\r\n \r\n\r\n<hr />\r\n\r\nDopo una prima maratona negoziale durata due giorni ,Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo sulla sospensione per 90 giorni dei dazi reciproci che in pochi giorni avevano difatto bloccato gli scambi fra i due paesi. Nel dettaglio, gli Stati Uniti hanno annullato il 91% delle tariffe aggiuntive imposte alla Cina, sospeso il 24% dei “dazi reciproci” e mantenuto il restante 10%. Rimangono ancora in atto le misure su veicoli elettrici, acciaio e alluminio ,è un primo passo verso la creazione di un meccanismo di consultazione che regoli le relazioni commerciali e di fatto uno stop al processo di \"decoupling\" ,disaccopiamento ,fra le due economie che la nuova amministrazione americana non sembra gradire. Secondo varie fonti, negli ultimi giorni sono riprese le forniture di Boeing, che Pechino aveva interrotto in risposta ai dazi. Ma le restrizioni sui materiali critici ufficialmente sono ancora lì. Anche se sono state emesse le prime licenze per l’export di alcune terre rare, di cui potrebbero beneficiare anche le 28 aziende americane rimosse dalla lista delle entità interdette dalla Cina alle importazioni e altre attività economiche.\r\nNe parliamo con <b>Sabrina Moles</b> di China files.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/accordo-stati-uniti-cina-sui-dazi--66192697\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/sabrinomia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[399],{"field":92,"matched_tokens":400,"snippet":396,"value":397},[29],{"best_field_score":181,"best_field_weight":257,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":258,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":403,"highlight":417,"highlights":422,"text_match":179,"text_match_info":425},{"comment_count":48,"id":404,"is_sticky":48,"permalink":405,"podcastfilter":406,"post_author":51,"post_content":407,"post_date":408,"post_excerpt":54,"post_id":404,"post_modified":409,"post_thumbnail":410,"post_title":411,"post_type":346,"sort_by_date":412,"tag_links":413,"tags":415},"96956","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-03-04-2025-il-movimento-turco-a-sostegno-del-sindaco-di-istanbul-potrebbe-far-traballare-erdogan-il-terremoto-in-myanmar-non-fa-tremare-la-giunt/",[302],"Terremoto nel Sudest asiatico, sua vergognosa narrazione mediatica e prosecuzione dei misfatti della giunta birmana troppo utile agli interessi locali e globali. \r\nRivolta non solo giovanile nel Sudovest asiatico, scarso rilievo sulla stampa europea e consueta repressione con i soliti metodi di Erdoğan.\r\n\r\nLa politica della catastrofe in Myanmar, il paese che a tutti è utile non muti\r\nBastioni di Orione con Massimo Morello, esperto conoscitore dell’Asia residente a Bangkok, parliamo degli effetti del terremoto che ha colpito il Myanmar già devastato dalla guerra che oppone la sanguinaria giunta militare alle milizie etniche e l’opposizione. Ci parla delle conseguenze del sisma a Bangkok, in particolare del palazzo in costruzione che si è sbriciolato travolgendo decine di operai birmani che lavoravano sul sito. Sono emerse situazioni di corruzione e utilizzo di materiali scadenti, in un contesto di speculazione selvaggia che alimenta una bolla immobiliare nella capitale thailandese sostenuta dagli investimenti per riciclare denaro da parte di cinesi, russi e birmani ricchi che sostengono gli affari della giunta. In Myanmar il bilancio delle vittime sale quotidianamente, non ci sono risorse sufficienti e quindi le operazioni e gli aiuti si sono concentrati sui punti dove si pensava fossero intrappolate più persone, trascurandone altri. Gli sfollati si sono rifugiati nei parchi e in altri luoghi all’aperto. La giunta cerca di convogliare gli aiuti nelle aree controllate dai militari che costituiscono circa il 20 per cento del paese, il regime ha invece ostacolato l’invio dei soccorsi verso le aree controllate dalle milizie. In questo contesto devastante si registrano anche danni enormi al patrimonio culturale birmano costituito dai templi e monumenti già patrimonio dell’umanità.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/myanmar-dopo-il-sisma-la-giunta-militare-fagocita-anche-gli-aiuti-umanitari--65378527\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/I-veri-terremoti-in-Myanmar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa Turchia: il paese extrauropeo che a tutti è utile\r\nCon Murat Cinar il discorso si è dipanato a partire dall’aspetto strettamente economico a partire dai dazi trumpiani che vedono la Turchia colpita dalle ecumeniche gabelle al 10 per cento erga omnes per giungere a un confronto tra il movimento di Gezi Park di una dozzina di anni fa con le modalità e le strategie di quello attuale, per numeri comparabile con uno spirito adattato alla contingenza e a partire dalla surrettizia incarcerazione di Imamoğlu.\r\nLa Turchia è già sempre stata un terreno di analisi sdrucciolevole e Murat Cinar nelle ormai decennali presenze su radio blackout ha mantenuto un atteggiamento lucido ma prudente nelle considerazioni sulle conseguenze al riguardo di ciò che avviene. Il momento è particolarmente confuso: le aperture al Pkk con gli abboccamenti intrattenuti da Ocalan con componenti della compagine governativa e segnali inviati al movimento si intrecciano con il nuovo recluso che ha scavalcato di slancio in importanza e capacità di mobilitazione Demirtas: le modalità di incarcerazione del sindaco di Istanbul, speranza per una boccata d’aria per la penisola anatolica negli ultimi 30 anni, Imamoglu sono state ancora più dirompenti… ma hanno scatenato una sorta di Gezi Park che ci ha portato a fare un paragone azzardato con la grande insurrezione di una dozzina di anni fa, facendo le dovute proporzioni e sottolineando lo spirito diverso che anima i due momenti. Ma si può riscontrare una continuità tra tre generazioni impegnate a liberarsi di una morsa di potere e affari che ha spolpato il paese. Consentendo a Erdogan i giochetti anche internazionali, che sono quelli che gli conferiscono il potere all’interno.\r\n\r\nI dazi trumpiani sparigliano ancor di più il Sudovest asiatico\r\nSolo che le strategie internazionali appaiono sempre più da brivido senza rete, poiché si assiste a un autentico “tutti contro tutti” dove le alleanze variabili hanno una durata infima e sono alimentate dal capriccio dei veri potenti che esperimentano il neoassolutismo. L’abilità del presidente a scivolare attraverso la Storia e i suoi ribaltamenti è documentata dalle sanzioni daziarie di Trump che colpiscono Ankara con il minimo sindacale del 10% (certo che nella situazione economica della Turchia sarebbe stato esiziale un ulteriore accanimento); il dato realmente essenziale che evidenzia l’ambiguità di Erdogan è l’apparente guerra sul terreno siriano con lo stato d’Israele, salvo poi dover registrare accordi sottobanco, vendite di prodotti essenziali, trame antiraniane. La Turchia è comunque un paese – ancora – exraeuropeo che serve a sbrogliare certi dossier, come quello ucraino (dove non ha preso posizione e, anzi: alcuni oligarchi hanno avuto accesso alla cittadinanza turca per proseguire i propri affari), e che non impensierisce di certo per la concorrenza ai prodotti americani; è un grande produttore di armi a basso prezzo, capace di baccagliare qualunque altro potente per quanto distante possa apparire.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/14bJ7PblJVxMAdeJTpHGJn?si=97a729e8f2a84b66\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Le-mille-ambiguità-per-perpetuare-il-potere-a-Istanbul-.mp3\"][/audio]","6 Aprile 2025","2025-04-07 14:37:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/04/2025- IL MOVIMENTO TURCO A SOSTEGNO DEL SINDACO DI ISTANBUL POTREBBE FAR TRABALLARE ERDOĞAN - IL TERREMOTO IN MYANMAR NON FA TREMARE LA GIUNTA",1743964558,[414],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[416],"BastioniOrione",{"post_content":418},{"matched_tokens":419,"snippet":420,"value":421},[29],"preso posizione e, anzi: alcuni \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> hanno avuto accesso alla cittadinanza","Terremoto nel Sudest asiatico, sua vergognosa narrazione mediatica e prosecuzione dei misfatti della giunta birmana troppo utile agli interessi locali e globali. \r\nRivolta non solo giovanile nel Sudovest asiatico, scarso rilievo sulla stampa europea e consueta repressione con i soliti metodi di Erdoğan.\r\n\r\nLa politica della catastrofe in Myanmar, il paese che a tutti è utile non muti\r\nBastioni di Orione con Massimo Morello, esperto conoscitore dell’Asia residente a Bangkok, parliamo degli effetti del terremoto che ha colpito il Myanmar già devastato dalla guerra che oppone la sanguinaria giunta militare alle milizie etniche e l’opposizione. 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In questo contesto devastante si registrano anche danni enormi al patrimonio culturale birmano costituito dai templi e monumenti già patrimonio dell’umanità.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/myanmar-dopo-il-sisma-la-giunta-militare-fagocita-anche-gli-aiuti-umanitari--65378527\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/I-veri-terremoti-in-Myanmar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa Turchia: il paese extrauropeo che a tutti è utile\r\nCon Murat Cinar il discorso si è dipanato a partire dall’aspetto strettamente economico a partire dai dazi trumpiani che vedono la Turchia colpita dalle ecumeniche gabelle al 10 per cento erga omnes per giungere a un confronto tra il movimento di Gezi Park di una dozzina di anni fa con le modalità e le strategie di quello attuale, per numeri comparabile con uno spirito adattato alla contingenza e a partire dalla surrettizia incarcerazione di Imamoğlu.\r\nLa Turchia è già sempre stata un terreno di analisi sdrucciolevole e Murat Cinar nelle ormai decennali presenze su radio blackout ha mantenuto un atteggiamento lucido ma prudente nelle considerazioni sulle conseguenze al riguardo di ciò che avviene. Il momento è particolarmente confuso: le aperture al Pkk con gli abboccamenti intrattenuti da Ocalan con componenti della compagine governativa e segnali inviati al movimento si intrecciano con il nuovo recluso che ha scavalcato di slancio in importanza e capacità di mobilitazione Demirtas: le modalità di incarcerazione del sindaco di Istanbul, speranza per una boccata d’aria per la penisola anatolica negli ultimi 30 anni, Imamoglu sono state ancora più dirompenti… ma hanno scatenato una sorta di Gezi Park che ci ha portato a fare un paragone azzardato con la grande insurrezione di una dozzina di anni fa, facendo le dovute proporzioni e sottolineando lo spirito diverso che anima i due momenti. Ma si può riscontrare una continuità tra tre generazioni impegnate a liberarsi di una morsa di potere e affari che ha spolpato il paese. Consentendo a Erdogan i giochetti anche internazionali, che sono quelli che gli conferiscono il potere all’interno.\r\n\r\nI dazi trumpiani sparigliano ancor di più il Sudovest asiatico\r\nSolo che le strategie internazionali appaiono sempre più da brivido senza rete, poiché si assiste a un autentico “tutti contro tutti” dove le alleanze variabili hanno una durata infima e sono alimentate dal capriccio dei veri potenti che esperimentano il neoassolutismo. L’abilità del presidente a scivolare attraverso la Storia e i suoi ribaltamenti è documentata dalle sanzioni daziarie di Trump che colpiscono Ankara con il minimo sindacale del 10% (certo che nella situazione economica della Turchia sarebbe stato esiziale un ulteriore accanimento); il dato realmente essenziale che evidenzia l’ambiguità di Erdogan è l’apparente guerra sul terreno siriano con lo stato d’Israele, salvo poi dover registrare accordi sottobanco, vendite di prodotti essenziali, trame antiraniane. La Turchia è comunque un paese – ancora – exraeuropeo che serve a sbrogliare certi dossier, come quello ucraino (dove non ha preso posizione e, anzi: alcuni \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> hanno avuto accesso alla cittadinanza turca per proseguire i propri affari), e che non impensierisce di certo per la concorrenza ai prodotti americani; è un grande produttore di armi a basso prezzo, capace di baccagliare qualunque altro potente per quanto distante possa apparire.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/14bJ7PblJVxMAdeJTpHGJn?si=97a729e8f2a84b66\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Le-mille-ambiguità-per-perpetuare-il-potere-a-Istanbul-.mp3\"][/audio]",[423],{"field":92,"matched_tokens":424,"snippet":420,"value":421},[29],{"best_field_score":181,"best_field_weight":257,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":258,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":427,"highlight":439,"highlights":445,"text_match":179,"text_match_info":448},{"comment_count":48,"id":428,"is_sticky":48,"permalink":429,"podcastfilter":430,"post_author":224,"post_content":431,"post_date":432,"post_excerpt":54,"post_id":428,"post_modified":433,"post_thumbnail":434,"post_title":435,"post_type":346,"sort_by_date":436,"tag_links":437,"tags":438},"80502","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-24-febbraio-i-no-muos-radicali-e-radicati-lantimilitarismo-anarchico-suoni-e-voci-contro-il-militarismo-e-la-guerra/",[224],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-02-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nI No Muos. Un esempio di lotta popolare e radicale\r\nProviamo a ripercorrere le tappe di un movimento di opposizione concreta alla guerra ed al militarismo, sul filo del racconto della lotta contro le antenne assassine di Niscemi, che ha visto a lungo protagonisti gli abitanti, stanchi di subire le conseguenze dell’occupazione militare.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri del movimento No Muos, che venerdì 3 marzo ne parlerà a Torino in un incontro che vedrà protagonista un altro antimilitarista siciliano, Antonio Mazzeo, che sentiremo il prossimo venerdì.\r\n\r\nSuoni e voci contro il militarismo e la guerra\r\nAlessio Lega, cantautore ed anarchico, ci introdurrà al canzoniere antimilitarista e anarchico. Un’occasione per snodare i fili che intrecciano le parole e le musiche d’autore con il repertorio della tradizione, mutevole e sempre rinnovata della canzone popolare, di cui spesso non ci sono stati tramandati gli autori, perché sono parole che nascono in mezzo alle lotte e, non di rado, prendono a prestito arie nate altrove e per altri scopi, ma note a tutti e, quindi, facili da riprodurre.\r\nAlessio è stato a Torino per il corteo antimilitarista di sabato 25 aprile dove con l’amico e sodale Guido Baldoni, ha tenuto un concerto.\r\n\r\nL’antimilitarismo anarchico\r\nUno dei dati salienti emersi anche in occasione del conflitto russo ucraino, ma tipici di tanta parte dell’opposizione alla guerra, è la ricerca del “meno peggio”, se non addirittura il più o meno velato sostegno ad una della due parti in lotta. In questo caso il governo Zelensky ed il governo Putin con il reciproco codazzo di militari, padroni (pardon “oligarchi”), mercenari e volontari fascisti e nazionalisti.\r\nMai come in questo caso era impossibile trovare il pelo nell’uovo che rendesse possibile ondeggiare in una della due direzioni: invece è successo coinvolgendo anche settori dell’opposizione sociale.\r\nVale quindi la pena provare a ripercorrere insieme il senso di un’opposizione radicale al militarismo e, quindi, alla guerra.\r\nCi siamo confrontati con Federico\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 3 marzo\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nAlle radici delle guerre\r\nL'Italia tra missioni militari all’estero, programmi di riarmo e militarizzazione dei territori e della società\r\nI No Muos. Un esempio di lotta popolare e radicale\r\n\r\nInterverranno:\r\n\r\nAntonio Mazzeo, antimilitarista, blogger, impegnato in una costante attività di informazione su armi, esercitazioni militari, spese militari, contrasto della propaganda militarista nella scuola e nella società.\r\nAttualmente sotto processo per aver denunciato la presenza di militari armati sino ai denti di fronte ad una scuola elementare di Messina\r\n\r\nPippo Gurrieri, anarchico, attivo nel Movimento No Muos e contro le pesanti servitù militari di cui è investita la Sicilia. Il 30 marzo inizierà un processo che lo vede imputato con altri 28 No Muos per le lotte contro le antenne assassine del 2018. \r\n\r\nUn’occasione per fare il punto sull’enorme peso dell’apparato militare industriale e delle forze armate nel nostro paese. Un paese dove il confine tra guerra esterna e guerra interna è sempre più impalpabile.\r\nUn focus sull’industria bellica e sugli interessi che catalizza. Una riflessione sulla sempre maggiore pervasività della propaganda nazionalista e militarista nella scuola e nella società.\r\n\r\nUn’occasione per parlare dell’opposizione concreta alla guerra ed al militarismo, sul filo del racconto della lotta contro le antenne assassine di Niscemi, che ha visto protagonisti, oltre agli antimilitaristi, gli abitanti, stanchi di subire le conseguenze dell’occupazione militare. \r\n\r\nSabato 4 marzo\r\nPunto info transfemminista al Balon\r\nore 11\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena comunarda\r\nBenefit lotte antimilitariste e sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nLa società della sorveglianza\r\nIl controllo totale insito nel trionfante paradigma digitale non viene più percepito come una minaccia alla libertà, ma come un servizio volto a migliorare la vita e realizzare i desideri dell'utente-cittadino. Una presa di potere tanto nel pubblico quanto nel privato che si fonda su un'inedita servitù volontaria in cui siamo noi stessi a dare all'algoritmo-padrone i dati per meglio profilarci. E manipolarci.\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Marzo 2023","2023-03-01 23:20:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/antimilitarismo.-color-2-200x110.jpg","Anarres del 24 febbraio. I No Muos: radicali e radicati. L’antimilitarismo anarchico. 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Greta reduce dall’arresto in Germania che dice “Il vertice di chi uccide il pianeta”… però forse è vero che con la crisi energetica viene meno il paravento del greenwashing,che nasconde investimenti legittimati dalla transizione energetica ma che di green hanno poco.\r\n\r\n\r\nGustavo Petro, tra i pochi presidenti a partecipare, propone di cancellare il debito per servizi\r\nambientali\r\nhttps://elpais.com/america-colombia/2023-01-18/petro-reta-a-la-elite-economica-de-davos-sonsu-propuesta-de-canjear-deuda-por-servicios-ambientales.html\r\ne insistendo per un capitalismo decarbonizzato\r\nhttps://www.eltiempo.com/politica/gobierno/gustavo-petro-insistio-en-davos-por-uncapitalismo-descarbonizado-734944\r\ne poi cancella impegni per la crisi di Jamundi\r\nhttps://www.semana.com/nacion/articulo/gustavo-petro-inicio-su-jornada-en-davos-atendiendoreunion-virtual-con-el-ministro-de-defensa-por-situacion-en-jamundi/202317/\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-190123-ALFREDO-SOMOZA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Cornelia Toelgyes collaboratrice di Africa Express parliamo della crisi nel Sahel , del caso delle donne rapite in Burkina Faso dai jiahdisti ,durante l'assedio della città di Arbinda ,della presunta presenza di mercenari della Wagner anche in Burkina Faso,dell'arruolamento di miglialia di cosidetti Volontari per rafforzare le difese anti terrorismo ,del caso della Guinea Equatoriale ,la dittatura piu' lunga dell'Africa .\r\n\r\nIntanto il governo golpista burkinabè ha intimato alle forze francesi di lasciare il paese denunciando l'accordo che regola la presenza militare francese nel paese.\r\n\r\nhttps://www.jeuneafrique.com/1411259/politique/le-burkina-faso-donne-un-mois-aux-forces-armees-francaises-pour-quitter-le-territoire/\r\n\r\nhttps://www.jeuneafrique.com/1411228/politique/au-burkina-62-femmes-liberees-alors-que-les-attaques-jihadistes-se-multiplient/\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-190123-CORNELIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Gennaio 2023","2023-01-22 13:46:32","BASTIONI DI ORIONE 19/01/2023-ARMI E AFFARI INSCINDIBILE CONNUBIO PER IL NEO KEYNESISMO DI GUERRA-DAVOS TRAMONTO MELANCONICO DEL NEOLIBERISMO?-SAHEL FRA RAPIMENTI DI MASSA ,MERCENARI E DITTATORI ETERNI SI CONSUMA LA DISSOLUZIONE DELLE ENTITA' STATALI POSTCOLONIALI.",1674395192,[349],[312],{"post_content":462},{"matched_tokens":463,"snippet":464,"value":465},[29],"crisi strutturale del potere degli \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> della West Coast .La crisi","Bastioni di Orione in questa puntata parliamo con Alessandro De Pascale giornalista che scrive per il Manifesto e Atlante delle guerre che si è occupato spesso di armi ,sistemi bellici e traffici correlati , dell' invio di apparati bellici nel Myanmar a sostegno della giunta golpista, delle triangolazioni per eludere l'embargo,del ruolo dell'industria degli armamenti nel nuovo modello di sviluppo centrato sul riarmo ,delle implicazioni della guerra in Ucraina sul mercato delle armi,del potere dei conglomerati industriali in mano ai militari in molti paesi con governi autoritari ,del rapporto fra guerra e droga ,il caso captagon ,e dell'utilizzo dei droni da parte dei trafficanti.\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://ilmanifesto.it/myanmar-ora-i-generali-si-fanno-le-armi-in-casa\r\n\r\nle simulazioni di Wargames\r\nhttps://www.atlanteguerre.it/war-games-la-guerra-sotto-traccia-per-taiwan/\r\n\r\ndalle guerre rese possibili dall’uso di droghe: Guerra&Droga\r\nai droni dei narcos\r\nhttps://www.atlanteguerre.it/la-guerra-coi-droni-dei-narcos-messicani/ \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-190123-DE-PASCALE-ARMI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Alfredo Somoza giornalista ed esperto di politica internazionale ,parliamo del vertice di Davos che rappresenta lo smarrimento delle cosidette élite capitaliste di fronte alla crisi epocale del modello neoliberista , Davos è l’emblema della peggiore globalizzazione, quella del neocapitalismo iperliberista il cui tramonto è inscritto nell'incapacità di proporre alternative da parte dei super ricchi riuniti in questo inutile summit ,l'aumento delle disuguaglianze ,l'iniqua distribuzione delle risorse e le goffe politiche di green washing da parte delle multinazionali e governi segnano la crisi strutturale del potere degli \u003Cmark>oligarchi\u003C/mark> della West Coast .La crisi del modello neoliberale e del suo fosco tramonto è plasticamente rappresentata dall'immagine della signora Tatcher e del suo pupillo Pinochet malato ,inseguito da un mandato di cattura e ospite della sua grande amica .\r\n\r\n\r\nCi sono i personaggi come Zelensky che fa il solito teatrino prima chiede un minuto di silenzio e poi altre armi; 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