","Italia-Egitto. Les liaisons dangereuses","post",1617125833,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/addestramento-poliza-agiziana-in-italia/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/itepa/","http://radioblackout.org/tag/operazioni-militari-congiunte-italia-egitto/","http://radioblackout.org/tag/scuola-di-polizia/",[23,19,17,15,25,21],{"post_content":59,"tags":64},{"matched_tokens":60,"snippet":62,"value":63},[61,19],"Italia","il successo riscosso dal progetto, \u003Cmark>Italia\u003C/mark> ed \u003Cmark>Egitto\u003C/mark>, firmeranno un memorandum d’intesa per","Il ministro della difesa Guerini sostiene che la cooperazione militare e poliziesca con l’Egitto si sarebbe “rarefatta” dopo l’omicidio Regeni. I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le \u003Cmark>operazioni\u003C/mark> di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i \u003Cmark>militari\u003C/mark> italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in \u003Cmark>Egitto\u003C/mark> non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di \u003Cmark>Egitto\u003C/mark>, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, \u003Cmark>Italia\u003C/mark>, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di \u003Cmark>Egitto\u003C/mark>, Regno Unito ed \u003Cmark>Italia\u003C/mark> si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori \u003Cmark>militari\u003C/mark> italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di \u003Cmark>Egitto\u003C/mark>, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento \u003Cmark>congiunte\u003C/mark> tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i \u003Cmark>militari\u003C/mark> delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, \u003Cmark>Italia\u003C/mark> ed \u003Cmark>Egitto\u003C/mark>, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]",[65,68,71,74,76,83],{"matched_tokens":66,"snippet":67},[17],"addestramento poliza agiziana in \u003Cmark>italia\u003C/mark>",{"matched_tokens":69,"snippet":70},[19],"\u003Cmark>Egitto\u003C/mark>",{"matched_tokens":72,"snippet":73},[17],"\u003Cmark>italia\u003C/mark>",{"matched_tokens":75,"snippet":15},[],{"matched_tokens":77,"snippet":82},[78,79,80,17,81],"operazioni","militari","congiunte","egitto","\u003Cmark>operazioni\u003C/mark> \u003Cmark>militari\u003C/mark> \u003Cmark>congiunte\u003C/mark> \u003Cmark>italia\u003C/mark> \u003Cmark>egitto\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":21},[],[86,96],{"field":26,"indices":87,"matched_tokens":90,"snippets":95},[88,14,89,37],4,2,[91,92,93,94],[78,79,80,17,81],[19],[17],[17],[82,70,73,67],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":62,"value":63},"post_content",[61,19],2893615515669364700,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":89,"num_tokens_dropped":37,"score":103,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":37},"5523317457152",13,"2893615515669364842",5,6646,{"collection_name":48,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},{"facet_counts":108,"found":14,"hits":118,"out_of":149,"page":14,"request_params":150,"search_cutoff":27,"search_time_ms":151},[109,115],{"counts":110,"field_name":113,"sampled":27,"stats":114},[111],{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":116,"field_name":26,"sampled":27,"stats":117},[],{"total_values":37},[119],{"document":120,"highlight":134,"highlights":140,"text_match":143,"text_match_info":144},{"comment_count":37,"id":121,"is_sticky":37,"permalink":122,"podcastfilter":123,"post_author":124,"post_content":125,"post_date":126,"post_excerpt":43,"post_id":121,"post_modified":127,"post_thumbnail":128,"post_title":129,"post_type":130,"sort_by_date":131,"tag_links":132,"tags":133},"81850","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-17-la-battaglia-del-grano/",[112],"cattivipensieri","In questa puntata continuiamo a mappare alcuni degli effetti e delle ricadute del conflitto in corso in Ucraina, soprattutto all’interno del territorio europeo.\r\n\r\nL’intensificarsi delle esercitazioni militari Nato sul territorio sardo, esemplificato dal recente susseguirsi di operazioni di addestramento congiunto (Noble Jump, Joint Stars e Mare aperto), unite ad una sempre più evidente ed ingombrante presenza di soldati sul territorio, inizia a suscitare malumori, anche in insospettabili settori della società. A partire dalla recente manifestazione alla base di Decimomannu del 28 aprile scorso, riflettiamo con una compagna di Sardinnia Aresti sulle recenti manovre militari Nato, l’impatto sul territorio, le possibili contraddizioni che vanno ad aprirsi.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata torniamo su una vicenda scarsamente dibattuta sui nostri media, ma a suo modo emblematica delle contraddizioni che il prolungarsi del conflitto va ad aprire a livello politico europeo e a livello sociale, in particolare (ad oggi) nei Paesi dell’Est Europa: la cosiddetta battagia del grano.\r\nNei giorni scorsi i cinque paesi che avevano guidata la fronda contro le importazioni di grano e di altre derrate alimentari ucraine prive di dazi, accusate di danneggiare gravemente gli agricoltori locali (che nelle scorse settimane sono scesi in piazza con forti proteste, tali da costringere alle dimissioni il ministro dell’agricoltura polacco), hanno siglato dopo aspri negoziati un accordo con la Commissione Europea. Lungi dall’essere risolta, la questione sembra porre pesanti incognite sul paventato futuro ingresso dell’Ucraina in UE, ad oggi difficile senza una revisione delle Politiche Agricole Comuni (delle quali si beneficia soprattutto a Est). Quel che si profila per Paesi come la Polonia è un posizionamento favorevole ad un’Ucraina carne da cannone della Nato, ma ben lontana da un ingresso nel mercato comunitario.\r\nLa partita si gioca nel frattempo anche sull’altro fronte, dove le autorità russe hanno recentemente dichiarato l’intenzione di non voler rinnovare l’\"Iniziativa sui cereali del Mar Nero”, accordo indiretto tra le parti che negli ultimi mesi ha consentito in qualche modo il transito del grano ucraino e di altri cereali nel Mar Nero verso Medio Oriente e Nord Africa. Quali scenari si profilano all'orizzonte? A partire da una serie di articoli recenti sull’argomento, ricostruiamo la vicenda insieme al giornalista Cosimo Caridi.\r\n\r\nIn chiusura di puntata torna la nostra rubrica Il Perno Originario\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/fine-della-storia-2-maggiomp3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nCosa succede dentro le basi militari in Sardegna\r\n\r\nGrano, paletti Ue all’export Kiev: “Impatto distruttivo”\r\n\r\nGrano, Mosca blocca tutto Kiev delusa, gli alleati no\r\n\r\nGrain from Ukraine hits EU farmers with pain: Just wait until Kyiv joins the club","3 Maggio 2023","2023-05-03 18:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1683098387350-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #17 - LA BATTAGLIA DEL GRANO","podcast",1683136988,[],[],{"post_content":135},{"matched_tokens":136,"snippet":138,"value":139},[78,137],"congiunto","esemplificato dal recente susseguirsi di \u003Cmark>operazioni\u003C/mark> di addestramento \u003Cmark>congiunto\u003C/mark> (Noble Jump, Joint Stars e","In questa puntata continuiamo a mappare alcuni degli effetti e delle ricadute del conflitto in corso in Ucraina, soprattutto all’interno del territorio europeo.\r\n\r\nL’intensificarsi delle esercitazioni \u003Cmark>militari\u003C/mark> Nato sul territorio sardo, esemplificato dal recente susseguirsi di \u003Cmark>operazioni\u003C/mark> di addestramento \u003Cmark>congiunto\u003C/mark> (Noble Jump, Joint Stars e Mare aperto), unite ad una sempre più evidente ed ingombrante presenza di soldati sul territorio, inizia a suscitare malumori, anche in insospettabili settori della società. 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