","Come sta l'Ospedale Valdese di Torino","post",1372856348,[50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/donne/","http://radioblackout.org/tag/ospedali-valdesi/","http://radioblackout.org/tag/salute/","http://radioblackout.org/tag/tagli-sanita/",[18,24,15,22],{"post_content":56,"tags":62},{"matched_tokens":57,"snippet":60,"value":61},[58,59],"ospedali","valdesi","a pezzi e chiudendo gli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark> e altre strutture ospedaliere delle","Roberto Dosio, medico dell'Ospedale Valdese di Torino, ci racconta come la struttura viene smantellata ogni giorno di più e come la salute delle persone viene posta all'ultimo posto da chi sta facendo a pezzi e chiudendo gli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark> e altre strutture ospedaliere delle valli vicine a Torino. In particolare, per quel che riguarda l'Ospedale Valdese, è il settore che si occupa del tumore al seno quello più colpito dal progressivo smantellamento e, come conseguenza diretta, le donne che devono essere operate con urgenza una volta riscontrato un tumore, devono attendere sempre di più i tempi dell'intervento.\r\n\r\nDi seguito le parole di Roberto,\r\n\r\nRoberto01",[63,65,68,70],{"matched_tokens":64,"snippet":18},[],{"matched_tokens":66,"snippet":67},[58,59],"\u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark>",{"matched_tokens":69,"snippet":15},[],{"matched_tokens":71,"snippet":22},[],[73,78],{"field":25,"indices":74,"matched_tokens":75,"snippets":77},[17],[76],[58,59],[67],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":60,"value":61},"post_content",[58,59],1157451471441625000,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":36,"score":85,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":36},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":87,"highlight":102,"highlights":110,"text_match":116,"text_match_info":117},{"cat_link":88,"category":89,"comment_count":36,"id":90,"is_sticky":36,"permalink":91,"post_author":39,"post_content":92,"post_date":93,"post_excerpt":42,"post_id":90,"post_modified":94,"post_thumbnail":95,"post_thumbnail_html":96,"post_title":97,"post_type":47,"sort_by_date":98,"tag_links":99,"tags":101},[33],[35],"13548","http://radioblackout.org/2013/02/la-chiusura-degli-ospedali-valdesi/","Torino, Val Germanasca e Val Pellice: chiudono tre ospedali facilmente accessibili per la popolazione e con specializzazioni diverse, in particolare quello di Torino, a San Salvario, che si occupava di prevenzione del tumore al seno e, se necessario, del suo trattamento. A fine dicembre queste strutture sanitarie sono state chiuse e il loro personale è stato destinato ad altri ospedali, o strutture private o si trova ancora in attesa di una \"nuova collocazione\".\r\n\r\nQuesta è una delle misure della politica di \"ristrutturazione\" della sanità pubblica piemontese voluta da Monferino, assessore regionale leghista, che arriva dai consigli di amministrazione di Fiat e Iveco.\r\n\r\nLa salute non è per tutti e tutte ma sarà per chi se lo potrà permettere. Ne parliamo con Federica, giornalista free lance, che ha seguito la chiusura degli ospedali valdesi e le persone e i gruppi che nei mesi scorsi si sono opposti a questa decisione.\r\n\r\nfederica osp valdesi\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","28 Febbraio 2013","2013-03-01 12:13:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/vald-ok-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"239\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/vald-ok.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","La chiusura degli ospedali valdesi ",1362038972,[100,52],"http://radioblackout.org/tag/austerity/",[20,15],{"post_content":103,"post_title":107},{"matched_tokens":104,"snippet":105,"value":106},[58,59],"ha seguito la chiusura degli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark> e le persone e i","Torino, Val Germanasca e Val Pellice: chiudono tre \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> facilmente accessibili per la popolazione e con specializzazioni diverse, in particolare quello di Torino, a San Salvario, che si occupava di prevenzione del tumore al seno e, se necessario, del suo trattamento. A fine dicembre queste strutture sanitarie sono state chiuse e il loro personale è stato destinato ad altri \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, o strutture private o si trova ancora in attesa di una \"nuova collocazione\".\r\n\r\nQuesta è una delle misure della politica di \"ristrutturazione\" della sanità pubblica piemontese voluta da Monferino, assessore regionale leghista, che arriva dai consigli di amministrazione di Fiat e Iveco.\r\n\r\nLa salute non è per tutti e tutte ma sarà per chi se lo potrà permettere. Ne parliamo con Federica, giornalista free lance, che ha seguito la chiusura degli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark> e le persone e i gruppi che nei mesi scorsi si sono opposti a questa decisione.\r\n\r\nfederica osp \u003Cmark>valdesi\u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":108,"snippet":109,"value":109},[58,59],"La chiusura degli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> \u003Cmark>valdesi\u003C/mark> ",[111,114],{"field":112,"matched_tokens":113,"snippet":109,"value":109},"post_title",[58,59],{"field":79,"matched_tokens":115,"snippet":105,"value":106},[58,59],1157451471441100800,{"best_field_score":118,"best_field_weight":119,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":36,"score":120,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":36},"2211897868288",15,"1157451471441100922",6646,{"collection_name":47,"first_q":24,"per_page":123,"q":24},6,{"facet_counts":125,"found":178,"hits":179,"out_of":333,"page":17,"request_params":334,"search_cutoff":26,"search_time_ms":129},[126,155],{"counts":127,"field_name":152,"sampled":26,"stats":153},[128,131,134,136,139,142,144,146,148,150],{"count":129,"highlighted":130,"value":130},21,"anarres",{"count":132,"highlighted":133,"value":133},7,"congiunzioni",{"count":28,"highlighted":135,"value":135},"Voci dall'antropocene",{"count":137,"highlighted":138,"value":138},4,"frittura mista",{"count":140,"highlighted":141,"value":141},3,"liberation front",{"count":140,"highlighted":143,"value":143},"il colpo del strega",{"count":140,"highlighted":145,"value":145},"I Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":147,"value":147},"ACAB",{"count":17,"highlighted":149,"value":149},"la perla di labuan",{"count":17,"highlighted":151,"value":151},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":154},10,{"counts":156,"field_name":25,"sampled":26,"stats":176},[157,159,161,162,164,166,168,170,172,174],{"count":28,"highlighted":158,"value":158},"voci antropocene",{"count":14,"highlighted":160,"value":160},"torino",{"count":14,"highlighted":15,"value":15},{"count":14,"highlighted":163,"value":163},"milano",{"count":14,"highlighted":165,"value":165},"grecia",{"count":14,"highlighted":167,"value":167},"Sanità",{"count":14,"highlighted":169,"value":169},"storie di donne",{"count":14,"highlighted":171,"value":171},"antipsichiatria",{"count":14,"highlighted":173,"value":173},"Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":175,"value":175},"francesco mastrogiovanni",{"total_values":177},125,54,[180,212,239,263,285,311],{"document":181,"highlight":195,"highlights":203,"text_match":208,"text_match_info":209},{"comment_count":36,"id":182,"is_sticky":36,"permalink":183,"podcastfilter":184,"post_author":39,"post_content":185,"post_date":186,"post_excerpt":42,"post_id":182,"post_modified":187,"post_thumbnail":188,"post_title":189,"post_type":190,"sort_by_date":191,"tag_links":192,"tags":194},"58529","http://radioblackout.org/podcast/numeri-ospedali-fabbriche-voci-dallantropocene-16-23-03-20/",[135],"Continua il viaggio di Voci dall'Antropocene dentro la pandemia globale da CoronaVirus. Tre aspetti ci ossessionano fin da quando questa vicenda è iniziata: 1) il numero effettivo dei contagiati, la cui conoscenza è resa impossibile da inadeguate strutture laboratoriali in grado di dare responsi celeri sulla diffusione effettiva, da molti addetti ritenuta infinitamente più ampia dei bollettini quotidiani propinati dalla protezione Civile; 2) la situazione negli ospedali, raccontatici come \"gironi infernali\" dove aleggiano angeli beatificati dalla narrazione mass-mediatica; 3) il prezzo pagato dai lavoratori che hanno la sfortuna di trovarsi nella lista malefica delle \"attività essenziali\" (spesso alquanto discutibili) perlopiù accompagnati da una cronica mancanza di adeguati dispositivi di sicurezza.\r\n\r\nSul primo punto (e su altri aspetti, come la sensatezza di misure di prevenzione che chiudono i parchi e ammassano la gente nei supermercati, la correlazione suggerita da alcuni studi tra inquinamento da polveri sottili e alta morbilità in alcune aree geografiche) abbiamo interpellato il professor Giuseppe Costa. Professore Ordinario di Igiene presso l'Università di Torino e direttore della S.C.a.D.U. Epidemiologia dell'ASL TO3.\r\n\r\nAbbiamo poi raggiunto un medico del Pronto Soccorso delle Molinette per farci raccontare lo stato attuale del principale polo ospedaliero cittadino, cercando di capire quali siano state le mancanze e i principali problemi sorti nella gestione dell'emergenza.\r\n\r\nAbbiamo infine chiuso la puntata con un collegamento da Piacenza, città dove numerosi sono stati gli scioperi spontanei nel settore logistico e alto il prezzo di morti pagati da un territorio molto prossimo ad uno dei primi focolai dell'epidemia (Codogno). Ai nostri microfoni Carlo Pallavicini dei Si-Cobas.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/voci_16a.mp3\"][/audio]","24 Marzo 2020","2020-03-24 21:19:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/1584884098167.aaaa_-200x110.jpg","Numeri, ospedali, fabbriche – VOCI DALL’ANTROPOCENE #16 – 23/03/20","podcast",1585084507,[193],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[158],{"post_content":196,"post_title":200},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[58],"Civile; 2) la situazione negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, raccontatici come \"gironi infernali\" dove","Continua il viaggio di Voci dall'Antropocene dentro la pandemia globale da CoronaVirus. Tre aspetti ci ossessionano fin da quando questa vicenda è iniziata: 1) il numero effettivo dei contagiati, la cui conoscenza è resa impossibile da inadeguate strutture laboratoriali in grado di dare responsi celeri sulla diffusione effettiva, da molti addetti ritenuta infinitamente più ampia dei bollettini quotidiani propinati dalla protezione Civile; 2) la situazione negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, raccontatici come \"gironi infernali\" dove aleggiano angeli beatificati dalla narrazione mass-mediatica; 3) il prezzo pagato dai lavoratori che hanno la sfortuna di trovarsi nella lista malefica delle \"attività essenziali\" (spesso alquanto discutibili) perlopiù accompagnati da una cronica mancanza di adeguati dispositivi di sicurezza.\r\n\r\nSul primo punto (e su altri aspetti, come la sensatezza di misure di prevenzione che chiudono i parchi e ammassano la gente nei supermercati, la correlazione suggerita da alcuni studi tra inquinamento da polveri sottili e alta morbilità in alcune aree geografiche) abbiamo interpellato il professor Giuseppe Costa. Professore Ordinario di Igiene presso l'Università di Torino e direttore della S.C.a.D.U. Epidemiologia dell'ASL TO3.\r\n\r\nAbbiamo poi raggiunto un medico del Pronto Soccorso delle Molinette per farci raccontare lo stato attuale del principale polo ospedaliero cittadino, cercando di capire quali siano state le mancanze e i principali problemi sorti nella gestione dell'emergenza.\r\n\r\nAbbiamo infine chiuso la puntata con un collegamento da Piacenza, città dove numerosi sono stati gli scioperi spontanei nel settore logistico e alto il prezzo di morti pagati da un territorio molto prossimo ad uno dei primi focolai dell'epidemia (Codogno). Ai nostri microfoni Carlo Pallavicini dei Si-Cobas.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/voci_16a.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":202},[58],"Numeri, \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, fabbriche – VOCI DALL’ANTROPOCENE #16 – 23/03/20",[204,206],{"field":112,"matched_tokens":205,"snippet":202,"value":202},[58],{"field":79,"matched_tokens":207,"snippet":198,"value":199},[58],578730123365187700,{"best_field_score":210,"best_field_weight":119,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":17,"score":211,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},"1108091338752","578730123365187706",{"document":213,"highlight":228,"highlights":233,"text_match":208,"text_match_info":236},{"comment_count":36,"id":214,"is_sticky":36,"permalink":215,"podcastfilter":216,"post_author":217,"post_content":218,"post_date":219,"post_excerpt":42,"post_id":214,"post_modified":220,"post_thumbnail":221,"post_title":222,"post_type":190,"sort_by_date":223,"tag_links":224,"tags":226},"95610","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-11-02-2025/",[138],"fritturamista","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Genova in merito all’infortunio mortale che si è verificato mercoledì 5 febbraio presso l’Ente Bacini delle Riparazioni Navali del Porto di Genova. L’operaio metalmeccanico era dipendente di una ditta d’appalto. La reazione immediata dei lavoratori metalmeccanici delle Riparazioni Navali del Porto di Genova è stata quella di fare sciopero subito sino a fine giornata e poi di replicare, il giorno dopo, con 8 ore di sciopero e un presidio davanti al Varco delle Grazie in piazza Cavour a partire dalle ore 8. Stefano ha sottolineato che \"la lotta si rende necessaria ed anzi va ampliata per coinvolgere le istituzioni, la politica e la città tutta ad interessarsi ed agire concretamente su un tema, quello su salute e sicurezza sul lavoro che, come dimostra l’odierna tragedia, è ben lontano dall’essere risolto Il drammatico infortunio sul lavoro. Vi è la necessità di intervenire per rinforzare gli organici degli ispettori ed aumentare la frequenza dei controlli nei cantieri per prevenire gli infortuni e garantire la regolare applicazione delle norme sulla sicurezza. Dobbiamo però sottolineare come il drammatico infortunio riguardi un lavoratore di una azienda in appalto edile, l’ennesimo caso, che richiama a quanto la liberalizzazione del sistema degli appalti e dei subappalti voluta dall’attuale governo in particolare nel settore edile, sia costante fonte di irregolarità, precarietà, infiltrazioni malavitose e violazione delle norme sulla sicurezza. Dobbiamo fermare la catena di infortuni con concretezza, il tempo dei discorsi è finito, perseguiremo il bisogno di verità su quanto successo anche con la mobilitazione.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Stefano-Bonazzi-segretario-FIOM-Genova-su-decesso-riparatore-al-porto-di-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello dell' inasprimento del clima repressivo e fascista del nostro Paese. Abbiamo avuto ospiti al telefono Pietro e Adam del collettivo Ferrara per la Palestina per farci raccontare la vicenda che li ha visti coinvolti come realtà promotrice di un progetto scolastico indirizzato ad una classe di un istituto di scuola secondaria di primo grado e delle reazioni scaturitene. Si trattava di un momento di sensibilizzazione al tema dei diritti umani, alla scoperta del popolo palestinese e un approfondimento sullo stato di crisi umanitaria da loro vissuta, che comprendeva anche la proiezione di un documentario. A seguito di questa attività svolta, la dirigente scolastica dell'istituto, è stata subissata da chiamate e pressioni da parte dell'ufficio scolastico provinciale che richiedevano spiegazioni e pretendevano \"l'imparzialità\" nel trattare questi avvenimenti, grazie alla presenza di un \"corso riparatore\" da far tenere a rappresentanti di Israele. Queste pressioni hanno raggiunto il loro apice con le minacce di ritorsioni nei confronti della dirigente e con le telefonate dall'ufficio scolastico provinciale fatte con la presenza telefonica del Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara. Il corso riparatorio non si poteva fermare, ed è stato fatto da Unione Associazioni Italia-Israele che alla stessa classe di cui sopra ha eposto teorie quali l'inesistenza di un popolo palestinese vero e proprio, piuttosto che non è vero che Israele ha bombardato la striscia di Gaza e che i coloni prima del 7 ottobre 2024 accompagnavano amorevolmente i feriti palestinesi negli ospedali israeliani. I nostri ospiti oltre ad illustrarci nel dettaglio i contenuti usciti da questo secondo incontro, ci hanno restituito le implicazioni su ciò che è stato detto e soprattutto, l'opinione finale degli studenti dopo questo infarcimento di fake news perpetrate da un abuso di ufficio.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Pietro-e-Adam-Ferrara-per-la-Palestina-su-corso-riparatore-imposto-da-Valditara.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Marcello Pini Coordinatore SiCobas Modena, per commentare insieme il grosso incidente esplosivo avvenuto a Reggio Emilia nella notte tra il 10 e l'11 Febbraio in uno stabilimento dell'Inalca, industria specializzata nella macellazione e nella lavorazione delle carni ad uso alimentare. Seppure sulle dinamiche dell'incidente paiono esserci fumi spessi come quelli stessi che ha sollevato bruciando dopo l'esplosione la sede, abbiamo colto l'occasione per parlare con chi da anni si occupa a livello vertenziale e non di quel settore e che quindi ha potuto delinearci un quadro sulle strutture di potere di questo mondo, oltre alle ingiustizie subite da chi ci lavora. Interessante a tal riguardo l'inedita solidarietà che si è riuscita a creare in quei territori, tra sindacato di base e movimenti animalisti e antispecisti, aspetto tra i diversi trattati in questa intervista.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Marcello-Pini-Coord-SiCobas-Modena-su-esplosione-stabilimento-Inalca-a-Reggio-Emilia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","12 Febbraio 2025","2025-02-12 23:27:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/valdi-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 11/02/2025",1739402849,[225],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[227],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[58],"amorevolmente i feriti palestinesi negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> israeliani. I nostri ospiti oltre","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Genova in merito all’infortunio mortale che si è verificato mercoledì 5 febbraio presso l’Ente Bacini delle Riparazioni Navali del Porto di Genova. L’operaio metalmeccanico era dipendente di una ditta d’appalto. La reazione immediata dei lavoratori metalmeccanici delle Riparazioni Navali del Porto di Genova è stata quella di fare sciopero subito sino a fine giornata e poi di replicare, il giorno dopo, con 8 ore di sciopero e un presidio davanti al Varco delle Grazie in piazza Cavour a partire dalle ore 8. Stefano ha sottolineato che \"la lotta si rende necessaria ed anzi va ampliata per coinvolgere le istituzioni, la politica e la città tutta ad interessarsi ed agire concretamente su un tema, quello su salute e sicurezza sul lavoro che, come dimostra l’odierna tragedia, è ben lontano dall’essere risolto Il drammatico infortunio sul lavoro. Vi è la necessità di intervenire per rinforzare gli organici degli ispettori ed aumentare la frequenza dei controlli nei cantieri per prevenire gli infortuni e garantire la regolare applicazione delle norme sulla sicurezza. Dobbiamo però sottolineare come il drammatico infortunio riguardi un lavoratore di una azienda in appalto edile, l’ennesimo caso, che richiama a quanto la liberalizzazione del sistema degli appalti e dei subappalti voluta dall’attuale governo in particolare nel settore edile, sia costante fonte di irregolarità, precarietà, infiltrazioni malavitose e violazione delle norme sulla sicurezza. Dobbiamo fermare la catena di infortuni con concretezza, il tempo dei discorsi è finito, perseguiremo il bisogno di verità su quanto successo anche con la mobilitazione.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Stefano-Bonazzi-segretario-FIOM-Genova-su-decesso-riparatore-al-porto-di-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello dell' inasprimento del clima repressivo e fascista del nostro Paese. Abbiamo avuto ospiti al telefono Pietro e Adam del collettivo Ferrara per la Palestina per farci raccontare la vicenda che li ha visti coinvolti come realtà promotrice di un progetto scolastico indirizzato ad una classe di un istituto di scuola secondaria di primo grado e delle reazioni scaturitene. Si trattava di un momento di sensibilizzazione al tema dei diritti umani, alla scoperta del popolo palestinese e un approfondimento sullo stato di crisi umanitaria da loro vissuta, che comprendeva anche la proiezione di un documentario. A seguito di questa attività svolta, la dirigente scolastica dell'istituto, è stata subissata da chiamate e pressioni da parte dell'ufficio scolastico provinciale che richiedevano spiegazioni e pretendevano \"l'imparzialità\" nel trattare questi avvenimenti, grazie alla presenza di un \"corso riparatore\" da far tenere a rappresentanti di Israele. Queste pressioni hanno raggiunto il loro apice con le minacce di ritorsioni nei confronti della dirigente e con le telefonate dall'ufficio scolastico provinciale fatte con la presenza telefonica del Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara. Il corso riparatorio non si poteva fermare, ed è stato fatto da Unione Associazioni Italia-Israele che alla stessa classe di cui sopra ha eposto teorie quali l'inesistenza di un popolo palestinese vero e proprio, piuttosto che non è vero che Israele ha bombardato la striscia di Gaza e che i coloni prima del 7 ottobre 2024 accompagnavano amorevolmente i feriti palestinesi negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> israeliani. I nostri ospiti oltre ad illustrarci nel dettaglio i contenuti usciti da questo secondo incontro, ci hanno restituito le implicazioni su ciò che è stato detto e soprattutto, l'opinione finale degli studenti dopo questo infarcimento di fake news perpetrate da un abuso di ufficio.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Pietro-e-Adam-Ferrara-per-la-Palestina-su-corso-riparatore-imposto-da-Valditara.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Marcello Pini Coordinatore SiCobas Modena, per commentare insieme il grosso incidente esplosivo avvenuto a Reggio Emilia nella notte tra il 10 e l'11 Febbraio in uno stabilimento dell'Inalca, industria specializzata nella macellazione e nella lavorazione delle carni ad uso alimentare. Seppure sulle dinamiche dell'incidente paiono esserci fumi spessi come quelli stessi che ha sollevato bruciando dopo l'esplosione la sede, abbiamo colto l'occasione per parlare con chi da anni si occupa a livello vertenziale e non di quel settore e che quindi ha potuto delinearci un quadro sulle strutture di potere di questo mondo, oltre alle ingiustizie subite da chi ci lavora. Interessante a tal riguardo l'inedita solidarietà che si è riuscita a creare in quei territori, tra sindacato di base e movimenti animalisti e antispecisti, aspetto tra i diversi trattati in questa intervista.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_11_02_Marcello-Pini-Coord-SiCobas-Modena-su-esplosione-stabilimento-Inalca-a-Reggio-Emilia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[234],{"field":79,"matched_tokens":235,"snippet":231,"value":232},[58],{"best_field_score":210,"best_field_weight":237,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":238,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},14,"578730123365187697",{"document":240,"highlight":254,"highlights":259,"text_match":208,"text_match_info":262},{"comment_count":36,"id":241,"is_sticky":36,"permalink":242,"podcastfilter":243,"post_author":244,"post_content":245,"post_date":246,"post_excerpt":42,"post_id":241,"post_modified":247,"post_thumbnail":248,"post_title":249,"post_type":190,"sort_by_date":250,"tag_links":251,"tags":253},"94845","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-16-01-2025-al-confine-bulgaro-della-fortezza-europa-continua-la-strage-di-migranti-libano-israele-e-stati-uniti-puntano-alla-destabilizzazione-cercando-di-emarginare-hezbollah-sud/",[145],"radiokalakuta","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",1737387136,[252],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[173],{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[58],"attacchi a scuole, mercati e \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[260],{"field":79,"matched_tokens":261,"snippet":257,"value":258},[58],{"best_field_score":210,"best_field_weight":237,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":238,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},{"document":264,"highlight":276,"highlights":281,"text_match":208,"text_match_info":284},{"comment_count":36,"id":265,"is_sticky":36,"permalink":266,"podcastfilter":267,"post_author":244,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":42,"post_id":265,"post_modified":270,"post_thumbnail":271,"post_title":272,"post_type":190,"sort_by_date":273,"tag_links":274,"tags":275},"90526","http://radioblackout.org/podcast/bastionidi-orione-13-06-2024-etiopia-il-passato-coloniale-raccontato-in-una-graphic-novel-e-il-presente-di-una-guerra-che-non-vuole-finire/",[145],"Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell'Etiopia e del sanguinoso passato coloniale italiano cancellato dalla memoria collettiva e sostituito dal mito degli \"italiani brava gente \". Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di realtà e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure ospedali e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie territoriali in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. Le conseguenze dell'assetto federale dello stato etiope sono uno dei fattori scatenanti il conflitto , la società civile etiope comunque dinamica ed articolata cerca nonostante tutto di trovare una soluzione a problemi che sono strutturali e profondi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-13062024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Giugno 2024","2024-06-14 20:44:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONIDI ORIONE 13/06/2024- ETIOPIA IL PASSATO COLONIALE RACCONTATO IN UNA GRAPHIC NOVEL E IL PRESENTE DI UNA GUERRA CHE NON VUOLE FINIRE.",1718397879,[252],[173],{"post_content":277},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[58],"si tratti di strade oppure \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> e presidi medici sono state","Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell'Etiopia e del sanguinoso passato coloniale italiano cancellato dalla memoria collettiva e sostituito dal mito degli \"italiani brava gente \". Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di realtà e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure \u003Cmark>ospedali\u003C/mark> e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie territoriali in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. Le conseguenze dell'assetto federale dello stato etiope sono uno dei fattori scatenanti il conflitto , la società civile etiope comunque dinamica ed articolata cerca nonostante tutto di trovare una soluzione a problemi che sono strutturali e profondi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-13062024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[282],{"field":79,"matched_tokens":283,"snippet":279,"value":280},[58],{"best_field_score":210,"best_field_weight":237,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":238,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},{"document":286,"highlight":301,"highlights":307,"text_match":208,"text_match_info":310},{"comment_count":36,"id":287,"is_sticky":36,"permalink":288,"podcastfilter":289,"post_author":290,"post_content":291,"post_date":292,"post_excerpt":42,"post_id":287,"post_modified":293,"post_thumbnail":294,"post_title":295,"post_type":190,"sort_by_date":296,"tag_links":297,"tags":299},"79635","http://radioblackout.org/podcast/contro-il-41bis-a-palazzo-nuovo-manicomio-e-carcere/",[151],"bellocome","Estratti dalla puntata del 23 gennaio 2023 di Bello Come una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nCONTRO LA TORTURA DI STATO: INIZIATIVA A PALAZZO NUOVO\r\n\r\n\r\n\r\nIl prigioniero anarchico Alfredo Cospito ha superato il terzo mese di sciopero della fame, sollevando l'attenzione nei confronti della tortura del 41bis e della \"pena di non-vita\" rappresentata dall'ergastolo ostativo.\r\nMentre l'arresto del mafioso Matteo Messina Denaro viene celebrato come grandiosa vittoria degli Eroi dell'Antimafia, a Torino si organizza un'iniziativa per sottolineare come questi stiano plasmando l'apparato punitivo in modo brutale.\r\n\r\nNe parliamo con un compagno della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_41bis-palazzonuovo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nBOLOGNA E IMOLA: CONTRO IL CARCERE MANICOMIALE\r\n\r\nDopo chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari nel 2014, l'apparato detentivo ha potenziato ulteriormente la sua dimensione manicomiale.\r\n\r\nInsieme a un compagno del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud approfondiamo alcuni aspetti della relazione tra carcere e psichiatria, rilanciando alcune iniziative in programma tra Bologna e Imola:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_dozza-imola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","25 Gennaio 2023","2023-01-25 18:13:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/bcupcb_tso41bis-200x110.png","Contro il 41bis a Palazzo Nuovo - Manicomio e carcere",1674670432,[298],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/",[300],"41 bis",{"post_content":302},{"matched_tokens":303,"snippet":305,"value":306},[304],"Ospedali","CARCERE MANICOMIALE\r\n\r\nDopo chiusura degli \u003Cmark>Ospedali\u003C/mark> Psichiatrici Giudiziari nel 2014, l'apparato","Estratti dalla puntata del 23 gennaio 2023 di Bello Come una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nCONTRO LA TORTURA DI STATO: INIZIATIVA A PALAZZO NUOVO\r\n\r\n\r\n\r\nIl prigioniero anarchico Alfredo Cospito ha superato il terzo mese di sciopero della fame, sollevando l'attenzione nei confronti della tortura del 41bis e della \"pena di non-vita\" rappresentata dall'ergastolo ostativo.\r\nMentre l'arresto del mafioso Matteo Messina Denaro viene celebrato come grandiosa vittoria degli Eroi dell'Antimafia, a Torino si organizza un'iniziativa per sottolineare come questi stiano plasmando l'apparato punitivo in modo brutale.\r\n\r\nNe parliamo con un compagno della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_41bis-palazzonuovo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nBOLOGNA E IMOLA: CONTRO IL CARCERE MANICOMIALE\r\n\r\nDopo chiusura degli \u003Cmark>Ospedali\u003C/mark> Psichiatrici Giudiziari nel 2014, l'apparato detentivo ha potenziato ulteriormente la sua dimensione manicomiale.\r\n\r\nInsieme a un compagno del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud approfondiamo alcuni aspetti della relazione tra carcere e psichiatria, rilanciando alcune iniziative in programma tra Bologna e Imola:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_dozza-imola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[308],{"field":79,"matched_tokens":309,"snippet":305,"value":306},[304],{"best_field_score":210,"best_field_weight":237,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":238,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},{"document":312,"highlight":324,"highlights":329,"text_match":208,"text_match_info":332},{"comment_count":36,"id":313,"is_sticky":36,"permalink":314,"podcastfilter":315,"post_author":217,"post_content":316,"post_date":317,"post_excerpt":42,"post_id":313,"post_modified":318,"post_thumbnail":319,"post_title":320,"post_type":190,"sort_by_date":321,"tag_links":322,"tags":323},"76049","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-07-06-2022/",[138]," \r\n\r\nIl primo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di un bracciante agricolo attivo nel foggiano, che ci ha testimoniato l'insostenibile situazione che coinvolge lui e i suoi colleghi.\r\n\r\nEsasperati dalle continue aggressioni subite nelle isolate strade di campagna, tardi di notte o presto al mattino nel tragitto dal lavoro alle loro abitazioni, hanno voluto lanciare un corteo per chiedere delle risposte a questa violenza gratuita, sistemica e totalmente ignorata dalle autorità locali. Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a Foggia l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di Foggia, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. In altri casi chi si trovava sui veicoli ha deliberatamente cercato di fare cadere i lavoratori africani dalle loro biciclette per poi aggredirli una volta a terra.\r\nTre di questi lavoratori sono rimasti feriti ma non tutti si sono recati in ospedale, per paura e con la consapevolezza che difficilmente avrebbero ricevuto le cure necessarie.\r\n\r\n\r\nE’ ora di dire basta a queste violenze, figlie della stessa cultura che discrimina gli immigrati attraverso leggi fatte per dividere e sfruttare, attraverso ostacoli burocratici, ghettizzazione e personale razzista negli ospedali, nelle questure e in altri uffici pubblici.\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia chiamano all’appello gli e le antirazziste in tutta Italia, affinché sostengano la loro battaglia contro tutte le forme di violenza razzista e per il riconoscimento di documenti, case e contratti che rendano loro la vita vivibile. Abbiamo sofferto abbastanza e siamo stanchi di parole al vento!\r\n\r\n\r\nCi troviamo sabato mattina, 11 giugno, alle h. 10 al piazzale della stazione di Foggia. Da qui partiremo in corteo per arrivare alla Prefettura, dove chiediamo di incontrare le autorità per avere risposte immediate. Basta razzismo, documenti case e contratti per tutt*\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Lancio-manifestazione-11-a-Foggia-contro-violenza-razzista.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in con Pasquale rsa Fiom alle car Fiat /Stellatis mirafiori sullo sciopero del 31/05/22.\r\n\r\n\r\nQualcosa inizia a scricchiolare nella fragile pace sociale delle aziende Stellantis in Italia. Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","9 Giugno 2022","2022-06-09 23:28:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/286440408_5505106886222058_6006858531246434206_eviii-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 07/06/2022",1654815950,[],[],{"post_content":325},{"matched_tokens":326,"snippet":327,"value":328},[58],"ghettizzazione e personale razzista negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, nelle questure e in altri"," \r\n\r\nIl primo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di un bracciante agricolo attivo nel foggiano, che ci ha testimoniato l'insostenibile situazione che coinvolge lui e i suoi colleghi.\r\n\r\nEsasperati dalle continue aggressioni subite nelle isolate strade di campagna, tardi di notte o presto al mattino nel tragitto dal lavoro alle loro abitazioni, hanno voluto lanciare un corteo per chiedere delle risposte a questa violenza gratuita, sistemica e totalmente ignorata dalle autorità locali. Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a Foggia l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di Foggia, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. In altri casi chi si trovava sui veicoli ha deliberatamente cercato di fare cadere i lavoratori africani dalle loro biciclette per poi aggredirli una volta a terra.\r\nTre di questi lavoratori sono rimasti feriti ma non tutti si sono recati in ospedale, per paura e con la consapevolezza che difficilmente avrebbero ricevuto le cure necessarie.\r\n\r\n\r\nE’ ora di dire basta a queste violenze, figlie della stessa cultura che discrimina gli immigrati attraverso leggi fatte per dividere e sfruttare, attraverso ostacoli burocratici, ghettizzazione e personale razzista negli \u003Cmark>ospedali\u003C/mark>, nelle questure e in altri uffici pubblici.\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia chiamano all’appello gli e le antirazziste in tutta Italia, affinché sostengano la loro battaglia contro tutte le forme di violenza razzista e per il riconoscimento di documenti, case e contratti che rendano loro la vita vivibile. Abbiamo sofferto abbastanza e siamo stanchi di parole al vento!\r\n\r\n\r\nCi troviamo sabato mattina, 11 giugno, alle h. 10 al piazzale della stazione di Foggia. Da qui partiremo in corteo per arrivare alla Prefettura, dove chiediamo di incontrare le autorità per avere risposte immediate. Basta razzismo, documenti case e contratti per tutt*\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Lancio-manifestazione-11-a-Foggia-contro-violenza-razzista.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in con Pasquale rsa Fiom alle car Fiat /Stellatis mirafiori sullo sciopero del 31/05/22.\r\n\r\n\r\nQualcosa inizia a scricchiolare nella fragile pace sociale delle aziende Stellantis in Italia. Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[330],{"field":79,"matched_tokens":331,"snippet":327,"value":328},[58],{"best_field_score":210,"best_field_weight":237,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":238,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":36},6637,{"collection_name":190,"first_q":24,"per_page":123,"q":24},["Reactive",336],{},["Set"],["ShallowReactive",339],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fy5TkhANrutbJt_tzc-Lf3pFxurICvWZkODNAl8MBJXQ":-1},true,"/search?query=ospedali+valdesi"]