","Un dedalo di strade per un Afghanistan tra parcellizzazione etnica e unificazione culturale","post",1590715893,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/daesh/","http://radioblackout.org/tag/hazara/","http://radioblackout.org/tag/pashtun/","http://radioblackout.org/tag/tajik/","http://radioblackout.org/tag/talebani/",[19,15,17,28,22,68],"talebani",{"tags":70},[71,73,75,77,80,82],{"matched_tokens":72,"snippet":19},[],{"matched_tokens":74,"snippet":15},[],{"matched_tokens":76,"snippet":17},[],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[28],"\u003Cmark>pashtun\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":22},[],{"matched_tokens":83,"snippet":68},[],[85],{"field":35,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[39],[88],[28],[79],578730123365712000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":38,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":93,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},"1108091339008","578730123365711977",{"document":95,"highlight":111,"highlights":117,"text_match":121,"text_match_info":122},{"cat_link":96,"category":97,"comment_count":47,"id":98,"is_sticky":47,"permalink":99,"post_author":50,"post_content":100,"post_date":101,"post_excerpt":53,"post_id":98,"post_modified":102,"post_thumbnail":103,"post_thumbnail_html":104,"post_title":105,"post_type":58,"sort_by_date":106,"tag_links":107,"tags":110},[44],[46],"39842","http://radioblackout.org/2017/01/afghanistan-hacker-sabotaggio-contro-lo-stato-stragista/","E' di questi giorni la notizia di un ennesimo attentato in Afghanistan, teatro l'11 gennaio di una doppia esplosione vicino al parlamento. \"Oltre trenta persone uccise in due attacchi vicino al parlamento di Kabul. Gli attentati nella capitale afgana sono stati rivendicati dai taliban e avevano come obiettivo un minivan che trasportava agenti dei servizi di intelligence. Secondo le autorità sanitarie, i morti sono almeno 38 e una ventina i feriti\". Il 23 luglio ottanta persone erano morte ed oltre duecento ferite, in un attentato rivendicato dall'Is e compiuto da un commando kamikaze durante una grande manifestazione a Kabul. La protesta era stata organizzata da esponenti della popolazione Hazara, una minoranza di lingua persiana e sciita, contro l'esclusione della provincia di Bamyan dall'accesso all'energia elettrica.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo avuto come ospite in studio Hussain, il quale ci ha raccontato come alcuni giovani hazara siano recentemente riusciti ad hackerare un sito del Ministero degli Interni afgano, accedendo a documenti da cui risulterebbea che i vari attentati avvenuti ai danni sia degli Hazara che dei Pashtun negli ultimi mesi siano stati in realtà orditi dal governo afgano stesso, come strategia della tensione (potenzialmente foriera di una guerra civile) volta a mantenere il controllo del territorio. Non è chiaro se gli hacker siano effettivamente entrati in possesso dei documenti governativi, ma attraverso la diffusione della notizia provano a mettere sotto scacco il governo: chiedono l'allacciamento alla luce elettrica nella loro regione del Bamian, infrastrutture e welfare in cambio del fatto che non diffonderanno le informazioni.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nHazara hacker","13 Gennaio 2017","2017-01-17 19:09:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/313161e4-d17f-11e6-86a3-82dfe61732b8_image_hires-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"187\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/313161e4-d17f-11e6-86a3-82dfe61732b8_image_hires-300x187.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/313161e4-d17f-11e6-86a3-82dfe61732b8_image_hires-300x187.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/313161e4-d17f-11e6-86a3-82dfe61732b8_image_hires.jpg 440w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Afghanistan: hacker-sabotaggio contro lo Stato stragista",1484317858,[61,108,62,109,63],"http://radioblackout.org/tag/attentati/","http://radioblackout.org/tag/hacker/",[19,32,15,26,17],{"post_content":112},{"matched_tokens":113,"snippet":115,"value":116},[114],"Pashtun","sia degli Hazara che dei \u003Cmark>Pashtun\u003C/mark> negli ultimi mesi siano stati","E' di questi giorni la notizia di un ennesimo attentato in Afghanistan, teatro l'11 gennaio di una doppia esplosione vicino al parlamento. \"Oltre trenta persone uccise in due attacchi vicino al parlamento di Kabul. 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US drone strikes in Pakistan, “Sarò io il prossimo? Gli attacchi con i droni USA in Pakistan”. E’ il rapporto preparato da Amnesty International e presentato ieri a Londra. Gli Stati Uniti hanno utilizzato massiciamente i droni in Pakistan sin dal 2004. Nel mirino le cosiddette aree tribali del nord-ovest del paese e, in particolare il Waziristan. Queste regioni, mai controllate a pieno dallo Stato pachistano sin dall'indipendenza, sono abitate dalle stesse popolazioni di lingua e origini persiane che vivono al di là del passo Khyber, in Afganistan. In Pakistan sono dette pathan, in Afganistan, pashtun. Le aree \"tribali\" del Pakistan sono state la culla delle scuole coraniche deobandi, in cui si sono formati i talebani.\r\nQueste aree, sospettate di dare rifugio e appoggio sia ai guerriglieri talebani che agli esponenti dell'internazionale islamica Al Quaeda, sono entrate nel mirino dell'amministrazione statunitense, che ha ordinato attacchi con i droni, gli aerei senza pilota, guidati da lontano verso gli obiettivi prescelti.\r\nI droni hanno ucciso numerosissimi civili: Il j'accuse di Amnesty è fortissimo: gli Stati Uniti sono accusati di crimini contro l'umanità.\r\n\r\n“I droni sono come l’angelo della morte – ha detto ad Amnesty Nazeer Gul, un commerciante di Miram Shah. Soltanto loro sanno quando e dove colpiranno”.\r\n\r\nIl segretario di Stato statunitense Kerry ha descritto le operazioni come un trionfo nella lotta contro Al Quaeda, privo di effetti collaterali.\r\nLa realtà descritta da Amnesty è molto diversa. Il gruppo per la difesa dei diritti umani ha preso in esame tutti i 45 attacchi che hanno colpito il Waziristan del Nord tra il gennaio 2012 e l’agosto 2013. Secondo Amnesty, i droni avrebbero ucciso, in due soltanto di questi attacchi nel gennaio 2012, almeno 19 civili. Nessuna delle vittime poteva in alcun modo essere collegata ai militanti islamici.\r\n\r\nMiram Shah, un villaggio nel nord-ovest del Paese è stato attaccato per ben 13 volte dai droni a partire dal 2008; altri 25 attacchi sono stati lanciati nelle zone circostanti. A Miram Shah la popolazione vive nel terrore. Gli abitanti dell’area, scrive Amnesty, sono costretti a vivere tra due fuochi: da un lato “l’angelo della morte”, dall’altro la violenza di talebani e militanti di Al Qaeda, che uccidono chiunque sia sospettato di essere “una spia americana”. Moltissimi uomini e donne vengono massacrati e lasciati ai lati delle strade, con addosso cartelli in cui si dice che “chiunque diventi un collaboratore degli americani farà la stessa fine”. Il villaggio è completamente controllato da talebani e militanti radicali, che girano per le strade imbracciando fucili AK-47, sovrintendendo a qualsiasi attività soprattutto nel locale bazaar e arrivando persino a dirigere il traffico nel centro del villaggio.\r\n\r\nA dieci chilometri da Miram Shah c'é una base statunitense, con una nutrita flotta di elicotteri da combattimento Cobra. I militari statunitensi, tranne qualche scaramuccia, se ne stanno all'interno della base. La guerra la fanno i droni. Gli agenti della Cia negli ultimi mesi hanno preso di mira una panetteria, una ex-scuola per le ragazze, una fabbrica di fiammiferi e un ufficio per l’invio di denaro.\r\nIn questa, come in tutte le guerre moderne, la popolazione civile, diventa un obiettivo primario, non certo un \"incidente\" di percorso.\r\nGli Stati Uniti creano il terrore tra la popolazione civile, per fare terra bruciata intorno ai talebani. Il governo pachistano protesta ma non mette in discussione l'alleanza con gli Stati Uniti.\r\nStretti tra l'incudine e il martello, migliaia di abitanti del Waziristan, privi di cure mediche, con l'agricoltura al collasso, hanno abbandonato le loro case per fuggire dalle violenze.\r\n\r\nL'anziana contadina Manana Bibi non ce l'ha fatta, incenerita nel campo dove raccoglieva verdure per la cena. I suoi nipoti, accorsi a soccorrerla, sono stati feriti da un missile tanto intelligente da indirizzarsi sui soccorritori. 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La perdita del controllo della importante città strategica di Chinshwehaw al confine con la Cina ha costituito un segnale di debolezza della giunta birmana e provocato l'intervento della Cina che ha richiesto un cessate il fuoco immediato . Pechino è preoccupata per la pipeline che porta gas e petrolio dalle coste birmane allo Yunan evitando lo stretto di Malacca ma anche dall'estensione dei combattimenti in una zona dove erano progettati investimenti infrastrutturali legati alla\" road and belt initiative\". Secondo alcuni analisti i combattimenti, scoppiati vicino al confine con la Cina, costituiscono una minaccia reale per la giunta militare, arrivata al potere nel 2021 con un colpo di stato. Il generale Myint Swe, presidente ad interim del paese, ha evocato un “rischio d’implosione del paese” in un discorso trasmesso dai mezzi d’informazione statali.\r\n\r\nParliamo anche della situazione thailandese e degli errori d'ingenuita del movimento progressista del Move forward ,vincitore delle elezioni,ma estromesso con manovre di palazzo dalla formazione del governo .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/BASTIONI-DI-ORIONE-MAX-MORELLO-91123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCi spostiamo in Pakistan per parlare con Manuele Giordana dell'espulsione di massa degli afgani senza documenti decretata dal governo pakistano.il 3 ottobre scorso, Islamabad ha annunciato che gli afgani senza un permesso di soggiorno valido avevano tempo fino al 31 del mese scorso per lasciare il paese. E che dopo questa scadenza, chiunque fosse presente illegalmente sul territorio pakistano sarebbe stato arrestato e rispedito in Afghanistan.Si tratta di persone che sono in Pakistan dal 1978 ,che nel frattempo si sono costruite una vita ma senza documenti costrette ora al ritorno in Afganistan ,si parla di olre 1,6 milioni afgani secondo le autorità di Islamabad che devono tornare nel paese di origine. La maggioranza sono pashtun e si ritroveranno in un paese che vive una condizione di miseria e difficoltà ,alcuni pensano che potrebbero essere destinati al territorio confinante con il Tagikistan e L'Uzbekistan in un tentativo di cambiare gli equilibri demografici dell'area con l'immisione di popolazione di origine pashtun.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/BASTIONI-DI-ORIONE-9112023-MANUELE-GIORDANA.mp3\"][/audio]","11 Novembre 2023","2023-11-11 12:23:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 09/11/2023- BIRMANIA LA GIUNTA TRABALLA E LA CINA SI PREOCCUPA -PAKISTAN LA CACCIATA DEGLI AFGANI","podcast",1699705400,[186],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[169],{"post_content":189},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[28],"di origine. 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per raccontare le convulsioni della geopolitica e le rivolte dei popoli che spesso subiscono e combattono le logiche di potere che sottendono gli equilibri sempre più instabili dell'ordine mondiale costituito .\r\n\r\nParliamo dell'Afganistan con un nostro corrispondente che si trova suo malgrado ancora a Kabul che ci restituisce la condizione di paura e di incertezza di chi è costretto ad uscire di casa per avere lo stretto necessario e ci apre una finestra di conoscenza sulla contraddizione fra talebani pashtun pakistani e afgani .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Etiopia dove la guerra scatenata dal \"premio nobel per la pace\" ,Ahmed si allarga sempre di più investendo altre comunità ,aumentano i profughi si affaccia lo spettro della fame per la popolazioen tigrina coinvolta nel conflitto,le divisioni etniche si acuiscono alimentate da strumentalizzazioni ,nel silenzio della cosidetta comunità internazionale e dell'Italia che con il suo passato coloniale non ha mai fatto 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