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Ci sono voluti più di un milione e mezzo di euro dal Pnnr, per un progetto su un area che non era neanche di proprietà del comune, con un bando di assegnazione dei lavori prima andato deserto e poi assegnato.\r\n\r\nTutto questo senza mai nominare il Campetto, questo forse perché fregiarsi di buttare le persone per strada e di cancellare un esperienza di socialità, cultura, stare bene insieme e aiutarsi, non sarebbe stata una storia “vendibile”. Allora ci stanno provando dicendo che faranno un parco su un area che a convenienza chiamano abbandonata o degradata, che nei fatti significa radere al suolo ciò che per loro è scomodo e piantare due alberelli per potersi dichiarare al fianco dell’ambiente.\r\n\r\nQuello che è il campetto occupato non è raccontabile, lo si può cogliere soltanto vivendolo: affrontando la fatica di prendersi cura di un luogo e dei propri simili e prendendosi la gioia di una libertà che in questi anni sembra sempre più ridursi.\r\n\r\nRibellarsi a questo mondo e vivere in autogestione senza essere ne servi ne padroni è possibile. Per tutte le persone che sono passate e si sono fermate, per chi non ha trovato l’occasione per venirci a conoscere… Passate al campetto, partecipando alle iniziative o per un saluto. Portiamo la solidarietà e la complicità che i padroni non potranno mai conoscere, perché il campetto non lo cancelleranno mai!\r\n\r\nRESISTIAMO TUTTE/I INSIEME”\r\n\r\nLa minaccia e successivamente lo sgombero hanno mosso una grande solidarietà nei confronti del Campetto, ci sono state diverse iniziative di protesta rispetto alle mosse dell'amministrazione comunale, che hanno ricordato le gravi responsabilitò di essa sia nel lasciare fuori di casa le persone che abitavano nell'area dell'ex depuratore, nel distruggere i loro effetti personali, nel privare Giulianova di uno spazio ricco di iniziative e di socialità al di fuori delle logiche di mercato, e, come se tutto ciò non fosse stato sufficiente, anche nella distruzione di alcune lastre di ethernit nella foga di demolire il Campetto, che hanno liberato materiale cancerogeno nell'area.\r\n\r\nL'invito è quello di rimanere aggiornatx e seguire i profili social del Campetto Occupato, seguiranno altre iniziative e un corteo!\r\nAscolta la diretta da Giulianova:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/campetto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Settembre 2024","2024-09-09 12:42:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"251\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n-300x251.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n-300x251.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n-1024x858.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n-768x643.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/458437253_922370993267250_2010048758543925145_n.jpg 1461w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il campetto sarà sempre!",1725885694,[95,96],"http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[98,99],"occupazioni","Sgomberi",{"post_content":101},{"matched_tokens":102,"snippet":103,"value":104},[70],"abitativi, mossa che rivela le \u003Cmark>paure\u003C/mark> di una rioccupazione dell'area dell'ex","Venerdì è stato sgomberato il Campetto di Giulianova, spazio sociale e abitativo occupato nel teramano, che ospitava tante iniziative di lotta, controinformazione e autogestione, e le abitazioni di alcune persone.\r\n\r\nGli edifici sono stati ridotti in macerie dalle ruspe che hanno subito provveduto alla demolizione degli spazi sociali e abitativi, mossa che rivela le \u003Cmark>paure\u003C/mark> di una rioccupazione dell'area dell'ex depuratore del Parco Annunziata e che dimostra l'importanza della realtà del Campetto occupato nel territorio di Giulianova.\r\n\r\nLo sgombero era stato ampiamente annunciato da parte dell'amministrazione, a fine agosto, infatti il Campetto Occupato aveva diffuso un comunicato sul paventato sgombero:\r\n“Da diverse settimane l’amministrazione comunale ha gettato la maschera sullo sgombero del Campetto Occupato. 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Parliamo di oltre 18 milioni di euro per abbattere decine di alberi ad alto fusto, distruggere la fauna presente, non ristrutturare e demolire la scuola esistente, e ricostruirne una nuova accanto – “green” – asfaltando il parco. Un vero capolavoro.\r\n\r\nIl 16 dicembre 2023 circa duecento persone tra abitanti e giovani del quartiere, collettivi e realtà ecologiste, cittadine e cittadini in lotta contro il Passante di mezzo, e un’idea di città escludente ed esclusiva, hanno attraversato il quartiere San Donato in corteo per dire no alla devastazione del Parco Don Bosco. Sono state organizzate iniziative, momenti di incontro e confronto, oltre che costanti presidi per impedire l’inibizione dell’accesso al parco.\r\n\r\nIl 29 gennaio, quando operai e municipale si sono presentati per recintare definitivamente l’area in vista degli abbattimenti, un gruppo di cittadinx si legato agli alberi, mentre le abitanti del quartiere hanno divelto le recinzioni per impedire l’allestimento del cantiere. Da quel giorno il Parco Don Bosco è presidiato costantemente, animato da iniziative, momenti di incontro e libera socialità, colazioni, pranzi, cene, merende, bricolage, sculture in legno, casette sull’albero, tende, tessuti, trapezi, musica e discussioni!\r\n\r\n\r\n\r\nUna situazione assolutamente inedita e singolare per le nostre latitudini, soprattutto all’interno di contesti iper-urbanizzati, una vera e propria micro ZAD in città – Zone a Defendre, Zona da difendere – inserita come un cuneo tra i palazzi della fiera e i progetti dell’amministrazione, in cui abitanti del quartiere, di età e generazioni diverse, si stanno incontrando, vincendo pregiudizi e paure, non solo per difendere un parco, ma contro un modello di sviluppo insensato che annienta la vita di individui, territori e comunità, e un’idea di città “green” come il colore dei soldi. In barba a chi avrebbe già voluto vederlo distrutto, il Parco Don Bosco oggi è più vivo che mai!\r\n\r\n\r\n\r\nZAD – Zone a Defendre, Zona da Difendere – è un neologismo francese che indica quelle occupazioni che hanno lo scopo di bloccare progetti dannosi e nocivi per comunità e ambienti, rendendo possibile, qui e ora, la riappropriazione collettiva da parte delle comunità dei territori che abitano, oltre le logiche del consumo e del profitto.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nQualcuno non aveva fatto i conti con una comunità ostinata!\r\nSiamo tuttx invitatx a presidiare il Parco!\r\n\r\nIL PARCO DON BOSCO NON SI TOCCA!\r\n\r\nDal comunicato di alcunx abitanti in lotta.\r\n\r\nAscolta e scarica la diretta con il presidio bolognese e segui la pagina del Comitato Besta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/microzadbologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","12 Febbraio 2024","un comitato di cittadinx è riuscito a rompere il silenzio intorno al progetto di “riqualificazione” delle scuole Besta","2024-02-12 19:31:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTACEMENTO-1024x771-1-768x578-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"226\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTACEMENTO-1024x771-1-768x578-1-300x226.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTACEMENTO-1024x771-1-768x578-1-300x226.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTACEMENTO-1024x771-1-768x578-1.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Microzad a Bologna",1707766111,[127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/cementificazione/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazione/",[131,132,133],"Bologna","cementificazione","riqualificazione",{"post_content":135},{"matched_tokens":136,"snippet":137,"value":138},[70],"stanno incontrando, vincendo pregiudizi e \u003Cmark>paure\u003C/mark>, non solo per difendere un","Da diversi mesi un comitato di cittadinx è riuscito a rompere il silenzio intorno al progetto di “riqualificazione” delle scuole Besta. 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La decadenza dell’impero statunitense da fiato alle paure di un’America profonda, segnata dalla destra religiosa, preoccupata per un futuro che si presenta sempre meno radioso.\r\nCapitol Hill mise insieme le tante anime divise della destra statunitense, unite dalla spinta a disfarsi di governanti considerati burattini di un cosmopolitismo che nega alle radici l’identità del paese e rischia di comprometterne l’egemonia.\r\nLa partita per le presidenziali si giocherà senza esclusione di colpi. 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Abbiamo chiesto a Kristina, di Antifa Sofia di raccontarci di cosa si tratta, cercando di fornire anche il contesto in cui si svolge da 20 anni la marcia neonazista e parlando della portata internazionale di questo raduno.\r\n\r\nDi seguito la diretta, e il comunicato del collettivo Antifa Sofia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/antifasofia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCare compagne e compagni,\r\n\r\nQuesto è un invito a partecipare e a diffondere la chiamata alla NO NAZIS ON OUR STREETS 2023 a Sofia, Bulgaria - la manifestazione del 25 febbraio contro il più grande raduno neonazista internazionale che si svolge a Sofia ogni anno, da vent'anni.\r\n\r\nQui sotto ci sono alcune informazioni per chi volesse saperne di più:\r\n\r\n1.Chi è il generale Lukov e cos'è la \"LukovMarch\"\r\n2.Perché è importante la solidarietà internazionale\r\n3.Chi siamo in Antifa Sofia/Antifa Bulgaria\r\n4.Qual è la situazione attuale e cosa è successo l'anno scorso\r\n5.Cosa è previsto per la manifestazione di quest'anno\r\n6.In che altro modo potete sostenerci\r\n\r\n1. Chi è il generale Lukov e cos'è la \"LukovMarch\":\r\nLa LukovMarch è una marcia neonazista con fiaccole e centinaia di partecipanti che si svolge a febbraio a Sofia, la capitale della Bulgaria, ogni anno dal 2003. Si dice che la marcia onori la memoria del tenente generale, politico e ministro della Guerra Hristo Lukov (1887-1943), sostenitore della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Lukov fece pressione sul governo bulgaro per inviare gli ebrei bulgari nei campi di sterminio in Germania. Il generale era un leader dell'organizzazione ultranazionalista UBNL, che proclamava antisemitismo, xenofobia, totalitarismo e fascismo. Fu ucciso da Violeta Yakova, una donna di origine ebraica, membro della resistenza comunista antifascista illegale di Sofia.\r\n\r\n20 anni fa, nel 2003, la figura di Hristo Lukov è stata tirata fuori dal cestino della storia per essere commemorata per la prima volta e da allora ogni anno si svolge la marcia in suo onore.\r\n\r\nI gruppi formali e informali dietro l'organizzazione della \"LukovMarch\", insieme alla maggior parte dei partecipanti al corteo, rappresentano la stragrande maggioranza dell'estrema destra bulgara e della scena neonazista: l'organizzatore principale è l'Unione Nazionale Bulgara, il partito ultranazionalista VMRO (che ha deputati al Parlamento europeo e in precedenza faceva parte della coalizione parlamentare \"Patrioti Uniti\" e del governo di Boyko Borisov fino al 2021), Resistenza Nazionale (famosa per le manifestazioni omofobe e le aggressioni ad attivist di sinistra), gruppi calcistici ultras neonazisti, la sezione bulgara dell'organizzazione neonazista Blood And Honor e altri.\r\n\r\n2. Perché la solidarietà transnazionale è importante?\r\nGli ultranazionalisti erano al governo. Le organizzazioni naziste parlamentari ed extraparlamentari si stanno unendo incontrandosi, marciando insieme, tenendo conferenze e mostrando una \"solidarietà internazionale (suprematista) bianca\" più che mai per \"proteggere l'Europa\", come sostengono, specialmente contro le persone migranti che attraversano il confine con la Turchia per entrare in Europa. Questa unione è evidente dal numero di sostenitori stranieri della LukovMarch negli ultimi anni, tra cui: Spagna (La Falange), Germania (NPD, Die Rechte, Der III Weg), Francia (Terre et peuple), Italia (CasaPound), Austria, Croazia (Partito Neofascista), Polonia (National Revival), Romania (Nova Dreapta), Ungheria, Svezia (Fronte Nordico), Russia (Movimento Imperiale Russo) e persino dagli Stati Uniti.\r\n\r\nPer anni la marcia neonazista è stata oggetto di proteste. Persino la Direzione degli Affari Interni della capitale ha pubblicato dati secondo cui la LukovMarch è un evento che coinvolge membri di gruppi terroristici e criminali filo-nazisti come partecipanti. Dal 2014, il sindaco di Sofia formalmente \"vieta\" la marcia, per poi lasciare che i nazisti marcino con le loro torce, scortati da un gran numero di forze di polizia. Nel frattempo, i partiti politici che hanno stretti legami con le organizzazioni che stanno dietro alla LukovMarch ricoprono diverse cariche nelle strutture di potere locali, nazionali ed europee, anche ai vertici. Il loro discorso è promosso e amplificato dai media mainstream, che lo utilizzano costantemente per fomentare paure e divisioni servendosi senza filtri dei peggiori stereotipi razzisti, sessisti e omofobi.\r\n\r\nQuest'anno ricorre il 20° anniversario della LukovMarch e ci aspettiamo una grande partecipazione internazionale da parte dei neonazi, perciò speriamo in un'eguale partecipazione da parte dei nostri compagni e compagne.\r\n\r\n3. Chi siamo?\r\nIn Antifa Sofia/Antifa Bulgaria siamo un gruppo di persone con idee prevalentemente anarchiche e antiautoritarie, che si oppongono a strutture e organizzazioni di partito totalitarie. Ci siamo riunit nel tentativo di fermare la LukovMarch e di opporci agli atti di violenza dell'estrema destra.\r\n\r\n4. Qual è la situazione attuale e cosa è successo l'anno scorso\r\nA causa della pandemia, negli ultimi due anni non abbiamo potuto contare sulla presenza fisica dei nostr compagn di altri paesi, ma lo stesso vale per i nazisti bulgari, che non sono stati raggiunti dai loro amici europei.\r\nLa marcia nazista LukovMarch del 2022 ancora una volta è stata all'ultimo minuto vietata dal comune di Sofia, ma si è svolta comunque. I nazisti hanno in realtà organizzato tre manifestazioni diverse per tre diverse \"cause patriottiche\", con il piano di riunirsi e concludersi insieme di fronte alla casa di Hristo Lukov. Anche se non sono state ufficialmente annunciate come LukovMarch, in tutte e tre le marce si gridavano gli stessi slogan e si inneggiava al generale Lukov.\r\n\r\nDal canto nostro, nonostante i numeri ridotti, il nostro corteo è stato partecipato e determinato, capace di prendersi le strade nel freddo pungente di febbraio e di spezzare il silenzio e il grigiore della città. L'anno scorso abbiamo poi fatto un ulteriore passo: per la prima volta siamo riuscit a bloccare la LukovMarch. Nonostante le forze di polizia presenti in grandi numeri, un gruppo di compagn si è riunito in strada e si è fermato davanti alla manifestazione neonazista con uno striscione, cantanto e bloccando la strada, impedendo ai neonazi di marciare.\r\n\r\n5. Cos'è previsto per la manifestazione di quest'anno:\r\nLa manifestazione di quest'anno sarà il 25 febbraio. Come di consueto, la data è scelta per farla coincidere con quella della marcia neonazista e per questo la data è stata definita con poco anticipo. Quest'anno cercheremo di avvicinare il nostro corteo al loro e inizieremo nel pomeriggio/sera.\r\nNonostante il pochissimo preavviso, saremmo felicissim di avervi con noi a Sofia in quella giornata. Non possiamo purtroppo coprire le spese di viaggio o di alloggio, ma faremo il possibile per ospitarvi. Per questo vi preghiamo di farci sapere il prima possibile se avete intenzione di partecipare.\r\nIn base alle presenze, penseremo ad organizzare un evento post-corteo e un'assemblea, per conoscerci e discutere delle nostre lotte e di come intrecciarle.\r\nSe avete domande o proposte, scriveteci!\r\n\r\n6. In che altro modo potete sostenerci?\r\nLa cosa migliore è sensibilizzare l'opinione pubblica in tutti i modi possibili! Condividete questo appello, organizzate informazioni/eventi, condividete con i media, ecc. Inoltre, potete fare una donazione alla nostra raccolta fondi: https://preview.firefund.net/antifabg?stamp=1673517103.\r\n\r\nLottiamo insieme contro questo sistema costruito sullo sfruttamento, il razzismo, il patriarcato e le discriminazioni costruendo reti di solidarietà!\r\n\r\nCi auguriamo di ricevere presto vostre notizie e speriamo di vedervi il 25 febbraio!\r\nEvento Fb: https://www.facebook.com/events/3341975939392237?ref=newsfeed\r\n\r\nAntifa Sofia","13 Febbraio 2023","2023-02-13 12:52:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Antifa Sofia",1676292643,[193,194,195,196,197,198],"http://radioblackout.org/tag/antifa/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/neonazisti/","http://radioblackout.org/tag/sofia/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[16,200,201,202,203,204],"Bulgaria","fascisti","neonazisti","sofia","xenofobia",{"post_content":206},{"matched_tokens":207,"snippet":208,"value":209},[70],"lo utilizzano costantemente per fomentare \u003Cmark>paure\u003C/mark> e divisioni servendosi senza filtri","Antifa Bulgaria ricorda che quest'anno, come ogni anno, si terrà il raduno ultranazionalista e neonazista Lukovmarch il 25 febbraio e invita tutte, tutti e tuttu a partecipare alla contromanifestazione e a costruire reti di solidarietà internazionali. Abbiamo chiesto a Kristina, di Antifa Sofia di raccontarci di cosa si tratta, cercando di fornire anche il contesto in cui si svolge da 20 anni la marcia neonazista e parlando della portata internazionale di questo raduno.\r\n\r\nDi seguito la diretta, e il comunicato del collettivo Antifa Sofia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/antifasofia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCare compagne e compagni,\r\n\r\nQuesto è un invito a partecipare e a diffondere la chiamata alla NO NAZIS ON OUR STREETS 2023 a Sofia, Bulgaria - la manifestazione del 25 febbraio contro il più grande raduno neonazista internazionale che si svolge a Sofia ogni anno, da vent'anni.\r\n\r\nQui sotto ci sono alcune informazioni per chi volesse saperne di più:\r\n\r\n1.Chi è il generale Lukov e cos'è la \"LukovMarch\"\r\n2.Perché è importante la solidarietà internazionale\r\n3.Chi siamo in Antifa Sofia/Antifa Bulgaria\r\n4.Qual è la situazione attuale e cosa è successo l'anno scorso\r\n5.Cosa è previsto per la manifestazione di quest'anno\r\n6.In che altro modo potete sostenerci\r\n\r\n1. 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Persino la Direzione degli Affari Interni della capitale ha pubblicato dati secondo cui la LukovMarch è un evento che coinvolge membri di gruppi terroristici e criminali filo-nazisti come partecipanti. Dal 2014, il sindaco di Sofia formalmente \"vieta\" la marcia, per poi lasciare che i nazisti marcino con le loro torce, scortati da un gran numero di forze di polizia. Nel frattempo, i partiti politici che hanno stretti legami con le organizzazioni che stanno dietro alla LukovMarch ricoprono diverse cariche nelle strutture di potere locali, nazionali ed europee, anche ai vertici. 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È andata in crisi la globalizzazione, anzi la «iper-globalizzazione» come la chiama Dani Rodrick su Project Syndicate ricordando che le vittorie dei conservatori erano una ritorsione contro la fede cieca nella globalizzazione che aveva indebolito le classi medie e lavoratrici dell’occidente. «Clinton la riteneva immutabile e irresistibile, l’equivalente di una forza della natura come vento o acqua», ricorda Rodrick, che insegna politica economica internazionale alla Kennedy School of Government di Harvard. I risultati sono noti, da Trump alla Brexit.\r\nLe prime crepe sono arrivate con i dazi incrociati fra Usa e Cina nell’era Trump che hanno provocato i primi aumenti dei prezzi: e con tutto quello che è successo negli ultimi due anni, oggi subiamo in pieno l’onda lunga della tempesta. «Il mondo non era preparato a gestire shock come la pandemia e la guerra. 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questa puntata \"Bastioni di Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. 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Lo facciamo per capire come rendere questa possibilità meno probabile...magari partendo da tutto ciò che si porta dentro e dietro un maschio.\r\n\r\nCome mettiamo in campo la sessualità? Con quali paure, con quali vergogne? E cosa resta di noi oltre tutto questo? Quali energie si possono liberare al di là degli automatismi mascolini?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/maschi.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload","11 Dicembre 2024","2025-04-20 11:08:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/download-200x110.jpg","FANTASMI DEI MASCHI 03/12/2024",1733926586,[386,387,388,389],"http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/mascolinita/","http://radioblackout.org/tag/molestie/","http://radioblackout.org/tag/sessualita/",[391,392,393,394],"genere","mascolinità","molestie","sessualità",{"post_content":396},{"matched_tokens":397,"snippet":398,"value":399},[70],"campo la sessualità? 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Quali energie si possono liberare al di là degli automatismi mascolini?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/maschi.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload",[401],{"field":107,"matched_tokens":402,"snippet":398,"value":399},[70],{"best_field_score":78,"best_field_weight":110,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":44,"score":111,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":44},{"document":405,"highlight":419,"highlights":424,"text_match":76,"text_match_info":427},{"comment_count":44,"id":406,"is_sticky":44,"permalink":407,"podcastfilter":408,"post_author":255,"post_content":409,"post_date":410,"post_excerpt":50,"post_id":406,"post_modified":411,"post_thumbnail":412,"post_title":413,"post_type":313,"sort_by_date":414,"tag_links":415,"tags":417},"90499","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-7-giugno-votare-ma-no-sommossa-al-cpr-di-gradisca-il-tempo-sospeso-e-la-violenza-istituzionale-per-i-senza-carte-smilitarizzare-la-citta-i-nuovi-bombardieri-di-leonardoc/",[255],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-07-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVotare? Ma no!\r\nIl voto è uno dei rituali cardine della democrazia rappresentativa, uno strumento di ricambio delle élite, con il quale non si misura tanto il consenso a questo o quel partito, quanto alla delega in bianco su cui si regge l’intero sistema.\r\nAl di là di programmi, slogan e dichiarazioni di intenti, chi viene eletto non ha alcun mandato imperativo, ma un semplice impegno verbale, che può essere costantemente disatteso, senza portare alla decadenza del delegato.\r\nLa democrazia serve ad alimentare l’illusione che esista una sovranità popolare, cui ciascuno partecipa recandosi alle urne.\r\nNei fatti le regole che la sottendono, difese da un nutrito corpo di armati, impediscono e non consentono la partecipazione alle decisioni sulla vita di noi tutti. É un gioco a carte truccate.\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano Antonelli\r\n\r\nGradisca. Sommossa al CPR\r\nA fine maggio nel Centro di detenzione amministrativa di Gradisca di Isonzo, è scoppiata una sommossa, sedata con la forza da polizia, carabinieri e militari. Un’intera area del CPR è stata distrutta.\r\nDa quando il governo ha deciso il prolungamento a 18 mesi del periodo massimo di reclusione per i migranti senza documenti, i Centri italiani sono in crescente ebollizione. Chi finisce in un centro viene condannato ad una pena detentiva di un anno e mezzo di reclusione. Alcuni vengono deportati prima, ma per quelli che provengono da paesi con i quali non ci sono accordi di rimpatrio è prigione.\r\nCe ne ha parlato Raffaele di Trieste\r\n\r\nAttesa presso l’Ufficio Immigrazione. Racconto di una mattina a Torino\r\nOgni città ha un Ufficio Immigrazione della questura. Qui le persone giungono per richiedere documenti, rinnovarli. Spesso riconosciamo questi luoghi per le code di uomini e donne fuori dall’ingresso; a volte la normalità è interrotta da proteste. A Torino l’Ufficio Immigrazione è situato in corso Verona, a pochi passi dalla Dora. Vicino si trovano il blocco oscuro del centro direzionale Lavazza e il cantiere che trasformerà il vecchio mercato all’ingrosso dei fiori in un’area sportiva con palestra e piscina. L’edificio della questura è ampio e spazioso, ma le persone devono attendere ore in coda, ogni mattina, sull’asfalto del piazzale antistante. La polizia amministra l’ordine pubblico, dispone barriere e redarguisce; accanto un furgoncino vende brioche, bibite e caffè, fototessere e servizi di fotocopia. Un’amica, che desidera rispondere al nome di Selma Arnaldo, trascorre mattine qui perché è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Selma ha scritto il racconto di una giornata d’attesa. (da Monitor Italia)\r\n\r\nTorino. In strada per smilitarizzare la città\r\nCome sempre il 2 giugno la Repubblica ha celebrato sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nUna “festa” che anche quest’anno è stata contestata attivamente in due giornate di informazione e lotta.\r\n\r\nLeonardo. Squadriglie di bombardieri tra IA e massacri del futuro\r\nIL 14 dicembre dello scorso anno i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire Eurofighter ed F35.\r\nIn questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali velivoli da guerra. \r\nGrazie ad un’intervista uscita sull’edizione torinese del Corsera oggi ne sappiamo di più.\r\nl PC2lab di Leonardo a Torino è un vero e proprio centro di sviluppo e prototipazione di modelli e scenari virtuali al servizio della concezione dei velivoli del futuro, droni e caccia di quinta generazione.\r\nÉ in questo Laboratorio che è in gestazione il Global Combat Air Programme. Non si tratta (solo) di un nuovo cacciabombardiere, ma di un intero sistema di attacco aereo. Il pilota è previsto solo per l’areo a capo della squadriglia: gli altri arei saranno senza pilota governati di un’IA che si coordina con l’umano sull’aereo di testa.\r\nI combattimenti aerei con protagonisti piloti umani sono ormai archeologia. Le guerre nei cieli verranno combattute con asettica precisione da un sistema addestrato ad ogni possibile scenario, privo di emozioni e paure.\r\nA morire, oggi come in passato saranno sempre uomini, donne e bambini.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","13 Giugno 2024","2024-06-13 16:12:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/05-200x110.jpeg","Anarres del 7 giugno. 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Il weekend scorso ha visto in piazza decine di migliaia di persone che si sono accampate per quattro giorni fuori dalla Knesset per chiedere a gran voce una soluzione per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas ed elezioni anticipate, caldeggiate anche da Benny Gantz presso lo Knesset che le ha rifiutate. Il clima interno tutt’altro che sereno per l’esecutivo si aggrava per le proteste degli ultra-ortodossi che una legge appena approvata rende coscrivibili. Le operazioni di guerra sulla striscia di Gaza continuano e il bilancio dei morti sale a più di 33 mila. L’Idf cinge d'assedio la città di Rafah, ultimo rifugio per gli sfollati palestinesi, preparando un’operazione di terra che fino per ora, anche a causa delle pressioni delle cancellerie occidentali, resta una minaccia. Proprio mentre le forze di sicurezza israeliane si ritiravano dall’ospedale Al-Shifa lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue, un raid dell’aviazione uccideva sette cooperanti internazionali dell’organizzazione World Central Kitchen (WCK) causando sdegno a occidente (questa volta i morti sono bianchi) e il momentaneo stop delle operazione umanitarie delle ONG nella Striscia. Se da subito Netanyahu ha parlato con un certo sprezzo di “errori che possono capitare in guerra” c’è chi vede nell’attacco al convoglio di WCK, e negli altri “errori” che lo hanno preceduto, una strategia ben precisa dell’esercito israeliano per piegare ulteriormente il popolo palestinese e fiaccarne la resistenza, impedendo al contempo che gli aiuti sostengano anche la resistenza di Hamas.\r\nIn un clima regionale già infuocato ulteriore benzina è stata gettata dalle Idf con l’attacco alla ambasciata iraniana a Damasco che ha lasciato ucciso decine di civili oltre ad alcuni Pasdaran considerati di “alto profilo”. Attacco israeliano su suolo siriano che non è di certo il primo ma che denota un salto qualitativo, sia per l’importanza dei Guardiani della Rivoluzione uccisi sia perché ad essere colpita è stata una sede diplomatica in suolo straniero. Khamenei ha prontamente annunciato pesanti ritorsioni e il ministero della Difesa israeliano ha innalzato al massimo il livello di allerta aerea e richiamato i riservisti dell’aeronautica. Gli occhi del mondo si sono nuovamente spostati sul vicino Libano ed Hezbollah, sponda iraniana più prossima a Israele i cui attacchi ormai colpiscono ben al di là del suo confine nord.\r\n\r\nPer farci raccontare timori e sensazioni dal paese dei cedri abbiamo contattato Camilla, cooperante italiana che si trova a Beirut.\r\n\r\nMentre alcuni generali ucraini lanciano dalle pagine del Politico un ennesimo allarme sul fatto che la Russia potrebbe sfondare la linea del foriate da un momento all'altro, la retorica di guerra continua a gonfiare i muscoli dei leader europei. Dopo le spericolate uscite di Macron è stato ancora il premier polacco Tusk a rimarcare che la Russia starebbe violando ripetutamente alcune linee rosse. Intanto son già 100.000 gli uomini della Nato stipati ai con fin i Russi e dov ebbero arrivare a 300.000. Putin non si è fatto sfuggire l'occasione di rispondere ai leader europei e in un discorso tenuto ai piloti nella base di Tver ha sostenuto quanto sui file pensare che la Russia voglia ingaggiar uno scontro diretto con la Nato, ricordando che sto gli Usa spendono in Difesa ben 811 miliardi, cioè undici volte quanto spesso dalla Russia.\r\n\r\nTra i fustigatori del pacifismo strabico o ,peggio, codardo, della gran parte dei cittadini europei che eviterebbero volentieri un olocausto nucleare, si è distinto il solito Rampini che dalle pagine del Corriere ha operato un tentativo maldestro di riscrittura della storia che tra la fine degli anni settanta e i primi ottanta, vide una grande ondata di proteste popolari contro i famosi Euromissili. Ovviamente Rampini la racconta come una grande vittoria del buon senso atlantico sulle immotivate paure del popolo mentre in realtà fu l'amaro realismo di alcun i leader europei, tra cui gli italiani Craxi e Cossiga e il tedesco Schmidt a guidare la scelta, come escamotage per costringere gli Usa ad assumersi la responsabilità pratica degli esiti potenzialmente devastanti per l'Europa delle tensioni tra Usa e Urss. Solo quattro anni dopo Reagan e Gorbachov infatti, in un trattato noto come INF, misero al bando quegli arsenali. Negli ultimi anni quel trattato è stato messe in discussione proprio dagli Stati Uniti, Trump in testa, per averte le mani libere nel Mar Cinese Meridionale.\r\n\r\nAll'indomani dell'attacco israeliano sull'Ambasciata iraniana di Damasco, un'improvvisa chiamata di Biden ha raggiunto il suo omologo cinese Xi Jinping. Ne abbiamo parlato con Dario, ricercatore di Scienze Politiche presso la Normale di Pisa.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/la-fine-04-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - L’arma della fame, l’attacco al convoglio umanitario della Ong Wck è solo l’ultimo di una lunga serie\r\n\r\nPOLITICO ukraine-great-risk-front-line-collapse-war-russia\r\n\r\nDiscorso Putin lattacco-russo-e-una-gran-balla-da-il-fatto\r\n\r\nRAMPINI nato-75-anni-storia-europa-russia-cf5d9e18-f1da-11ee-8ce8-d1851d0e956a.shtml\r\n\r\nIl trattato INF gli-euromissili-e-il-trattato-inf","6 Aprile 2024","2024-04-06 14:34:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1712261161551-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #20 - PROVE DI ESCALATION, BIDEN CHIAMA XI",1712410532,[],[],{"post_content":443},{"matched_tokens":444,"snippet":445,"value":446},[70],"buon senso atlantico sulle immotivate \u003Cmark>paure\u003C/mark> del popolo mentre in realtà","Continuano, e si intensificano, le proteste in Israele contro il governo di Benjamin Netanyahu. 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Intanto son già 100.000 gli uomini della Nato stipati ai con fin i Russi e dov ebbero arrivare a 300.000. Putin non si è fatto sfuggire l'occasione di rispondere ai leader europei e in un discorso tenuto ai piloti nella base di Tver ha sostenuto quanto sui file pensare che la Russia voglia ingaggiar uno scontro diretto con la Nato, ricordando che sto gli Usa spendono in Difesa ben 811 miliardi, cioè undici volte quanto spesso dalla Russia.\r\n\r\nTra i fustigatori del pacifismo strabico o ,peggio, codardo, della gran parte dei cittadini europei che eviterebbero volentieri un olocausto nucleare, si è distinto il solito Rampini che dalle pagine del Corriere ha operato un tentativo maldestro di riscrittura della storia che tra la fine degli anni settanta e i primi ottanta, vide una grande ondata di proteste popolari contro i famosi Euromissili. Ovviamente Rampini la racconta come una grande vittoria del buon senso atlantico sulle immotivate \u003Cmark>paure\u003C/mark> del popolo mentre in realtà fu l'amaro realismo di alcun i leader europei, tra cui gli italiani Craxi e Cossiga e il tedesco Schmidt a guidare la scelta, come escamotage per costringere gli Usa ad assumersi la responsabilità pratica degli esiti potenzialmente devastanti per l'Europa delle tensioni tra Usa e Urss. Solo quattro anni dopo Reagan e Gorbachov infatti, in un trattato noto come INF, misero al bando quegli arsenali. Negli ultimi anni quel trattato è stato messe in discussione proprio dagli Stati Uniti, Trump in testa, per averte le mani libere nel Mar Cinese Meridionale.\r\n\r\nAll'indomani dell'attacco israeliano sull'Ambasciata iraniana di Damasco, un'improvvisa chiamata di Biden ha raggiunto il suo omologo cinese Xi Jinping. Ne abbiamo parlato con Dario, ricercatore di Scienze Politiche presso la Normale di Pisa.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/la-fine-04-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - L’arma della fame, l’attacco al convoglio umanitario della Ong Wck è solo l’ultimo di una lunga serie\r\n\r\nPOLITICO ukraine-great-risk-front-line-collapse-war-russia\r\n\r\nDiscorso Putin lattacco-russo-e-una-gran-balla-da-il-fatto\r\n\r\nRAMPINI nato-75-anni-storia-europa-russia-cf5d9e18-f1da-11ee-8ce8-d1851d0e956a.shtml\r\n\r\nIl trattato INF gli-euromissili-e-il-trattato-inf",[448],{"field":107,"matched_tokens":449,"snippet":445,"value":446},[70],{"best_field_score":78,"best_field_weight":110,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":44,"score":111,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":44},{"document":452,"highlight":464,"highlights":469,"text_match":76,"text_match_info":472},{"comment_count":44,"id":453,"is_sticky":44,"permalink":454,"podcastfilter":455,"post_author":433,"post_content":456,"post_date":457,"post_excerpt":50,"post_id":453,"post_modified":458,"post_thumbnail":459,"post_title":460,"post_type":313,"sort_by_date":461,"tag_links":462,"tags":463},"86919","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-16-fronti-interni/",[259],"La guerra israeliana continua a mietere vittime civili mentre si moltiplicano le pressioni interne e internazionali per arrivare a una tregua duratura. L’allargamento del conflitto rimane una realtà, che ha visto il moltiplicarsi di fronti nell’ultimo mese, Iran, Iraq, Pakistan, Mar Rosso, che si aggiungono a quelli già aperti all’indomani del 7 ottobre, come il Libano e, a ruota, la Siria. All’ordinanza emessa dalla Corte Penale Internazionale Israele ha risposto mettendo sotto accusa la Unrwa, certo non una novità, se non fosse che questa volta si é arrivato al defunding dell’agenzia, voluto da USA, Canada e Australia con dietro mezza Europa, Italia, Germania e Francia in testa. Registriamo negli ultimi due giorni le dichiarazioni di USA e Gb che fanno sapere di essere disposti a un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Messaggio per Netanyahu? Nel mentre il governo israeliano continua a scricchiolare anche sotto i colpi delle élite che si oppongono a Netanyahu e di quella parte della popolazione che chiede a gran voce la liberazione di tutti gli ostaggi superstiti a qualunque costo.\r\n\r\n-------------------------------------------------\r\n\r\nRitorniamo nella seconda parte di trasmissione sulla protesta degli agricoltori. A Bruxelles grandi cortei di trattori giungono da Belgio, Germania e Francia fin sotto le porte del parlamento europeo facendo tremare la cancelleria della Von Der Leyer: inutile il tentativo di stemperare gli animi concedendo qualcosa in termini di dazi sul grano ucraino e deroghe per la rotazione obbligatoria dei terreni. In un clima surreale, tra roghi, mezzi agricoli nel centro cittadino, una presenza di forze dell’ordine apparentemente scarna, molti – Orban e Meloni in testa - provano a saltare sul carro della protesta improvvisandosi portavoce delle sue ragioni.\r\n\r\nAnche qui da noi in Piemonte le manifestazioni continuano. Mercoledì 31 Gennaio cortei di trattori hanno bloccato le strade di Alessandria, Cuneo, Vercelli, Novara e del Canavese. Le piazze animate quasi solo esclusivamente da contadini e contadine, allevatori e allevatrici non hanno registrato particolari tensioni con le forze dell’ordine. Saltava all’occhio la presenza di giovani in un comparto caratterizzato, almeno in Europa, da un età media altissima e una diffidenza verso le unioni sindacali del mondo agricolo (Cia, Confagricoltura e Coldiretti) e verso qualsiasi personaggio che provi a “cavalcare le proteste”. Per farci aggiornare su quanto accaduto e cominciare ad abbozzare le caratteristiche particolari del comparto agricolo piemontese abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Fabrizio Garbarino dell’Associazione Rurale Italiana.\r\nDopo aver provato a ragionare intorno alle piazze piemontesi, con il nostro corrispondente dalla Francia abbiamo ricostruito la genesi e l’evoluzione della tanto contestata Politica Agricola Comune (PAC).\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-01-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nToi Staff (TIMES OF ISRAEL) - In critique of PM, Eisenkot says talk of ‘absolute defeat’ of Hamas is a tall tale\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Le paure e i dubbi delle famiglie degli ostaggi di Hamas, Gerusalemme divisa\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Tra i pacifisti di Israele, il racconto di chi rifiuta la guerra: “Ci chiamano nazisti e traditori”\r\n\r\nJohn J. Mearsheimer - Israel's Day of Reckoning\r\n\r\nBarbara Spinelli - Gaza, il fascino della tabula rasa\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://m.youtube.com/watch?v=rVVMR1jfNaE&pp=ygUpUGFyb2xlIHByb2liaXRlIGVzY2FsYXRpb24gaW4gbWVkaW9yaWVudGU%3D\r\n\r\n ","2 Febbraio 2024","2024-02-02 17:39:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Progetto-senza-titolo_20240202_104544_0000-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #16 - FRONTI INTERNI",1706874303,[],[],{"post_content":465},{"matched_tokens":466,"snippet":467,"value":468},[70],"tall tale\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Le \u003Cmark>paure\u003C/mark> e i dubbi delle famiglie","La guerra israeliana continua a mietere vittime civili mentre si moltiplicano le pressioni interne e internazionali per arrivare a una tregua duratura. 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In un clima surreale, tra roghi, mezzi agricoli nel centro cittadino, una presenza di forze dell’ordine apparentemente scarna, molti – Orban e Meloni in testa - provano a saltare sul carro della protesta improvvisandosi portavoce delle sue ragioni.\r\n\r\nAnche qui da noi in Piemonte le manifestazioni continuano. Mercoledì 31 Gennaio cortei di trattori hanno bloccato le strade di Alessandria, Cuneo, Vercelli, Novara e del Canavese. Le piazze animate quasi solo esclusivamente da contadini e contadine, allevatori e allevatrici non hanno registrato particolari tensioni con le forze dell’ordine. Saltava all’occhio la presenza di giovani in un comparto caratterizzato, almeno in Europa, da un età media altissima e una diffidenza verso le unioni sindacali del mondo agricolo (Cia, Confagricoltura e Coldiretti) e verso qualsiasi personaggio che provi a “cavalcare le proteste”. Per farci aggiornare su quanto accaduto e cominciare ad abbozzare le caratteristiche particolari del comparto agricolo piemontese abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Fabrizio Garbarino dell’Associazione Rurale Italiana.\r\nDopo aver provato a ragionare intorno alle piazze piemontesi, con il nostro corrispondente dalla Francia abbiamo ricostruito la genesi e l’evoluzione della tanto contestata Politica Agricola Comune (PAC).\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-01-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nToi Staff (TIMES OF ISRAEL) - In critique of PM, Eisenkot says talk of ‘absolute defeat’ of Hamas is a tall tale\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Le \u003Cmark>paure\u003C/mark> e i dubbi delle famiglie degli ostaggi di Hamas, Gerusalemme divisa\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Tra i pacifisti di Israele, il racconto di chi rifiuta la guerra: “Ci chiamano nazisti e traditori”\r\n\r\nJohn J. 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