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Si tratta di un movimento molto composito, in cui si mescolano le istanze radicali della Confederation Paysanne, che si batte contro l’agroindustria e la grande distribuzione, e quelle dell’estrema destra negazionista del cambiamento climatico e contraria alle misure di tutela dell’ambiente.\r\nIn mezzo, la potente Federazione nazionale dei sindacati degli imprenditori agricoli (FNSEA), molto vicina a Macron, che conta di ottenere il loro sostegno elettorale.\r\nIl governo Macron, che ha inizialmente evitato un atteggiamento muscolare, negli ultimi due giorni, di fronte all’intenzione di bloccare la circolazione e la distribuzione nell’Ile de France, ha minacciato interventi più duri, anche se, al momento non ha dato il via ad attacchi diretti.\r\nL’obiettivo degli agricoltori, che hanno bloccato strade ovunque, è Rungis, il più grande mercato del fresco d’Europa, 1,5 milioni di tonnellate di derrate alimentari entrano ed escono ogni giorno dai suoi 234 ettari di estensione: è una città nella città situata vicino all’aeroporto di Paris-Orly, fondamentale per rifornire i supermercati e i ristoranti della capitale francese.\r\nPrima in Germania, poi in Francia e, sia pure in modo minore, in altri paesi europei, l’aumento dei prezzi del gasolio agricolo (in genere calmierati) e la nuova PAC, politica della comunità europea sull’agricoltura sono stati la scintilla che ha messo in moto le proteste.\r\nIn Francia nonostante le aperture del governo alle istanze della destra, che ha incamerato risultati sul prezzo del gasolio agricolo e sulla possibilità di utilizzo di pesticidi altrimenti vietati, la protesta non si placa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza di Radio “Fréquence Paris Plurielle” dove conduce “Vive la sociale!”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-30-contadini-francesi-carrozza.mp3\"][/audio]","30 Gennaio 2024","2024-01-30 16:08:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia-300x205.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia-300x205.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia-1024x701.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia-768x526.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/trattori-proteste-francia.png 1202w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia. 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E lo fanno erogando prestiti e finanziamenti alle aziende coinvolte più o meno direttamente nell’occupazione (da Airbnb a Caterpillar, dall’impresa di costruzioni israeliana Ashtrom a quella di telecomunicazioni Altice) oppure acquisendo azioni e obbligazioni di queste società.\r\n\r\nSecondo le stime contenute nell’edizione 2023 del rapporto “Don’t buy into occupation” pubblicato lo scorso dicembre, tra gennaio 2020 e agosto 2023 sono state 776 le istituzioni finanziarie europee che hanno intrattenuto rapporti finanziari con 51 imprese attivamente coinvolte negli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Durante il periodo analizzato, sono stati erogati 164,2 miliardi di dollari sotto forma di prestiti e di sottoscrizioni. 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Il nome del sito deriva dal prefisso telefonico del paese che può essere utilizzato per chiamare in tutto Israele-Palestina.\r\nQui l'articolo originale.\r\n\r\nDi Nancy Murray e Amahl Bishara, 16 gennaio 2024\r\n\r\nA novembre, a solo un mese dall’inizio dell’assalto israeliano a Gaza che ha ormai superato i 100 giorni, Pedro Arrojo-Agudo, un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, ha avvertito che Israele “deve smettere di usare l’acqua come arma di guerra”. “Ogni ora che passa mentre Israele impedisce la fornitura di acqua potabile sicura nella Striscia di Gaza, in aperta violazione del diritto internazionale, mette gli abitanti di Gaza a rischio di morire di sete e di malattie legate alla mancanza di acqua potabile”, ha dichiarato. Il bilancio delle vittime derivante dalla mancanza d’acqua e il suo impatto sulla salute pubblica, potrebbe superare quello dello stesso bombardamento israeliano.\r\n\r\nNegare l’acqua a Gaza è stata una tattica chiave della guerra fin dall’inizio, con Israele che ha chiuso i tubi che rifornivano l’enclave il 7 ottobre. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che Israele stava “imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. L’uso dell’acqua come arma è riconosciuto nell’accusa del Sud Africa – ascoltata la settimana scorsa dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) – secondo cui l’assalto di Israele a Gaza equivale al crimine di genocidio. Questa accusa è stata avanzata anche da altri studiosi ed esponenti dei diritti umani, tra cui Craig Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di New York dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nella sua lettera di dimissioni in ottobre. La privazione dell’acqua e la distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie fanno da tempo parte dello sforzo israeliano, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, “per rendere il processo quotidiano di vita, e di vita dignitosa, più difficile per la popolazione civile”, come ha affermato una missione conoscitiva delle Nazioni Unite nel 2009. Le passate operazioni militari israeliane in entrambi questi territori occupati hanno portato anche alla distruzione delle risorse idriche. E per decenni, Israele ha utilizzato l’accaparramento dell’acqua per espropriare i palestinesi della loro terra , impedendo l’agricoltura palestinese in Cisgiordania e per i palestinesi all’interno di Israele. Ma l’utilizzo dell’acqua da parte di Israele nel quadro della sua attuale offensiva sulla Striscia di Gaza è su una scala completamente diversa, con la capacità di causare una crisi sanitaria pubblica senza precedenti e un danno ecologico irreversibile. La dipendenza quasi totale di Gaza da Israele per l’acqua e l’energia la rende particolarmente vulnerabile all’uso militare delle risorse di base.\r\n\r\nCirca il 30% dell’approvvigionamento idrico di Gaza viene generalmente acquistato da Israele, mentre il resto dipende dall’elettricità e dal carburante – di cui anche Israele controlla l’ingresso – per la depurazione. Dall’inizio della guerra, il rafforzamento dell’assedio e dei bombardamenti da parte di Israele hanno causato una massiccia carenza di approvvigionamento idrico. Il 14 ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che l’interruzione dell’elettricità significava che non c’era energia sufficiente per far funzionare i pozzi d’acqua, gli impianti di desalinizzazione e depurazione e i servizi igienico-sanitari. Ha inoltre riferito che gli attacchi israeliani avevano danneggiato sei pozzi d’acqua, tre stazioni di pompaggio dell’acqua, un serbatoio d’acqua e un impianto di desalinizzazione che serve oltre 1,1 milioni di persone. L’UNICEF, che aveva aperto l’impianto di desalinizzazione nel 2017, ha dichiarato che le persone erano costrette a bere acqua salata proveniente dal mare, che era ulteriormente contaminata da grandi quantità di acque reflue non trattate scaricate in mare ogni giorno. Entro due settimane dall’inizio della guerra, l’OCHA(coordinamento per gli affari umanitari Onu) stimava il consumo di acqua pro capite a Gaza – per bere, cucinare e per l’igiene – a soli 3 litri al giorno, mentre coloro che si stipavano nei rifugi delle Nazioni Unite avevano accesso a solo 1 litro al giorno; Gli standard internazionali raccomandano almeno 15 litri a persona ogni giorno. E con l’acqua in bottiglia non disponibile e i grandi impianti di desalinizzazione non funzionanti, l’OCHA ha scritto: “Le persone sono ricorse al consumo di acqua estratta dai pozzi agricoli, aumentando l’esposizione a pesticidi e altri prodotti chimici, esponendo la popolazione al rischio di morte o di epidemia di malattie infettive”. Anche durante la “pausa umanitaria” di sette giorni nelle ostilità alla fine di novembre, quando 200 camion di aiuti al giorno – meno della metà del numero che entravano ogni giorno prima della guerra – venivano ammessi a Gaza, le bottiglie di acqua pulita erano ancora scarseggiavano. “Nonostante la pausa, non vi è stato quasi alcun miglioramento nell’accesso dei residenti nel nord all’acqua per uso potabile e domestico, poiché la maggior parte dei principali impianti di produzione dell’acqua sono rimasti chiusi, a causa della mancanza di carburante e alcuni anche per danni. \", ha osservato l'OCHA. Alla fine di ottobre, un rapporto interno del Dipartimento di Stato americano esprimeva preoccupazione per il fatto che 52.000 donne incinte e oltre 30.000 bambini di età inferiore ai sei mesi fossero costretti a bere una miscela potenzialmente letale di acqua inquinata da liquami e sale marino.\r\n\r\nAlla fine di dicembre, come riportato dall’OMS, oltre 1 milione di sfollati palestinesi rifugiati nella città meridionale di Rafah avevano accesso, in media, a un bagno ogni 486 persone, mentre in tutta Gaza una doccia serviva in media 4.500 persone. Le acque reflue scorrono per le strade e contaminano le tende frettolosamente montate in cui vivono centinaia di migliaia di persone in tutta la parte meridionale e centrale di Gaza. Le donne che hanno le mestruazioni affrontano gravi difficoltà, con prodotti mestruali, servizi igienici e acqua che scarseggiano.\r\n\r\nUn’altra tattica inquietante adottata da Israele nelle ultime settimane è quella di pompare acqua di mare nei tunnel di Gaza. L’obiettivo apparente è quello di distruggere i tunnel e stanare i combattenti di Hamas, ma il Wall Street Journal ha riferito che l’azione potrebbe “anche minacciare l’approvvigionamento idrico di Gaza”. Anche se la portata dell’operazione di pompaggio rimane poco chiara, la dichiarazione del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia esprime “estrema preoccupazione” per questo particolare uso dell’acqua come arma offensiva, affermando: “Gli esperti ambientali hanno avvertito che la strategia “rischia di causare una catastrofe ecologica” che lascerebbe Gaza senza acqua potabile, devasterebbe quella poca agricoltura possibile e “rovinerebbe le condizioni di vita di tutti a Gaza”. La dichiarazione sudafricana rileva inoltre che il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua avrebbe paragonato questo piano israeliano alla mitica “salatura” romana dei campi di Cartagine, che mirava a impedire la crescita dei raccolti e a rendere il territorio inabitabile. L’accesso all’acqua pulita è fondamentale per scongiurare carestie e malattie, e con la massiccia distruzione delle infrastrutture idriche a Gaza – comprese le linee di approvvigionamento potabile, le stazioni di pompaggio e i pozzi – una catastrofe umanitaria in piena regola è in corso . Questa situazione è descritta nelle parole della petizione sudafricana all’ICJ (INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE ): “Queste condizioni – deliberatamente imposte da Israele – sono calcolate per provocare la distruzione del gruppo palestinese a Gaza”. In effetti, gli esperti di sanità pubblica avvertono che mezzo milione di persone – un quarto della popolazione di Gaza – potrebbe morire di malattie entro un anno. \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Gennaio 2024","Tra gennaio 2020 e agosto 2023 banche, fondi pensione e assicurazioni hanno intrattenuto rapporti con oltre 50 imprese coinvolte negli insediamenti illegali in Cisgiordania.","2024-01-22 17:07:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-300x172.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-300x172.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE.jpg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA FINANZA CHE SOSTIENE L'ECONOMIA COLONIALE ISRAELIANA",1705934317,[138,139,140],"http://radioblackout.org/tag/banche/","http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[142,143,144],"banche","boicottaggio","Territori occupati",{"post_content":146},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[66],"pozzi agricoli, aumentando l’esposizione a \u003Cmark>pesticidi\u003C/mark> e altri prodotti chimici, esponendo","Le istituzioni finanziarie europee, siano esse banche, compagnie assicurative e fondi pensione, svolgono un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento, la sostenibilità e l’espansione delle colonie israeliane nei Territori palestinesi occupati. 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La dichiarazione sudafricana rileva inoltre che il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua avrebbe paragonato questo piano israeliano alla mitica “salatura” romana dei campi di Cartagine, che mirava a impedire la crescita dei raccolti e a rendere il territorio inabitabile. L’accesso all’acqua pulita è fondamentale per scongiurare carestie e malattie, e con la massiccia distruzione delle infrastrutture idriche a Gaza – comprese le linee di approvvigionamento potabile, le stazioni di pompaggio e i pozzi – una catastrofe umanitaria in piena regola è in corso . Questa situazione è descritta nelle parole della petizione sudafricana all’ICJ (INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE ): “Queste condizioni – deliberatamente imposte da Israele – sono calcolate per provocare la distruzione del gruppo palestinese a Gaza”. 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Meat for car... e concorrenza sleale sulla pelle dei cittadini: in pratica si agevola e sostiene la produzione di automobili inquinanti e agricoltura intensiva senza alcun controllo sulle merci importate che sostituiranno quelle prodotte all'interno dell'Unione, meno concorrenziali perché di maggiore qualità.\r\n\r\nI governi di Lula, Kirchner, Mojica... frenarono parecchio in questi anni proprio in previsione del disastro ambientale nei loro paesi, ma con i nuovi dirigismi ultraliberisti piovuti sul Sudamerica le remore sono state bandite; anche se in realtà chi ci rimette maggiormente è la salute degli europei, che hanno dovuto infilare la testa nel cappio senza poter esprimere il proprio disappunto, e in più con le perdite prevedibili in settori di mercato proprio per quei piccoli imprenditori che la vulgata vorrebbe agevolati dalla diminuzione dei dazi previsti biunivocamente dagli accordi fortemente voluti da Macrì (ovvero da Fmi).\r\n\r\nGli obiettivi di questo sistema che privilegia le filiere lunghe – l'opposto del chilometro zero – sono principalmente due: il Mercosur punta a incrementare le esportazioni di carne bovina di circa il 30% – previsto un contingente agevolato di 99 mila tonnellate annue – e altri prodotti agricoli verso l'Unione europea, alimentando un settore che si colloca al primo posto fra le cause della distruzione dell'Amazzonia. L'Europa, dall'altra parte, sotto la spinta decisiva della Germania (con il supporto di Spagna e Portogallo), avrà in cambio un'apertura dei mercati alle auto di grossa cilindrata, specialmente grandi fuoristrada (Suv), che ora subiscono una tariffazione del 35%. Altri beni che viaggeranno più speditamente verso l'America latina sono i macchinari (oggi tassati del 20%) e i prodotti chimici (che attualmente affrontano un sovrapprezzo del 18%) . In tutto l'Ue promette di risparmiare 4 miliardi annui di dazi sulle esportazioni e di aprire ai suoi investitori un mercato di 260 milioni di persone. Le esportazioni dal Mercosur riguardano per 3/4 prodotti primari, di cui oltre la metà sono prodotti agricoli – soprattutto semi di soia (12,8%) e farina di soia (11,5%), usata come cibo ultraproteico per animali \"pompati\". 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Tutto ciò avviene con la complicità dell 'EFSA ( l'autorità europea per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma) e dell'Europlarlamento. Ma il Glifosato e la Monsanto non sono che uno dei tentacoli tra i molti della piovra multinazionale, con le sue conniventi propaggini politico-istituzionali, che asservisce, sfrutta e devasta il vivente ovunque sulla Terra. Senza dimenticare la lettura coloniale e neocoloniale del modus operandi delle grandi multinazionali chimiche- responsabili inoltre della produzione di OGM, della manipolazione delle linee germinali, del monopolio dei semi- teso ad espropriare i popoli, specie extra-europei, della loro autonomia alimentare, e a dominarne e conquistarne i territori. Emerge un quadro globale e complesso del concetto stesso di nocività, non limitato agli aspetti specificamente bio-chimici- l'inquinamento della terra, i rischi e i danni ambientali e alla salute dei viventi- ma che comprende forme di \"nocività sociale\", quanto al condizionamento eterodiretto delle forme di esistenza e di organizzazione delle comunità umane nei processi produttivi, nelle forme di sussitenza, nell'organizzazione del lavoro. Un'unico filo nero, nocivo, che unisce i viventi e la terra; una sola forma dell'intendere lo sfruttamento massiccio delle risorse del pianeta, intese come il sostrato permamente della valorizzazione in indefinitum del capitale, che si tratti di animali, o animali umani, piante, territori. L'iniziativa di sabato vuole porsi come tappa entro un più ampio percorso di riflessione critica e lotta concreta al tema delle nocività inteso in tale ampia ottica. L'appuntamento è a Treviglio (BG) in via Matteotti angolo piazza 25 aprile dalle 0re 13, con mostra e volantinaggio (N.B luogo di concentramento aggiornato rispetto a quello indicato sulla locandina). Dalle 15 partenza della biciclettata verso Fornovo, dove sorge la fabbrica IRCA Service SPA, che produce assembla pesticidi ed erbicidi a base di glifosato. A seguire, in serata, video e dibattito sulle nocività presso la Kascina autogestita popolare di Bergamo.\r\n\r\nPer contatti diretti e info scrivi alla mail: capitanswing@riseup.net\r\n\r\nPer leggere il comunicato dei nemici/nemiche di tutte le nocività sull'iniziativa visita il sito Informa-azione:\r\n\r\nhttp://www.informa-azione.info/bergamo_giornata_internazionale_contro_Monsanto\r\n\r\n \r\n\r\ne ascolta la diretta con il compagno di Bergamo:\r\n\r\nUnknown","16 Maggio 2016","2016-05-19 20:43:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/glifosato-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/glifosato-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/glifosato-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/glifosato.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Contro Monsanto, il glifosato e ogni nocività. 21 maggio 2016",1463403026,[],[],{"post_content":204},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[66],"Service SPA, che produce assembla \u003Cmark>pesticidi\u003C/mark> ed erbicidi a base di","Sabato 21 maggio a Treviglio, in provincia di Bergamo, si terrà un'iniziativa di lotta contro le nocività, in particolare quelle rappresentate dalla Monsanto e dal glifosato, l'erbicida più utilizzato al mondo, nelle campagne e negli spazi verdi urbani. \"Inventato\" e brevettato proprio da Monsanto negli anni '70, oggi la sua produzione è liberalizzata ed estremamente diffusa, malgrado l'evidenza sconcertante dei suoi effetti tossici e cancerogeni per tutti gli organismi viventi. 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Dal 22 al 28 febbraio è stata indetta una settimana di agitazione in tutta Italia contro le tecnoscienze e il mondo che le produce. Momento culminante sarà il 26 Febbraio quando un un presidio contro l'Efsa (Ente europeo di sicurezza alimentare ) animerà la protesta per il controllo totale sugli esseri viventi in mano alla tecnologia davanti alla sede dell’Efsa a Parma. Ci troviamo spossessati del minmo potere che possiamo avere sulle nostre esistenze...\r\n\r\nLe tematiche passano attraverso la tecnologia come sistema che compenetra l'esistenza di tutti controllando ogni aspetto della vita, ormai senza che ci si accorga della sua presenza, per arrivare alle conseguenze date da nocività legate a Green economy oppure ogm, progresso scientifico o manipolazioni genetiche e pesticidi che finiscono con il rappresentare un più sofisticato e impalpabile sistema di sfruttamento, che opera consensualmente agli apparati repressivi tradizionali, che sono alla base di sofisticazioni e catastrofi come quella della Xylella degli ulivi pugliesi. Nestlé, Monsanto, Bayer sono tutti giganti dell'agribusiness che aprono alle nocività tipicamente rappresentate dagli ogm.\r\n\r\nSulla falsa riga dell’FDA americana l’Europa si è dotata di un’organo chiamato a garantire la sicurezza di ogni nocività. Ad essere tutelato, oltre gli interessi delle multinazionali biotech-chimico-farmaceutiche, è un sistema economico, politico e sociale che si aggrappa alla nuova rivoluzione bionanotecnologica producendo sempre più disastri ambientali e sociali che stanno alla base dello sviluppo tecno-industriale, di cui le manipolazioni del vivente sono l’apice mortifero.\r\n\r\nCosta ci ha illustrato la settimana di agitazione nei suoi ampi campi di intervento, che coinvolge il mondo macchina, compresa l'automazoine, accenando alle tematiche che verranno dibattute in questa settimana nei tanti appuntamenti sparsi lungo il territorio nazionale.\r\n\r\nnanobiotecnologie\r\n\r\nUn ulteriore appuntamento sarà il 2 marzo al tribunale di Torino, per la ripresa del processo a Costa, Billy e Silvia, accusati del tentato sabotaggio con esplosivi a firma Earth Liberation Front a un centro di ricerche internazionale sulle nanotecnologie in Svizzera della multinazionale Ibm, dibattimento che fa seguito alla condanna già scontata in Svizzera per lo stesso episodio e che la procura torinese nella sua proverbiale opera persecutoria ha voluto trascinare in giudizio nuovamente.","19 Febbraio 2016","2016-02-23 13:53:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"224\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie-224x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie-224x300.jpg 224w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie-768x1030.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie-764x1024.jpg 764w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/nanotecnologie.jpg 850w\" sizes=\"auto, (max-width: 224px) 100vw, 224px\" />","Settimana di agitazione contro lo strapotere delle tecnoscienze",1455889051,[226,227,228,229,230],"http://radioblackout.org/tag/efsa/","http://radioblackout.org/tag/nanotecnologie/","http://radioblackout.org/tag/settimana-di-agitazione/","http://radioblackout.org/tag/silvia-billy-costa/","http://radioblackout.org/tag/tecnoscienze/",[15,27,33,31,25],{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[66],"scientifico o manipolazioni genetiche e \u003Cmark>pesticidi\u003C/mark> che finiscono con il rappresentare","Dagli incontri solidali in vista del processo a Silvia Billy e Costa è stata forte la volontà di continuare un percorso di critica radicale e lotta alle tecnoscienze. 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Se è indubbio che la crisi dell’agricoltura sia iniziata decenni fa - e ne è l’aspetto più evidente il fatto che sia un comparto fondamentale che esiste solo in virtù dei sussidi - è altrettanto vero che gli agricoltori non controllano più il prezzo dei loro prodotti e rappresentano la prima linea produttiva a fronteggiare i disastri del cambiamento climatico, pagando in prima persona la tossicità dei pesticidi. Eppure, il risultato più eclatante della protesta sembrerebbe al momento proprio il blocco della legge sui pesticidi, che salva in parte le rese agricole ma si traduce anche in uno smacco per la salute di consumatori e agricoltori. Viene quasi da pensar male sulle intenzioni della Von Der Leyen. Da tempo i prezzi delle materie prime agricole sono completamente slegate dai costi di produzione, perché il comparto è largamente finanziarizzato e lo strapotere delle multinazionali della grande distribuzione ha l’ultima parola anche quando si trova davanti dei consorzi di produttori, dunque i nodi aperti sono tanti e le proteste continuano.\r\n\r\nDal mondo delle piccole aziende agricole e dell’agricoltura contadina abbiamo sentito Fabrizio Garbarino, presidente dell'ARI, e Luca Abbà, movimento No Tav\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\nLa trattativa tra Hamas e Israele sembra esseri nuovamente arenata per l’indisponibilità di Israele a trattare sul rilascio dei detenuti palestinesi, mentre Netanyahu sembra delegittimare la mediazione del Qatar, allo stato attuale l’unico attore in grado di esercitare tale ruolo, accusandolo di aver finanziato gli attacchi del 7 ottobre. Gli Usa continuano il loro pressing senza successi visibili, e T’sahal ora punta su Rafah dove si sono rifugiati oltre un milione e mezzo di profughi palestinesi. Netanyahu va avanti senza remore, perché è in gioco la sua sopravvivenza, certo, ma anche perché dentro la società israeliana faticano a trovare forza opzioni che siano decisamente contro il genocidio in corso.\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\n\r\nIntanto in Texas si sta profilando una crisi costituzionale che vede il più emblematico degli stati a stelle e strisce entrare in conflitto con governo centrale per la gestione dei flussi dei migranti al confine col Messico. Il governatore dello stato Greg Abbot ha esautorato la polizia federale schierando uomini ed erigendo una cortina di filo spinato per impedire l'afflusso in aumento di uomini e donne dal paese confinante. Per ora sono morte tre persone che tentavano di attraversare il fiume che funge da confine. A dar man forte al governatore texano c'è anche lo sfidante alla Casa Bianca Donald Trump che ha invitato i governatori degli stati repubblicani a correre in aiuto con propri uomini. A coronare il tutto qualche migliaio di aderente alle milizie popolari mobilitati dalle piattaforme trumpiane complottiste convinte di prendere parte a una battaglia da fine del mondo contro cinesi e iraniani \"terroristi\" che starebbero \"invadendo\" gli Stati Uniti. Biden, dal canto suo promotore di un inasprimento delle leggi sull'immigrazione, bloccata dai Repubblicani insieme al rifinanziamento dell'approvvigionamento militare ucraino, si trova in un impasse politica dove la posti gioco è nientemeno che la rielezione. Ne abbiamo parlato col nostro corrispondente dagli USA Felice Mometti.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-08-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLundi Matin - DÉCRYPTER LE MOUVEMENT DES AGRICULTEURS - Entretien avec Morgan Ody, paysanne\r\n\r\nLucia Annunziata - Israele, l'ufficiale della task force: \"Resteremo a Gaza per altri 50 anni, il nostro obiettivo è denazificare Hamas\"\r\n\r\nAluf Benn (FOREIGN AFFAIRS) - Israel’s Self-Destruction: Netanyahu, the Palestinians, and the Price of Neglect\r\n\r\n ","9 Febbraio 2024","2024-02-09 18:00:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/1707487628503-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #17 - FRONTI INTERNI (ENCORE)","podcast",1707499823,[],[],{"post_content":299},{"matched_tokens":300,"snippet":301,"value":302},[66],"prima persona la tossicità dei \u003Cmark>pesticidi\u003C/mark>. 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Numerose le sue esperienze all’estero, presso una ONG a Calcutta che si occupa di microcredito e di emancipazione rurale femminile, si sposta nel Lesotho prima di tornare in Italia per un master all’Università di Scienze Gastronomiche di Bra e per poi lavorare alla Food and Agriculture Organization (FAO) all’interno di un team specializzato in resilienza alimentare e politiche per la sicurezza alimentare di comunità rurali e pastorali.\r\n\r\nSi divide tra l’Italia e altri paesi dell’Africa sub- sahariana, come il Kenya, il Senegal, Mauritania o Etiopia,\r\n\r\nPartendo da alcuni dati, quali il fatturato dell'industria delle carne, passato da 65 miliardi nel 1961 a 838 miliardi nel 2020, e ancora il numero degli animali macellati ogni anno (300 milioni di bovini, 50 miliardi di polli e 1,3 miliardi di maiali), con Francesca abbiamo parlato di capitalismo, dei CAFO (Concentrated Animal Feeding Operation) per poi proseguire con una correlazione tra ciò che mangiano gli animali che vengono mangiati (principalmente soia e mais) e l'inquinamento ambientale dovuto dall'uso massivo di pesticidi e fertilizzanti, dalle deforestazioni per la produzione di soia per i mangimi.\r\n\r\nConcludiamo la chiacchierata con una possibile soluzione agli allevamenti intensivi cioè la carne sintetica con un occhio anche al benessere animale.\r\n\r\n \r\n\r\nPer la rubrica Schegge: Annie Cohen Kopchovsky, colei che diede un colpo mortale a quei pregiudizi sulle capacità femminili nel ciclismo.\r\n\r\nMario Beiletti ci regala un altro episodio sulla resistenza e le vicende di Piero Piero.\r\n\r\n \r\n\r\nIn chiusura collegamento con Lorenzo Micheli, autore del libro Matar a Franco, in occasione della presentazione del suo libro prevista per il 26 ottobre prossimo durante i festeggiamenti dei 31 anni di occupazione del Barocchio squat. 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Risorse idriche prosciugate, terreno impoverito, rifiuti, metalli e altre sostanze tossiche derivanti dall'utilizzo, da parte di Israele, di armi non convenzionali: sono solo alcuni degli effetti ambientali devastanti che interessano quella sottile striscia di terra sul Mediterraneo che dal 1948 è teatro di invasioni, violente confische ed estrazione di risorse per incontrare le esigenze di una nazione con mire di potere e ricchezza. Abbiamo ripercorso brevemente gli effetti ambientali delle attività espansive di Israele qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/israele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nL’attuale gestione delle risorse (idriche, minerarie, alimentari, ecc.) di molti governi e aziende private punta sempre di più ad elevati standard di tecnologizzazione e automazione, munendosi di mezzi ed infrastrutture avanzate come IA, 5G e blockchain. 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All’alba di una crisi idrica globale, che già attanaglia comunità rurali e diverse metropoli, siamo andati alla ricerca delle cause di un problema che mina il fondamento della vita terrestre e acquatica così come la conosciamo, nonostante il fatto che di acqua dolce ce ne sarebbe abbondantemente per tutti.\r\n\r\nNel primo audio Alessandro Mauceri (autore del libro “Guerra all’Acqua”) ci illustra quali ripercussioni lo sfruttamento e il controllo delle risorse hanno sulla popolazione mondiale.\r\n\r\nGli stravolgimenti climatici, l’accaparramento delle terre e delle sorgenti da parte di grandi gruppi finanziari e multinazionali, lo sfruttamento legato all’agricoltura intensiva e l’allevamento, l’inquinamento delle falde, dei fiumi e infine dei mari comportano vere e proprie catastrofi nei territori dove avvengono. Infatti sempre più persone vengono private delle risorse minime per sopravvivere e sono costrette a migrare, ammassarsi negli slum delle metropoli o a cambiare continente. Ciò ha forti ripercussioni, sia in termini sanitari, ma sopratutto politici: moltissimi dei conflitti che oggi infiammano il mondo sono causati dal contenzioso sulle risorse naturali. Probabilmente l’acqua sarà la miccia di tutte le future guerre.\r\n\r\nNel secondo estratto analizziamo gli effetti che l’attività umana ha su tutto il vivente.\r\n\r\nTra i ghiacci del polo nord si accumulano sostanze tossiche e microplastiche che viaggiano per chilometri prima di sedimentarsi tra le calotte gelate dell’Artico e vengono poi re-introdotte attraverso la catena alimentare. Lo scioglimento dei ghiacciai è un problema per gli esseri viventi che vivono in quelle zone, ma un’opportunità per gli stati che vedono una zona nuova da sfruttare, sia a livello estrattivo che commerciale.\r\n\r\nAnche i fiumi sono fortemente minacciati: da sempre usati da discarica per tutte le attività industriali, raccolgono tutti i pesticidi, veleni, farmaci e scarti che colpiscono la fauna e la flora fluviale, ma anche l’acqua potabile degli acquedotti insufficientemente depurata. Oltretutto gli sbarramenti, le deviazioni e le dighe costituiscono una seria minaccia per la sopravvivenza di questi ecosistemi.\r\n\r\nInfine i mari, che più di tutti soffrono il cambiamento climatico dovuto al gas serra. Nei mari e negli oceani si regista un aumento delle temperature e dell’acidità delle acque, fattori che determinano una riduzione delle specie esistenti, se non vere e e proprie migrazioni di pesci tropicali in acque un tempo più fredde come quelle del Mediterraneo. L’innalzamento delle temperature è anche causa di cambiamenti atmosferici radicali che si ripercuotono in siccità o alluvioni.\r\n\r\nMolte delle crisi e delle catastrofi che segnano il nostro tempo sono gli effetti dello sfruttamento idrico. L’edonismo del sistema capitalista, che tutto ruba e tutto consuma in virtù di un progresso illimitato, ne è la causa principale, l’attività produttiva intensiva ha già reso invivibili tante zone del pianeta: per gli umani, le piante e tutti gli esseri viventi che le popolano.\r\n\r\nI meeting politici e l’inganno della sostenibilità sono solo false promesse alla soluzione del problema, mentre preludono un futuro sempre più controllato e artificiale.\r\n\r\nAscolta la prima puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/acqua-pt.-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE la seconda qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/acqua-pt.2.mp3\"][/audio]","22 Giugno 2018","2018-10-17 22:06:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/mare-200x110.jpg","Acqua - Cause ed effetti dell'attività umana sull'elemento acquatico",1529684696,[367,368,369,370,371],"http://radioblackout.org/tag/acqua/","http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/guerre/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento-animale/",[373,275,265,374,271],"acqua","inquinamento",{"post_content":376},{"matched_tokens":377,"snippet":378,"value":379},[66],"attività industriali, raccolgono tutti i \u003Cmark>pesticidi\u003C/mark>, veleni, farmaci e scarti che"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nDoppia puntata sull’elemento acqua e sugli stravolgimenti che il sistema produttivo comporta su questo. All’alba di una crisi idrica globale, che già attanaglia comunità rurali e diverse metropoli, siamo andati alla ricerca delle cause di un problema che mina il fondamento della vita terrestre e acquatica così come la conosciamo, nonostante il fatto che di acqua dolce ce ne sarebbe abbondantemente per tutti.\r\n\r\nNel primo audio Alessandro Mauceri (autore del libro “Guerra all’Acqua”) ci illustra quali ripercussioni lo sfruttamento e il controllo delle risorse hanno sulla popolazione mondiale.\r\n\r\nGli stravolgimenti climatici, l’accaparramento delle terre e delle sorgenti da parte di grandi gruppi finanziari e multinazionali, lo sfruttamento legato all’agricoltura intensiva e l’allevamento, l’inquinamento delle falde, dei fiumi e infine dei mari comportano vere e proprie catastrofi nei territori dove avvengono. Infatti sempre più persone vengono private delle risorse minime per sopravvivere e sono costrette a migrare, ammassarsi negli slum delle metropoli o a cambiare continente. Ciò ha forti ripercussioni, sia in termini sanitari, ma sopratutto politici: moltissimi dei conflitti che oggi infiammano il mondo sono causati dal contenzioso sulle risorse naturali. Probabilmente l’acqua sarà la miccia di tutte le future guerre.\r\n\r\nNel secondo estratto analizziamo gli effetti che l’attività umana ha su tutto il vivente.\r\n\r\nTra i ghiacci del polo nord si accumulano sostanze tossiche e microplastiche che viaggiano per chilometri prima di sedimentarsi tra le calotte gelate dell’Artico e vengono poi re-introdotte attraverso la catena alimentare. 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Nei mari e negli oceani si regista un aumento delle temperature e dell’acidità delle acque, fattori che determinano una riduzione delle specie esistenti, se non vere e e proprie migrazioni di pesci tropicali in acque un tempo più fredde come quelle del Mediterraneo. L’innalzamento delle temperature è anche causa di cambiamenti atmosferici radicali che si ripercuotono in siccità o alluvioni.\r\n\r\nMolte delle crisi e delle catastrofi che segnano il nostro tempo sono gli effetti dello sfruttamento idrico. 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Ripercorriamo la storia del mais, con la finalità di criticare l'agribusiness ed il controllo alimentare.\r\n\r\nL'excursus della sua storia parte dai tempi delle civiltà precolombiane, passando per le grandi carestie ed epidemie degli scorsi secoli, fino ad oggi, dove, come abbiamo detto, riveste un ruolo di punta nelle reti commerciali di tutto il mondo.\r\n\r\nIl percorso storico del mais come lo conosciamo attualmente è caratterizzato da un processo di selezione sempre più spinta ed invasiva per adattarlo al mercato del profitto e dell'esportazione, e difatti col modernamento delle tecniche si arriva agli ogm, ai pesticidi, fertilizzanti e semi ad alta risposta, con le conseguenze drammatiche di inquinamento (genetico e non) e rovina del suolo, che hanno reso così tristemente famosi i semi geneticamente modificati. Le nuove tecnologie agricole avanzate hanno portato a delle modificazioni ad alti livelli, compresi i nuovi ogm, che per accaparrarsi una fetta maggiore di consenso (e quindi di mercato) cercano di spacciarsi come qualcosa di diverso da quelli di vecchia generazione, come qualcosa di innocuo e assimilabile anche dalle reti di contadini indipendenti. Ma la favola è già conosciuta ed è quella secondo cui bisogna “cambiare tutto per non cambiare niente”.\r\n\r\nLe ripercussioni sociali di questa intrusione bio-tech nel campo dell'agricoltura sono quelle della dipendenza agricola (anche dei piccoli coltivatori) dalle aziende che forniscono questi semi, del monopolio di essi, della riduzione delle varietà coltivabili e dunque della biodiversità.\r\n\r\nNon stupisce nemmeno che, quando si approfondisce la tematica del cibo biologico, gli stessi promotori di tali prodotti vadano a braccetto con i magnati dell'agri-business, dipingendosi il volto di quel colore verde che più che ricordare la “natura”, ricorda tanto il colore delle spropositate quantità di dollari che queste aziende ottengono da questo mercato riservato ai ricchi.\r\n\r\n \r\nIl giorno domenica 17 giugno 2018 si terrà presso l’Edera Squat di Torino una giornata dedicata all’indipendenza sementiera, agli Organismi Geneticamente Modificati di vecchia e nuova generazione -che vengono applicati a tutto il vivente- ed alle pratiche di resistenza nei confronti dell’impianto tecno-agro-industriale.\r\nDalla mattina ci sarà la possibilità di allestire banchetti per lo scambio/dono di semi autoprodotti e distribuzioni editoriali ecologiste radicali.\r\nDopo il pranzo vegetale, sono previste proiezioni sui temi dell’espropriazione di sementi e saperi contadini da parte delle multinazionali e dei centri di ricerca a cui seguirà una panoramica sulle nuove tecniche di manipolazione genetica e sulle commistioni tra enti di ricerca e agricoltura “dal basso”.\r\nAlcuni degli elementi di discussione saranno:\r\n– OGM 2.0\r\n– tecniche di veicolazione del consenso\r\n– fondi e legislazioni europee\r\n– enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente\r\n– permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino\r\nDurante tutta la giornata sarà presente una mostra sugli OGM in Svizzera.\r\nChi fosse interessatx a partecipare allo scambio di semi, con la propria distro o al dibattito puo’ contattarci all’indirizzo email bestieinlotta@autistici.org\r\nPer chi volesse approfondire i temi in vista dell’incontro:\r\nhttps://roundrobin.info/2018/02/torino-babele-geni/\r\nhttps://rhizom.noblogs.org/\r\ndalle ore 10 scambio semi/piantini/derivati vegetali autoprodotti, banchetti distro, mostra “OGM sempre sotto pressione” sugli OGM in Svizzera e pannelli informativi\r\n\r\nore 12,30 sgrufolata vegetale ad offerta libera\r\n\r\nore 14 proiezioni inquiete\r\n\r\nore 15 panoramica su OGM 2.0, tecniche di veicolazione del consenso, fondi e legislazioni europee, enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente, permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino. 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