","Corno d'Africa: dopo il colonialismo, le cavallette","post",1582888647,[61,62,63,64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/cavallette/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/ddt/","http://radioblackout.org/tag/disinfestazione/","http://radioblackout.org/tag/invasione/","http://radioblackout.org/tag/kenia/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/piaga/","http://radioblackout.org/tag/sud-sudan/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/tanzania/","http://radioblackout.org/tag/uganda/",[78,79,80,81,82,15,83,84,85,86,87,22,24,88,89,90],"Africa","capitalismo","cavallette","colonialismo","congo","ddt","disinfestazione","invasione","kenia","news","Sudan","Tanzania","uganda",{"post_content":92,"tags":96},{"matched_tokens":93,"snippet":94,"value":95},[22],"occidentale la vera e propria \u003Cmark>piaga\u003C/mark> delle cavallette si spiega anche","Le tremende piogge dei mesi scorsi hanno permesso una proliferazione tale di cavallette del deserto, animali fortemente gregari, che l’intero corno d’Africa è in ginocchio. Si parla, tra gli altri, di uno sciame di 60x40 chilometri per lato che si muove ad una velocità di 150 chilometri l’ora e mangia in un giorno quel che mangerebbero 80 milioni di persone.\r\nIn un continente devastato dai conflitti e dallo sfruttamento occidentale la vera e propria \u003Cmark>piaga\u003C/mark> delle cavallette si spiega anche con i forti cambiamenti climatici.\r\nContenere le cavallette è tema di discussione molto acceso, soprattutto per quanto riguarda le sue conseguenze su interi ecosistemi, e sono allo studio idee forse meno distruttive di nuvole di ddt ma non per questo meno controverse. Mentre le briciole che l'occidente dona a sostegno delle popolazioni colpite sono insufficienti, eppure necessarie. Nel frattempo secondo la FAO le locuste hanno nuovamente deposto milioni di uova, che dovrebbero schiudersi entro marzo, scatenando una seconda ondata.\r\nNe parliamo con Cornelia, vicedirettrice di Africa Express.\r\nAscolta la diretta:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/locuste.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[97,99,101,103,105,107,109,111,113,115,117,119,122,124,126,128],{"matched_tokens":98,"snippet":78},[],{"matched_tokens":100,"snippet":79},[],{"matched_tokens":102,"snippet":80},[],{"matched_tokens":104,"snippet":81},[],{"matched_tokens":106,"snippet":82},[],{"matched_tokens":108,"snippet":15},[],{"matched_tokens":110,"snippet":83},[],{"matched_tokens":112,"snippet":84},[],{"matched_tokens":114,"snippet":85},[],{"matched_tokens":116,"snippet":86},[],{"matched_tokens":118,"snippet":87},[],{"matched_tokens":120,"snippet":121},[22],"\u003Cmark>piaga\u003C/mark>",{"matched_tokens":123,"snippet":24},[],{"matched_tokens":125,"snippet":88},[],{"matched_tokens":127,"snippet":89},[],{"matched_tokens":129,"snippet":90},[],[131,137],{"field":35,"indices":132,"matched_tokens":134,"snippets":136},[133],11,[135],[22],[121],{"field":138,"matched_tokens":139,"snippet":94,"value":95},"post_content",[22],578730123365712000,{"best_field_score":142,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":144,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":146,"highlight":166,"highlights":170,"text_match":174,"text_match_info":175},{"cat_link":147,"category":148,"comment_count":47,"id":149,"is_sticky":47,"permalink":150,"post_author":50,"post_content":151,"post_date":152,"post_excerpt":53,"post_id":149,"post_modified":153,"post_thumbnail":154,"post_thumbnail_html":155,"post_title":156,"post_type":58,"sort_by_date":157,"tag_links":158,"tags":162},[44],[46],"68651","http://radioblackout.org/2021/04/la-piaga-della-sorveglianza-speciale-palermo/","Ieri è stata confermata la sorveglianza speciale per un compagno di Palermo, Chadli Aloui, additato come socialmente pericoloso perchè presente da anni nelle lotte cittadine. 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The Gate è l'organo no-profit a partecipazione mista di istituzioni pubbliche e enti privati che ha l'incarico di gestire e realizzare la riqualificazione di Porta Palazzo. The Gate crea l'associazione ViviBalon, e le affida la gestione del cosiddetto Suk. Nel 2014 la giunta Fassino trasforma il mercato, lasciando la gestione del Balon del sabato a un ente privato, il bando di gestione è vinto dalla associazione dei commercianti del Balon, che già gestisce - dopo averlo inventato, il Gran Balon, cioè il mercato degli antiquari della domenica. Ora ci sono due mercati, gestiti da due associazioni. Dal 2017 il direttivo della Associazione dei commercianti chiede l'allontanamento dei venditori del Suk, “una piaga che abbassa il valore e la qualità” del mercato.\r\n\r\nPoi, la delibera, la resistenza, e infine lo sgombero.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNel febbraio del 2019 viene fatta un’interpellanza relativa a presunte irregolarità gestionali da parte dell’Associazione dei Commercianti del Balon, legata all'aumento del costo degli stalli.\r\n\r\nNel 2021 scade il bando per la gestione del Balon del sabato. Ora alla guida della città c'è la giunta Lorusso. Il Comune delibera una proroga per la gestione del Balon da parte dell'Associazione commercianti fino al 31 marzo 2022. Il 18 febbraio 2022 la Città indice un nuovo bando per la gestione del Balon. La nuova gestione parte dal maggio 2022, così si garantisce una nuova proroga alla associazione commercianti. Al bando si presenta solo l'associazione commercianti, e il nuovo bando concede la gestione del Balon del sabato alla associazione commercianti fino al maggio 2024. A maggio 2024 viene concesso tramite determinazione dirigenziale (quindi senza bando) il prolungamento fino al maggio 2027.\r\n\r\nAscolta e scarica l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon.mp3\"][/audio]","23 Settembre 2024","2024-09-23 18:22:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon-post-sgombero-1-e1727105994515-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"148\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon-post-sgombero-1-e1727105994515-300x148.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon-post-sgombero-1-e1727105994515-300x148.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon-post-sgombero-1-e1727105994515-768x379.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/balon-post-sgombero-1-e1727105994515.jpg 794w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il balon ancora in mano all'Associazione Commercianti",1727114900,[193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/balon/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazione/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[197,198,199],"balon","riqualificazione","sgombero",{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":203,"value":204},[22],"dei venditori del Suk, “una \u003Cmark>piaga\u003C/mark> che abbassa il valore e","Sono passati quasi sei anni dalla delibera di sgombero dello storico mercato torinese del Balon del sabato, delibera firmata dall'allora Sindaca Chiara Appendino, che, dopo 9 mesi di resistenza da parte dellx venditorx sotto sgombero, si è poi tramutata in una muscolare prova di forza da parte del Comune che è stata messa in atto inviando camionette di celere a presidiare il mercato per mesi, multando lx venditorx con sanzioni da 5000 euro e il sequestro della merce esposta, e creando un muro di jersey di cemento per impedire fisicamente lo svolgimento del mercato nella zona di San Pietro in Vincoli e di Canale Molassi.\r\n\r\nLa delibera citata, però, altro non era che l'ultimo capitolo di una serie di misure che hanno messo in atto tutte le giunte cittadine per dividere il mercato del Balon in due parti: quella indesiderabile, definita \"Suk\" dagli innumerevoli articoli apparsi sulla stampa cittadina che ne denunciavano il degrado, costituita da venditori che appoggiavano la merce più varia a prezzi bassi sui loro teli stesi in terra lungo Canale Molassi, Via Cottolengo e la zona del Cimitero di San Pietro in Vincoli; e quella più vintage, con banchi più decorosi e appetibili per i nuovi visitatori che si volevano attirare nel quartiere, principalmente studentx e turistx.\r\n\r\nInfatti, parallelamente all'aumento vertiginoso degli sfratti nell'area di Porta Palazzo, all'apertura nel giro di pochi anni e di poche centinaia di metri di due scuole con una retta piuttosto alta, come la Holden e lo IAAD, della filiale torinese del Mercato Centrale, della nuova sede centrale della Lavazza, dell'Ostello di lusso Combo (dove una notte in un letto in camerata costa più di 50 euro), solo per citare alcuni degli investimenti di privati dell'area, in cui atterrerà tra qualche anno The Student Hotel, e poco prima dello sgombero delle occupazioni della zona (quelle di Via Borgodora, Canale Molassi e in ultimo l'Asilo Occupato), si ha la nascita dell'associazione ViviBalon, creata dal Progetto The Gate. 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Mentre i fondi per l’avventura militare crescono, i salari e le pensioni rimangono fermi e si approvano nuove misure che allargano la precarietà del lavoro.\r\n\r\nNon c’è un solo campo di intervento sociale dove il governo non stia agendo per favorire un aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie:\r\n\r\n \tDalla grande emergenza abitativa provocata da un mercato con prezzi alle stelle e con un patrimonio di case popolari ridotto al lumicino, alla piaga di un sistema sanitario pubblico ormai completamente soppiantato dalle aziende private e una fetta larghissima di popolazione senza più risorse per curarsi.\r\n \tDalla eliminazione del reddito di cittadinanza, sostituito da uno strumento di ricatto utile solo a tenere ancora più in basso i salari, alla vergogna del Decreto Cutro che rende sempre più arduo il percorso di regolarizzazione per i lavoratori migranti.\r\n \tDalla riforma del fisco che mira a eliminare quel poco di progressività che ancora conserva il nostro sistema di tassazione, fino alla ulteriore liberalizzazione degli appalti e dei contratti a tempo determinato che aumentano la ricattabilità del lavoro e ne indeboliscono le tutele.\r\n\r\nUna sequela martellante di provvedimenti che vengono presi senza ascoltare la sofferenza che cresce nel Paese né alcuna interlocuzione con la società che sia altra dai manager dei grandi interessi privati. Una logica che vediamo agire nella realizzazione degli impianti di rigassificazione, da Piombino a Ravenna, come nella prosecuzione della Tav in Val di Susa, nel progetto del Ponte sullo Stretto o della base militare in programma a Coltano. Dietro le parole della transizione verde, il Governo prosegue nella devastazione dell’ambiente e nell’uso delle fonti fossili, contro queste politiche dobbiamo rivendicare giustizia ambientale e giustizia sociale.\r\n\r\nNelle politiche sul lavoro il mantra del governo è la moderazione salariale, che viene scambiata con una misera esenzione contributiva per alcuni mesi. Decenni di riduzione dei salari e una fortissima perdita di potere d’acquisto dovuta all’impennata dei prezzi (che non è affatto finita) non trovano nessuna risposta seria nei rinnovi contrattuali. Addirittura nel settore pubblico non è stata prevista dal governo nessuna risorsa per i contratti. E tutto questo, mentre è forte l’aumento dello sfruttamento nelle fabbriche, nei magazzini, in moltissimi settori lavorativi, dovuto all’intensificazione dei ritmi, all’allungamento della giornata di lavoro ed alla flessibilità sempre più selvaggia dei turni.\r\n\r\nAnche i disegni di stravolgimento dell’ordinamento costituzionale, dall’autonomia differenziata ai propositi di presidenzialismo, rispondono ad una stessa logica di aumento delle disparità, sociali e territoriali, accanto ad un accentramento dei poteri e del controllo sulla società. Con il disegno di legge Calderoli, il governo vuole colpire i diritti sociali definendo i Livelli essenziali di prestazione, garantendo cioè il minimo delle prestazioni in modo da tagliare ancor di più i servizi pubblici e mantenere il Mezzogiorno in uno stato di arretratezza, utile solo per nuove servitù militari, energetiche e logistiche.\r\n\r\nMentre le condizioni economiche peggiorano e i nostri redditi valgono sempre meno, il governo Meloni si pone l’obiettivo di creare fratture nella società, favorire la guerra tra poveri, aumentare il controllo e trascinarci sempre più dentro un conflitto dagli esiti imprevedibili. E per farlo promuove una campagna di restaurazione culturale che aggredisce la scuola pubblica e attraversa tutti gli apparati del sistema informativo e della comunicazione. Diversità, sofferenze, povertà diventano obiettivi da attaccare, soggetti da discriminare ed escludere. I giovani, in particolare, li si vorrebbe irreggimentare in un sistema di sfruttamento e precarietà, lavoro gratuito, affitti alle stelle e soffocamento delle libertà.\r\n\r\nSABATO 24 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA \r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione ha avuto una vasta partecipazione ne parliamo con Pietro Cusimano della USB .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/INFO-26063-CUSIMANO-MAN.NAZIONALE.mp3\"][/audio]","26 Giugno 2023","Il governo Meloni ci ruba il futuro. 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Con il disegno di legge Calderoli, il governo vuole colpire i diritti sociali definendo i Livelli essenziali di prestazione, garantendo cioè il minimo delle prestazioni in modo da tagliare ancor di più i servizi pubblici e mantenere il Mezzogiorno in uno stato di arretratezza, utile solo per nuove servitù militari, energetiche e logistiche.\r\n\r\nMentre le condizioni economiche peggiorano e i nostri redditi valgono sempre meno, il governo Meloni si pone l’obiettivo di creare fratture nella società, favorire la guerra tra poveri, aumentare il controllo e trascinarci sempre più dentro un conflitto dagli esiti imprevedibili. E per farlo promuove una campagna di restaurazione culturale che aggredisce la scuola pubblica e attraversa tutti gli apparati del sistema informativo e della comunicazione. Diversità, sofferenze, povertà diventano obiettivi da attaccare, soggetti da discriminare ed escludere. I giovani, in particolare, li si vorrebbe irreggimentare in un sistema di sfruttamento e precarietà, lavoro gratuito, affitti alle stelle e soffocamento delle libertà.\r\n\r\nSABATO 24 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA \r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione ha avuto una vasta partecipazione ne parliamo con Pietro Cusimano della USB .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/INFO-26063-CUSIMANO-MAN.NAZIONALE.mp3\"][/audio]",[239],{"field":138,"matched_tokens":240,"snippet":236,"value":237},[22],{"best_field_score":176,"best_field_weight":209,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":210,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":243,"highlight":263,"highlights":268,"text_match":174,"text_match_info":271},{"cat_link":244,"category":245,"comment_count":47,"id":246,"is_sticky":47,"permalink":247,"post_author":50,"post_content":248,"post_date":249,"post_excerpt":53,"post_id":246,"post_modified":250,"post_thumbnail":251,"post_thumbnail_html":252,"post_title":253,"post_type":58,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":259},[44],[46],"81946","http://radioblackout.org/2023/05/in-pakistan-eni-forza-la-crisi/","Un'inchiesta di ReCommon e SourceMaterial ha svelato il ruolo di ENI nella crisi in corso in Pakistan. ENI agisce nel paese dal 2017, quando si è aggiudicata una commessa a lungo termine per fornire gas liquefatto allo stato pakistano fino al 2032. Questo accordo è stato accolto con entusiasmo in Pakistan, da sempre vessato da problemi energetici, ma dall'autunno del 2021 in poi ENI ha iniziato a saltare delle forniture, mancando ben otto forniture delle venti previste. Questa mancanza di gas si è trasformata nell'ennesima piaga per la popolazione pakistana, oltre alle temperature inverosimilmente alte e l'alluvione dell'autunno 2022, costretta quindi ad utilizzare generatori per sopperire alla mancanza di energia elettrica. Questa situazione precaria provoca frequenti blackout e ha bloccato varie industrie tessili, lasciando senza lavoro migliaia di persone.\r\n\r\n\r\n\r\n“In Pakistan la crisi energetica sta già impattando milioni di persone e potrebbe avere conseguenze ancora più profonde, ora che il governo locale sembra intenzionato a fare ritorno al carbone per supplire alla carenza di gas. 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Ciò si spiega con la crescente domanda di tecnologie \"non inquinanti\" imposte dalla transizione energetica – come turbine eoliche e pannelli solari – che dipendono da batterie agli ioni di litio per garantire la fornitura di energia elettrica, oltre alla diffusione dell’uso di veicoli elettrici, come deciso dall'UE a partire dal 2035.\r\n\r\nA causa delle devastanti conseguenze ambientali e territoriali in gioco, nei differenti Paesi del Sud America in cui vi è una massiccia attività estrattiva, la popolazione locale si è attivata per difendere i loro territori e le risorse. Ad esempio, in Catamarca, la campagna “Agua para los pueblos!” si batte contro la piaga dell’estrattivismo che da decenni ormai colpisce tutta l’America Latina. L'attività estrattiva ha infatti una caratteristica principale, ossia non esiste valore aggiunto per il territorio in cui ciò avviene (attraverso un procedimento che prevede l'utilizzo di moltissimo terreno dove fare evaporare litri di acqua per poi poter ottenere il litio), ma il profitto rimane in quei segmenti della filiera che si occupa di utilizzare il litio per la produzione, in particolare per produrre batterie elettriche per il \"nord\" del mondo.\r\n\r\nAbbiamo discusso di questi aspetti con Gabriel Correo, ingegnere su litio al Centro Nazionale di Ricerca in Argentina e università di Catamarca.\r\n\r\nGabriel contribuisce al sito di informazione e critica accademica sul tema Foro Interuniversitario de especialistas en litio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Estrazione-litio-Argentina-2023_04_27_2023.04.27-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer concludere l'approfondimento sui territori dell'America del Sud in cui l'estrazione delle terre rare si combina a grandi progetti inutili e devastanti, mandiamo un contributo sulla Carovana El Sur Resiste.\r\n\r\nLa Carovana EL SUR RESISTE è partita il 25 aprile e attraverserà i territori del sud/sud est del Messico minacciati da due megaprogetti: il Tren Maya e il Corredor Transoceánico. 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Sicuramente in questa direzione punta il contributo del documentario NOPET, nato da un'idea di Davide Majocchi, e che ha visto la partecipazione di molti altri attivisti per la liberazione animale, ma anche docenti universitari e educatori cinofili. Alle loro interviste si alternano immagini di vita randagia o, all'estremo opposto, puramente addomesticata e mercificata, per mettere in evidenza una critica radicale al concetto di “pet”, ovvero di “animale da compagnia”: una definizione antropocentrica, che mira a rafforzare il secolare dominio umano sugli animali non umani e a suddividerli in categorie di utilizzo, proprio come degli oggetti.\r\n\r\nE il mancato riconoscimento di soggettività ai “migliori amici dell'uomo” è ancora più palese quando si parla di randagismo, dato che questo fenomeno è considerato quasi sempre una piaga sociale, un nemico da debellare, passando sopra ad ogni volontà o possibilità di scelta da parte dei soggetti coinvolti, cioè i cani stessi.\r\n\r\nI branchi di randagi, prevalentemente presenti nel meridione italiano, rappresentano (non sempre, ma spesso) una realtà molto particolare fatta di relazioni libere, autodeterminazione, autosopravvivenza ed affinità reciproca. 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Stiamo parlando di un modo di comunicare e socializzare completamente diverso dal nostro, e, nonostante il cane sia l'animale con cui siamo più frequentemente abituati a confrontarci nelle nostre vite quotidiane, questo modo di esprimersi non viene mai studiato ed interpretato correttamente; inevitabile dunque, quando si nota un cane randagio per strada, arrivare alla conclusione che esso soffra, stia male e desideri di essere adottato o trasportato in un canile. Una conclusione affrettata e superficiale, che può portare a conseguenze disastrose per la vita del cane.\r\n\r\nPotete trovare il trailer del documentario NOPET a questo link:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=lZsz-B0ziKw\r\n\r\ned ascoltare l'audio della puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/no-pet.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":385,"snippet":386,"value":386},[22],"Randagismo: \u003Cmark>piaga\u003C/mark> da debellare od opportunità di autodeterminazione?",[388,390],{"field":172,"matched_tokens":389,"snippet":386,"value":386},[22],{"field":138,"matched_tokens":391,"snippet":382,"value":383},[22],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":393,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"578730123365187706",{"document":395,"highlight":408,"highlights":413,"text_match":174,"text_match_info":416},{"comment_count":47,"id":396,"is_sticky":47,"permalink":397,"podcastfilter":398,"post_author":399,"post_content":400,"post_date":401,"post_excerpt":53,"post_id":396,"post_modified":402,"post_thumbnail":403,"post_title":404,"post_type":367,"sort_by_date":405,"tag_links":406,"tags":407},"82848","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-23-aporie-della-transizione-energetica-sostituzione-o-addizione/",[327],"cattivipensieri","“Storicamente, a scala globale non c’è mai stata nessuna transizione energetica. La nozione attuale fa passare quello che è un problema di civiltà per un semplice cambiamento di infrastruttura energetica”\r\n\r\nCosì lo storico francese Jean-Baptiste Fressoz mette il dito nella piaga su un ritornello che ci siamo ormai abituati ad accogliere come soluzione bell’e pronta alle devastazioni ambientali che la civiltà industriale ha fin qui prodotto, primo fra tutti il cambiamento climatico. Con un approccio storico (e materialista) che fa difetto alla maggioranza di politici, opinionisti e ai più rinomati scienziati del clima, lo storico francese decostruisce la genealogia di quella che è andata imponendosi come ideologia “fasista”, secondo cui - come per le precedenti età del bronzo, del ferro, ecc - la storia dell’età moderna e contemporanea sarebbe scandita da fasi ben definite caratterizzate dal predominio pressoché esclusivo di una fonte energetica sulle altre: legno, carbone, petrolio… sboccando oggi sulla tanto attesa nuova transizione verso fonti “rinnovabili”. Ma la sostituzione di una fonte energetica con un’altra esiste solo nella mente dei cantori della nuova svolta green quando la realtà è piuttosto quella di una progressiva addizione di nuove materie prime alle vecchie al punto che “non abbiamo mai consumato tanta legna e tanto carbone quanto ne consumiamo nel XXI secolo”.\r\n\r\nUna riflessione ecologico-ambientale all’altezza dei tempi - ci dicono i redattori della rivista Endnotes - non potrà non confrontarsi col nodo di fondo dell’approvvigionamento alimentare per la sussistenza di massa, tanto più in una ipotetica (oggi lontana) fase rivoluzionaria vittoriosa. La domanda che alcuni di loro pongono al dibattito comunista, prendendo di mira tanto le due tendenze agli antipodi del “primitivismo” e degli entusiasti della tecnofila “automazione comunista” è se la tecnologia di cui i proletari insorti dovranno dotarsi possa essere la stessa ereditata dal mondo capitalista, con le relazioni sociali in essa incorporate o se non dovranno invece procedere a una rimessa in discussione (perlomeno) di alcune branche di questa infrastruttura.\r\n\r\nIn chiusura di trasmissione, l'epilogo della rubrica \"Il Perno Originario\"\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/fine_storia_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI:\r\n\r\nIntervista a Jean-Baptiste Fressoz - « Les plus pessimistes étaient beaucoup trop optimistes »\r\n\r\nJohn Clegg , Rob Lucas, Jasper Bernes, Nutrire la rivoluzione. Cibo, agricoltura e rottura rivoluzionaria, Porfido Edizioni, Torino 2023\r\n\r\nScenari globali: le aspettative mal riposte delle nuove tecnologie – di Giorgio Ferrari\r\nIl Lato Cattivo \"Moriremo «green»? A proposito di capitalismo verde\"\r\n\r\nFressoz \"La transition est un concept délirant\"","21 Giugno 2023","2023-09-18 14:16:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/IMG-20230621-WA0004-200x110.jpg","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #23 – Aporie della transizione energetica: sostituzione o addizione?",1687374405,[],[],{"post_content":409},{"matched_tokens":410,"snippet":411,"value":412},[22],"Fressoz mette il dito nella \u003Cmark>piaga\u003C/mark> su un ritornello che ci","“Storicamente, a scala globale non c’è mai stata nessuna transizione energetica. 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Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nNe abbiamo parlato con Claudio del comitato No Base\r\n\r\nAurora. Tra polizia, fascisti, gentrification e cemento\r\nNell’area tra corso Giulio Cesare e il lungo Dora, nei pressi di Ponte Mosca, sono cominciati i lavori di costruzione di “The Student Hotel”, lo studentato di lusso che si presenta come luogo di elezione per “persone di ogni dove, tutte accomunate dal desiderio di conoscersi e scambiare idee. Amanti dell'avventura, imprenditori, studenti e persone del posto”. Buoni affari conditi con i mantra del momento “sostenibilità” e discorsi sul “cambiamento sociale” distesi sul letto piazzato nella terrazza con piscina.\r\nSotto, per la strada, dove vivono poveri ed immigrati che non rientrano nei circuiti associativi della Torino Vetrina, dove la multietnicità imbalsamata nei negozietti e nella gastronomia d’elite, gioca docile la sua parte.\r\nIn questo stesso angolo 20 giorni fa i fascisti di Fratelli d’Italia hanno fatto un corteo, che la polizia ha protetto elargendo manganellate ai contestatori. 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Sulla morte di una bracciante pugliese nel viaggio verso le campagne\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nGiovedì 2 giugno\r\ncorteo Nessuna Base per Nessuna guerra\r\nl prossimo 2 giugno il comitato No Base ha lanciato un corteo contro la nuova caserma che il governo intende costruire a Coltano. Una base dei carabinieri che sorgerebbe in un’area protetta, quella della pineta di San Rossore, ed accoglierebbe i paracadutisti del “Tuscania”, il Gis e le unità cinofile.\r\nPare che il governo, dopo la levata di scudi intorno all’area di San Rossore, avrebbe avanzato l’ipotesi di realizzare più caserme decentrate sul territorio. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","31 Maggio 2022","2022-05-31 14:29:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/nabe_16-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. Antimilitaristi in piazza a Coltano, Niscemi, Aviano. Aurora: polizia, fascisti, gentrification e cemento. Braccianti: un’altra alba senza tramonto...",1654007340,[],[],{"post_content":431},{"matched_tokens":432,"snippet":433,"value":434},[22],"sociali ed essenziali\r\n- Contro la \u003Cmark>piaga\u003C/mark> della militarizzazione del Friuli Venezia","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Si tratta della prima associazione sportiva proletaria e antialcoolica di orientamento socialista, che rivendica il diritto allo sport non solo per un'élite borghese, ma per tutti, contro l'attitudine da imprese eroiche di conquista delle vette e di dominio sull'ambiente montano.\r\nLa sua attività venne interrotta, solo apparentemente, dalle leggi liberticide durante ventennio fascista, che vide molti appartenenti all'associazione arruolarsi tra le file dei partigiani.\r\n\r\nOggi l'A.P.E. conta diverse sezioni italiane, ognuna indipendente dall'altra, e tra queste è nata quella di Torino: l'intenzione di aprire questa sezione e di chiamarsi con tale nome deriva dalla volontà di riappropriazione dei termini che compongono tale sigla, e di continuità storica con la tradizione secolare di questa esperienza. Da circa un anno A.P.E. torino si ritrova con l'intenzione di organizzare uscite, approfondire la tematica dell'escursionismo montano ma anche dei modi di vivere la montagna, di chi la vive, di come la vive e di come è stata vissuta, tenendo conto dei suoi pregi e dei suoi difetti, per costruire un percorso di riflessioni politiche che sia in grado di arricchire le lotte di tutti i giorni.\r\n\r\nQui sotto il volantino ufficiale di presentazione:\r\n\r\n \r\n\r\nPerché A.P.E.\r\n\r\nAPE Torino\r\nL’Associazione Proletari Escursionisti nasce nel 1919 tra Lecco e Milano con lo scopo di proporre ai\r\nlavoratori e alle lavoratrici momenti di socialità e aggregazione, in montagna e all’aria aperta, al di\r\nfuori del formicaio urbano e, allo stesso tempo, di allontanarli dalla dilagante piaga dell’alcolismo (di\r\nqui la connotazione Antialcolica usata al tempo). Di chiaro orientamento antifascista, l’APE sarà\r\nsciolta forzatamente dal regime nel 1926.\r\n\r\nAbbiamo scelto di chiamarci A.P.E. per la volontà di reinserirci nel solco di un'esperienza storica e\r\nper restituire ad alcune parole un significato nostro che ci rappresenti, nonostante (e anzi proprio\r\nper il fatto che) esse siano usate e abusate nella società di oggi con connotati totalmente distorti e\r\nstrumentali.\r\n\r\nAssociazione: A.P.E. Torino non è regolata da tessere o statuti, vuole essere una dimensione di libera\r\naggregazione connotata da orizzontalità e informalità. Un’unione collettiva nella quale non si va a\r\nperdere la diversità di ognuno, ma anzi la si amplifica, ed essa si arricchisce e contribuisce a\r\nvalorizzare l’esperienza del gruppo. C’è spazio per tutti ma non per chi discrimina: non accettiamo\r\ncomportamenti oppressivi e tesi a limitare la libertà altrui.\r\n\r\nProletari: come cento anni fa vi era la necessità di contrapporsi all’approccio dominante di\r\nalpinismo ed escursionismo, espressione della classe benestante che tramite il mito della conquista\r\ndella vetta e del dominio sulla natura affermava il proprio potere sulla società, oggi sentiamo il\r\nbisogno di contrapporci all’imperante sfruttamento della montagna, al suo consumo e\r\nmercificazione.\r\n\r\nEscursionisti: camminare restituisce la possibilità di sperimentare uno spazio e un tempo\r\nsufficientemente dilatati in cui è possibile relazionarsi, stare insieme, pensare e agire. Camminare\r\nsignifica anche parlare, scambiare idee, proposte, conoscenze e metodi. Camminare non significa\r\nper forza arrivare da un luogo a un altro, ma donare senso a ogni punto dello spazio attraversato nel\r\npercorso. Consideriamo importante che sia la conformazione, l’accessibilità o meno dello spazio a\r\nrenderlo attraversabile, e non solamente gli strumenti e la tecnologia posseduta. Per questo\r\npuntiamo a camminare con un ritmo non competitivo che si adegui alle condizioni morfologiche e\r\natmosferiche del territorio attraversato da ciascuna escursione.\r\n\r\nPerché montagna\r\n\r\nLe montagne, le vette e la terra tutta sono spesso viste in funzione di conquista e di colonizzazione,\r\nche di fatto impongono la narrazione di una dimensione di proprietà, determinandone le possibilità\r\ndi accesso e attraversamento. L’A.P.E., invece, vuole veicolare il senso che questi luoghi debbano\r\nessere vissuti con la possibilità e la libertà di essere percorsi da tutti e conquistati da nessuno.\r\n\r\nIl nostro desiderio e la nostra volontà vanno nella direzione di conoscere la montagna, le sue storie,\r\nle sue culture, e le persone che vi abitano. Senza volerlo mitizzare, crediamo fortemente\r\nnell'ambiente montano come luogo di possibilità, che sia in passato che nel presente ha permesso\r\ne può permettere di sviluppare delle forme altre di autorganizzazione, di rapporti, di riconoscimento\r\ndei propri bisogni e di soddisfacimento in prima persona degli stessi.\r\n\r\nNoi non portiamo nessuno in montagna, ma ci andiamo insieme, e richiediamo che ognuno sia\r\nresponsabile di se stesso e rispettoso degli altri e dell’ambiente.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l'audio di presentazione qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/apeto.mp3\"][/audio]","4 Giugno 2018","2019-01-31 12:47:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/213014ffb1d2ee35429fc5711be96b77_w700_h350_mw_mh_cs_cx_cy-200x110.jpg","Nasce A.P.E. 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