","ToDream all'assalto dell'Ex Dazio: messa a profitto di Torino Nord","post",1669822892,[58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/ex-dazio/","http://radioblackout.org/tag/pietra-alta/","http://radioblackout.org/tag/todream/",[23,27,19],{"post_content":63,"tags":69},{"matched_tokens":64,"snippet":67,"value":68},[65,66],"Pietra","Alta","abitanti e famigli dell’Ex-Dazio di \u003Cmark>Pietra\u003C/mark> \u003Cmark>Alta\u003C/mark> che hanno preso parola, dato","Un grande progetto di riqualificazione urbana (così la chiamano) dal nome ToDream, si profila all'orizzonte per l'area e il palazzo stesso del Ex Dazio tra i palazzoni di Corso Giulio Cesare e Corso Vercelli, estrema periferia di Torino Nord. Peccato che, sembrano di far finta di nulla, ma quel palazzo è occupato dal 2013 dagli abitanti e famigli dell’Ex-Dazio di \u003Cmark>Pietra\u003C/mark> \u003Cmark>Alta\u003C/mark> che hanno preso parola, dato che cercano di renderli invisibili. Il progetto, prevederebbe di usare gli oneri di urbanizzazione della futura galleria commericiale di To Dream per riqualificare l'edificio e intervenire anche nell'area di Corso Romania, opzione ben vista dall' assessore all'urbanistica.\r\n\r\nIntanto, cos'è ToDream? Una azienda che si occuperà della costruzione di un mega centro commerciale lungo corso Romania, nella Ex fabbrica Michelin, con la prospettiva di creare un modernissimo Urban District, frullatore dove \"shopping, divertimento, food, socialità, green life, accoglienza e business si incontrano in un progetto di valenza regionale e con un concept di livello internazionale.\"\r\n\r\nInsomma, il turbocapitale assalta Torino Nord in ottica gentrificatrice e di profitto.\r\n\r\nUn approfondimento dai microfoni di Radio BlackOut:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/todreams.mp3\"][/audio]\r\nQui una lettera dove gli abitanti dell'Ex Dazio occupato di \u003Cmark>Pietra\u003C/mark> \u003Cmark>Alta\u003C/mark> prendono parola:\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/story.php?story_fbid=816692903119120&id=100043352540134",[70,72,77],{"matched_tokens":71,"snippet":23},[],{"matched_tokens":73,"snippet":76},[74,75],"pietra","alta","\u003Cmark>pietra\u003C/mark> \u003Cmark>alta\u003C/mark>",{"matched_tokens":78,"snippet":19},[],[80,85],{"field":32,"indices":81,"matched_tokens":82,"snippets":84},[14],[83],[74,75],[76],{"field":86,"matched_tokens":87,"snippet":67,"value":68},"post_content",[65,66],1157451471441625000,{"best_field_score":90,"best_field_weight":91,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":44,"score":93,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":44},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":95,"highlight":107,"highlights":112,"text_match":115,"text_match_info":116},{"cat_link":96,"category":97,"comment_count":44,"id":98,"is_sticky":44,"permalink":99,"post_author":47,"post_content":100,"post_date":101,"post_excerpt":50,"post_id":98,"post_modified":102,"post_thumbnail":50,"post_thumbnail_html":50,"post_title":103,"post_type":55,"sort_by_date":104,"tag_links":105,"tags":106},[41],[43],"18733","http://radioblackout.org/2013/10/torino-occupata-la-sede-atc-verso-il-19o/","Famiglie e singoli occupanti di case si sono recati oggi presso la sede Atc (agenzia territoriale per la casa) di corso Dante a Torino, pretendendo di incontrare il presidente Elvio Rossi\r\nAll'origine della protesta le lettere di minacce di sfratto ricevute da molti inquilini se non avessero provveduto a pagare entro il 30 dicembre i 480 euro obbligatori da versare ogni anno alle casse dell’ente e una decisa critica contro il malfunzionamento dell'ente che continua a lasciare vuote e inassegnate centinaia di case popolari.\r\nLa diretta dall'iniziativa con Luca di Prendocasa Torino\r\nluca_occupyatc\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito il volantino distribuito durante l’iniziativa:\r\n\r\nATC vergogna!\r\nNella Torino ormai balzata agli onori delle cronache come capitale degli sfratti (4000 sfratti dall’inizio dell’anno), l’ATC cerca di metterci del suo mandando lettere (ne sono già arrivate almeno 4000) agli abitanti delle case popolari minacciando lo sfratto se non provvedono al pagamento di almeno 480 euro per le bollette arretrate entro 30 giorni.\r\nL’ATC però forse dimentica che per almeno 20 anni gli stessi abitanti delle case popolari hanno pagato direttamente dalle buste paga il contributo GESCAL che a quanto pare agli inizi degli anni 2000 era di quasi 5,4 milardi di euro.\r\nCrediamo che a questo punto l’ATC debba dare delle risposte sull’uso di questi soldi che appartengono alla collettività.\r\nL’ATC dovrebbe anche rispondere sul perchè abbia circa 1.000 sue case vuote che vengono lasciate al totale abbandono, uno scandalo quando migliaia di persone che hanno fatto domanda per la casa popolare aspettano anni per avere una casa che è un loro diritto.\r\nE che dire degli stipendi di tutti i funzionari, alcuni dei quali ultimamente indagati per corruzione e turbativa d’asta, e direttori che sono lievitati costantemente negli anni: il proprio consiglio d’amministrazione è passato dai 229.786€ del 2007 ai 320.000€ del 2011 di costi, e compensi esorbitanti anche per i singoli dirigenti, fino a 140.000€ l’anno.\r\nInsomma pare che i soldi per gestire adeguatamente il patrimonio di edilizia popolare della città non ci siano, ma gli stipendi dei manager, pagati con soldi pubblici, continuano ad aumentare e per i funzionari si trova comunque il modo di arrotondare con le tangenti, mentre le persone arrivano tutti i giorni a dover fare i conti con il riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena!\r\nCome abitanti delle case popolari del villaggio Snia di Barriera di Milano (Pietra Alta), insieme alle famiglie delle case popolari di Settimo Torinese, della Falchera, San Paolo e altre famiglie e/o singoli di altri quartieri popolari che si trovano nella nostra stessa situazione, rivendichiamo il diritto all’abitare!\r\nSiamo stufi di subire e abbassare la testa!\r\nSiam famiglie con bambini e pensionati che ricevono la minima con cui dobbiamo arrivare a fine mese, privandoci di molte cose, pensando solo alle spese necessarie per noi e i nostri figli. Ma oggi fare questo diventa sempre più difficile. I problemi che ci perseguitano anche nei sogni, non interessano né ad ATC, né al Comune di Torino. Siamo convinti che in questo momento dove il disagio economico e abitativo diventa sempre più forte, non si possa minare il diritto alla casa attraverso ingiunzioni di sfratto, attraverso lettere intimidatorie che ATC continua a mandare alle famiglie delle case popolari. Oggi la nostra rabbia è indirizzata ad ATC ma anche il Comune ha le sue responsabilità, il quale preferisce vedere famiglie sfrattate che dormono in macchina, nei parchi o sui marciapiedi invece di chiedere il blocco degli sfratti per tutti.\r\nNon dobbiamo più permettere che la nostra dignità venga calpestata da chi vuol farci crede che siamo noi a dover pagare la malagestione del patrimonio pubblico.\r\nSiamo convinti che “uniti si possa vincere” ed è per questo che chiediamo a tutti di partecipare alla nostra protesta martedì 15 ottobre alle 10:30 in Corso Dante davanti all’ATC.\r\nChiederemo direttamente al presidente Elvi Rossi, presidente di ATC, di darci le risposte che cerchiamo e pretendiamo!\r\nIl diritto alla casa non si minaccia! La dignità non si sfratta!\r\nFamiglie, pensionati e singoli delle case popolari","15 Ottobre 2013","2013-10-18 09:40:54","Torino: occupata la sede Atc (verso il #19O)",1381852144,[],[],{"post_content":108},{"matched_tokens":109,"snippet":110,"value":111},[65,66],"Snia di Barriera di Milano (\u003Cmark>Pietra\u003C/mark> \u003Cmark>Alta\u003C/mark>), insieme alle famiglie delle case","Famiglie e singoli occupanti di case si sono recati oggi presso la sede Atc (agenzia territoriale per la casa) di corso Dante a Torino, pretendendo di incontrare il presidente Elvio Rossi\r\nAll'origine della protesta le lettere di minacce di sfratto ricevute da molti inquilini se non avessero provveduto a pagare entro il 30 dicembre i 480 euro obbligatori da versare ogni anno alle casse dell’ente e una decisa critica contro il malfunzionamento dell'ente che continua a lasciare vuote e inassegnate centinaia di case popolari.\r\nLa diretta dall'iniziativa con Luca di Prendocasa Torino\r\nluca_occupyatc\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito il volantino distribuito durante l’iniziativa:\r\n\r\nATC vergogna!\r\nNella Torino ormai balzata agli onori delle cronache come capitale degli sfratti (4000 sfratti dall’inizio dell’anno), l’ATC cerca di metterci del suo mandando lettere (ne sono già arrivate almeno 4000) agli abitanti delle case popolari minacciando lo sfratto se non provvedono al pagamento di almeno 480 euro per le bollette arretrate entro 30 giorni.\r\nL’ATC però forse dimentica che per almeno 20 anni gli stessi abitanti delle case popolari hanno pagato direttamente dalle buste paga il contributo GESCAL che a quanto pare agli inizi degli anni 2000 era di quasi 5,4 milardi di euro.\r\nCrediamo che a questo punto l’ATC debba dare delle risposte sull’uso di questi soldi che appartengono alla collettività.\r\nL’ATC dovrebbe anche rispondere sul perchè abbia circa 1.000 sue case vuote che vengono lasciate al totale abbandono, uno scandalo quando migliaia di persone che hanno fatto domanda per la casa popolare aspettano anni per avere una casa che è un loro diritto.\r\nE che dire degli stipendi di tutti i funzionari, alcuni dei quali ultimamente indagati per corruzione e turbativa d’asta, e direttori che sono lievitati costantemente negli anni: il proprio consiglio d’amministrazione è passato dai 229.786€ del 2007 ai 320.000€ del 2011 di costi, e compensi esorbitanti anche per i singoli dirigenti, fino a 140.000€ l’anno.\r\nInsomma pare che i soldi per gestire adeguatamente il patrimonio di edilizia popolare della città non ci siano, ma gli stipendi dei manager, pagati con soldi pubblici, continuano ad aumentare e per i funzionari si trova comunque il modo di arrotondare con le tangenti, mentre le persone arrivano tutti i giorni a dover fare i conti con il riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena!\r\nCome abitanti delle case popolari del villaggio Snia di Barriera di Milano (\u003Cmark>Pietra\u003C/mark> \u003Cmark>Alta\u003C/mark>), insieme alle famiglie delle case popolari di Settimo Torinese, della Falchera, San Paolo e altre famiglie e/o singoli di altri quartieri popolari che si trovano nella nostra stessa situazione, rivendichiamo il diritto all’abitare!\r\nSiamo stufi di subire e abbassare la testa!\r\nSiam famiglie con bambini e pensionati che ricevono la minima con cui dobbiamo arrivare a fine mese, privandoci di molte cose, pensando solo alle spese necessarie per noi e i nostri figli. 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Alla vigilia del terremoto politico che ha investito il governo Draghi & C., il Consiglio dei ministri ha varato il decreto missioni internazionali per l’anno in corso. Principale novità, la partecipazione delle forze armate italiane al dispositivo predisposto dalle autorità qatariote per proteggere militarmente la Fifa World Cup. (…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Settembre 2022","2022-09-13 19:43:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f.jpg 735w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mondiali, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar",1663097743,[134,135,136,137,138,139],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerini/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-allestero/","http://radioblackout.org/tag/mondiali-in-qatar/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[25,15,21,31,29,17],{"post_content":142},{"matched_tokens":143,"snippet":144,"value":145},[75],"nel gennaio 2022, è un’unità \u003Cmark>alta\u003C/mark>mente flessibile con capacità di assolvere","Azzurri fuori dal mondiale di calcio ma 560 militari italiani si schiereranno a bordo campo in Qatar per contribuire alla sicurezza armata della kermesse sportiva in programma dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. 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(…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità \u003Cmark>alta\u003C/mark>mente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa \u003Cmark>pietra\u003C/mark> miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[147],{"field":86,"matched_tokens":148,"snippet":144,"value":145},[75],1155199637401895000,{"best_field_score":151,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":152,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":14},"1112369528832","1155199637401895025",6646,{"collection_name":55,"first_q":27,"per_page":155,"q":27},6,8,{"facet_counts":158,"found":14,"hits":174,"out_of":204,"page":14,"request_params":205,"search_cutoff":33,"search_time_ms":14},[159,165],{"counts":160,"field_name":163,"sampled":33,"stats":164},[161],{"count":14,"highlighted":162,"value":162},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":166,"field_name":32,"sampled":33,"stats":173},[167,169,171],{"count":14,"highlighted":168,"value":168},"notav",{"count":14,"highlighted":170,"value":170},"17dicembre",{"count":14,"highlighted":172,"value":172},"processoterrorismo",{"total_values":36},[175],{"document":176,"highlight":192,"highlights":197,"text_match":200,"text_match_info":201},{"comment_count":44,"id":177,"is_sticky":44,"permalink":178,"podcastfilter":179,"post_author":162,"post_content":180,"post_date":181,"post_excerpt":50,"post_id":177,"post_modified":182,"post_thumbnail":183,"post_title":184,"post_type":185,"sort_by_date":186,"tag_links":187,"tags":191},"26861","http://radioblackout.org/podcast/17-dicembre-i-no-tav-con-chiara-claudio-mattia-e-nicolo/",[162],"Mercoledì 17 dicembre sarà emessa la sentenza nel processo che lo Stato ha intentato contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò. Sono in carcere da oltre un anno, rinchiusi in regime di alta sicurezza, spesso isolati, lontani dai propri compagni ed affetti, la corrispondenza sottoposta a censura.\r\nHanno provato a piegarli. Non ci sono riusciti, hanno provato a mettere in ginocchio un intero movimento. Hanno fallito ancora.\r\n\r\nFacciamo un piccolo passo indietro.\r\nNella memoria della gente che si batte contro il Tav il dicembre del 2005 è una pietra miliare. Tra novembre e dicembre si consumò un’epopea di lotta entrata nei cuori di tanti. Un movimento popolare decise di resistere all’imposizione violenta di un’opera inutile e devastante e, nonostante avesse quasi tutti contro, riuscì ad assediare le truppe di occupazione, costruendo la Libera Repubblica di Venaus. Dopo lo sgombero violento il movimento per qualche giorno assunse un chiaro carattere insurrezionale: l’intera Val Susa si fece barricata contro l’invasore. L’otto dicembre era festa. La manifestazione, dopo una breve scaramuccia al bivio dove la polizia attendeva i manifestanti, si trasformò in una marcia che dopo aver salito la montagna, scese verso la zona occupata mentre lieve cadeva la neve. I sentieri in discesa erano fradici di acqua e fango ma nessuno si fermò. Le reti caddero e le truppe vennero richiamate.\r\nNel 2011 – dopo la dura parentesi dell’inverno delle trivelle – sono tornati, molto più agguerriti che nel 2005.\r\nLo Stato non può permettersi di perdere due volte nello stesso posto.\r\nL’apparato repressivo fatto di gas, recinzioni da lager, manganelli e torture si è dispiegato in tutta la sua forza. La magistratura è entrata in campo a gamba tesa. Non si contano i processi che coinvolgono migliaia di attivisti No Tav.\r\nGoverno e magistratura non hanno fatto i conti con la resistenza dei No Tav. Non hanno fatto i conti con un movimento che si è stretto nella solidarietà a tutti, primi tra tutti quelli che rischiano di più, i quattro attivisti accusati di attentato con finalità di terrorismo per un sabotaggio in Clarea.\r\nPer loro i PM Padalino e Rinaudo hanno chiesto nove anni e mezzo di reclusione.\r\nMercoledì 26 novembre un’assemblea popolare ha deciso un nuovo dicembre di lotta. Dopo la buona riuscita della manifestazione del 22 novembre a Torino, il movimento ha dato vita a due giorni di lotta popolare.\r\nIl 7 dicembre migliaia di No Tav hanno partecipato alla fiaccolata che si è dipanata per le vie di Susa, assediando a lungo l’hotel Napoleon, che da anni ospita le truppe di occupazione. La via dell’albergo è stata trasformata in “Via gli sbirri” con nuove targhe apposte dai manifestanti.\r\nQui il video del Fatto Quotidiano\r\n\r\nIl giorno successivo, dopo le celebrazioni del giuramento partigiano della Garda dell’8 dicembre 1943, l’appuntamento era a Giaglione e Chiomonte per una giornata alle reti del cantiere.\r\nIn Clarea il passaggio era bloccato al ponte, ma questo non ha impedito a circa un centinaio di No Tav di raggiungere, guadando alto il torrente, l’area di proprietà del movimento, dove altri erano arrivati sin dalla prima mattina.\r\nLa Questura, non paga delle recinzioni e dei cancelli che serrano via dell’Avanà a Chiomonte, ha deciso di chiudere anche il ponte con jersey e truppe con idrante. Dopo la costruzione di un albero di natale no tav fatto dai bambini, a centinaia i No Tav sono risaliti in paese, bloccando a più riprese la statale e interrompendo per una mezz’ora anche il traffico ferroviario. A fine giornata, sul ponte, la polizia ha azionato l’idrante e sparato lacrimogeni. Dai boschi petardi e fuochi d’artificio hanno illuminato la sera.\r\nIl 9 dicembre la Procura ha consegnato in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare a Francesco, Graziano e Lucio, i tre No Tav in carcere da luglio il sabotaggio del 14 maggio 2013, lo stesso per il quale domani sarà emessa la sentenza per gli altri quattro No Tav.\r\nSu questa nuova iniziativa della Procura Anarres ha intervistato, uno dei loro avvocati, Eugenio Losco, del foro di Milano. Con lui abbiamo parlato anche dell’attesa per la sentenza di domani\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2014 12 12 losco terrotav più tre\r\n\r\nDomani, dopo il tribunale, che probabilmente si pronuncerà nel primo pomeriggio, l’appuntamento è alle 17,30 in piazza del mercato a Bussoleno.\r\n\r\nSe le notizie dal tribunale saranno buone sarà un giorno di festa. 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