","Indagine su un sindacalista al di sopra di ogni sospetto",1373109785,[112,113],"http://radioblackout.org/tag/lotta-di-classe/","http://radioblackout.org/tag/sindacalismo-di-base/",[25,27],{"post_content":116},{"matched_tokens":117,"snippet":118,"value":119},[64,65],"Sospensione cautelativa per \u003Cmark>Pino\u003C/mark> \u003Cmark>Larobina\u003C/mark>, come ci aveva già raccontato","Sospensione cautelativa per \u003Cmark>Pino\u003C/mark> \u003Cmark>Larobina\u003C/mark>, come ci aveva già raccontato il 3 luglio da questi microfoni: 5 giorni di allontanamento dal posto di lavoro – da cui è stato prelevato a forza e buttato fuori dai cancelli – durante i quali produrre documentazione per contrastare il provvedimento nei suoi confronti che è frutto dei tanti accordi sindacali al ribasso perpetrati dai sindacati concertativi, ultimo quello capestro di pochi giorni fa che arriva a eliminare la possibilità di dissenso e contestazione dalle fabbriche.\r\nUna storia di mobbing che risale al 1994 e di persecuzione in fabbrica per motivi... sindacali; un delegato Usb, benvoluto da compagni e colleghi (come si sente dall'audio in pochi minuti viene salutato più volte calorosamente) proprio per il suo impegno in difesa dei diritti dei compagni di lavoro e non collaterale alle istanze aziendali (il concetto di sindacato del padrone è quello di cinghia di trasmissione delle problematiche del datore di lavoro presso le maestranze, un ruolo che \u003Cmark>Pino\u003C/mark> ha lasciato ai sindacati concertativi) viene perseguito dalla Kuehne Hagel con provvedimenti disciplinari, giorni di sospensione, multe. Nella mattinata di protesta indetto per il venerdì 5 luglio sono stati molti i compagni di lavoro che hanno presidiato i cancelli della ditta e poi folta è stata la presenza di sigle sindacali e di compagni davanti all'Unione industriale di Torino – vera mandante dell'operazione di repressione –, da cui si è dipanato un breve corteo di solidali fino in corso Duca degli Abruzzi, sotto l'occhio vigile della digos locale, che non avrebbe voluto questa coda della manifestazione, ma la richiesta della piazza era così pressante che non hanno potuto opporsi.\r\nLa multinazionale svizzero-tedesca che ha rilevato la ricambistica Iveco dalla Fiat (tuttora reale riferimento della ditta per conto della quale gestisce lo stoccaggio e l'immagazzinamento dei ricambi) presso cui \u003Cmark>Pino\u003C/mark> lavora ha cercato in ogni modo di trovare il cavillo a cui appigliarsi per licenziarlo; arrivando persino a farlo pedinare per 35 giorni dalla Turinform di Tiziana Bianchi, una ditta di investigazioni (i duri alla Marlowe) sita in corso Duca degli Abruzzi, 27 (\"investigazioni dal 1950\"), la parcella è di 150 euro all'ora \"più le spese\": c'è lavoro e lavoro (e per queste spese i soldi negati ai lavoratori ci sono). Questi mastini voyeur hanno scoperto che \u003Cmark>Pino\u003C/mark> faceva picnic di domenica con la famiglia (invece di fare straordinari) o accompagnava un'anziana signora (sua madre) alle visite ospedaliere. Il 25 maggio, giorno della sospensione, \u003Cmark>Pino\u003C/mark> era convocato a un incontro presso l'Unione industriale di tutte le rappresentanze sindacali presenti in fabbrica relativa alla vertenza sul premio di risultato (che infatti è stato congelato): un meccanismo a orologeria scattato in corrispondenza di un appuntamento importante, questo sì davvero sospetto.\r\n\r\nEcco la breve intervista fatta in coda alla manifestazione del 5 luglio a \u003Cmark>Pino\u003C/mark> \u003Cmark>Larobina\u003C/mark>\r\n\r\n2013.07.05-pino_larobina\r\n\r\n ",[121],{"field":91,"matched_tokens":122,"snippet":118,"value":119},[64,65],1157451471441100800,{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":127,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":42},"2211897868288",14,"1157451471441100913",6646,{"collection_name":51,"first_q":21,"per_page":130,"q":21},6,3,{"facet_counts":133,"found":14,"hits":152,"out_of":180,"page":14,"request_params":181,"search_cutoff":31,"search_time_ms":131},[134,140],{"counts":135,"field_name":138,"sampled":31,"stats":139},[136],{"count":14,"highlighted":137,"value":137},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":141,"field_name":30,"sampled":31,"stats":150},[142,144,146,148],{"count":14,"highlighted":143,"value":143},"torino",{"count":14,"highlighted":145,"value":145},"arresti",{"count":14,"highlighted":147,"value":147},"primo maggio 2014",{"count":14,"highlighted":149,"value":149},"spezzone rosso nero",{"total_values":151},4,[153],{"document":154,"highlight":171,"highlights":176,"text_match":123,"text_match_info":179},{"comment_count":42,"id":155,"is_sticky":42,"permalink":156,"podcastfilter":157,"post_author":137,"post_content":158,"post_date":159,"post_excerpt":48,"post_id":155,"post_modified":160,"post_thumbnail":161,"post_title":162,"post_type":163,"sort_by_date":164,"tag_links":165,"tags":170},"22849","http://radioblackout.org/podcast/torino-un-primo-maggio-di-lotta/",[137],"Il Primo Maggio imbalsamato, chiuso nelle cerimonie istituzionali, consacrato ai riti stanchi di una sinistra cittadina che governa Torino da decenni, non c’è più.\r\nIl Partito Democratico ha costruito le proprie fortune nel segno delle grandi opere, della kermesse olimpica e del Tav. Delle Olimpiadi restano le inutili cattedrali di cemento e tanti debiti. Resta il grattacielo di Intesa/San Paolo, costruito su terreni pubblici ceduti per un tozzo di pane dall’amministrazione Chiamparino alla banca, che l’aveva salvato dalla bancarotta pochi giorni prima della sua trionfale rielezione a sindaco. Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche dei padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, dei lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza dei numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. 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Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte dei padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe dei celerini che manganellavano, insultati da tutti, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò liberi. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. 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Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, tutti italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono tutti part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. Una piazza di lotta.\r\nLo vogliamo libero, vogliamo liberi tutti e tutte!\r\n\r\nVogliamo liberi Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\nSabato 10 maggio marcia popolare No Tav a Torino\r\n\r\nAppuntamento alle 14 in piazza Adriano.\r\n\r\nAggiornamento. Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/2014-05-01-primo-maggio-a-torino-8-200x110.jpg","Torino. 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