","Ventimiglia. Un'estate di lotta","post",1441732161,[58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/no-border-camp/","http://radioblackout.org/tag/senza-frontiere/","http://radioblackout.org/tag/ventimiglia/",[29,62,63],"senza frontiere","ventimiglia",{"post_content":65},{"matched_tokens":66,"snippet":70,"value":71},[67,68,69],"politiche","europee","immigrazione","la violenza che caratterizza le \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark> in materia di \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark>. Qui abbiamo visto coi nostri","La frontiera è lì, nel punto dove uomini e donne in armi, chiudono la strada, nel posto dove i vecchi caselli della dogana ricordano che un tempo non lontano la frontiera era per tutti. Oggi, se sei nato dalla parte giusta, se sei cittadino europeo, per te non ci sono blocchi né barriere. (Quasi) mai. Se il vento della protesta scuote l'Europa controlli e barriere risorgono per impedire le proteste, per bloccare i manifestanti. Pochi giorni e le porte si riaprono.\r\nDa giugno la frontiera è una barriera etnica. Se sei afgano, siriano, sudanese, eritreo non passi. Non passi legalmente. Devi arrangiarti da solo, pagare il passeur o incontrare qualche nemico delle frontiere disposto a darti una mano.\r\nDa giugno su questa linea fatta di nulla si giocano i destini di uomini e donne, che hanno negli occhi la guerra, il deserto, i barconi. La Francia ha chiuso le frontiere.\r\nOgni giorno qualcuno prova a passare. Ogni giorno qualcuno passa. Ogni giorno qualcuno viene intercettato, chiuso in un container/prigione per ore, e poi riportato indietro. Senza lasciare nessuna traccia sulle carte. Né la polizia francese, né quella italiana chiedono i documenti, prendono le impronte, fanno foto: se ti identificano sono obbligati a prendere la tua richiesta di asilo, ad accoglierti in attesa di risposta. Così i profughi di Ventimiglia diventano fantasmi. Va bene a tutti: al governo italiano, che non vede l'ora che se ne vadano, a quello francese che vuole solo disfarsene, ai rifugiati che vogliono andare più a nord. Una follia. Lucida. Lucida come ogni logica di esclusione.\r\nDa giugno qualcuno ha provato a far saltare le regole del gioco a rendere visibile il ping pong di uomini e donne, gettati di qua e di là come palline. Sono stati i migranti stessi a ribellarsi e gettarsi sugli scogli a mettersi di traverso sulla strada, per bloccare il passaggio delle merci, dove agli uomini è impedito di andare.\r\nOgni giorno ci sono iniziative. Ogni giorno c'é un'assemblea per discutere il da farsi e per accogliere i nuovi arrivati, per raccontare loro che un luogo di lotta e libertà è diverso dal campo della Croce Rossa vicino alla stazione, è diverso dai luoghi di accoglienza conosciuti nel viaggio. Al No border camp non c'è assistenzialismo: tutti fanno tutto, tutti cucinano, puliscono, scrivono cartelli, fanno traduzioni, preparano i letti. Tanti arrivano e, appena possono, continuano il viaggio, altri invece hanno trovato qui una meta, uno scopo. La lotta contro le frontiere è un'occasione per diventare protagonisti, per provare a cambiare senso alla giostra che gira e torna sempre allo stesso punto: chi sale e scende è più povero, chi gira la manovella si arricchisce.\r\n\r\nPer un paio di mesi gli attivisti del campo, gente di Ventimiglia e di ogni dove, non hanno avuto guai con la polizia. Poi c'é stato un giro di vite: fogli vi via e denunce a chi fa “cop watching”, fotografando le gabbie dove sono rinchiusi i ragazzi che non ce l'hanno fatta e verranno deportati in Italia, gettando una bottiglietta e qualcosa da mangiare.\r\nDa agosto sono scattate denunce, arresti, processi. Ma campo va avanti.\r\nScrivono sul loro blog gli attivisti No Border “La frontiera italo-francese di Ventimiglia è un luogo carico di contraddizioni. Dalla chiusura del confine alla metà di giugno 2015 questo luogo ha mostrato tutta la violenza che caratterizza le \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark> in materia di \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark>. Qui abbiamo visto coi nostri occhi i rastrellamenti della polizia sui treni e nelle stazioni fermare le persone sulla base del colore della pelle, siamo stati testimoni delle deportazioni che quotidianamente subiscono centinaia di migranti, siamo stati oggetto dei fermi di polizia messi in atto dai tanti posti di blocco di qua e di là dal confine.\r\nA questa repressione risposero per primi i migranti, occupando gli scogli a ridosso della frontiera e costruendo un presidio che nel corso di questi mesi è diventato uno spazio di resistenza, complicità e lotta. Da allora sono state tante le iniziative e le azioni dirette che dal presidio No Borders hanno messo in discussione la chiusura del confine, la sua logica e le sue conseguenze.\r\nA questa resistenza, dopo un primo fallito tentativo di sgombero, il potere ha opposto una strategia di bassa intensità, esercitando una pressione costante sul campo. L’attacco da parte delle forze di polizia, italiane e francesi, è stato portato avanti con il supporto dei trafficanti e della logistica fornita dalla Croce Rossa Italiana, nonché grazie al contributo di giornalisti e politici conniventi, tutti uniti nella strumentalizzazione della presunta “emergenza profughi”.\r\nL’escalation repressiva nei confronti dei solidali è culminata in diversi episodi che qui accenniamo. La nostra azione di monitoraggio e contrasto delle deportazioni attraverso la frontiera alta di Ponte San Luigi ci sono già costate 18 denunce per occupazione, un arresto e 7 fogli di via, senza contare i tanti episodi di intimidazione ai quali quotidianamente siamo esposti. Questi provvedimenti amministrativi non sono comunque serviti a mettere fine al processo di autorganizzazione di migranti e solidali al confine.\r\nDopo due mesi il presidio permanente No Borders di Ventimiglia è ancora al suo posto, e fa appello a tutte le reti, i singoli e le collettività che in questi mesi si sono mobilitate in solidarietà ai migranti in viaggio per rilanciare un percorso transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione dei territori.\r\nA partire dalla tre giorni transnazionale del 24-25-26 luglio abbiamo aperto alcuni importanti ragionamenti sul senso e la direzione della nostra lotta. Se la Fortezza Europa ha ormai dismesso il volto umanitario con il quale è solita auto-rappresentarsi e mostra oggi tutta la violenza delle sue aspirazioni coloniali, il protagonismo e la determinazione mostrata dalle persone in viaggio nelle ultime settimane esprimono la necessità di rilanciare la lotta per la libertà di circolazione per tutte e tutti. I tentativi di attraversamento in massa dei confini che abbiamo visto a Ventimiglia e Calais, sulle isole greche e al confine Macedone, così come le migliaia di persone che individualmente o in piccoli gruppi attraversano quotidianamente i confini in tutta Europa e oltre, rendono evidente l’insostenibilità delle \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark> e ci pongono il problema di quale contributo dare a questo movimento.\r\nLa moltiplicazione dei confini, la creazione di decine di campi profughi ai quattro angoli del continente e la criminalizzazione, o nel migliore dei casi la riduzione a oggetto, dei migranti che abbiamo sotto i nostri occhi ci impongono di proseguire il grande lavoro di relazione e condivisione delle pratiche di solidarietà attiva. Continuare a sostenere esplicitamente l’attraversamento dei confini e costruire nuove geografie che disegnino mappe di libertà è sicuramente una parte del lavoro che abbiamo davanti, ma non l’unica.\r\nIl nostro supporto deve essere innanzitutto una denuncia delle cause reali che generano i movimenti migratori, delle conseguenze della chiusura dei confini sulla vita delle persone e dei responsabili di tutto questo. Se a migliaia stanno morendo annegati in mare, asfissiati in un camion o schiacciati da un treno in corsa questo avviene perché così è stato deciso. Le \u003Cmark>politiche\u003C/mark> del debito, l’esproprio delle risorse e lo sfruttamento delle persone in intere regioni del mondo ad opera di governi e multinazionali sono scelte consapevoli fatte da chi comanda. Le cosiddette elite globali hanno le mani sporche di sangue, e sono nauseanti le loro dichiarazioni di cordoglio per le vittime del traffico di esseri umani. Alcuni dei rappresentanti della classe dirigente che oggi speculano sulla fuga di uomini e donne dai propri paesi d’origine sono gli stessi criminali e gli stessi assassini che su questo movimento fanno affari d’oro, anche sostenendo quei regimi autoritari dai quali formalmente prendono le distanze. Davanti alle loro lacrime di coccodrillo è necessario ribadire la loro responsabilità politica e trasformare il dolore per quanti muoiono in rabbia organizzata contro di loro.”\r\nNe abbiamo parlato con Elodie del Presidio No Border di Ventimiglia.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-09-08-elodie-20miglia",[73],{"field":74,"matched_tokens":75,"snippet":70,"value":71},"post_content",[67,68,69],1736172819114360800,{"best_field_score":78,"best_field_weight":79,"fields_matched":18,"num_tokens_dropped":44,"score":80,"tokens_matched":81,"typo_prefix_score":44},"3315704201216",14,"1736172819114360945",3,{"document":83,"highlight":107,"highlights":112,"text_match":115,"text_match_info":116},{"cat_link":84,"category":85,"comment_count":44,"id":86,"is_sticky":44,"permalink":87,"post_author":47,"post_content":88,"post_date":89,"post_excerpt":50,"post_id":86,"post_modified":90,"post_thumbnail":91,"post_thumbnail_html":92,"post_title":93,"post_type":55,"sort_by_date":94,"tag_links":95,"tags":103},[41],[43],"45737","http://radioblackout.org/2018/02/migranti-occupata-luniversita-paris-8/","Alcuni locali dell’università Paris 8 a Saint Denis sono stati occupati da migranti e richiedenti asilo che dormivano in strada.\r\nIn Francia, la situazione dei richiedenti asilo è simile a quella italiana: respingimenti nel paese d’arrivo – spesso proprio l’Italia – domande rigettate, una nuova legge che, con il pretesto di sveltire le procedure, investe di poteri ancora maggiori l’esecutivo. Chi vuole andare in altri paesi trova le frontiere sbarrate.\r\nDi seguito il comunicato del Comitato di solidarietà ai migranti.\r\n\r\nL’edificio A dell’Università Paris 8 di Saint Denis è occupato da martedì 30 gennaio 2018 dalle persone migranti e dai loro sostenitori.\r\nAbbiamo preso possesso dell’edificio A. La nostra occupazione fa parte del generale movimento di protesta contro le vergognose politiche europee sull’immigrazione e in continuità con le occupazioni universitarie a Grenoble, Lione, Nantes e in altre città.\r\nMigranti, associazioni e individui si stanno sollevando contro il trattamento delle persone che migrano verso l’Europa.\r\nDall’inferno della Libia alle condizioni di “accoglienza” ai confini di Schengen, dalle decine di migliaia di persone annegate nel Mediterraneo alle violenze della polizia a Porte de la Chapelle e La Villette; dalla repressione burocratica condotta dall’OFPRA e dall’OFI al “reato di solidarietà” usato contro i/le solidali: la politica migratoria europea continua a distinguersi per il suo razzismo e la sua disumanità. Il regolamento di Dublino è responsabile delle deportazioni dei/delle migranti verso le periferie d’Europa e costringe queste stesse persone a dormire per le strade e subire il freddo e le molestie della polizia. Tra loro, ci sono molti minori. Per molti richiedenti asilo e migranti privi di documenti, emersi da un difficile viaggio, l’incertezza amministrativa e materiale è causa di profondo disagio psicologico.\r\nNei prossimi mesi, il governo francese voterà sulla legge “Asilo e immigrazione”. Con il pretesto di migliorare l’accoglienza di una piccola percentuale di richiedenti asilo, questa legge condannerà ancora la maggioranza dei/delle migranti alla deportazione, alla detenzione o alla clandestinità.\r\nAllo stesso tempo, il potere esecutivo ha organizzato la repressione e le espulsioni persino nei centri di accoglienza e di alloggio (circolare Collomb e il regolamento di Dublino) costringendo i/le migranti a dormire in strada invece che in questi luoghi. Tutto questo lo hanno sperimentato le persone migranti che hanno partecipato all’occupazione. Condanniamo queste scelte politiche. Vogliamo:\r\nLa fine immediata del regolamento di Dublino\r\nLa fine della distinzione tra “migranti economici” e “rifugiati politici”, per farla finita con una politica che seleziona il migrante “buono” dal “cattivo”\r\nDocumenti per tutti/e\r\nLibertà di movimento e dimora per tutti/e\r\nIl diritto all’abitazione, all’istruzione e alla formazione\r\nE infine, delle pubbliche scusa per le migliaia di vite distrutte.\r\n\r\nVi invitiamo a unirvi a noi e sostenerci sul luogo dell’occupazione (materialmente, finanziariamente e fisicamente) e a partecipare con noi alla marcia della solidarietà, il 17 marzo, ovunque in Francia. Ci uniamo all’appello di Lione e Nantes. L’università deve essere un luogo politico aperto a tutti. Contro l’università elitaria e selettiva prevista dal disegno di legge del governo, difendiamo un’università libera e collettiva: un luogo di resistenza che riecheggia i luoghi occupati.\r\nInvitiamo a occupare le università e qualsiasi altro luogo, ovunque possiate.\r\nGli occupanti dell’edificio A & il comitato di supporto agli occupanti”\r\nQui potete leggere il testo redatto dagli occupanti\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roger del Comitato di sostegno agli occupanti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 02 06 roger","6 Febbraio 2018","2018-02-09 21:13:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/paris-8.jpg 1440w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Migranti. 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La notizia rimbalza su tutti i media che le danno grande risalto. Addirittura il TG de La7 (Mentana è sempre molto attento a tutto quello che riguarda immigrazione e terrorismo islamico…) lo spara come prima notizia nell’edizione delle 20. L’allarme immigrati, come quello ISIS, fa audience… Peccato che sia tutto falso.\r\n\r\nLa bufala sparata dal capo di Frontex è talmente evidente che il 7 marzo sul sito del Corriere della Sera appare un articolo che invita il funzionario ad una maggiore prudenza. Il moderato Corriere usa toni tutt’altro che moderati, e una volta tanto condivisibili: “Profetizzare invasioni catastrofiche è una specialità di alcune forze politiche europee. Il Front National in Francia, per esempio, o la Lega Nord in Italia. Nel 2011 anche l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, dichiarò che l’Europa rischiava di essere sommersa a breve da 1 milione, un milione e mezzo di migranti. Frontex, però, non fa politica, non è un centro studi né un surrogato dei servizi segreti. E allora perché il suo direttore usa un linguaggio da agente in missione speciale? Che cosa significa dire «secondo nostre fonti»? Quali «fonti»? Il vertice di un’agenzia europea non dovrebbe diffondere indiscrezioni, ma dati verificati e quindi utili per le decisioni dei governi”.\r\n\r\nPer demolire le vergognose affermazioni di Leggeri, il Corriere suggerisce di far ricorso al semplice buon senso: un milione di persone in attesa di imbarcarsi vorrebbe dire che in Libia esistono centri di raccolta grandi come 600 campi di calcio gremiti di uomini, donne e bambini. Una stupidaggine.\r\n\r\nMa allora perché fare certe affermazioni?\r\n\r\nLa risposta ci viene data da una notizia molto recente ma passata quasi inosservata sui media. Un’inchiesta televisiva della tv tedesca ARD, andata in onda il 20 febbraio, ci svela una parte delle bugie propagandistiche di Frontex. Ai primi di gennaio l'agenzia aveva diffuso un comunicato sulle “navi fantasma, ossia imbarcazioni senza bandiera, abbandonate dagli scafisti in mezzo al mare, insieme a tutti i passeggeri, il nuovo metodo usato dagli scafisti per portare i migranti in Europa”. La notizia di navi senza bandiera era stata rilanciata da tutti i mass media, italiani e stranieri (solo per fare degli esempi: Corriere della Sera, Il fatto quotidiano, International Business Times, The guardian, The Indipendent). Ebbene i giornalisti di ARD dimostrano che l’informazione era semplicemente… falsa.\r\n\r\nVisto lo stato delle cose, perché Frontex avrebbe mentito ai cittadini e ai media europei? Secondo ARD, il motivo è solo uno: propaganda. La tv tedesca afferma infatti che l’Agenzia europea avrebbe diffuso la falsa notizia, in collaborazione con le guardie costiere europee, per convincere l’opinione pubblica del fatto che i responsabili delle morti in mare sarebbero solo scafisti senza scrupoli. Un modo, insomma, per allontanare le critiche mosse da più parti rispetto alle responsabilità delle istituzioni nazionali e comunitarie nei confronti dei viaggi e delle morti delle persone in fuga dalle guerre.\r\n\r\nI venti di guerra intorno alle frontiere libiche non smettono di soffiare, sebbene l'Italia stia cercando di difendere per procura i propri interessi, appoggiando il governo di Tobruk.\r\nSul fronte dell'immigrazione Renzi sta puntando sull'esternalizzazione della repressione dell'immigrazione clandestina e dell'accoglienza dei profughi. In questi giorni il governo ha lanciato all'UE la proposta di stringere accordi con la Tunisia, il Sudan e il Niger per la realizzazione di \"campi di accoglienza\" per i richiedenti asilo. Di lì, secondo il governo italiano, potranno fare richiesta di asilo nel paese che preferiscono. Improbabile che gli altri paesi dell'UE accettino una proposta che, di fatto, aggira Schengen, che invece prescrive che l'asilo venga richiesto nel primo paese di approdo.\r\nProbabilmente lo scopo reale della proposta è ottenere un ulteriore rafforzamento di Triton. Nel frattempo le navi militari italiane veleggiano al largo della Libia. Ufficialmente per bloccare i rifornimenti all'Isis, in realtà, dopo che l'Isis ha dovuto ritirarsi da Derna, l'unico porto libico caduto sotto il controllo dello stato islamico, si tratta di un chiaro pretesto.\r\nLa presenza in acque libiche di unità militari italiane potrebbe mettere in difficoltà le partenze dei barconi con profughi e migranti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio, un compagno che da anni segue le questioni relative alla gestione dei flussi migratori.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 03 11 frontex libia","11 Marzo 2015","2015-03-12 12:36:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/frontex-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/frontex-300x173.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/frontex-300x173.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/frontex.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le bugie di Frontex e la guerra in Libia",1426082932,[133,134,135,136,100,137],"http://radioblackout.org/tag/frontex/","http://radioblackout.org/tag/immigrati/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/triton/",[139,140,141,12,16,21],"frontex","immigrati","libia",{"post_content":143},{"matched_tokens":144,"snippet":145,"value":146},[67,68],"una specialità di alcune forze \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark>. Il Front National in Francia,","6 marzo 2015: il neo direttore esecutivo dell’agenzia europea FRONTEX, Fabrice Leggeri, rilascia una intervista all’ANSA in cui dichiara che: “Nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno… A seconda delle fonti – spiega – ci viene segnalato che ci sono tra i 500mila ed un milione di migranti pronti a partire dalla Libia”. La notizia rimbalza su tutti i media che le danno grande risalto. Addirittura il TG de La7 (Mentana è sempre molto attento a tutto quello che riguarda \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark> e terrorismo islamico…) lo spara come prima notizia nell’edizione delle 20. L’allarme immigrati, come quello ISIS, fa audience… Peccato che sia tutto falso.\r\n\r\nLa bufala sparata dal capo di Frontex è talmente evidente che il 7 marzo sul sito del Corriere della Sera appare un articolo che invita il funzionario ad una maggiore prudenza. Il moderato Corriere usa toni tutt’altro che moderati, e una volta tanto condivisibili: “Profetizzare invasioni catastrofiche è una specialità di alcune forze \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark>. Il Front National in Francia, per esempio, o la Lega Nord in Italia. Nel 2011 anche l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, dichiarò che l’Europa rischiava di essere sommersa a breve da 1 milione, un milione e mezzo di migranti. Frontex, però, non fa politica, non è un centro studi né un surrogato dei servizi segreti. E allora perché il suo direttore usa un linguaggio da agente in missione speciale? Che cosa significa dire «secondo nostre fonti»? Quali «fonti»? Il vertice di un’agenzia europea non dovrebbe diffondere indiscrezioni, ma dati verificati e quindi utili per le decisioni dei governi”.\r\n\r\nPer demolire le vergognose affermazioni di Leggeri, il Corriere suggerisce di far ricorso al semplice buon senso: un milione di persone in attesa di imbarcarsi vorrebbe dire che in Libia esistono centri di raccolta grandi come 600 campi di calcio gremiti di uomini, donne e bambini. Una stupidaggine.\r\n\r\nMa allora perché fare certe affermazioni?\r\n\r\nLa risposta ci viene data da una notizia molto recente ma passata quasi inosservata sui media. Un’inchiesta televisiva della tv tedesca ARD, andata in onda il 20 febbraio, ci svela una parte delle bugie propagandistiche di Frontex. Ai primi di gennaio l'agenzia aveva diffuso un comunicato sulle “navi fantasma, ossia imbarcazioni senza bandiera, abbandonate dagli scafisti in mezzo al mare, insieme a tutti i passeggeri, il nuovo metodo usato dagli scafisti per portare i migranti in Europa”. La notizia di navi senza bandiera era stata rilanciata da tutti i mass media, italiani e stranieri (solo per fare degli esempi: Corriere della Sera, Il fatto quotidiano, International Business Times, The guardian, The Indipendent). Ebbene i giornalisti di ARD dimostrano che l’informazione era semplicemente… falsa.\r\n\r\nVisto lo stato delle cose, perché Frontex avrebbe mentito ai cittadini e ai media europei? Secondo ARD, il motivo è solo uno: propaganda. La tv tedesca afferma infatti che l’Agenzia europea avrebbe diffuso la falsa notizia, in collaborazione con le guardie costiere \u003Cmark>europee\u003C/mark>, per convincere l’opinione pubblica del fatto che i responsabili delle morti in mare sarebbero solo scafisti senza scrupoli. Un modo, insomma, per allontanare le critiche mosse da più parti rispetto alle responsabilità delle istituzioni nazionali e comunitarie nei confronti dei viaggi e delle morti delle persone in fuga dalle guerre.\r\n\r\nI venti di guerra intorno alle frontiere libiche non smettono di soffiare, sebbene l'Italia stia cercando di difendere per procura i propri interessi, appoggiando il governo di Tobruk.\r\nSul fronte dell'immigrazione Renzi sta puntando sull'esternalizzazione della repressione dell'immigrazione clandestina e dell'accoglienza dei profughi. In questi giorni il governo ha lanciato all'UE la proposta di stringere accordi con la Tunisia, il Sudan e il Niger per la realizzazione di \"campi di accoglienza\" per i richiedenti asilo. Di lì, secondo il governo italiano, potranno fare richiesta di asilo nel paese che preferiscono. Improbabile che gli altri paesi dell'UE accettino una proposta che, di fatto, aggira Schengen, che invece prescrive che l'asilo venga richiesto nel primo paese di approdo.\r\nProbabilmente lo scopo reale della proposta è ottenere un ulteriore rafforzamento di Triton. Nel frattempo le navi militari italiane veleggiano al largo della Libia. Ufficialmente per bloccare i rifornimenti all'Isis, in realtà, dopo che l'Isis ha dovuto ritirarsi da Derna, l'unico porto libico caduto sotto il controllo dello stato islamico, si tratta di un chiaro pretesto.\r\nLa presenza in acque libiche di unità militari italiane potrebbe mettere in difficoltà le partenze dei barconi con profughi e migranti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio, un compagno che da anni segue le questioni relative alla gestione dei flussi migratori.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 03 11 frontex libia",[148],{"field":74,"matched_tokens":149,"snippet":145,"value":146},[67,68],{"best_field_score":117,"best_field_weight":79,"fields_matched":18,"num_tokens_dropped":44,"score":118,"tokens_matched":81,"typo_prefix_score":44},{"document":152,"highlight":171,"highlights":176,"text_match":115,"text_match_info":179},{"cat_link":153,"category":154,"comment_count":44,"id":155,"is_sticky":44,"permalink":156,"post_author":47,"post_content":157,"post_date":158,"post_excerpt":50,"post_id":155,"post_modified":159,"post_thumbnail":50,"post_thumbnail_html":50,"post_title":160,"post_type":55,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":167},[41],[43],"23089","http://radioblackout.org/2014/05/una-nuova-tragedia-targata-europa/","L'ennesima \"tragedia del mare\", come siamo ormai stati abituati a derubricare le periodiche morti di massa prodotte dalle politiche europee sull'immigrazione nel Mar Mediterraneo conta questa volta già 17 morti accertati e oltre un centinaio di dispersi.\r\nIl gioco delle parti tra governo italiano e Unione Europea sulle responsabilità della nuova strage fanno venire il voltastomaco e nascondono la realtà - fatta di potere e soldi - di una divisione europea e gerarchizzata del lavoro di \"frontierizzazione\" armata del continente, dove lo scopo è appaltare sempre un po' più a sud il lavoro sporco per gestire masse di emigranti in fuga da guerre, carestie e assenza di prospettive causate dal modello liberista euro-atlantico.\r\nMentre il gioco a rimpiattino continua, saremo obbligati ad essere ancora innumerevoli volte testimoni di nuove tragedie che hanno però precise responsabilità e contenuti. 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I migranti sono stati nuovamente fatti scendere per pochi minuti in porto e fatti risalire sulla nave di linea che collega Lampedusa a Porto Empedocle. Questo ha provocato un forte ritardo della partenza e un enorme perdita per i pescatori lampedusani che continuamente vedono svalutato il pregiato pescato, per questioni inerenti alle mancanze della compagnia Siremar o in questo caso all'abuso da parte dello stato italiano, dei mezzi che sono predisposti per la vita della comunità di Lampedusa, da troppo tempo depredata di tutto: dalla militarizzazione massiccia dell'isola, che si vorrebbe continuare con l'ampliamento del centro e l'esproprio di alcuni terreni adiacenti al centro, alla continua pressione mediatica che tende a dare una narrazione dell'isola ad uso della politica e di chi fa affari sulla pelle degli ultimi.\r\n\r\nOvviamente ci sono anche delle responsabilità della comunità e dell'amministrazione comunale, che vanno affrontate in modo serio e costruttivo, ma di sicuro l'atteggiamento di scaricare le colpe su chi si trova in condizioni peggiori delle nostre non aiuta, e fa il gioco di chi usa e abusa di Lampedusa. Se non si inserisce l'uso da parte del potere di Lampedusa, in un uso sistematico delle risorse dei territori \"Altri\" da parte di alcune lobby e di una oligarchia che ha come unica legge il mercato, avremo una lettura miope e distorta di ciò che sta accadendo. Ciò che accade a Lampedusa, accade da secoli, in altre forme, in Africa e in altre zone del pianeta.\r\n\r\nLampedusa ha da offrire la sua posizione strategica, ed il suo essere set teatrale. Basta ripensare a quello che accaduto nel 2011, per rendersi conto di come l'isola possa essere usata per mettere in scena \"L'invasione dell'Europa\" con poco più di 60 mila persone passate in un anno. Se si trattengono 10 mila persone a Lampedusa come avvenne per i Tunisini nel 2011, ovviamente si creano condizioni e rappresentazioni che non si potrebbero avere se la stessa quantità di persone fosse distribuità in tutta Italia.\r\nRimandiamo al libro: Lampedusa, lo spettacolo del confine di Paolo Cuttitta per avere ampia descrizione dell'uso \"teatrale\" che si è fatto di Lampedusa.\r\n\r\nQuindi il sistema, da Lampedusa questo prende, la facilità di creare a Lampedusa rappresentazioni ed emergenze, tragedie e apologie. In Africa ha preso schiavi, interi territori, materie prime, progettazione legata alla cooperazione, debito, mercato per la vendita di armi e retorica per pulirsi le coscienze.\r\n\r\nCosi ora i recenti naufragi che non mobilitano le stesse masse di opinionisti, artisti, mass media, etc etc hanno un sapore ancora più amaro, ma nel contempo assumono la stessa funzione delle emergenze e delle tragedie di Lampedusa.\r\n\r\nLe parole sono le stesse, che sia un autorità europea a parlare o libica la questione rimane la stessa \"Ci servono i soldi\". Il ricatto è sempre legato ai corpi dei migranti, che siano morti o vivi, che siano innalzati a martiri del dirittoumanesimo o declassati a invasori portatori di malattie e povertà, che siano intesi come un problema o una risorsa, raramente riescono a esprimere in prima persona la loro condizione, non sono mai soggetti, sono sempre e solo oggetti, feticci, corpi biologici.\r\n\r\nCiò che chiediamo da tempo è:\r\nPerchè si continuano a fare guerre e produrre armi ?\r\nPerchè si continua a sfruttare i territori del cosidetto \"Terzomondo\" ?\r\nPerchè non si regolarizzano i viaggi di tutti ?\r\nPerchè i fondi impiegati per costruire e gestire luoghi di reclusione e tortura come i CIE o altri centri del genere non vengono impiegati per costruire strutture nei paesi terzi per avviare le pratiche di richiesta d'asilo ?\r\nPerchè a fronte di viaggi pagati anche 10 mila euro per arrivare in Europa non si concedono più facilmente i visti per lavoro e turismo e si favoriscono viaggi regolari su navi e aerei di linea ?\r\n\r\nQueste sono solo alcune domande, ce ne sarebbero altre, ma la risposta crediamo sia sempre la stessa. L'attuale sitema economico liberale/capitalista ha bisogno di questo. Storicamente c'è un filo che lega lo schiavismo, l'nvasione delle americhe, il colonialismo, il razzismo, l'imperialismo e la gestione delle migrazioni contemporanee. La globalizzazione ha accentuato tutte quelle questioni legate allo sfruttamento di classe e dei territori più ricchi di materie prime.\r\n\r\nAlla nostra comunità chiediamo di tentare di fare un'analisi generale delle questioni che investono Lampedusa e non fermarsi alla tentazione di scavalcare il muro più basso, cosa che i governanti vogliono e stimolano.\r\nDi cercare una empatia con le classi più deboli che vivono in altre forme i nostri stessi problemi.\r\n\r\nA chi ha già riconosciuto il problema in un problema sostanziale di classe e distribuzione delle ricchezze come base di analisi anche per le migrazioni di continuare a percorrere questa strada teorica e di praticare la solidarietà con i migranti, non in quanto tali, ma come portatori di istanze politiche e storiche.\r\n\r\nAi governanti, alle ONG, agli esportatori di diritti umani, a chi sfrutta i lavoratori e i territori, ai capitalsiti, a chi usa le tragedie e Lampedusa per i propri sporchi affari diciamo: \"SIETE I NOSTRI NEMICI\"","13 Maggio 2014","2014-05-19 11:58:14","Una nuova tragedia targata Europa",1400003340,[163,164,165,166,97],"http://radioblackout.org/tag/askavusa/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/mediterraneo/",[25,168,169,170,14],"europa","Lampedusa","Mediterraneo",{"post_content":172},{"matched_tokens":173,"snippet":174,"value":175},[67,68],"morti di massa prodotte dalle \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark> sull'immigrazione nel Mar Mediterraneo conta","L'ennesima \"tragedia del mare\", come siamo ormai stati abituati a derubricare le periodiche morti di massa prodotte dalle \u003Cmark>politiche\u003C/mark> \u003Cmark>europee\u003C/mark> sull'immigrazione nel Mar Mediterraneo conta questa volta già 17 morti accertati e oltre un centinaio di dispersi.\r\nIl gioco delle parti tra governo italiano e Unione Europea sulle responsabilità della nuova strage fanno venire il voltastomaco e nascondono la realtà - fatta di potere e soldi - di una divisione europea e gerarchizzata del lavoro di \"frontierizzazione\" armata del continente, dove lo scopo è appaltare sempre un po' più a sud il lavoro sporco per gestire masse di emigranti in fuga da guerre, carestie e assenza di prospettive causate dal modello liberista euro-atlantico.\r\nMentre il gioco a rimpiattino continua, saremo obbligati ad essere ancora innumerevoli volte testimoni di nuove tragedie che hanno però precise responsabilità e contenuti. 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Giovanni Toti e Luca Zaia, che governano Liguria e Veneto, si sono schierati al suo fianco.\r\n\r\nIn realtà non potranno farlo perché non sono le regioni che decidono le politiche dell’immigrazione in Italia. È lo stato che ha competenza in materia. “Lo sancisce l’articolo 117 della costituzione”, spiega Raffaele Bifulco che insegna diritto costituzionale all’università Luiss di Roma. Le Regioni hanno competenze che finiscono per rientrare in questo grande tema soprattutto a livello concreto e organizzativo, come la gestione dei fondi destinati all’assistenza sociale o alla sanità. Ma la costituzione, all’articolo 2, stabilisce il principio secondo cui l’Italia difende i diritti di tutti. “Un presidente della Regione che cerca di impedire a un comune di mettere in pratica ciò che è stabilito tra i principi fondamentali della nazione, va contro la costituzione. Semplicemente, dice una cosa di sicuro effetto mediatico, ma senza alcun fondamento legale”, conclude Bifulco.\r\n\r\nOltre alla costituzione, vari trattati internazionali e direttive europee obbligano l’Italia ad accogliere i richiedenti asilo, “dal momento in cui mettono piede nel paese fino al termine, positivo o negativo, dell’iter burocratico della domanda d’asilo”, commenta Gianfranco Schiavone, esperto di diritto d’asilo dell’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che cita tra gli altri la direttiva numero 33 che l’Unione europea ha approvato nel 2013.\r\n\r\nProprio perché le regioni non hanno competenze in materia di immigrazione, non sono loro che decidono a chi dare o meno i soldi per l’accoglienza. “Le regioni non dispongono di fondi specifici destinati ai profughi. Le risorse che servono per aprire centri e presìdi sono europee e statali”, specifica Ennio Codini, professore di diritto pubblico all’università Cattolica e consulente dell’Ismu. “È una leggenda metropolitana quella secondo cui i comuni o le regioni mantengono di tasca propria i richiedenti asilo presenti sul loro territorio”, chiarisce Schiavone. È vero che le regioni dispongono di fondi destinati genericamente all’assistenza, “quelli che servono per le mense per i poveri o per i dormitori per i senza tetto per esempio”. Ma “come può una regione decidere che alcuni comuni aiutano troppo gli stranieri e tagliare finanziamenti che sono destinati anche agli italiani?”, si chiede il professor Codini. “Sarebbe un controsenso”.\r\n\r\nInfine, nemmeno un anno fa, sono state le regioni stesse, insieme ai comuni e alle province, a concordare e firmare con il ministero dell’interno un piano operativo sulla gestione degli immigrati. In quel protocollo ognuno si impegnava a fare la sua parte. Riassume Schiavone: “Si stabiliva il principio dell’accoglienza diffusa e cioè che i richiedenti asilo che arrivano in Italia devono essere distribuiti fra le 20 regioni, a seconda del numero di abitanti e del tenore economico di quella regione. Non si capisce perché a un anno dalla firma, alcuni governatori decidano di venir meno alla parola data”.\r\n\r\nQueste note, tratte dal settimanale l'Internazionale, forniscono il quadro normativo nel quale si inserisce la sparata del presidente della giunta regionale lombarda, il leghista, ed ex ministro dell'Interno nei governi Barlusconi, Roberto Maroni.\r\nLa campagna elettorale per le regionali è finita ma domenica ci sono i ballottaggi per i sindaci e, in palio tra le altre, c'è la poltrona di un comune importante come Venezia. Non solo. Maroni, rimasto un po' in ombra negli ultimi mesi, potrebbe voler giocare la propria carta nel risiko della leadership del centro-destra. Se Salvini corresse per la poltrona di sindaco di Milano, sia che vinca sia che perda, potrebbe non essere più il candidato leghista ideale per la successione di Berlusconi. Ammesso, ma affatto in nulla scontato, che l'ex cavaliere accetti di essere definitivamente disarcionato.\r\nDi certo c'è che il giorno successivo le dichiarazioni ad effetto e le minacce di tagli ai comuni lombardi che accolgono, Maroni e Salvini si sono divisi i compiti. Il governatore della Lombardia ha sobriamente scritto ai Prefetti chiedendo di sospendere l'invio di nuovi immigrati in Lombardia, in attesa di una ridefinizione delle quote in sede politica. Il segretario leghista ha invece annunciato che il suo partito è pronto a bloccare le prefetture e a presidiare tutte le strutture destinate all'accoglienza di profughi e migranti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico, un compagno che da anni segue la questione dell'accoglienza dei profughi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nfederico _accoglienza_ciffre reali vs propaganda leghista\r\n\r\n ","9 Giugno 2015","2015-06-11 12:26:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/profughi-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/profughi-300x203.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/profughi-300x203.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/profughi.jpeg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I profughi e le sparate di Maroni",1433866351,[194,136,195,196],"http://radioblackout.org/tag/maroni/","http://radioblackout.org/tag/regione-lombardia/","http://radioblackout.org/tag/salvini/",[19,12,31,198],"salvini",{"post_content":200},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[67],"le regioni che decidono le \u003Cmark>politiche\u003C/mark> dell’immigrazione in Italia. 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In quel protocollo ognuno si impegnava a fare la sua parte. Riassume Schiavone: “Si stabiliva il principio dell’accoglienza diffusa e cioè che i richiedenti asilo che arrivano in Italia devono essere distribuiti fra le 20 regioni, a seconda del numero di abitanti e del tenore economico di quella regione. Non si capisce perché a un anno dalla firma, alcuni governatori decidano di venir meno alla parola data”.\r\n\r\nQueste note, tratte dal settimanale l'Internazionale, forniscono il quadro normativo nel quale si inserisce la sparata del presidente della giunta regionale lombarda, il leghista, ed ex ministro dell'Interno nei governi Barlusconi, Roberto Maroni.\r\nLa campagna elettorale per le regionali è finita ma domenica ci sono i ballottaggi per i sindaci e, in palio tra le altre, c'è la poltrona di un comune importante come Venezia. Non solo. Maroni, rimasto un po' in ombra negli ultimi mesi, potrebbe voler giocare la propria carta nel risiko della leadership del centro-destra. Se Salvini corresse per la poltrona di sindaco di Milano, sia che vinca sia che perda, potrebbe non essere più il candidato leghista ideale per la successione di Berlusconi. Ammesso, ma affatto in nulla scontato, che l'ex cavaliere accetti di essere definitivamente disarcionato.\r\nDi certo c'è che il giorno successivo le dichiarazioni ad effetto e le minacce di tagli ai comuni lombardi che accolgono, Maroni e Salvini si sono divisi i compiti. Il governatore della Lombardia ha sobriamente scritto ai Prefetti chiedendo di sospendere l'invio di nuovi immigrati in Lombardia, in attesa di una ridefinizione delle quote in sede politica. 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Infine la mossa della Romania nell’acquisto del porto fluviale Moldavo di Giurgiulesti tra Banche \u003Cmark>europee\u003C/mark> e ricerca di maggior potere nella regione.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 25 ore 13,30 – Lama Tematica - Abominio 2004, Promo 2002 20 minuti [Lama Tematica, Radio Blackout]: Dalle ceneri dei Pankarre’, nasce Lamatematica band che aveva gia’ dimostrato di volersi dedicare con passione alla musica manifestando chiari atteggiamenti demenziali in piena contrapposizione con la “serieta’” e le inutili lotte che una fantomatica “scena” si convince di dover affrontare. I Lama Tematica portano all’estremo questo pensiero (gia’ espresso con vigore da alcune tra le band HC piu’ interessanti di Torino – e quindi d’Italia – degli anni 90), concentrando i temi esterni alla musica (liriche, grafiche, concerti) verso una dimensione ancora meno equivocabile. L’abbinamento di temi “cattivi” ad atteggiamenti assolutamente stupidi (nel senso piu’ inutile del termine) sono la maschera che il gruppo pretende gli ascoltatori superino senza fasrsi domande.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 25 ore 18,30 – Proiezioni di Sizigia pt.2 8 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nParole estratte da \"Lo straniero\" di Albert 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Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.4_14.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 16 - Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici 12/4/2024 46 minuti [Radio Neanderthal]: Puntata sull'evoluzione del concetto dei gast arbeiter nato durante la germania nazista e poi normalizzato nel corso dei decenni, o forse sempre esistito e fondativo dell'Europa stessa? 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Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.1_28.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 ore 8,30 - Voci dagli agricoltori in protesta pt.2 26 minuti [Radio Blackout]: Il 5 febbraio 2024 è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.2_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 8,30 - Ponte Radio - Balkanika 20/09/2024 97 minuti [Ponte Radio, Radio Wombat]: In questo ponte radio in quota Radio Wombat abbiamo parlato di Europa ma da punti di vista esterni e asimettrici.\r\n\r\nGli investimenti dell’Eu sulla rete ferroviaria, che si concentrano sull’alta velocità. Il dilagare dello sfruttamento lavorativo nei Balcani occidentali che si approfitta del passaggio di migranti e di lavoratori autoctoni impoveriti dal capitalismo. Breve analisi del nuovo commissario all’immigrazione dell’EU. Uno sguardo a come vivono i migranti della rotta balcanica in Bosnia, la quale si appresta a prendere più responsabilità nell’accoglienza per ingraziarsi l’Europa. L’operazione Open Balkan fallita che mostra l’inutilità di calare soluzioni dall’alto come fa L’EU ma anche che i grandi leader Balcanici lavorano solo per la propria politica interna. Aggiornamento sulla Serbia e la contestata miniera di Litio dove il presidente della repubblica ha mostrato il suo doppio volto. Leva obbligatoria, probabile ritorno in Serbia, come funziona. Infine la mossa della Romania nell’acquisto del porto fluviale Moldavo di Giurgiulesti tra Banche europee e ricerca di maggior potere nella regione.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ponte-radio-Balkanika-20.9.2024.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 20 - Free and easy 08/09/2024 77 minuti [Ouest Track Radio, Patryck Albert]: \"Free& Easy\" épisode 172 Dimanche 08/09/24 Patryck Albert present : intro....Who , Sir Bald & los Hairies , Mings , Beatles , Keefmen , Isaaac Rother & the Phantoms , Primitives , Pat Todd & the Rankoutsiders , Doors , J .Prozac , Grip Weeds , Flamin' Groovies , Hipbone Slim & the Kneejerks , Dirtbombs, Barrence Whitfield & his Savages , Modern Lovers , Troggs , Cynics , Miracle Workers , Alice Cooper , Dee Rangers , Flamin' Sideburns , Boeing Duvven Beautiful Soup , Paul Messis , Roson Hang up ..... Dig it or pass your way ....Dudes & Chickies !\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Free-and-easy-8.9.2024.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 23:30 - Lama Tematica - Abominio 2004, Promo 2002 19 minuti [Lama Tematica, Radio Blackout]: Dalle ceneri dei Pankarre’, nasce Lamatematica band che aveva gia’ dimostrato di volersi dedicare con passione alla musica manifestando chiari atteggiamenti demenziali in piena contrapposizione con la “serieta’” e le inutili lotte che una fantomatica “scena” si convince di dover affrontare. I Lama Tematica portano all’estremo questo pensiero (gia’ espresso con vigore da alcune tra le band HC piu’ interessanti di Torino – e quindi d’Italia – degli anni 90), concentrando i temi esterni alla musica (liriche, grafiche, concerti) verso una dimensione ancora meno equivocabile. L’abbinamento di temi “cattivi” ad atteggiamenti assolutamente stupidi (nel senso piu’ inutile del termine) sono la maschera che il gruppo pretende gli ascoltatori superino senza fasrsi domande.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Lama-Tematica-Abominio-2004-Promo-2002_20.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 10 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]: Questa è la storia di Maria Occhipinti raccontata attraverso le voci di chi l’ha conosciuta, studiata e amata. Autrice del libro autobiografico Una donna di Ragusa, pubblicato nel 1957 con la casa editrice Landi e successivamente con altre edizioni.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 13,30 - Markadè un punk a New York 41 minuti [Radio Blackout] : 1972-1982. Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Markad%C3%A8-un-punk-a-New-York_25-1.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","27 Ottobre 2024","2024-11-04 19:29:19","Black holes dal 28 Ottobre al 3 Novembre 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ovali","retro","rock","rock'n'roll","Roson Hang up","Rother & the Phantoms","rugby","scrittrice","sfruttamento","sicilia","Sir Bald & los Hairie","sport","stato","studi accademici","trasmissione musicale","Troggs","Who","worm hole",{"post_content":921,"tags":924},{"matched_tokens":922,"snippet":455,"value":923},[68]," \r\n\r\nLunedì 28 ore 13,30 - Racconti ovali 6 26 minuti [Luca Wallace Costello]: Scopriamo questo ruolo molto particolare, il numero 9 è la mente vibrante che con visione di spazi ed interpretazioni fulminee provvede alle scelte di gioco, a guidare la mischia ed a rilanciare l’ovale all’apertura per le accelerate scorribande dei trequarti.\r\nA raccontare un paio di cose Aaron Smith, il portentoso mediano All Blacks: skills, interpretazione del ruolo, attitudine; sempre alla ricerca dello spiral pass perfetto.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Racconti-ovali6_25.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 29 ore 12,30 - Proiezioni di Sizigia pt.3 4 minuti [Proiezioni di Sizigia]: Parole estratte da \"La morte nell'anima\" di Jean-Paul Sartre.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Mathieu_4.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 8,30 - Perno Originario #4 14 minuti [Porfido]: «È polèmos (la guerra) padre di tutte le cose e di tutte il re; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi». Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.4_14.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 16 - Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici 12/4/2024 46 minuti [Radio Neanderthal]: Puntata sull'evoluzione del concetto dei gast arbeiter nato durante la germania nazista e poi normalizzato nel corso dei decenni, o forse sempre esistito e fondativo dell'Europa stessa? Il tutto condito da musiche di artisti napoletani\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Non-siamo-razzisti-sono-loro-che-sono-neomelodici-16aprile24_46.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 31 ore 8,30 - Voci dagli agricoltori in protesta pt.1 28 minuti [Radio Blackout]: Il 5 febbraio 2024 è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.1_28.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 ore 8,30 - Voci dagli agricoltori in protesta pt.2 26 minuti [Radio Blackout]: Il 5 febbraio 2024 è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.2_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 8,30 - Ponte Radio - Balkanika 20/09/2024 97 minuti [Ponte Radio, Radio Wombat]: In questo ponte radio in quota Radio Wombat abbiamo parlato di Europa ma da punti di vista esterni e asimettrici.\r\n\r\nGli investimenti dell’Eu sulla rete ferroviaria, che si concentrano sull’alta velocità. Il dilagare dello sfruttamento lavorativo nei Balcani occidentali che si approfitta del passaggio di migranti e di lavoratori autoctoni impoveriti dal capitalismo. Breve analisi del nuovo commissario all’immigrazione dell’EU. Uno sguardo a come vivono i migranti della rotta balcanica in Bosnia, la quale si appresta a prendere più responsabilità nell’accoglienza per ingraziarsi l’Europa. L’operazione Open Balkan fallita che mostra l’inutilità di calare soluzioni dall’alto come fa L’EU ma anche che i grandi leader Balcanici lavorano solo per la propria politica interna. Aggiornamento sulla Serbia e la contestata miniera di Litio dove il presidente della repubblica ha mostrato il suo doppio volto. Leva obbligatoria, probabile ritorno in Serbia, come funziona. 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Dig it or pass your way ....Dudes & Chickies !\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Free-and-easy-8.9.2024.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 23:30 - Lama Tematica - Abominio 2004, Promo 2002 19 minuti [Lama Tematica, Radio Blackout]: Dalle ceneri dei Pankarre’, nasce Lamatematica band che aveva gia’ dimostrato di volersi dedicare con passione alla musica manifestando chiari atteggiamenti demenziali in piena contrapposizione con la “serieta’” e le inutili lotte che una fantomatica “scena” si convince di dover affrontare. I Lama Tematica portano all’estremo questo pensiero (gia’ espresso con vigore da alcune tra le band HC piu’ interessanti di Torino – e quindi d’Italia – degli anni 90), concentrando i temi esterni alla musica (liriche, grafiche, concerti) verso una dimensione ancora meno equivocabile. L’abbinamento di temi “cattivi” ad atteggiamenti assolutamente stupidi (nel senso piu’ inutile del termine) sono la maschera che il gruppo pretende gli ascoltatori superino senza fasrsi domande.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Lama-Tematica-Abominio-2004-Promo-2002_20.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 10 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]: Questa è la storia di Maria Occhipinti raccontata attraverso le voci di chi l’ha conosciuta, studiata e amata. Autrice del libro autobiografico Una donna di Ragusa, pubblicato nel 1957 con la casa editrice Landi e successivamente con altre edizioni.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 13,30 - Markadè un punk a New York 41 minuti [Radio Blackout] : 1972-1982. Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Markad%C3%A8-un-punk-a-New-York_25-1.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n 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25 ore 13,30 - Muhammad Ali, Rumble in the jungle 29 minuti [Radio Blackout]: Biografia del leggendario pugile Muhammad Ali\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mohammed-Alì_Rumble-in-the-jungle_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]: Racconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 16,00 - Missing People - Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro 46minuti [Radio Melting Pot]: Il confine tra Turchia e Bulgaria è uno dei principali ingressi di terra verso l’Unione Europea. Vi transitano migliaia di persone costrette a subire violenza fisica e psicologica. Molte purtroppo perdono la vita nel silenzio delle istituzioni e della maggior parte dei media europei.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Missing-people-Storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 08,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]: Rivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 08,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]: Tullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,00 - Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 63 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! 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Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.3_9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Psychotronic Radio vol.3 36 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.3_36.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - ENI greenwashing 30 minuti [Radio Cane]: Cosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","26 Novembre 2024","2024-12-03 16:56:45","Black holes dal 25 Novembre al 1 Dicembre 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