","Mos Maiorum: il nuovo colonialismo è servito","post",1413206108,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/clandestini/","http://radioblackout.org/tag/frontex/","http://radioblackout.org/tag/operazione-mos-maiorum/","http://radioblackout.org/tag/polizia-europea/","http://radioblackout.org/tag/retate/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/",[70,27,71,72,73,74],"clandestini","Operazione Mos Maiorum","polizia europea","retate","Unione Europea",{"post_content":76,"tags":81},{"matched_tokens":77,"snippet":79,"value":80},[78],"Europea ","13 al 28 ottobre l'Unione \u003Cmark>Europea \u003C/mark> darà una vera e propria","Dal 13 al 28 ottobre l'Unione \u003Cmark>Europea \u003C/mark> darà una vera e propria caccia all'immigrato clandestino. L'operazione Mos Maiorum mette in campo circa 18 mila unità che entreranno nei quartieri delle principali città europee per controllare le rotte dei migranti.L'operazione è sotto il controllo del ministero degli interni italiano e patrocinato da Frontex. Sono passati dieci giorni dalla ricorrenza a Lampedusa dei morti del 3 ottobre 2013, contestata apertamente da buona parte dei lampedusani. I politici che sono saliti sul palco lanciando i fiori in mare sono gli stessi che poi gestiscono e approvano operazioni come Mos Maiorum. Dalle buffonate delle ricorrenze alle operazioni di terrorismo verso i migranti \"clandestini\" che passano la frontiera per cercare una speranza.\r\n\r\nCosa possiamo fare? Riconosciamo che l'unico strumento è la solidarietà attiva in strada, usare i mezzi di comunicazione per segnalare qualsiasi situazione di militarizzazione o di retate, cercando di diffondere le notizie il più possibile o mettersi in contrapposizione ai controlli. Per maggiori informazioni si possono consultare i siti di meltingpot.org e http://hurriya.noblogs.org/.\r\n\r\nUn breve audio sull'operazione in corso:\r\n\r\nmos maiorum coloniale\r\n\r\n \r\n\r\n ",[82,84,86,88,93,95],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":27},[],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":92},[90,91],"polizia","europea","\u003Cmark>polizia\u003C/mark> \u003Cmark>europea\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":73},[],{"matched_tokens":96,"snippet":98},[97],"Europea","Unione \u003Cmark>Europea\u003C/mark>",[100,106],{"field":37,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":105},[31,19],[103,104],[90,91],[97],[92,98],{"field":107,"matched_tokens":108,"snippet":79,"value":80},"post_content",[78],1157451471441625000,{"best_field_score":111,"best_field_weight":112,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":49,"score":114,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":116,"highlight":138,"highlights":143,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":49,"id":119,"is_sticky":49,"permalink":120,"post_author":52,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":55,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":60,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":133},[46],[48],"19556","http://radioblackout.org/2013/11/roma-20n-notav-assediamo-il-vertice-italo-francese/","L’incontro intergovernativo Italia-Francia che si svolgerà domani, 20 novembre, a Roma, presso Villa Madama, ratificherà l’accordo sulla Torino-Lione. In realtà si tratta dell'ennesimo spot mediatico, quando sappiamo bene che l'ityert per l'approvazione dell'opera in Francia, non ha completato neppure i passaggi istituzionali preliminari. La visita di Hollande e la vetrina internazionale costruita per l’evento dovrebbero permettere ai due paesi di presentarsi con le carte in regola per ottenere dall’Unione Europea il massimo del cofinanziamento previsto.\r\n\r\nNonostante l’opposizione al TAV dell’intera popolazione locale e di un movimento ormai nazionale, la governance europea continua a proteggere gli interessi dei poteri forti e delle lobby con decisioni illegittime, repressione e occupazione militare di un territorio. Principali temi all’ordine del giorno saranno le speculazioni legate alla crisi Alitalia e il rapporto con Air Fr ance, oltre al progetto di polizia europea e la cogestione delle frontiere tra gli Stati membri attraverso l’agenzia Frontex.\r\n\r\nPaolo","19 Novembre 2013","2013-11-22 13:49:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/index-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/index.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Roma #20N NoTav: Assediamo il vertice italo-francese",1384863038,[129,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/austherity/","http://radioblackout.org/tag/diritto-allabitare/","http://radioblackout.org/tag/lotte-sociali/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/",[134,135,136,137],"Austherity","diritto all'abitare","lotte sociali","no tav",{"post_content":139},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":142},[90,91],"ance, oltre al progetto di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> \u003Cmark>europea\u003C/mark> e la cogestione delle frontiere","L’incontro intergovernativo Italia-Francia che si svolgerà domani, 20 novembre, a Roma, presso Villa Madama, ratificherà l’accordo sulla Torino-Lione. 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Un'operazione rischiosa in uno scenario sempre più difficile. E' di pochi giorni fa la decisione del governo Essebsi di proclamate lo stato di emergenza in Tunisia. Agli ormai consueti allarmi sui terroristi imbarcati sulle carrette dei profughi, fa sponda l'Isis che invita gli jihadisti ad imbarcarsi per l'Europa, per fare la guerra santa. I proclami dell'Isis non potranno che rinforzare i propositi di chi vuole rinforzare le mura della fortezza Europa, contribuendo ad alimentare la xenofobia.\r\n\r\nEunavfor Med mira a distruggere il modello di business messo a punto delle reti di scafisti e trafficanti di esseri umani identificando, catturando e distruggendo le imbarcazioni e le risorse da essi utilizzati. La missione si dovrebbe articolare in di tre fasi. La prima fase prevede l’identificazione e il monitoraggio dei network degli scafisti attraverso la raccolta e lo scambio di informazioni di intelligence e un’attività di pattugliamento rafforzata in acque internazionali. La seconda e la terza includono l’individuazione, la cattura e la distruzione delle risorse dei trafficanti rispettivamente in acque internazionali e libiche, senza escludere azioni sulla costa. Benché la decisione adottata il 18 maggio scorso dal Consiglio dei ministri degli esteri e della difesa abbia approvato la base legale dell’operazione che comprende tutte e tre queste fasi, Eunavfor Med non potrà essere attuata nelle fasi successive alla prima finché non riceverà il mandato delle Nazioni Unite. E’ infatti necessario che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione in base al capitolo 7 dello Statuto delle Nazioni Unite, in cui si prevede l’uso della forza “per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”. Ad oggi, tuttavia, a causa dal mancato assenso della Russia e di un governo di unità nazionale libico, la cui formazione non sembra così vicina, non è ancora stato possibile trovare un accordo in tal senso.\r\n\r\nIn assenza del mandato ONU, non potendo cioè agire nei porti e nelle acque libiche, lunedì 22 giugno, all’unanimità e sotto la guida dell’alto rappresentante UE Mogherini, i ministri degli esteri hanno potuto soltanto approvare la prima fase della missione.\r\n\r\nL’operazione, che ha il suo quartier generale a Roma, comprende circa mille uomini, cinque navi da guerra, due sottomarini, tre aerei da pattugliamento marittimo, tre elicotteri, e due droni. I costi ammonterebbero a circa 14 milioni di euro. E’ prevista una collaborazione con la Nato – che porta avanti nel Mediterraneo la sua missione militare antiterrorismo Active Endeavour, lanciata nel 2001 – e diverse agenzie delle Nazioni Unite, oltre all’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne Frontex. Le modalità del coinvolgimento dell’Unione africana e di diversi Paesi arabi devono essere ancora precisate.\r\n\r\nEunavfor Med si inscrive oggi all’interno del piano quinquennale della nuova Agenda europea contro le organizzazioni che facilitano i movimenti non autorizzati di essere umani su tutto il territorio dell’Unione e lungo tutte le rotte migratorie. Per monitorare i gruppi criminali organizzati che agiscono nel Mediterraneo, si attribuisce un ruolo chiave all’operazione JOT MARE, un team d’intelligence formato da agenti dell’Europol, l’ufficio di polizia europeo, ed esperti distaccati degli Stati membri.\r\n\r\nQuesta operazione è stata presentata come l’arma principale dell’Europa contro una nuova tratta degli schiavi ed è stata messa a punto utilizzando come modello la missione Atalanta con cui, dal 2008, l’Unione Europea combatte la pirateria nel Corno d’Africa. E’ tuttavia abbastanza evidente che entrambe le analogie sono a dir poco deboli. Per quanto il prezzo del servizio che si trovano costretti a pagare sia spropositato, i migranti/rifugiati non sono gli schiavi degli scafisti ma piuttosto i loro clienti. In presenza di canali legali per raggiungere un posto sicuro in cui vivere o cercare opportunità di lavoro e vita migliori, la domanda per i servizi offerti dagli scafisti verrebbe meno e con essa le reti del crimine organizzato.\r\nSe ci fosse la libera circolazione non ci sarebbe chi lucra sulla clandestinità.\r\nLa missione Atalanta ha ottenuto il mandato delle Nazioni Unite anche perché il governo provvisorio della Somalia allora al potere diede il suo appoggio alla missione. Sembra però molto improbabile che, anche nel caso in cui si formasse in Libia un governo di unità nazionale, questo darebbe il suo consenso ad Eunavfor med. Le autorità libiche sanno che si tratta di un’operazione militare che, come si legge nei protocolli riservati dell’Unione Europea recentemente pubblicati da WikiLeaks, potrebbe richiedere un impegno bellico di terra. Diversamente dalla guerra ai pirati, inoltre, Eunavfor Med dovrà misurarsi con il non banale problema di distruggere le imbarcazioni degli scafisti evitando che questi ultimi utilizzino i migranti come scudi umani.\r\n\r\nNulla è stato però detto per chiarire come questo sarà possibile. L’Europa preferisce imbarcarsi in una missione militare costosa e dagli “effetti collaterali” potenzialmente devastanti piuttosto che aprire le frontiere.\r\nD'altro canto sono decenni che le fortune politiche dei partiti politici europei si giocdano sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro, dalla crisi greca alle politiche del governo Renzi sull'immigrazione, dagli scenari di guerra agli accordi con la Libia, abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, studioso delle politiche di gestione delle migrazioni.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ndal lago mediterraneo","7 Luglio 2015","2015-07-09 15:18:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-300x201.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-300x201.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari.jpeg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Eunavfor. 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I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]","30 Marzo 2021","2021-03-30 17:37:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-768x548.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia-Egitto. 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Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di \u003Cmark>Polizia\u003C/mark> Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della \u003Cmark>Polizia\u003C/mark> Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. 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Una cella è andata a fuoco, è molto probabile che a incendiarla sia stata ancora una volta la rabbia dei prigionieri. Nel frattempo, mai così tanti minori in carcere da decenni, anche effetto del Dl Caivano, strumento di guerra diretta ai giovani refrattari. Nel carcere Beccaria - un minorile come tanti, dove però alcune informazioni sono trapelate - sono ordinari pestaggi e torture sui corpi dei ragazzi da parte degli agenti della Polizia penitenziaria, gli stessi che invocano la tutela della Corte europea dei diritti dell'uomo perchè il loro infame lavoro li stressa. Di qualche giorno fa l'ultimo tentativo di evasione da parte di un giovane prigioniero. Inoltre, dopo settimane di proteste, dalla tarda serata di lunedì un folto gruppo di migranti ha rotto il poco che resta all’interno di uno dei due settori del Cpr di via Corelli: alle disumane condizioni di vita cui i prigionieri sono costretti, si è aggiunta la violenza di una cinquantina di agenti in antisommossa. Recente è la notizia che il Ministro Piantedosi, in linea con l'attuale fase espansiva della detenzione amministrativa da parte dello Stato, vorrebbe aprire un nuovo Cpr proprio a Milano.\r\n\r\nNonostante la violenza e la repressione brutale, le lotte e le evasioni continuano a bruciare le gabbie da dentro, a Milano come altrove, uno dei fronti caldi della guerra interna. In solidarietà, domenica alle 15 è chiamato un presidio davanti al carcere minorile Beccaria.\r\n\"Delinquenti, sempre meglio che agenti...\"\r\n\r\nNe parliamo con una compagna da Milano, con cui abbozziamo anche un punto sui recenti fatti all'Università Statale occupata dagli studenti in solidarietà a Gaza:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/milano-1.mp3\"][/audio]","23 Maggio 2024","2024-05-23 08:34:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Giovan-Battista-Piranesi-The-Prisons-1761-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"228\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Giovan-Battista-Piranesi-The-Prisons-1761-300x228.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Giovan-Battista-Piranesi-The-Prisons-1761-300x228.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Giovan-Battista-Piranesi-The-Prisons-1761-768x584.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Giovan-Battista-Piranesi-The-Prisons-1761.png 850w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le gabbie di Milano: presidio al carcere minorile Beccaria",1716450993,[263,264,265,266,267,268,269,270],"http://radioblackout.org/tag/beccaria/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/gabbie/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/san-vittore/","http://radioblackout.org/tag/via-corelli/",[272,273,274,275,276,277,278,279],"beccaria","carcere","cpr","gabbie","guerra","milano","San Vittore","via Corelli",{"post_content":281},{"matched_tokens":282,"snippet":283,"value":284},[220,91],"da parte degli agenti della \u003Cmark>Polizia\u003C/mark> penitenziaria, gli stessi che invocano la tutela della Corte \u003Cmark>europea\u003C/mark> dei diritti dell'uomo perchè il","A Milano domenica scorsa dentro al carcere di San Vittore si sono udite grida che si sono protratte per tempo. 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Di conseguenza, un grande numero di migranti si è diretto in questo paese con la speranza di riuscire ad arrivare in Unione Europea, ma si è trovato in una trappola poiché la polizia di frontiera polacca si è stanziata lungo il confine, respingendo i migranti indietro, che allo stesso tempo non potevano tornare in Bielorussia (per tornare eventualmente nel proprio paese d'origine). Sono rimasti bloccati nella foresta di Białowieża, luogo inospitale in ogni stagione. Si sono registrate numerose vittime dalla fine del settembre 2021. In Polonia ci sono due tipi di centri per stranieri: il primo è gestito dall'ufficio stranieri, è un centro \"aperto\", da cui i migranti possono uscire per lavorare e per altri motivi; il secondo, i SOC, è molto più simile ai nostri CPR. Nell'ultimo periodo, nei centri sorvegliati per stranieri (SOC), ci sono state diverse proteste portate avanti dai migranti che sono state notevoli dal punto di vista dell'adesione numerica. Questi centri sono luoghi in cui le persone sono costrette a vivere private della propria libertà personale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato ai microfoni di Radio black out con l'autrice, Stefania Spinelli, scrittrice dell'articolo La guerra ai migranti sul confine tra Polonia e Bielorussia comparso su Lo stato delle città nel mese di novembre 2023.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/polonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’autrice ha discusso di violenza frontaliera e detenzione amministrativa lungo i confini orientali dell’Europa mercoledì 6 dicembre alle 20:30 presso la libreria Comunardi di Torino. Insieme a lei hanno parlato Manuela Cencetti e persone che hanno attraversato i confini europei meridionali. ","7 Dicembre 2023","2023-12-07 11:40:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-768x514.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b.jpg 1023w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra ai migranti sul confine tra Polonia e Bielorussia",1701949259,[304,305,306],"http://radioblackout.org/tag/bielorussia/","http://radioblackout.org/tag/noborder/","http://radioblackout.org/tag/polonia/",[308,309,310],"bielorussia","noborder","polonia",{"post_content":312},{"matched_tokens":313,"snippet":314,"value":315},[97,90],"riuscire ad arrivare in Unione \u003Cmark>Europea\u003C/mark>, ma si è trovato in una trappola poiché la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> di frontiera polacca si è","Lungo il confine polacco, dall'estate del 2021 a oggi, è in corso una crisi migratoria in parte orchestrata dal regime di Lukašėnka, dopo che la Bielorussia ha aperto la possibilità di avere dei visti da alcuni paesi in maniera facilitata. 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Un applicazine che nasce nel 2010 che permette di richiedere ad un altro utente di venirti a prendere dietro pagamento. Parleremo di come Uber sia riuscita a creare un buco finanziario di miliardi di dollari sostenuta da una prodigiosa propaganda basata su finzione, confusione e produzione di articoli accademici che nessuno si è premurato di rileggere.\r\n\r\nPerchè uber, una compagnia che ha perso oltre venti miliardi di dollari da quando ha incominciato ad operare nel 2010 e che non mostra alcun segno di poter generare profitto viene ancora vista come una compagnia di successo ed in crescita?\r\nPerchè c'è la percezione che uber abbia portato notevoli miglioramenti al sistema di trasporto urbano ed un generale miglioramento della qualità del servizio per i passeggeri quando ha fallito ad avviare un modello di azienda funzionante e cercando di prevaricare in pezzi del mercato attraverso una politica semi-monopolistica?\r\n\r\nUber paradossalmente non è in grando di mantenere dei veicoli in modo più efficiente o meno costose dei servizi di taxi che ha portato al fallimento. Tutto il siccesso e la popolarità di uber può essere spiegata da miliardi in investimenti predatori in strumenti di ottimizzazione del servizio.\r\n\r\nNon c'è alcuna prova inidimendente che l'innovazione tecnolgia sventolata da uber (ammesso e non concesso che sia vera) abbiamo mai avuto un vero impatto materiale nell'organizzazione del mercato. Uber un azienda che ha prodotto un livello di innovazione comparabile con quello del mio gatto.\r\n\r\nIl vantaggio economico di uber nel mercato non deriva da qualche sofisticato algoritmo di ottimizzazione, ma dalla constante capacità dell'azienda di tagliare la \"quota\" riservata agli autisti. Dal 2016 parliamo di una contrazinoe del 40%. I tagli hanno portato gli stipendi sotto il livello minimo in molti territori dove l'applicazione ha operato. Questo ha permesso di trasferire circa tre miliardi dai lavorari al capitale.\r\n\r\nMa come ha fatto uber a convincere (ehm fragare) i finanziatori? 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La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è stato che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere indipendenti o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\nEditori di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. 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La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è stato che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere indipendenti o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\nEditori di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. Sarebbe vero se non si ignorasse completamente le politiche che forzano gli autisti a comprare veicoli sempre più costosi per ottenere più corse dall'algoritmo, algoritmo che provvede ad eliminare gli autisti dalla piattaforma qualora si osassero di rifiutare una corsa.\r\n\r\nQuesti paper sono solo un esempio di come i giornalisti hanno felicemente digerito tutto la propaganda della startup californiana facendosi megavono per i loro investitori.\r\n \r\n\r\n ",[432],{"field":107,"matched_tokens":433,"snippet":429,"value":430},[90,91],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":150,"num_tokens_dropped":49,"score":151,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},{"document":436,"highlight":448,"highlights":453,"text_match":456,"text_match_info":457},{"comment_count":49,"id":437,"is_sticky":49,"permalink":438,"podcastfilter":439,"post_author":381,"post_content":440,"post_date":441,"post_excerpt":55,"post_id":437,"post_modified":442,"post_thumbnail":443,"post_title":444,"post_type":387,"sort_by_date":445,"tag_links":446,"tags":447},"80840","http://radioblackout.org/podcast/war-on-migrants-formazione-sorvegliante-e-caccia-ai-trafficanti/",[332],"Estratti dalla puntata di lunedì 13 marzo 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON MIGRANTS: FORMAZIONE SECURITARIA COME NEOCOLONIALISMO\r\n\r\nLa Guerra alle Persone Migranti è fatta di eserciti come Frontex, di morti e di centri di prigionia, promuove lo sviluppo di tecnologie sorveglianti e di alleanze strategiche.\r\n\r\nLa formazione militare e repressiva di personale in “paesi in via di sviluppo” occupa da decenni un ruolo centrale nelle strategie di egemonizzazione messe in atto dalla principali potenze globali.\r\n\r\nPartendo con un rapido sguardo sui programmi attivati da Stati Uniti e Cina, in compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org approfondiremo il ruolo di CEPOL (Accademia Europea di Polizia) nella formazione – fornita a “paesi chiave” - 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La polizia ha fatto il suo dovere“. 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Il rapporto contribuisce a documentare veri e propri crimini di stato perpetrati da apparati governativi tunisini e libici con la complicità delle politiche di esternalizzazione delle frontire da parte dell'Unione Europea. Questa collusione si sostanzia nei \"memorandum\" d'intesa siglati tra Tunisia ed Unione Europea che prevedono proprio il finanziamento di corpi di polizia allo scopo di impedire le partenze dei migranti. Sonoi 5 le fasi che il rapporto identifica in questo processo di deportazione e tratta di esseri umani :1) Gli arresti; 2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica; 3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina; 4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici; 5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto. 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Il gruppo ha realizzato il disegno dell’indagine, la raccolta e l’analisi dei materiali, cosi come la supervisione scientifica di tutto il processo.Le testimonianze sono state raccolte sul posto e attraverso delle chat che vengono utilizzate dalle persone migranti .\r\n\r\nhttps://www.adl-zavidovici.eu/wp-content/uploads/2025/01/StateTrafficking_IT_light.pdf \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-06022025-STATE-TRAFFICKING.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo sulle proteste in Serbia ,sempre più ampie e che coinvolgono strati sociali non solamente studenteschi e che si estendono anche al di fuori dei grandi centri urbani. Decine di migliaia di studenti di Belgrado sono partiti a piedi per unirsi ai manifestanti a Novi Sad, la marcia, lunga circa 70 km e accompagnata dallo slogan \"Un passo verso la giustizia\", è iniziata il 29 gennaio e si è protratta per due giorni. Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. 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Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. Il movimento non accetta di essere sovradeterminato dai partiti politici dell'opposizione che divisa e debole viene tenuta lontana dalle manifestazioni ,la critica di questa generazione diviene sempre più radicale ed investe il sistema di potere di Vucic .Con le dovute differenze il pernsiero va alle manifestazioni studentesche che portarono alla caduta nel 2000 del governo di Milosevic.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-06022025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[516],{"field":107,"matched_tokens":517,"snippet":513,"value":514},[97,90],1157451470367359000,{"best_field_score":520,"best_field_weight":149,"fields_matched":150,"num_tokens_dropped":49,"score":521,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},"2211897344000","1157451470367359089",{"document":523,"highlight":535,"highlights":540,"text_match":518,"text_match_info":543},{"comment_count":49,"id":524,"is_sticky":49,"permalink":525,"podcastfilter":526,"post_author":329,"post_content":527,"post_date":528,"post_excerpt":55,"post_id":524,"post_modified":529,"post_thumbnail":530,"post_title":531,"post_type":387,"sort_by_date":532,"tag_links":533,"tags":534},"76156","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-giugno-ucraina-il-punto-sulla-guerra-ne-qui-ne-altrove-no-alla-base-a-coltano-carabinieri-in-ucraina-la-fai-ad-empoli-uranio-impoverito/",[329],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa guerra in Ucraina rischia di durare ancora a lungo, aumentando il prezzo, già durissimo, pagato dalle popolazioni attaccate, bombardate, massacrate.\r\nIl contesto internazionale continua ad essere estremamente incerto e l’orizzonte di un allargamento del conflitto è tutt’altro che scongiurato. Le manovre ai confini, le armi sempre più potenti messe in campo potrebbero portare ad accelerazioni sempre più violente.\r\nSullo sfondo la crisi alimentare che rischia di innescare nuovi violentissimi conflitti, soprattutto in Africa, dove le truppe tricolori sono sempre più impegnate.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIl 2 giugno un lungo serpentone si è dipanato tra la Pineta e i campi coltivati a Coltano, piccolo borgo alle porte di Pisa, dove il governo ha deciso di costruire una nuova caserma per i carabinieri, che accoglierà i parà del Tuscania, il Gis e le unità cinofile, il tutto in una cornice green, e ampi finanziamenti pubblici.\r\nIl rifiuto della popolazione di trasformare il proprio paesino in un hub militare, l’ennesimo nell’area tra Pisa e Livorno, ha innescato un percorso che ha portato alla ampia convergenza che ha dato vita al corteo del 2 giugno. Al punto che le istituzioni, specie quelle locali, dal sindaco di Pisa al presidente della Regioni entrambi decisi ad aggiudicarsi la nuova caserma ma vogliosi al contempo di provare a disinnescare la protesta. L’8 giugno si è riunito a Pisa un tavolo di concertazione che ha discusso su possibilità in toto o in parte alternative e Coltano. Fuori c’era un folto gruppo di contestatori che ribadivano il no alla base ovunque fosse costruita.\r\nCe ne ha parlato Dario del coordinamento livornese contro le missioni militari all’estero\r\n\r\nI carabinieri in Ucraina\r\nDa giorni il personale della 2^ Brigata Mobile dell'Arma dei carabinieri che comprende i reparti speciali del Reggimento paracadutisti Tuscania e del GIS - Gruppo di intervento speciale è stato distaccato in Ucraina \" a difesa\" dell'ambasciata italiana a Kiev. \r\n\r\nA confermare la notizia, debitamente tenuta segreta sino ad oggi dal governo Draghi, il generale Nicola Conforti, vice capo del II° Reparto del Comando generale dei Carabinieri. \r\n\r\n\"In Ucraina i carabinieri garantiscono la sicurezza dell’ambasciata a Kiev e parteciperanno con gli specialisti del RIS alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell’Aja, che indaga sui crimini di guerra\", ha spiegato il generale Conforti al Corriere della Sera. \r\n\r\nSempre secondo l'ufficiale il 6 maggio 2022 è stata firmata pure un’intesa tecnica di cooperazione in campo addestrativo con la Guardia Nazionale Messicana, forza di polizia a status militare istituita nel 2019. Altri accordi tecnici sono stati firmati con il Ruanda e la Moldavia. \r\n\r\nUn migliaio di carabinieri dei corpi speciali operano in missioni di guerra all'estero (in partiolare Niger, Gibuti e Somalia), mentre per la \"formazione\" delle polizie militari dei paesi africani e mediorientali viene utilizzato l’hub internazionale di Vicenza che ospita dal 2005 il Centro di eccellenza per le Stability Police Unit (COESPU), il quartier generale della Gendarmeria europea e il Centro di eccellenza Nato per la polizia di stabilità. \r\n\r\nIl \"premio\" per il Reggimento paracadutisti Tuscania e il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri? Una mega-cittadella militare nel parco di sar Rossore a Pisa-Coltano, a due passi dalla base USA di Camp Darby e dallo scalo aereo militare di Pisa san Giusto, devastando uno straordinario territorio, depauperando le fonti idriche e condannando la Toscana a fare da terzo grande polo nazionale per le operazioni belliche in mezzo mondo.\r\n\r\nDal 2 al 5 giugno si è svolto ad Empoli il XXXI congresso della FAI, l’assemblea generale dei compagni e delle compagne che aderiscono a questo percorso federalista e anarchico.\r\nÉ stata un’occasione importante per fare un ampio confronto sui diversi terreni di lotta su cui siamo impegnati, fare un bilancio dell’attività svolta, definire gli impegni per il futuro.\r\nNe abbiamo parlato con Federico.\r\n\r\nUranio impoverito. La NATO invoca l’immunità retroattiva per la strage provocata dai bombardamenti dell’alleanza in Bosnia al processo intentato dalle vittime civili che sta entrando nel vivo in questi giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 18 giugno\r\nDa Rimini a Saint-Imier.La nascita dell’anarchismo in Italia (1872-2022)\r\nGiornata di studi – Massenzatico, Cucine del Popolo, via Beethoven 78\r\n\r\nDomenica 19 giugno\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nCorteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\n\r\nLunedì 20 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di piazza Foroni dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato 25 giugno\r\nAssemblea antimilitarista a Livorno\r\nc/o ex caserma, via Adriana 16 ore 10,30\r\n\r\nGiovedì 30 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di corso Racconigi dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato due luglio\r\nNo alla guerra e a chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio! No alla Nato a Torino\r\ngiornata di informazione e lotta in via Roma di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Giugno 2022","2022-06-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/humaniterrorism_-ocra-200x110.jpg","Anarres del 10 giugno. Ucraina: il punto sulla guerra. Nè qui né altrove: no alla base a Coltano. Carabinieri in Ucraina. La FAI ad Empoli. 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