","Da Parigi a Sainte Soline. Violenze di polizia e rivolta sociale","post",1680017907,[63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/criminalizzazione-delle-lotte/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/gianni-carrozza/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/polizia-violenta/","http://radioblackout.org/tag/sainte-soline/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-polizia/",[72,15,73,27,18,74,75,76],"criminalizzazione delle lotte","gianni carrozza","polizia violenta","sainte soline","violenza di polizia",{"post_content":78,"post_title":83,"tags":86},{"matched_tokens":79,"snippet":81,"value":82},[80],"polizia","una granata stordente sparata dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>. A Sainte Soline i feriti","La scorsa settimana è stata segnata da un moltiplicarsi delle violenze poliziesche di fronte a piazze sempre più imponenti e radicali.\r\nGli episodi più gravi si sono verificati giovedì scorso a Parigi, durante il grande corteo che ha attraversato la capitale contro la riforma delle pensioni, e sabato a Sainte Soline, al termine di una manifestazione contro la realizzazione di enormi bacini d’acqua potabile per l’agricoltura industriale.\r\nA Parigi un ferroviere di SUD-Rail ha perso un occhio, colpito al volto da una granata stordente sparata dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>. A Sainte Soline i feriti durante l’attacco alla zona del cantiere sono stati 200, di cui 40 gravi. Un compagno è in prognosi riservata dopo aver ricevuto un colpo in testa: i soccorsi sono stati a lungo ritardati dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark> che non faceva passare le ambulanze. L’elicottero che lo ha trasportato in ospedale è riuscito a decollare dopo quasi cinque ore dal ferimento: l’operazione cui è stato sottoposto d’urgenza è durata 11 ore. Un’altra persona, colpita alla trachea, dopo un iniziale miglioramento è peggiorata e si trova a sua volta tra la vita e la morte.\r\nIl governo Macron, in evidente difficoltà per l’ulteriore crescita della rivolta sociale, che monta di giorno in giorno, sceglie la strada della repressione e della violenza.\r\nLa collera sociale va al di là della semplice questione delle pensioni, raccogliendo l’insofferenza per il crescente processo di privatizzazione di servizi sociali, degli ospedali, delle prestazioni ed esami medici. Questi ambiti, “lasciati” dal capitalismo alla gestione statale, perché considerati poco redditizi, oggi sono diventati appetibili, perché lo stato li rende tali mettendo soldi pubblici a chi offre la gestione privata.\r\nMacron sin dai tempi della loi travail, passando per il movimento dei Gilet Gialli per arrivare alla lotta contro la riforma delle pensioni e a quelle ambientaliste ha deciso di trattare le questioni sociali in termini di ordine pubblico, criminalizzando chi si oppone e dando indicazioni alla \u003Cmark>polizia\u003C/mark> per l’utilizzo brutale della violenza.\r\nA Sainte Soline la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> ha cercato il morto, sparando granate e lacrimogeni che hanno ferito in modo grave, tantissime persone.\r\nOggi, nuova giornata di sciopero generale, sono in corso manifestazioni in tutta la Francia. Nel Nord Ovest, in Bretagna, c’è l’intenzione di bloccare tutte le città principali. Da stamattina sono in corso blocchi a Nantes e in altre località.\r\nAbbiamo fatto il punto sulla situazione con Gianni Carrozza di Radio Fréquence Paris Plurielle, dove conduce “Vive la Sociale!”\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-24-carrozza-violenza-polizia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":84,"snippet":85,"value":85},[80],"Da Parigi a Sainte Soline. Violenze di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> e rivolta sociale",[87,89,91,93,95,97,101,103],{"matched_tokens":88,"snippet":72},[],{"matched_tokens":90,"snippet":15},[],{"matched_tokens":92,"snippet":73},[],{"matched_tokens":94,"snippet":27},[],{"matched_tokens":96,"snippet":18},[],{"matched_tokens":98,"snippet":100},[80,99],"violenta","\u003Cmark>polizia\u003C/mark> \u003Cmark>violenta\u003C/mark>",{"matched_tokens":102,"snippet":75},[],{"matched_tokens":104,"snippet":105},[80],"violenza di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>",[107,114,117],{"field":37,"indices":108,"matched_tokens":110,"snippets":113},[14,109],7,[111,112],[80,99],[80],[100,105],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":85,"value":85},"post_title",[80],{"field":118,"matched_tokens":119,"snippet":81,"value":82},"post_content",[80],1157451471441625000,{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":49,"score":124,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":126,"highlight":145,"highlights":159,"text_match":120,"text_match_info":167},{"cat_link":127,"category":128,"comment_count":49,"id":129,"is_sticky":49,"permalink":130,"post_author":52,"post_content":131,"post_date":132,"post_excerpt":55,"post_id":129,"post_modified":133,"post_thumbnail":134,"post_thumbnail_html":135,"post_title":136,"post_type":60,"sort_by_date":137,"tag_links":138,"tags":142},[46],[48],"44350","http://radioblackout.org/2017/11/torino-perquisita-labitazione-di-maya/","Questa mattina la Digos si è presentata a casa di Maya per effettuare una perquisizione a suo carico. La vicenda inzia nella notte tra l'8 e il 9 giugno quando, tornando a casa dopo una serata ai murazzi di Torino, Maya assiste a un controllo su due ragazzi e quindi si avvicina per capire costa stesse succedendo. Maya viene presa e portata in commissariato, viene insultata e picchiata e poi rilasciata nella notte con un verbale attestante la detenzione di chiodi da mura in tasca. A radice di questo, Maya decide di sporgere denuncia e iniziare un iter giudiziario che l'ha vista già interrogata dal Pm (la stessa che segue il caso di denuncia a suo carico) il mese scorso quando ancora una volta si è fatta inoltre sentire la solidarieà nei confronti di Maya sotto il Tribunale di Torino, dove si stava svolgendo l'interrogatorio. Se la vicenda in se ha dell'incredibile, la perquisizione di stamattina fa strabuzzare gli occhi per la farsa messa in atto dalla Digos alla ricerca di una scheda telefonica (quella di Maya), utile per i messaggi che Maya ha mandato dal commissariato ai suoi amici durante la notte di violenza in commissariato, messaggi utili come prove per sottolineare la situazione di pericolo in cui si sentiva Maya quella notte. Una vicenda paradossale poichè normalmente, l'ter \"normale\" prevede che si faccia richiesta formale all'avvocato (soprattutto considerando che all'interno del procedimento, Maya è parte offesa) e non prevede mandare sgherri a mettere in subbuglio un appartamento per recuperare una scheda sim di un cellulare. Siamo di fronte quindi all'ennesima violenza da parte della polizia che Maya continua a subire, nelle forme più svariate con cui questa può esplicitarsi. L'ennesima intimidazione perpetrata per spaventare o semplicemente per mettere in difficoltà, agita (come spesso succede) nell'impunità più totale.\r\n\r\nAscolta la diretta con Angela, compagna di Maya\r\n\r\nMaya_perquisizione","16 Novembre 2017","2017-11-17 17:34:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/se-toccano-una-toccano-tutte-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"79\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/se-toccano-una-toccano-tutte-300x79.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/se-toccano-una-toccano-tutte-300x79.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/se-toccano-una-toccano-tutte.jpg 713w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. Perquisita l'abitazione di Maya",1510830979,[139,140,68,141],"http://radioblackout.org/tag/io-sto-con-maya/","http://radioblackout.org/tag/maya/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[143,144,74,25],"io sto con maya","maya",{"post_content":146,"tags":150},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[80],"all'ennesima violenza da parte della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> che Maya continua a subire,","Questa mattina la Digos si è presentata a casa di Maya per effettuare una perquisizione a suo carico. La vicenda inzia nella notte tra l'8 e il 9 giugno quando, tornando a casa dopo una serata ai murazzi di Torino, Maya assiste a un controllo su due ragazzi e quindi si avvicina per capire costa stesse succedendo. Maya viene presa e portata in commissariato, viene insultata e picchiata e poi rilasciata nella notte con un verbale attestante la detenzione di chiodi da mura in tasca. A radice di questo, Maya decide di sporgere denuncia e iniziare un iter giudiziario che l'ha vista già interrogata dal Pm (la stessa che segue il caso di denuncia a suo carico) il mese scorso quando ancora una volta si è fatta inoltre sentire la solidarieà nei confronti di Maya sotto il Tribunale di Torino, dove si stava svolgendo l'interrogatorio. Se la vicenda in se ha dell'incredibile, la perquisizione di stamattina fa strabuzzare gli occhi per la farsa messa in atto dalla Digos alla ricerca di una scheda telefonica (quella di Maya), utile per i messaggi che Maya ha mandato dal commissariato ai suoi amici durante la notte di violenza in commissariato, messaggi utili come prove per sottolineare la situazione di pericolo in cui si sentiva Maya quella notte. Una vicenda paradossale poichè normalmente, l'ter \"normale\" prevede che si faccia richiesta formale all'avvocato (soprattutto considerando che all'interno del procedimento, Maya è parte offesa) e non prevede mandare sgherri a mettere in subbuglio un appartamento per recuperare una scheda sim di un cellulare. Siamo di fronte quindi all'ennesima violenza da parte della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> che Maya continua a subire, nelle forme più svariate con cui questa può esplicitarsi. L'ennesima intimidazione perpetrata per spaventare o semplicemente per mettere in difficoltà, agita (come spesso succede) nell'impunità più totale.\r\n\r\nAscolta la diretta con Angela, compagna di Maya\r\n\r\nMaya_perquisizione",[151,153,155,157],{"matched_tokens":152,"snippet":143},[],{"matched_tokens":154,"snippet":144},[],{"matched_tokens":156,"snippet":100},[80,99],{"matched_tokens":158,"snippet":25},[],[160,165],{"field":37,"indices":161,"matched_tokens":162,"snippets":164},[35],[163],[80,99],[100],{"field":118,"matched_tokens":166,"snippet":148,"value":149},[80],{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":168,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"1157451471441625194",{"document":170,"highlight":184,"highlights":189,"text_match":192,"text_match_info":193},{"cat_link":171,"category":172,"comment_count":49,"id":173,"is_sticky":49,"permalink":174,"post_author":52,"post_content":175,"post_date":176,"post_excerpt":55,"post_id":173,"post_modified":177,"post_thumbnail":178,"post_thumbnail_html":179,"post_title":180,"post_type":60,"sort_by_date":181,"tag_links":182,"tags":183},[46],[48],"66264","http://radioblackout.org/2021/01/la-magnifica-occupazione-e-sgombero-al-volo/","Due giorni fa la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos al completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\nProssimo appuntamento è un’assemblea domenica 31 gennaio in piazza dei Ciompi alle 15.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Spiros della MagniFica\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-26-magniFica-spiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il comunicato della MagniFica\r\n\r\n“Lo Stato contro donne e comunità LGBTQIA+\r\n\r\nIeri la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\n\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos al completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\n\r\nLe compagne e lx solidalx sono statx circondatx da 4 camionette della celere.\r\n\r\nE' evidente che per sgomberare chi, da ormai più di 6 mesi, sta lottando per uno spazio sicuro contro la violenza di genere, la questura non badi a spese.\r\n\r\nCosì come non ha badato a spese quando, qualche mese fa, la squadraccia antidegrado della municipale (organo ben noto a chi vive a Firenze per i suoi metodi fascisti contro lx migrantx) è andata a sfrattare Anna, una donna che non poteva più permettersi l’affitto delle case popolari, spruzzandole lo spray al peperoncino in faccia e arrestandola per “resistenza”.\r\n\r\nTutto ciò con finale plauso di Nardella che si congratulava per “il ripristino della legalità”.\r\n\r\nLa stessa legalità che a Firenze fa svendere villino Borchi (l’ex Magni*fica) a imprese multinazionali, invece che a 20 milioni di euro (prezzo d’acquisto dell’immobile da parte della regione toscana) a 8 milioni, per farne l’ennesimo albergo di lusso.\r\n\r\nQuesto in una città in cui si scacciano gli abitanti a suon di gentrificazione, fogli di via, decoro e sfratti violenti.\r\n\r\nA Firenze c’è un problema che è noto a tuttx da troppo tempo: un’amministrazione degna del peggior feudalesimo che sta svendendo ogni cosa al miglior offerente.\r\n\r\nMentre prosegue la costruzione del terzo student hotel, gli spazi sociali vengono chiusi a suon di manganelli.\r\n\r\nLa Magni*fica è un’occupazione illegale, in un mondo in cui la legalità fa sì che uno sbirro stupratore apra un bar con pubblico elogio dei giornali locali, mentre una donna che non può pagare l’affitto viene sfrattata da prodi maschi patriottici armati a suon di botte.\r\n\r\nLa stessa legalità che ha portato a ben due agguati razzisti in città e all'assassinio di Samb, Diop e poi Idy Diene. Delitti che hanno portato denunce solo a chi è sces@ in piazza per protestare con rabbia contro il razzismo.\r\n\r\nQuella legalità fatta di migrantx pestatx in stazione dalla polizia, detenutx massacratx di botte nel carcere di Sollicciano e di lavoratricx e studentx pestatx ai cortei.\r\n\r\nMa noi non reagiamo vittimisticamente.\r\n\r\nChe lo stato faccia schifo, che la polizia faccia schifo, che Nardella e Giani facciano schifo, lo sappiamo benissimo.\r\n\r\nPer questo non possiamo limitarci a dire che la polizia è violenta o che Nardella si è fatto il parco giochi privato a Firenze, e guai osare contestarlo.\r\n\r\nReagire continuando a lottare nelle strade nonostante i fogli di via, le denunce, le minacce delle guardie: è una necessità.\r\n\r\nQuesto è l'unico modo per ostacolare questo processo di repressione sociale in atto da troppo tempo.\r\n\r\nLa Magni*fica è illegale sì, ma è anche necessaria, come sono necessarie tutte le occupazioni di spazi abbandonati. Sia per dare casa a chi non ce l’ha, sia per darci spazi sociali sicuri.\r\n\r\nLa Magni*fica ha una progettualità ben precisa, è abitata da un’assemblea eterogenea ben determinata a costruirla.\r\n\r\nLe narrazioni dei giornali su quali siano i nostri desideri le rispediamo al mittente assieme alle carte della questura che ci dipingono come leader o gregarie.\r\n\r\nSiamo ben consce di agire spinte da un'urgenza, non solo in quanto compagne femministe, queer, transfemministe, ma anche in quanto donne, froce, lesbiche, nonbinary, sex workers, transex che vivono in un mondo eterocispatriarcale.\r\n\r\nAbbiamo osato con la prima Magni*fica e ne siamo uscite felici e determinate a continuare questo percorso.\r\n\r\nNon sarà il secondo sgombero a fermarci.\r\n\r\nA Firenze la Magni*fica Occupata Casa delle Donne transfemminista queer ci sarà, così come ci sarà la lotta a sessismo, razzismo e omotransfobia ad ogni angolo.\r\n\r\nAbbiamo disturbato la quiete dei signori della città, dei ricchi proprietari di immobili lasciati vuoti a marcire da decenni. Siamo coscienti che la repressione sappia dove colpire. Ma siamo anche consapevoli di essere una collettività che ogni giorno affronta il patriarcato nel suo quotidiano e che qualche carta straccia o maschi alpha armati e in divisa, non ci facciano paura.\r\n\r\nLa Magni*fica è un desiderio che sappiamo non appartiene solo a noi, lo dimostra la solidarietà ricevuta da tutt' Italia, come dall'estero, oltre che dalla città che attraversiamo.\r\n\r\nLa Magni*fica è ormai una realtà!\r\n\r\nCerto più oggettiva di quei progetti schifosi di decoro messi in atto da Nardella&co.\r\n\r\nNon abbiamo alcuna intenzione di retrocedere!\r\n\r\nLa Magni*fica è una realtà!\r\n\r\nLa Magni*fica ritornerà!\r\n\r\nW la Magni*fica”","26 Gennaio 2021","2021-01-26 17:10:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"295\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-300x295.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-300x295.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-1024x1008.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-768x756.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica-1536x1512.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/magnifica.jpeg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La MagniFica: occupazione e sgombero al volo",1611677295,[],[],{"post_content":185},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[80,99],"limitarci a dire che la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> è \u003Cmark>violenta\u003C/mark> o che Nardella si è","Due giorni fa la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos al completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\nProssimo appuntamento è un’assemblea domenica 31 gennaio in piazza dei Ciompi alle 15.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Spiros della MagniFica\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-26-magniFica-spiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il comunicato della MagniFica\r\n\r\n“Lo Stato contro donne e comunità LGBTQIA+\r\n\r\nIeri la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\n\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos al completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\n\r\nLe compagne e lx solidalx sono statx circondatx da 4 camionette della celere.\r\n\r\nE' evidente che per sgomberare chi, da ormai più di 6 mesi, sta lottando per uno spazio sicuro contro la violenza di genere, la questura non badi a spese.\r\n\r\nCosì come non ha badato a spese quando, qualche mese fa, la squadraccia antidegrado della municipale (organo ben noto a chi vive a Firenze per i suoi metodi fascisti contro lx migrantx) è andata a sfrattare Anna, una donna che non poteva più permettersi l’affitto delle case popolari, spruzzandole lo spray al peperoncino in faccia e arrestandola per “resistenza”.\r\n\r\nTutto ciò con finale plauso di Nardella che si congratulava per “il ripristino della legalità”.\r\n\r\nLa stessa legalità che a Firenze fa svendere villino Borchi (l’ex Magni*fica) a imprese multinazionali, invece che a 20 milioni di euro (prezzo d’acquisto dell’immobile da parte della regione toscana) a 8 milioni, per farne l’ennesimo albergo di lusso.\r\n\r\nQuesto in una città in cui si scacciano gli abitanti a suon di gentrificazione, fogli di via, decoro e sfratti violenti.\r\n\r\nA Firenze c’è un problema che è noto a tuttx da troppo tempo: un’amministrazione degna del peggior feudalesimo che sta svendendo ogni cosa al miglior offerente.\r\n\r\nMentre prosegue la costruzione del terzo student hotel, gli spazi sociali vengono chiusi a suon di manganelli.\r\n\r\nLa Magni*fica è un’occupazione illegale, in un mondo in cui la legalità fa sì che uno sbirro stupratore apra un bar con pubblico elogio dei giornali locali, mentre una donna che non può pagare l’affitto viene sfrattata da prodi maschi patriottici armati a suon di botte.\r\n\r\nLa stessa legalità che ha portato a ben due agguati razzisti in città e all'assassinio di Samb, Diop e poi Idy Diene. Delitti che hanno portato denunce solo a chi è sces@ in piazza per protestare con rabbia contro il razzismo.\r\n\r\nQuella legalità fatta di migrantx pestatx in stazione dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, detenutx massacratx di botte nel carcere di Sollicciano e di lavoratricx e studentx pestatx ai cortei.\r\n\r\nMa noi non reagiamo vittimisticamente.\r\n\r\nChe lo stato faccia schifo, che la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> faccia schifo, che Nardella e Giani facciano schifo, lo sappiamo benissimo.\r\n\r\nPer questo non possiamo limitarci a dire che la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> è \u003Cmark>violenta\u003C/mark> o che Nardella si è fatto il parco giochi privato a Firenze, e guai osare contestarlo.\r\n\r\nReagire continuando a lottare nelle strade nonostante i fogli di via, le denunce, le minacce delle guardie: è una necessità.\r\n\r\nQuesto è l'unico modo per ostacolare questo processo di repressione sociale in atto da troppo tempo.\r\n\r\nLa Magni*fica è illegale sì, ma è anche necessaria, come sono necessarie tutte le occupazioni di spazi abbandonati. Sia per dare casa a chi non ce l’ha, sia per darci spazi sociali sicuri.\r\n\r\nLa Magni*fica ha una progettualità ben precisa, è abitata da un’assemblea eterogenea ben determinata a costruirla.\r\n\r\nLe narrazioni dei giornali su quali siano i nostri desideri le rispediamo al mittente assieme alle carte della questura che ci dipingono come leader o gregarie.\r\n\r\nSiamo ben consce di agire spinte da un'urgenza, non solo in quanto compagne femministe, queer, transfemministe, ma anche in quanto donne, froce, lesbiche, nonbinary, sex workers, transex che vivono in un mondo eterocispatriarcale.\r\n\r\nAbbiamo osato con la prima Magni*fica e ne siamo uscite felici e determinate a continuare questo percorso.\r\n\r\nNon sarà il secondo sgombero a fermarci.\r\n\r\nA Firenze la Magni*fica Occupata Casa delle Donne transfemminista queer ci sarà, così come ci sarà la lotta a sessismo, razzismo e omotransfobia ad ogni angolo.\r\n\r\nAbbiamo disturbato la quiete dei signori della città, dei ricchi proprietari di immobili lasciati vuoti a marcire da decenni. Siamo coscienti che la repressione sappia dove colpire. Ma siamo anche consapevoli di essere una collettività che ogni giorno affronta il patriarcato nel suo quotidiano e che qualche carta straccia o maschi alpha armati e in divisa, non ci facciano paura.\r\n\r\nLa Magni*fica è un desiderio che sappiamo non appartiene solo a noi, lo dimostra la solidarietà ricevuta da tutt' Italia, come dall'estero, oltre che dalla città che attraversiamo.\r\n\r\nLa Magni*fica è ormai una realtà!\r\n\r\nCerto più oggettiva di quei progetti schifosi di decoro messi in atto da Nardella&co.\r\n\r\nNon abbiamo alcuna intenzione di retrocedere!\r\n\r\nLa Magni*fica è una realtà!\r\n\r\nLa Magni*fica ritornerà!\r\n\r\nW la Magni*fica”",[190],{"field":118,"matched_tokens":191,"snippet":187,"value":188},[80,99],1157451471306883000,{"best_field_score":194,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":197,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897802752",14,1,"1157451471306883185",{"document":199,"highlight":233,"highlights":238,"text_match":192,"text_match_info":241},{"cat_link":200,"category":201,"comment_count":49,"id":202,"is_sticky":49,"permalink":203,"post_author":52,"post_content":204,"post_date":205,"post_excerpt":55,"post_id":202,"post_modified":206,"post_thumbnail":207,"post_thumbnail_html":208,"post_title":209,"post_type":60,"sort_by_date":210,"tag_links":211,"tags":222},[46],[48],"44734","http://radioblackout.org/2017/12/argentina-attacco-alle-comunita-mapuche-un-morto-due-feriti-diversi-desaparecidos-sgombero-con-spari-e-feriti-di-una-fabbrica/","Nel pomeriggio di sabato 25 novembre, in Patagonia, diversi corpi della polizia e della gendarmeria nazionale hanno attaccato la comunità Lafken Winkul Mapu, uccidendo a colpi di arma da fuoco Rafael Nahuel e ferendo altri due mapuche, un uomo e una donna, che si trovano in gravi condizioni all’ospedale Ramon Carrillo.\r\nSiamo nei territori contesi di Villa Mascardi, un parco nazionale a pochi chilometri da Bariloche, nota località turistica della Patagonia argentina.\r\nNe abbiamo parlato con Ivan, un compagno della Cub trasporti di Milano che si trova da qualche mese in Argentina, dove ha visitato numerose comunità mapuche in lotta.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 94 argentina ivan\r\n\r\n \r\n\r\nLa Correpi, organizzazione contro la repressione statale e la violenza istituzionale, sostiene che le responsabilità sono interamente dello Stato e del governo. In Argentina la violenza istituzionale colpisce gli attivisti politici ed i poveri. Non si contano i casi di ragazzi uccisi dalla polizia, perché accusati di furti o semplicemente “sospetti”, la pratica della tortura è “normale” nelle camere di sicurezza della gendarmeria.\r\n\r\n \r\n\r\nRicostruiamo i fatti: il giovedì precedente, mentre in Senato si votava la proroga di altri quattro anni della legge 26/160 che sospende gli sgomberi delle comunità indigene, riconoscendo il diritto al territorio ancestrale in attesa che l’Istituto Nazionale delle questioni indigene concluda il rilevamento delle terre spettanti alle diverse comunità, il giudice Villanueva ordina lo sgombero della comunità Lafken Winkul Mapu. L’occupazione risaliva al 14 settembre.\r\n\r\nLo scontro è sui megaimpianti turistici che le multinazionali e le imprese argentine vogliono costruire nel parco turistico nazionale di Villa Mascardi.\r\n\r\nNella stessa zona è prevista l’apertura di una miniera d’oro e di sfruttamento petrolifero. Non solo. La Patagonia possiede una ricchezza sempre più preziosa, l’oro blu, l’acqua.\r\n\r\nI mapuche si battono contro l’intento di mettere a profitto le aree protette, rivendicando il recupero delle terre ancestrali per vivere costruendo una diversa relazione con la natura e il territorio. Conflitti simili investono ampie aree dell’immensa Patagonia e non solo, perché lo scontro attorno all’appropriazione del territorio vede migliaia di comunità indigene in tutto il continente difendersi dall’estrattivismo (miniere, centri turistici, coltivazione estensiva, etc) e rappresenta uno snodo cruciale dei conflitti sociali in America Latina.\r\n\r\n \r\n\r\nLo stesso giovedì, come afferma l’antropologa Diana Lenton, era previsto un tavolo di negoziazione per risolvere il conflitto. «A tradimento e boicottando qualunque possibilità di dialogo, un enorme dispiegamento di forze dell’ordine ha fatto irruzione nella comunità all’alba, sparando con armi da fuoco e arrestando donne e bambini, detenuti in condizioni illegali per diverse ore» continua l’antropologa argentina. Secondo le testimonianza dei mapuche, una dozzina di uomini della comunità sono fuggiti sui monti a causa della caccia all’uomo violenta della polizia federale, della Gendarmeria e delle forze della Prefettura navale, impiegate congiuntamente con elicotteri e forze speciali. Ieri pomeriggio, tre di loro stavano tornando per ricongiungersi con le loro famiglie e sono stati attaccati con armi da fuoco dalla polizia. Così è stato assassinato Rafael, un giovane dei quartieri poveri di Bariloche, in visita ai parenti nella comunità in lotta, saldatore, falegname e lavoratore precario, un “pibe de barrio”, come lo ricordano gli amici.\r\n\r\nL’avvocata della comunità mapuche, Natalia Aranya, ha rilasciato dure dichiarazioni al quotidiano Pagina 12, parlando di una caccia all’uomo razzista e sottolineando le responsabilità del governo nell’operazione che ha coinvolto i gruppi speciali della Prefettura. Dopo la notizia della morte, ci sono state manifestazioni sia davanti all’ospedale che alla sede degli uffici dei Parchi Nazionali, proprietari delle terre contese dalla comunità mapuche. Le forze dell’ordine hanno bloccato le vie di accesso principali e i collegamenti, compresa la Ruta 40, tra le città di El Bolsòn e Bariloche. Alcuni giornali mainstream affermano, senza addurre prove, che sia stato uno scontro a fuoco tra mapuche e polizia. Una caccia all’uomo dopo una repressione violenta contro famiglie che dormivano nelle loro case diventa per i media uno scontro “armato” tra mapuche e polizia. Secondo le organizzazioni dei diritti umani sono le medesime modalità narrative adottate durante la dittatura.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Marcha de Mujeres Originarias, organizzazione di donne indigene, ha lanciato un appello invitando tutti a denunciare le menzogne e a diffondere la verità dei fatti: «non permetteremo alle menzogne di affermarsi, noi non siamo in guerra con lo Stato, ma è lo Stato argentino che sta applicando misure genocide contro le comunità indigene, questo dovrebbero dire i giornali». Chiediamo sostegno e supporto, vogliamo giustizia, affermano le donne indigene , esigiamo che «cessi immediatamente la violenza assassina contro i nostri fratelli e le nostre sorelle».\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazioni si sono svolte a Buenos Aires e in diverse città della Patagonia per denunciare le responsabilità del governo Macri e del ministro Bullrich. Il sindacato dei lavoratori pubblici ATE ha riferito del fermo del responsabile provinciale e della moglie, liberati poche ore dopo, mentre Sonia Ivanoff, avvocata specialista in diritto indigeno, ha segnalato preoccupazione l’arresto di dei due testimoni dell’omicidio del giovane Rafael Nahuel. «Vogliamo la liberazione e la garanzia di protezione per questi due testimoni chiave, Fausto Horacio Jones Huala e Lautaro Alejando Gozalez» ha dichiarato l’avvocata all’agenzia di comunicazione indipendente Anred.\r\n\r\nDopo la rappresaglia c’è stata un’intensa militarizzazione dell’area: da settimane le organizzazioni dei diritti umani e le comunità mapuche denunciano come dopo «la desapariciòn e la morte di Santiago Maldonado la persecuzione contro i mapuche sia aumentata di intensità così come la violenza delle forze di polizia».\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensificazione del conflitto è legata all’aumento della violenza repressiva che negli ultimi due anni, con il governo Macri, è stata diretta in gran parte contro i mapuche identificati come “nemico interno”, in linea con le dichiarazioni del Comando Sud delle forze militari degli Stati Uniti che hanno definito il popolo mapuche una “minaccia terroristica”. Un conflitto che vede da una parte uomini, donne e bambini in lotta per la difesa del territorio e della vita, e dall’altra una nuova ed intensa offensiva politica, economica e militare del capitalismo estrattivo, razzista, patriarcale e coloniale.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle stesse ore in cui avveniva l’attacco alla comunità nei territori contesi di Villa Mascardi, in provincia di Buenos Aires si stava svolgendo il funerale di Santiago Maldonado, desaparecido durante una rappresaglia della gendarmeria nella comunità mapuche Pu Lof Cushamen il 1 agosto scorso. Il suo cadavere venne ritrovato 78 giorni dopo nel fiume Chabut, 300 metri a monte dal punto in cui i mapuche sotto attacco attraversarono il corso d’acqua.\r\n\r\nDurante l’attacco alla comunità i suoi compagni videro che Santiago Maldonado veniva preso e fatto salire a forza su un furgone bianco dalla polizia.\r\n\r\nLa scomparsa di Maldonado aveva suscitato ampie proteste in tutta l’Argentina: decine di migliaia di persone avevano manifestato il primo settembre e il primo ottobre a Buenos Aires.\r\n\r\nIl ragazzo è stato seppellito dopo un mese di attesa dei risultati dell’autopsia, che ha stabilito che Santiago è morto per asfissia da annegamento, ma non le modalità della desapariciòn.\r\n\r\nDall’inchiesta del giornalista Ricardo Ragendorfer pubblicata su Tiempo Argentino e altri quotidiani, emerge che l’autopsia ha stabilito che il corpo di Santiago non era restato più di 5 o 6 giorni in acqua al momento del ritrovamento. Ne consegue che è stato “illegalmente” trattenuto da qualche parte per diversi giorni.\r\n\r\nAlla luce di questi fatti potrebbero emergere responsabilità più dirette di Benetton, la multinazionale italiana proprietaria di oltre 900.000 ettari in territorio mapuche.\r\n\r\nSecondo Ragendorfer, l’unica cella frigorifera della zona capace di conservare un cadavere per diversi giorni si troverebbe proprio all’interno di una delle tenute di Benetton, denominata “Cabania Leleque”. Inoltre, rivela sempre Ragendorfer, la Gendarmeria possiede una base logistica informale dentro la stessa tenuta di Benetton da almeno 20 anni, grazie a un accordo firmato durante il governo di Carlos Menem tra Carlo Benetton, la Secretaria de Seguridad de la Nacion e la provincia di Chubut.\r\n\r\nRagendorfer ha anche rivelato che parte delle prime indagini “ufficiali” hanno avuto l’epicentro logistico proprio a Leleque. Da lì partirono buona parte dei gendarmi che tra il 10 e il 12 gennaio scorso sgomberarono in modo violento la comunità Mapuche di “Lof en Resistencia” di Cushamen. Ragendorfer inserisce un tassello chiave per dimostrare le eventuali la complicità dirette di Benetton nella desaparición forzada di Santiago: il 17 ottobre scorso, il giudice avrebbe ordinato, insieme al rastrellamento della zona in cui comparve il corpo, una perquisizione legale de la “Cabania Leleque” dei Benetton e di alcune delle zone adiacenti. Difficile pensare che sia stato per mera coincidenza che il corpo di Santiago sia ricomparso proprio quel giorno. Dopo il ritrovamento, naturalmente, la perquisizione venne cancellata.\r\n\r\n \r\nUn presidio di solidarietà con la lotta delle comunità mapuche resistenti e di denuncia delle responsabilità dello Stato argentino e di Benetton nella violenta repressione in atto si svolgerà a Torino il 22 dicembre di fronte al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo.\r\n \r\n\r\nAggiornamento al 12 dicembre\r\n\r\nLa scorsa settimana la polizia ha sgomberato una fabbrica di Neuquen, occupata dagli operai in lotta e a rischio licenziamento, che cercavano di impedire lo svuotamento dell'area di macchinari e dei prodotti ancora in magazzino.\r\nLo sgombero è stato attuato usando armi da fuoco. Un deputato - ex operaio della Zanon recuperata - che tentava una mediazione è stato colpito ad una gamba ed ha il perone spezzato.\r\nIl 9 dicembre una marcia transfrontaliera delle donne indigene ha raccolto scarse adesioni.\r\nIl governo Macrì sta scatenando una repressione poliziesca sempre più violenta contro le insorgenze sociali e le lotte popolari.\r\nIl fallimento delle sinistre istituzionali in Argentina e, in generale in tutto il continente, sta riportando al potere la destra. Una destra la cui linea di continuità con le dittature militari che hanno insanguinato il pianeta è molto chiara.\r\n\r\nAscolta la diretta con Ivan:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 11 ivan argentina\r\n ","12 Dicembre 2017","2017-12-13 12:05:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-1024x683.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Argentina. Attacco alle comunità mapuche: un morto, due feriti, diversi desaparecidos... Sgombero di una fabbrica con spari e feriti",1513084103,[212,213,214,215,216,217,218,219,220,221],"http://radioblackout.org/tag/argentina/","http://radioblackout.org/tag/benetton/","http://radioblackout.org/tag/fattoria-leleque/","http://radioblackout.org/tag/fiume-chabut/","http://radioblackout.org/tag/mapuche/","http://radioblackout.org/tag/patagonia/","http://radioblackout.org/tag/rafael-nauhel/","http://radioblackout.org/tag/ronald-mac-donald/","http://radioblackout.org/tag/santiago-maldonado/","http://radioblackout.org/tag/villa-mascardi/",[223,224,225,226,227,228,229,230,231,232],"argentina","benetton","fattoria leleque","fiume chabut","mapuche","patagonia","rafael nauhel","ronald mac donald","santiago maldonado","villa mascardi",{"post_content":234},{"matched_tokens":235,"snippet":236,"value":237},[99,80],"a causa della caccia all’uomo \u003Cmark>violenta\u003C/mark> della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> federale, della Gendarmeria e delle","Nel pomeriggio di sabato 25 novembre, in Patagonia, diversi corpi della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> e della gendarmeria nazionale hanno attaccato la comunità Lafken Winkul Mapu, uccidendo a colpi di arma da fuoco Rafael Nahuel e ferendo altri due mapuche, un uomo e una donna, che si trovano in gravi condizioni all’ospedale Ramon Carrillo.\r\nSiamo nei territori contesi di Villa Mascardi, un parco nazionale a pochi chilometri da Bariloche, nota località turistica della Patagonia argentina.\r\nNe abbiamo parlato con Ivan, un compagno della Cub trasporti di Milano che si trova da qualche mese in Argentina, dove ha visitato numerose comunità mapuche in lotta.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 94 argentina ivan\r\n\r\n \r\n\r\nLa Correpi, organizzazione contro la repressione statale e la violenza istituzionale, sostiene che le responsabilità sono interamente dello Stato e del governo. In Argentina la violenza istituzionale colpisce gli attivisti politici ed i poveri. Non si contano i casi di ragazzi uccisi dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, perché accusati di furti o semplicemente “sospetti”, la pratica della tortura è “normale” nelle camere di sicurezza della gendarmeria.\r\n\r\n \r\n\r\nRicostruiamo i fatti: il giovedì precedente, mentre in Senato si votava la proroga di altri quattro anni della legge 26/160 che sospende gli sgomberi delle comunità indigene, riconoscendo il diritto al territorio ancestrale in attesa che l’Istituto Nazionale delle questioni indigene concluda il rilevamento delle terre spettanti alle diverse comunità, il giudice Villanueva ordina lo sgombero della comunità Lafken Winkul Mapu. L’occupazione risaliva al 14 settembre.\r\n\r\nLo scontro è sui megaimpianti turistici che le multinazionali e le imprese argentine vogliono costruire nel parco turistico nazionale di Villa Mascardi.\r\n\r\nNella stessa zona è prevista l’apertura di una miniera d’oro e di sfruttamento petrolifero. Non solo. La Patagonia possiede una ricchezza sempre più preziosa, l’oro blu, l’acqua.\r\n\r\nI mapuche si battono contro l’intento di mettere a profitto le aree protette, rivendicando il recupero delle terre ancestrali per vivere costruendo una diversa relazione con la natura e il territorio. Conflitti simili investono ampie aree dell’immensa Patagonia e non solo, perché lo scontro attorno all’appropriazione del territorio vede migliaia di comunità indigene in tutto il continente difendersi dall’estrattivismo (miniere, centri turistici, coltivazione estensiva, etc) e rappresenta uno snodo cruciale dei conflitti sociali in America Latina.\r\n\r\n \r\n\r\nLo stesso giovedì, come afferma l’antropologa Diana Lenton, era previsto un tavolo di negoziazione per risolvere il conflitto. «A tradimento e boicottando qualunque possibilità di dialogo, un enorme dispiegamento di forze dell’ordine ha fatto irruzione nella comunità all’alba, sparando con armi da fuoco e arrestando donne e bambini, detenuti in condizioni illegali per diverse ore» continua l’antropologa argentina. Secondo le testimonianza dei mapuche, una dozzina di uomini della comunità sono fuggiti sui monti a causa della caccia all’uomo \u003Cmark>violenta\u003C/mark> della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> federale, della Gendarmeria e delle forze della Prefettura navale, impiegate congiuntamente con elicotteri e forze speciali. Ieri pomeriggio, tre di loro stavano tornando per ricongiungersi con le loro famiglie e sono stati attaccati con armi da fuoco dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>. Così è stato assassinato Rafael, un giovane dei quartieri poveri di Bariloche, in visita ai parenti nella comunità in lotta, saldatore, falegname e lavoratore precario, un “pibe de barrio”, come lo ricordano gli amici.\r\n\r\nL’avvocata della comunità mapuche, Natalia Aranya, ha rilasciato dure dichiarazioni al quotidiano Pagina 12, parlando di una caccia all’uomo razzista e sottolineando le responsabilità del governo nell’operazione che ha coinvolto i gruppi speciali della Prefettura. Dopo la notizia della morte, ci sono state manifestazioni sia davanti all’ospedale che alla sede degli uffici dei Parchi Nazionali, proprietari delle terre contese dalla comunità mapuche. Le forze dell’ordine hanno bloccato le vie di accesso principali e i collegamenti, compresa la Ruta 40, tra le città di El Bolsòn e Bariloche. Alcuni giornali mainstream affermano, senza addurre prove, che sia stato uno scontro a fuoco tra mapuche e \u003Cmark>polizia\u003C/mark>. Una caccia all’uomo dopo una repressione \u003Cmark>violenta\u003C/mark> contro famiglie che dormivano nelle loro case diventa per i media uno scontro “armato” tra mapuche e \u003Cmark>polizia\u003C/mark>. Secondo le organizzazioni dei diritti umani sono le medesime modalità narrative adottate durante la dittatura.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Marcha de Mujeres Originarias, organizzazione di donne indigene, ha lanciato un appello invitando tutti a denunciare le menzogne e a diffondere la verità dei fatti: «non permetteremo alle menzogne di affermarsi, noi non siamo in guerra con lo Stato, ma è lo Stato argentino che sta applicando misure genocide contro le comunità indigene, questo dovrebbero dire i giornali». Chiediamo sostegno e supporto, vogliamo giustizia, affermano le donne indigene , esigiamo che «cessi immediatamente la violenza assassina contro i nostri fratelli e le nostre sorelle».\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazioni si sono svolte a Buenos Aires e in diverse città della Patagonia per denunciare le responsabilità del governo Macri e del ministro Bullrich. Il sindacato dei lavoratori pubblici ATE ha riferito del fermo del responsabile provinciale e della moglie, liberati poche ore dopo, mentre Sonia Ivanoff, avvocata specialista in diritto indigeno, ha segnalato preoccupazione l’arresto di dei due testimoni dell’omicidio del giovane Rafael Nahuel. «Vogliamo la liberazione e la garanzia di protezione per questi due testimoni chiave, Fausto Horacio Jones Huala e Lautaro Alejando Gozalez» ha dichiarato l’avvocata all’agenzia di comunicazione indipendente Anred.\r\n\r\nDopo la rappresaglia c’è stata un’intensa militarizzazione dell’area: da settimane le organizzazioni dei diritti umani e le comunità mapuche denunciano come dopo «la desapariciòn e la morte di Santiago Maldonado la persecuzione contro i mapuche sia aumentata di intensità così come la violenza delle forze di \u003Cmark>polizia»\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensificazione del conflitto è legata all’aumento della violenza repressiva che negli ultimi due anni, con il governo Macri, è stata diretta in gran parte contro i mapuche identificati come “nemico interno”, in linea con le dichiarazioni del Comando Sud delle forze militari degli Stati Uniti che hanno definito il popolo mapuche una “minaccia terroristica”. Un conflitto che vede da una parte uomini, donne e bambini in lotta per la difesa del territorio e della vita, e dall’altra una nuova ed intensa offensiva politica, economica e militare del capitalismo estrattivo, razzista, patriarcale e coloniale.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle stesse ore in cui avveniva l’attacco alla comunità nei territori contesi di Villa Mascardi, in provincia di Buenos Aires si stava svolgendo il funerale di Santiago Maldonado, desaparecido durante una rappresaglia della gendarmeria nella comunità mapuche Pu Lof Cushamen il 1 agosto scorso. Il suo cadavere venne ritrovato 78 giorni dopo nel fiume Chabut, 300 metri a monte dal punto in cui i mapuche sotto attacco attraversarono il corso d’acqua.\r\n\r\nDurante l’attacco alla comunità i suoi compagni videro che Santiago Maldonado veniva preso e fatto salire a forza su un furgone bianco dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark>.\r\n\r\nLa scomparsa di Maldonado aveva suscitato ampie proteste in tutta l’Argentina: decine di migliaia di persone avevano manifestato il primo settembre e il primo ottobre a Buenos Aires.\r\n\r\nIl ragazzo è stato seppellito dopo un mese di attesa dei risultati dell’autopsia, che ha stabilito che Santiago è morto per asfissia da annegamento, ma non le modalità della desapariciòn.\r\n\r\nDall’inchiesta del giornalista Ricardo Ragendorfer pubblicata su Tiempo Argentino e altri quotidiani, emerge che l’autopsia ha stabilito che il corpo di Santiago non era restato più di 5 o 6 giorni in acqua al momento del ritrovamento. Ne consegue che è stato “illegalmente” trattenuto da qualche parte per diversi giorni.\r\n\r\nAlla luce di questi fatti potrebbero emergere responsabilità più dirette di Benetton, la multinazionale italiana proprietaria di oltre 900.000 ettari in territorio mapuche.\r\n\r\nSecondo Ragendorfer, l’unica cella frigorifera della zona capace di conservare un cadavere per diversi giorni si troverebbe proprio all’interno di una delle tenute di Benetton, denominata “Cabania Leleque”. Inoltre, rivela sempre Ragendorfer, la Gendarmeria possiede una base logistica informale dentro la stessa tenuta di Benetton da almeno 20 anni, grazie a un accordo firmato durante il governo di Carlos Menem tra Carlo Benetton, la Secretaria de Seguridad de la Nacion e la provincia di Chubut.\r\n\r\nRagendorfer ha anche rivelato che parte delle prime indagini “ufficiali” hanno avuto l’epicentro logistico proprio a Leleque. Da lì partirono buona parte dei gendarmi che tra il 10 e il 12 gennaio scorso sgomberarono in modo violento la comunità Mapuche di “Lof en Resistencia” di Cushamen. Ragendorfer inserisce un tassello chiave per dimostrare le eventuali la complicità dirette di Benetton nella desaparición forzada di Santiago: il 17 ottobre scorso, il giudice avrebbe ordinato, insieme al rastrellamento della zona in cui comparve il corpo, una perquisizione legale de la “Cabania Leleque” dei Benetton e di alcune delle zone adiacenti. Difficile pensare che sia stato per mera coincidenza che il corpo di Santiago sia ricomparso proprio quel giorno. Dopo il ritrovamento, naturalmente, la perquisizione venne cancellata.\r\n\r\n \r\nUn presidio di solidarietà con la lotta delle comunità mapuche resistenti e di denuncia delle responsabilità dello Stato argentino e di Benetton nella \u003Cmark>violenta\u003C/mark> repressione in atto si svolgerà a Torino il 22 dicembre di fronte al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo.\r\n \r\n\r\nAggiornamento al 12 dicembre\r\n\r\nLa scorsa settimana la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> ha sgomberato una fabbrica di Neuquen, occupata dagli operai in lotta e a rischio licenziamento, che cercavano di impedire lo svuotamento dell'area di macchinari e dei prodotti ancora in magazzino.\r\nLo sgombero è stato attuato usando armi da fuoco. Un deputato - ex operaio della Zanon recuperata - che tentava una mediazione è stato colpito ad una gamba ed ha il perone spezzato.\r\nIl 9 dicembre una marcia transfrontaliera delle donne indigene ha raccolto scarse adesioni.\r\nIl governo Macrì sta scatenando una repressione poliziesca sempre più \u003Cmark>violenta\u003C/mark> contro le insorgenze sociali e le lotte popolari.\r\nIl fallimento delle sinistre istituzionali in Argentina e, in generale in tutto il continente, sta riportando al potere la destra. Una destra la cui linea di continuità con le dittature militari che hanno insanguinato il pianeta è molto chiara.\r\n\r\nAscolta la diretta con Ivan:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 11 ivan argentina\r\n ",[239],{"field":118,"matched_tokens":240,"snippet":236,"value":237},[99,80],{"best_field_score":194,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":197,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":243,"highlight":272,"highlights":277,"text_match":280,"text_match_info":281},{"cat_link":244,"category":245,"comment_count":49,"id":246,"is_sticky":49,"permalink":247,"post_author":52,"post_content":248,"post_date":249,"post_excerpt":55,"post_id":246,"post_modified":250,"post_thumbnail":251,"post_thumbnail_html":252,"post_title":253,"post_type":60,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":264},[46],[48],"34277","http://radioblackout.org/2016/03/scontri-alla-jungle-di-calais/","E' cominciato ieri lo sgombero della “Jungle” di Calais. La più grande baraccopoli di Francia, dove stazionano dai tre ai cinquemila uomini e donne diretti in Gran Bretagna. \r\nImponente lo schieramento di polizia messo in campo dal governo francese, nonostante il quale nel pomeriggio di ieri le truppe hanno dovuto battere in ritirata dopo gli scontri tra forze dell'ordine, attivisti no-border e migranti.\r\nDurante la notte la polizia in tenuta antisommossa ha sparato gas lacrimogeni contro i migranti che lanciavano sassi contro le squadre di demolitori.\r\nIl Prefetto punta il dito sui centocinquanta attivisti No Border, che lottano a fianco dei migranti contro la demolizione delle baracche.\r\nLa polizia sta provando a spostare i migranti in container di situati in un'altra zona della Giungla, ma molti rifiutano, temendo di venire costretti a chiedere asilo in Francia ed a rinunciare a stabilirsi nel Regno Unito.\r\nAlcuni richiedenti asilo, che avevano presentato domanda nel nostro paese, pare siano stati già respinti oltre la frontiera italiana. \r\nDiversi autobus hanno portato alcuni gruppi di sgomberati verso centri di accoglienza di fortuna, allestiti in varie città e paesi francesi.\r\nNessuno dubita che, appena le acque si saranno calmate, proveranno nuovamente a muoversi verso la costa normanna. \r\nDa questa mattina molti migranti e solidali resistono sui tetti delle baracche. Un uomo e una donna incinta iraniani sono stati tirati giù a forza dal tetto di una baracca, malmenati e portati via in diretta. \r\nLa pioggia battente e il freddo intenso rendono ancora più violenta un'operazione di polizia, su cui conta Hollande per recuperare consensi nel Pas De Calais, dove Marine Le Pen ha preso il 45% dei voti. \r\nIn queste settimane gruppi di fascisti hanno provato a raggiungere la Jungle ma sono stati respinti.\r\nNe abbiamo parlato con Francesca, attivista No Border, che si trova alla Jungle.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-03-01-francesca-jungle\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Marzo 2016","2016-03-04 11:30:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/jungle-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/jungle-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/jungle-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/jungle.jpg 619w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scontri alla Jungle di Calais",1456851306,[256,64,257,258,259,260,261,262,263],"http://radioblackout.org/tag/calais/","http://radioblackout.org/tag/giungla/","http://radioblackout.org/tag/hollande/","http://radioblackout.org/tag/jungle/","http://radioblackout.org/tag/marine-le-pen/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/pas-de-calais/","http://radioblackout.org/tag/sgombero-jungle/",[265,15,266,36,267,268,269,270,271],"Calais","giungla","jungle","marine le pen","migranti","pas de calais","sgombero jungle",{"post_content":273},{"matched_tokens":274,"snippet":275,"value":276},[99,80],"freddo intenso rendono ancora più \u003Cmark>violenta\u003C/mark> un'operazione di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, su cui conta Hollande per","E' cominciato ieri lo sgombero della “Jungle” di Calais. La più grande baraccopoli di Francia, dove stazionano dai tre ai cinquemila uomini e donne diretti in Gran Bretagna. \r\nImponente lo schieramento di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> messo in campo dal governo francese, nonostante il quale nel pomeriggio di ieri le truppe hanno dovuto battere in ritirata dopo gli scontri tra forze dell'ordine, attivisti no-border e migranti.\r\nDurante la notte la \u003Cmark>polizia\u003C/mark> in tenuta antisommossa ha sparato gas lacrimogeni contro i migranti che lanciavano sassi contro le squadre di demolitori.\r\nIl Prefetto punta il dito sui centocinquanta attivisti No Border, che lottano a fianco dei migranti contro la demolizione delle baracche.\r\nLa \u003Cmark>polizia\u003C/mark> sta provando a spostare i migranti in container di situati in un'altra zona della Giungla, ma molti rifiutano, temendo di venire costretti a chiedere asilo in Francia ed a rinunciare a stabilirsi nel Regno Unito.\r\nAlcuni richiedenti asilo, che avevano presentato domanda nel nostro paese, pare siano stati già respinti oltre la frontiera italiana. \r\nDiversi autobus hanno portato alcuni gruppi di sgomberati verso centri di accoglienza di fortuna, allestiti in varie città e paesi francesi.\r\nNessuno dubita che, appena le acque si saranno calmate, proveranno nuovamente a muoversi verso la costa normanna. \r\nDa questa mattina molti migranti e solidali resistono sui tetti delle baracche. Un uomo e una donna incinta iraniani sono stati tirati giù a forza dal tetto di una baracca, malmenati e portati via in diretta. \r\nLa pioggia battente e il freddo intenso rendono ancora più \u003Cmark>violenta\u003C/mark> un'operazione di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, su cui conta Hollande per recuperare consensi nel Pas De Calais, dove Marine Le Pen ha preso il 45% dei voti. \r\nIn queste settimane gruppi di fascisti hanno provato a raggiungere la Jungle ma sono stati respinti.\r\nNe abbiamo parlato con Francesca, attivista No Border, che si trova alla Jungle.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-03-01-francesca-jungle\r\n\r\n \r\n\r\n ",[278],{"field":118,"matched_tokens":279,"snippet":275,"value":276},[99,80],1157451471172665300,{"best_field_score":282,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":283,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897737216","1157451471172665457",{"document":285,"highlight":304,"highlights":309,"text_match":312,"text_match_info":313},{"cat_link":286,"category":287,"comment_count":49,"id":288,"is_sticky":49,"permalink":289,"post_author":290,"post_content":291,"post_date":292,"post_excerpt":55,"post_id":288,"post_modified":293,"post_thumbnail":294,"post_thumbnail_html":295,"post_title":296,"post_type":60,"sort_by_date":297,"tag_links":298,"tags":301},[46],[48],"99670","http://radioblackout.org/2025/09/indonesia-aggiornamenti-dalle-proteste-e-contesto/","info2","Continuiamo a seguire e provare a analizzare le proteste in Indonesia contro le diseguaglianze economiche che hanno causato ingenti danni e l'incendio di alcuni edifici governativi. Le manifestazioni sono iniziate il 25 agosto, quando la rabbia per un'economia in difficoltà si è riversata nelle strade in seguito alle notizie secondo cui i politici avrebbero ricevuto un'indennità di alloggio di 3.000 dollari in aggiunta ai loro stipendi, un vantaggio pari a 10-20 volte il salario minimo mensile indonesiano. La rabbia ha raggiunto il culmine quando Affan Kurniawan, un fattorino 21 anni, è stato investito e ucciso da un veicolo della polizia durante le proteste nella capitale Giacarta. Secondo quanto riferito, al momento della sua morte Kurniawan non stava prendendo parte alle manifestazioni, ma stava cercando di evadere una consegna. Sembrano essere una decina i manifestanti morti in seguito agli scontri con la Polizia, più di 3.000 persone arrestate, mentre diverse decine di attivisti risultano ancora dispersi.\r\nLe proteste e le rivolte della scorsa settimana, scoppiate in diverse città del Paese, sono state tra le più grandi dalla fine della dittatura di Suharto, durata 32 anni, ma le manifestazioni di protesta e la loro repressione violenta da parte della polizia accadono di frequente nel Paese, e non è la prima volta che gli indonesiani scendono in piazza quest'anno.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Aniello Iannone, docente di Politica indonesiana e analisi dei conflitti nel Sud-Est asiatico, che vive in Indonesia, di aggiornarci sull'andamento delle proteste e di darci delle informazioni utili rispetto al panorama politico e sociale nel Paese asiatico. Ascolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/indonesia_iannone.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","8 Settembre 2025","2025-09-08 20:37:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Schermata-2025-09-08-alle-17.56.01-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"179\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Schermata-2025-09-08-alle-17.56.01-1-300x179.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Schermata-2025-09-08-alle-17.56.01-1-300x179.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Schermata-2025-09-08-alle-17.56.01-1-768x459.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Schermata-2025-09-08-alle-17.56.01-1.png 991w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Indonesia: aggiornamenti sulle proteste",1757356327,[299,300],"http://radioblackout.org/tag/asean/","http://radioblackout.org/tag/indonesia/",[302,303],"#asean","indonesia",{"post_content":305},{"matched_tokens":306,"snippet":307,"value":308},[99,80],"protesta e la loro repressione \u003Cmark>violenta\u003C/mark> da parte della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> accadono di frequente nel Paese,","Continuiamo a seguire e provare a analizzare le proteste in Indonesia contro le diseguaglianze economiche che hanno causato ingenti danni e l'incendio di alcuni edifici governativi. Le manifestazioni sono iniziate il 25 agosto, quando la rabbia per un'economia in difficoltà si è riversata nelle strade in seguito alle notizie secondo cui i politici avrebbero ricevuto un'indennità di alloggio di 3.000 dollari in aggiunta ai loro stipendi, un vantaggio pari a 10-20 volte il salario minimo mensile indonesiano. La rabbia ha raggiunto il culmine quando Affan Kurniawan, un fattorino 21 anni, è stato investito e ucciso da un veicolo della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> durante le proteste nella capitale Giacarta. Secondo quanto riferito, al momento della sua morte Kurniawan non stava prendendo parte alle manifestazioni, ma stava cercando di evadere una consegna. Sembrano essere una decina i manifestanti morti in seguito agli scontri con la \u003Cmark>Polizia\u003C/mark>, più di 3.000 persone arrestate, mentre diverse decine di attivisti risultano ancora dispersi.\r\nLe proteste e le rivolte della scorsa settimana, scoppiate in diverse città del Paese, sono state tra le più grandi dalla fine della dittatura di Suharto, durata 32 anni, ma le manifestazioni di protesta e la loro repressione \u003Cmark>violenta\u003C/mark> da parte della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> accadono di frequente nel Paese, e non è la prima volta che gli indonesiani scendono in piazza quest'anno.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Aniello Iannone, docente di Politica indonesiana e analisi dei conflitti nel Sud-Est asiatico, che vive in Indonesia, di aggiornarci sull'andamento delle proteste e di darci delle informazioni utili rispetto al panorama politico e sociale nel Paese asiatico. Ascolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/indonesia_iannone.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[310],{"field":118,"matched_tokens":311,"snippet":307,"value":308},[99,80],1157451471038447600,{"best_field_score":314,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":315,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897671680","1157451471038447729",6646,{"collection_name":60,"first_q":74,"per_page":318,"q":74},6,9,{"facet_counts":321,"found":367,"hits":368,"out_of":646,"page":196,"request_params":647,"search_cutoff":38,"search_time_ms":648},[322,344],{"counts":323,"field_name":342,"sampled":38,"stats":343},[324,326,328,330,332,334,336,338,340],{"count":123,"highlighted":325,"value":325},"anarres",{"count":17,"highlighted":327,"value":327},"I Bastioni di Orione",{"count":35,"highlighted":329,"value":329},"black holes",{"count":35,"highlighted":331,"value":331},"frittura mista",{"count":35,"highlighted":333,"value":333},"il colpo del strega",{"count":196,"highlighted":335,"value":335},"tutti pazzi",{"count":196,"highlighted":337,"value":337},"ponte radio",{"count":196,"highlighted":339,"value":339},"liberation front",{"count":196,"highlighted":341,"value":341},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":319},{"counts":345,"field_name":37,"sampled":38,"stats":365},[346,348,349,351,353,355,357,359,361,363],{"count":24,"highlighted":347,"value":347},"fiat",{"count":24,"highlighted":25,"value":25},{"count":24,"highlighted":350,"value":350},"operaismo",{"count":24,"highlighted":352,"value":352},"radio cane",{"count":24,"highlighted":354,"value":354},"Mario Cavallo",{"count":24,"highlighted":356,"value":356},"Marco Scavino",{"count":24,"highlighted":358,"value":358},"piazza statuto",{"count":24,"highlighted":360,"value":360},"lotta di classe",{"count":24,"highlighted":362,"value":362},"guerriglia urbana",{"count":24,"highlighted":364,"value":364},"violenza poliziesca",{"total_values":366},307,27,[369,445,486,517,551,582],{"document":370,"highlight":402,"highlights":433,"text_match":120,"text_match_info":444},{"comment_count":49,"id":371,"is_sticky":49,"permalink":372,"podcastfilter":373,"post_author":325,"post_content":374,"post_date":375,"post_excerpt":55,"post_id":371,"post_modified":376,"post_thumbnail":377,"post_title":378,"post_type":379,"sort_by_date":380,"tag_links":381,"tags":392},"42536","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-16-giugno-normale-violenza-di-polizia-la-guerra-in-casa-aria-di-pogrom-porrajmos-casseruolata-contro-sgomberi-e-fascisti/",[325],"Come ogni venerdì, anche il 16 giugno, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo scesi con la nostra navicella su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n2017 06 16 anarres1\r\n2017 06 16 anarres2\r\n2017 06 16 anarres3\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\nPestaggi, abusi e ricatti. Alcune storie di normale violenza di polizia\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nLa grande paura di piazza San Carlo\r\n\r\nProbabilmente non sapremo mai cosa sia successo, quale scintilla abbia innescato le tre grandi ondate di panico, che hanno trasformato il salotto buono di Torino nell’anticamera di Kabul, Aleppo, Baghdad, Mosul…\r\n\r\nIn fondo conta poco, molto poco.\r\n\r\nSappiamo però che piazza San Carlo è lo specchio del nostro vivere, di un tempo, dove la guerra, che si finge non ci sia, ha infiltrato l'immaginario, colonizzandolo. Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\nI semi della paura hanno attecchito nel profondo del corpo sociale. L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al campo rom. Cariche e fermi\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\nIl prossimo lunedì Forza Nuova e comitati saranno di fronte al Comune per chiedere ad Appendino di mantenere le promesse, distruggendo le baraccopoli e buttando la gente in strada.\r\nCi saranno anche anarchici ed antirazzisti. Qui il volantino distribuito ai mercati in questi giorni. \r\nIl Porrajmos, lo sterminio di rom e sinti nell'Italia fascista.\r\n\r\nCon Paolo Finzi di A rivista\r\nProssimi appuntamenti:\r\n \r\nSabato 17 giugno\r\nore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e San Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli \r\ndi via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno\r\nore 15,30 / 18,30\r\nCacerolazo antifascista antirazzista contro lo sgombero dei campi rom e i pogrom\r\nin via Garibaldi angolo piazza Palazzo di città contro il presidio dei fascisti di Forza Nuova e dei Comitati razzisti\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","16 Giugno 2017","2018-10-17 22:58:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/mariposas-200x110.jpg","Anarres del 16 giugno. Normale violenza di polizia, la guerra in casa, aria di pogrom, porrajmos, casseruolata contro sgomberi e fascisti","podcast",1497645151,[382,383,384,385,386,387,388,68,389,390,391],"http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/la-guerra-in-casa/","http://radioblackout.org/tag/piazza-san-calo/","http://radioblackout.org/tag/pogrom/","http://radioblackout.org/tag/porrajmos/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[325,393,394,395,396,397,398,74,399,400,401],"baraccopoli","casa pound","forza nuova","la guerra in casa","piazza san calo","pogrom","porrajmos","rom","via germagnano",{"post_content":403,"post_title":407,"tags":410},{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":406},[80],"storie di normale violenza di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>\r\nNe abbiamo parlato con Robertino","Come ogni venerdì, anche il 16 giugno, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo scesi con la nostra navicella su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n2017 06 16 anarres1\r\n2017 06 16 anarres2\r\n2017 06 16 anarres3\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\nPestaggi, abusi e ricatti. Alcune storie di normale violenza di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nLa grande paura di piazza San Carlo\r\n\r\nProbabilmente non sapremo mai cosa sia successo, quale scintilla abbia innescato le tre grandi ondate di panico, che hanno trasformato il salotto buono di Torino nell’anticamera di Kabul, Aleppo, Baghdad, Mosul…\r\n\r\nIn fondo conta poco, molto poco.\r\n\r\nSappiamo però che piazza San Carlo è lo specchio del nostro vivere, di un tempo, dove la guerra, che si finge non ci sia, ha infiltrato l'immaginario, colonizzandolo. Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\nI semi della paura hanno attecchito nel profondo del corpo sociale. L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al campo rom. Cariche e fermi\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\nIl prossimo lunedì Forza Nuova e comitati saranno di fronte al Comune per chiedere ad Appendino di mantenere le promesse, distruggendo le baraccopoli e buttando la gente in strada.\r\nCi saranno anche anarchici ed antirazzisti. Qui il volantino distribuito ai mercati in questi giorni. \r\nIl Porrajmos, lo sterminio di rom e sinti nell'Italia fascista.\r\n\r\nCon Paolo Finzi di A rivista\r\nProssimi appuntamenti:\r\n \r\nSabato 17 giugno\r\nore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e San Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli \r\ndi via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno\r\nore 15,30 / 18,30\r\nCacerolazo antifascista antirazzista contro lo sgombero dei campi rom e i pogrom\r\nin via Garibaldi angolo piazza Palazzo di città contro il presidio dei fascisti di Forza Nuova e dei Comitati razzisti\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":408,"snippet":409,"value":409},[80],"Anarres del 16 giugno. Normale violenza di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, la guerra in casa, aria di pogrom, porrajmos, casseruolata contro sgomberi e fascisti",[411,413,415,417,419,421,423,425,427,429,431],{"matched_tokens":412,"snippet":325,"value":325},[],{"matched_tokens":414,"snippet":393,"value":393},[],{"matched_tokens":416,"snippet":394,"value":394},[],{"matched_tokens":418,"snippet":395,"value":395},[],{"matched_tokens":420,"snippet":396,"value":396},[],{"matched_tokens":422,"snippet":397,"value":397},[],{"matched_tokens":424,"snippet":398,"value":398},[],{"matched_tokens":426,"snippet":100,"value":100},[80,99],{"matched_tokens":428,"snippet":399,"value":399},[],{"matched_tokens":430,"snippet":400,"value":400},[],{"matched_tokens":432,"snippet":401,"value":401},[],[434,440,442],{"field":37,"indices":435,"matched_tokens":436,"snippets":438,"values":439},[109],[437],[80,99],[100],[100],{"field":115,"matched_tokens":441,"snippet":409,"value":409},[80],{"field":118,"matched_tokens":443,"snippet":405,"value":406},[80],{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":49,"score":124,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":446,"highlight":460,"highlights":474,"text_match":120,"text_match_info":485},{"comment_count":49,"id":447,"is_sticky":49,"permalink":448,"podcastfilter":449,"post_author":325,"post_content":450,"post_date":451,"post_excerpt":55,"post_id":447,"post_modified":452,"post_thumbnail":453,"post_title":454,"post_type":379,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":458},"22605","http://radioblackout.org/podcast/polizia-sangue-divise-e-silenzio/",[325],"Calci, pugni, manganellate contro manifestanti non sono l'eccezione ma la norma. Lo sanno tutti quelli che partecipano attivamente a cortei che eccedono i limiti imposti dalle Questure.\r\n Eccezionale è la decisione dei media di accendere i propri riflettori su queste violenze.\r\n Quando accade si sprecano le parole di rammarico, la retorica delle mele marce, dei poliziotti malpagati e stressati, sempre in bilico tra la condanna e la giustificazione firmata dal Prefetto.\r\n I democratici più irriducibili vorrebbero che i poliziotti avessero il numero identificativo sul modello delle medagliette per i cani.\r\n Se per qualche caso un'immagine \"buca\" gli schermi, la norma del silenzio si rompe per qualche giorno. La vicenda dei due giovani viareggini finiti in terra durante le cariche al corteo romano del 12 aprile è una di queste. Il ragazzo con testa sanguinante che protegge il volto della ragazza, l'uomo in divisa che li blocca con la gamba, il poliziotto in borghese che sale di prepotenza sulla pancia di lei ecco gli ingredienti per una storia latte, miele e indignazione.\r\n Il responsabile viene redarguito, poi la notizia perde di mordente e si torna alla normalità.\r\n Le violenze, i soprusi, gli insulti, le molestie sono la colonna sonora di ogni giorno nel \"lavoro\" degli uomini e le donne in divisa.\r\n La sorte peggiore tocca ai migranti, ai senza carte, a chi non soldi né conoscenze, a chi non conosce le regole del gioco.\r\n Raramente le storie di pestaggi fuori e dentro le caserme vengono intercettate e narrate dai media. Il tam tam delle strade, le narrazioni al bar, le nostre stesse vite ricompongono un puzzle che resta la trama sottesa delle relazioni sociali nel nostro paese.\r\n La fine di ogni residuo sistema di ammortizzazione del conflitto sociale, l'affermarsi del neoliberismo hanno eliminato ogni margine di mediazione, rendendo sempre più sottile e aguzza la piramide sociale.\r\n La guerra è diventata permanente dall'Africa al Sudamerica. Guerra civile in cui la distanza tra guerra e ordine pubblico si assottiglia sino a divenire impalpabile.\r\n Una prospettiva sempre meno lontana dall'Europa, dove le regole di un gioco feroce, stanno facendo evaporare le illusioni di chi credeva di essere al riparo, protetto da frontiere amiche, nel nord ricco del mondo.\r\n Non ci sono salvagenti.\r\n L'unica possibilità è la sottrazione conflittuale, la fuoriuscita da un ordine che macina le vite, mantenendole quel tanto che serve a mentenere il ciclo del lavora/consuma/crepa. Un gioco duro, che bisognerà imparare a giocare, facendone saltare la logica resistenziale, per praticare l'autogestione sin da ora, nel magma sociale dove la gente fatica a vivere e vive sempre peggio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 04 17 vaccaro violenza polizia","18 Aprile 2014","2018-11-01 22:03:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/04/marcia-caramba-mauve-200x110.png","Polizia. Sangue, divise e silenzio",1397843669,[457,68],"http://radioblackout.org/tag/guerra-civile/",[459,74],"guerra civile",{"post_content":461,"post_title":465,"tags":469},{"matched_tokens":462,"snippet":463,"value":464},[80],"2014 04 17 vaccaro violenza \u003Cmark>polizia\u003C/mark>","Calci, pugni, manganellate contro manifestanti non sono l'eccezione ma la norma. Lo sanno tutti quelli che partecipano attivamente a cortei che eccedono i limiti imposti dalle Questure.\r\n Eccezionale è la decisione dei media di accendere i propri riflettori su queste violenze.\r\n Quando accade si sprecano le parole di rammarico, la retorica delle mele marce, dei poliziotti malpagati e stressati, sempre in bilico tra la condanna e la giustificazione firmata dal Prefetto.\r\n I democratici più irriducibili vorrebbero che i poliziotti avessero il numero identificativo sul modello delle medagliette per i cani.\r\n Se per qualche caso un'immagine \"buca\" gli schermi, la norma del silenzio si rompe per qualche giorno. La vicenda dei due giovani viareggini finiti in terra durante le cariche al corteo romano del 12 aprile è una di queste. Il ragazzo con testa sanguinante che protegge il volto della ragazza, l'uomo in divisa che li blocca con la gamba, il poliziotto in borghese che sale di prepotenza sulla pancia di lei ecco gli ingredienti per una storia latte, miele e indignazione.\r\n Il responsabile viene redarguito, poi la notizia perde di mordente e si torna alla normalità.\r\n Le violenze, i soprusi, gli insulti, le molestie sono la colonna sonora di ogni giorno nel \"lavoro\" degli uomini e le donne in divisa.\r\n La sorte peggiore tocca ai migranti, ai senza carte, a chi non soldi né conoscenze, a chi non conosce le regole del gioco.\r\n Raramente le storie di pestaggi fuori e dentro le caserme vengono intercettate e narrate dai media. Il tam tam delle strade, le narrazioni al bar, le nostre stesse vite ricompongono un puzzle che resta la trama sottesa delle relazioni sociali nel nostro paese.\r\n La fine di ogni residuo sistema di ammortizzazione del conflitto sociale, l'affermarsi del neoliberismo hanno eliminato ogni margine di mediazione, rendendo sempre più sottile e aguzza la piramide sociale.\r\n La guerra è diventata permanente dall'Africa al Sudamerica. Guerra civile in cui la distanza tra guerra e ordine pubblico si assottiglia sino a divenire impalpabile.\r\n Una prospettiva sempre meno lontana dall'Europa, dove le regole di un gioco feroce, stanno facendo evaporare le illusioni di chi credeva di essere al riparo, protetto da frontiere amiche, nel nord ricco del mondo.\r\n Non ci sono salvagenti.\r\n L'unica possibilità è la sottrazione conflittuale, la fuoriuscita da un ordine che macina le vite, mantenendole quel tanto che serve a mentenere il ciclo del lavora/consuma/crepa. Un gioco duro, che bisognerà imparare a giocare, facendone saltare la logica resistenziale, per praticare l'autogestione sin da ora, nel magma sociale dove la gente fatica a vivere e vive sempre peggio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 04 17 vaccaro violenza \u003Cmark>polizia\u003C/mark>",{"matched_tokens":466,"snippet":468,"value":468},[467],"Polizia","\u003Cmark>Polizia\u003C/mark>. Sangue, divise e silenzio",[470,472],{"matched_tokens":471,"snippet":459,"value":459},[],{"matched_tokens":473,"snippet":100,"value":100},[80,99],[475,481,483],{"field":37,"indices":476,"matched_tokens":477,"snippets":479,"values":480},[196],[478],[80,99],[100],[100],{"field":115,"matched_tokens":482,"snippet":468,"value":468},[467],{"field":118,"matched_tokens":484,"snippet":463,"value":464},[80],{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":49,"score":124,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":487,"highlight":499,"highlights":507,"text_match":512,"text_match_info":513},{"comment_count":49,"id":488,"is_sticky":49,"permalink":489,"podcastfilter":490,"post_author":325,"post_content":491,"post_date":492,"post_excerpt":55,"post_id":488,"post_modified":493,"post_thumbnail":494,"post_title":495,"post_type":379,"sort_by_date":496,"tag_links":497,"tags":498},"80208","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-febbraio-frontiere-cpr-morti-in-mare-meloni-il-41bis-gli-anarchici-un-anno-di-guerra-polizia-violenta-negli-states/",[325],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFrontiere, CPR, morti in mare, leggi contro le ONG\r\nLa guerra ai migranti si sta inasprendo, grazie alla normativa che impone alle ONG di soccorrere una sola imbarcazione in difficoltà per poi dirigersi a “porti sicuri” assegnati a svariati giorni di navigazione dal canale di Sicilia. Ma c’è chi si oppone: sia la Geo Barents che la Sea Eye hanno violato le disposizioni procedendo a salvataggi multipli, perché il dovere morale di sottrarre alla morte chi si trova in pericolo viene prima di qualsiasi divieto imposto da un governo che ha la diretta responsabilità dell’infinita strage nel Mediterraneo. Rischiano multe dai 10.000 ai 50.000 euro e il fermo dell’imbarcazione per due mesi.\r\nNel frattempo Meloni ha regalato altri cinque pattugliatori alla guardia costiera libica, quella che spara su chi fugge dal destino di torture, stupri e ricatti nelle prigioni amministrative libiche.\r\nNei CPR, altra frontiera interna, discarica in cui gettare per mesi corpi in eccedenza in attesa di riuscire a deportarli, la temperatura si sta alzando in questo gelido inverno.\r\nA Torino, dove da qualche mese c’è un nuovo gestore, sabato 4 e domenica 5 febbraio è scoppiata una rivolta che ha devastato il CPR. Tre persone sono state ferite durante i pestaggi di polizia, alcuni rivoltosi sono stati arrestati, altri spostati in fretta e furia nel CPR di Macomer in Sardegna, una destinazione punitiva, perché le condizioni di detenzione sono peggiori che a Torino. Altri sono stati liberati con foglio di via.\r\nPer la prima volta dopo molti anni il CPR è stato quasi completamente distrutto.\r\nAnche a Milano c’è stata una rivolta in via Corelli.\r\nAbbiamo provato a fare il punto sulla situazione con Raffaele, compagno impegnato da tanti anni nella lotta contro CPR e frontiere.\r\n\r\nVerso il primo anno di guerra in Ucraina\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità concreta.\r\nIn numerose località sono in preparazione iniziative di informazione e lotta.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nMeloni, il 41bis, gli anarchici\r\nMeloni ha giocato la sua carta. Nella sua lettera al Corriere della Sera ha fatto appello all’unità nazionale perché “il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando”. Il tono è quello sin troppo logoro dell’emergenza, oggi rappresentata degli anarchici, il nemico comune che dovrebbe unire destra e sinistra. (…)\r\nIn questi giorni i quotidiani si sono sbizzarriti nel costruire il proprio identikit del movimento anarchico, sprezzanti nei confronti del ridicolo hanno disegnato mappe, collegamenti, improbabili interviste.\r\nL’importante era scrivere un copione adatto alla commedia che intendevano rappresentare. Una piece in cui far recitare la doppia maschera da sempre disegnata per gli anarchici: ingenui utopisti o mostri sanguinari a seconda delle esigenze di scena. \r\nUna campagna antianarchica come non si vedeva da tempo. L’intento è chiaro. Non intendono fare passi indietro nel progressivo innalzamento dell’asticella della repressione, nell’applicazione di reati associativi, e nell’utilizzo a piene mani della finalità di terrorismo.\r\nNon solo. Trattare da nemici gli avversari politici è il primo passo verso la criminalizzazione di ogni forma di opposizione sociale.\r\nIeri Nordio ha respinto il ricorso dell’avvocato di Cospito contro il 41 bis\r\n\r\nPolizia violenta. Uno sguardo tra gli Stati Uniti e l’Italia\r\nLa vicenda dell’afroamericano disabile ammazzato da quattro poliziotti afrodiscendenti ad un posto di blocco è la dimostrazione che la violenza della polizia statunitense verso persone razializzate, non è prerogativa esclusiva dei poliziotti bianchi, ma rimanda ad una violenza sistematica che colpisce le persone più povere. La linea del colore si interseca con quella di classe.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 17 febbraio\r\nore 10,30 Balon\r\ncontro la guerra e chi la arma\r\nPunto info antimilitarista\r\n\r\nSabato 25 febbraio\r\nIn piazza contro la guerra e chi la arma\r\nore 15 piazza Castello\r\nInterventi, musica, azioni performanti\r\nConcerto di Alessio Lega\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale nelle vite di noi tutti.\r\nNella nostra regione, la cessione da parte di Leonardo di parte degli spazi dell'ex Alenia al Politecnico, rimette in moto il progetto di Città dell'aerospazio fermo alla partenza dal novembre 2021.\r\nIn primavera alle OGR è previsto lo sbarco della NATO a Torino con l’acceleratore di innovazione del progetto Diana. Fermare la guerra è possibile. A partire dalle nostre città dove ci sono le fabbriche delle armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.\r\nFermare la guerra è possibile. Con la solidarietà ai disertori e obiettori russi e ucraini. \r\n\r\nVenerdì 3 marzo\r\nAlle radici delle guerre\r\nL'Italia tra missioni militari all’estero, programmi di riarmo e militarizzazione dei territori e della società\r\nIl movimento No Muos: un esempio di lotta popolare\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverranno Antonio Mazzeo, antimilitarista e blogger e Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena comunarda\r\nBenefit lotte antimilitariste e sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nGli algoritmi della politica\r\nRiflessioni sulla società della sorveglianza\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","18 Febbraio 2023","2023-02-18 11:36:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-10-manif-antimili-25-feb-color-3-200x110.jpg","Anarres del 10 febbraio. Frontiere, CPR, morti in mare. Meloni, il 41bis, gli anarchici. Un anno di guerra. Polizia violenta negli States",1676720192,[],[],{"post_content":500,"post_title":504},{"matched_tokens":501,"snippet":502,"value":503},[467,99],"Cospito contro il 41 bis\r\n\r\n\u003Cmark>Polizia\u003C/mark> \u003Cmark>violenta\u003C/mark>. Uno sguardo tra gli Stati","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFrontiere, CPR, morti in mare, leggi contro le ONG\r\nLa guerra ai migranti si sta inasprendo, grazie alla normativa che impone alle ONG di soccorrere una sola imbarcazione in difficoltà per poi dirigersi a “porti sicuri” assegnati a svariati giorni di navigazione dal canale di Sicilia. Ma c’è chi si oppone: sia la Geo Barents che la Sea Eye hanno violato le disposizioni procedendo a salvataggi multipli, perché il dovere morale di sottrarre alla morte chi si trova in pericolo viene prima di qualsiasi divieto imposto da un governo che ha la diretta responsabilità dell’infinita strage nel Mediterraneo. Rischiano multe dai 10.000 ai 50.000 euro e il fermo dell’imbarcazione per due mesi.\r\nNel frattempo Meloni ha regalato altri cinque pattugliatori alla guardia costiera libica, quella che spara su chi fugge dal destino di torture, stupri e ricatti nelle prigioni amministrative libiche.\r\nNei CPR, altra frontiera interna, discarica in cui gettare per mesi corpi in eccedenza in attesa di riuscire a deportarli, la temperatura si sta alzando in questo gelido inverno.\r\nA Torino, dove da qualche mese c’è un nuovo gestore, sabato 4 e domenica 5 febbraio è scoppiata una rivolta che ha devastato il CPR. Tre persone sono state ferite durante i pestaggi di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, alcuni rivoltosi sono stati arrestati, altri spostati in fretta e furia nel CPR di Macomer in Sardegna, una destinazione punitiva, perché le condizioni di detenzione sono peggiori che a Torino. Altri sono stati liberati con foglio di via.\r\nPer la prima volta dopo molti anni il CPR è stato quasi completamente distrutto.\r\nAnche a Milano c’è stata una rivolta in via Corelli.\r\nAbbiamo provato a fare il punto sulla situazione con Raffaele, compagno impegnato da tanti anni nella lotta contro CPR e frontiere.\r\n\r\nVerso il primo anno di guerra in Ucraina\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità concreta.\r\nIn numerose località sono in preparazione iniziative di informazione e lotta.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nMeloni, il 41bis, gli anarchici\r\nMeloni ha giocato la sua carta. Nella sua lettera al Corriere della Sera ha fatto appello all’unità nazionale perché “il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando”. Il tono è quello sin troppo logoro dell’emergenza, oggi rappresentata degli anarchici, il nemico comune che dovrebbe unire destra e sinistra. (…)\r\nIn questi giorni i quotidiani si sono sbizzarriti nel costruire il proprio identikit del movimento anarchico, sprezzanti nei confronti del ridicolo hanno disegnato mappe, collegamenti, improbabili interviste.\r\nL’importante era scrivere un copione adatto alla commedia che intendevano rappresentare. Una piece in cui far recitare la doppia maschera da sempre disegnata per gli anarchici: ingenui utopisti o mostri sanguinari a seconda delle esigenze di scena. \r\nUna campagna antianarchica come non si vedeva da tempo. L’intento è chiaro. Non intendono fare passi indietro nel progressivo innalzamento dell’asticella della repressione, nell’applicazione di reati associativi, e nell’utilizzo a piene mani della finalità di terrorismo.\r\nNon solo. Trattare da nemici gli avversari politici è il primo passo verso la criminalizzazione di ogni forma di opposizione sociale.\r\nIeri Nordio ha respinto il ricorso dell’avvocato di Cospito contro il 41 bis\r\n\r\n\u003Cmark>Polizia\u003C/mark> \u003Cmark>violenta\u003C/mark>. Uno sguardo tra gli Stati Uniti e l’Italia\r\nLa vicenda dell’afroamericano disabile ammazzato da quattro poliziotti afrodiscendenti ad un posto di blocco è la dimostrazione che la violenza della \u003Cmark>polizia\u003C/mark> statunitense verso persone razializzate, non è prerogativa esclusiva dei poliziotti bianchi, ma rimanda ad una violenza sistematica che colpisce le persone più povere. La linea del colore si interseca con quella di classe.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 17 febbraio\r\nore 10,30 Balon\r\ncontro la guerra e chi la arma\r\nPunto info antimilitarista\r\n\r\nSabato 25 febbraio\r\nIn piazza contro la guerra e chi la arma\r\nore 15 piazza Castello\r\nInterventi, musica, azioni performanti\r\nConcerto di Alessio Lega\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale nelle vite di noi tutti.\r\nNella nostra regione, la cessione da parte di Leonardo di parte degli spazi dell'ex Alenia al Politecnico, rimette in moto il progetto di Città dell'aerospazio fermo alla partenza dal novembre 2021.\r\nIn primavera alle OGR è previsto lo sbarco della NATO a Torino con l’acceleratore di innovazione del progetto Diana. Fermare la guerra è possibile. A partire dalle nostre città dove ci sono le fabbriche delle armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.\r\nFermare la guerra è possibile. Con la solidarietà ai disertori e obiettori russi e ucraini. \r\n\r\nVenerdì 3 marzo\r\nAlle radici delle guerre\r\nL'Italia tra missioni militari all’estero, programmi di riarmo e militarizzazione dei territori e della società\r\nIl movimento No Muos: un esempio di lotta popolare\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverranno Antonio Mazzeo, antimilitarista e blogger e Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena comunarda\r\nBenefit lotte antimilitariste e sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nGli algoritmi della politica\r\nRiflessioni sulla società della sorveglianza\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":505,"snippet":506,"value":506},[467,99],"Anarres del 10 febbraio. Frontiere, CPR, morti in mare. Meloni, il 41bis, gli anarchici. Un anno di guerra. \u003Cmark>Polizia\u003C/mark> \u003Cmark>violenta\u003C/mark> negli States",[508,510],{"field":115,"matched_tokens":509,"snippet":506,"value":506},[467,99],{"field":118,"matched_tokens":511,"snippet":502,"value":503},[467,99],1157451471441100800,{"best_field_score":514,"best_field_weight":515,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":516,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897868288",15,"1157451471441100922",{"document":518,"highlight":539,"highlights":544,"text_match":547,"text_match_info":548},{"comment_count":49,"id":519,"is_sticky":49,"permalink":520,"podcastfilter":521,"post_author":522,"post_content":523,"post_date":524,"post_excerpt":55,"post_id":519,"post_modified":525,"post_thumbnail":526,"post_title":527,"post_type":379,"sort_by_date":528,"tag_links":529,"tags":534},"45209","http://radioblackout.org/podcast/lespansione-del-turismo-e-dellaviazione-in-indonesia-il-mega-progetto-del-new-yogyakarta-international-airport/",[339],"liberationfront"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nDal 2011, gli abitanti di Kulong Progo, in Indonesia, sono minacciati dal progetto di costruzione del New Yogyakarta International Airport, una mega-opera che consiste in un aeroporto con annessa una vera e propria città per ricchi turisti e imprenditori: centri commerciali, uffici, hotel, golf club, villaggi turistici, zone industriali e aree residenziali dovrebbero sorgere in un'area di ben 2.000 ettari, in cui fino al 2011 vivevano 11.000 persone che si autosostentavano con metodi di agricoltura tradizionali. Tra questi residenti, moltissimi hanno deciso di non arrendersi, di non vendere le terre e di iniziare un movimento di protesta che tuttora può contare su diversi metodi di lotta. \r\n\r\nLa repressione verso di loro è stata, e continua ad essere, molto violenta, da parte degli apparati di polizia e dello stato, ma altrettanto determinata è la resistenza di queste persone, che si oppongono al saccheggio dei loro terreni, al proprio ricollocamento e rivendicano invece la propria autonomia.\r\n\r\nOltre alla difesa della loro comunità e indipendenza, le ragioni per contrastare il progetto sono tante: una cementificazione di tale portata comporterebbe dei danni ambientali ingenti, perché distruggere le dune di sabbia presenti attualmente lungo la costa significa mettere a rischio la zona in caso di tsunami e di alluvioni, e perché le rotte migratorie delle numerosissime specie di uccelli presenti nella zona verrebbero ostacolate dagli aerei dell'aeroporto. A repentaglio viene messa anche la presenza di alcuni siti storici e culturali buddisti presenti nella zona.\r\n\r\nIl progetto dell'aerotropoli si inserisce in realtà in un quadro più ampio, ovvero quello dell'espansione del turismo e dell'aviazione in Indonesia: il governo sta preparando la costruzione di 57 aeroporti entro il 2020, per aumentare sempre di più il numero di turisti nel paese, senza tenere conto del portato distruttivo di un simile piano: la realizzazione di un solo aeroporto comporta una quantità immensa di strade, autostrade, camion, centrali energetiche, oleodotti, impianti, industrie, ecc, che cambierebbero completamente il volto di un territorio finora ancora caratterizzato da luoghi selvatici e non industrializzati. Un ennesimo esempio di come il profitto non guardi in faccia nessuno.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/nyia.mp3\"][/audio]","11 Gennaio 2018","2019-01-31 12:50:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/protest-nyia-airport-indonesia-767x1024-200x110.jpg","L'espansione del turismo e dell'aviazione in Indonesia: il mega-progetto del New Yogyakarta International Airport",1515671075,[300,530,531,532,533],"http://radioblackout.org/tag/neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/new-yogyakarta-international-airport/","http://radioblackout.org/tag/no-aeroporto/","http://radioblackout.org/tag/turismo/",[303,535,536,537,538],"neocolonialismo","new yogyakarta international airport","no aeroporto","turismo",{"post_content":540},{"matched_tokens":541,"snippet":542,"value":543},[99,80],"e continua ad essere, molto \u003Cmark>violenta\u003C/mark>, da parte degli apparati di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> e dello stato, ma altrettanto"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nDal 2011, gli abitanti di Kulong Progo, in Indonesia, sono minacciati dal progetto di costruzione del New Yogyakarta International Airport, una mega-opera che consiste in un aeroporto con annessa una vera e propria città per ricchi turisti e imprenditori: centri commerciali, uffici, hotel, golf club, villaggi turistici, zone industriali e aree residenziali dovrebbero sorgere in un'area di ben 2.000 ettari, in cui fino al 2011 vivevano 11.000 persone che si autosostentavano con metodi di agricoltura tradizionali. Tra questi residenti, moltissimi hanno deciso di non arrendersi, di non vendere le terre e di iniziare un movimento di protesta che tuttora può contare su diversi metodi di lotta. \r\n\r\nLa repressione verso di loro è stata, e continua ad essere, molto \u003Cmark>violenta\u003C/mark>, da parte degli apparati di \u003Cmark>polizia\u003C/mark> e dello stato, ma altrettanto determinata è la resistenza di queste persone, che si oppongono al saccheggio dei loro terreni, al proprio ricollocamento e rivendicano invece la propria autonomia.\r\n\r\nOltre alla difesa della loro comunità e indipendenza, le ragioni per contrastare il progetto sono tante: una cementificazione di tale portata comporterebbe dei danni ambientali ingenti, perché distruggere le dune di sabbia presenti attualmente lungo la costa significa mettere a rischio la zona in caso di tsunami e di alluvioni, e perché le rotte migratorie delle numerosissime specie di uccelli presenti nella zona verrebbero ostacolate dagli aerei dell'aeroporto. A repentaglio viene messa anche la presenza di alcuni siti storici e culturali buddisti presenti nella zona.\r\n\r\nIl progetto dell'aerotropoli si inserisce in realtà in un quadro più ampio, ovvero quello dell'espansione del turismo e dell'aviazione in Indonesia: il governo sta preparando la costruzione di 57 aeroporti entro il 2020, per aumentare sempre di più il numero di turisti nel paese, senza tenere conto del portato distruttivo di un simile piano: la realizzazione di un solo aeroporto comporta una quantità immensa di strade, autostrade, camion, centrali energetiche, oleodotti, impianti, industrie, ecc, che cambierebbero completamente il volto di un territorio finora ancora caratterizzato da luoghi selvatici e non industrializzati. Un ennesimo esempio di come il profitto non guardi in faccia nessuno.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/nyia.mp3\"][/audio]",[545],{"field":118,"matched_tokens":546,"snippet":542,"value":543},[99,80],1157451470770012200,{"best_field_score":549,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":550,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"2211897540608","1157451470770012273",{"document":552,"highlight":564,"highlights":573,"text_match":578,"text_match_info":579},{"comment_count":49,"id":553,"is_sticky":49,"permalink":554,"podcastfilter":555,"post_author":325,"post_content":556,"post_date":557,"post_excerpt":55,"post_id":553,"post_modified":558,"post_thumbnail":559,"post_title":560,"post_type":379,"sort_by_date":561,"tag_links":562,"tags":563},"86609","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-19-gennaio-la-scuola-va-alla-guerra-insegnanti-poliziotti-stato-di-polizia/",[325],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-12-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa scuola va alla guerra\r\nLa ginnastica militare sta approdando, passo dopo passo, nelle scuole italiane. Si viene a sapere perché ovunque nel paese sono scattate proteste contro quest’ennesima forma di militarizzazione delle scuole.\r\nNon solo. Si moltiplicano i corsi di formazione per l’avvio al lavoro diretti agli studenti dell’ultimo anno gestiti esclusivamente di militari ed esponenti delle forze dell’ordine. L’ultimo caso è quello dell’istituto Prever di Pinerolo.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nGrosseto. Insegnanti poliziotti?\r\nNe avevamo già parlato in relazione ad un articolo di Francesco Migliaccio comparso su Monitor lo scorso luglio. In questo testo, dedicato a scenari di controllo all’interno delle scuole di Torino e provincia, Migliaccio riferiva di un corso di formazione per insegnanti promosso dall’Ufficio scolastico regionale. Il titolo era “Per una didattica di prevenzione di ogni forma di radicalizzazione violenta”, durava più di venti ore ed era tenuto da una cooperativa sociale con sede a Udine. Il fine del corso era di “conoscere il fenomeno della radicalizzazione violenta e sviluppare competenze base per organizzare attività preventive”.\r\nLa conclusione dell’articolo era che lo scenario da insegnanti poliziotti prefigurato dal corso non fosse di facile ed immediata realizzazione.\r\nLe notizie che arrivano da Grosseto indicano che, sebbene non sia possibile applicare, per mancanza di una normativa specifica, gli strumenti prefigurati dal corso di formazione, tuttavia la Digos, con l’attiva collaborazione dei dirigenti scolastici di Grosseto, ha fatto esplicita richiesta affinché gli insegnanti si attivassero per controllare forme di radicalizzazione violenta, che, ci tiene a precisare la Digos stessa, non sono esclusivamente rivolte a spiare gli studenti che si suppone siano di religione islamica ma che “l’incontro al quale hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici della provincia aveva l’obiettivo di condividere in maniera riservata gli indirizzi di prevenzione di possibili fenomeni di radicalizzazione degli adolescenti, non riferiti esclusivamente all’ambito delle appartenenze religiose. Ma estese a fenomeni come bullismo, pedopornografia, violenza di matrice politica, sportiva o legata al consumo di sostanze.”\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Migliaccio\r\n\r\nStato di polizia\r\nIeri è stata approvata in maniera definitiva la legge – scritta su misura per gli attivisti climatici che spruzzano vernice (innocua e lavabile) su monumenti, fontane, opere d’arte.\r\nRestano le già pesanti pene detentive – da sei mesi a cinque anni – ma vengono innalzate le sanzioni amministrative. Da 20 a 60 mila euro se si deturpa o distrugge, da 10 a 40 mila euro se si sporca in modo reversibile.\r\nUn altro tema che si aggiunge ai tanti su cui ci ci siamo confrontati nell’incontro del 19 gennaio con l’avvocato Gianluca Vitale.\r\nQui il video per chi se lo fosse perso:\r\n\r\nhttps://www.anarresinfo.org/stato-di-polizia-le-leggi-speciali-dei-fascisti-del-terzo-millennio-2/\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e polizia!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nManifestazione antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutti i nazionalismi, contro tutte le frontiere\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza...\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Gennaio 2024","2024-01-26 07:45:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-22-manif-fat-malatesta-color-200x110.jpg","Anarres del 19 gennaio. La scuola va alla guerra. Insegnanti poliziotti? Stato di polizia...",1706197637,[],[],{"post_content":565,"post_title":570},{"matched_tokens":566,"snippet":568,"value":569},[567],"violenta”","di ogni forma di radicalizzazione \u003Cmark>violenta”\u003C/mark>, durava più di venti ore","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-12-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa scuola va alla guerra\r\nLa ginnastica militare sta approdando, passo dopo passo, nelle scuole italiane. Si viene a sapere perché ovunque nel paese sono scattate proteste contro quest’ennesima forma di militarizzazione delle scuole.\r\nNon solo. Si moltiplicano i corsi di formazione per l’avvio al lavoro diretti agli studenti dell’ultimo anno gestiti esclusivamente di militari ed esponenti delle forze dell’ordine. L’ultimo caso è quello dell’istituto Prever di Pinerolo.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nGrosseto. Insegnanti poliziotti?\r\nNe avevamo già parlato in relazione ad un articolo di Francesco Migliaccio comparso su Monitor lo scorso luglio. In questo testo, dedicato a scenari di controllo all’interno delle scuole di Torino e provincia, Migliaccio riferiva di un corso di formazione per insegnanti promosso dall’Ufficio scolastico regionale. Il titolo era “Per una didattica di prevenzione di ogni forma di radicalizzazione \u003Cmark>violenta”\u003C/mark>, durava più di venti ore ed era tenuto da una cooperativa sociale con sede a Udine. Il fine del corso era di “conoscere il fenomeno della radicalizzazione \u003Cmark>violenta\u003C/mark> e sviluppare competenze base per organizzare attività preventive”.\r\nLa conclusione dell’articolo era che lo scenario da insegnanti poliziotti prefigurato dal corso non fosse di facile ed immediata realizzazione.\r\nLe notizie che arrivano da Grosseto indicano che, sebbene non sia possibile applicare, per mancanza di una normativa specifica, gli strumenti prefigurati dal corso di formazione, tuttavia la Digos, con l’attiva collaborazione dei dirigenti scolastici di Grosseto, ha fatto esplicita richiesta affinché gli insegnanti si attivassero per controllare forme di radicalizzazione \u003Cmark>violenta\u003C/mark>, che, ci tiene a precisare la Digos stessa, non sono esclusivamente rivolte a spiare gli studenti che si suppone siano di religione islamica ma che “l’incontro al quale hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici della provincia aveva l’obiettivo di condividere in maniera riservata gli indirizzi di prevenzione di possibili fenomeni di radicalizzazione degli adolescenti, non riferiti esclusivamente all’ambito delle appartenenze religiose. Ma estese a fenomeni come bullismo, pedopornografia, violenza di matrice politica, sportiva o legata al consumo di sostanze.”\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Migliaccio\r\n\r\nStato di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>\r\nIeri è stata approvata in maniera definitiva la legge – scritta su misura per gli attivisti climatici che spruzzano vernice (innocua e lavabile) su monumenti, fontane, opere d’arte.\r\nRestano le già pesanti pene detentive – da sei mesi a cinque anni – ma vengono innalzate le sanzioni amministrative. Da 20 a 60 mila euro se si deturpa o distrugge, da 10 a 40 mila euro se si sporca in modo reversibile.\r\nUn altro tema che si aggiunge ai tanti su cui ci ci siamo confrontati nell’incontro del 19 gennaio con l’avvocato Gianluca Vitale.\r\nQui il video per chi se lo fosse perso:\r\n\r\nhttps://www.anarresinfo.org/stato-di-polizia-le-leggi-speciali-dei-fascisti-del-terzo-millennio-2/\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e \u003Cmark>polizia\u003C/mark>!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nManifestazione antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutti i nazionalismi, contro tutte le frontiere\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza \u003Cmark>polizia\u003C/mark>, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza...\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":571,"snippet":572,"value":572},[80],"Anarres del 19 gennaio. La scuola va alla guerra. Insegnanti poliziotti? Stato di \u003Cmark>polizia\u003C/mark>...",[574,576],{"field":118,"matched_tokens":575,"snippet":568,"value":569},[567],{"field":115,"matched_tokens":577,"snippet":572,"value":572},[80],1155199671761633300,{"best_field_score":580,"best_field_weight":195,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":581,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"1112386306048","1155199671761633394",{"document":583,"highlight":636,"highlights":641,"text_match":578,"text_match_info":644},{"comment_count":49,"id":584,"is_sticky":49,"permalink":585,"podcastfilter":586,"post_author":290,"post_content":587,"post_date":588,"post_excerpt":589,"post_id":584,"post_modified":590,"post_thumbnail":591,"post_title":592,"post_type":379,"sort_by_date":593,"tag_links":594,"tags":615},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[327],"Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[595,596,597,598,599,600,601,602,603,604,605,606,607,608,609,610,611,612,613,614],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[616,617,618,619,620,621,622,623,624,625,626,627,628,629,630,631,632,633,634,635],"armenia","azerbaijan","chp","Conaie","cuenca","curdi","Erdogan","Israele","nato","netanyahu","noboa","Ocalan","pkk","proteste","qatar","quito","Sco","Siria","Trump","Turchia",{"post_content":637},{"matched_tokens":638,"snippet":639,"value":640},[99],"qualche vantaggio dalla feroce rimappatura \u003Cmark>violenta\u003C/mark> del Sudovest asiatico che sta","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura \u003Cmark>violenta\u003C/mark> del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla \u003Cmark>polizia\u003C/mark> indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[642],{"field":118,"matched_tokens":643,"snippet":639,"value":640},[99],{"best_field_score":580,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":49,"score":645,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"1155199671761633393",6637,{"collection_name":379,"first_q":74,"per_page":318,"q":74},8,["Reactive",650],{},["Set"],["ShallowReactive",653],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fBjo3WUPksW3WhdoVyUWTkaTGIvFAyhW-_nJLQCXH3SA":-1},true,"/search?query=polizia+violenta"]