","In Ecuador la nuova pandemia si interseca con vecchie disuguaglianze e lotte","post",1586439824,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/correa/","http://radioblackout.org/tag/covid19/","http://radioblackout.org/tag/ecuador/","http://radioblackout.org/tag/popolazioni-indigene/",[67,68,18,22],"Correa","covid19",{"post_content":70,"tags":76},{"matched_tokens":71,"snippet":74,"value":75},[72,73],"popolazioni","indigene","stanno vivendo la situazione le \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark>, sterminate nella storia da virus","E' di ieri la notizia che l’ex presidente dell'Ecuador Rafael Correa, al potere dal 2007 al 2017, è stato condannato in primo grado a otto anni di prigione per corruzione e altre diciassette persone, tra cui l’ex vicepresidente Jorge Glas, sono state condannate alla stessa pena. Si tratta di una sentenza farsa, dal momento che Correa nel frattempo è riparato in Belgio. Ben più reale è l'emergenza sanitaria provocata dal coronavirus, che sta duramente colpendo i territori. L’epicentro del contagio è a Guayaquil, dove i cadaveri non vengono ritirati e la popolazione è costretta a trascinarli fuori dalle case per paura del contagio, mentre a chi è vivo e povero non si fanno i tamponi, perché il sistema sanitario è analogo a quello statunitense e la sanità pubblica ha pochissime risorse.\r\n\r\nQuali sono le caratteristiche socio-economiche della regione del Guyas, dove si trova Guayaquil? Come stanno vivendo la situazione le \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark>, sterminate nella storia da virus come il vaiolo, il morbillo e l'influenza e ora colpite da questa nuova pandemia? Cosa sta succedendo rispetto al debito che lo stato sta continuando a pagare al FMI? Mentre nel resto del mondo si parla del rischio collasso della rete internet, in Ecuador si affronta il problema dell'accesso all'acqua, piuttosto che dell'assenza di rete elettrica: quali sono le risposte che la popolazione sta cercando in autonomia rispetto alla scontata inaffidabilità del governo?\r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con Francesco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/ecuador.mp3\"][/audio]",[77,79,81,83],{"matched_tokens":78,"snippet":67},[],{"matched_tokens":80,"snippet":68},[],{"matched_tokens":82,"snippet":18},[],{"matched_tokens":84,"snippet":85},[72,73],"\u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark>",[87,92],{"field":36,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[17],[90],[72,73],[85],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":74,"value":75},"post_content",[72,73],1157451471441625000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":99,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":101,"highlight":127,"highlights":147,"text_match":95,"text_match_info":156},{"cat_link":102,"category":104,"comment_count":48,"id":106,"is_sticky":48,"permalink":107,"post_author":51,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":54,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":59,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":121},[103],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[105],"L'informazione di Blackout","55746","http://radioblackout.org/2019/10/ecuador-la-rivolta-de-los-zanganos-contro-il-neoliberismo/","Zánganos - parola spagnola che indica gli esemplari maschi delle api, rappresentati come semplici droni senza iniziativa personale - è un termine denigratorio che in Ecuador i ricchi usano per riferirsi ai poveri e ai lavoratori come \"ignoranti\" e \"pigri\". Durante i dodici giorni di rivolta che hanno infiammato il paese contro il paquetazo di Lenín Moreno e contro il FMI, popolazioni indigene, disoccupat*, lavoratrici, femministe e studenti hanno détournato il termine facendolo diventare una parola d'ordine. Da qui nasce la revolución de los zánganos: l'ape è diventata un simbolo dell'insurrezione popolare.\r\nL'ondata di scontri e proteste che è riuscita ad imporre l'abrogazione dell'odiato decreto 883 - mirante ad aumentare il prezzo del carburante (e quindi di tutto) per ripagare il prestito che il governo ha contratto con l’FMI per coprire un condono di 4.5 miliardi di dollari in favore del settore bancario e imprenditoriale - è iniziata con uno sciopero dei trasportatori, a cui si sono unite in massa le popolazioni indigene delle montagne e le classi sfruttate delle città. Il governo ha subito trattato con il settore dei trasporti, fortemente reazionario, aumentando il costo dei biglietti e delle tariffe dei taxi. Così lo sciopero è terminato.\r\nGli sfruttati non si sono però fermati, ed al grido di El paro no para (lo sciopero non si ferma) hanno messo in campo una delle più grandi insurrezioni popolari degli ultimi trent’anni in Ecuador. Una fiammata che ha risvegliato dal torpore le classi povere, sprofondate nell'ultimo decennio, anche a causa dell'eredità del \"correismo\", in un pantano dove nulla si muoveva e dove pochi osavano alzare la voce. In particolare, le comunità indigene hanno dimostrato ancora una volta la propria forza e determinazione nella lotta contro il colonialismo neoliberista, scendendo dalla sierra per contribuire in modo determinante a far scappare Lenín Moreno a Guayaquil, enclave costiera del potere. Come nel 1997, quando marciarono verso Quito per destituire il presidente Abdalá Bucaram, o nel 2000 e 2005 quando lo fecero nuovamente con Jamil Mahuad e Lucio Gutiérrez, o quando resero impossibile firmare l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti nel 2006.\r\nCon Marcelo, in diretta da Quito, abbiamo ripercorso la cronaca dei dodici giorni di rivolta a partire dalle storiche fratture di classe e di colore in Ecuador, che si materializzano in termini spaziali nella spaccatura tra sierra e costa, facendo il punto sulle prospettive quotidiane di lotta che si aprono adesso, dopo la vittoria in quella che non è che una battaglia all'interno di un processo generale di guerra di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/marcelo-ecuador.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","17 Ottobre 2019","2019-10-17 09:41:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet.jpg 775w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ecuador, la rivolta de los zánganos contro il neoliberismo",1571301183,[116,64,117,118,119,65,120],"http://radioblackout.org/tag/correismo/","http://radioblackout.org/tag/fmi/","http://radioblackout.org/tag/insurrezione/","http://radioblackout.org/tag/moreno/","http://radioblackout.org/tag/zanganos/",[122,18,123,124,125,22,126],"correismo","fmi","insurrezione","moreno","zanganos",{"post_content":128,"tags":132},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":131},[72,73],"Moreno e contro il FMI, \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark>, disoccupat*, lavoratrici, femministe e studenti","Zánganos - parola spagnola che indica gli esemplari maschi delle api, rappresentati come semplici droni senza iniziativa personale - è un termine denigratorio che in Ecuador i ricchi usano per riferirsi ai poveri e ai lavoratori come \"ignoranti\" e \"pigri\". 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Uccisioni, ferimenti, invasioni di terre sono ripresi e mettono a rischio la sopravvivenza delle popolazioni dell'Amazzonia, dove vivono buona parte delle popolazioni indigene, alcune delle quali mai entrate in contatto con i colonizzatori europei e i loro discendenti.\r\n\r\nLa storia dei popoli indigeni del Brasile è segnata da violenze, schiavitù, malattie e genocidio. Quando arrivarono i primi coloni europei, nel 1500, l’attuale Brasile era abitato da circa 11 milioni di Indiani suddivisi in circa 2000 diverse tribù. In un solo secolo dal primo contatto, il 90% degli indigeni fu spazzato via principalmente a causa delle malattie importate dai coloni, come influenza, morbillo e vaiolo. Nei secoli che seguirono, altre migliaia di Indiani morirono schiavi nelle piantagioni di gomma e canna da zucchero.\r\nLa presidenza Bolsonaro da il via libera all'attacco alle risorse dell'Amazzonia, già a lungo depredate e distrutte. Dighe, allevamenti intensivi, progetti estrattivi, l'industria del legname sono la principale minaccia per il territorio e per chi ci vive.\r\nLa distruzione dell'abitat delle popolazioni indigene è la condanna a morte per la loro cultura e per intere tribù.\r\n\r\nOggi in Brasile vivono circa 305 tribù per un totale di quasi 900.000 persone, lo 0,4% della popolazione del paese.\r\n\r\nI governi precedenti avevano riconosciuto alla popolazione indigena 690 territori, pari a circa il 13% del suolo brasiliano.\r\nQuasi tutti questi territori protetti (il 98,5%) si trovano in Amazzonia e sono abitati da circa la metà degli Indiani del paese. L’altra metà vive al di fuori dell’area amazzonica, dove si trova solo l’1,5% delle terre riconosciute come aree indigene.\r\nOggi i flebili diritti conquistati potrebbero essere spazzati via.\r\n\r\nIl 31 gennaio, rispondendo all'appello di Survival, sono scese in piazza migliaia di persone in ogni dove. Oltre alle importanti manifestazioni di Brasile ci sono state iniziative a Francia, Germania, Stati Uniti, Spagna, Gran Bretagna, Italia...\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, che ha preso parte all'iniziativa svoltasi al consolato generale del Brasile a Milano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-05-brasile-max-var.mp3\"][/audio]","5 Febbraio 2019","2019-02-05 13:51:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"191\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile-300x191.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile-300x191.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile-768x488.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile-1024x650.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/milano-31-gen-consolato-Brasile.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brasile. 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Abbiamo parlato di lotte indigene, di repressione armata e delle ragioni principali che hanno portato alla manifestazione nazionale odierna, con forte partecipazione operaia, per i diritti di base: la vita, la casa, la terra.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/colombbbia.mp3\"][/audio]","21 Ottobre 2020","2020-10-21 11:47:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/asi-luce-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/asi-luce-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/asi-luce-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/asi-luce.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Colombia, Paro Nacional: le lotte delle popolazioni indigene",1603280879,[221,222,223],"http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/indigeni/","http://radioblackout.org/tag/minga/",[225,20,226],"Colombia","minga",{"post_content":228,"post_title":232},{"matched_tokens":229,"snippet":230,"value":231},[73],"paese. 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Si tratta di un risultato di grande importante per il Paese, stretto alleato degli Stati Uniti, che vede così arrestare la sua deriva autoritaria portata avanti negli anni dalle destre al potere. Arévalo infatti appartiene al movimento civico Semilla, con politiche progressiste e contro la corruzione.\r\n\r\nLa sua ascesa è stata pesantemente ostacolata dai suoi oppositori, con la complicità degli organi di governo, che hanno accusato la lista Semilla di irregolarità, tentando di togliere legittimità politica ad Arévalo, e dunque cercando di bloccare la sua corsa alle presidenziali. Tale processo è stato denominato golpe blando e anche se non ha avuto un effetto nell'immediato, grazie anche all'intervento di Stati Uniti, OEA e UE, non è da escludersi che l'opposizione tenterà altre sortite contro il neo presidente nel prossimo futuro. A supporto di Arévalo hanno agito anche le popolazioni indigene guatemalteche, indicendo un Paro Nacional, uno sciopero nazionale, che chiedeva il rispetto delle votazioni. Proprio sul popolo che lo ha supportato durante le elezioni Arévalo dovrà puntare politicamente per continuare ad averne il sostegno.\r\n\r\nNe ha parlato per i nostri microfoni Tullio Togni:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/AUD-20240124-WA0003-enhanced.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRimandiamo anche al suo articolo uscito per Dinamopress:\r\nGuatemala: il nuovo presidente Arévalo sfida il colpo di stato e la deriva autoritaria","24 Gennaio 2024","2024-01-24 19:04:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"200\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-200x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-200x300.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-683x1024.jpg 683w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-768x1152.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-1024x1536.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-1365x2048.jpg 1365w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/pexels-harold-productions-9857012-scaled.jpg 1707w\" sizes=\"auto, (max-width: 200px) 100vw, 200px\" />","Guatemala: Arévalo, il golpe blando e la resistenza indigena",1706123085,[260,261,262,263],"http://radioblackout.org/tag/arevalo/","http://radioblackout.org/tag/golpe-blando/","http://radioblackout.org/tag/guatemala/","http://radioblackout.org/tag/movimenti-indigeni/",[265,266,29,267],"arévalo","golpe blando","movimenti indigeni",{"post_content":269},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[72,73],"Arévalo hanno agito anche le \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark> guatemalteche, indicendo un Paro Nacional,","Il 14 gennaio 2024 Bernardo Arévalo si è ufficialmente insediato nella casa presidenziale a Città del Guatemala, dopo aver vinto con il 59,5% dei consensi al ballottaggio del 20 agosto 2023 contro Sandra Torres. Si tratta di un risultato di grande importante per il Paese, stretto alleato degli Stati Uniti, che vede così arrestare la sua deriva autoritaria portata avanti negli anni dalle destre al potere. Arévalo infatti appartiene al movimento civico Semilla, con politiche progressiste e contro la corruzione.\r\n\r\nLa sua ascesa è stata pesantemente ostacolata dai suoi oppositori, con la complicità degli organi di governo, che hanno accusato la lista Semilla di irregolarità, tentando di togliere legittimità politica ad Arévalo, e dunque cercando di bloccare la sua corsa alle presidenziali. Tale processo è stato denominato golpe blando e anche se non ha avuto un effetto nell'immediato, grazie anche all'intervento di Stati Uniti, OEA e UE, non è da escludersi che l'opposizione tenterà altre sortite contro il neo presidente nel prossimo futuro. 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Una lotta che palesa interessi economici enormi e inasprisce il conflitto sociale sempre più violento nel paese.\r\nUn conflitto che contrappone alle istanze delle popolazioni indigene e afrodiscendenti la violenza di gruppi politici presenti nel congresso federale quale il fronte parlamentare agrario (bancada ruralista) unito al fronte evangelico coalizzati per la realizzazione di un progetto politico reazionario di ampio respiro che trova la convergenza nell’abolizione dell’aborto e nella messa in discussione del diritto alle popolazioni indigene di vivere sui propri territori, istituito alla fine della dittatura con la nuova costituzione del 1988.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Ruini, autore di un articolo uscito su Anarres\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-28-simone-brasile.mp3\"][/audio]","29 Novembre 2023","2023-11-29 09:33:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"233\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao-233x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao-233x300.jpeg 233w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao-795x1024.jpeg 795w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao-768x989.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/marco-temporal-nao.jpeg 1193w\" sizes=\"auto, (max-width: 233px) 100vw, 233px\" />","Brasile. 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La differenza, quella con la quale dobbiamo fare i conti, è che gli/le animal uman possono scegliere ed hanno forti responsabilità negli eventi che innescano e, sempre meno, riescono a controllare.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo ed autore di “Essere natura. Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente” e con Francesco Codello, pedagogista, filosofo, autore di numerosi testi tra cui “La condizione umana nel pensiero libertario”.\r\n\r\n“Negli ultimi anni l’ambiente e la crisi climatica, di fatto, sono tra i temi più narrati e discussi: come può contribuire l’antropologia a questo dibattito?\r\nRaccontando e descrivendo altri modi di vivere − stili di vita che per lungo tempo abbiamo erroneamente considerato “primitivi”, “selvaggi” − come possibilità con le quali relazionarsi, condividere, scambiare, ragionare. È giunto il momento di decentrare il nostro sguardo antropologico attraverso l’ascolto e il racconto di storie molteplici e discontinue. Come afferma l’antropologo James Clifford, è il momento di un realismo etnografico, fatto di coproduzione sul campo, dove ci si relaziona non con intervistati ma con presenze, con dei soggetti. Oggi le popolazioni indigene hanno un ruolo attivo nelle ricerche etnografiche: viviamo finalmente un decentramento dell’Occidente. Le risposte locali, le soluzioni parziali e pragmatiche che si stanno sviluppando in culture e ambienti diversi dal nostro, possono essere esempi da cui trarre ispirazione, con i quali confrontarsi per costruire nuove risposte alla crisi ecologica che stiamo affrontando.\r\nAltrove, nel mondo, ci sono culture che non hanno seguito il cammino dello sviluppo senza fine, del dominio dell’umanità sulla natura; sono esistite ed esistono tante e differenti comunità che non hanno isolato la natura trattandola come un dominio a parte, esterno, dove tutto può essere messo a profitto e a servizio degli umani.\r\nMolte società, mantenendo dei legami di complicità e di interdipendenza con gli abitanti non umani del mondo, hanno saputo preservarsi dal saccheggio irresponsabile del pianeta nel quale gli occidentali si sono impegnati senza sosta negli ultimi tre secoli. Queste società, come ci ricorda l’antropologo Eduardo Kohn, non hanno mai pensato che le frontiere dell’umanità si arrestassero alle porte della specie umana, e hanno inserito e coinvolto nella loro vita sociale piante e animali, stringendo con essi patti e relazioni.\r\nIl compito dell’antropologia, secondo Philippe Descola, non è dare delle soluzioni certe, ma mostrare che quello che sembra eterno, questo presente nel quale ci troviamo attualmente, è solo e semplicemente un modo, tra centinaia di altri che sono stati descritti, di vivere la condizione umana. L’antropologia ci offre la testimonianza di molteplici soluzioni che sono state apportate al problema dell’esistenza in comune: dobbiamo sforzarci di immaginare nuovi mondi, perché è proprio il potere dell’immaginazione che dà forma al cambiamento.\r\nSe leggiamo un giornale, accendiamo la radio o il televisore, se scorriamo la home dei nostri social, sapremo facilmente che alluvioni, terremoti, siccità estrema, frane, tornadi, bufere sono all’ordine del giorno in tutto il pianeta. Quello che invece spesso ci viene celato è che è proprio il nostro stile di vita ad aver distrutto il pianeta. I nostri consumi, le nostre pratiche sono insostenibili e cominciamo tutti a pagarne le conseguenze. Siamo nell’era dell’Antropocene, l’era geologica attuale nella quale noi animali umani (soprattutto occidentali), con i nostri iperconsumi e stili di vita abbiamo modificato interi territori in modo strutturale, e inquinato acqua, aria e terra causando cambiamenti climatici senza precedenti.\r\nOra dobbiamo fare i conti con tutto questo.”\r\n(dall’introduzione di “Essere natura” di Andrea Staid)\r\n\r\n“L'idea di una natura umana perversa e malvagia ha sempre dominato l'immaginario occidentale, alimentando la convinzione che solo istituzioni sociali ferree come lo Stato possono soggiogarla e rendere possibile la convivenza. Ma questa visione gerarchica e disegualitaria ha oltretutto posto una pesante ipoteca sul futuro dell'umanità, proprio perché sostiene che esiste una natura umana, che essa è universale e che pertanto occorre garantirne la realizzazione. Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con se stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire.\r\n(Francesco Codello – incipit de “la condizione umana nel pensiero libertario)\r\n\r\nLa città vetrina e la violenza contro i poveri\r\nIl 9 giugno c’è stato l’incontro “Vetrina per turisti? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti” cui hanno pertecipato Giovanni Semi e Francesco Migliaccio. Qui potete ascoltare la diretta con Semi di quel giorno.\r\nAnche alla luce di quell’incontro, ci siamo confrontati con Francesco Migliaccio. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 1 luglio\r\ncorteo No CPR\r\nore 17\r\npiazza Castello\r\n\r\nDomenica 2 luglio\r\nore 11 Porta Palazzo\r\nAssemblea contro detenzione e frontiere\r\n\r\n7, 8, 9 luglio\r\nBalkan Anarchist Bookfair\r\nOltre i muri del nazionalismo e della guerra\r\nLjubljana, Slovenia\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Luglio 2023","2023-07-01 04:37:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/condizione-umana-col-200x110.jpg","Anarres del 23 giugno. Noi, l’ambiente, natura e cultura. 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Una scelta eticamente intollerabile ed ambientalmente insostenibile. Una scelta che, per reazione, induce alcuni a rifiutare l’umano, quindi la cultura, per cercare una confort zone, nella fantasia arcadica di un mondo regolato da una natura immobile, idealizzata in una presunta intrinseca bonarietà. La realtà è molto più complessa. Animali umani e animali non umani, piante, fiumi o montagne non sono né buoni né cattivi. La differenza, quella con la quale dobbiamo fare i conti, è che gli/le animal uman possono scegliere ed hanno forti responsabilità negli eventi che innescano e, sempre meno, riescono a controllare.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo ed autore di “Essere natura. Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente” e con Francesco Codello, pedagogista, filosofo, autore di numerosi testi tra cui “La condizione umana nel pensiero libertario”.\r\n\r\n“Negli ultimi anni l’ambiente e la crisi climatica, di fatto, sono tra i temi più narrati e discussi: come può contribuire l’antropologia a questo dibattito?\r\nRaccontando e descrivendo altri modi di vivere − stili di vita che per lungo tempo abbiamo erroneamente considerato “primitivi”, “selvaggi” − come possibilità con le quali relazionarsi, condividere, scambiare, ragionare. È giunto il momento di decentrare il nostro sguardo antropologico attraverso l’ascolto e il racconto di storie molteplici e discontinue. Come afferma l’antropologo James Clifford, è il momento di un realismo etnografico, fatto di coproduzione sul campo, dove ci si relaziona non con intervistati ma con presenze, con dei soggetti. Oggi le \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark> hanno un ruolo attivo nelle ricerche etnografiche: viviamo finalmente un decentramento dell’Occidente. Le risposte locali, le soluzioni parziali e pragmatiche che si stanno sviluppando in culture e ambienti diversi dal nostro, possono essere esempi da cui trarre ispirazione, con i quali confrontarsi per costruire nuove risposte alla crisi ecologica che stiamo affrontando.\r\nAltrove, nel mondo, ci sono culture che non hanno seguito il cammino dello sviluppo senza fine, del dominio dell’umanità sulla natura; sono esistite ed esistono tante e differenti comunità che non hanno isolato la natura trattandola come un dominio a parte, esterno, dove tutto può essere messo a profitto e a servizio degli umani.\r\nMolte società, mantenendo dei legami di complicità e di interdipendenza con gli abitanti non umani del mondo, hanno saputo preservarsi dal saccheggio irresponsabile del pianeta nel quale gli occidentali si sono impegnati senza sosta negli ultimi tre secoli. 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L’antropologia ci offre la testimonianza di molteplici soluzioni che sono state apportate al problema dell’esistenza in comune: dobbiamo sforzarci di immaginare nuovi mondi, perché è proprio il potere dell’immaginazione che dà forma al cambiamento.\r\nSe leggiamo un giornale, accendiamo la radio o il televisore, se scorriamo la home dei nostri social, sapremo facilmente che alluvioni, terremoti, siccità estrema, frane, tornadi, bufere sono all’ordine del giorno in tutto il pianeta. Quello che invece spesso ci viene celato è che è proprio il nostro stile di vita ad aver distrutto il pianeta. I nostri consumi, le nostre pratiche sono insostenibili e cominciamo tutti a pagarne le conseguenze. Siamo nell’era dell’Antropocene, l’era geologica attuale nella quale noi animali umani (soprattutto occidentali), con i nostri iperconsumi e stili di vita abbiamo modificato interi territori in modo strutturale, e inquinato acqua, aria e terra causando cambiamenti climatici senza precedenti.\r\nOra dobbiamo fare i conti con tutto questo.”\r\n(dall’introduzione di “Essere natura” di Andrea Staid)\r\n\r\n“L'idea di una natura umana perversa e malvagia ha sempre dominato l'immaginario occidentale, alimentando la convinzione che solo istituzioni sociali ferree come lo Stato possono soggiogarla e rendere possibile la convivenza. Ma questa visione gerarchica e disegualitaria ha oltretutto posto una pesante ipoteca sul futuro dell'umanità, proprio perché sostiene che esiste una natura umana, che essa è universale e che pertanto occorre garantirne la realizzazione. Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con se stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire.\r\n(Francesco Codello – incipit de “la condizione umana nel pensiero libertario)\r\n\r\nLa città vetrina e la violenza contro i poveri\r\nIl 9 giugno c’è stato l’incontro “Vetrina per turisti? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti” cui hanno pertecipato Giovanni Semi e Francesco Migliaccio. Qui potete ascoltare la diretta con Semi di quel giorno.\r\nAnche alla luce di quell’incontro, ci siamo confrontati con Francesco Migliaccio. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 1 luglio\r\ncorteo No CPR\r\nore 17\r\npiazza Castello\r\n\r\nDomenica 2 luglio\r\nore 11 Porta Palazzo\r\nAssemblea contro detenzione e frontiere\r\n\r\n7, 8, 9 luglio\r\nBalkan Anarchist Bookfair\r\nOltre i muri del nazionalismo e della guerra\r\nLjubljana, Slovenia\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[404],{"field":93,"matched_tokens":405,"snippet":401,"value":402},[72,73],{"best_field_score":243,"best_field_weight":277,"fields_matched":278,"num_tokens_dropped":48,"score":279,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":408,"highlight":425,"highlights":430,"text_match":241,"text_match_info":433},{"comment_count":48,"id":409,"is_sticky":48,"permalink":410,"podcastfilter":411,"post_author":412,"post_content":413,"post_date":414,"post_excerpt":54,"post_id":409,"post_modified":415,"post_thumbnail":416,"post_title":417,"post_type":366,"sort_by_date":418,"tag_links":419,"tags":422},"82300","http://radioblackout.org/podcast/biopirateria-e-biocolonialismo-del-23-05-2023/",[328],"ricongiunzioni","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/Puntata-23-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata abbiamo raccontato la storia di diverse piante medicinali, animali e anche popolazioni indigene e schiavizzate che sono state derubate del proprio patrimonio genetico in virtù del profitto. 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L'inchiesta della Polizia era affidata a Crescenzio Mezzina, a sua volta coinvolto nel fallito golpe.\r\nNe parliamo con Francesco\r\n\r\nUna giornata di lotta e solidarietà transfemminista al consolato polacco di Torino\r\n\r\nStoria della violenza. Genealogia del servizio d’ordine che controlla il Balon\r\n\r\nBrasile: terra bruciata. La deforestazione, gli incendi, di cui Bolsonaro accusa le popolazioni indigene che ne sono vittime, stanno distruggendo la foresta amazzonica e sterminando chi ci vive. Nel paese la pandemia miete vittime tra indios e abitanti delle baraccopoli. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nSabato 31 ottobre. Spese militari, missioni all’estero, guerra ai poveri.\r\nPunto info al Balon - dalle 10,30 alle 13,30\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. 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La borsa con i documenti sul deragliamento del “treno del sole” che i cinque compagni stavano portando a Roma non venne mai trovata.\r\nL’episodio, nonostante le numerose incongruenze, venne archiviato come incidente stradale. L'inchiesta della Polizia era affidata a Crescenzio Mezzina, a sua volta coinvolto nel fallito golpe.\r\nNe parliamo con Francesco\r\n\r\nUna giornata di lotta e solidarietà transfemminista al consolato polacco di Torino\r\n\r\nStoria della violenza. Genealogia del servizio d’ordine che controlla il Balon\r\n\r\nBrasile: terra bruciata. La deforestazione, gli incendi, di cui Bolsonaro accusa le \u003Cmark>popolazioni\u003C/mark> \u003Cmark>indigene\u003C/mark> che ne sono vittime, stanno distruggendo la foresta amazzonica e sterminando chi ci vive. Nel paese la pandemia miete vittime tra indios e abitanti delle baraccopoli. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nSabato 31 ottobre. Spese militari, missioni all’estero, guerra ai poveri.\r\nPunto info al Balon - dalle 10,30 alle 13,30\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia? Quanti non si sarebbero infettati su autobus sovraffollati? Quanti non rischierebbero rinchiusi in aule pollaio?\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità.\r\n\r\nLunedì 2 novembre. Armi, petrolio e buoni affari: la diplomazia in armi dell’ENI dalla Libia al Golfo di Guinea\r\nPunto info in via Po 16 dalle ore 16\r\n\r\nMercoledì 4 novembre\r\nore 17 in piazza Castello\r\nNessuna pace per chi fa guerra\r\nPresidio antimilitarista in contemporanea alla cerimonia militare per la “giornata delle forze armate”, nell’anniversario di quell’immane massacro nazionalista, che fu la prima guerra mondiale\r\n\r\nMercoledì 11 novembre\r\nLibere di scegliere. Fuori obiettori e integralisti cattolici dagli ospedali!\r\nLa giunta Cirio all’attacco della libertà delle donne. \r\nPunto informativo in via Po 16 dalle ore 15,30 \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nwww.anarresinfo.org – scrivi a: anarres@inventati.org",[500],{"field":93,"matched_tokens":501,"snippet":497,"value":498},[72,73],{"best_field_score":243,"best_field_weight":277,"fields_matched":278,"num_tokens_dropped":48,"score":279,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":366,"first_q":22,"per_page":313,"q":22},["Reactive",506],{},["Set"],["ShallowReactive",509],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f3cMyhs3oQqeLZdB9PgcpYo589DkQEoXOEKahdPubUnk":-1},true,"/search?query=popolazioni+indigene"]