","Puglia: sulla deforestazione voluta dalla Porche","post",1712755220,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/nardo/","http://radioblackout.org/tag/porche/",[23,21,19],{"post_content":65,"post_title":70,"tags":73},{"matched_tokens":66,"snippet":68,"value":69},[67],"Porche","dal 2012 in mano alla \u003Cmark>Porche\u003C/mark> Engineering. È composto da un","Scendendo verso sud, da Berlino a Bologna, fino a Nardò, si moltiplicano le azioni in difesa di alberi e boschi. Nella cittadina pugliese in provincia di Lecce è presente la (NTC), costruito negli anni '70 dalla FIAT e dal 2012 in mano alla \u003Cmark>Porche\u003C/mark> Engineering. È composto da un anello di 12 km di strade asfaltate (denominato Nardò ring) e da una parte di strade sterrate. Questo cerchio dal diametro di 4 km è stato costruito su 700 ettari di campi e boschi. L'intera area è normalmente chiusa al pubblico per motivi di segretezza aziendale. In quanto all'ambiente circostante, la pista di prova confina, e in parte vi si sovrappone, con la Riserva Regionale Orientata \"Palude del Conte e Dune Costiere, in cui sono presenti molti habitat e specie protetti, come una lecceta di 200 ettari. \r\n\r\nNonostante questo, il 10 agosto 2023 è stata divulgata la notizia dell'approvazione, da parte di Regione e Comuni, di un Accordo di Programma in cui è stato reinserito l'ampliamento dell'impianto automobilistico in nome di una \"pubblica utilità\". L'ampliamento prevede \"l’adeguamento e miglioramento delle piste esistenti, la realizzazione di nuove piste di prova e di nuovi fabbricati all’interno dell’area di proprietà NTC nonché opere di riconosciuto interesse pubblico sia all’interno che all’esterno dell’area di proprietà NTC” nonché presunte opere di “interesse pubblico”, che però avranno più utilità per la \u003Cmark>Porche\u003C/mark> stessa che per gli abitanti del luogo. Nei fatti andrà a distruggere più di 200 ettari di bosco, con gravi danni ambientali, e all'esproprio di campi, come denunciano il Comitato Custodi del bosco d'Arneo e i 134 proprietari terrieri che hanno ricevuto dalla Regione l'avviso del procedimento di espropriazione.\r\n\r\nIl progetto di ampliamente è però stato bocciato dalla Commissione Europea per l'impatto negativo sugli habitat naturali, seguita dalla Regione Puglia che ne ha sospeso i lavori. Eppure era stata proprio la Regione ad approvare questa ennessima opera ecocida.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gabriella del Comitato Custodi del bosco d'Arneo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Bosco.Porche.10.04.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl comunicato del Comitato:\r\nAmpliamento pista \u003Cmark>Porche\u003C/mark>\r\n ",{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":72},[67],"Puglia: sulla deforestazione voluta dalla \u003Cmark>Porche\u003C/mark>",[74,76,78],{"matched_tokens":75,"snippet":23},[],{"matched_tokens":77,"snippet":21},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[19],"\u003Cmark>porche\u003C/mark>",[82,88,91],{"field":34,"indices":83,"matched_tokens":85,"snippets":87},[84],2,[86],[19],[80],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":72,"value":72},"post_title",[67],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":68,"value":69},"post_content",[67],578730123365712000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":37,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":46,"score":98,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",3,"578730123365711979",{"document":100,"highlight":118,"highlights":123,"text_match":126,"text_match_info":127},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":46,"id":103,"is_sticky":46,"permalink":104,"post_author":49,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":52,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":57,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":116},[43],[45],"52313","http://radioblackout.org/2019/02/i-tapullanti-di-genova/","L'amministrazione Bucci di Genova è basata sulla fuffa: conferenze stampa sul nulla, venditori di fumo e idee campate in aria, senza aprire mai confronti su reali progetti di fattibilità per risolvere la situazione in cui versa la città. Appunto \"Tapullanti\", venditori di tappeti con un unico intento: favorire la speculazione edilizia dei loro amici, approvare le grandi imprese, gli affari a scapito della popolazione. E allora: strade, autostrade, grandi opere, fangodotti, centri commerciali, logistica e depositi petroliferi nella valle dove già si muore più che nel resto della città.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Andrea Agostini, ambientalista stanziato nella città della Lanterna, di cui conosce ogni aspetto, sempre attento a denunciare le porcherie delle varie amministrazioni succedutesi alla guida di quel territorio sulla base di un articolo da lui scritto e che esemplifica i problemi legati alle mani sull'intera città attraverso due esempi: da un lato Nervi e le fanfaronate sul porticciolo di un luogo a vocazione turistica che verrà sconciato da un polo attrattivo di plastica turistica di alto livello, un rimessaggio per motoscafi chiuso alle persone che non se lo possano permettere, completando l'inaccessibilità al mare della repubblica marinara; dall'altro la Valpocevera e il ponte, il corridoio Nord-Sud subordinato al porto.\r\n\r\nGenova per loro","3 Febbraio 2019","2019-02-03 12:56:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/zena_by_night.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I Tapullanti di Genova",1549198608,[113,114,115],"http://radioblackout.org/tag/bucci/","http://radioblackout.org/tag/genova/","http://radioblackout.org/tag/valpolcevera/",[17,117,27],"Genova",{"post_content":119},{"matched_tokens":120,"snippet":121,"value":122},[19],"sempre attento a denunciare le \u003Cmark>porche\u003C/mark>rie delle varie amministrazioni succedutesi alla","L'amministrazione Bucci di Genova è basata sulla fuffa: conferenze stampa sul nulla, venditori di fumo e idee campate in aria, senza aprire mai confronti su reali progetti di fattibilità per risolvere la situazione in cui versa la città. 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Applicata anche una misura interdittiva e indagata un’altra dirigente dell’Area Inclusione sociale dell’Ufficio Rom, Sinti e Caminanti del medesimo dipartimento, già condannata in primo grado e con rito abbreviato a 4 anni di reclusione per i suoi affari con Buzzi. Un giro di mazzette, regali e favori agli impiegati comunali, quello ipotizzato dai pm, che tra il 2013 e il 2014 avrebbe permesso agli imprenditori di ottenere in affidamento diretto una serie di appalti per la bonifica di alcuni campi nomadi come quello di Castel Romano e di via Candoni, e in alcuni casi di non completare neppure i lavori.\r\nQuello che viene presentato dai quotidiani è l'evento eccezionale che si ripete in materia di malaffari che emergono dall'ennesima inchiesta. Come per la denominata inchiesta \"Mafia Capitale\" quello che emerge è la stessa porcheria fatta di corruzione, mazzette, appalti truccati, etc. La riprova di un sommerso fatto di ordinaria corruzione che si vuole far passare per straordinaria e che di fatto definisce un vero e proprio sistema.\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma\r\nUnknown","22 Giugno 2016","2016-06-25 00:22:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/mafia-capitale1.jpg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Roma, sistema capitale. 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In quanto migrante, si trova (come moltissim*) sottoposto al ricatto del permesso di soggiorno. Perché oltre all'ordinaria repressione che ognuno di noi subisce quotidianamente per le lotte a cui partecipa, chi è migrante si trova sottoposto a una doppia tenaglia, quella ordinaria e quella del rilascio dei documenti.\r\nPer rispondere a questa minaccia, per non cedere al ricatto, Marcelo ha scritto il testo che segue, cui fara seguito la campagna #RompereIlRicatto #CeloLibre, non solo per Marcelo ma per tutt* i/le migranti che già lottano insieme a noi, per quante e quanti lo faranno domani...\r\n\r\nLo abbiamo raggiunto ai nostri microfoni\r\n\r\nAscolta l'intervista con Marcelo\r\n\r\ncelolibre_16dic15\r\n\r\nROMPERE IL RICATTO, LOTTARE UNITI, RIPRENDERSI LE NOSTRE VITE\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nQuando si parla di migranti non si tiene mai in considerazione il contesto e le motivazioni per cui decidiamo di partire e imbarcarci alla ricerca di un presente e futuro migliore. Che si scappi dalla guerra, dalle condizioni di povertà o che si decida di cercare fortuna c’è sempre il dolore per quelli che abbiamo lasciato e la paura per ciò che non si conosce. Allo stesso modo ogni racconto è sempre superficiale e non si dice niente di ciò che abbiamo dovuto fare per crearci un’identità, per farci degli amici, per riuscire a mangiare, per riuscire a dormire al caldo.\r\nLa sofferenza ci rende schiavi o ribelli, e dopo tanto subire ogni briciola può sembrare un segnale divino di qualche messia in mezzo all’inferno dell’indifferenza. Così tanti si abituano, decidono di tacere e subire in silenzio, sacrificando la vita nel presente per cercare di guadagnare la felicità domani, lontani da qui. Il problema è che nulla rimane fermo, le persone cambiano e a volte il sogno si trasforma in incubo, soprattutto quando ci rendiamo conto che il prezzo da pagare per raggiungere la felicità è l’infelicità permanente. Qui le cose cambiano. Si sceglie di dire basta, di ribellarsi, di andare incontro a questo destino ingrato, per non subire più, perché nessun altro uomo o donna possa essere discriminato o sfruttato semplicemente perché non è italiano.\r\nPer avere un pezzo di carta bisogna dimostrare tutta la vita allo Stato di essere bravi, di non aver perso il lavoro, e guarda caso siamo quelli che fanno i lavori che nessun altro vuole fare. Quelli che vengono pagati meno e che fanno arricchire i più furbi o i più ricchi. Paghiamo contributi per noi, per i nostri figli e per i figli degli altri, ma dobbiamo sempre essere grati, perché sembra che qualcun altro ci stia facendo un favore, e chi sono questi? Ovviamente i soliti politici che soffiano sul fuoco della povertà, arricchendosi anche col nostro lavoro e usandoci come capro espiatorio, uno spauracchio da agitare per distogliere l'attenzione e creare divisioni che servono ad alimentare la loro forza.\r\nVivendo nell'insicurezza più totale e soggetti a uno sfruttamento continuo le probabilità di ribellarsi sono tante. Per questo ci ricattano: o la vita o i soldi. E quando non diamo i soldi si prendono quel pezzo di carta che per noi vuol dire poter lavorare, poter studiare, poter avere assistenza sanitaria, semplicemente poter esistere e non essere un fantasma.\r\nE questo pezzo di carta bisogna sudarlo nelle innumerevole file alle questure e negli appuntamenti umilianti con degli uomini in divisa, esposti alla loro prepotenza, in balìa di squallidi funzionari che sfogano la propria esistenza miserevole sulla nostra pelle e possono permettersi di giocare con le nostre vite.\r\nQuando ci hanno truffato con la sanatoria, siamo scesi in strada, occupato gru e torri, abbiamo preso le manganellate, le denunce e anche l’espulsione, per aver osato.\r\nQuando ci hanno rinchiuso nei CIE ( i lager della democrazia) siamo stati noi a bruciare i materassi e le lenzuola , a distruggere e rendere inagibile tutto perché altri essere umani non possano più soffrire e non ci siano vite illegali, ci hanno incarcerato e ci hanno espulso. Quanti migranti sono morti alle frontiere o nel Mediterraneo, quanti sogni infranti dagli stessi che bombardano o saccheggiano i nostri paesi e ci chiudono le porte in faccia.\r\nI padroni tremano all’idea di vederci uniti, compatti, senza paura a combattere le loro porcherie, a ribellarci e prenderci quella dignità che ogni giorno viene calpestata perché veniamo considerati soggetti di serie B.\r\nInfatti nelle fabbriche o nelle grandi industrie di logistica dove spesso lavoriamo in condizioni quasi di schiavitù nel silenzio generale tramite la solidarietà, l’unione e i picchetti siamo riusciti tante volte a fare sentire la nostra voce, a strappare miglioramenti, a vedere i nostri sfruttatori piegarsi alla forza che siamo riusciti ad esprimere.\r\nNella lotta per la casa, occupando le palazzine e le case lasciate vuote dagli speculatori o difendendo tutti assieme famiglie sotto sfratto abbiamo risolto un bisogno e ci siamo accorti di aver trovato degli amici, dei compagni. Abbiamo toccato con mano che la solidarietà di oggi è mille volte migliore della solitudine e dell’angoscia di ieri. E per tenere in piedi tutto questo lottiamo, rischiamo, ci esponiamo, senza paura.\r\nE ancora una volta quando ci vedono uniti e determinati cercano di colpirci rendendoci difficile la vita. Negli ultimi anni è stata approvata una legge (l'articolo 5 del Piano Casa) che impedisce a quelli che hanno scelto di occupare di avere la residenza lì dove vivono. Così diventa ancora più difficile ottenere i documenti, iscrivere i nostri figli a scuola. E' sempre il solito ricatto, che sia la minaccia arrogante di uno sbirro o le parole gelide di una legge la sostanza non cambia: \"O righi dritto o ti togliamo il permesso\"\r\nCome tanti migranti, ho deciso di stare in prima fila, di lottare per me, la mia famiglia e per tutti quelli che subiscono l’arroganza del potere. Ho scelto di non cadere nel ricatto e ora lo Stato mi presenta il conto.\r\nPer più di 6 anni ho vissuto senza documenti, perché questi documenti lo Stato non me li voleva dare. Ma la libertà non si baratta né ci viene regalata, questa come i diritti si conquistano a spinta o sono solo briciole che possono toglierci nuovamente in ogni momento. Perché la nostra libertà non vale più di quella degli altri, perché la lotta è vita e non cambierei mai la mia scelta di vivere in mezzo ai compagni, alla gente, di rischiare, osare.\r\nLo Stato mi attacca perché lottando contro le riforme che negli ultimi anni hanno distrutto l’istruzione pubblica ho rotto insieme ai mie compagni la pace sociale dentro la Statale di Milano, perchè ho preso parte alla lotta No Tav per difendere un territorio ostaggio di imprenditori mafiosi e poliziotti armati fino ai denti, perchè ho occupato e resistito agli sgomberi al fianco di tanti migranti che hanno fatto la stessa scelta di non subire in silenzio. Questo per la Questura si traduce in una \"pericolosità sociale\". I migranti che non accettano di arrendersi al ricatto rappresentano un pericolo per la società che si arricchisce sul loro sfruttamento e sulla loro emarginazione.\r\nIl 14 gennaio un tribunale sarà chiamato ad esprimersi rispetto al mio permesso di soggiorno. Questa lettera è l'inizio di una mobilitazione perché quel giorno saremo sotto il tribunale in tanti, per sostenere la sfida di essere più forti di ogni forma di repressione. Una giornata che possa essere attraversata da tutte le lotte e da tutti i compagni migranti e non, che fianco a fianco lottano ogni giorno in questo paese.\r\nCome ogni battaglia nei corridoi dell’università, fuori dai Cie, dentro le carceri, nei boschi della Val di Susa, nei quartieri popolari di Milano non c’è mai resa, si combatte metro per metro, fino all’ultimo respiro.\r\nInvitiamo tutti a parlarne, a fare girare questo testo, a portare solidarietà in qualsiasi modo quel giorno e nei giorni precedenti, o venendo a Milano o nei propri territori. Questo può essere l’inizio per rompere finalmente il ricatto. Il 14 gennaio non sarà un punto di arrivo, ma la tappa di un percorso più ampio, perché la storia di Marcelo è la storia di qualsiasi migrante che decide di mettersi in gioco. Perché la possibilità di avere dei migranti al nostro fianco nelle lotte dipende dal fatto che il nostro rapporto di forza non permetta che ci sia più schiavitù perpetua nei confronti di nessuno. Che lo stesso rapporto di forze che sa esserci nelle nostre lotte ci sia anche quando cercano di attaccarci individualmente là dove siamo più esposti. Così che mettersi in gioco possa essere sempre più qualcosa di desiderabile e sempre meno qualcosa da temere.\r\n\r\n#RompereIlRicatto\r\n#CeloLibre","16 Dicembre 2015","2015-12-18 13:11:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/RompereIlRicatto--200x110.jpg","\u003Cimg width=\"253\" height=\"174\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/RompereIlRicatto-.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","#RompereIlRicatto #CeloLibre",1450296276,[173,174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/celo-libre/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/rompere-il-ricatto/",[25,15,178,33],"migranti",{"post_content":180},{"matched_tokens":181,"snippet":182,"value":183},[19],"paura a combattere le loro \u003Cmark>porche\u003C/mark>rie, a ribellarci e prenderci quella","Marcelo è un compagno che in tant* abbiamo conosciuto in questi anni di lotte: nel movimento Notav, ai picchetti a fianco dei lavoratori della logistica, nelle lotte per la casa e ovunque l'ordine del profitto è stato messo in discussione. 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Ovviamente i soliti politici che soffiano sul fuoco della povertà, arricchendosi anche col nostro lavoro e usandoci come capro espiatorio, uno spauracchio da agitare per distogliere l'attenzione e creare divisioni che servono ad alimentare la loro forza.\r\nVivendo nell'insicurezza più totale e soggetti a uno sfruttamento continuo le probabilità di ribellarsi sono tante. Per questo ci ricattano: o la vita o i soldi. E quando non diamo i soldi si prendono quel pezzo di carta che per noi vuol dire poter lavorare, poter studiare, poter avere assistenza sanitaria, semplicemente poter esistere e non essere un fantasma.\r\nE questo pezzo di carta bisogna sudarlo nelle innumerevole file alle questure e negli appuntamenti umilianti con degli uomini in divisa, esposti alla loro prepotenza, in balìa di squallidi funzionari che sfogano la propria esistenza miserevole sulla nostra pelle e possono permettersi di giocare con le nostre vite.\r\nQuando ci hanno truffato con la sanatoria, siamo scesi in strada, occupato gru e torri, abbiamo preso le manganellate, le denunce e anche l’espulsione, per aver osato.\r\nQuando ci hanno rinchiuso nei CIE ( i lager della democrazia) siamo stati noi a bruciare i materassi e le lenzuola , a distruggere e rendere inagibile tutto perché altri essere umani non possano più soffrire e non ci siano vite illegali, ci hanno incarcerato e ci hanno espulso. Quanti migranti sono morti alle frontiere o nel Mediterraneo, quanti sogni infranti dagli stessi che bombardano o saccheggiano i nostri paesi e ci chiudono le porte in faccia.\r\nI padroni tremano all’idea di vederci uniti, compatti, senza paura a combattere le loro \u003Cmark>porche\u003C/mark>rie, a ribellarci e prenderci quella dignità che ogni giorno viene calpestata perché veniamo considerati soggetti di serie B.\r\nInfatti nelle fabbriche o nelle grandi industrie di logistica dove spesso lavoriamo in condizioni quasi di schiavitù nel silenzio generale tramite la solidarietà, l’unione e i picchetti siamo riusciti tante volte a fare sentire la nostra voce, a strappare miglioramenti, a vedere i nostri sfruttatori piegarsi alla forza che siamo riusciti ad esprimere.\r\nNella lotta per la casa, occupando le palazzine e le case lasciate vuote dagli speculatori o difendendo tutti assieme famiglie sotto sfratto abbiamo risolto un bisogno e ci siamo accorti di aver trovato degli amici, dei compagni. Abbiamo toccato con mano che la solidarietà di oggi è mille volte migliore della solitudine e dell’angoscia di ieri. E per tenere in piedi tutto questo lottiamo, rischiamo, ci esponiamo, senza paura.\r\nE ancora una volta quando ci vedono uniti e determinati cercano di colpirci rendendoci difficile la vita. Negli ultimi anni è stata approvata una legge (l'articolo 5 del Piano Casa) che impedisce a quelli che hanno scelto di occupare di avere la residenza lì dove vivono. Così diventa ancora più difficile ottenere i documenti, iscrivere i nostri figli a scuola. E' sempre il solito ricatto, che sia la minaccia arrogante di uno sbirro o le parole gelide di una legge la sostanza non cambia: \"O righi dritto o ti togliamo il permesso\"\r\nCome tanti migranti, ho deciso di stare in prima fila, di lottare per me, la mia famiglia e per tutti quelli che subiscono l’arroganza del potere. Ho scelto di non cadere nel ricatto e ora lo Stato mi presenta il conto.\r\nPer più di 6 anni ho vissuto senza documenti, perché questi documenti lo Stato non me li voleva dare. Ma la libertà non si baratta né ci viene regalata, questa come i diritti si conquistano a spinta o sono solo briciole che possono toglierci nuovamente in ogni momento. Perché la nostra libertà non vale più di quella degli altri, perché la lotta è vita e non cambierei mai la mia scelta di vivere in mezzo ai compagni, alla gente, di rischiare, osare.\r\nLo Stato mi attacca perché lottando contro le riforme che negli ultimi anni hanno distrutto l’istruzione pubblica ho rotto insieme ai mie compagni la pace sociale dentro la Statale di Milano, perchè ho preso parte alla lotta No Tav per difendere un territorio ostaggio di imprenditori mafiosi e poliziotti armati fino ai denti, perchè ho occupato e resistito agli sgomberi al fianco di tanti migranti che hanno fatto la stessa scelta di non subire in silenzio. Questo per la Questura si traduce in una \"pericolosità sociale\". I migranti che non accettano di arrendersi al ricatto rappresentano un pericolo per la società che si arricchisce sul loro sfruttamento e sulla loro emarginazione.\r\nIl 14 gennaio un tribunale sarà chiamato ad esprimersi rispetto al mio permesso di soggiorno. Questa lettera è l'inizio di una mobilitazione perché quel giorno saremo sotto il tribunale in tanti, per sostenere la sfida di essere più forti di ogni forma di repressione. Una giornata che possa essere attraversata da tutte le lotte e da tutti i compagni migranti e non, che fianco a fianco lottano ogni giorno in questo paese.\r\nCome ogni battaglia nei corridoi dell’università, fuori dai Cie, dentro le carceri, nei boschi della Val di Susa, nei quartieri popolari di Milano non c’è mai resa, si combatte metro per metro, fino all’ultimo respiro.\r\nInvitiamo tutti a parlarne, a fare girare questo testo, a portare solidarietà in qualsiasi modo quel giorno e nei giorni precedenti, o venendo a Milano o nei propri territori. Questo può essere l’inizio per rompere finalmente il ricatto. Il 14 gennaio non sarà un punto di arrivo, ma la tappa di un percorso più ampio, perché la storia di Marcelo è la storia di qualsiasi migrante che decide di mettersi in gioco. Perché la possibilità di avere dei migranti al nostro fianco nelle lotte dipende dal fatto che il nostro rapporto di forza non permetta che ci sia più schiavitù perpetua nei confronti di nessuno. Che lo stesso rapporto di forze che sa esserci nelle nostre lotte ci sia anche quando cercano di attaccarci individualmente là dove siamo più esposti. Così che mettersi in gioco possa essere sempre più qualcosa di desiderabile e sempre meno qualcosa da temere.\r\n\r\n#RompereIlRicatto\r\n#CeloLibre",[185],{"field":92,"matched_tokens":186,"snippet":182,"value":183},[19],{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":130,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},6646,{"collection_name":57,"first_q":19,"per_page":190,"q":19},6,{"facet_counts":192,"found":257,"hits":258,"out_of":430,"page":14,"request_params":431,"search_cutoff":35,"search_time_ms":432},[193,228],{"counts":194,"field_name":225,"sampled":35,"stats":226},[195,198,201,204,207,210,213,216,219,222],{"count":196,"highlighted":197,"value":197},223,"anarres",{"count":199,"highlighted":200,"value":200},73,"frittura mista",{"count":202,"highlighted":203,"value":203},53,"la perla di labuan",{"count":205,"highlighted":206,"value":206},49,"liberation front",{"count":208,"highlighted":209,"value":209},37,"I Bastioni di Orione",{"count":211,"highlighted":212,"value":212},25,"Bello come una prigione che brucia",{"count":214,"highlighted":215,"value":215},22,"Macerie su macerie",{"count":217,"highlighted":218,"value":218},21,"stakka stakka",{"count":220,"highlighted":221,"value":221},19,"arsider",{"count":223,"highlighted":224,"value":224},18,"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":227},125,{"counts":229,"field_name":34,"sampled":35,"stats":255},[230,233,236,239,241,244,247,249,251,253],{"count":231,"highlighted":232,"value":232},32,"Bastioni di Orione",{"count":234,"highlighted":235,"value":235},29,"carcere",{"count":237,"highlighted":238,"value":238},26,"frittura mista radio fabbrica",{"count":214,"highlighted":240,"value":240},"guerra",{"count":242,"highlighted":243,"value":243},20,"torino",{"count":245,"highlighted":246,"value":246},15,"musica",{"count":245,"highlighted":248,"value":248},"lavoro",{"count":245,"highlighted":250,"value":250},"Radio Blackout",{"count":245,"highlighted":252,"value":252},"voci antropocene",{"count":37,"highlighted":254,"value":254},"no tav",{"total_values":256},1930,805,[259,297,329,356,377,400],{"document":260,"highlight":279,"highlights":288,"text_match":293,"text_match_info":294},{"comment_count":46,"id":261,"is_sticky":46,"permalink":262,"podcastfilter":263,"post_author":265,"post_content":266,"post_date":267,"post_excerpt":52,"post_id":261,"post_modified":268,"post_thumbnail":269,"post_title":270,"post_type":271,"sort_by_date":272,"tag_links":273,"tags":276},"94167","http://radioblackout.org/podcast/come-e-perche-ho-ucciso-la-principessa-sissi/",[264],"c'hai le storie","liberationfront","Radiodramma tratto dall'opuscolo \"come e perchè ho ucciso la principessa Sissi\" (ed. Anarchismo), che ripercorre la vicenda giudiziaria di Luigi Lucheni, l'anarchico che con un punteruolo ha colpito mortalmente l' imperatrice d'Austria Elisabetta di Baviera sulle sponde del lago di Ginevra. Come tanti italiani di ieri (ma anche di oggi) Luigi si trovava nel paese elvetico in cerca di fortuna, ma ha trovato ancora razzismo, sfruttamento e miseria. 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Com’è ovvio, l’ipotesi di diventare la pattumeria radioattiva d’Italia non piace a nessuno e da ogni territorio si sono già levate le dichiarazioni contrarie delle amministrazioni locali, pronunciatesi perlopiù secondo il canovaccio della difesa localista interessata solo a evitare il danno nel “proprio giardino”. Si può quindi assistere alla destra piemontese, al governo della regione e da sempre pro-nucleare, promettere assistenza legale e politica alle rappresentanze istituzionali dei territori interessati. (Ma il copione sembra più o meno identico nelle altre regioni).\r\n\r\nSu un altro piano stanno iniziando a muovere comitati, collettivi e soggettività politiche antagoniste per tentare di portare un altro discorso, sistemico e valido per tutti, per opporsi alle decisioni che dall’alto tenterannoranno d’imporre la sciagura nucleare in un punto del paese. Consapevoli che la questione del deposito di scorie è oltremodo delicata e spinosa da maneggiare. 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Ben sapendo che la questione della gestione degli scarti e del modello di produzione dell’energia “di cui abbiamo realmente bisogno” (quanta?, prodotta come? per fare cosa?) interroga l’organizzazione complessiva delle società in cui viviamo.\r\n\r\n \r\n\r\nDi tutto questo abbiamo discusso in una lunga intervista con Giorgio Ferrari, tecnico nucleare e militante anti-nuclearista dagli anni ‘70.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Voci_II_2021_8.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSui temi che Giorgio affronta nell'ultima parte dellla chiacchierata segnaliamo:\r\nScenari globali: le aspettative mal riposte delle nuove tecnologie – di Giorgio Ferrari\r\n \r\n\r\n***\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n(Aggiungiamo inoltre - non mandata in onda lunedì per mancanza di tempo - un altro pezzo dell'intervista a Giorgio, in cui prova a rispondere sulla temporalità sospetta della proposizione governativa e sulle profonde incertezze circa il deposito definitivo delle scorie, non ancora conoscibile... Buon Ascolto!)\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/ferrari__Siti_perché-oggi.mp3\"][/audio]","21 Gennaio 2021","2021-01-21 18:58:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/rifiuti-nucleari-radioattivi-200x110.jpg","Deposito scorie: perché no?! (con G.Ferrari) - VOCI DALL’ANTROPOCENE – (ANNO II #8) – 18/01/21",1611254175,[311],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[252],{"post_content":314,"post_title":319},{"matched_tokens":315,"snippet":317,"value":318},[316],"Perché","delicata e spinosa da maneggiare. \u003Cmark>Perché\u003C/mark>, se l’opposizione al nucleare come","La lista delle 67 localitè indicate dal governo come potenziale sito per il deposito unico nazionale di scorie nucleari ha risvegliato incubi mai sopiti. 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Grazie alla sua sensibilità ed esperienza nell’ambito della medicina veterinaria, ci ha potuto spiegare come le razze dei cani siano un’invenzione umana atta a giustificare e a perpetrare una visione del cane che è funzionale al mercato e al dominio dell’uomo sul resto del vivente. Attraverso le moderne selezioni genetiche, infatti, siamo in grado di creare sempre nuove razze di cani che soddisfano il gusto estetico della moda di turno, senza tenere conto di quanti problemi di salute e sofferenze tali scelte creeranno a questi esseri viventi, sottoposti a modifiche fisiche dolorose e disabilitanti. Il problema della selezione delle “razze” riguarda anche quelle fabbriche di cani chiamate allevamenti di razza, il commercio di esseri viventi e di gadget a loro dedicati, il mercato nero e la bioetica, di cui abbiamo potuto ottenere una interessante panoramica.\r\n\r\nAscolta il podcast qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/cani.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]","5 Febbraio 2024","2024-02-05 22:41:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/6a1e7edfa41234078fc08c95b61f16f2-200x110.jpg","Perché selezioniamo i cani \"di razza\" e perché dovremmo smettere di farlo",1707172867,[],[],{"post_title":370},{"matched_tokens":371,"snippet":372,"value":372},[316,321],"\u003Cmark>Perché\u003C/mark> selezioniamo i cani \"di razza\" e \u003Cmark>perché\u003C/mark> dovremmo smettere di farlo",[374],{"field":89,"matched_tokens":375,"snippet":372,"value":372},[316,321],{"best_field_score":295,"best_field_weight":245,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":355,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":84},{"document":378,"highlight":391,"highlights":396,"text_match":293,"text_match_info":399},{"comment_count":46,"id":379,"is_sticky":46,"permalink":380,"podcastfilter":381,"post_author":382,"post_content":383,"post_date":384,"post_excerpt":52,"post_id":379,"post_modified":385,"post_thumbnail":386,"post_title":387,"post_type":271,"sort_by_date":388,"tag_links":389,"tags":390},"67562","http://radioblackout.org/podcast/congiunzioni27-lotto-perche-e-essenziale-11-marzo/",[382],"congiunzioni","Pochi giorni fa è stato l'8 marzo, essenziale è la lotta per la difesa e la riappropriazione della salute!\r\n\r\nDopo 3 giorni di occupazione dal tetto dell'ASP di Cosenza per rivendicare un piano vaccinale adeguato, per un tracciamento effettivo dei positivi conteggiando anche i tamponi fatti presso sanità privata, il commissario Longo ha concesso un incontro. 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