","Uber: capitalismo estremo con conducente “temporaneo”","post",1487368789,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/cottimo/","http://radioblackout.org/tag/milleproroghe/","http://radioblackout.org/tag/ncc/","http://radioblackout.org/tag/postcapitalismo/","http://radioblackout.org/tag/sharing-economy/","http://radioblackout.org/tag/taxi/","http://radioblackout.org/tag/uber/",[21,23,15,27,25,19,17],{"tags":62},[63,65,67,69,72,74,76],{"matched_tokens":64,"snippet":21},[],{"matched_tokens":66,"snippet":23},[],{"matched_tokens":68,"snippet":15},[],{"matched_tokens":70,"snippet":71},[27],"\u003Cmark>postcapitalismo\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":25},[],{"matched_tokens":75,"snippet":19},[],{"matched_tokens":77,"snippet":17},[],[79],{"field":28,"indices":80,"matched_tokens":82,"snippets":84},[81],3,[83],[27],[71],578730123365712000,{"best_field_score":87,"best_field_weight":88,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":89,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},"1108091339008",13,"578730123365711977",6646,{"collection_name":50,"first_q":27,"per_page":92,"q":27},6,{"facet_counts":94,"found":114,"hits":115,"out_of":180,"page":14,"request_params":181,"search_cutoff":29,"search_time_ms":114},[95,101],{"counts":96,"field_name":99,"sampled":29,"stats":100},[97],{"count":14,"highlighted":98,"value":98},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":102,"field_name":28,"sampled":29,"stats":112},[103,105,107,109,110],{"count":14,"highlighted":104,"value":104},"fiat",{"count":14,"highlighted":106,"value":106},"periferie",{"count":14,"highlighted":108,"value":108},"BastioniOrione",{"count":14,"highlighted":27,"value":27},{"count":14,"highlighted":111,"value":111},"guerra ai poveri",{"total_values":113},5,2,[116,152],{"document":117,"highlight":134,"highlights":144,"text_match":85,"text_match_info":151},{"comment_count":39,"id":118,"is_sticky":39,"permalink":119,"podcastfilter":120,"post_author":121,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":45,"post_id":118,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_title":126,"post_type":127,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":133},"12682","http://radioblackout.org/podcast/fabbrica-leggera-e-lavoro-pesante-dieci-anni-dopo-la-morte-del-padrone/",[],"anarres","Dieci anni dopo la sua morte, Gianni Agnelli, che pure ha segnato la transizione al post capitalismo, è oggi l’emblema di un modello ormai scomparso. Il modello della fabbrica pesante, della fabbrica che si fa città e modella intorno a se lo sviluppo urbano: basta guardare la pianta di Torino per rendersene conto. L’area che delinea gli stabilimenti di Mirafiori è enorme, un gigantesco quadrato che ci racconta una storia con la sola arroganza del proprio esserci.\r\nÈ venuto il presidente della Repubblica, il post comunista Napolitano, il vescovo Nosiglia ha celebrato la messa, il tristo Fassino ha benedetto la giornata, poi, con il laborioso rituale di una Torino che ha elevato il proprio provincialismo a vezzo sottilmente intellettuale, la visita al quotidiano del padrone e il pranzo al Cambio, simbolo decisamente retrò, tra agnolotti e decori un po’ appassiti.\r\nOggi i ricchi mangiano altrove. 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Ci sono voluti tren’anni per piegare la classe operaia di questa città, quella che tante volte ha fatto tremare i padroni.\r\nOggi nelle periferie schiacciate dalle ricette contro la crisi il ricatto del lavoro è una cappa pesante. Il disciplinamento dei lavoratori immigrati ha fatto da modello per il disciplinamento di tutti i lavoratori, scommettendo sulla guerra tra poveri e sulla paura.\r\nMa proprio nelle periferie dove campare la vita è più difficile comincia a sentirsi un’aria nuova. Per ora è solo un borbottio, una lieve effervescenza, un’invettiva lanciata tra i banchi del mercato di piazza Cerignola, tra i vecchi dell’immigrazione di ieri e i ragazzi di quella di oggi. Domani chi sa?\r\nQui, in un sabato di gennaio, con una mostra montata su trabiccolo di cassette per la frutta, che raccontava delle baracche di Rosarno, del cottimo, dei caporali, della rivolta, qui abbiamo incontrato gente capace di memoria, la memoria delle lotte dei propri padri braccianti, del proprio lavoro nella città della Fiat, gente consapevole che cambiare si può solo con la lotta.\r\nAscolta la lunga chiacchierata radiofonica con Simone, avvocato del lavoro e anarchico. Una chiacchierata su questa città, dove il futuro che non è più quello di una volta: 2013 01 25 simone africani come noi","27 Gennaio 2013","2018-10-17 22:11:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/giorgio-napolitano-200x110.jpg","Fabbrica leggera e lavoro pesante. 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E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[164],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[108],{"post_content":167},{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":170},[27],"ascriversi a una condizione di \u003Cmark>postcapitalismo\u003C/mark>... e forse la condizione che","Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione di \u003Cmark>postcapitalismo\u003C/mark>... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa Di Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi i territori che gli opposti nazionalismi, quello azero, rinfocolato dal comune sentimento di fratellanza con i turchi, e quello armeno, insufflato di religiosità millenaria che si ammanta di baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri di Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e i suoi bassi costi), di interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia di chilometri che sono il vecchio cortile di casa di Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono i tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare di continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando di ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. 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