","La città decorosa","post",1612890456,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/decoro/","http://radioblackout.org/tag/poveri-e-decoro/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[23,68,69,15],"poveri e decoro","Sgomberi",{"post_content":71,"post_title":77,"tags":80},{"matched_tokens":72,"snippet":75,"value":76},[73,23,74],"e","E","lavoro, che sia “normale”, accettabile \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>decoro\u003C/mark>so. \u003Cmark>E\u003C/mark> allora la soluzione diventa","La cacciata dei senzatetto dal centro cittadino \u003Cmark>è\u003C/mark> solo l’ultimo tassello del puzzle della città \u003Cmark>decoro\u003C/mark>sa voluta da Chiara Appendino, nel solco delle giunte targate PD che hanno governato per decenni Torino.\r\nIl \u003Cmark>decoro\u003C/mark> si sostanzia nel rendere invisibili i \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, cacciandoli dai salotti buoni, disgregando ed annullando i luoghi dell’economia informale con cui campano, distruggendo le baraccopoli, sgomberando i posti occupati, formali ed informali della città.\r\nIn piena pandemia hanno completato lo sgombero strisciante delle casette di legno \u003Cmark>e\u003C/mark> lamiera di via Germagnano, hanno cacciato i migranti che vivevano nei capannoni dell’ex Gondrand, hanno gettato in strada i 50 occupanti di corso Giulio 45, hanno allontanato i senzatetto che dormivano sotto i portici cittadini, distruggendo \u003Cmark>e\u003C/mark> gettando in discarica coperte \u003Cmark>e\u003C/mark> cartoni.\r\n\r\n“Nella nostra città i \u003Cmark>poveri\u003C/mark> sono diventati alieni, da nascondere, cacciare, allontanare in quanto soggetti che cercano di sviluppare delle autonome strategie di vita. Non \u003Cmark>è\u003C/mark> per nulla interessante, \u003Cmark>e\u003C/mark> molto sbagliato, ricoprire la povertà di un velo nostalgico, leggerla necessariamente come una resistenza politicizzata, o farne una storia rivoluzionaria o, ancora peggio, morale. Non sono strategie di resistenza esplicita, se non in alcuni casi, ma vere \u003Cmark>e\u003C/mark> proprie strategie vitali, la sostanza stessa del tentativo di migliorare la propria condizione accettando pienamente i più ampi fini sociali ed economici.\r\nRiconoscere questo, fa cadere due castelli di carta in un colpo solo: da un lato quello di pensare alla strategia neoliberale di governo urbano come a una riproposizione dei meccanismi del laissez-faire \u003Cmark>e\u003C/mark> della deregulation. L’attuale governo delle città si muove su un piano di regolazione \u003Cmark>e\u003C/mark> progettazione in cui lo stato – eventualmente nelle sue articolazioni locali – \u003Cmark>è\u003C/mark> un attore centrale nel permettere o non permettere, nel lasciar fare o nel chiudere spazi. L’altro \u003Cmark>è\u003C/mark> il discorso sull’autonomia \u003Cmark>e\u003C/mark> la partecipazione. L’attivazione degli abitanti, un impegno sociale che venga riconosciuto \u003Cmark>e\u003C/mark> ritenuto legittimo da parte delle autorità, \u003Cmark>è\u003C/mark> quello ben incasellabile in forme conosciute \u003Cmark>e\u003C/mark> normate, che possano rientrare nella definizione di volontariato o cittadinanza attiva. Attivazione sì, quindi, ma solo a certe condizioni. Questo aiuta a smascherare un sostrato, un’atmosfera, all’opera in questa città, così pronta a cancellare ogni sussulto dal basso, ogni occupazione, ogni tentativo di sbarcare il lunario fuori dallo stretto recinto del legale. Questo recinto non \u003Cmark>è\u003C/mark> però naturale, ma l’effetto di una attività normativa, simbolica \u003Cmark>e\u003C/mark> materiale dello stato stesso.\r\nPiuttosto, \u003Cmark>è\u003C/mark> importante riconoscere una irriducibilità, una incomprensibilità, una fatica nel relazionarsi con l’informale, l’a-normale. Quello che abbiamo visto con tanta forza in questi anni, in questi giorni, \u003Cmark>è\u003C/mark> uno sguardo costitutivamente moralizzante \u003Cmark>e\u003C/mark> paternalista, che non riesce a tollerare – forse ancora di più, a concepire – l’esistenza di zone d’ombra, di complessità, degli effetti di una povertà diffusa \u003Cmark>e\u003C/mark> atroce che non sa né vuole affrontare se non scaricando sugli stessi \u003Cmark>poveri\u003C/mark> la responsabilità di cercarsi un lavoro, che sia “normale”, accettabile \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>decoro\u003C/mark>so. \u003Cmark>E\u003C/mark> allora la soluzione diventa quella di scacciarli, lasciando intatta la povertà. \u003Cmark>È\u003C/mark> una resa alle complessità del mondo, una burocratizzazione della vita sociale ammantata dalla retorica della libera impresa, un’accumulazione di dispositivi di governo volti ad allontanare il tangibile senso di impotenza per ciò che non riesce a contare, a bandire, a appaltare.”1\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Tommaso Frangioni, ricercatore di sociologia all’Università di Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-09-tommaso-decoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n1 In “Cronaca partigiana di un mutamento urbano di Cecilia Pasini \u003Cmark>e\u003C/mark> Tommaso Frangioni”\r\n\r\n ",{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":79},[23],"La città \u003Cmark>decoro\u003C/mark>sa",[81,84,88,90],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[23],"\u003Cmark>decoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":87},[86,73,23],"poveri","\u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>decoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":69},[],{"matched_tokens":91,"snippet":15},[],[93,96,102],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":75,"value":76},"post_content",[73,23,74],{"field":37,"indices":97,"matched_tokens":98,"snippets":101},[27,49],[99,100],[86,73,23],[23],[87,83],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":79,"value":79},"post_title",[23],1736172819517538300,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":109,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":49},"3315704398080",13,"1736172819517538410",{"document":111,"highlight":136,"highlights":145,"text_match":150,"text_match_info":151},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":49,"id":114,"is_sticky":49,"permalink":115,"post_author":52,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":55,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":60,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":130},[46],[48],"71706","http://radioblackout.org/2021/11/shit-parade-indecorosa-contro-sgomberi-e-gentrification/","Lo scorso sabato una street si è presa le strade della città, per grattare via un po’ della vernice brillante con la quale si è addobbata Torino per la settimana dell’arte, che offre copertura alle operazioni di gentrification, che segnano alcune aree della città da diversi anni. Rapide accelerazioni hanno portato alla nascita dell’ostello di lusso Combo, del market/ristorante gourmet Mercato Centrale, sino al progetto di Student Hotel nei pressi della Dora e alla trasformazione dell’ex ospedale Maria Adelaide in nuovo Studentato per le Universiadi che la città di plastica si è aggiudicata. La pandemia ha rallentato la corsa, ma ora i blocchi di interessi che si addensano intorno alla nuova Torino smart, turistica, artistica e accademica, stanno prendendo la rincorsa per il rash finale.\r\nNon tutti sono d’accordo ed è per questo che un gruppo informale di persone ha deciso di lanciare una street sabato 6 novembre. La Shit Parade, partita dai giardini (ir)reali è poi approdata in piazza Castello e di lì verso Porta Palazzo a Combo, passando dal bar “Pausa Caffé”, che tinge di arcobaleno l’operazione “sponde sicure” per finire nell’area di San Pietro in Vincoli, da dove due anni fa sono stati cacciati gli straccivendoli, che resistevano da nove mesi in quella piazza, dove erano stati confinati anni prima. Ma anche lì l’ansia di decoro si è tradotta in guerra ai poveri e gli straccivendoli sono stati sgomberati e deportati nel nulla di via Carcano a due passi del cimitero.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna del gruppo informale che ha promosso la Shit\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-09-shit-parade.mp3\"][/audio]","9 Novembre 2021","2021-11-09 12:31:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-09_08-05-16.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Shit parade indecorosa contro sgomberi e gentrification",1636461083,[124,125,126,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/balon/","http://radioblackout.org/tag/combo/","http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/pausa-caffe/","http://radioblackout.org/tag/shit-parade/","http://radioblackout.org/tag/straccivendoli/",[21,131,132,133,134,135],"combo","gentrification","pausa caffè","shit parade","straccivendoli",{"post_content":137,"post_title":142},{"matched_tokens":138,"snippet":140,"value":141},[23,139,86,73],"è","Ma anche lì l’ansia di \u003Cmark>decoro\u003C/mark> si \u003Cmark>è\u003C/mark> tradotta in guerra ai \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> gli straccivendoli sono stati","Lo scorso sabato una street si \u003Cmark>è\u003C/mark> presa le strade della città, per grattare via un po’ della vernice brillante con la quale si \u003Cmark>è\u003C/mark> addobbata Torino per la settimana dell’arte, che offre copertura alle operazioni di gentrification, che segnano alcune aree della città da diversi anni. 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Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2017","2017-04-23 17:02:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1.jpg 877w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Resistenza continua, non antifascismo ingessato",1492801878,[168,169,170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/antifascimo/","http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/san-salvario/",[30,25,174,175,32],"militarizzazione","resistenza",{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[73,23,86,73],"vero significato delle parole \"sicurezza\" \u003Cmark>e\u003C/mark> \"\u003Cmark>decoro\u003C/mark>\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> ricchi, tra chi può","In mezzo a tante polemiche su pretestuose presenze di bandiere sioniste o palestinesi, strategie politichesi di presenze/assenze in piazza per testimoniare uno stantio antifascismo imbalsamato, l'iniziativa degli antifascisti torinesi del quartiere di San Salvario si ammanta di argomentazioni \u003Cmark>e\u003C/mark> motivi che attualizzano il bisogno di avversare le pulsioni razziste, militariste... contro le deportazioni, le fabbriche d'armi \u003Cmark>e\u003C/mark> la difesa dell'industria del divertimento a pagamento: tutte forme odierne di fascismo.\r\n\r\nAbbiamo sentito Livia, una compagna del quartiere tra gli organizzatori della manifestazione che partirà sabato 22 aprile in piazza Graf alle 16:\r\n\r\nLiviaCorteoSanSalvario\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito alcune considerazioni scaturite nel percorso di preparazione del corteo:\r\n\r\nDopo il fallimento del “golpe” referendario del 4 dicembre scorso, l'oligarchia dominante in Italia ha messo in disparte Renzi (\u003Cmark>e\u003C/mark> le sue voglie di rivincita personale attraverso elezioni anticipate) \u003Cmark>e\u003C/mark> ha messo ai posti di guida una serie di personaggi pragmatici, abituati a fare diligentemente il loro mestiere. Per un ministero importante come gli Interni \u003Cmark>è\u003C/mark> stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA \u003Cmark>è\u003C/mark> un centro studi sui temi d’intelligence \u003Cmark>e\u003C/mark> analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti \u003Cmark>e\u003C/mark> dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni \u003Cmark>e\u003C/mark> servizi segreti in ambito nazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> Nato. Oggi la fondazione ICSA \u003Cmark>è\u003C/mark> composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi \u003Cmark>e\u003C/mark> statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello \u003Cmark>e\u003C/mark> finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente \u003Cmark>è\u003C/mark> sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, \u003Cmark>e\u003C/mark> per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra \u003Cmark>e\u003C/mark> frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, spacciatori, abusivi \u003Cmark>e\u003C/mark> altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti \u003Cmark>e\u003C/mark> il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza \u003Cmark>e\u003C/mark> quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile \u003Cmark>e\u003C/mark> che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà \u003Cmark>e\u003C/mark> rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria \u003Cmark>e\u003C/mark> il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza \u003Cmark>è\u003C/mark> a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello \u003Cmark>è\u003C/mark> abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori \u003Cmark>e\u003C/mark> parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti \u003Cmark>e\u003C/mark> turisti danarosi) \u003Cmark>e\u003C/mark> periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo \u003Cmark>e\u003C/mark> repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti \u003Cmark>è\u003C/mark> anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti \u003Cmark>e\u003C/mark> di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica \u003Cmark>e\u003C/mark> poi \u003Cmark>è\u003C/mark> stato normato \u003Cmark>e\u003C/mark> respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi \u003Cmark>è\u003C/mark> al centro di un processo di gentrificazione, \u003Cmark>e\u003C/mark> abusivi \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro \u003Cmark>e\u003C/mark> non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia \u003Cmark>e\u003C/mark> il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. \u003Cmark>è\u003C/mark> una prigione, \u003Cmark>e\u003C/mark> come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi \u003Cmark>e\u003C/mark> torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio \u003Cmark>è\u003C/mark> sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città \u003Cmark>e\u003C/mark> la vivibilità dei territori \u003Cmark>e\u003C/mark> di promuovere interventi volti al mantenimento del \u003Cmark>decoro\u003C/mark> urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" \u003Cmark>e\u003C/mark> \"\u003Cmark>decoro\u003C/mark>\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> ricchi, tra chi può consumare \u003Cmark>e\u003C/mark> chi \u003Cmark>è\u003C/mark> \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. \u003Cmark>E\u003C/mark>' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato \u003Cmark>e\u003C/mark> voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, \u003Cmark>e\u003C/mark> a soffrirne sono \u003Cmark>e\u003C/mark> saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone \u003Cmark>e\u003C/mark> simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, \u003Cmark>e\u003C/mark> si tende a tramutarlo in ostilità verso chi \u003Cmark>è\u003C/mark> già di per sè escluso \u003Cmark>e\u003C/mark> facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere \u003Cmark>è\u003C/mark> dettata dall'alto \u003Cmark>e\u003C/mark> dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica \u003Cmark>e\u003C/mark> portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia \u003Cmark>e\u003C/mark> degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale \u003Cmark>e\u003C/mark> fomentano la guerra tra \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, indicendo ronde \u003Cmark>e\u003C/mark> presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non \u003Cmark>è\u003C/mark> morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo \u003Cmark>e\u003C/mark> combatterlo \u003Cmark>è\u003C/mark> il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, \u003Cmark>e\u003C/mark> ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio \u003Cmark>e\u003C/mark> nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF \u003Cmark>E\u003C/mark> LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 \u003Cmark>e\u003C/mark> poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, \u003Cmark>e\u003C/mark> una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, \u003Cmark>e\u003C/mark> divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua \u003Cmark>e\u003C/mark> passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica \u003Cmark>è\u003C/mark> parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri \u003Cmark>e\u003C/mark> cacciabombardieri \u003Cmark>e\u003C/mark> come tale \u003Cmark>è\u003C/mark> complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte \u003Cmark>è\u003C/mark> meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia \u003Cmark>e\u003C/mark> Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi \u003Cmark>è\u003C/mark> divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina \u003Cmark>e\u003C/mark> via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> vengono controllati, rinchiusi, deportati), \u003Cmark>e\u003C/mark> da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte \u003Cmark>e\u003C/mark> trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava \u003Cmark>e\u003C/mark> si dibatteva” \u003Cmark>e\u003C/mark> intanto veniva colpito “con pugni \u003Cmark>e\u003C/mark> colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta \u003Cmark>e\u003C/mark> imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO \u003Cmark>E\u003C/mark> CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo \u003Cmark>e\u003C/mark> giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ",[182],{"field":94,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":180},[73,23,86,73],1736172818443272200,{"best_field_score":186,"best_field_weight":41,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":49},"3315703873536","1736172818443272305",{"document":189,"highlight":212,"highlights":232,"text_match":242,"text_match_info":243},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":49,"id":192,"is_sticky":49,"permalink":193,"post_author":52,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":55,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":60,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":207},[46],[48],"40412","http://radioblackout.org/2017/02/il-pacchetto-di-minniti-su-immigrazione-e-sicurezza-urbana/","Non ci sono ancora i testi dei due nuovi decreti legge su immigrazione e sicurezza urbana approvati dal Consiglio dei ministri. Potremo valutarne a pieno la portata solo quando potremo conoscerne gli ambiti di applicazione. Un fatto tuttavia è certo. Sul fronte della guerra ai poveri il governo si è dotato di nuove armi.\r\n\r\nI CIE cambiano nome e diventano CPR, centri per il rimpatrio, ma la sostanza non cambia. Ce ne sarà uno per ogni regione. L’unica novità è che dovrebbero essere più piccoli e sorgere lontani dai centri urbani, “vicini agli hub di comunicazione”. Oggi quelli rimasti aperti dopo le rivolte sono solo quattro.\r\nMinniti ha annunciato che i fondi per i rimpatri assistiti saranno raddoppiati.\r\nStretta anche per i profughi, cui viene negato il diritto al ricorso in caso di respingimento della domanda di asilo. In compenso i richiedenti asilo potranno riempire il tempo, in attesa della sentenza sul loro futuro, lavorando gratis, “in favore delle collettività locali”. Ogni comune, in accordo con la Prefettura locale, potrà richiederne l’impiego per attività di “pubblica utilità”. Le cooperative che gestiscono i profughi non garantiscono i loro diritti? Non gli insegnano la lingua, non offrono assistenza legale? Non importa! Grazie al nuovo governo i profughi saranno “messi al lavoro” volontariamente. Quanti si negheranno, nell’illusione che qualche mese di lavoro al verde pubblico o per le strade possa “fare curriculum” per le commissioni territoriali?\r\nAppena respinta la domanda di asilo si perde ogni diritto all’accoglienza: così le strutture hanno più spazi per i nuovi arrivati. Minniti spinge nella clandestinità e getta in strada migliaia di persone e chiama tutto questo “sicurezza”.\r\nIl daspo dei sindaci, il provvedimento adottato dal ministero dell’Interno, per garantire “il decoro urbano” ha caratteri più fumosi.\r\n“Di fronte a reiterati elementi di violazioni di alcune regole in un determinato territorio - ha spiegato Minniti - le autorità possono proporre che chi li ha commessi non possa più frequentare quel determinato territorio”.\r\nSecondo i giornali potrebbe scattare il daspo sull’intera città o per specifici luoghi o quartieri, “di fronte a reiterati elementi di violazioni di alcune regole in un determinato territorio”.\r\nQuali regole? Certo non quelle del codice penale che hanno un proprio ambito di applicazione. Secondo la stampa nel mirino ci sarebbero accattoni, writer, prostitute, gente che bivacca. Poveri ed irregolari. Forse anche chi, nelle città, lotta con i poveri e gli irregolari che cercano di aprirsi spazi di vita. Questi decreti si basano, come diversi altri dispositivi già adottati, alla logica del diritto penale del nemico.\r\nIl ministro vuole attuare le stesse politiche auspicate dalle destre xenofobe senza usare il loro linguaggio.\r\n\r\nE dice: “non abbiamo bisogno di sindaci sceriffi o di un ministro dell'Interno sceriffo, abbiamo bisogno di cooperazione tra territorio e Stato”\r\nNella conferenza stampa di presentazione dei due decreti, ha esordito dichiarando che “la sicurezza urbana va intesa come un grande bene pubblico”.\r\nLa neolingua del ministro dell’Interno ha il sapore acre della burocrazia che trita le vite delle persone per il bene di tutti.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che cura la difesa di migranti e compagni.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2017 02 17 daspo profughi losco","15 Febbraio 2017","2017-02-15 12:25:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Marco-Minniti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Marco-Minniti-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Marco-Minniti-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Marco-Minniti.jpg 648w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il pacchetto di Minniti su immigrazione e “sicurezza urbana”",1487146878,[202,203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/daspo/","http://radioblackout.org/tag/diritto-di-asilo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/profughi/",[208,209,18,210,211],"daspo","diritto di asilo","immigrazione","profughi",{"post_content":213,"post_title":217,"tags":220},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[86,73],"nelle città, lotta con i \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> gli irregolari che cercano di","Non ci sono ancora i testi dei due nuovi decreti legge su immigrazione \u003Cmark>e\u003C/mark> sicurezza urbana approvati dal Consiglio dei ministri. 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Spariscono panchine, bagni e fontane, proliferano locali e nogozi mentre a livello pubblico e mediatico ci si scaglia contro il degrado delle stazioni invocando maggiori controlli e chiusura degli accessi in nome della sicurezza. Ma quella che viene chiamata sicurezza e decoro assume i contorni netti della guerra contro i soggetti marginali che ruotano intorno alle stazioni, poveri, immigrati, barboni che devono essere allontanati per lasciare spazio a centri commerciali. Trasformando lo spazio pubblico in spazio privato, è ancora una volta il portafoglio il passepartout per accedere a questi luoghi e la valorizzazione economica il fine dell’intera operazione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Wolf Bukowski autore di un articolo che tratta delle trasformazioni delle stazioni, delle speculazioni e degli attori coinvolti in questi progetti e del dispositivo sociale messo in piedi per espellere gli indesiderati.\r\n\r\nUnknown","19 Novembre 2017","2017-11-20 12:54:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/382_expo_a_lmd80-00382_03-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/382_expo_a_lmd80-00382_03-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/382_expo_a_lmd80-00382_03-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/382_expo_a_lmd80-00382_03.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dentro e intorno alla stazione",1511050619,[],[],{"post_content":262,"post_title":266},{"matched_tokens":263,"snippet":264,"value":265},[73,23],"quella che viene chiamata sicurezza \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>decoro\u003C/mark> assume i contorni netti della","Le stazioni delle nostre città stanno subendo repentini cambiamenti. 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Viene distint@ il/la migrante meritevole da quell@o non meritevole, destinat@o ad essere espuls@o o a essere sfruttato@ nel lavoro a basso costo.\r\n\r\nI/le poch@ a cui viene riconosciuto lo status di rifugiat@ sono obbligat@ a rimanere nel Paese, spesso alla mercè di cooperative che guadagnano riducendo al minimo salario e diritti, senza potersi muovere liberamente e costretti a entrare nel circuito del capolarato.\r\n\r\nA chi si vede negata la domanda di asilo tocca un destino peggiore: essere rimpatriat@ in paesi dove regnano povertà e guerre o diventare clandestin@, rischiando di rimanere intrappolat@ in traffici illeciti, tratte umane e manodopera in nero. I/le migrant@ possono essere differenziat@ e etichettat@ diversamente, ma il loro corpo è destinato a essere sfruttato.\r\n\r\nI confini vengono utilizzati per generare paura, additando il migrante come divers@ e colpevole delle condizioni di povertà e precarietà della popolazione italiana. 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Lo sgombero delle occupazioni abitative e l’introduzione di nuovi strumenti di controllo e repressione per la polizia, si accompagnano alla riduzione del “reddito di cittadinanza” ad una misura di sostegno alla povertà, né universale né incondizionato, in cambio della quale sarà oltretutto estorto lavoro gratuito.\r\n\r\nA perderci sono sempre gli/le stess@: migranti sequestrat@ in mare ed espuls@ dall'Italia; milioni di precar@ che non percepiranno alcun reddito di cittadinanza; occupant@ di case che, in caso di sgombero, non avranno diritto ad alcuna ricollocazione; donne e soggettività LGBTQI contro cui si scagliano con violenza le politiche demografiche, misogine e familiste del ministro Fontana e del ddl Pillon.\r\n\r\nAnche il genere e i corpi sono diventati luoghi sui quali decidere e ratificare: Verona è diventata ufficialmente città pro-vita, rendendo ancora più difficile alle donne la possibilità di accedere alla possibilità di abortire (già messa a repentaglio dall’obiezione di coscienza), mentre a livello nazionale le soggettività LGBT e queer vengono attaccate e stigmatizzate dal governo.\r\n\r\nIl “decreto immigrazione e sicurezza” proposto da Salvini conferma la preponderanza del razzismo, dell’autoritarismo e del patriarcato negli orientamenti del governo. Il confinamento dei corpi migranti e di tutt@ coloro i/le qual@ non risultano conform@ al “decoro pubblico” è il contenuto principale del decreto, introducendo misure che richiamano da vicino un modello di apartheid.\r\n\r\nLa cancellazione della protezione umanitaria per i rifugiati, la revoca del diritto d'asilo per una condanna in primo grado di qualsiasi tipo e l'inasprimento delle pene contro le manifestazioni di dissenso sono alcuni dei tratti principali del regime razziale e securitario che il governo ci vuole imporre.\r\n\r\nUn regime violento in cui la repressione, spacciata per sicurezza, tocca anche il tema delle sostanze, disegnando altri confini immaginari, come quelli fra sostanze legali e illegali, definendo all’interno di quali limiti possiamo o non possiamo divertirci. Vite rovinate e decenni di risorse buttate in inutili guerre alla droga hanno insegnato che le uniche soluzioni al problema sono la liberalizzazione e la depenalizzazione della sostanza, la riduzione del danno e la sensibilizzazione informata.\r\n\r\nDavanti a tutto ciò non possiamo restare in silenzio: mentre dai palazzi del potere insistono con l’invenzione di un'invasione, che nei fatti non esiste, accompagnata ad una costante incitazione all’odio, noi continuiamo a voler costruire un mondo libero, aperto ed accogliente.\r\n\r\nVogliamo l’apertura delle frontiere. Vogliamo allargare e intensificare questa ondata di resistenza antirazzista, che da Ventimiglia a Riace, da Macerata a Catania, ha visto scendere in piazza migliaia e migliaia di persone.\r\n\r\nMobilitarsi e riprendersi le strade diventa allora essenziale!\r\n\r\nNon solo Torino si trova a pochi passi dalla frontiera francese, dove una rete di solidarietà ed autorganizzazione si è da tempo sviluppata accanto ai migranti respinti alla frontiera, ma in contemporanea i 5 Stelle torinesi risultano oggi in piena continuità con il governo pentaleghista nazionale.\r\n\r\nNon hanno soltanto disatteso e tradito tutte le promesse elettorali grazie alle quali conquistarono consenso, arrivando a governare la città, ma si preparano ora ad applicare le direttive di Salvini e Di Maio, procedendo allo sgombero degli spazi sociali e delle occupazioni abitative, cioè attaccando quei “beni comuni” dei quali si vantavano fino a poco tempo fa.\r\n\r\nLe ultime notizie trapelate dall’incontro tra Sindaca e Salvini su un possibile sgombero di un’altra palazzina dell’Ex-MOI ne sono l’ennesima dimostrazione. Lo sgombero di Chez Jesus avvenuto stamattina all’alba a Claviere, alle soglie dell’inverno, non può che rafforzare i timori che si voglia procedere ad un atto di forza anche per l’Ex-MOI.\r\n\r\nUna mobilitazione aperta e trasversale è necessaria per dire che Torino non accetterà il razzismo di Stato, per dire che la nostra città intende rifiutare l’applicazione delle direttive razziste, sessiste e securitarie del Governo, per ribadire che Torino è città aperta e solidale, decisa a schierarsi con chi abbatte confini e frontiere, qualsiasi forma essi assumano.\r\n\r\nFacciamo un appello alle reti di solidarietà migrante, alla cultura e all’arte indipendente, alle associazioni, ai centri sociali, ai sindacati, al movimento transfemminista, ai collettivi LGBT, per una grande giornata di opposizione al Governo, una giornata per la libertà di movimento, di espressione, di divertimento.\r\n\r\nNon accettiamo, oggi più che mai, di vedere imposti dall’alto confini e barriere al solo scopo di alimentare la guerra tra poveri e di mettere a profitto i nostri corpi. Vogliamo libertà di movimento e di autodeterminazione per tutt@: libertà di scegliere in quale paese progettare un futuro, libertà di accettare o meno un lavoro, libertà di scegliere se e quando fare figl@.\r\n\r\nCi vogliono normat@, ordinat@, ubbiendient@ e silenzios@ nella loro malata idea di decoro, triste prigione ideologica fatta di legalità, moralità e perbenismo.\r\n\r\nIn questa città le strade e i corpi sono ormai terreno di scontro e noi ci saremo! Non ci avrete mai come volete voi!\r\n\r\nCi vediamo sabato 27 ottobre, alle ore 15.\r\nRitrovo al Balon in Corso Giulio Cesare, all’altezza di Ponte Mosca - Fermata Borgo Dora.\r\nSarà un corteo musicale, meticcio, libero e solidale!\r\n\r\nContro razzismo e confini, No al Decreto Salvini!\r\nRiprendiamoci le strade!\"","23 Ottobre 2018","2018-10-24 16:11:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/street_03_print-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/street_03_print-300x157.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/street_03_print-300x157.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/street_03_print-768x403.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/street_03_print-1024x537.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Reclaim the street senza confini",1540301983,[290,291,292,66],"http://radioblackout.org/tag/confini/","http://radioblackout.org/tag/ecreto-salvini/","http://radioblackout.org/tag/reclaim-the-street-antirazzista/",[294,295,296,15],"confini","ecreto salvini","reclaim the street antirazzista",{"post_content":298},{"matched_tokens":299,"snippet":300,"value":301},[86,73],"di alimentare la guerra tra \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> di mettere a profitto i","Il 27 ottobre si terrà una reclaim the street antirazzista per le strade di Torino.\r\n\r\nL'appuntamento \u003Cmark>è\u003C/mark> alle 15 in corso Giulio Cesare, tra Ponte Mosca ed ex stazione Torino Ceres per una merenda condivisa con la gente del quartiere, poi si attraverserà il mercato, il centro sino alla stazione \u003Cmark>e\u003C/mark> a San Salvario.\r\nUn modo per riprendersi le strade ostaggio dei militari, delle retate razziste, della propaganda della paura.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Ilaria.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 23 reclaim iliaria\r\n\r\nDi seguito il testo diffuso dalla rete Reclaim the street:\r\n\r\n\"Contro disuguaglianze, confini \u003Cmark>e\u003C/mark> decreti razzisti, riprendiamoci le strade!\r\n\r\nIn Italia \u003Cmark>e\u003C/mark> in Europa assistiamo, da tempo, ai violenti effetti prodotti dalla propaganda contro chi migra \u003Cmark>e\u003C/mark> a favore della difesa militare dei confini: le frontiere vengono usate come arma di controllo \u003Cmark>e\u003C/mark> repressione fomentando un clima di odio che sfocia in violenze quotidiane contro migranti \u003Cmark>e\u003C/mark> più deboli.\r\n\r\nI confini segnano chi può essere accettato \u003Cmark>e\u003C/mark> chi no.\r\n\r\nLa cosiddetta “accoglienza” poggia su un sistema basato su una selezione di chi \u003Cmark>è\u003C/mark> degno di potersi spostare dal proprio paese. Viene distint@ il/la migrante meritevole da quell@o non meritevole, destinat@o ad essere espuls@o o a essere sfruttato@ nel lavoro a basso costo.\r\n\r\nI/le poch@ a cui viene riconosciuto lo status di rifugiat@ sono obbligat@ a rimanere nel Paese, spesso alla mercè di cooperative che guadagnano riducendo al minimo salario \u003Cmark>e\u003C/mark> diritti, senza potersi muovere liberamente \u003Cmark>e\u003C/mark> costretti a entrare nel circuito del capolarato.\r\n\r\nA chi si vede negata la domanda di asilo tocca un destino peggiore: essere rimpatriat@ in paesi dove regnano povertà \u003Cmark>e\u003C/mark> guerre o diventare clandestin@, rischiando di rimanere intrappolat@ in traffici illeciti, tratte umane \u003Cmark>e\u003C/mark> manodopera in nero. I/le migrant@ possono essere differenziat@ \u003Cmark>e\u003C/mark> etichettat@ diversamente, ma il loro corpo \u003Cmark>è\u003C/mark> destinato a essere sfruttato.\r\n\r\nI confini vengono utilizzati per generare paura, additando il migrante come divers@ \u003Cmark>e\u003C/mark> colpevole delle condizioni di povertà \u003Cmark>e\u003C/mark> precarietà della popolazione italiana. Il migrante diviene un pericolo per i diritti di chi ha la pelle bianca: il risultato \u003Cmark>è\u003C/mark> una guerra fra pover@ voluta dai ricchi \u003Cmark>e\u003C/mark> dai potenti.\r\n\r\nMa oggi, se possibile, la situazione \u003Cmark>è\u003C/mark> ancor più grave. La Lega \u003Cmark>e\u003C/mark> i 5 Stelle, dopo aver cavalcato la giusta rabbia contro la crisi \u003Cmark>e\u003C/mark> le politiche d’austerità ed essere così giunti al governo, hanno dichiarato guerra ai pover@, ai divers@ \u003Cmark>e\u003C/mark> agli sfruttat@, qualunque sia il colore della loro pelle.\r\n\r\nA sei mesi dalla firma del “contratto di governo”, \u003Cmark>è\u003C/mark> diventato chiaro che i respingimenti \u003Cmark>e\u003C/mark> i sequestri delle navi operati nel Mediterraneo \u003Cmark>e\u003C/mark> la retorica razzista \u003Cmark>e\u003C/mark> sessista del Governo, vanno di pari passo con la riduzione delle promesse “sociali” dei 5 Stelle. Lo sgombero delle occupazioni abitative \u003Cmark>e\u003C/mark> l’introduzione di nuovi strumenti di controllo \u003Cmark>e\u003C/mark> repressione per la polizia, si accompagnano alla riduzione del “reddito di cittadinanza” ad una misura di sostegno alla povertà, né universale né incondizionato, in cambio della quale sarà oltretutto estorto lavoro gratuito.\r\n\r\nA perderci sono sempre gli/le stess@: migranti sequestrat@ in mare ed espuls@ dall'Italia; milioni di precar@ che non percepiranno alcun reddito di cittadinanza; occupant@ di case che, in caso di sgombero, non avranno diritto ad alcuna ricollocazione; donne \u003Cmark>e\u003C/mark> soggettività LGBTQI contro cui si scagliano con violenza le politiche demografiche, misogine \u003Cmark>e\u003C/mark> familiste del ministro Fontana \u003Cmark>e\u003C/mark> del ddl Pillon.\r\n\r\nAnche il genere \u003Cmark>e\u003C/mark> i corpi sono diventati luoghi sui quali decidere \u003Cmark>e\u003C/mark> ratificare: Verona \u003Cmark>è\u003C/mark> diventata ufficialmente città pro-vita, rendendo ancora più difficile alle donne la possibilità di accedere alla possibilità di abortire (già messa a repentaglio dall’obiezione di coscienza), mentre a livello nazionale le soggettività LGBT \u003Cmark>e\u003C/mark> queer vengono attaccate \u003Cmark>e\u003C/mark> stigmatizzate dal governo.\r\n\r\nIl “decreto immigrazione \u003Cmark>e\u003C/mark> sicurezza” proposto da Salvini conferma la preponderanza del razzismo, dell’autoritarismo \u003Cmark>e\u003C/mark> del patriarcato negli orientamenti del governo. Il confinamento dei corpi migranti \u003Cmark>e\u003C/mark> di tutt@ coloro i/le qual@ non risultano conform@ al “\u003Cmark>decoro\u003C/mark> pubblico” \u003Cmark>è\u003C/mark> il contenuto principale del decreto, introducendo misure che richiamano da vicino un modello di apartheid.\r\n\r\nLa cancellazione della protezione umanitaria per i rifugiati, la revoca del diritto d'asilo per una condanna in primo grado di qualsiasi tipo \u003Cmark>e\u003C/mark> l'inasprimento delle pene contro le manifestazioni di dissenso sono alcuni dei tratti principali del regime razziale \u003Cmark>e\u003C/mark> securitario che il governo ci vuole imporre.\r\n\r\nUn regime violento in cui la repressione, spacciata per sicurezza, tocca anche il tema delle sostanze, disegnando altri confini immaginari, come quelli fra sostanze legali \u003Cmark>e\u003C/mark> illegali, definendo all’interno di quali limiti possiamo o non possiamo divertirci. Vite rovinate \u003Cmark>e\u003C/mark> decenni di risorse buttate in inutili guerre alla droga hanno insegnato che le uniche soluzioni al problema sono la liberalizzazione \u003Cmark>e\u003C/mark> la depenalizzazione della sostanza, la riduzione del danno \u003Cmark>e\u003C/mark> la sensibilizzazione informata.\r\n\r\nDavanti a tutto ciò non possiamo restare in silenzio: mentre dai palazzi del potere insistono con l’invenzione di un'invasione, che nei fatti non esiste, accompagnata ad una costante incitazione all’odio, noi continuiamo a voler costruire un mondo libero, aperto ed accogliente.\r\n\r\nVogliamo l’apertura delle frontiere. Vogliamo allargare \u003Cmark>e\u003C/mark> intensificare questa ondata di resistenza antirazzista, che da Ventimiglia a Riace, da Macerata a Catania, ha visto scendere in piazza migliaia \u003Cmark>e\u003C/mark> migliaia di persone.\r\n\r\nMobilitarsi \u003Cmark>e\u003C/mark> riprendersi le strade diventa allora essenziale!\r\n\r\nNon solo Torino si trova a pochi passi dalla frontiera francese, dove una rete di solidarietà ed autorganizzazione si \u003Cmark>è\u003C/mark> da tempo sviluppata accanto ai migranti respinti alla frontiera, ma in contemporanea i 5 Stelle torinesi risultano oggi in piena continuità con il governo pentaleghista nazionale.\r\n\r\nNon hanno soltanto disatteso \u003Cmark>e\u003C/mark> tradito tutte le promesse elettorali grazie alle quali conquistarono consenso, arrivando a governare la città, ma si preparano ora ad applicare le direttive di Salvini \u003Cmark>e\u003C/mark> Di Maio, procedendo allo sgombero degli spazi sociali \u003Cmark>e\u003C/mark> delle occupazioni abitative, cioè attaccando quei “beni comuni” dei quali si vantavano fino a poco tempo fa.\r\n\r\nLe ultime notizie trapelate dall’incontro tra Sindaca \u003Cmark>e\u003C/mark> Salvini su un possibile sgombero di un’altra palazzina dell’Ex-MOI ne sono l’ennesima dimostrazione. Lo sgombero di Chez Jesus avvenuto stamattina all’alba a Claviere, alle soglie dell’inverno, non può che rafforzare i timori che si voglia procedere ad un atto di forza anche per l’Ex-MOI.\r\n\r\nUna mobilitazione aperta \u003Cmark>e\u003C/mark> trasversale \u003Cmark>è\u003C/mark> necessaria per dire che Torino non accetterà il razzismo di Stato, per dire che la nostra città intende rifiutare l’applicazione delle direttive razziste, sessiste \u003Cmark>e\u003C/mark> securitarie del Governo, per ribadire che Torino \u003Cmark>è\u003C/mark> città aperta \u003Cmark>e\u003C/mark> solidale, decisa a schierarsi con chi abbatte confini \u003Cmark>e\u003C/mark> frontiere, qualsiasi forma essi assumano.\r\n\r\nFacciamo un appello alle reti di solidarietà migrante, alla cultura \u003Cmark>e\u003C/mark> all’arte indipendente, alle associazioni, ai centri sociali, ai sindacati, al movimento transfemminista, ai collettivi LGBT, per una grande giornata di opposizione al Governo, una giornata per la libertà di movimento, di espressione, di divertimento.\r\n\r\nNon accettiamo, oggi più che mai, di vedere imposti dall’alto confini \u003Cmark>e\u003C/mark> barriere al solo scopo di alimentare la guerra tra \u003Cmark>poveri\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> di mettere a profitto i nostri corpi. 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Sulle pagine di Umanità Nova divampa il dibattito. Ne abbiamo parlato con Lorcon.\r\n\r\nIl 12 aprile in 20 città italiane si sono svolti presidi contro la violenza dei tribunali in solidarietà con Laura, violentata due volte: da un uomo e dal tribunale di Torino\r\nDonald Trump va alla guerra. Ne abbiamo discusso con Robertino\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Prefetti e sindaci hanno ora il potere di cacciare poveri e sovversivi dalle città. La nuova legge sulla sicurezza urbana sancisce un salto di paradigma nella guerra ai poveri.\r\nProssimi appuntamenti\r\nGiovedì 20 aprile\r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. 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La politica istituzionale, incapace di offrire qualche briciola dalla tavola imbandita dei ricchi e dei potenti di cosa si occupa?\r\nDi paura. E di decoro.\r\nSi occupa di fioriere, aiuole recintate, di panchine antibivacco, di scritte sui muri, di videosorveglianza, di controllo e soprattutto di selezionare chi può stare in città e chi non se lo merita. 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La risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche e pratiche degli altri movimenti di liberazione e, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l'antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non è più chiamato a dimostrare l'inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare la liberazione dei corpi sensuali. È da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/ \r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46 - Contatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/ \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","20 Febbraio 2020","2020-02-21 17:19:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/uccidere-per-amore.jpg__1200x675_q85_crop_subsampling-2_upscale-200x110.jpg","Anarres del 14 febbraio. Palestina: il piano Trump. Amore romantico e femminicidio. 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Una settimana di informazione \u003Cmark>e\u003C/mark> lotta transfemminista\r\n\r\nLunedì 2 marzo\r\nore 16,30\r\nSul mio corpo decido io, non lo Stato non il vostro dio\r\npresidio in piazza Vittorio Veneto 10 di fronte alla farmacia Algostino & Demicheli che rifiuta di vendere contraccettivi. \r\nMercoledì 4 marzo\r\nore 16,30\r\npresidio in via Roma vicino alla sede di Repubblica\r\nTi amo da (farti) morire\r\nUccise due volte. La narrazione che nega \u003Cmark>e\u003C/mark> cancella le vite delle donne\r\n\r\nSabato 7 marzo\r\nore15,30\r\nin via Montebello – area pedonale – sotto la Mole\r\npresidio “Ruoli in gioco. Rappresentazione De-Genere”\r\n\r\nDomenica 8 marzo\r\ngiornata di lotta in giro per la città\r\n\r\nVenerdì 13 marzo\r\nLa truffa della Green Economy\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà l’economista Francesco Fricche\r\n\r\nVenerdì 20 marzo\r\nQuestioni di specie\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà Massimo Filippi, l’autore del libro\r\nIn risposta all'animalismo da talk show, questo libro sostiene una tesi molto chiara: lo sfruttamento \u003Cmark>e\u003C/mark> la messa a morte dei corpi animali sono parte integrante dell'ideologia \u003Cmark>e\u003C/mark> delle prassi di potere. La società in cui viviamo utilizza la carne dei non umani (\u003Cmark>e\u003C/mark> di chi a questi \u003Cmark>è\u003C/mark> equiparato) come materiale da costruzione per le sue architetture gerarchiche, al fine di riprodurre la struttura sacrificale su cui si erge. La risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche \u003Cmark>e\u003C/mark> pratiche degli altri movimenti di liberazione \u003Cmark>e\u003C/mark>, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l'antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non \u003Cmark>è\u003C/mark> più chiamato a dimostrare l'inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare la liberazione dei corpi sensuali. \u003Cmark>È\u003C/mark> da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio \u003Cmark>e\u003C/mark> la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":498,"snippet":499,"value":499},[73],"Anarres del 7 febbraio. Ferrovie: i tagli che uccidono. La scuola va in guerra. Foibe: il buio sui crimini fascisti. Pedagogia libertaria \u003Cmark>e\u003C/mark> trasformazione sociale...",[501,503],{"field":94,"matched_tokens":502,"snippet":467,"value":496},[74,23],{"field":103,"matched_tokens":504,"snippet":499,"value":499},[73],{"best_field_score":447,"best_field_weight":41,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":448,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":49},{"document":507,"highlight":519,"highlights":524,"text_match":445,"text_match_info":527},{"comment_count":49,"id":508,"is_sticky":49,"permalink":509,"podcastfilter":510,"post_author":52,"post_content":511,"post_date":512,"post_excerpt":55,"post_id":508,"post_modified":513,"post_thumbnail":514,"post_title":515,"post_type":353,"sort_by_date":516,"tag_links":517,"tags":518},"56911","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-gennaio-mortale-partita-a-scacchi-in-medio-oriente-basi-della-guerra-in-italia-la-scelta-di-nicoletta-droni-al-valentino-gradisca-ha-aperto-un-lager/",[316],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/2020-01-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti\r\n\r\nIl grande gioco di potere in Medio Oriente. Una mortale partita a scacchi. Ne abbiamo discusso con Lorenzo della redazione di Umanità Nova.\r\n\r\nAviano, Sigonella, Vicenza. Basi per la guerra in Iran\r\n\r\nLa scelta di Nicoletta\r\n\r\nDroni al Valentino. La nuova frontiera del controllo dell’amministrazione Appendino\r\n\r\nGradisca. Ha aperto un lager… \r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea No CPR, no frontiere del Friuli e della Venezia Giulia\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 gennaio\r\nspezzone anarchico al corteo No Tav contro la repressione\r\nore 13 piazza Statuto\r\n\r\nSabato 18 gennaio\r\npunto info contro retate sui tram, decoro urbano e droni spia\r\nore 10,30 a Porta Palazzo\r\n\r\nVenerdì 24 gennaio\r\ncena indecorosa “no drone”\r\nbenefit lotte sociali \r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nprenotazioni: fai_torino@autistici.org\r\nQuanto costa? Tanto da chi ha tanto, poco per chi ha poco. Quanto si può, più che si può\r\n\r\nVenerdì 21 febbraio\r\nIl decoro illustrato\r\nspettacolo di e con Filomena Sottile\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nSe, come dice Mark Fisher, è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo, se cioè manca la possibilità di pensare un diverso sistema economico e una diversa organizzazione sociale, di che si occupa davvero la politica istituzionale? Di decoro.\r\nSi occupa di fioriere, aiuole recintate, di panchine antibivacco, di scritte sui muri, di videosorveglianza, di controllo e soprattutto di selezionare chi può stare in città e chi non se lo merita. Sotto la maschera compita e sorridente della buona educazione, del buonsenso, dell’ordine c’è il cipiglio severo di chi si è autonominato “persona per bene” e lo sguardo paranoico di chi, dall’alto del suo privilegio, continua a condurre la lotta di classe contro i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile questa volta sviscera il libro La buona educazione degli oppressi di Wolf Bukowski e si presenta nei duplici panni della punkastorie e della guida turistica alla città decorosa.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. 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