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Lo sciopero è contro i tagli del governo Meloni che, mentre si impegna a riempire il Paese di nuovo debito finalizzato al riarmo e al trasferimento della ricchezza nazionale nelle mani dell'industria bellica, taglia le risorse per l'Università e per la ricerca (tranne ovviamente quelle finalizzate alla guerra); contro la riforma Bernini che prevede ulteriore precarietà per tutte le figure che lavorano all'Università e che non si vedono riconosciuto un contratto dignitoso e contro la condizione inaccettabile dei lavoratori che operano in appalto presso gli atenei, i quali sono costretti ad accettare condizioni di lavoro peggiorative rispetto a quelle che spetterebbero loro. Le Università e il mondo della ricerca sono, ormai da decenni, investite da un processo di riforme neo liberali che si traducono nella progressiva riduzione dei fondi, nell’aumento della precarietà e nel continuo ricorso all’esternalizzazione di molte funzioni fondamentali: dai servizi bibliotecari alle pulizie, al portierato. La riforma Bernini è attualmente sospesa (ma non ritirata) a causa delle fortissime proteste che si erano levate e di un esposto presentato alla Commissione Europea. Si tratta di una prima parziale vittoria e dell’indicazione che il solo percorso possibile per invertire la rotta è far crescere la mobilitazione e la protesta nelle università riunendo i lavoratori e le lavoratrici che si vorrebbero frammentare in una miriade di figure professionali in concorrenza tra loro.\r\nLa riduzione dei fondi pubblici è intesa a orientare le Università e i centri di ricerca verso i finanziamenti esterni ponendo il nostro sistema di formazione superiore al servizio di un complesso di interessi che punta cinicamente ad aumentare i profitti privati senza alcun riguardo verso l’interesse collettivo. Non a caso gran parte di questi progetti non prestano attenzione verso la qualità della ricerca e della didattica ma si orientano sugli interessi delle industrie, della “difesa delle frontiere” o sulla corsa al riarmo.\r\nI lavoratori precari dell'università richiedono il taglio della spesa bellica e l'utilizzo di tali fondi per il finanziamento ordinario dell'università per la stabilizzazione delle figure precarie; veri concorsi nazionali, la fine del sistema baronale di valutazione dei precari e la fine del sistema degli appalti e la stabilizzazione del personale esternalizzato di tutti gli atenei.\r\nNe parliamo con Stefano Capello, della Cub.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-12052025-CAPELLO.mp3\"][/audio]","12 Maggio 2025","Sciopero generale lavoratori precari dell'università.","2025-05-12 18:08:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025.jpg 1129w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","SCIOPERO PRECARI UNIVERSITARI CONTRO I TAGLI E LA GUERRA",1747064145,[108,109,110,111],"http://radioblackout.org/tag/armamenti/","http://radioblackout.org/tag/assemblea-universita/","http://radioblackout.org/tag/riforma-bernini/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-precari/",[113,114,115,116],"#armamenti","assemblea università","Riforma Bernini","sciopero precari",{"post_content":118},{"matched_tokens":119,"snippet":121,"value":122},[120],"all'Università","tutte le figure che lavorano \u003Cmark>all'Università\u003C/mark> e che non si vedono","Sciopero nazionale dei lavoratori dell'università oggi 12 maggio. 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Nel giro di poco tempo il presidio si è ingrandito con nuove tende e le sue motivazioni sono state riportate sui vari quotidiani. Dall'inizio di questa settimana si è assistito a un espansione oltre i confini di Milano di azioni contro il caroaffitti: varie tende sono state montate davanti alle università di Roma, Firenze, Bologna, Padova, Cagliari e oggi, mercoledì 10 maggio, anche al Campus Luigi Einaudi a Torino. Gli studenti coinvolti nella protesta chiedono un tavolo di mediazione con il comune e l'università, ma vorrebbero portare le loro proposte anche a livello statale. Sicuramente quello dell'impennata degli affitti non è un problema solo locale ma riguarda le città di tutta la penisola, in particolare quelle interessate da una forte presenza studentesca, e interessa tutti i cittadini. Sono proprio gli studenti uno dei fattori che portano all'aumento dei prezzi, in ragione del fatto che devono trovare un alloggio per poter studiare presso determinate facoltà. Gli studenti vengono anche reputati più disponibili sia ai prezzi elevati che a condizioni abitative impensabili per lavoratori e famiglie. Gli studenti agiscono involontariamente anche sul tessuto cittadino andando a modificare, con la loro presenza, determinate zone che vengono convertite in \"studentesche\", cambiando i negozi e la tipologia di alloggi in affitto, non più interi appartamenti ma singole stanze, o addirittura posti letto. A ciò si aggiungono pratice di riqualificazione delle città che passano anche attraverso gli studentati, in particolare quelli privati, con l'obbiettivo di migliorare il profilo di determinati quartieri e, non da ultimo, aumentare il valore degli immobili situati nei pressi di alloggi universitari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo Colombo di Unione Giovani di Sinistra Lombardia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/CaroAffitti.10052023.mp3\"][/audio]","10 Maggio 2023","2023-05-10 13:39:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/7387414_07144723_tende_affitti_milano-3461341615-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"164\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/7387414_07144723_tende_affitti_milano-3461341615-300x164.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/7387414_07144723_tende_affitti_milano-3461341615-300x164.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/7387414_07144723_tende_affitti_milano-3461341615-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/7387414_07144723_tende_affitti_milano-3461341615.jpg 380w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In tenda davanti alle università contro il caroaffitti",1683725952,[146,147,148],"http://radioblackout.org/tag/caro-affitti/","http://radioblackout.org/tag/studentati/","http://radioblackout.org/tag/universita/",[25,21,150],"università",{"post_content":152},{"matched_tokens":153,"snippet":154,"value":155},[78],"ha montato una tenda davanti \u003Cmark>all'università\u003C/mark> cercando di attirare l'attenzione delle","La protesta è iniziata una settimana fa per iniziativa di una studentessa del Politecnico di Milano che, stufa di non trovare un alloggio decente, ha montato una tenda davanti \u003Cmark>all'università\u003C/mark> cercando di attirare l'attenzione delle istituzioni. 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Il bilancio è di 28 morti e una favela di 40000 abitanti devastata e terrorizzata.\r\n\r\nLa polizia brasiliana ha dichiarato che stava indagando sul reclutamento di adolescenti da parte del Comando Vermelho – banda storica, nata nel 1969 in carcere dall'alleanza tra criminalità comune e militanti di sinistra –, pesantemente coinvolti nel traffico di droga e armi e che hanno base logistica nella favela carioca\r\n\r\nPer capire questa strage bisogna riflettere sui tre protagonisti: il ruolo della polizia, quello dei soggetti e il territorio. I vertici della polizia continuano a rivendicare la strage come un successo e si trincerano dietro la lunga preparazione, trovando in questo semplice fatto l'autolegititmazione; un aspetto che si colloca nella tradizione carioca secondo la quale le forze dell'ordine di Rio sono le più feroci ed assassine, pur non agendo nelle zone più violente del paese – che si trovano nel Nordest del paese. Un modo deliberatamente omicida, perché considerata una prassi efficace per gli scopi educativi, senza tenere conto di procedure richieste dalle regole di ingaggio (visto che si tratta di una Guerra) per operazioni in territori densamente popolati da civili. Questo è possibile per la copertura offerta dai vertici politici, a cominciare dall'incendiario sindaco di Rio, eletto su un programma securitario estremamente violento anche nei toni.\r\nMaschi, giovani, neri e di favela sono i soggetti nel mirino della «bala que nâo erra o alvo», come recita un documento della Red de observatórios da segurança, a questa fascia di popolazione è riservata questa educazione letale, perché è costruita una leggenda attorno a questa tipologia che li rende \"potenzialmente assassinabili\" agli occhi della opinione pubblica. Privati dei diritti civili di cui possono avvalersi le altre persone, al punto che è prassi rimuovere i cadaveri da parte della polizia, laddove sarebbe proibito, perché così alterano le prove della mattanza in piena impunità. Un'impunità che solo la determinazione e la consapevolezza anche politica degli abitanti in favela cerca di intaccare: gli unici processi per gli abusi e gli omicidi della polizia sono venuti per impulso della favela.\r\nLa reazione del territorio è riconducibile a una reazione alla pressione democratica cominciata negli anni Novanta che ha condotto in ambito delle favelas alla messa in discussione di tutte le gerarchie – autoritarismo fascistoide che ha portato al potere Bolsonaro – e questo ha innescato la rabbiosa reazione poliziesca che vuole ripristinare tutte quelle gerarchie. Rimettere al loro posto le favelas.\r\nQuanta violenza è necessaria per mantenere una realtà con diseguaglianze così forti dal punto di vista economico, territoriale e razziale.\r\nNe abbiamo parlato con Silvia Stefani, ricercatrice all'Università di Torino:\r\n\r\nAscolta \"Polizia, soggetti da favela e territorio: ruoli e gerarchie\" su Spreaker.","14 Maggio 2021","2021-05-14 09:49:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-768x576.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Polizia, soggetti da favela e territorio: ruoli e gerarchie",1620985768,[174,175,176,177,178,179,180],"http://radioblackout.org/tag/comandovermelho/","http://radioblackout.org/tag/jacarezinho/","http://radioblackout.org/tag/mortos/","http://radioblackout.org/tag/necropolitica/","http://radioblackout.org/tag/riodejaneiro/","http://radioblackout.org/tag/traficantes/","http://radioblackout.org/tag/favelas/",[182,183,184,185,29,27,17],"#comandovermelho","#jacarezinho","#mortos","#necropolitica",{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":190,"value":191},[189],"Privati","agli occhi della opinione pubblica. \u003Cmark>Privati\u003C/mark> dei diritti civili di cui","Jacarezinho - 7 maggio 2021, è un episodio che va contestualizzato non solo nella favela in questione ma in un sistema e in una Guerra alla droga che ha assunto da tempo i contorni di operazioni militari, già presenti in Messico e in parte in Colombia che rispondono all'adozione delle modalità della necropolitica, come già accennato da Laura Burocco su \"il manifesto\" (11 maggio 2021), dove è evidenziata la quantità di esecuzioni sommarie, confermata dal confronto con gli arresti (solo 6). 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Il che non implica un’automatica cessazione di funzione dello stato, uno Stato che ridimensionando gli ammortizzatori sociali si ritrova oggi snello e in forma per rafforzare ulteriormente le sue funzioni vitali: quelle di ordine pubblico, attraverso il duplice ricatto della fabbricazione del nemico interno e del nemico esterno.\r\nI meccanismi della globalizzazione obbligano lo stato nazionale a dismettere parte della propria sovranità politica ed economica che viene sussunta su scala sovranazionale attraverso dispositivi di governance (Fmi, Bce, Nato, etc).\r\nLo spazio della politica si riduce drasticamente, a favore della gestione, dell’amministrazione, della governance si restringe sino a richiedere l’esautorazione delle stesse forme della democrazia parlamentare: i luoghi collettivi scompaiono a vantaggio di organi monocratici della decisione politica. L’autoritarismo leaderista e individualista si afferma nelle sfere più disparate, incentivato tanto da procedure elettorali segnate dal marketing politico, quanto da spostamenti significativi della deliberazione politica vera e propria in capo a singoli individui e non più ad assisi parlamentari.\r\nParlare pertanto di crisi in questi tempi è riduttivo, giacché l’ossatura del dominio sta conoscendo una immensa ridislocazione a livello globale, con la ridefinizione di egemonie planetarie, che hanno segnato gli ultimi due secoli. Emergono nuove potenze globali che cercano di scalzare dal trono quelle vecchie.\r\nL’assedio all’Europa dell’euro e, più in generale, all’Occidente da parte della teocrazia finanziaria che usa il declassamento delle aziende-stati e lo spread-totemico per imporre il terrore di un dio senza misericordia, delineano una guerra guerreggiata sia a colpi di missili telecomandati da satelliti geostazionari, sia a colpi di brokeraggio borsistico.\r\nL’Italia è stretta in questo fuoco, scivolando lentamente ma forse inesorabilmente verso una condizione di impoverimento, tra crescenti convulsioni.\r\nQualsiasi governo non può che tentare di governare una obiettiva riduzione di sovranità, per cercare di mantenere il proprio ruolo. Non potrebbe comunque fare altrimenti perché la gerarchia globale è l’orizzonte necessario alla propria sopravvivenza come elite di governo. Dall’altro, coloro che subiscono gli effetti della convulsione, che si traducono letteralmente in politiche omicide, si ritrovano affamati e privati di risorse: dalla precarietà esistenziale come forma-di-vita stabile e permanente all’erosione di redditi, dalla devastazione ambientale al parossismo consumistico in materia energetica, dal controllo tecnologico di ogni aspetto della vita pubblica e privata alla mercificazione e umiliazione di uomini e, soprattutto, donne, dalla macro-violenza proveniente dall’alto delle istituzioni alla micro-violenza mimata che si scatena irrefrenabile.\r\nNe abbiamo discusso con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo.\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/Vaccaro.mp3\"]\r\nScarica il file","14 Giugno 2012","La crisi dell’euro, le convulsioni all’interno dell’Unione Europea, le pressioni degli organismi di governance mondiale, vanno compresi e smontati pezzo a pezzo per cogliere l’intima trama di vicende narrate dai media come una sorta di telenovela a puntate tutte uguali.\r\nQuello che stiamo attraversando è un vero salto di paradigma, che – nei fatti- ha già mutato il volto del capitalismo e sta ridefinendo il ruolo degli stati nazionali.\r\n\r\nViviamo un passaggio di epoca in tempo reale, questa condizione viene solitamente chiamata globalizzazione: il suo dio è la moneta, il suo rito è la legge di mercato, i suoi sacerdoti sono le élite statuali, i suoi guardiani sono gli eserciti e le polizie in ogni dove, i suoi strateghi sono gli operatori bancari e della teocrazia finanziaria, i suoi sudditi sono i cosiddetti popoli sovrani, i suoi cantori sono gli intellettuali (giornalisti inclusi) decerebrati senza spina dorsale, le sue favole sono i regimi di democrazia rappresentativa, la sua ideologia egemonica è la comunicazione virtuale.\r\n\r\nL’accelerazione verso una progressiva e potente spinta alla delocalizzazione di qualsiasi asse produttivo e riproduttivo – dall’alimentazione ai farmaci, dalla forza-lavoro al sapere diffuso, dall’economia reale della produzione e della distribuzione al consumo di massa e parcellizzato al tempo stesso – ha spiazzato un assetto della politica che per secoli si è articolato sull’istanza nazionale. 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A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori di fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo di sostenere lo sforzo bellico sionista. 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Le servitù militari che in base a trattati segreti hanno concesso pezzi di territorio italiano agli Stati Uniti contribuiscono all'opacità del sistema, sono stoccate nelle basi americani che godono di extraterritorialità armi di enorme potenza distruttiva che non sono controllate dalle autorità italiane.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5fs0jgcJAyKEM6vUeH4ml0?si=f3tfovaAS4uxm_CGzI9MYQ\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-TOMBOLA-COMALA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti dell'Escalation bellica in corso si trovano qui:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[281],{"field":125,"matched_tokens":282,"snippet":278,"value":279},[120],{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":131,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":46},{"document":285,"highlight":297,"highlights":302,"text_match":127,"text_match_info":305},{"comment_count":46,"id":286,"is_sticky":46,"permalink":287,"podcastfilter":288,"post_author":235,"post_content":289,"post_date":290,"post_excerpt":52,"post_id":286,"post_modified":291,"post_thumbnail":292,"post_title":293,"post_type":270,"sort_by_date":294,"tag_links":295,"tags":296},"80688","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-marzo-cpr-tra-rivolte-e-repressione-i-fascisti-al-governo-il-decreto-cutro/",[235],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCPR. Tra rivolte e stretta repressiva \r\nA Torino il CPR è chiuso di fatto: le rivolte di febbraio lo hanno completamente distrutto. Per la prima volta dal 1999 questa galera per migranti ha smesso di funzionare.\r\nQuella di Torino è una delle quattro prigioni amministrative che non hanno mai chiuso i battenti, anche quando l’infuriare delle rivolte portò alla quasi totale paralisi questo ingranaggio della macchina delle espulsioni.\r\nLe lotte di questo mese sono state un momento importante di un conflitto durissimo, costato carcere, spostamenti punitivi, botte e deportazione a tantissimi reclusi nell’arco di 25 anni. \r\nIl governo tuttavia non molla e già si profila all’orizzonte un provvedimento che riporterebbe a sei mesi il tempo di trattenimento massimo all’interno del CPR. Una vera e propria condanna detentiva.\r\nNel 1998, quando vennero aperti, la durata massima di detenzione era fissata a 30 giorni, per poi aumentare progressivamente. Nel 2002 con la legge Bossi-Fini, raddoppiò. Nel 2011 venne fissata a 180 giorni. Dopo una riduzione a 3 mesi stabilita dalla legge europea 2013 bis, il periodo è stato poi nuovamente esteso fino a 180 giorni, con l’entrata in vigore del decreto sicurezza nel 2018. Un decreto del 2020 ha riportato la detenzione a 90 giorni, con la possibilità di estenderla fino ad un massimo di 120.\r\nOggi Meloni intende reintrodurre i sei mesi. Quando uno scenario simile si ripropose una decina d’anni orsono si scatenarono rivolte in tutte le prigioni per migranti. \r\n\r\nI fascisti al governo / seconda puntata\r\nGià la scorsa settimana vi abbiamo proposto una riflessione su come, passo dopo passo, i fascisti al governo stiano entrando a gamba tesa nella scuola, nella cultura, attaccando la libertà delle soggettività non conformi, difendendo gli autori di un pestaggio fascista in un liceo, per non dire delle leggi repressive contro le ONG e le feste libere. E già si profila all’orizzonte il reato di “terrorismo di piazza”. Una svolta autoritaria che si allarga su più fronti ed interroga i movimenti di opposizione sociale sull’enorme difficoltà del momento e sulla necessità di raccogliere le forze per affrontarlo. Negli anni Venti del secolo scorso l’emergere del fascismo fu la risposta alle classi sfruttate ed oppresse che avevano tentato, senza riuscirci, di fare la rivoluzione. Quella attuata dai padroni, con la complicità della monarchia e l’immobilismo dei socialisti fu, nella felice definizione di Luigi Fabbri, una controrivoluzione preventiva.\r\nOggi la situazione è completamente diversa. I fascisti arrivano al potere dopo cinquant’anni dalla stagione di lotta che ha segnato gli anni Sessanta e Settanta, dopo il declino dei movimenti di controglobalizzazione dal basso, dopo la distruzione di ogni sistema di tutele e garanzie che le classi sfruttate avevano ottenuto con le lotte. 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I nuovi CPR potranno essere costruiti aggirando i percorsi autorizzativi.\r\nChi esce di prigione non godrà dell’esile garanzia della convalida del giudice di pace ma passerà direttamente dalla galera al CPR, o, più probabilmente, verrà deportato immediatamente. Se la gestione dei CPR, oggi affidata a privati in appalto, fosse considerata inadeguata, potrebbe scattare il commissariamento e la prigione verrebbe controllata direttamente dallo stato. Il governo interviene anche sul decreto flussi, che diviene triennale e privilegia i paesi che fanno accordi di rimpatrio e promuovono politiche attive contro l’emigrazione. Dulcis in fundo, la decisione di ridurre sensibilmente le possibilità di accesso allo status di rifugiato per motivi umanitari. \r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte ai CPR e alle frontiere.\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena dei comunardi\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte antimilitariste\r\nQuanto costa? Tanto per chi può tanto, meno per chi può meno, il più possibile per sostenere le lotte\r\nper prenotazioni:\r\nantimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nLa società della sorveglianza\r\nIl controllo totale insito nel trionfante paradigma digitale non viene più percepito come una minaccia alla libertà, ma come un servizio volto a migliorare la vita e realizzare i desideri dell'utente-cittadino. Una presa di potere tanto nel pubblico quanto nel privato che si fonda su un'inedita servitù volontaria in cui siamo noi stessi a dare all'algoritmo-padrone i dati per meglio profilarci. E manipolarci.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Marzo 2023","2023-03-12 08:52:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Tempo-200x110.jpg","Anarres del 10 marzo. CPR tra rivolte e repressione. I fascisti al governo. 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Antimilitaristi e disertori nella Grande Guerra\r\nIl posizionamento del fante in trincea – di fronte il nemico, alle spalle i carabinieri – raffigurava efficacemente le parti in causa e i significati del conflitto. “War made the State, and the State made war”: la prima guerra mondiale rifondava lo Stato amministrativo moderno predisponendo le strutture autoritarie per la futura “società organica” attraverso il lavoro industriale coatto, i tribunali militari, la pratica delle decimazioni…\r\nDi contro le pratiche antimilitariste, già manifestatesi sia come opposizione popolare alla coscrizione obbligatoria, sia come militanza organizzata, si riconfermavano – nonostante le divisioni interne al movimento operaio – attraverso una diffusa diserzione. Per approfondire, insieme al nesso Guerra-Stato che si instaurava proprio in questa fase, l’evoluzione primo-novecentesca di un variegato movimento antibellicista abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia culturale e sociale dell’età contemporanea all’Università di Firenze\r\n\r\nBdsg. Breve manuale per una gentrificazione carina è il titolo di un libretto di Giovanni Semi, che con piglio ironico ci racconta la violenza dei processi di gentrificazione urbana di cui si occupa da diversi anni.\r\nVi piacciono i muri deturpati da orride scritte? Quando vedete qualcuno stazionare su una panchina non vi allarmate e non chiamate la polizia? Non capite cosa sia il degrado? Allora avete un problema. Questo breve manuale vi servirà per imparare ad amare quel fenomeno che chiamano gentrificazione ma che a noi sembra soltanto buon senso. Incomincerete così a intravedere la possibilità di un albero o di un orto urbano nascosta dietro ogni senzatetto. A sognare spacci di birre artigianali al posto di quei tremendi minimarket «etnici» e progettare con la fantasia ostelli di lusso nella vostra social street. A immaginare finalmente un futuro per le città che sia di buon gusto, a nostra immagine e somiglianza e pieno di beni comuni.\r\nOvviamente è tutta una parodia, ma non c’è troppo da ridere; perché leggendo queste pagine caustiche scritte da Giovanni Semi vi renderete conto che la distopia illuminata che inscenano è ovunque, più reale e inquietante di qualsiasi parodia.\r\nSemi insegna sociologia all’università di Torino\r\n\r\nStati Uniti. Quando il razzismo alligna tra i razzializzati.\r\nIn un articolo dell’Economist ripreso in Italia da l’Internazionale si raccontano i vizi privati di alcuni politici ispanici di Los Angeles, ovviamente tutti rigorosamente democratici, che, credendo che nessuno registrasse si sono lasciati andare a pesanti commenti razzisti nei confronti di persone afrodiscendenti.\r\nSi potrebbe limitarsi a constatare che nessuno è mai abbastanza scuro, strano, perseguitato da non trovare qualcuno più scuro e più strano da perseguitare, ma la realtà è decisamente più complessa.\r\nCercheremo di imbastire un ragionamento su una questione che, sottotraccia, è sin troppo presente anche alle nostre latitudini.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 4 novembre\r\nGiornata dei disertori\r\nore 17 piazza Castello angolo via Garibaldi \r\ncontro la cerimonia militarista per la “festa” della guerra\r\nSosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! \r\nApriamo le frontiere ad obiettori e disertori! \r\nIn Russia e in Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e il militarismo, chi getta la divisa perché non vuole uccidere e non vuole morire per spostare il confine di uno Stato. \r\nOgni anno il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria”, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro: 16 milioni di morti. Anche allora, in tanti, su tutti i fronti, disertarono e morirono di fronte ad un plotone di esecuzione.\r\nIn memoria dei disertori di allora, in solidarietà a chi oggi rifiuta l’arruolamento in Russia e in Ucraina una giornata di info e lotta per l’accoglienza di chi fugge l’arruolamento forzato, per il ritiro delle missioni militari all’estero. \r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\n\r\nVenerdì 11 novembre\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nL’urgenza dell’autogestione\r\nL’attualità di Landauer per i movimenti post novecenteschi\r\nNe parleremo con Gianfranco Ragona dell’Università di Torino, autore, tra gli altri, di “Gustav Landauer. Anarchico, ebreo, tedesco”, curatore dell’antologia “La comunità anarchica. Scritti politici”\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Novembre 2022","2022-11-03 16:21:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/otto-dix-krieg-200x110.jpg","Anarres del 28 ottobre. Claudio Venza. Disertori. Gentrificazione. Il razzismo dei razzializzati…",1667492516,[],[],{"post_content":320},{"matched_tokens":321,"snippet":323,"value":324},[322],"all’Università","culturale e sociale dell’età contemporanea \u003Cmark>all’Università\u003C/mark> di Firenze\r\n\r\nBdsg. Breve manuale","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Antimilitaristi e disertori nella Grande Guerra\r\nIl posizionamento del fante in trincea – di fronte il nemico, alle spalle i carabinieri – raffigurava efficacemente le parti in causa e i significati del conflitto. “War made the State, and the State made war”: la prima guerra mondiale rifondava lo Stato amministrativo moderno predisponendo le strutture autoritarie per la futura “società organica” attraverso il lavoro industriale coatto, i tribunali militari, la pratica delle decimazioni…\r\nDi contro le pratiche antimilitariste, già manifestatesi sia come opposizione popolare alla coscrizione obbligatoria, sia come militanza organizzata, si riconfermavano – nonostante le divisioni interne al movimento operaio – attraverso una diffusa diserzione. Per approfondire, insieme al nesso Guerra-Stato che si instaurava proprio in questa fase, l’evoluzione primo-novecentesca di un variegato movimento antibellicista abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia culturale e sociale dell’età contemporanea \u003Cmark>all’Università\u003C/mark> di Firenze\r\n\r\nBdsg. Breve manuale per una gentrificazione carina è il titolo di un libretto di Giovanni Semi, che con piglio ironico ci racconta la violenza dei processi di gentrificazione urbana di cui si occupa da diversi anni.\r\nVi piacciono i muri deturpati da orride scritte? Quando vedete qualcuno stazionare su una panchina non vi allarmate e non chiamate la polizia? Non capite cosa sia il degrado? Allora avete un problema. Questo breve manuale vi servirà per imparare ad amare quel fenomeno che chiamano gentrificazione ma che a noi sembra soltanto buon senso. Incomincerete così a intravedere la possibilità di un albero o di un orto urbano nascosta dietro ogni senzatetto. A sognare spacci di birre artigianali al posto di quei tremendi minimarket «etnici» e progettare con la fantasia ostelli di lusso nella vostra social street. A immaginare finalmente un futuro per le città che sia di buon gusto, a nostra immagine e somiglianza e pieno di beni comuni.\r\nOvviamente è tutta una parodia, ma non c’è troppo da ridere; perché leggendo queste pagine caustiche scritte da Giovanni Semi vi renderete conto che la distopia illuminata che inscenano è ovunque, più reale e inquietante di qualsiasi parodia.\r\nSemi insegna sociologia \u003Cmark>all’università\u003C/mark> di Torino\r\n\r\nStati Uniti. Quando il razzismo alligna tra i razzializzati.\r\nIn un articolo dell’Economist ripreso in Italia da l’Internazionale si raccontano i vizi \u003Cmark>privati\u003C/mark> di alcuni politici ispanici di Los Angeles, ovviamente tutti rigorosamente democratici, che, credendo che nessuno registrasse si sono lasciati andare a pesanti commenti razzisti nei confronti di persone afrodiscendenti.\r\nSi potrebbe limitarsi a constatare che nessuno è mai abbastanza scuro, strano, perseguitato da non trovare qualcuno più scuro e più strano da perseguitare, ma la realtà è decisamente più complessa.\r\nCercheremo di imbastire un ragionamento su una questione che, sottotraccia, è sin troppo presente anche alle nostre latitudini.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 4 novembre\r\nGiornata dei disertori\r\nore 17 piazza Castello angolo via Garibaldi \r\ncontro la cerimonia militarista per la “festa” della guerra\r\nSosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! \r\nApriamo le frontiere ad obiettori e disertori! \r\nIn Russia e in Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e il militarismo, chi getta la divisa perché non vuole uccidere e non vuole morire per spostare il confine di uno Stato. \r\nOgni anno il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria”, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro: 16 milioni di morti. Anche allora, in tanti, su tutti i fronti, disertarono e morirono di fronte ad un plotone di esecuzione.\r\nIn memoria dei disertori di allora, in solidarietà a chi oggi rifiuta l’arruolamento in Russia e in Ucraina una giornata di info e lotta per l’accoglienza di chi fugge l’arruolamento forzato, per il ritiro delle missioni militari all’estero. \r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\n\r\nVenerdì 11 novembre\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nL’urgenza dell’autogestione\r\nL’attualità di Landauer per i movimenti post novecenteschi\r\nNe parleremo con Gianfranco Ragona dell’Università di Torino, autore, tra gli altri, di “Gustav Landauer. Anarchico, ebreo, tedesco”, curatore dell’antologia “La comunità anarchica. Scritti politici”\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[326],{"field":125,"matched_tokens":327,"snippet":323,"value":324},[322],{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":131,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":46},{"document":330,"highlight":342,"highlights":347,"text_match":127,"text_match_info":350},{"comment_count":46,"id":331,"is_sticky":46,"permalink":332,"podcastfilter":333,"post_author":235,"post_content":334,"post_date":335,"post_excerpt":52,"post_id":331,"post_modified":336,"post_thumbnail":337,"post_title":338,"post_type":270,"sort_by_date":339,"tag_links":340,"tags":341},"76514","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-24-giugno-linternazionale-antiautoritaria-pinkwashing-sul-lungo-dora-lavoro-e-controllo-reti-antimilitariste/",[235],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-06-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nLungo Dora. La guerra ai poveri si traveste di arcobaleno\r\nLe sponde della Dora tra corso Giulio Cesare e il Campus Einaudi, sono diventate luogo della feroce guerra ai tanti poveri che ci abitano. Tra riqualificazioni escludenti, polizia e pinkwashing il governo della città (e della circoscrizione) affida ai privati la gestione degli spazi pubblici, che vengono trasformati in luoghi di consumo inaccessibili ai più. \r\n\r\nDa Rimini a Saint Imier. Cronache da un convegno storico svoltosi la scorsa settimana a Massenzatico presso le “Cucine del popolo”.\r\nUn focus particolare sull’intervento di Federico Ferretti, docente di geografia all’Università di Bologna, che anche ai microfoni di Blackout ha tracciato il percorso “Dal Risorgimento federalista all’Internazionale”, un’importante genealogia delle idee che hanno portato, nel 1872, alla nascita dell’Internazionale antiautoritaria, prima a Rimini e poi a Saint Imier\r\n\r\nLavoro e controllo. La tecnologia al servizio dei padroni\r\nDal telelavoro allo smartworking, passando dai lavoratori robotizzati di Amazon\r\nCe ne ha parlato Lorenzo Coniglione\r\n\r\nIl percorso dell’assemblea antimilitarista, cominciato lo scorso ottobre a Milano ed articolatosi in diversi momenti di riflessione e lotta, approda a Livorno, dove si è sviluppata una rete di lotta contro le missioni militari all’estero.\r\nMentre crescono il clima di guerra e le politiche di riarmo, vediamo i segnali di una ripresa dei movimenti contro la guerra e le installazioni militari, in questo contesto è centrale la prospettiva antimilitarista. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","7 Luglio 2022","2022-07-07 01:38:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/robot-at-work-bis-200x110.jpg","Anarres del 24 giugno. L’internazionale antiautoritaria. Pinkwashing sul Lungo Dora. Lavoro e controllo. Reti antimilitariste...",1657157920,[],[],{"post_content":343},{"matched_tokens":344,"snippet":345,"value":346},[77],"e della circoscrizione) affida ai \u003Cmark>privati\u003C/mark> la gestione degli spazi pubblici,","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Questa è la prima volta che si ha un’epidemia in larga scala. Il 20 aprile 2014 si contavano 242 pazienti infettati da Ebola tra Guinea e Liberia, di questi 147 sono già morti. Da marzo 2014 ad oggi circa 2000 sono i casi diagnosticati con piu di 600 morti: l’epidemia più severa finora registrata.\r\nIl ceppo virale responsabile è il ceppo Zaire Ebola. Il virus ha raggiunto in maggio le capitali dei due paesi con alta concentrazione umana rispettivamente Conakry e Monrovia dove il contagio è più rapido e l'epidemia potrebbe subire una accelerazione. Casi sospetti sono stati descritti in Mali e Sierra Leone. Il virus appartiene alla famiglia dei Filoviridae (ordine dei Mononegavirales). Alla stessa famiglia appartiene il virus di Marburg altro patogeno letale (porta il nome dello scienziato che lo scopri e ne rimase infettato letalmente). Il terzo membro della famiglia dei filovirus è il Cuevavirus che non è stato dimostrato infettare gli uomini. I tre virus sono dei virus propri di alcune specie di pipistrelli.\r\nI virus della famiglia Filovirus sono parassiti abituali di tre tipi di pipistrelli che popolano le foreste pluviali dell Africa occidentale e trovano rifugio nelle caverne e miniere: Hypsignathus monstrosus (pipistrello a testa di martello), Epomops fraqueti, Myonecteris Torquata. Queste specie si nutrono esclusivamente di frutta e sono il supporto proteico principale per le popolazioni dell Africa Occidentale, la loro caccia, macellazione e vendita in appositi mercati settimanali (luma) ha rappresentato la condizione ideale per il passaggio di Ebola dal pipistrello all'uomo.\r\n\r\nLa percentuale di decesso da Ebola è altissima: il 60-90% degli infettati muore dopo poche settimane. L’Ebola data la sua altissima letalità è stato classificato nella Categoria A come agente per bioterrorismo dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta US 2014. Questa caratteristica del virus lo pone al centro dell’ interesse della ricerca militare del Ministero Della Difesa Americano (US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases).\r\n\r\nTutti i fluidi biologici sono altamente infettivi (sudore, sangue, sputo), ma non viene trasmesso per via respiratoria. La malattia si presenta come una semplice influenza con febbre, dolori muscolari, mal di testa, vomito, diarrea il che rende difficile una sua diagnosi che spesso viene confusa con la malaria o altre banali infezioni. Il paziente muore una volta entrato nella fase emorragica, dopo pochi giorni o settimane. La fase emorragica si presenta con emorragie interne, sottocutanee, vomito ematico, insufficienza renale e respiratoria. Il trattamento è sintomatico anche se un farmaco favipiraravir (anti RNA virale) ha dato buoni risultati nel topo ed un vaccino è in via di allestimento: in altre parole attualmente non esiste alcuna terapia testata nell’uomo efficace contro questa infezione (1).\r\n\r\nL’arrivo di Ebola nelle grandi città dell’Africa Occidentale (Monrovia, Conakry) marca la differenza con le precedenti ondate epidemiche. Questo tragico evento conferisce alla epidemia 2014 una rapida diffusione in aree densamente popolate dove la povertà, le condizioni igieniche, e la scarsità di acqua rendono l'infezione ancora più contagiosa. E' difficile pensare di lavarsi le mani e preservare buoni livelli di igiene se non si ha acqua da bere. Calcoli approssimativi basati sulle precedenti epidemie (2005 Repubblica Democratica del Congo) portano a pensare che il passaggio da epidemia a pandemia dell'infezione di Ebola sia possibile e possa avere le caratteristiche delle pandemie dei virus influenzale (2).\r\n\r\nQuali sono le possibilità che l'epidemia possa trasformarsi in una pandemia che coinvolga le regioni più sviluppate del pianeta?\r\n\r\nPer rispondere a questa domanda da un lato va considerato che le modalità di trasmissione del virus Ebola del ceppo Zaire si basano strettamente sulle condizioni di povertà estrema delle popolazioni che colpisce. Dove carenze igieniche, assenza di presidi sanitari specializzati nel trattamento di malattie infettive, facilità di spostamento tra le aree epidemiche congiuntamente a tradizioni culturali come quella di lavare i corpi dei deceduti prima della sepoltura con relativo contagio per contatto con i fluidi biologici sono la causa del propagarsi dell'epidemia. Nei paesi più ricchi si ha un sistema sanitario molto più efficiente, presidi per il trattamento delle malattie infettive specializzati, condizioni igieniche migliori, possibilità di effettuare una quarantena degli infetti efficace, inoltre è possibile tracciare i contatti interpersonali per monitorare le possibili catene umane dell'infezione per interromperle.\r\n\r\nQuindi una pandemia che coinvolga Europa e Stati Uniti è poco probabile. Tuttavia, anche se poco probabile una pandemia resta possibile.\r\nInfatti vanno considerate alcune caratteristiche dell’epidemia di ebola di quest’anno. Nella corrente epidemia per la prima volta sono stati coinvolti grossi centri urbani, ha una alta velocità di propagazione ed alta incidenza di mortalità.\r\nInoltre la coevoluzione tra la nostra specie e le specie virali ha dimostrato che virus propagatisi inizialmente per zoonosi possono adattare il proprio genoma alla propagazione interumana acquisendo la capacità di propagarsi rapidamente ed efficientemente nella nostra specie.\r\n\r\nConsiderazioni politiche.\r\n\r\nL’encefalomielite emorragica provocata dal virus Ebola (Ebola Virus Disease,EVD) appartiene dal punto di vista patologico alle nuove malattie e alla grande famiglia di malattie orfane. Il suo inquadramento tra le nuove malattie (dove troviamo anche la Legionellosi, HIV, Virus di Mamburg, Hantavirus, Dengue) indica una malattia dovuta ad un patogeno (virus o batterio) che solo recentemente è entrato in contatto con la nostra specie. Mentre per malattie orfane sono ad esempio la Malaria, Virus enterici della dissenteria infantile e la stragrande maggioranza delle nuove malattie infettive colpiscono le regioni più povere del pianeta. Sono dette orfane perché poco studiate e perché non hanno trovato ancora una soluzione terapeutica poiché non esistono programmi di finanziamento pubblici o privati a sostegno della ricerca su queste patologie.\r\nE’ interessante notare che la prima descrizione dell’infezione da Ebola risale al 1976 a Yambuku, nello Zaire regione mineraria nota per i giacimenti di oro. E proprio nelle miniere che i pipistrelli infetti hanno passato il virus ai lavoratori impiegati nelle estrazioni minerarie. Questo è un esempio paradigmatico del meccanismo che porta da un lato all’insorgenza delle zoonosi e dall’altro all’emergere di nuove patologie infettive. Infatti la presenza dell’uomo in nicchie ecologiche precedentemente non popolate porta gli animali ed i loro parassiti a contatto con la nostra specie. Lo sfruttamento selvaggio del pianeta non curandosi dell’impatto ambientale ha anche questo tipo di effetti collaterali.\r\n\r\nI rimedi a breve e lunga scadenza\r\nIl controllo dell’epidemia tramite la quarantena ed il controllo dei flussi migratori ci riporta alle pratiche mediche del 1500-1600 AD. Durante le epidemie di peste e colera i malati venivano concentrati nei lazzaretti funzionavano come incubatori delle malattie ma anche per confinare gli infetti e impedire che gli untori diffondessero il morbo. Questa pratica oggi potrebbe innescare tensioni sociali violente e dubbia efficacia. Oggi in Liberia, Sierra Leone, Guinea già si registrano resistenze da parte delle popolazioni infettate ad entrare in luoghi dove il contagio è praticamente certo, inoltre per non essere emarginati socialmente si tengono nascosti in famiglia gli infettati. La quarantena di massa non è in grado di bloccare la pandemia vista la velocità di diffusione, la difficoltà di diagnosi differenziale con altre malattie infettive. La quarantena per gli immigrati non serve quando cittadini USA, spagnoli, inglesi ed italiani probabilmente hanno già contratto l’ infezione.\r\n\r\nL’ unica soluzione per bloccare una pandemia è il vaccino come dimostrato dal successo ottenuto contro il vaiolo, la poliomelite. Per prevenire i rischi relativi a all’insorgenza di pandemie sostenute da agenti patogeni orfani è operare un cambio di paradigma ponendo la salute globale come obiettivo e non il profitto della ricerca medica ed industria del farmaco.\r\n\r\nLa frequenza ed intensità delle epidemie di Ebola sono aumentate di quattro volte nelle regioni subsariane dal 1994 ad oggi quindi la possibilità di un eruzione epidemica globale era più che prevedibile (8). Recenti dati sperimentali dimostrano che i pazienti che sopravvivono all'infezione posseggono degli anticorpi in grado di legarsi al virus impedendogli di infettare l'organismo ospite. Le recenti scoperte hanno aperto la strada all’utilizzo di queste molecole in terapia come nel caso del medico ed infermiera USA curati con questo approccio nei giorni scorsi. Ma recuperare il tempo perso non è possibile e quindi si stanno saltando fasi importanti necessarie per la valutazione dei danni dei nuovi farmaci sull'uomo o possibili effetti collaterali per cercare un rimedio efficace subito contro l’ epidemia.\r\nI due pazienti statunitensi sono stati trattati con il farmaco Zmapp che è una mistura di anticorpi antiEbola derivati da quelli prodotti dai sopravvissuti precedentemente testato solo nelle scimmie con buoni risultati. I risultati ottenuti si associano con la guarigione dei pazienti. Tuttavia il trattamento su solo due pazienti non permette di concludere se gli effetti benefici siano da attribuire al farmaco piuttosto che al decorso spontaneo della malattia includendo i due pazienti nel 10-40% di guarigioni spontanee per questa infezione. Inoltre sono a disposizione solo quantità limitate di questo farmaco non ancora prodotto da nessuna big pharma e che non sembra essere di interesse commerciale.\r\nE’ da notare che il trattamento di uomini con queste molecole non segue la procedura standard che prevede trials clinici di 1, 2 e 3 fase per accertarne gli eventuali effetti tossici o collaterali. Quindi è possibile pensare che una procedura cosi anomala corrisponda alla situazione emergenziale imposta dall’epidemia e dalla mancanza di terapie sicure sviluppate e testate all’ insorgenza delle prime 20 ondate epidemiche 1976 -2008.\r\nPer i vaccini si tratta di prototipi sperimentali non testati né nell’uomo né in specie di scimmie vicine all’uomo quindi sono rimedi ancora più lontani dal poter essere usati per contrastare l’ infezione da Ebola.\r\nStessa situazione per i farmaci anti Ebola, (inibitori della replicazione virale anti RNA virale) oggi oggetto di studio in alcuni laboratori, anch’essi non hanno ancora superato i trial clinici nell’uomo poiché sono stati testati sperimentalmente con successo solo nel 2005.\r\nPerché non si è sviluppato un vaccino negli oltre 30 anni dalla comparsa di questo virus mortale?\r\nLa questione è legata alla mercificazione della salute su scala globale. Le big pharma non sono interessate a sostenere la sperimentazione clinica di nuovi farmaci quando questi sono diretti a curare malattie che affliggono le parti più povere del pianeta e che quindi non garantirebbero alti profitti. L’epidemia dell’Ebola in corso dimostra come il modello sociale che ha demandato al mercato la salute pubblica metta a rischio la salute di milioni di persone a livello globale. Nel caso di malattie infettive non e possibile pensare ad un loro confinamento in alcune aree geografiche tenendone escluse altre soprattutto in presenza di mezzi di trasporto e comunicazione come quelli a disposizione oggi.\r\nL’attuale mancanza di vaccini ed il corrispondente rischio di pandemia è una ovvia ricaduta dell’asservimento della salute al profitto economico. Vaccini contro il ceppo dell’Ebola coinvolto nell'epidemia di questi giorni in grado di proteggere efficientemente gli scimpanzé e altre specie di primati erano pronti per essere usati in trial clinici nell’uomo sin dal 2005 (3, 4, 5, 6, 7).\r\nLa mancanza della loro sperimentazione clinica nell’ uomo è dovuta al ridotto numero di pazienti e alla loro povertà quindi un segmento di “mercato” poco appetibile per big pharma. Le malattie orfane non sono di interesse per le big pharma. Solo oggi i mass media e gli stati si accorgono che la loro mancanza può portare ad una catastrofe planetaria come quella delle pestilenze del 17° e 18° secolo o della pandemia del virus influenzale del 1918 conosciuto come “Influenza spagnola”.\r\n\r\nFonti bibliografiche:\r\n1) Derek Gatherer The 2014 Ebola virus outbreak in western africa J. General Virology 2014 95,1619-1624.\r\n2) Welsh et al Wave like spread of Ebola Zaire PLOS biology 3, e371, 2005).\r\n3) Hampton, T. Vaccines against Ebola and Marburg viruses show promise in primate studies. J. Am. Med. Assoc. 294, 163–164 (2005).\r\n4) Jones, S. M. et al. Live attenuated recombinant vaccine protects nonhuman primates against Ebola and Marburg viruses. Nature Med. 11, 786–790 (2005).\r\n5) Kobinger, G. P. et al. Chimpanzee adenovirus vaccine protects against Zaire Ebola virus. Virology 346, 394–401 (2006).\r\n6) Sullivan, N. J. et al. Immune protection of nonhuman primates against Ebola virus with single low-dose adenovirus vectors encoding modified GPs. PLoS Med. 3, e177 (2006).\r\n7) Enserink M . Ebola Drugs still stuck in lab. Science 25 july 2014 vol 345 pp364\r\n8) Lee et al Structure of the Ebola virus glycoprotein bound to an antibody from a human survivor. Nature Vol 454|10 July 2008|doi:10.1038/nature07082)","10 Ottobre 2014","2018-10-17 22:09:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/soldi-farmaci-200x110.jpeg","Ebola e Big Pharma",1412947219,[363,364,365,366,367,368],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/big-pharma/","http://radioblackout.org/tag/ebola/","http://radioblackout.org/tag/liberia/","http://radioblackout.org/tag/mercificazione-della-salute/","http://radioblackout.org/tag/pipistrelli/",[245,249,243,247,255,251],{"post_content":371},{"matched_tokens":372,"snippet":373,"value":374},[78],"Ennio Carbone, immunologo e ricercatore \u003Cmark>all'università\u003C/mark> della Magna Grecia a Catanzaro,","L’eruzione epidemica del virus Ebola nell’Africa occidentale dimostra che la salute non può dipendere dalle leggi del mercato e dalle big pharma.\r\n\r\nIl modello di sviluppo statale e capitalista non solo non garantisce più i livelli di consumo e sicurezza sbandierati durante la guerra fredda, ma non è neppure in grado di prevenire e controllare epidemie globali letali.\r\n\r\nGli Stati Uniti hanno deciso l'invio di un contingente militare, per tenere sotto controllo gli abitanti della Liberia, la loro (ex)colonia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Ennio Carbone, immunologo e ricercatore \u003Cmark>all'università\u003C/mark> della Magna Grecia a Catanzaro, professore ospite all'ateneo di Stoccolma.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 17 ebola\r\n\r\nDi seguito un articolo di Ennio Carbone, uscito sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nConsiderazioni mediche\r\nIL 23 marzo 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità diffonde il primo comunicato sulla nuova eruzione epidemica del virus Ebola nella foresta pluviale della Guinea, Prefettura di Gueckedou (Repubblica della Guinea). Questa è la prima volta che si ha un’epidemia in larga scala. Il 20 aprile 2014 si contavano 242 pazienti infettati da Ebola tra Guinea e Liberia, di questi 147 sono già morti. Da marzo 2014 ad oggi circa 2000 sono i casi diagnosticati con piu di 600 morti: l’epidemia più severa finora registrata.\r\nIl ceppo virale responsabile è il ceppo Zaire Ebola. Il virus ha raggiunto in maggio le capitali dei due paesi con alta concentrazione umana rispettivamente Conakry e Monrovia dove il contagio è più rapido e l'epidemia potrebbe subire una accelerazione. Casi sospetti sono stati descritti in Mali e Sierra Leone. Il virus appartiene alla famiglia dei Filoviridae (ordine dei Mononegavirales). Alla stessa famiglia appartiene il virus di Marburg altro patogeno letale (porta il nome dello scienziato che lo scopri e ne rimase infettato letalmente). Il terzo membro della famiglia dei filovirus è il Cuevavirus che non è stato dimostrato infettare gli uomini. I tre virus sono dei virus propri di alcune specie di pipistrelli.\r\nI virus della famiglia Filovirus sono parassiti abituali di tre tipi di pipistrelli che popolano le foreste pluviali dell Africa occidentale e trovano rifugio nelle caverne e miniere: Hypsignathus monstrosus (pipistrello a testa di martello), Epomops fraqueti, Myonecteris Torquata. Queste specie si nutrono esclusivamente di frutta e sono il supporto proteico principale per le popolazioni dell Africa Occidentale, la loro caccia, macellazione e vendita in appositi mercati settimanali (luma) ha rappresentato la condizione ideale per il passaggio di Ebola dal pipistrello all'uomo.\r\n\r\nLa percentuale di decesso da Ebola è altissima: il 60-90% degli infettati muore dopo poche settimane. L’Ebola data la sua altissima letalità è stato classificato nella Categoria A come agente per bioterrorismo dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta US 2014. Questa caratteristica del virus lo pone al centro dell’ interesse della ricerca militare del Ministero Della Difesa Americano (US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases).\r\n\r\nTutti i fluidi biologici sono altamente infettivi (sudore, sangue, sputo), ma non viene trasmesso per via respiratoria. La malattia si presenta come una semplice influenza con febbre, dolori muscolari, mal di testa, vomito, diarrea il che rende difficile una sua diagnosi che spesso viene confusa con la malaria o altre banali infezioni. Il paziente muore una volta entrato nella fase emorragica, dopo pochi giorni o settimane. La fase emorragica si presenta con emorragie interne, sottocutanee, vomito ematico, insufficienza renale e respiratoria. Il trattamento è sintomatico anche se un farmaco favipiraravir (anti RNA virale) ha dato buoni risultati nel topo ed un vaccino è in via di allestimento: in altre parole attualmente non esiste alcuna terapia testata nell’uomo efficace contro questa infezione (1).\r\n\r\nL’arrivo di Ebola nelle grandi città dell’Africa Occidentale (Monrovia, Conakry) marca la differenza con le precedenti ondate epidemiche. Questo tragico evento conferisce alla epidemia 2014 una rapida diffusione in aree densamente popolate dove la povertà, le condizioni igieniche, e la scarsità di acqua rendono l'infezione ancora più contagiosa. E' difficile pensare di lavarsi le mani e preservare buoni livelli di igiene se non si ha acqua da bere. Calcoli approssimativi basati sulle precedenti epidemie (2005 Repubblica Democratica del Congo) portano a pensare che il passaggio da epidemia a pandemia dell'infezione di Ebola sia possibile e possa avere le caratteristiche delle pandemie dei virus influenzale (2).\r\n\r\nQuali sono le possibilità che l'epidemia possa trasformarsi in una pandemia che coinvolga le regioni più sviluppate del pianeta?\r\n\r\nPer rispondere a questa domanda da un lato va considerato che le modalità di trasmissione del virus Ebola del ceppo Zaire si basano strettamente sulle condizioni di povertà estrema delle popolazioni che colpisce. Dove carenze igieniche, assenza di presidi sanitari specializzati nel trattamento di malattie infettive, facilità di spostamento tra le aree epidemiche congiuntamente a tradizioni culturali come quella di lavare i corpi dei deceduti prima della sepoltura con relativo contagio per contatto con i fluidi biologici sono la causa del propagarsi dell'epidemia. Nei paesi più ricchi si ha un sistema sanitario molto più efficiente, presidi per il trattamento delle malattie infettive specializzati, condizioni igieniche migliori, possibilità di effettuare una quarantena degli infetti efficace, inoltre è possibile tracciare i contatti interpersonali per monitorare le possibili catene umane dell'infezione per interromperle.\r\n\r\nQuindi una pandemia che coinvolga Europa e Stati Uniti è poco probabile. Tuttavia, anche se poco probabile una pandemia resta possibile.\r\nInfatti vanno considerate alcune caratteristiche dell’epidemia di ebola di quest’anno. Nella corrente epidemia per la prima volta sono stati coinvolti grossi centri urbani, ha una alta velocità di propagazione ed alta incidenza di mortalità.\r\nInoltre la coevoluzione tra la nostra specie e le specie virali ha dimostrato che virus propagatisi inizialmente per zoonosi possono adattare il proprio genoma alla propagazione interumana acquisendo la capacità di propagarsi rapidamente ed efficientemente nella nostra specie.\r\n\r\nConsiderazioni politiche.\r\n\r\nL’encefalomielite emorragica provocata dal virus Ebola (Ebola Virus Disease,EVD) appartiene dal punto di vista patologico alle nuove malattie e alla grande famiglia di malattie orfane. Il suo inquadramento tra le nuove malattie (dove troviamo anche la Legionellosi, HIV, Virus di Mamburg, Hantavirus, Dengue) indica una malattia dovuta ad un patogeno (virus o batterio) che solo recentemente è entrato in contatto con la nostra specie. Mentre per malattie orfane sono ad esempio la Malaria, Virus enterici della dissenteria infantile e la stragrande maggioranza delle nuove malattie infettive colpiscono le regioni più povere del pianeta. Sono dette orfane perché poco studiate e perché non hanno trovato ancora una soluzione terapeutica poiché non esistono programmi di finanziamento pubblici o \u003Cmark>privati\u003C/mark> a sostegno della ricerca su queste patologie.\r\nE’ interessante notare che la prima descrizione dell’infezione da Ebola risale al 1976 a Yambuku, nello Zaire regione mineraria nota per i giacimenti di oro. E proprio nelle miniere che i pipistrelli infetti hanno passato il virus ai lavoratori impiegati nelle estrazioni minerarie. Questo è un esempio paradigmatico del meccanismo che porta da un lato all’insorgenza delle zoonosi e dall’altro all’emergere di nuove patologie infettive. Infatti la presenza dell’uomo in nicchie ecologiche precedentemente non popolate porta gli animali ed i loro parassiti a contatto con la nostra specie. Lo sfruttamento selvaggio del pianeta non curandosi dell’impatto ambientale ha anche questo tipo di effetti collaterali.\r\n\r\nI rimedi a breve e lunga scadenza\r\nIl controllo dell’epidemia tramite la quarantena ed il controllo dei flussi migratori ci riporta alle pratiche mediche del 1500-1600 AD. Durante le epidemie di peste e colera i malati venivano concentrati nei lazzaretti funzionavano come incubatori delle malattie ma anche per confinare gli infetti e impedire che gli untori diffondessero il morbo. Questa pratica oggi potrebbe innescare tensioni sociali violente e dubbia efficacia. Oggi in Liberia, Sierra Leone, Guinea già si registrano resistenze da parte delle popolazioni infettate ad entrare in luoghi dove il contagio è praticamente certo, inoltre per non essere emarginati socialmente si tengono nascosti in famiglia gli infettati. La quarantena di massa non è in grado di bloccare la pandemia vista la velocità di diffusione, la difficoltà di diagnosi differenziale con altre malattie infettive. La quarantena per gli immigrati non serve quando cittadini USA, spagnoli, inglesi ed italiani probabilmente hanno già contratto l’ infezione.\r\n\r\nL’ unica soluzione per bloccare una pandemia è il vaccino come dimostrato dal successo ottenuto contro il vaiolo, la poliomelite. Per prevenire i rischi relativi a all’insorgenza di pandemie sostenute da agenti patogeni orfani è operare un cambio di paradigma ponendo la salute globale come obiettivo e non il profitto della ricerca medica ed industria del farmaco.\r\n\r\nLa frequenza ed intensità delle epidemie di Ebola sono aumentate di quattro volte nelle regioni subsariane dal 1994 ad oggi quindi la possibilità di un eruzione epidemica globale era più che prevedibile (8). Recenti dati sperimentali dimostrano che i pazienti che sopravvivono all'infezione posseggono degli anticorpi in grado di legarsi al virus impedendogli di infettare l'organismo ospite. Le recenti scoperte hanno aperto la strada all’utilizzo di queste molecole in terapia come nel caso del medico ed infermiera USA curati con questo approccio nei giorni scorsi. Ma recuperare il tempo perso non è possibile e quindi si stanno saltando fasi importanti necessarie per la valutazione dei danni dei nuovi farmaci sull'uomo o possibili effetti collaterali per cercare un rimedio efficace subito contro l’ epidemia.\r\nI due pazienti statunitensi sono stati trattati con il farmaco Zmapp che è una mistura di anticorpi antiEbola derivati da quelli prodotti dai sopravvissuti precedentemente testato solo nelle scimmie con buoni risultati. I risultati ottenuti si associano con la guarigione dei pazienti. Tuttavia il trattamento su solo due pazienti non permette di concludere se gli effetti benefici siano da attribuire al farmaco piuttosto che al decorso spontaneo della malattia includendo i due pazienti nel 10-40% di guarigioni spontanee per questa infezione. Inoltre sono a disposizione solo quantità limitate di questo farmaco non ancora prodotto da nessuna big pharma e che non sembra essere di interesse commerciale.\r\nE’ da notare che il trattamento di uomini con queste molecole non segue la procedura standard che prevede trials clinici di 1, 2 e 3 fase per accertarne gli eventuali effetti tossici o collaterali. Quindi è possibile pensare che una procedura cosi anomala corrisponda alla situazione emergenziale imposta dall’epidemia e dalla mancanza di terapie sicure sviluppate e testate all’ insorgenza delle prime 20 ondate epidemiche 1976 -2008.\r\nPer i vaccini si tratta di prototipi sperimentali non testati né nell’uomo né in specie di scimmie vicine all’uomo quindi sono rimedi ancora più lontani dal poter essere usati per contrastare l’ infezione da Ebola.\r\nStessa situazione per i farmaci anti Ebola, (inibitori della replicazione virale anti RNA virale) oggi oggetto di studio in alcuni laboratori, anch’essi non hanno ancora superato i trial clinici nell’uomo poiché sono stati testati sperimentalmente con successo solo nel 2005.\r\nPerché non si è sviluppato un vaccino negli oltre 30 anni dalla comparsa di questo virus mortale?\r\nLa questione è legata alla mercificazione della salute su scala globale. Le big pharma non sono interessate a sostenere la sperimentazione clinica di nuovi farmaci quando questi sono diretti a curare malattie che affliggono le parti più povere del pianeta e che quindi non garantirebbero alti profitti. L’epidemia dell’Ebola in corso dimostra come il modello sociale che ha demandato al mercato la salute pubblica metta a rischio la salute di milioni di persone a livello globale. Nel caso di malattie infettive non e possibile pensare ad un loro confinamento in alcune aree geografiche tenendone escluse altre soprattutto in presenza di mezzi di trasporto e comunicazione come quelli a disposizione oggi.\r\nL’attuale mancanza di vaccini ed il corrispondente rischio di pandemia è una ovvia ricaduta dell’asservimento della salute al profitto economico. Vaccini contro il ceppo dell’Ebola coinvolto nell'epidemia di questi giorni in grado di proteggere efficientemente gli scimpanzé e altre specie di primati erano pronti per essere usati in trial clinici nell’uomo sin dal 2005 (3, 4, 5, 6, 7).\r\nLa mancanza della loro sperimentazione clinica nell’ uomo è dovuta al ridotto numero di pazienti e alla loro povertà quindi un segmento di “mercato” poco appetibile per big pharma. Le malattie orfane non sono di interesse per le big pharma. Solo oggi i mass media e gli stati si accorgono che la loro mancanza può portare ad una catastrofe planetaria come quella delle pestilenze del 17° e 18° secolo o della pandemia del virus influenzale del 1918 conosciuto come “Influenza spagnola”.\r\n\r\nFonti bibliografiche:\r\n1) Derek Gatherer The 2014 Ebola virus outbreak in western africa J. General Virology 2014 95,1619-1624.\r\n2) Welsh et al Wave like spread of Ebola Zaire PLOS biology 3, e371, 2005).\r\n3) Hampton, T. Vaccines against Ebola and Marburg viruses show promise in primate studies. J. Am. Med. Assoc. 294, 163–164 (2005).\r\n4) Jones, S. M. et al. Live attenuated recombinant vaccine protects nonhuman primates against Ebola and Marburg viruses. Nature Med. 11, 786–790 (2005).\r\n5) Kobinger, G. P. et al. Chimpanzee adenovirus vaccine protects against Zaire Ebola virus. Virology 346, 394–401 (2006).\r\n6) Sullivan, N. J. et al. Immune protection of nonhuman primates against Ebola virus with single low-dose adenovirus vectors encoding modified GPs. PLoS Med. 3, e177 (2006).\r\n7) Enserink M . Ebola Drugs still stuck in lab. Science 25 july 2014 vol 345 pp364\r\n8) Lee et al Structure of the Ebola virus glycoprotein bound to an antibody from a human survivor. 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