","Verona. All’estrema destra del padre","post",1543336359,[62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/destra-cattolica/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/hellas-verona/","http://radioblackout.org/tag/integralisti-cattolici/","http://radioblackout.org/tag/pro-vita/","http://radioblackout.org/tag/verona/",[70,71,72,73,74,75,76],"casa pound","destra cattolica","forza nuova","hellas verona","integralisti cattolici","pro vita","verona",{"tags":78},[79,81,83,85,87,89,94],{"matched_tokens":80,"snippet":70},[],{"matched_tokens":82,"snippet":71},[],{"matched_tokens":84,"snippet":72},[],{"matched_tokens":86,"snippet":73},[],{"matched_tokens":88,"snippet":74},[],{"matched_tokens":90,"snippet":93},[91,92],"pro","vita","\u003Cmark>pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita\u003C/mark>",{"matched_tokens":95,"snippet":76},[],[97],{"field":36,"indices":98,"matched_tokens":100,"snippets":102},[99],5,[101],[91,92],[93],1157451471441625000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":107,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625193",{"document":109,"highlight":130,"highlights":140,"text_match":147,"text_match_info":148},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":48,"id":112,"is_sticky":48,"permalink":113,"post_author":114,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":54,"post_id":112,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":59,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":127},[45],[47],"92706","http://radioblackout.org/2024/10/chiudere-la-stanzetta-dei-pro-vita-presidio-sotto-la-regione-15-10/","info","Da NUDM Torino:\r\n\r\nIl nostro comunicato per la giornata di oggi al Consiglio Regionale!\r\n\r\nIn queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta \"stanza dell'ascolto\", assegnata dalla direzione sanitaria del Sant'Anna e della Città della Salute di Torino al Movimento per la Vita Piemonte - una rete di associazioni antiabortiste che nel suo statuto vuole abrogare la legge 194. La stanza opererà tramite figure volontarie non professioniste formate dal Movimento stesso intercettando chi ha avviato una procedura di Interruzione Volontaria di Gravidanza. In seguito alla loro assenza di risposte e presa di responsabilità, il 28 settembre i dirigenti Giovanni La Valle e Umberto Fiandra ci hanno invitate a rivolgerci al Consiglio Regionale per avere risposte più chiare. Chiediamo dunque, insieme a tutte le persone che hanno animato le piazze torinesi per il diritto all'aborto:\r\n- la votazione della chiusura immediata della stanza dell'ascolto nell'Ospedale S.Anna\r\n- di mettere in pratica la legge regionale mai applicata sulla contraccezione gratuita\r\n- di aumentare l'organico sanitario e socio-assistenziale nei presidi sanitari e migliorare le loro condizioni di lavoro\r\n- di aumentare il numero di consultori che per legge dovrebbero essere 1 ogni 20.000 abitanti, mentre nella città di Torino ne sono presenti solo 12 a fronte di 48 necessari\r\n- di garantire all'interno dei presidi sanitari pubblici la presenza di mediatori culturali\r\n-di garantire l'accesso all'aborto indipendentemente dallo stato di cittadinanza e dai documenti\r\n- di dare piena applicazione alle linee guida del Ministero della Salute e dell'OMS in materia di accesso all'aborto farmacologico in consultori e ambulatori\r\n\r\nUn bilancio di com'è andata la giornata con Vittoria, di NUDM Torino:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/NUDM.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQUI la raccolta firme per chiudere la stanza.","17 Ottobre 2024","2024-10-17 11:44:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"108\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-300x108.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-300x108.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-1024x369.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-768x277.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03-1536x553.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Schermata-2024-10-16-alle-19.50.03.png 1760w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Chiudere la stanzetta dei Pro Vita. Presidio sotto la regione 15/10",1729165159,[123,124,125,126],"http://radioblackout.org/tag/aborto/","http://radioblackout.org/tag/femminismo/","http://radioblackout.org/tag/marrone/","http://radioblackout.org/tag/regione-piemonte/",[15,22,128,129],"marrone","regione piemonte",{"post_content":131,"post_title":136},{"matched_tokens":132,"snippet":134,"value":135},[133],"Vita","Torino al Movimento per la \u003Cmark>Vita\u003C/mark> Piemonte - una rete di associazioni","Da NUDM Torino:\r\n\r\nIl nostro comunicato per la giornata di oggi al Consiglio Regionale!\r\n\r\nIn queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta \"stanza dell'ascolto\", assegnata dalla direzione sanitaria del Sant'Anna e della Città della Salute di Torino al Movimento per la \u003Cmark>Vita\u003C/mark> Piemonte - una rete di associazioni antiabortiste che nel suo statuto vuole abrogare la legge 194. La stanza opererà tramite figure volontarie non professioniste formate dal Movimento stesso intercettando chi ha avviato una procedura di Interruzione Volontaria di Gravidanza. In seguito alla loro assenza di risposte e presa di responsabilità, il 28 settembre i dirigenti Giovanni La Valle e Umberto Fiandra ci hanno invitate a rivolgerci al Consiglio Regionale per avere risposte più chiare. Chiediamo dunque, insieme a tutte le persone che hanno animato le piazze torinesi per il diritto all'aborto:\r\n- la votazione della chiusura immediata della stanza dell'ascolto nell'Ospedale S.Anna\r\n- di mettere in pratica la legge regionale mai applicata sulla contraccezione gratuita\r\n- di aumentare l'organico sanitario e socio-assistenziale nei presidi sanitari e migliorare le loro condizioni di lavoro\r\n- di aumentare il numero di consultori che per legge dovrebbero essere 1 ogni 20.000 abitanti, mentre nella città di Torino ne sono presenti solo 12 a fronte di 48 necessari\r\n- di garantire all'interno dei presidi sanitari pubblici la presenza di mediatori culturali\r\n-di garantire l'accesso all'aborto indipendentemente dallo stato di cittadinanza e dai documenti\r\n- di dare piena applicazione alle linee guida del Ministero della Salute e dell'OMS in materia di accesso all'aborto farmacologico in consultori e ambulatori\r\n\r\nUn bilancio di com'è andata la giornata con Vittoria, di NUDM Torino:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/NUDM.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQUI la raccolta firme per chiudere la stanza.",{"matched_tokens":137,"snippet":139,"value":139},[138,133],"Pro","Chiudere la stanzetta dei \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark>. Presidio sotto la regione 15/10",[141,144],{"field":142,"matched_tokens":143,"snippet":139,"value":139},"post_title",[138,133],{"field":145,"matched_tokens":146,"snippet":134,"value":135},"post_content",[133],1157451471441100800,{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":151,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868288",15,"1157451471441100922",{"document":153,"highlight":177,"highlights":182,"text_match":147,"text_match_info":185},{"cat_link":154,"category":155,"comment_count":48,"id":156,"is_sticky":48,"permalink":157,"post_author":114,"post_content":158,"post_date":159,"post_excerpt":54,"post_id":156,"post_modified":160,"post_thumbnail":161,"post_thumbnail_html":162,"post_title":163,"post_type":59,"sort_by_date":164,"tag_links":165,"tags":171},[45],[47],"94741","http://radioblackout.org/2025/01/chi-ha-paura-del-gender/","\"Non un euro finisca in progetti o attività ideologiche\", dichiara Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia, riferendosi ai progetti delle associazioni LGBTQ+ all'interno delle scuole. Una minaccia che accompagna il dirottamento del fondo per l'educazione sessuale e all'affettività in una certo non ideologica e indubbiamente scientifica \"educazione alla fertilità\", mentre si moltiplicano da parte del governo le (perlomeno dichiarate) inquisizioni a chiunque si faccia portavoce della \"teoria gender\", sia in ambito scolastico che accademico.\r\n\r\nQual'è il retroterra politico di una crociata di cui questo governo è solo il più strepitante esponente?\r\n\r\nQuali sono le condizioni sociali che fomentano gli afflati paranoici relativi alla dissoluzione delle tradizionali relazioni di genere?\r\n\r\nE - soprattutto - sono gli stessi tra università e scuola? Tra scuole ormai differenziate dal tenore di classe che rappresentano?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Giorgia Serughetti, filosofa, femminista e ricercatrice.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Giorgia-Serughetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Gennaio 2025","2025-01-15 14:29:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ideologia-gender-e1736946886758-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"90\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ideologia-gender-e1736946886758-300x90.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ideologia-gender-e1736946886758-300x90.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ideologia-gender-e1736946886758.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Chi ha paura del gender?",1736951346,[166,167,168,169,170],"http://radioblackout.org/tag/lgbtquia/","http://radioblackout.org/tag/destra/","http://radioblackout.org/tag/omolesbobitransfobia/","http://radioblackout.org/tag/scuola/","http://radioblackout.org/tag/universita/",[172,173,174,175,176],"#lgbtquia+","destra","omolesbobitransfobia","scuola","università",{"post_content":178},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[138,133],"dichiara Jacopo Coghe, portavoce di \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> e Famiglia, riferendosi ai progetti","\"Non un euro finisca in progetti o attività ideologiche\", dichiara Jacopo Coghe, portavoce di \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> e Famiglia, riferendosi ai progetti delle associazioni LGBTQ+ all'interno delle scuole. Una minaccia che accompagna il dirottamento del fondo per l'educazione sessuale e all'affettività in una certo non ideologica e indubbiamente scientifica \"educazione alla fertilità\", mentre si moltiplicano da parte del governo le (perlomeno dichiarate) inquisizioni a chiunque si faccia portavoce della \"teoria gender\", sia in ambito scolastico che accademico.\r\n\r\nQual'è il retroterra politico di una crociata di cui questo governo è solo il più strepitante esponente?\r\n\r\nQuali sono le condizioni sociali che fomentano gli afflati paranoici relativi alla dissoluzione delle tradizionali relazioni di genere?\r\n\r\nE - soprattutto - sono gli stessi tra università e scuola? Tra scuole ormai differenziate dal tenore di classe che rappresentano?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Giorgia Serughetti, filosofa, femminista e ricercatrice.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Giorgia-Serughetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[183],{"field":145,"matched_tokens":184,"snippet":180,"value":181},[138,133],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},14,"1157451471441100913",{"document":189,"highlight":212,"highlights":217,"text_match":147,"text_match_info":220},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":48,"id":192,"is_sticky":48,"permalink":193,"post_author":114,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":54,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":59,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":207},[45],[47],"89594","http://radioblackout.org/2024/05/contestati-gli-stati-generali-della-natalita-a-roma/","La ministra della Famiglia Roccella è stata contestata giovedì 9 maggio, in apertura degli Stati Generali della Natalità, l’evento annuale promosso dalla Fondazione per la Natalità a Roma. Un gruppo di studentx medix ha manifestato il proprio dissenso nei confronti di Roccella criticando il modello \"Dio, Patria e Famiglia\" propugnato dal suo governo, l'inserimento nei consultori dei militanti Pro Vita e l'idea dei corpi delle persone con utero come macchine riproduttive, sollevando dei cartelloni a comporre la scritta \"sul mio corpo decido io\". Tale manifestazione di dissenso, che per la ministra è stato un atto di \"censura\", tanto da alzarsi e andarsene, si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni studentesche che prosieguono da mesi per chiedere l'inserimento dell'educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Il giorno seguente, venerdì 10 maggio, dopo aver lasciato l’occupazione di Scienze Politiche a La Sapienza, diverse centinaia di persone sono partite in corteo dietro le parole d’ordine: “Per un altro genere di educazione” e “Per ogni obiettore faremo rumore”. Violente cariche di polizia in tarda mattinata quando il corteo ha provato a dirigersi verso l’auditorium che ospitava gli Stati generali della natalità.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a una studentessa dell'Assemblea romana Aracne di spiegarci le motivazioni della contestazione e come questa si fosse svolta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne_roma.mp3\"][/audio]","13 Maggio 2024","2024-05-13 18:36:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1-1024x577.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1-768x433.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne-roma-roccella-1536x865-1.jpg 1536w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Contestati gli stati generali della natalità a Roma",1715625330,[123,202,203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/diritti-sessuali/","http://radioblackout.org/tag/roccella/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/studenti/","http://radioblackout.org/tag/valditara/",[15,208,209,210,211,20],"diritti sessuali","roccella","Roma","Studenti",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[138,133],"l'inserimento nei consultori dei militanti \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> e l'idea dei corpi delle","La ministra della Famiglia Roccella è stata contestata giovedì 9 maggio, in apertura degli Stati Generali della Natalità, l’evento annuale promosso dalla Fondazione per la Natalità a Roma. Un gruppo di studentx medix ha manifestato il proprio dissenso nei confronti di Roccella criticando il modello \"Dio, Patria e Famiglia\" propugnato dal suo governo, l'inserimento nei consultori dei militanti \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> e l'idea dei corpi delle persone con utero come macchine riproduttive, sollevando dei cartelloni a comporre la scritta \"sul mio corpo decido io\". Tale manifestazione di dissenso, che per la ministra è stato un atto di \"censura\", tanto da alzarsi e andarsene, si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni studentesche che prosieguono da mesi per chiedere l'inserimento dell'educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Il giorno seguente, venerdì 10 maggio, dopo aver lasciato l’occupazione di Scienze Politiche a La Sapienza, diverse centinaia di persone sono partite in corteo dietro le parole d’ordine: “Per un altro genere di educazione” e “Per ogni obiettore faremo rumore”. Violente cariche di polizia in tarda mattinata quando il corteo ha provato a dirigersi verso l’auditorium che ospitava gli Stati generali della natalità.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a una studentessa dell'Assemblea romana Aracne di spiegarci le motivazioni della contestazione e come questa si fosse svolta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/aracne_roma.mp3\"][/audio]",[218],{"field":145,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":216},[138,133],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":222,"highlight":242,"highlights":247,"text_match":147,"text_match_info":250},{"cat_link":223,"category":224,"comment_count":48,"id":225,"is_sticky":48,"permalink":226,"post_author":114,"post_content":227,"post_date":228,"post_excerpt":54,"post_id":225,"post_modified":229,"post_thumbnail":230,"post_thumbnail_html":231,"post_title":232,"post_type":59,"sort_by_date":233,"tag_links":234,"tags":238},[45],[47],"88917","http://radioblackout.org/2024/04/soldi-per-gli-antiabortisti-nei-consultori/","Il governo Meloni vuole garantire libero accesso ai consultori alle organizzazioni contro l'aborto, e, soprattutto, intende finanziarle attivamente con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sottraendo risorse alla sanità pubblica. Per farlo ha presentato un emendamento, firmato dal deputato Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia e già approvato in commissione Bilancio della Camera, all’articolo 44 del disegno di legge per l’attuazione del Piano, che affronta tematiche inerenti alla sanità.\r\nIl testo dell’emendamento, riportato su Quotidiano Sanità, garantisce alle regioni la possibilità di usare i fondi del Pnrr dedicati alla salute (Missione 6, componente 1 del Piano) per organizzare servizi nei consultori che possono avvalersi “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, oltre a quelli già previsti, “anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.\r\nUna mossa all’apparenza quasi inutile, dato che la stessa legge 194/78, che norma l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, prevede come i consultori possano avvalersi della “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.\r\nLa 194, legge di compromesso tra forze laiche e forze cattoliche, ha in se il vulnus che, passo dopo passo la sta rendendo una scatola vuota. Da oltre due anni il quotidiano della CEI, l’Avvenire, ha indicato la via maestra da seguire alle forze che vorrebbero impedire alle donne di scegliere: usare la 194 per rendere quasi impossibile abortire legalmente.\r\nMeloni, primo ministro in nome della triade dio-patria-famiglia, si è allineata con i vescovi italiani: a inizio mandato ha dichiarato che non avrebbe toccato la 194. Passo dopo passo la sta smontando.\r\nLo scopo del nuovo provveimento è solo quello di garantire un finanziamento pubblico a una serie di realtà, vicine al governo, che sotto la finta apparenza di offrire un sostegno alle madri sono nei fatti organizzazioni radicalmente religiose che promuovono tesi e leggi antiabortiste.\r\nÈ il caso per esempio della nota Pro vita e famiglia, sostenitrice della proposta di legge che vorrebbe obbligare le donne che vogliano interrompere la gravidanza ad ascoltare il battito cardiaco e vedere un’ecografia del feto, o il Movimento per la vita, autorizzato dalla regione Piemonte a guida di destra a gestire una “stanza dell’ascolto” del feto negli ospedali. In realtà un locale dove gli antiabortisti possono infastidire le donne che vogliono interrompere una gravidanza non desiderata.\r\nNe abbiamo parlato con Nadia Nardi\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-17-nadia-nardi-aborto.mp3\"][/audio]","17 Aprile 2024","2024-04-17 16:11:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/striscione-aborto-santanna-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"127\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/striscione-aborto-santanna-300x127.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/striscione-aborto-santanna-300x127.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/striscione-aborto-santanna-768x326.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/striscione-aborto-santanna.jpg 958w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Soldi per gli antiabortisti nei consultori",1713370287,[235,123,236,237],"http://radioblackout.org/tag/194/","http://radioblackout.org/tag/pnnr/","http://radioblackout.org/tag/soldi-agli-antiabortisti/",[239,15,240,241],"194","pnnr","soldi agli antiabortisti",{"post_content":243},{"matched_tokens":244,"snippet":245,"value":246},[138,92],"caso per esempio della nota \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita\u003C/mark> e famiglia, sostenitrice della proposta","Il governo Meloni vuole garantire libero accesso ai consultori alle organizzazioni contro l'aborto, e, soprattutto, intende finanziarle attivamente con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sottraendo risorse alla sanità pubblica. Per farlo ha presentato un emendamento, firmato dal deputato Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia e già approvato in commissione Bilancio della Camera, all’articolo 44 del disegno di legge per l’attuazione del Piano, che affronta tematiche inerenti alla sanità.\r\nIl testo dell’emendamento, riportato su Quotidiano Sanità, garantisce alle regioni la possibilità di usare i fondi del Pnrr dedicati alla salute (Missione 6, componente 1 del Piano) per organizzare servizi nei consultori che possono avvalersi “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, oltre a quelli già previsti, “anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.\r\nUna mossa all’apparenza quasi inutile, dato che la stessa legge 194/78, che norma l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, prevede come i consultori possano avvalersi della “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.\r\nLa 194, legge di compromesso tra forze laiche e forze cattoliche, ha in se il vulnus che, passo dopo passo la sta rendendo una scatola vuota. Da oltre due anni il quotidiano della CEI, l’Avvenire, ha indicato la via maestra da seguire alle forze che vorrebbero impedire alle donne di scegliere: usare la 194 per rendere quasi impossibile abortire legalmente.\r\nMeloni, primo ministro in nome della triade dio-patria-famiglia, si è allineata con i vescovi italiani: a inizio mandato ha dichiarato che non avrebbe toccato la 194. Passo dopo passo la sta smontando.\r\nLo scopo del nuovo provveimento è solo quello di garantire un finanziamento pubblico a una serie di realtà, vicine al governo, che sotto la finta apparenza di offrire un sostegno alle madri sono nei fatti organizzazioni radicalmente religiose che promuovono tesi e leggi antiabortiste.\r\nÈ il caso per esempio della nota \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita\u003C/mark> e famiglia, sostenitrice della proposta di legge che vorrebbe obbligare le donne che vogliano interrompere la gravidanza ad ascoltare il battito cardiaco e vedere un’ecografia del feto, o il Movimento per la \u003Cmark>vita\u003C/mark>, autorizzato dalla regione Piemonte a guida di destra a gestire una “stanza dell’ascolto” del feto negli ospedali. In realtà un locale dove gli antiabortisti possono infastidire le donne che vogliono interrompere una gravidanza non desiderata.\r\nNe abbiamo parlato con Nadia Nardi\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-17-nadia-nardi-aborto.mp3\"][/audio]",[248],{"field":145,"matched_tokens":249,"snippet":245,"value":246},[138,92],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":252,"highlight":272,"highlights":277,"text_match":147,"text_match_info":280},{"cat_link":253,"category":254,"comment_count":48,"id":255,"is_sticky":48,"permalink":256,"post_author":114,"post_content":257,"post_date":258,"post_excerpt":54,"post_id":255,"post_modified":259,"post_thumbnail":260,"post_thumbnail_html":261,"post_title":262,"post_type":59,"sort_by_date":263,"tag_links":264,"tags":268},[45],[47],"87020","http://radioblackout.org/2024/02/corteo-per-uneducazione-sessuale-relazionale-e-al-consenso-nelle-scuole/","Il coordinamento degli studenti medi di Padova ha indetto un corteo per Venerdì 9 febbraio che richiede, tra le altre cose, un'educazione sessuale, relazionale e al consenso nelle scuole che sia curricolare, continua, libera dalle associazioni pro vita e molto lontana da quella che il Ministro Valditara ha pensato per le scuole superiori italiane.\r\n\r\nAssemblee, subvertising, discorsi e volantinaggi sui mezzi pubblici, questionari hanno accompagnato la costruzione di questo corteo, che ha fatto tesoro delle mobilitazioni e delle riflessioni in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin, studentessa della provincia di Padova.\r\n\r\nAscolta la diretta con una studentessa del Coordinamento Studenti Medi di Padova:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/csm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","6 Febbraio 2024","2024-02-06 15:40:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/padua-e1707185054203-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"278\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/padua-e1707185054203-300x278.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/padua-e1707185054203-300x278.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/padua-e1707185054203.png 477w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corteo per un'educazione sessuale, relazionale e al consenso nelle scuole",1707234016,[265,266,267,206],"http://radioblackout.org/tag/educazione-di-genere/","http://radioblackout.org/tag/lotte-studenti/","http://radioblackout.org/tag/studenti-medi/",[269,270,271,20],"educazione di genere","lotte studenti","studenti medi",{"post_content":273},{"matched_tokens":274,"snippet":275,"value":276},[91,92],"curricolare, continua, libera dalle associazioni \u003Cmark>pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita\u003C/mark> e molto lontana da quella","Il coordinamento degli studenti medi di Padova ha indetto un corteo per Venerdì 9 febbraio che richiede, tra le altre cose, un'educazione sessuale, relazionale e al consenso nelle scuole che sia curricolare, continua, libera dalle associazioni \u003Cmark>pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita\u003C/mark> e molto lontana da quella che il Ministro Valditara ha pensato per le scuole superiori italiane.\r\n\r\nAssemblee, subvertising, discorsi e volantinaggi sui mezzi pubblici, questionari hanno accompagnato la costruzione di questo corteo, che ha fatto tesoro delle mobilitazioni e delle riflessioni in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin, studentessa della provincia di Padova.\r\n\r\nAscolta la diretta con una studentessa del Coordinamento Studenti Medi di Padova:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/csm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[278],{"field":145,"matched_tokens":279,"snippet":275,"value":276},[91,92],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},6646,{"collection_name":59,"first_q":75,"per_page":283,"q":75},6,{"facet_counts":285,"found":283,"hits":320,"out_of":477,"page":24,"request_params":478,"search_cutoff":37,"search_time_ms":479},[286,297],{"counts":287,"field_name":295,"sampled":37,"stats":296},[288,291,293],{"count":289,"highlighted":290,"value":290},3,"anarres",{"count":17,"highlighted":292,"value":292},"frittura mista",{"count":24,"highlighted":294,"value":294},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":289},{"counts":298,"field_name":36,"sampled":37,"stats":318},[299,301,303,305,307,309,311,312,314,316],{"count":24,"highlighted":300,"value":300},"cie",{"count":24,"highlighted":302,"value":302},"cuba",{"count":24,"highlighted":304,"value":304},"castro",{"count":24,"highlighted":306,"value":306},"trapani",{"count":24,"highlighted":308,"value":308},"minniti",{"count":24,"highlighted":310,"value":310},"batista",{"count":24,"highlighted":290,"value":290},{"count":24,"highlighted":313,"value":313},"cie di trapani",{"count":24,"highlighted":315,"value":315},"commercio d'armi",{"count":24,"highlighted":317,"value":317},"serraino vulpitta",{"total_values":319},12,[321,346,368,394,417,450],{"document":322,"highlight":336,"highlights":342,"text_match":147,"text_match_info":345},{"comment_count":48,"id":323,"is_sticky":48,"permalink":324,"podcastfilter":325,"post_author":290,"post_content":326,"post_date":327,"post_excerpt":54,"post_id":323,"post_modified":328,"post_thumbnail":329,"post_title":330,"post_type":331,"sort_by_date":332,"tag_links":333,"tags":335},"100711","https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-30-maggio-aborto-2-giugno-antimilitarista-i-dazi-usa/",[290],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streamingAscolta e diffondi l’audio della puntata:\n\n\n\n\n\n\n\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:Aborto. La lunga marcia dei “pro vita” e le lotte femministeRipercorriamo assieme a Nadia Nardi di Nudm Livorno le tappe delle lotte delle donne per acquisire e difendere la propria libertà di scelta e i tanti dispositivi messi in atto da chi ci vuole ricacciare nella gabbia della maternità come destino obbligato.Un punto di partenza la legge 194, che, limita la libertà femminile e contiene numerose trappole, che, una dopo l’altra, sono scattate.2 giugno. La repubblica fondata sulla guerraParate militari, esibizione di frecce tricolori, piazze occupate da cerimonie militariste: questa è la cifra con la quale la repubblica italiana declina se stessa.Nulla di cui stupirsi. Lo Stato, in tutte le proprie forme, si fonda sul monopolio della violenza legittima, una violenza estrema di cui le forze armate sono la punta di diamante.Negli ultimi anni sono venute meno le tante forme di edulcorazione del mestiere delle armi, messe in campo per attenuarne l’impatto su una popolazione in buona parte pacifista, restia alle imprese belliche. Oggi un governo diretto erede del fascismo storico, con un’ampia maggioranza parlamentare e nessuna reale opposizione istituzionale alla guerra ed ai processi di riarmo, si permette una diretta esaltazione degli eserciti, delle missioni militari all’estero, alla difesa degli interessi italiani in chiave neocoloniale.Come ogni anno anche questo due giugno ci saranno cerimonie militari e chi, nelle piazze, le contesta attivamente.Ne abbiamo parlato con Antonio MazzeoUSA: le varie velocità della rilocalizzazioneGli interessi economico-finanziari dettano le agende di amministrazioni e governi di ogni sorta. C’è un filo conduttore che lega le azioni dei vari presidenti USA, da Obama al secondo mandato di Trump. Ovviamente ogni amministrazione opera secondo l’immagine che si è data in campagna elettorale, ma indipendentemente dai modi le strategie possono essere utilizzate come bussole per capire l’orientamento in atto. E tutte le bussole, da Obama a Trump passando per Biden, puntano nella stessa direzione, quella del reshoring, seppur con alterne fortune.Vi proponiamo un approfondimento con Giammarco, autore di un testo uscito su UN, che inserisce la questione dei dazi in un contesto più ampioAppuntamenti:Lunedì 2 giugnoore 16manifestazione antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello(se piove piazza Palazzo di Città)Interventi, il canzoniere antimilitarista del Cor’okkio e di Alba e tanto altro.Contestiamo le cerimonie militariste del 2 giugno!A-Distro e SeriRiotogni mercoledìdalle 18 alle 20in corso Palermo 46(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altroSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotteVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!Informati su lotte e appuntamenti!Federazione Anarchica Torinesecorso Palermo 46Riunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30per info scrivete a fai_torino@autistici.orgContatti:FB@senzafrontiere.to/Telegramhttps://t.me/SenzaFrontiereIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.orgwww.anarresinfo.org","1 Giugno 2025","2025-09-30 02:01:44","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/04.jpeg","Anarres del 30 maggio. Aborto. 2 giugno antimilitarista. I dazi USA...","podcast",1748739975,[334],"https://radioblackout.org/tag/anarres/",[290],{"post_content":337},{"matched_tokens":338,"snippet":340,"value":341},[91,339],"vita”","appuntamenti:Aborto. La lunga marcia dei “\u003Cmark>pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita”\u003C/mark> e le lotte femministeRipercorriamo assieme","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streamingAscolta e diffondi l’audio della puntata:\n\n\n\n\n\n\n\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:Aborto. La lunga marcia dei “\u003Cmark>pro\u003C/mark> \u003Cmark>vita”\u003C/mark> e le lotte femministeRipercorriamo assieme a Nadia Nardi di Nudm Livorno le tappe delle lotte delle donne per acquisire e difendere la propria libertà di scelta e i tanti dispositivi messi in atto da chi ci vuole ricacciare nella gabbia della maternità come destino obbligato.Un punto di partenza la legge 194, che, limita la libertà femminile e contiene numerose trappole, che, una dopo l’altra, sono scattate.2 giugno. La repubblica fondata sulla guerraParate militari, esibizione di frecce tricolori, piazze occupate da cerimonie militariste: questa è la cifra con la quale la repubblica italiana declina se stessa.Nulla di cui stupirsi. Lo Stato, in tutte le proprie forme, si fonda sul monopolio della violenza legittima, una violenza estrema di cui le forze armate sono la punta di diamante.Negli ultimi anni sono venute meno le tante forme di edulcorazione del mestiere delle armi, messe in campo per attenuarne l’impatto su una popolazione in buona parte pacifista, restia alle imprese belliche. Oggi un governo diretto erede del fascismo storico, con un’ampia maggioranza parlamentare e nessuna reale opposizione istituzionale alla guerra ed ai processi di riarmo, si permette una diretta esaltazione degli eserciti, delle missioni militari all’estero, alla difesa degli interessi italiani in chiave neocoloniale.Come ogni anno anche questo due giugno ci saranno cerimonie militari e chi, nelle piazze, le contesta attivamente.Ne abbiamo parlato con Antonio MazzeoUSA: le varie velocità della rilocalizzazioneGli interessi economico-finanziari dettano le agende di amministrazioni e governi di ogni sorta. C’è un filo conduttore che lega le azioni dei vari presidenti USA, da Obama al secondo mandato di Trump. Ovviamente ogni amministrazione opera secondo l’immagine che si è data in campagna elettorale, ma indipendentemente dai modi le strategie possono essere utilizzate come bussole per capire l’orientamento in atto. E tutte le bussole, da Obama a Trump passando per Biden, puntano nella stessa direzione, quella del reshoring, seppur con alterne fortune.Vi proponiamo un approfondimento con Giammarco, autore di un testo uscito su UN, che inserisce la questione dei dazi in un contesto più ampioAppuntamenti:Lunedì 2 giugnoore 16manifestazione antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello(se piove piazza Palazzo di Città)Interventi, il canzoniere antimilitarista del Cor’okkio e di Alba e tanto altro.Contestiamo le cerimonie militariste del 2 giugno!A-Distro e SeriRiotogni mercoledìdalle 18 alle 20in corso Palermo 46(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altroSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotteVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!Informati su lotte e appuntamenti!Federazione Anarchica Torinesecorso Palermo 46Riunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30per info scrivete a fai_torino@autistici.orgContatti:FB@senzafrontiere.to/Telegramhttps://t.me/SenzaFrontiereIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.orgwww.anarresinfo.org",[343],{"field":145,"matched_tokens":344,"snippet":340,"value":341},[91,339],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":347,"highlight":359,"highlights":364,"text_match":147,"text_match_info":367},{"comment_count":48,"id":348,"is_sticky":48,"permalink":349,"podcastfilter":350,"post_author":114,"post_content":351,"post_date":352,"post_excerpt":54,"post_id":348,"post_modified":353,"post_thumbnail":354,"post_title":355,"post_type":331,"sort_by_date":356,"tag_links":357,"tags":358},"87802","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-primo-marzo-cpr-situazione-incandescente-piazza-dei-disertori-antiabortisti-allattacco/",[290],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\nCPR. Una situazione sempre più incandescente\r\nSi moltiplicano le notizie di rivolte e proteste nei CPR della Penisola.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva, comminata senza processo, ha innescato una ulteriore ondata di proteste in queste prigioni per migranti, dove il fuoco delle rivolte è spesso divampato.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo va aventi l’iter autorizzativo dei due CPR in Albania, e c’è la proposta di un CPR a Ferrara.\r\nAbbiamo provato a fare un quadro e qualche riflessione con Raffaele\r\n\r\nTorino. La piazza dei disertori\r\nSabato 24 febbraio, secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, in tantissimi hanno dato vita a una giornata di lotta antimilitarista, all’insegna della solidarietà con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che in ogni dove muoiono in guerre fatte per affermare gli interessi di ristrette élite dominanti.\r\nQuel pomeriggio, nonostante la pioggia, vento e freddo avessero riportato l’inverno in città, piazza Castello si è rapidamente riempita.\r\nIl sostegno ai disertori di tutte le guerre è stato uno dei momenti centrali della giornata di lotta antimilitarista.\r\nDisertare la guerra era scritto su uno degli striscioni della piazza.\r\nIn ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.\r\n\r\nAntiabortisti all’attacco\r\nÈ approdata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare «Un cuore che batte», promossa da realtà associative ultracattoliche come Pro Vita & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di questa proposta di legge è infatti modificare la legge n.194 del 1978 – che stabilisce i limiti interno ai quali è possibile effettuare legalmente un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG),– per obbligare il personale medico a far ascoltare, alle donne incinte intenzionate ad abortire, il presunto battito cardiaco del feto. Una procedura pericolosa per il feto ed una volgare pressione nei confronti delle donne perché “all’inizio della gravidanza non è subito visibile quello che viene erroneamente definito battito cardiaco fetale. Nell’embrione, in quel periodo, non c’è un cuore: l’ecografo trasforma in un suono quella che è un’onda prodotta da un effetto doppler.”\r\nQuesta proposta serve a fare pressione e ad allungare i tempi della procedura prevista per abortire, ostacolando di fatto l’accesso all’IVG. Ma non è l’unico caso di attacco frontale al diritto all’aborto. Sono in attesa di discussione anche altri disegni di legge presentati di recente da alcuni senatori del centrodestra, che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile al fine di riconoscere al feto la capacità giuridica al momento del concepimento e non dopo la nascita, come previsto attualmente. Un modo per annullare la libertà di scelta a far tornare le lancette al tempo in cui abortire era un reato penale.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nPer una barriera libera e solidale!\r\nVia i militari!\r\nVivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele.\r\nOvunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di tanta gente.\r\nIn questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro \r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","7 Marzo 2024","2024-03-08 10:19:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/01-200x110.jpeg","Anarres del primo marzo. CPR: situazione incandescente. Piazza dei disertori. Antiabortisti all’attacco...",1709833803,[],[],{"post_content":360},{"matched_tokens":361,"snippet":362,"value":363},[138,133],"da realtà associative ultracattoliche come \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\nCPR. Una situazione sempre più incandescente\r\nSi moltiplicano le notizie di rivolte e proteste nei CPR della Penisola.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva, comminata senza processo, ha innescato una ulteriore ondata di proteste in queste prigioni per migranti, dove il fuoco delle rivolte è spesso divampato.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo va aventi l’iter autorizzativo dei due CPR in Albania, e c’è la proposta di un CPR a Ferrara.\r\nAbbiamo provato a fare un quadro e qualche riflessione con Raffaele\r\n\r\nTorino. La piazza dei disertori\r\nSabato 24 febbraio, secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, in tantissimi hanno dato \u003Cmark>vita\u003C/mark> a una giornata di lotta antimilitarista, all’insegna della solidarietà con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che in ogni dove muoiono in guerre fatte per affermare gli interessi di ristrette élite dominanti.\r\nQuel pomeriggio, nonostante la pioggia, vento e freddo avessero riportato l’inverno in città, piazza Castello si è rapidamente riempita.\r\nIl sostegno ai disertori di tutte le guerre è stato uno dei momenti centrali della giornata di lotta antimilitarista.\r\nDisertare la guerra era scritto su uno degli striscioni della piazza.\r\nIn ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.\r\n\r\nAntiabortisti all’attacco\r\nÈ approdata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare «Un cuore che batte», promossa da realtà associative ultracattoliche come \u003Cmark>Pro\u003C/mark> \u003Cmark>Vita\u003C/mark> & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di questa proposta di legge è infatti modificare la legge n.194 del 1978 – che stabilisce i limiti interno ai quali è possibile effettuare legalmente un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG),– per obbligare il personale medico a far ascoltare, alle donne incinte intenzionate ad abortire, il presunto battito cardiaco del feto. Una procedura pericolosa per il feto ed una volgare pressione nei confronti delle donne perché “all’inizio della gravidanza non è subito visibile quello che viene erroneamente definito battito cardiaco fetale. Nell’embrione, in quel periodo, non c’è un cuore: l’ecografo trasforma in un suono quella che è un’onda prodotta da un effetto doppler.”\r\nQuesta proposta serve a fare pressione e ad allungare i tempi della procedura prevista per abortire, ostacolando di fatto l’accesso all’IVG. Ma non è l’unico caso di attacco frontale al diritto all’aborto. Sono in attesa di discussione anche altri disegni di legge presentati di recente da alcuni senatori del centrodestra, che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile al fine di riconoscere al feto la capacità giuridica al momento del concepimento e non dopo la nascita, come previsto attualmente. Un modo per annullare la libertà di scelta a far tornare le lancette al tempo in cui abortire era un reato penale.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nPer una barriera libera e solidale!\r\nVia i militari!\r\nVivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele.\r\nOvunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la \u003Cmark>vita\u003C/mark> e la salute di tanta gente.\r\nIn questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro \r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia \u003Cmark>vita\u003C/mark>\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[365],{"field":145,"matched_tokens":366,"snippet":362,"value":363},[138,133],{"best_field_score":149,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":369,"highlight":382,"highlights":387,"text_match":390,"text_match_info":391},{"comment_count":48,"id":370,"is_sticky":48,"permalink":371,"podcastfilter":372,"post_author":373,"post_content":374,"post_date":375,"post_excerpt":54,"post_id":370,"post_modified":376,"post_thumbnail":377,"post_title":378,"post_type":331,"sort_by_date":379,"tag_links":380,"tags":381},"83008","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-27-06-2023/",[292],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia di Marcello del SiCobas di Modena, presentando una serie di podcast intitolata \"Tutta colpa dei padroni?\". Ci siamo fatti spiegare le origini di questo progetto che intende intraprendere una sorta di formazione base sui diritti di lavoratori e lavoratrici, ma anche aiutare a descrivere il contesto storico, politico e sociale che riguarda il mondo del lavoro e i suoi meccanismi tra rappresentanze datoriali, sindacali e i rapporti di forza che ne intercorrono. Frittura mista alias Radio fabbrica trasmetterà tutti i podcast della serie nelle prossime puntate, ma se proprio non riuscite ad attendere potete trovarli tutti qui; questa prima puntata in coda all'intervista di Marcello si intitola \"La giungla dei CCNL\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Marcello-sulla-serie-podcast-Tutta-colpa-dei-padroni-prima-puntata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Alex della CUB Torino per presentare il corteo del 5 Luglio lanciato dai lavoratori sociali del sindacato di base per lottare contro questa forma di abuso che le cooperative sociali applicano a chi lavora di notte in strutture di assistenza sociale. Qui trovate l'evento FB dal quale si può restare aggiornat* su prossime assemblee organizzative e su come si svolgerà il corteo.\r\nCORTEO CONTRO LE NOTTI PASSIVE: CONOSCERLE PER COMBATTERLE!\r\nSiamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori del sociale che stanno lottando CONTRO LE NOTTI PASSIVE E LO SFRUTTAMENTO SUL LAVORO.\r\nÈ inaccettabile che nel nostro settore siamo costrette/i a lavoro notturno sottopagato (3 euro /h) o non retribuito. Le notti devono essere pagate!\r\nCOME DIRE BASTA?\r\nIL 5 LUGLIO FAREMO UN CORTEO CONTRO il lavoro notturno non retribuito!\r\nUna manifestazione che partirà da Corso Casale 246 (sede della Cooperativa Terra mia) per finire in via Asti 32 (sede della Fondazione Pro Infantia). Entrambe applicano le notti passive!\r\nCHI SIAMO?\r\nun gruppo di lavoratrici e lavoratrici del sociale che in comune hanno tanto, non solo un lavoro che ci appassiona e che svolgiamo ogni giorno con impegno morale ed etica professionale, ma una frustrazione e un malcontento latenti e manifesti dovuti a condizioni sempre più precarie e dannose non solo per noi ma anche per le persone che ogni giorno supportiamo nel loro percorso di vita.\r\nQuesto primo momento di lotta vuole fare da apri pista per dare coraggio a tutt* per URLARE BASTA, IL NOSTRO LAVORO DEVE ESSERE RICONOSCIUTO COME TALE!\r\nUn gruppo aperto a tutte e tutti con l’intento di arrivare a più persone possibili. Insieme possiamo fare la differenza!!!\r\nIL LAVORO EDUCATIVO È LAVORO E DEVE ESSERE RETRIBUTO DIGNITOSAMENTE!\r\n5luglio bisogna esserci!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Alex-Cub-su-corteo-5-luglio-notti-passive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello dei cosidetti \"lavoretti\", lo abbiamo affrontato con Annalisa di NonUnaDiMeno Torino, che ci ha raccontato come è andata la passeggiata rumorosa per il quartiere di San Salvario, organizzata proprio per dare voce a chi è costrett* a districarsi tra condizioni di lavoro pessime e molestie di ogni sorta. L' iniziativa nata dalle segnalazioni di ragazz* attiv* al tavolo lavoro di NUDM, svoltasi per la prima volta l'anno scorso nel quartiere Vanchiglia, ha voluto dare il messaggio a padroni e avventori delle zone deputate all'intrattenimento serale/notturno che il lavoro va pagato ed inquadrato seriamente e che quando toccano una, toccano tutte.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Annalisa-NUDM-su-passeggiata-rumorosa-a-San-Salvario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","29 Giugno 2023","2023-06-29 14:46:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/23b80efd25fbf65d8aab5fe30ce24c45-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 27/06/2023",1688050001,[],[],{"post_content":383},{"matched_tokens":384,"snippet":385,"value":386},[138],"Asti 32 (sede della Fondazione \u003Cmark>Pro\u003C/mark> Infantia). Entrambe applicano le notti"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia di Marcello del SiCobas di Modena, presentando una serie di podcast intitolata \"Tutta colpa dei padroni?\". Ci siamo fatti spiegare le origini di questo progetto che intende intraprendere una sorta di formazione base sui diritti di lavoratori e lavoratrici, ma anche aiutare a descrivere il contesto storico, politico e sociale che riguarda il mondo del lavoro e i suoi meccanismi tra rappresentanze datoriali, sindacali e i rapporti di forza che ne intercorrono. Frittura mista alias Radio fabbrica trasmetterà tutti i podcast della serie nelle prossime puntate, ma se proprio non riuscite ad attendere potete trovarli tutti qui; questa prima puntata in coda all'intervista di Marcello si intitola \"La giungla dei CCNL\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Marcello-sulla-serie-podcast-Tutta-colpa-dei-padroni-prima-puntata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Alex della CUB Torino per presentare il corteo del 5 Luglio lanciato dai lavoratori sociali del sindacato di base per lottare contro questa forma di abuso che le cooperative sociali applicano a chi lavora di notte in strutture di assistenza sociale. Qui trovate l'evento FB dal quale si può restare aggiornat* su prossime assemblee organizzative e su come si svolgerà il corteo.\r\nCORTEO CONTRO LE NOTTI PASSIVE: CONOSCERLE PER COMBATTERLE!\r\nSiamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori del sociale che stanno lottando CONTRO LE NOTTI PASSIVE E LO SFRUTTAMENTO SUL LAVORO.\r\nÈ inaccettabile che nel nostro settore siamo costrette/i a lavoro notturno sottopagato (3 euro /h) o non retribuito. Le notti devono essere pagate!\r\nCOME DIRE BASTA?\r\nIL 5 LUGLIO FAREMO UN CORTEO CONTRO il lavoro notturno non retribuito!\r\nUna manifestazione che partirà da Corso Casale 246 (sede della Cooperativa Terra mia) per finire in via Asti 32 (sede della Fondazione \u003Cmark>Pro\u003C/mark> Infantia). Entrambe applicano le notti passive!\r\nCHI SIAMO?\r\nun gruppo di lavoratrici e lavoratrici del sociale che in comune hanno tanto, non solo un lavoro che ci appassiona e che svolgiamo ogni giorno con impegno morale ed etica professionale, ma una frustrazione e un malcontento latenti e manifesti dovuti a condizioni sempre più precarie e dannose non solo per noi ma anche per le persone che ogni giorno supportiamo nel loro percorso di \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\nQuesto primo momento di lotta vuole fare da apri pista per dare coraggio a tutt* per URLARE BASTA, IL NOSTRO LAVORO DEVE ESSERE RICONOSCIUTO COME TALE!\r\nUn gruppo aperto a tutte e tutti con l’intento di arrivare a più persone possibili. Insieme possiamo fare la differenza!!!\r\nIL LAVORO EDUCATIVO È LAVORO E DEVE ESSERE RETRIBUTO DIGNITOSAMENTE!\r\n5luglio bisogna esserci!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Alex-Cub-su-corteo-5-luglio-notti-passive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello dei cosidetti \"lavoretti\", lo abbiamo affrontato con Annalisa di NonUnaDiMeno Torino, che ci ha raccontato come è andata la passeggiata rumorosa per il quartiere di San Salvario, organizzata proprio per dare voce a chi è costrett* a districarsi tra condizioni di lavoro pessime e molestie di ogni sorta. L' iniziativa nata dalle segnalazioni di ragazz* attiv* al tavolo lavoro di NUDM, svoltasi per la prima volta l'anno scorso nel quartiere Vanchiglia, ha voluto dare il messaggio a padroni e avventori delle zone deputate all'intrattenimento serale/notturno che il lavoro va pagato ed inquadrato seriamente e che quando toccano una, toccano tutte.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Annalisa-NUDM-su-passeggiata-rumorosa-a-San-Salvario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[388],{"field":145,"matched_tokens":389,"snippet":385,"value":386},[138],1155199671761633300,{"best_field_score":392,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":393,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":395,"highlight":408,"highlights":413,"text_match":390,"text_match_info":416},{"comment_count":48,"id":396,"is_sticky":48,"permalink":397,"podcastfilter":398,"post_author":399,"post_content":400,"post_date":401,"post_excerpt":54,"post_id":396,"post_modified":402,"post_thumbnail":403,"post_title":404,"post_type":331,"sort_by_date":405,"tag_links":406,"tags":407},"59147","http://radioblackout.org/podcast/il-sacrificio-della-salute-voci-dalle-vallette-carcere-fabbrica/",[294],"bellocome","Uno sguardo sul carcere delle Vallette, dopo i primi positivi sia tra i detenuti che tra le fila della polizia penitenziaria, gli unici ancora nella possibilità di entrare e uscire dall’istitituto penitenziario. Ne parliamo con Luca, un compagno in licenza domiciliare dal regime di semilibertà all’interno del carcere di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Lucart21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInsieme a Sandra Berardi di Yairaiha Onlus torniamo ad approfondire alcuni aspetti della gestione della popolazione detenuta durante questa fase di emergenza sanitaria: la salute e la sicurezza delle persone rinchiuse in carcere sembrano irreversibilmente subordinate alla propaganda securitaria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/BCUPCB-6-4-20-SBY.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nProtezione Civile e Ministero della Giustizia stanno approntando la produzione su scala industriale di mascherine protettive all’interno di alcune carceri. Un passo avanti verso il carcere-fabbrica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/MIX-2corona-maskfactory.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’appello dal carcere delle Vallette dei detenuti in articolo 21 per lavoro esterno:\r\n\r\nViviamo in un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso in più camere per un totale di 45 persone, 2 servizi igienici per tutti e al pian terreno di questa struttura ci sono anche delle mamme con dei bambini innocenti che continuano ad essere rinchiusi. Alle nostre, critiche e disperate, condizioni assistono anche gli operatori della polizia penitenziaria, vittime anch’essi del totale menefreghismo istituzionale onnipresente e oggi ancor più irritante.\r\n\r\nSiamo da giorni isolati a causa dell’accertamento della contaminazione da virus di un soggetto tra noi. Non veniamo visti da nessuno e nessuno ne parla per voler nascondere la realtà di un lazzaretto che lascerà alle spalle morti preannunciate, e forse volute, nella più totale indifferenza.\r\n\r\nPandemia, terza guerra mondiale, #state a casa, #ce la faremo: giuste considerazioni del momento che attraversiamo, ma fatte solo esclusivamente per tirare acqua al proprio mulino.\r\n\r\nAllo stato attuale nella nostra palazzina permangono i semiliberi che si son visti rigettare richiesta di licenza premio come previsto e disposto dal Dpcm ( scritto con l’apparente obbiettivo di sfollare i carceri). A testimonianza di una non volontà di assicurare, in un momento di così altamente critico e rischioso, la tutela della salute e della vita.\r\n\r\nNon privilegiano coscienza, sentimenti umanitari e ragionevolezza, termine quest’ultimo spesso adoperato in sede di formulazione delle sentenze di condanna quando si presentano non poche incertezze e lati oscuri. Poltrona, autorità e potere è ciò che sovrasta ogni cosa compresa la vita. Eppure Cesare Beccaria già nel lontano 1700 lottava contro la pena di morte e contro la tortura che a secoli di distanza trova diversa applicazione nelle condizioni psicofisiche che viviamo: massacranti ed insopportabili.\r\n\r\nPure l’OMS, l’ISS e la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri consigliano, obbligano, sanzionano, per effetto di direttive salvavita paradossalmente escluse e nascoste all’interno delle carceri, bombe ad orologeria che coinvolgono figli, mogli, madri, fratelli angosciati dal cattivo e sempre più incerto futuro che ci aspetta. Ma dove sono finiti i diritti umani riconosciuti e sanciti nelle costituzioni di società e paesi che ancora oggi hanno il coraggio di autodichiararsi civili, industrializzati, sviluppati e anche democratici? Il razionale è fortemente discriminante!\r\n\r\nOggi purtroppo si registra il primo detenuto morto per COVID 19, o forse il primo che hanno avuto il coraggio di rendere pubblico dopo tanti silenziosi casi. La situazione può precipitare in tutto il paese se dal carcere vengono a svilupparsi i cosiddetti contagi di ritorno.\r\n\r\nE allora perché non prevenire questa ecatombe attraverso provvedimenti pro tempore? Almeno fino al perdurare dell’emergenza sanitaria, magari attraverso l’ampliamento dell’applicazione dell’articolo124 del decreto legge 18/2020 nei confronti di coloro che abbiano già dato prova di buona condotta, nei confronti di chi gode di permesso premio, con obbligo di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza.\r\n\r\nIl nemico attuale è invisibile, imprevedibile e silenzioso per tutti ma letale per qualcuno. Chi,\r\n\r\npotendo farlo, non interviene oggi, sarà suo complice in responsabilità soggettive e oggettive di esiti criminali contro la salute e contro la vita.\r\n\r\nAiuto è ciò che chiediamo, aiuto è ciò che ci dovete. Già è troppo tardi… fate presto!\r\n\r\nDomenica 5 aprile\r\n\r\nI DETENUTI RECLUSI E ISOLATI NELLA PALAZZINA DEI SEMILIBERI DEL CARCERE DI TORINO","8 Aprile 2020","2020-04-08 12:42:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/bcupcb6-4-20-200x110.jpg","Il sacrificio della salute, voci dalle Vallette, carcere-fabbrica",1586345664,[],[],{"post_content":409},{"matched_tokens":410,"snippet":411,"value":412},[92],"tutela della salute e della \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\n\r\nNon privilegiano coscienza, sentimenti umanitari","Uno sguardo sul carcere delle Vallette, dopo i primi positivi sia tra i detenuti che tra le fila della polizia penitenziaria, gli unici ancora nella possibilità di entrare e uscire dall’istitituto penitenziario. Ne parliamo con Luca, un compagno in licenza domiciliare dal regime di semilibertà all’interno del carcere di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Lucart21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInsieme a Sandra Berardi di Yairaiha Onlus torniamo ad approfondire alcuni aspetti della gestione della popolazione detenuta durante questa fase di emergenza sanitaria: la salute e la sicurezza delle persone rinchiuse in carcere sembrano irreversibilmente subordinate alla propaganda securitaria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/BCUPCB-6-4-20-SBY.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nProtezione Civile e Ministero della Giustizia stanno approntando la produzione su scala industriale di mascherine protettive all’interno di alcune carceri. Un passo avanti verso il carcere-fabbrica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/MIX-2corona-maskfactory.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’appello dal carcere delle Vallette dei detenuti in articolo 21 per lavoro esterno:\r\n\r\nViviamo in un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso in più camere per un totale di 45 persone, 2 servizi igienici per tutti e al pian terreno di questa struttura ci sono anche delle mamme con dei bambini innocenti che continuano ad essere rinchiusi. Alle nostre, critiche e disperate, condizioni assistono anche gli operatori della polizia penitenziaria, vittime anch’essi del totale menefreghismo istituzionale onnipresente e oggi ancor più irritante.\r\n\r\nSiamo da giorni isolati a causa dell’accertamento della contaminazione da virus di un soggetto tra noi. Non veniamo visti da nessuno e nessuno ne parla per voler nascondere la realtà di un lazzaretto che lascerà alle spalle morti preannunciate, e forse volute, nella più totale indifferenza.\r\n\r\nPandemia, terza guerra mondiale, #state a casa, #ce la faremo: giuste considerazioni del momento che attraversiamo, ma fatte solo esclusivamente per tirare acqua al proprio mulino.\r\n\r\nAllo stato attuale nella nostra palazzina permangono i semiliberi che si son visti rigettare richiesta di licenza premio come previsto e disposto dal Dpcm ( scritto con l’apparente obbiettivo di sfollare i carceri). A testimonianza di una non volontà di assicurare, in un momento di così altamente critico e rischioso, la tutela della salute e della \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\n\r\nNon privilegiano coscienza, sentimenti umanitari e ragionevolezza, termine quest’ultimo spesso adoperato in sede di formulazione delle sentenze di condanna quando si presentano non poche incertezze e lati oscuri. Poltrona, autorità e potere è ciò che sovrasta ogni cosa compresa la \u003Cmark>vita\u003C/mark>. Eppure Cesare Beccaria già nel lontano 1700 lottava contro la pena di morte e contro la tortura che a secoli di distanza trova diversa applicazione nelle condizioni psicofisiche che viviamo: massacranti ed insopportabili.\r\n\r\nPure l’OMS, l’ISS e la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri consigliano, obbligano, sanzionano, per effetto di direttive salvavita paradossalmente escluse e nascoste all’interno delle carceri, bombe ad orologeria che coinvolgono figli, mogli, madri, fratelli angosciati dal cattivo e sempre più incerto futuro che ci aspetta. Ma dove sono finiti i diritti umani riconosciuti e sanciti nelle costituzioni di società e paesi che ancora oggi hanno il coraggio di autodichiararsi civili, industrializzati, sviluppati e anche democratici? Il razionale è fortemente discriminante!\r\n\r\nOggi purtroppo si registra il primo detenuto morto per COVID 19, o forse il primo che hanno avuto il coraggio di rendere pubblico dopo tanti silenziosi casi. La situazione può precipitare in tutto il paese se dal carcere vengono a svilupparsi i cosiddetti contagi di ritorno.\r\n\r\nE allora perché non prevenire questa ecatombe attraverso provvedimenti \u003Cmark>pro\u003C/mark> tempore? Almeno fino al perdurare dell’emergenza sanitaria, magari attraverso l’ampliamento dell’applicazione dell’articolo124 del decreto legge 18/2020 nei confronti di coloro che abbiano già dato prova di buona condotta, nei confronti di chi gode di permesso premio, con obbligo di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza.\r\n\r\nIl nemico attuale è invisibile, imprevedibile e silenzioso per tutti ma letale per qualcuno. Chi,\r\n\r\npotendo farlo, non interviene oggi, sarà suo complice in responsabilità soggettive e oggettive di esiti criminali contro la salute e contro la \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\n\r\nAiuto è ciò che chiediamo, aiuto è ciò che ci dovete. Già è troppo tardi… fate presto!\r\n\r\nDomenica 5 aprile\r\n\r\nI DETENUTI RECLUSI E ISOLATI NELLA PALAZZINA DEI SEMILIBERI DEL CARCERE DI TORINO",[414],{"field":145,"matched_tokens":415,"snippet":411,"value":412},[92],{"best_field_score":392,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":393,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":418,"highlight":441,"highlights":446,"text_match":390,"text_match_info":449},{"comment_count":48,"id":419,"is_sticky":48,"permalink":420,"podcastfilter":421,"post_author":290,"post_content":422,"post_date":423,"post_excerpt":54,"post_id":419,"post_modified":424,"post_thumbnail":425,"post_title":426,"post_type":331,"sort_by_date":427,"tag_links":428,"tags":439},"39835","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-6-gennaio-cuba-commercio-dami-pacchi-e-deportati-i-nuovi-cie-di-minniti-a-17-anni-dalla-strage-di-trapani/",[290],"Come ogni venerdì, il 6 gennaio siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2017 01 06 anarres1\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres2\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres3\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba, un articolo di di Marcelo “Liberato” Salinas dell’Avana sugli scenari dopo la morte di Fidel Castro\r\n\r\n \r\n\r\nL’export italiano di armi, un business che non conosce crisi. Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa antimilitarista attivo contro la base di Aviano\r\n\r\n \r\n\r\nIl nuovo ministro dell’Interno ha deciso che il suo dicastero si impegnerà per l’apertura di un CIE in ogni regione. Dopo un paio d’anni di immobilismo, con quattro CIE ancora aperti, sebbene più volte distrutti dalle rivolte il governo torna alla carica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Denitto\r\n\r\n \r\n\r\nSono trascorsi 17 anni dalla strage nel CIE di Trapani, il Serraino Vulpitta, dove,in seguito ad un incendio. morirono sei ragazzi tunisini.\r\nAbbiamo letto il documento scritto per l’occasione dai compagni di Trapani. Lo trovate qui.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 21 gennaio ore 10,30\r\nManda una cartolina a Poste Italiane\r\npresidio contro le deportazioni in corso Giulio Cesare 7 – nei pressi dell’ufficio postale\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C’è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C’è anche chi, semplicemente, vuole andare in Europa, perché desidera un’altra vita.\r\nTutti si trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato, polizia ed esercito.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nDocumenti:\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba\r\n\r\nCuba senza Fidel Castro. Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una vita propria di fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento di massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura di ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte di Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso di essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro di sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni di governo ha avuto il grande merito di allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine di mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento di quell’altro generale-presidente di Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione di questo tipo di socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga di quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico di Fidel Castro nella storia di Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico di massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise di reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba di quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica di mobilitazione permanente di massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica di uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni di persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico di Batista e i contributi di Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti di raggiungere il controllo totale di Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale di prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante di questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica di Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche di qualcosa che i suoi milioni di accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello di gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano di avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi di educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni di esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore di vita delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete di istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto di più con l’uso di queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo di Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione di un programma senza precedenti di servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili medici cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole di servizi medici cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte di reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite di governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca di Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e di gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la vita reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione di una maggiore comunanza nella vita quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo di Stato a Cuba, gli eredi di Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori di Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare di Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi di turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola di opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro vita a mantener vivo l’obiettivo di Fulgencio e di Fidel Castro di fare un socialismo sotto la disciplina di governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice di Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista di Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere di Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena di morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice di Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito di Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica di Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione di Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo di Batista. Il giogo di Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo di questi pilastri del deposto regime di Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria di libertà di questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono di nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura di Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la base strutturale del funzionamento della vita quotidiana di Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali di Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città di Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e di agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento di essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato di una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte di accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine di garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione di massa delle ore 19; il divieto di tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi di stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni di lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli di istruzione, salute e qualità della vita più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento di tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo di una crisi di migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge di schiavi salariati (…) che chiedono di essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge di schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase di degrado morale e di espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto di Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso di tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole di ciò che lo ha castrato della sua capacità di elaborazione e di decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni di essere oggetto di un discorso e tanto meno di essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni di lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan di massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato di questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare di bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero di un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente di vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia di Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della base, più responsabilità sulla nostra vita, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano di aggiungere il fidelismo come corrente di idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno di Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità di continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale di oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito di “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\ndi Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura di Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y Revolucion en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y Revolucion en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. PRO / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.","12 Gennaio 2017","2018-10-17 22:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/1430732397_451849184-200x110.jpg","Anarres del 6 gennaio. Cuba, commercio d’ami, pacchi e deportati, i nuovi CIE di Minniti, a 17 anni dalla strage di Trapani…",1484241125,[429,430,431,432,433,434,435,436,437,438],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/batista/","http://radioblackout.org/tag/castro/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cie-di-trapani/","http://radioblackout.org/tag/commercio-darmi/","http://radioblackout.org/tag/cuba/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/serraino-vulpitta/","http://radioblackout.org/tag/trapani/",[440,310,304,300,313,315,302,308,317,306],"antimilitarismo",{"post_content":442},{"matched_tokens":443,"snippet":444,"value":445},[92],"in Europa, perché desidera un’altra \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\nTutti si trovano di fronte","Come ogni venerdì, il 6 gennaio siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2017 01 06 anarres1\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres2\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres3\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba, un articolo di di Marcelo “Liberato” Salinas dell’Avana sugli scenari dopo la morte di Fidel Castro\r\n\r\n \r\n\r\nL’export italiano di armi, un business che non conosce crisi. Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa antimilitarista attivo contro la base di Aviano\r\n\r\n \r\n\r\nIl nuovo ministro dell’Interno ha deciso che il suo dicastero si impegnerà per l’apertura di un CIE in ogni regione. Dopo un paio d’anni di immobilismo, con quattro CIE ancora aperti, sebbene più volte distrutti dalle rivolte il governo torna alla carica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Denitto\r\n\r\n \r\n\r\nSono trascorsi 17 anni dalla strage nel CIE di Trapani, il Serraino Vulpitta, dove,in seguito ad un incendio. morirono sei ragazzi tunisini.\r\nAbbiamo letto il documento scritto per l’occasione dai compagni di Trapani. Lo trovate qui.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 21 gennaio ore 10,30\r\nManda una cartolina a Poste Italiane\r\npresidio contro le deportazioni in corso Giulio Cesare 7 – nei pressi dell’ufficio postale\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C’è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C’è anche chi, semplicemente, vuole andare in Europa, perché desidera un’altra \u003Cmark>vita\u003C/mark>.\r\nTutti si trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato, polizia ed esercito.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nDocumenti:\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba\r\n\r\nCuba senza Fidel Castro. Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una \u003Cmark>vita\u003C/mark> propria di fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento di massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura di ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte di Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso di essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro di sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni di governo ha avuto il grande merito di allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine di mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento di quell’altro generale-presidente di Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione di questo tipo di socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga di quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico di Fidel Castro nella storia di Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico di massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise di reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba di quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica di mobilitazione permanente di massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica di uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni di persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico di Batista e i contributi di Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti di raggiungere il controllo totale di Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale di prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante di questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica di Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche di qualcosa che i suoi milioni di accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello di gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano di avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi di educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni di esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore di \u003Cmark>vita\u003C/mark> delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete di istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto di più con l’uso di queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo di Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione di un programma senza precedenti di servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili medici cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole di servizi medici cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte di reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite di governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca di Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e di gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la \u003Cmark>vita\u003C/mark> reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione di una maggiore comunanza nella \u003Cmark>vita\u003C/mark> quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo di Stato a Cuba, gli eredi di Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori di Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare di Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi di turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola di opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro \u003Cmark>vita\u003C/mark> a mantener vivo l’obiettivo di Fulgencio e di Fidel Castro di fare un socialismo sotto la disciplina di governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice di Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista di Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere di Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena di morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice di Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito di Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica di Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione di Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo di Batista. Il giogo di Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo di questi pilastri del deposto regime di Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria di libertà di questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono di nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura di Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la base strutturale del funzionamento della \u003Cmark>vita\u003C/mark> quotidiana di Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali di Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città di Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e di agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento di essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato di una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte di accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine di garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione di massa delle ore 19; il divieto di tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi di stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni di lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli di istruzione, salute e qualità della \u003Cmark>vita\u003C/mark> più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento di tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo di una crisi di migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge di schiavi salariati (…) che chiedono di essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge di schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase di degrado morale e di espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto di Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso di tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole di ciò che lo ha castrato della sua capacità di elaborazione e di decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni di essere oggetto di un discorso e tanto meno di essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni di lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan di massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato di questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare di bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero di un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente di vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia di Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della base, più responsabilità sulla nostra \u003Cmark>vita\u003C/mark>, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano di aggiungere il fidelismo come corrente di idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno di Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità di continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale di oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito di “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\ndi Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura di Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y Revolucion en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y Revolucion en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. \u003Cmark>PRO\u003C/mark> / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.",[447],{"field":145,"matched_tokens":448,"snippet":444,"value":445},[92],{"best_field_score":392,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":393,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":451,"highlight":465,"highlights":470,"text_match":473,"text_match_info":474},{"comment_count":48,"id":452,"is_sticky":48,"permalink":453,"podcastfilter":454,"post_author":373,"post_content":455,"post_date":456,"post_excerpt":54,"post_id":452,"post_modified":457,"post_thumbnail":458,"post_title":459,"post_type":331,"sort_by_date":460,"tag_links":461,"tags":463},"91978","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-17-09-2024/",[292]," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con un gruppo di studenti, attivisti nei sindacati, che dalla Germania sono venuti a Torino per conoscere i movimenti autorganizzati, occupati e autogestiti. Hanno conosciuto la realtà della radio e noi gli abbiamo chiesto di parlarci di alcuni temi caldi in Germania:\r\n1- abbiamo commentato i risultati elettorali che hanno portato al 16% il partito neo nazista AFD grazie soprattutto al voto giovanile ed dell'EST;\r\n\r\n2- La Denuclearizzazione dell'energia è incompatibile con la decarbonizzazione alla luce dell'attuale guerra alla Russia che ha escluso il GAS come alternativa annunciata;\r\n\r\n3- La questione palestinese difficile da portare in piazza a causa delpretesto antisemita tedesco che giustifica ogni mezzo repressivo e alimenta i divieti ufficiali\r\n\r\n4- La crisi del settore manifatturiero automobilista che ha già annunciato il licenziamento di 20.000 opera* e la chiusura di fabbriche in germania\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/F_m_17_09_Intervista-in-studio-con-studenti-tedeschi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia dell'avvocato Gian Luca Vitale sul trasferimento del processo ILVA da Taranto a Potenza. La posizione di parte civile di Slai Cobas e medicina democratica che cura l'avvocato ci ha permesso di entrare nei dettagli tecnici e politici di una decisione della Core d'Appello di Taranto che ha annullato 7 anni di processo. Un pesantissimo schiaffo agli operai Ilva, agli abitanti del quartiere Tamburi e di tutta la città di Taranto, alle famiglie degli operai morti, dei bambini morti.\r\nIn un comunicato dello SLAI Cobas di Taranto si legge: La realtà è che padroni, governo, giudici della Corte d'appello hanno fatto una sorta di alleanza per salvare i padroni assassini e tutti gli imputati e per consegnare ai nuovi padroni una ex Ilva non gravata da nessuna condanna e provvedimento. Noi eravamo stati \"cattivi profeti\", quando abbiamo denunciato che l'ordinanza di sospensione della provvisionale fatta da Del Coco alla prima l'udienza era un cattivo segnale, un preavviso della linea pro Ilva di questa Corte d'appello. Ma non finisce e non può finire qui.\r\nLo Slai cobas mobiliterà le parti civili, chiama gli operai, la cittadinanza di Taranto a ribellarsi a questa pesante offesa, morale,pratica. Stiamo preparando per fine mese (quando vi saranno le motivazioni di questa ordinanza) un'assemblea pubblica con la presenza degli avvocati nostri di parte civile, e vogliamo preparare una grande manifestazione. Nello stesso tempo stiamo già verificando tutte le possibilità di ricorso legale contro questa ordinanza.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/F_m_17_09_Avv.-Gianluca-Vitale-su-processo-ILVA-spostato-a-Potenza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della serata è stato quello delle nomine de* docenti precari della scuola pubblica. La nostra inviata ha raccolto per noi testimonianze durante lo svolgimento del presidio organizzato da insegnanti e sindacati avvenuto martedì 10 settemre sotto l' Ufficio Scolastico Territoriale. Dal 2020 ad oggi, il focus della contestazione verte sulla richiesta di tornare alle convocazioni in presenza, che servivano anche a dipanare possibili incomprensioni o vere e proprie criticità rispetto alle nomine. Il problema principale del meccanismo di convocazione tramite algoritmo, come avviene tutt'ora, è il fatto che una volta assegnata la cattedra il sistema non torna più indietro, lasciando persone senza possibilità di poter lavorare durante l'anno scolastico.\r\n\r\nSentirete dalla voce de* partecipant* queste e le altre istanze che hanno portato durante questo presidio e che vertiranno verso un'imminente mobilitazione nazionale di settore.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Interviste-presidio-UST-Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","23 Settembre 2024","2024-09-23 19:32:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/ilva-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 17/09/2024",1727105005,[462],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[464],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":466},{"matched_tokens":467,"snippet":468,"value":469},[133],"in compagnia dell'avvocato Gian Luca \u003Cmark>Vita\u003C/mark>le sul trasferimento del processo ILVA"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con un gruppo di studenti, attivisti nei sindacati, che dalla Germania sono venuti a Torino per conoscere i movimenti autorganizzati, occupati e autogestiti. Hanno conosciuto la realtà della radio e noi gli abbiamo chiesto di parlarci di alcuni temi caldi in Germania:\r\n1- abbiamo commentato i risultati elettorali che hanno portato al 16% il partito neo nazista AFD grazie soprattutto al voto giovanile ed dell'EST;\r\n\r\n2- La Denuclearizzazione dell'energia è incompatibile con la decarbonizzazione alla luce dell'attuale guerra alla Russia che ha escluso il GAS come alternativa annunciata;\r\n\r\n3- La questione palestinese difficile da portare in piazza a causa delpretesto antisemita tedesco che giustifica ogni mezzo repressivo e alimenta i divieti ufficiali\r\n\r\n4- La crisi del settore manifatturiero automobilista che ha già annunciato il licenziamento di 20.000 opera* e la chiusura di fabbriche in germania\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/F_m_17_09_Intervista-in-studio-con-studenti-tedeschi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia dell'avvocato Gian Luca \u003Cmark>Vita\u003C/mark>le sul trasferimento del processo ILVA da Taranto a Potenza. La posizione di parte civile di Slai Cobas e medicina democratica che cura l'avvocato ci ha permesso di entrare nei dettagli tecnici e politici di una decisione della Core d'Appello di Taranto che ha annullato 7 anni di processo. Un pesantissimo schiaffo agli operai Ilva, agli abitanti del quartiere Tamburi e di tutta la città di Taranto, alle famiglie degli operai morti, dei bambini morti.\r\nIn un comunicato dello SLAI Cobas di Taranto si legge: La realtà è che padroni, governo, giudici della Corte d'appello hanno fatto una sorta di alleanza per salvare i padroni assassini e tutti gli imputati e per consegnare ai nuovi padroni una ex Ilva non gravata da nessuna condanna e provvedimento. Noi eravamo stati \"cattivi profeti\", quando abbiamo denunciato che l'ordinanza di sospensione della provvisionale fatta da Del Coco alla prima l'udienza era un cattivo segnale, un preavviso della linea \u003Cmark>pro\u003C/mark> Ilva di questa Corte d'appello. Ma non finisce e non può finire qui.\r\nLo Slai cobas mobiliterà le parti civili, chiama gli operai, la cittadinanza di Taranto a ribellarsi a questa pesante offesa, morale,pratica. Stiamo preparando per fine mese (quando vi saranno le motivazioni di questa ordinanza) un'assemblea pubblica con la presenza degli avvocati nostri di parte civile, e vogliamo preparare una grande manifestazione. Nello stesso tempo stiamo già verificando tutte le possibilità di ricorso legale contro questa ordinanza.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/F_m_17_09_Avv.-Gianluca-Vitale-su-processo-ILVA-spostato-a-Potenza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della serata è stato quello delle nomine de* docenti precari della scuola pubblica. La nostra inviata ha raccolto per noi testimonianze durante lo svolgimento del presidio organizzato da insegnanti e sindacati avvenuto martedì 10 settemre sotto l' Ufficio Scolastico Territoriale. Dal 2020 ad oggi, il focus della contestazione verte sulla richiesta di tornare alle convocazioni in presenza, che servivano anche a dipanare possibili incomprensioni o vere e proprie criticità rispetto alle nomine. Il problema principale del meccanismo di convocazione tramite algoritmo, come avviene tutt'ora, è il fatto che una volta assegnata la cattedra il sistema non torna più indietro, lasciando persone senza possibilità di poter lavorare durante l'anno scolastico.\r\n\r\nSentirete dalla voce de* partecipant* queste e le altre istanze che hanno portato durante questo presidio e che vertiranno verso un'imminente mobilitazione nazionale di settore.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Interviste-presidio-UST-Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[471],{"field":145,"matched_tokens":472,"snippet":468,"value":469},[133],1155199637401895000,{"best_field_score":475,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":476,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":24},"1112369528832","1155199637401895025",6637,{"collection_name":331,"first_q":75,"per_page":283,"q":75},7,["Reactive",481],{},["Set"],["ShallowReactive",484],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fJQiszl4E3NMaA1KcP8QQ2TyNgOP-k_i6tr4Kx75iVyw":-1},true,"/search?query=pro+vita"]