","La lotta No Tav e un'altra assurda sentenza",1401725383,[142,67,69,143],"http://radioblackout.org/tag/claudio-andrea-giobbe/","http://radioblackout.org/tag/sentenza/",[37,15,18,28],{"post_content":146,"post_title":150,"tags":153},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[91,92],"se le persone sono pericolosi \u003Cmark>no\u003C/mark> \u003Cmark>tav\u003C/mark>. Abbiamo parlato questa mattina con","Il 30 maggio è stata pronunciata la sentenza del processo per una “colazione” al cancello della centrale di Chiomonte in cui erano coinvolti Andrea, Claudio e Giobbe. La sentenza condanna Andrea a 1 anno e 7 mesi, Giobbe a 2 anni e 5 mesi e Claudio a 4 mesi, revocato l’obbligo di firma per Andrea. Ancora una sentenza gonfiata, utilizzando fatti banali, episodi a “bassa intensità” con l’aiuto del solito giornalismo funzionali a richieste di pene pesanti, ipotizzando reati abnormi.\r\nUna colazione ai cancelli della centrale di Chiomonte per impedire o rallentare il passaggio dei mezzi d’opera diretti al cantiere e alla devastazione della Clarea diventa una vicenda ricostruita in modo incredibile. Una ricostruzione fatta dalla procura che ha come unico obiettivo fare \"giustizia\" perseguendo le persone, non tanto i reati, in particolare se le persone sono pericolosi \u003Cmark>no\u003C/mark> \u003Cmark>tav\u003C/mark>. Abbiamo parlato questa mattina con Giobbe e analizzato con lui cosa significa una ennesima assurda sentenza, targata procura di Torino.\r\n\r\ngiobbe",{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":152},[79,80],"La lotta \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> e un'altra assurda 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ripercorso questa mattina insieme a Silvia l'evento che ha portato ad essere imputati Claudio, Andrea e Giobbe in una ennesima operazione dellal Procura di Torino contro il movimento No Tav basata sul poco o sul niente.\r\nDi seguito il comunicato:\r\nIl 16 Novembre 2012 si svolge una consueta colazione alla centrale di Chiomonte, pratica che vede il movimento NO TAV in strada per rallentare i lavori del cantiere del tunnel geognostico della Maddalena.\r\nL'obiettivo è far compiere un lungo giro agli operai che devono accedere dal lontano cancello autostradale, mentre vengono lasciati passare i vignaioli e i lavoratori Iren della centrale elettrica.\r\nMa quel mattino succede qualcosa di particolare: le forze dell'ordine di stanza al cantiere decidono di aprire ugualmente i cancelli nonostante la presenza dei presidianti, anziché invitare gli operai a fare il giro dall'autostrada. Insieme agli operai, si presenta anche un misterioso personaggio, che si occuperà di fotografare la casetta-punto informativo NO TAV di via dell'Avanà, successivamente rimossa con una gru e mai più riconsegnata al movimento.\r\nCostui, rivelatosi poi un agente di polizia, sporgerà denuncia contro i presidianti insieme a uno degli operai. Andrea di Vaie e Claudio di Torino, presenti quel giorno ai cancelli, saranno sottoposti a fermo per l'intera giornata al fortino della Maddalena e verranno poi rilasciati la sera, Giobbe verrà coinvolto successivamente sulla base dei filmati e per questo motivo incarcerato alle Vallette ed ora ai domiciliari. Claudio si trova ora in carcere insieme ad altri tre notav per il sabotaggio al cantiere del 13 maggio e sarà presente all'udienza, che sarà però a porte chiuse e dovrebbe durare per tutta la mattinata.\r\nQuesta vicenda segna l'inizio della nuova strategia della procura, che alza il tiro delle accuse con reati fantasiosi, e serve ai media un assist prezioso per la distruzione mediatica del movimento, visto con simpatia dalla stragrande maggioranza del paese.\r\nPer questo, organizziamo una presenza solidale\r\nMARTEDÌ 17 DICEMBRE ORE 9.00\r\nPALAZZO DI GIUSTIZIA ingresso Via Falcone, Torino\r\nAscolta la diretta con Silvia\r\n\r\nSilvia processo\r\n\r\n \r\n\r\n ","16 Dicembre 2013","2013-12-19 11:00:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/batnotav-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"162\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/batnotav-300x162.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/batnotav-300x162.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/batnotav.jpg 306w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Presidio No Tav al tribunale di Torino in solidarietà con Claudio, Andrea e Giobbe",1387199081,[142,249,69],"http://radioblackout.org/tag/merenda-al-cantiere/",[37,251,18],"merenda al cantiere",{"post_content":253,"post_title":257,"tags":260},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[79,80],"di Torino contro il movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> basata sul poco o sul","Abbiamo ripercorso questa mattina insieme a Silvia l'evento che ha portato ad essere imputati Claudio, Andrea e Giobbe in una ennesima operazione dellal Procura di Torino contro il movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> basata sul poco o sul niente.\r\nDi seguito il comunicato:\r\nIl 16 Novembre 2012 si svolge una consueta colazione alla centrale di Chiomonte, pratica che vede il movimento \u003Cmark>NO\u003C/mark> \u003Cmark>TAV\u003C/mark> in strada per rallentare i lavori del cantiere del tunnel geognostico della Maddalena.\r\nL'obiettivo è far compiere un lungo giro agli operai che devono accedere dal lontano cancello autostradale, mentre vengono lasciati passare i vignaioli e i lavoratori Iren della centrale elettrica.\r\nMa quel mattino succede qualcosa di particolare: le forze dell'ordine di stanza al cantiere decidono di aprire ugualmente i cancelli nonostante la presenza dei presidianti, anziché invitare gli operai a fare il giro dall'autostrada. 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Il reato contestato è ovviamente di oltraggio a pubblico ufficiale, nonostante l'entità modesta dell'insulto.\r\n\r\nIl commento di Marco all'uscita dal tribunale marco_pecorella\r\n\r\n ","19 Maggio 2014","2014-05-22 13:25:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/images2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"226\" height=\"223\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/images2.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Processi No Tav: sentenza del processo \"pecorella\"",1400500051,[335,67,336,143],"http://radioblackout.org/tag/marco/","http://radioblackout.org/tag/pecorella/",[338,15,339,28],"marco","pecorella",{"post_content":341,"post_title":345,"tags":349},{"matched_tokens":342,"snippet":343,"value":344},[79,80],"dal giudice di Torino al \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> soprannominato “Pecorella” dal 28 febbraio","Quattro mesi di pena. 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Sono in carcere da oltre un anno, rinchiusi in regime di alta sicurezza, spesso isolati, lontani dai propri compagni ed affetti, la corrispondenza sottoposta a censura.\r\nHanno provato a piegarli. Non ci sono riusciti, hanno provato a mettere in ginocchio un intero movimento. Hanno fallito ancora.\r\n\r\nFacciamo un piccolo passo indietro.\r\nNella memoria della gente che si batte contro il Tav il dicembre del 2005 è una pietra miliare. Tra novembre e dicembre si consumò un’epopea di lotta entrata nei cuori di tanti. Un movimento popolare decise di resistere all’imposizione violenta di un’opera inutile e devastante e, nonostante avesse quasi tutti contro, riuscì ad assediare le truppe di occupazione, costruendo la Libera Repubblica di Venaus. Dopo lo sgombero violento il movimento per qualche giorno assunse un chiaro carattere insurrezionale: l’intera Val Susa si fece barricata contro l’invasore. L’otto dicembre era festa. La manifestazione, dopo una breve scaramuccia al bivio dove la polizia attendeva i manifestanti, si trasformò in una marcia che dopo aver salito la montagna, scese verso la zona occupata mentre lieve cadeva la neve. I sentieri in discesa erano fradici di acqua e fango ma nessuno si fermò. Le reti caddero e le truppe vennero richiamate.\r\nNel 2011 – dopo la dura parentesi dell’inverno delle trivelle – sono tornati, molto più agguerriti che nel 2005.\r\nLo Stato non può permettersi di perdere due volte nello stesso posto.\r\nL’apparato repressivo fatto di gas, recinzioni da lager, manganelli e torture si è dispiegato in tutta la sua forza. La magistratura è entrata in campo a gamba tesa. Non si contano i processi che coinvolgono migliaia di attivisti No Tav.\r\nGoverno e magistratura non hanno fatto i conti con la resistenza dei No Tav. 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Le reti caddero e le truppe vennero richiamate.\r\nNel 2011 – dopo la dura parentesi dell’inverno delle trivelle – sono tornati, molto più agguerriti che nel 2005.\r\nLo Stato non può permettersi di perdere due volte nello stesso posto.\r\nL’apparato repressivo fatto di gas, recinzioni da lager, manganelli e torture si è dispiegato in tutta la sua forza. La magistratura è entrata in campo a gamba tesa. Non si contano i \u003Cmark>processi\u003C/mark> che coinvolgono migliaia di attivisti \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>.\r\nGoverno e magistratura non hanno fatto i conti con la resistenza dei \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>. 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La via dell’albergo è stata trasformata in “Via gli sbirri” con nuove targhe apposte dai manifestanti.\r\nQui il video del Fatto Quotidiano\r\n\r\nIl giorno successivo, dopo le celebrazioni del giuramento partigiano della Garda dell’8 dicembre 1943, l’appuntamento era a Giaglione e Chiomonte per una giornata alle reti del cantiere.\r\nIn Clarea il passaggio era bloccato al ponte, ma questo non ha impedito a circa un centinaio di \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> di raggiungere, guadando alto il torrente, l’area di proprietà del movimento, dove altri erano arrivati sin dalla prima mattina.\r\nLa Questura, non paga delle recinzioni e dei cancelli che serrano via dell’Avanà a Chiomonte, ha deciso di chiudere anche il ponte con jersey e truppe con idrante. Dopo la costruzione di un albero di natale \u003Cmark>no\u003C/mark> \u003Cmark>tav\u003C/mark> fatto dai bambini, a centinaia i \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> sono risaliti in paese, bloccando a più riprese la statale e interrompendo per una mezz’ora anche il traffico ferroviario. A fine giornata, sul ponte, la polizia ha azionato l’idrante e sparato lacrimogeni. Dai boschi petardi e fuochi d’artificio hanno illuminato la sera.\r\nIl 9 dicembre la Procura ha consegnato in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare a Francesco, Graziano e Lucio, i tre \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> in carcere da luglio il sabotaggio del 14 maggio 2013, lo stesso per il quale domani sarà emessa la sentenza per gli altri quattro \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>.\r\nSu questa nuova iniziativa della Procura Anarres ha intervistato, uno dei loro avvocati, Eugenio Losco, del foro di Milano. Con lui abbiamo parlato anche dell’attesa per la sentenza di domani\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2014 12 12 losco terrotav più tre\r\n\r\nDomani, dopo il tribunale, che probabilmente si pronuncerà nel primo pomeriggio, l’appuntamento è alle 17,30 in piazza del mercato a Bussoleno.\r\n\r\nSe le notizie dal tribunale saranno buone sarà un giorno di festa. In caso contrario la risposta del movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> sarà forte e chiara.\r\n\r\nForte è stata l’indignazione per la sentenza che ha cancellato la dignità di migliaia di lavoratori e cittadini di Casale Monferrato, torturati a morte e uccisi dai padroni della Eternit. La giustizia dei tribunali, ancora una volta ha mostrato il suo volto di classe, assolvendo chi si è fatto ricco sulla vita dei più.\r\nQui nessuno è disposto a morire senza resistere, nessuno spera nella giustizia dei tribunali. 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Provano a seminare la paura, perché sanno bene che domani a Torino ci sarà una grande manifestazione No Tav, che si stringerà solidale ai quattro attivisti, che, esattamente cinque mesi fa, sono stati sottratti alle loro vite, ai loro affetti, alla lotta comune.\r\nDomani ci sarà una marcia popolare, aperta a tutti, giovani e meno giovani, bambini, disabili. Tutti e tutte No Tav, tutti e tutte decisi a testimoniare con la loro presenza che quella notte del 14 maggio di un anno fa, in Clarea c'eravamo tutti. Tutti sabotatori, tutti, dice la Procura \"terroristi\".\r\nTutti \"colpevoli di resistere\", ma soprattutto colpevoli di volere un mondo di libertà e giustizia sociale, colpevoli di lottare per farne una realtà.\r\nL'accanimento della Procura torinese contro i No Tav è testimoniato dalla decisione del Procuratore generale Maddalena di evacuare i locali del Palagiustizia a mezzogiorno di sabato, dalla scelta di far piazzare jersey di cemento armato e metallo intorno al Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel cantiere/fortino divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r\nCome in Clarea i difensori delle lobby che si contendono le nostre, vite, il nostro futuro, la nostra libertà, domani saranno asserragliati dietro a quelle reti. Come belve feroci.\r\n\r\nNoi saremo fuori, per le strade di Torino, per ricordare ai signori dei palazzi che il patto di mutuo soccorso che abbiamo stilato tra di noi, attraversa le generazioni e i territori. Questo patto non è scritto nella carta, ma nei sentieri di lotta dove ci incontriamo e riconosciamo, parte di un grande cammino di libertà.\r\n\r\nOre 14 piazza Adriano.\r\nLo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione \"Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime\"\r\n\r\nAscolta cronache ed analisi proposte oggi ad Anarres:\r\n\r\n2014 05 09 no tav anarres\r\n\r\nDi seguito alcune riflessioni sulla vicenda di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò uscite sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa grande favola della democrazia si scioglie come neve al sole, ogni volta che qualcuno prende sul serio il nucleo assiologico su cui pretende di costruirsi, ogni volta che libertà, solidarietà, uguaglianza vengono intese e praticate nella loro costitutiva, radicale alterità con un assetto sociale basato sul dominio, la diseguaglianza, lo sfruttamento, la competizione più feroce.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti opinione ineffettuale, mero esercizio di eloquenza, semplice gioco di parola. Se il dissenso diviene attivo, se si fa azione diretta, se rischia di far saltare le regole di un gioco feroce, la democrazia si dispiega come discorso del potere che ri-assume nella sua interezza l’assolutismo della regalità. Assoluta, perché sciolta da ogni vincolo, perché nega legittimità ad ogni parola altra. Ad ogni ordine che spezzi quello attuale.\r\nLo fa con la leggerezza di chi sa che l’illusione democratica è tanto forte da coprire come una coltre di nubi scure un dispositivo, che chiude preventivamente i conti con ogni forma di opposizione, che non si adatti al ruolo di mera testimonianza.\r\nIn questo dispositivo c’è anche la delega politica all’apparato giudiziario delle questioni che l’esecutivo non è in grado di affrontare.\r\nDalla legge elettorale a quella sulle droghe, sino al movimento No Tav.\r\n\r\nQuello che il potere politico non riesce a fare, quello che fanno i media senza potervi dar corpo, lo fa la magistratura.\r\nIn questi anni abbiamo assistito al progressivo incrudirsi della repressione, senza neppure la necessità di fare leggi speciali: è stato sufficiente usare in modo speciale quelle che ci sono.\r\nChi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato rischia sempre più di incappare nelle maglie della magistratura, perché le tutele formali e materiali che davano qualche spazio al dire e al fare, sono state poco a poco annullate.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nNon si contano più le operazioni della magistratura nei confronti dell’opposizione politica e sociale. Hanno tentato più volte, ma con scarso successo i reati associativi, per loro natura intrinsecamente politici, le varie forme della famigerata famiglia 170, sono costruite per colpire chi si raggruppa per sovvertire l’ordine vigente, ma sfuggono ad una definizione chiara, e difficilmente sono applicabili e chi non si costituisce formalmente in associazione sovversiva o armata.\r\nHanno anche tentato la carta dell’associazione a delinquere applicata alle proteste sociali, ma anche qui non hanno portato a casa il risultato.\r\nNonostante ciò a Torino – da sempre laboratorio di repressione – hanno messo in campo processi contro decine di attivisti antirazzisti, nonostante la caduta del reato associativo.\r\nMaggior successo hanno avuto le operazioni costruite intorno a reati come devastazione e saccheggio, fallite a Torino ma riuscite a Genova e Milano, dove semplici danneggiamenti si sono trasformati in un reato da tempi di guerra con condanne sino a 15 anni di reclusione.\r\n\r\nOggi ci riprovano, proprio a Torino, mettendo in piedi un processo con l’accusa di terrorismo.\r\nVale la pena ripercorrere la genealogia di un meccanismo disciplinare, che va ben oltre il singolo procedimento penale.\r\nSi scopre che la mera professione di opinioni negative sugli accordi per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon crea il “contesto” sul quale viene eretta l’impalcatura accusatoria che trasforma il danneggiamento di un compressore in un attentato. Un attentato con finalità terroriste.\r\nIl teorema dei due PM, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, affonda le radici in un insieme di norme che danno loro amplissimo spazio di discrezionalità.\r\n\r\n14 maggio 2013. Un gruppo di No Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assume come propria.\r\nNonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n22 maggio 2014. Quattro attivisti verranno processati per quell’azione. L’accusa è “attentato con finalità di terrorismo”.\r\nAi quattro attivisti arrestati il 9 dicembre, viene applicato il carcere duro, in condizioni di isolamento totale o parziale, sono trasferiti in carceri lontane per rendere più difficili le visite ai parenti, i soli autorizzati a farlo.\r\nMattia e Nicolò ad Alessandria, Claudio a Ferrara, Chiara a Roma. Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro No Tav, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della prescrizione. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei No Tav, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il Tav deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. Nelle carte con cui sostengono l’accusa di terrorismo fanno un lungo elenco di prese di posizione, trattati che dimostrerebbero la loro tesi.\r\nIn altre parole la ragion di Stato e il bene pubblico coincidono, chi non è d’accordo e prova a mettersi di mezzo è un terrorista, nonostante attui una pratica non violenta, contro l’imposizione violentissima di un’opera non condivisa dalla gran parte della popolazione valsusina.\r\nVent’anni di studi, informazione, conoscenza capillare del territorio e delle sue peculiarità, le analisi sull’incidenza dei tumori, sulla presenza di amianto, sull’inutilità dell’opera non hanno nessuna importanza.\r\nUn potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza, foss’anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a chiudere la partita nelle aule di tribunale.\r\nNe va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.\r\n\r\nLa ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.\r\nNon potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento No Tav sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.\r\nLa rivolta ultraventennale della Val Susa è per lo Stato un banco di prova della propria capacità di mantenere il controllo su quel territorio, fermando l’infezione che ha investito tanta parte della penisola.\r\nAllo Stato non basta vincere. Deve chiudere la partita per sempre, spargere il sale sulle rovine, condannando i vinti in modo esemplare.\r\nL’osmosi tra guerra e politica è totale. La guerra interna non è la mera prosecuzione della politica con altri mezzi, una rottura momentanea delle usuali regole di mediazione, la guerra è l'orizzonte normale. In guerra o si vince o si perde: ai prigionieri si applica la legge marziale, la legge dei tempi di guerra.\r\n\r\nIn ballo non c'è solo un treno, non più una mera questione di affari. In ballo c'é un'idea di relazioni politiche e sociali che va cancellata, negata, criminalizzata.\r\nQuando il tribunale di Torino tira in ballo la nozione di “contesto” per giustificare un'accusa di terrorismo, lo fa a ragion veduta, in Val Susa spira un vento pericoloso, un vento di sovversione e di rivolta.\r\nIntendiamoci. Lo Stato non ha paura di chi, di notte, con coraggio, entra nel cantiere e brucia un compressore. Lo Stato sa tuttavia che intorno ai pochi che sabotano c'é un'intera valle.\r\nMaria Matteo","9 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/torino-10-maggiocorteo-200x110.jpg","10 maggio No Tav. Le ragioni della libertà contro la ragion di Stato",1399657322,[556,557,67,430],"http://radioblackout.org/tag/10-maggio/","http://radioblackout.org/tag/corteo/",[398,559,15,396],"corteo",{"post_content":561,"post_title":565,"tags":568},{"matched_tokens":562,"snippet":563,"value":564},[79,80],"ci sarà una grande manifestazione \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, che si stringerà solidale ai","Negli ultimi due giorni la canea mediatica si è scatenata contro la manifestazione del 10 maggio in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. 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Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della prescrizione. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il \u003Cmark>Tav\u003C/mark> deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. Nelle carte con cui sostengono l’accusa di terrorismo fanno un lungo elenco di prese di posizione, trattati che dimostrerebbero la loro tesi.\r\nIn altre parole la ragion di Stato e il bene pubblico coincidono, chi non è d’accordo e prova a mettersi di mezzo è un terrorista, nonostante attui una pratica non violenta, contro l’imposizione violentissima di un’opera non condivisa dalla gran parte della popolazione valsusina.\r\nVent’anni di studi, informazione, conoscenza capillare del territorio e delle sue peculiarità, le analisi sull’incidenza dei tumori, sulla presenza di amianto, sull’inutilità dell’opera non hanno nessuna importanza.\r\nUn potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza, foss’anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a chiudere la partita nelle aule di tribunale.\r\nNe va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.\r\n\r\nLa ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.\r\nNon potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.\r\nLa rivolta ultraventennale della Val Susa è per lo Stato un banco di prova della propria capacità di mantenere il controllo su quel territorio, fermando l’infezione che ha investito tanta parte della penisola.\r\nAllo Stato non basta vincere. Deve chiudere la partita per sempre, spargere il sale sulle rovine, condannando i vinti in modo esemplare.\r\nL’osmosi tra guerra e politica è totale. La guerra interna non è la mera prosecuzione della politica con altri mezzi, una rottura momentanea delle usuali regole di mediazione, la guerra è l'orizzonte normale. In guerra o si vince o si perde: ai prigionieri si applica la legge marziale, la legge dei tempi di guerra.\r\n\r\nIn ballo non c'è solo un treno, non più una mera questione di affari. In ballo c'é un'idea di relazioni politiche e sociali che va cancellata, negata, criminalizzata.\r\nQuando il tribunale di Torino tira in ballo la nozione di “contesto” per giustificare un'accusa di terrorismo, lo fa a ragion veduta, in Val Susa spira un vento pericoloso, un vento di sovversione e di rivolta.\r\nIntendiamoci. Lo Stato non ha paura di chi, di notte, con coraggio, entra nel cantiere e brucia un compressore. Lo Stato sa tuttavia che intorno ai pochi che sabotano c'é un'intera valle.\r\nMaria Matteo",{"matched_tokens":566,"snippet":567,"value":567},[79,80],"10 maggio \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>. Le ragioni della libertà contro la ragion di Stato",[569,571,573,575],{"matched_tokens":570,"snippet":398,"value":398},[],{"matched_tokens":572,"snippet":559,"value":559},[],{"matched_tokens":574,"snippet":100,"value":100},[91,92],{"matched_tokens":576,"snippet":396,"value":396},[],[578,580,586],{"field":121,"matched_tokens":579,"snippet":563,"value":564},[79,80],{"field":38,"indices":581,"matched_tokens":582,"snippets":584,"values":585},[32],[583],[91,92],[100],[100],{"field":118,"matched_tokens":587,"snippet":567,"value":567},[79,80],1733921019837546500,{"best_field_score":590,"best_field_weight":457,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":52,"score":591,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":52},"2216192835584","1733921019837546611",{"document":593,"highlight":605,"highlights":613,"text_match":588,"text_match_info":618},{"comment_count":52,"id":594,"is_sticky":52,"permalink":595,"podcastfilter":596,"post_author":381,"post_content":597,"post_date":598,"post_excerpt":57,"post_id":594,"post_modified":599,"post_thumbnail":600,"post_title":601,"post_type":426,"sort_by_date":602,"tag_links":603,"tags":604},"69762","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-4-giugno-limbroglio-delle-energie-alternative-no-tav-verso-la-marcia-del-12-maggio-la-citta-degli-esclusi-antimilitarismo/",[381],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-04-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nL’imbroglio delle energie alternative.\r\nOggi dietro il concetto di fonti rinnovabili si annoverano sorgenti che di rinnovabile hanno ben poco (gas, nucleare, biomasse, ecc.) e che nascondono la natura di merce, di queste come delle altre fonti di energia “non rinnovabili”.\r\nNon solo. I processi di estrazione delle cosiddette terre rare in Africa o di raffinazione e produzione dei cristalli di silicio per la produzione dei dispositivi a semiconduttore, sono socialmente ed ecologicamente insostenibili. Eppure sono fatti che non hanno un peso adeguato dentro il dibattito dell’ecologismo main stream.\r\nNe parliamo con Giammarco\r\n\r\nVerso la marcia popolare No Tav del 12 giugno\r\nL’accelerazione impressa all’avanzare dei cantieri in Val Susa è il segno che il governo intente mettere il turbo anche su questo fronte, in un crescendo di violenza ed occupazione militare del territorio, che spera sia di monito a tutte le popolazioni che in questi anni si sono battute contro discariche, inceneritori, megainfrastrutture, grandi navi, etc… \r\nIl governo vuole, costi quel che costi, imporre con la forza la realizzazione di una nuova linea ferroviaria inutile, costosissima, nociva per la salute e il territorio.\r\nIn ballo c’è molto più di un treno. In ballo c’è la necessità di piegare e disciplinare un movimento che lotta da 30 anni. \r\n\r\nLa città degli esclusi\r\nArgo, ToNite, sgomberi e riqualificazioni escludenti in Aurora e Barriera\r\nUn confronto sulla stretta relazione tra i progetti di riqualificazione escludente tra Aurora e Barriera e la crescita dei dispositivi di repressione e controllo sul territorio.\r\nIl nuovo studentato, le universiadi, lo sgombero del Balon e delle baraccopoli rom… lo spazio rubato ai poveri.\r\nAnticipiamo con Francesco Migliaccio, alcuni dei temi dell’assemblea che si terrà giovedì 10 sotto la tettoia dei contadini a Porta Palazzo.\r\n\r\n2 giugno. Una piazza antimilitarista\r\nPer il secondo anno consecutivo i militari hanno deciso di disertare piazza castello, rifugiandosi tra le mura della Caserma Montegrappa per le celebrazioni militariste del 2 giugno.\r\nGli antimilitaristi, come ogni anno, non sono mancati all’appuntamento, cui hanno partecipato centinaia di persone. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","9 Giugno 2021","2021-06-09 14:56:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/00-damico-200x110.jpg","Anarres del 4 giugno. L’imbroglio delle energie alternative. No Tav: verso la marcia del 12 maggio. La città degli esclusi, antimilitarismo...",1623245598,[],[],{"post_content":606,"post_title":610},{"matched_tokens":607,"snippet":608,"value":609},[79,80],"Giammarco\r\n\r\nVerso la marcia popolare \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> del 12 giugno\r\nL’accelerazione impressa","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Il diritto penale liberale ha il suo cardine in due concetti chiave:\r\na) l'azione giudiziaria è rivolta verso la condotta del reo e non contro la persona dello stesso\r\nb) gli imputati sono soggetti giuridici ovvero titolari di alcuni diritti inalienabili, sono persone inserite all'interno di un contratto sociale\r\n\r\nQuesti due principi, sulla cui effettività torneremo più avanti, vengono pesantemente messi in crisi dalla teoria del diritto penale del nemico, elaborata negli anni ottanta dal giurista tedesco Jakobs. Secondo Jakobs oltre al criminale comune, che è recuperabile alle regole del contratto sociale, esiste un'altra specie di criminale: il nemico. Costui non è recuperabile al contratto sociale e di conseguenza per proteggere la società (torneremo poi su questo concetto) è necessario neutralizzarlo. Una logica di guerra entra nel diritto penale.\r\n\r\nNe anniamo parlato con Lorenzo, un compagno che da tempo studia queste dinamiche.\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui:\r\n\r\n2015.02 06 lollodiritto penale del nemico\r\n\r\nPer definire la figura del nemico, che nella teoria di Jakobs rimane sempre molto vaga, forse volutamente, si deve ricorrere all'osservazione della personalità dell'imputato, alla sua messa a nudo da parte dei tribunali e di una pletora di esperti. A questi il compito di valutare se si è di fronte ad un semplice deviante o ad un nemico. Ma attenzione: chi definisce in termini politici il nemico? Chi indirizza l'azione giudiziaria? E qua torna un altro concetto forte della teoria politica occidentale: quello di sovranità. Infatti tocca al potere sovrano, quello dotato del potere di porre eccezioni, definire chi è il nemico. Il diritto penale del nemico è una visione fortemente politicizzata della teoria del diritto in quanto si basa sull'esercizio del potere di porre eccezioni da parte di chi detiene la sovranità. Sarà questi ad indicare di volta in volta quali i nemici, ovvero gli individui e le collettività costitutivamente avverse all'ordine costituito.\r\nCostoro non saranno più soggetti titolari di diritti giuridici ma bensì nuda vita biologica soggetta ad una possibilità di violenza illimitata da parte del potere. È l'esatto contrario di quanto viene affermato dalla concezione liberale del diritto.\r\n\r\nPer questa sua caratteristica di essere estremamente politico il diritto penale del nemico poggia fortemente anche sulla costruzione del nemico tramite il discorso pubblico. Il discorso pubblico italiano, che negli ultimi 15 anni è sostanzialmente virato a destra con la retorica sulla sicurezza e la legalità, ha già individuato da tempo quali sono i soggetti che vanno etichettati come nemici: coloro che hanno la disgrazia di essere contemporaneamente immigrati e poveri, ovvero forza lavoro esclusa dalle tutele conquistate dai movimenti sociali. La legislazione differenziale su cui si basano i CIE-CPT è modellata intorno alla concezione di nemico. Una volta individuata la classe di individui che vanno considerati come nemici, la detenzione, con i suoi corollari di tortura, morte, ed l'espulsione ovvero sia i processi di neutralizzazione fisica diventano semplici passaggi amministrativi, mera contabilità per tanti piccoli Eichmann della burocrazia.\r\nE non faccio il paragone con il contabile della shoa a caso: la detenzione amministrativa, l'individuazione di categorie sociali come nemiche, la riduzione di soggetti a nuda vita biologica sottoposti a violenza illimitata, sono quanto esplicitato dal nazismo.\r\nMa attenzione: fuor di retorica questo è quanto succede di norma all'interno delle logiche capitaliste che vedono gli individui come portatori di forza lavoro da mettere a valore e basta. Il nazismo, e non solo lui, ha semplicemente esplicitato queste dinamiche portandole all'estremo e, in questo, ha prodotto scandalo.\r\n\r\nIl diritto penale del nemico, per quanto teorizzato in modo sistematico solo negli ultimi decenni, è presente sottotraccia in tutta la storia contemporanea. E non solo a livello teorico, si pensi a Carl Shmidt, ma anche a livello fattuale: il codice Rocco del 1936 con le sue misure di sorveglianza speciale, ereditate in buona parte dal diritto repubblicano, è sostanzialmente basato sul concetto di nemico. E anche lo stesso codice Zanardelli del 1897, la pietra angolare del diritto liberale italiano, contiene al suo interno dispositivi repressivi per le classi pericolose basati sul concetto di nemico.\r\n\r\nLe leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza presenti nella società. Non sono concezioni che discendono dall'empireo platonico per farsi norma tramite l'opera di qualche demiurgo. Negli ultimi 40 anni abbiamo assistito ad una mitigazione delle concezioni più dure delle teorie giuridiche perché i rapporti sociali messi in campo dai movimenti sociali e la così detta “società civile”, intesi qua nella loro concezione più larga, dalle organizzazioni più o meno rivoluzionarie a pezzi della borghesia progressista come il Partito Radicale, erano tali da poter imporre delle garanzie all'interno dei procedimenti giuridici. Garanzie ipocrite, parziali, insufficienti e tutto fuor di dubbio. Ma comunque garanzie. Con la crisi dei movimenti sociali a fine anni '70 e il disimpegno degli anni '80 si è potuto assistere ad un prepotente ritorno delle concezioni più dure del diritto: la guerra alle formazioni lottarmatiste, l'introduzione delle leggi sul pentitismo, l'ingresso dello psicologo nelle carceri per analizzare la personalità dei rei politici e decidere su di una loro recuperabilità al consesso sociale, l'applicazione dello stato di eccezione permanente ovvero della sovranità.\r\nE non è un caso che in momento di profonda ristrutturazione degli assetti politici e sociali dell'occidente ci sia anche in Europa un ritorno di queste concezioni, che hanno ricevuto una formalizzazione e una sistematizzazione solo in tempi recenti ma sono state un sottotraccia e una costante di tutta la storia contemporanea.\r\n\r\nLa necessità di difesa della società teorizzata da Jakobs è in realtà la necessità di difendersi delle classi dominanti. Negli ultimi 15-20 anni coloro che sono stati stigmatizzati come nemici sono stati gli immigrati, oggi cominciano ad esserlo tutti gli oppositori sociali e domani? Di fronte ad una disoccupazione costantemente a due cifre e alla marginalizzazione di fasce sempre più ampie di popolazione chi sarà individuato come nemico, ovvero come non recuperabile e disciplinabile (o non facilmente tale) ai processi di accumulazione di capitale?\r\n\r\nBisogna difendere la società? Si, certamente: dall'attacco messo in atto costantemente dallo Stato e dal capitale.","12 Febbraio 2015","2018-10-17 22:09:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/occhio_mirino-c-200x110.jpg","La rottura dell’ordine liberale, ovvero il diritto penale del nemico",1423771124,[632,633,67,634],"http://radioblackout.org/tag/diritto-penale-del-nemico/","http://radioblackout.org/tag/jakobs/","http://radioblackout.org/tag/processi/",[636,637,15,105],"diritto penale del nemico","jakobs",{"post_content":639,"tags":643},{"matched_tokens":640,"snippet":641,"value":642},[79,80,92],"movimento antirazzista e nel movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, mettono sul \u003Cmark>tav\u003C/mark>olo una questione cruciale: la sostanziale","Gli ultimi fatti giudiziari, che hanno coinvolto decine di compagni torinesi, attivi nel movimento antirazzista e nel movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, mettono sul \u003Cmark>tav\u003C/mark>olo una questione cruciale: la sostanziale modifica del diritto penale liberale.\r\n\r\nAl centro degli ultimi \u003Cmark>processi\u003C/mark> è stata posta la personalità dell'imputato, rendendola oggetto di valutazione in base a criteri di pericolosità sociale, al di là della condotta specifica. Il diritto penale liberale ha il suo cardine in due concetti chiave:\r\na) l'azione giudiziaria è rivolta verso la condotta del reo e non contro la persona dello stesso\r\nb) gli imputati sono soggetti giuridici ovvero titolari di alcuni diritti inalienabili, sono persone inserite all'interno di un contratto sociale\r\n\r\nQuesti due principi, sulla cui effettività torneremo più avanti, vengono pesantemente messi in crisi dalla teoria del diritto penale del nemico, elaborata negli anni ottanta dal giurista tedesco Jakobs. Secondo Jakobs oltre al criminale comune, che è recuperabile alle regole del contratto sociale, esiste un'altra specie di criminale: il nemico. Costui non è recuperabile al contratto sociale e di conseguenza per proteggere la società (torneremo poi su questo concetto) è necessario neutralizzarlo. Una logica di guerra entra nel diritto penale.\r\n\r\nNe anniamo parlato con Lorenzo, un compagno che da tempo studia queste dinamiche.\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui:\r\n\r\n2015.02 06 lollodiritto penale del nemico\r\n\r\nPer definire la figura del nemico, che nella teoria di Jakobs rimane sempre molto vaga, forse volutamente, si deve ricorrere all'osservazione della personalità dell'imputato, alla sua messa a nudo da parte dei tribunali e di una pletora di esperti. A questi il compito di valutare se si è di fronte ad un semplice deviante o ad un nemico. Ma attenzione: chi definisce in termini politici il nemico? Chi indirizza l'azione giudiziaria? E qua torna un altro concetto forte della teoria politica occidentale: quello di sovranità. Infatti tocca al potere sovrano, quello dotato del potere di porre eccezioni, definire chi è il nemico. Il diritto penale del nemico è una visione fortemente politicizzata della teoria del diritto in quanto si basa sull'esercizio del potere di porre eccezioni da parte di chi detiene la sovranità. Sarà questi ad indicare di volta in volta quali i nemici, ovvero gli individui e le collettività costitutivamente avverse all'ordine costituito.\r\nCostoro non saranno più soggetti titolari di diritti giuridici ma bensì nuda vita biologica soggetta ad una possibilità di violenza illimitata da parte del potere. È l'esatto contrario di quanto viene affermato dalla concezione liberale del diritto.\r\n\r\nPer questa sua caratteristica di essere estremamente politico il diritto penale del nemico poggia fortemente anche sulla costruzione del nemico tramite il discorso pubblico. Il discorso pubblico italiano, che negli ultimi 15 anni è sostanzialmente virato a destra con la retorica sulla sicurezza e la legalità, ha già individuato da tempo quali sono i soggetti che vanno etichettati come nemici: coloro che hanno la disgrazia di essere contemporaneamente immigrati e poveri, ovvero forza lavoro esclusa dalle tutele conquistate dai movimenti sociali. La legislazione differenziale su cui si basano i CIE-CPT è modellata intorno alla concezione di nemico. Una volta individuata la classe di individui che vanno considerati come nemici, la detenzione, con i suoi corollari di tortura, morte, ed l'espulsione ovvero sia i \u003Cmark>processi\u003C/mark> di neutralizzazione fisica diventano semplici passaggi amministrativi, mera contabilità per tanti piccoli Eichmann della burocrazia.\r\nE non faccio il paragone con il contabile della shoa a caso: la detenzione amministrativa, l'individuazione di categorie sociali come nemiche, la riduzione di soggetti a nuda vita biologica sottoposti a violenza illimitata, sono quanto esplicitato dal nazismo.\r\nMa attenzione: fuor di retorica questo è quanto succede di norma all'interno delle logiche capitaliste che vedono gli individui come portatori di forza lavoro da mettere a valore e basta. Il nazismo, e non solo lui, ha semplicemente esplicitato queste dinamiche portandole all'estremo e, in questo, ha prodotto scandalo.\r\n\r\nIl diritto penale del nemico, per quanto teorizzato in modo sistematico solo negli ultimi decenni, è presente sottotraccia in tutta la storia contemporanea. E non solo a livello teorico, si pensi a Carl Shmidt, ma anche a livello fattuale: il codice Rocco del 1936 con le sue misure di sorveglianza speciale, ereditate in buona parte dal diritto repubblicano, è sostanzialmente basato sul concetto di nemico. E anche lo stesso codice Zanardelli del 1897, la pietra angolare del diritto liberale italiano, contiene al suo interno dispositivi repressivi per le classi pericolose basati sul concetto di nemico.\r\n\r\nLe leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza presenti nella società. Non sono concezioni che discendono dall'empireo platonico per farsi norma tramite l'opera di qualche demiurgo. Negli ultimi 40 anni abbiamo assistito ad una mitigazione delle concezioni più dure delle teorie giuridiche perché i rapporti sociali messi in campo dai movimenti sociali e la così detta “società civile”, intesi qua nella loro concezione più larga, dalle organizzazioni più o meno rivoluzionarie a pezzi della borghesia progressista come il Partito Radicale, erano tali da poter imporre delle garanzie all'interno dei procedimenti giuridici. Garanzie ipocrite, parziali, insufficienti e tutto fuor di dubbio. Ma comunque garanzie. Con la crisi dei movimenti sociali a fine anni '70 e il disimpegno degli anni '80 si è potuto assistere ad un prepotente ritorno delle concezioni più dure del diritto: la guerra alle formazioni lottarmatiste, l'introduzione delle leggi sul pentitismo, l'ingresso dello psicologo nelle carceri per analizzare la personalità dei rei politici e decidere su di una loro recuperabilità al consesso sociale, l'applicazione dello stato di eccezione permanente ovvero della sovranità.\r\nE non è un caso che in momento di profonda ristrutturazione degli assetti politici e sociali dell'occidente ci sia anche in Europa un ritorno di queste concezioni, che hanno ricevuto una formalizzazione e una sistematizzazione solo in tempi recenti ma sono state un sottotraccia e una costante di tutta la storia contemporanea.\r\n\r\nLa necessità di difesa della società teorizzata da Jakobs è in realtà la necessità di difendersi delle classi dominanti. Negli ultimi 15-20 anni coloro che sono stati stigmatizzati come nemici sono stati gli immigrati, oggi cominciano ad esserlo tutti gli oppositori sociali e domani? Di fronte ad una disoccupazione costantemente a due cifre e alla marginalizzazione di fasce sempre più ampie di popolazione chi sarà individuato come nemico, ovvero come non recuperabile e disciplinabile (o non facilmente tale) ai \u003Cmark>processi\u003C/mark> di accumulazione di capitale?\r\n\r\nBisogna difendere la società? Si, certamente: dall'attacco messo in atto costantemente dallo Stato e dal capitale.",[644,646,648,650],{"matched_tokens":645,"snippet":636,"value":636},[],{"matched_tokens":647,"snippet":637,"value":637},[],{"matched_tokens":649,"snippet":100,"value":100},[91,92],{"matched_tokens":651,"snippet":652,"value":652},[105],"\u003Cmark>processi\u003C/mark>",[654,656],{"field":121,"matched_tokens":655,"snippet":641,"value":642},[79,80,92],{"field":38,"indices":657,"matched_tokens":658,"snippets":661,"values":662},[32,23],[659,660],[91,92],[105],[100,652],[100,652],{"best_field_score":590,"best_field_weight":457,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":52,"score":619,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":52},6637,{"collection_name":426,"first_q":18,"per_page":110,"q":18},8,["Reactive",668],{},["Set"],["ShallowReactive",671],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fdQSCdD92qRYTmOFmOO-PQfCfpds9f3lSfnl-UFEvcqM":-1},true,"/search?query=processi+No+Tav"]