","Saluzzo. Una strana stagione della frutta","post",1657106491,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza-diffusa/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/braccianti-immigrati/","http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/processo-momo/","http://radioblackout.org/tag/produzione-ortofrutticola/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[23,19,25,15,21,27,17],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"Processo","Momo”","lavoro, la recente sentenza al “\u003Cmark>Processo\u003C/mark> \u003Cmark>Momo”\u003C/mark> dovrebbe aver lasciato il segno","Il distretto agroalimentare del saluzzese è noto come la “Rosarno” del nord, per l’impiego massiccio di lavorator* soprattutto africani, cui viene negato un alloggio decente, protagonisti nel recente passato di numerose lotte.\r\nQuest’anno, nonostante siamo ai primi di luglio i luoghi frequentati dai braccianti stranieri sono quasi deserti. Cosa sta succedendo?\r\nPer le strade del saluzzese qualche bracciante africano in bicicletta comincia a vedersi ma sono poche unità, probabilmente già in zona da tempo se non residenti. I giardini di villa Aliberti sono frequentati quasi esclusivamente da bambini e saluzzesi che portano a spasso i cani, là dove gli anni scorsi in questo periodo i braccianti accampati erano una presenza vistosa. Comunque per precauzione la polizia municipale vigila quotidianamente.\r\nTramontato il PAS (effimero Progetto Accoglienza Stagionali) al Foro Boario, ufficialmente per il Covid, erano proprio i giardini il luogo di approdo dei braccianti senza casa: sgomberati a inizio luglio dopo la vibrante protesta di qualche giorno prima nel 2020, ignorati nel 2021, salvo quando hanno provato ad alzare la voce per chiedere una sistemazione.\r\nLe truppe professionali e volontarie messe in campo dai soggetti istituzionali per la cosiddetta accoglienza sono ancora in stand-by causa scarse presenze. Per rendersene conto basta passare davanti allo sportello del progetto FAMI Buona Terra presso la casa del cimitero o in Corso Piemonte, sede della Caritas.\r\nEppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca…\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Lele Odiardo, un compagno attivo nella solidarietà ai braccianti in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-05-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo scritto da Lele:\r\n\r\n“Eppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca e la colpa della mancanza di manodopera in questo primo scorcio di stagione è dei flussi che non funzionano: niente affatto una novità visto che se ne parla da sempre ma ben pochi ne hanno fatto uso nel corso degli anni a causa di un sistema rigido e troppo vincolante per i datori di lavoro. Cifre esatte non ce ne sono mai state ma si può ben dire che è sempre stato più conveniente il reclutamento di manodopera “porta a porta”, già presente sul territorio.\r\n“La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.\r\nCon queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere…\r\n…In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a maturazione. Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.” (TargatoCN, 10/06/22)\r\nGià l’anno scorso si lamentava la scarsità di manodopera e si faceva “appello agli italiani”: studenti, giovani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, pensionati, etc… Non si sa come sia andata a finire per quella strana opacità che copre da sempre le cifre relative a chi lavora nell’agroindustria locale: non si sa in quanti hanno lavorato, per quante giornate lavorative, quanto hanno effettivamente percepito all’ora, quanti siano stati ospitati in azienda e via computando.\r\n“Sono indispensabili al più presto misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione per garantire flessibilità e tempestività di un lavor legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.” dice un comunicato di Coldiretti. Riduzione del costo del lavoro stagionale, “semplificazione radicale” delle procedure di assunzione, flessibilità, le ricette dei padroni sono sempre le stesse.\r\n\r\nMa che succede dunque a Saluzzo, i braccianti non fanno più notizia dopo tanti anni di interminabile emergenza?\r\nUn lavoratore residente a Revello ci dice che “i padroni hanno bisogno e adesso danno un posto per dormire. Quest’anno pagano anche un po’ meglio” ma aggiunge: “Chi non ha i documenti a posto e non è sicuro di lavorare resta al sud, a Foggia, perché là non controllano”.\r\nB. ha iniziato a lavorare già a maggio per i diradamenti nei frutteti e il suo padrone lo ospita come già faceva gli anni scorsi. D. L’autunno scorso ha trovato casa con alcuni connazionali e anche lui lavora già, anche se “non tutti i i giorni”. J. invece è ospite da amici e sta cercando lavoro.\r\nMamadou fa una osservazione interessante: “io so di tanti che sono andati a lavorare in altri posti, dove guadagnano di più. Il lavoro in campagna è duro, adesso le agenzie interinali chiamano più di prima: uno preferisce un contratto di 3 mesi in una fabbrica che raccogliere la frutta.”\r\nUn senegalese, pendolare tra i campi del nord e del sud da tanti anni, in primavera ha trovato lavoro in una fabbrica locale con un contratto da apprendista per 6 mesi: “Appena ho avuto l’occasione me ne sono andato. In campagna è dura e ci vai solo se non trovi altro, anche altri due miei amici non sono più venuti a Saluzzo quest’anno: lavorano dove si guadagna un po’ di più e la vita costa meno che qui.”\r\nIntanto questa mattina (15 giugno) un pick-up davanti ai giardini caricava una bicicletta e una valigia nel bagagliaio e un bracciante con dei fogli in mano saliva a bordo.\r\nDopo i due anni del PAS (2018/2019) e i due del Covid-19 (2020/2021), l’impressione è che qualcosa stia cambiando (non necessariamente in meglio) e un ciclo durato più di 10 anni si sia esaurito.\r\nSicuramente il lavoro di “disciplinamento” svolto dalle istituzioni in questi anni qualche risultato lo sta portando a casa: controllo capillare sul territorio da parte delle forze dell’ordine, sportelli dove i braccianti africani si devono registrare (e quindi dichiarare la loro presenza a Saluzzo), accoglienze diffuse (con finanziamenti pubblici) che hanno aperto in anticipo, sostegno economico (pubblico) e deregolamentazione delle accoglienze in azienda.\r\nRistrutturazione e “ammodernamento” del settore agroindustriale con la differenziazione delle colture (piccoli frutti ad inizio estate, meno pesche e kiwi, mele tardive fino a novembre, varietà super produttive) e potenziamento del settore commerciale e della trasformazione per far fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, innovazione tecnologica. Qualcuno la frutta la deve pur raccogliere ma quella della manodopera è una voce sempre più marginale dei costi d’impresa (basta pensare ai costi degli impianti, per i fertilizzanti e i trattamenti chimici, stoccaggio e conservazione, la ricerca, etc…). E anche l’unica voce su cui gli imprenditori possono speculare attraverso il lavoro nero e le irregolarità ben note.\r\nLa basse presenze di questo primo scorcio di stagione sono anche dovute al fatto che la raccolta dei piccoli frutti dura relativamente poco ed è coperta in prevalenza da manodopera già presente sul territorio, poi c’è una paura perché di pesche ce ne sono sempre meno, e ad agosto cominceranno le mele e (con i kiwi9 si andrà avanti fino a fine novembre.\r\nSul versante lavoro, la recente sentenza al “\u003Cmark>Processo\u003C/mark> \u003Cmark>Momo”\u003C/mark> dovrebbe aver lasciato il segno e portato a galla definitivamente un sistema di irregolarità e sfruttamento diffuso, non certo limitato all’azienda condannata. Molto resta da fare per la conquista dei diritti dei lavoratori agricoli sui quali si sperimentano le condizioni di lavoro peggiori in termini di salario, orario, sicurezza, tutele, etc…certo le accoglienze diffuse e l’assistenzialismo contribuiscono a dividere i braccianti rendendo più complicata la loro auto-organizzazione, necessaria anche dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali collettive.”",[69,71,73,75,77,82,84],{"matched_tokens":70,"snippet":23},[],{"matched_tokens":72,"snippet":19},[],{"matched_tokens":74,"snippet":25},[],{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[79,80],"processo","momo","\u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>momo\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":27},[],{"matched_tokens":85,"snippet":17},[],[87,93],{"field":28,"indices":88,"matched_tokens":90,"snippets":92},[89],4,[91],[79,80],[81],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,65],1157451471441625000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":39,"score":101,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":50,"first_q":21,"per_page":104,"q":21},6,{"facet_counts":106,"found":14,"hits":116,"out_of":145,"page":14,"request_params":146,"search_cutoff":29,"search_time_ms":39},[107,113],{"counts":108,"field_name":111,"sampled":29,"stats":112},[109],{"count":14,"highlighted":110,"value":110},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":114,"field_name":28,"sampled":29,"stats":115},[],{"total_values":39},[117],{"document":118,"highlight":132,"highlights":137,"text_match":140,"text_match_info":141},{"comment_count":39,"id":119,"is_sticky":39,"permalink":120,"podcastfilter":121,"post_author":122,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":45,"post_id":119,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_title":127,"post_type":128,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":131},"86388","http://radioblackout.org/podcast/la-guerra-oltre-gaza-regionalizzazione-del-conflitto/",[110],"liberationfront","Il conflitto apertosi il 7 ottobre con gli attacchi di Hamas contro Israele conta ormai più di cento giorni. In questo tempo, una situazione già complessa si è intricata ulteriormente in un accavallarsi di eventi e interventi che, si può dire, stanno drammaticamente ridisegnando il volto del Medio Oriente.\r\n\r\nIl processo di regionalizzazione del conflitto è la fonte di maggiore preoccupazione a questo punto. Si è infatti passati da una \"guerra asimmetrica\" inaugurata dalla rottura dei confini territoriali dello storico oppressore da parte di Hamas e presto trasferita nella prigione a cielo aperto di Gaza, ora una distesa di macerie a causa dell'implacabile vendetta israeliana, al coinvolgimento di nuovi attori e regioni di scontro. Gli attacchi sul Mar Rosso del gruppo armato yemenita degli Houthi hanno scatenato le reazioni occidentali (USA e UK) dimostrando, da una parte, che l'iniziativa del conflitto continua a originarsi a oriente; dall'altra, che si è ormai andati oltre la periodicamente rispolverata \"soluzione dei due stati\" come panacea delle questioni arabo-israeliane, e che ci si deve confrontare con una inconciliabilità di posizioni e con la mancanza delle condizioni materiali per prospettare una risoluzione del conflitto.\r\n\r\nL'incognita sui movimenti futuri di altri attori chiave, come Hezbollah in Libano, e soprattutto sul futuro delle centinaia di migliaia di palestinesi sfollati a sud di Gaza avvolge il tutto con una patina opaca e non certo rosea.\r\n\r\nMarco Magnano, giornalista indipendente e autore del podcast \"La guerra a Gaza vista dal Libano\" ci aiuta navigare in queste acque perigliose provando a dare una rotta ai nostri tentativi di interpretazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Magnano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]\r\n\r\n \r\n\r\nPer chiudere, le parole di Momo della scuola di circo \"Pirilampo\", che ci parla di come il circo può riuscire ad attraversare anche i muri eretti da Israele e di chi, mettendo \"il naso fuori dal tendone\" prova a esprimere solidarietà e a far pensare con le acrobazie (e i tendoni):\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Pirilampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]","16 Gennaio 2024","2024-01-16 20:40:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/gaza-bambino-200x110.jpg","La guerra oltre Gaza: regionalizzazione del conflitto","podcast",1705437642,[],[],{"post_content":133},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[79],"volto del Medio Oriente.\r\n\r\nIl \u003Cmark>processo\u003C/mark> di regionalizzazione del conflitto è","Il conflitto apertosi il 7 ottobre con gli attacchi di Hamas contro Israele conta ormai più di cento giorni. 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