","Saluzzo. Una strana stagione della frutta","post",1657106491,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza-diffusa/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/braccianti-immigrati/","http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/processo-momo/","http://radioblackout.org/tag/produzione-ortofrutticola/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[23,19,25,15,21,27,17],{"tags":62},[63,65,67,69,71,73,78],{"matched_tokens":64,"snippet":23},[],{"matched_tokens":66,"snippet":19},[],{"matched_tokens":68,"snippet":25},[],{"matched_tokens":70,"snippet":15},[],{"matched_tokens":72,"snippet":21},[],{"matched_tokens":74,"snippet":77},[75,76],"produzione","ortofrutticola","\u003Cmark>produzione\u003C/mark> \u003Cmark>ortofrutticola\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":17},[],[81],{"field":28,"indices":82,"matched_tokens":84,"snippets":86},[83],5,[85],[75,76],[77],1157451471441625000,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":91,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,"1157451471441625193",2,6646,{"collection_name":50,"first_q":27,"per_page":95,"q":27},6,{"facet_counts":97,"found":155,"hits":156,"out_of":442,"page":14,"request_params":443,"search_cutoff":29,"search_time_ms":444},[98,130],{"counts":99,"field_name":127,"sampled":29,"stats":128},[100,103,106,109,112,114,117,120,122,125],{"count":101,"highlighted":102,"value":102},61,"anarres",{"count":104,"highlighted":105,"value":105},41,"liberation front",{"count":107,"highlighted":108,"value":108},19,"frittura mista",{"count":110,"highlighted":111,"value":111},16,"OverJoy",{"count":110,"highlighted":113,"value":113},"I Bastioni di Orione",{"count":115,"highlighted":116,"value":116},15,"Macerie su macerie",{"count":118,"highlighted":119,"value":119},10,"La fine della Fine della storia",{"count":118,"highlighted":121,"value":121},"Bello come una prigione che brucia",{"count":123,"highlighted":124,"value":124},9,"Voci dall'antropocene",{"count":31,"highlighted":126,"value":126},"arsider","podcastfilter",{"total_values":129},131,{"counts":131,"field_name":28,"sampled":29,"stats":153},[132,134,136,138,140,142,144,146,148,150],{"count":110,"highlighted":133,"value":133},"dub",{"count":110,"highlighted":135,"value":135},"roots",{"count":110,"highlighted":137,"value":137},"reggae",{"count":90,"highlighted":139,"value":139},"Bastioni di Orione",{"count":118,"highlighted":141,"value":141},"guerra",{"count":123,"highlighted":143,"value":143},"lavoro",{"count":123,"highlighted":145,"value":145},"carcere",{"count":123,"highlighted":147,"value":147},"voci antropocene",{"count":123,"highlighted":149,"value":149},"frittura mista radio fabbrica",{"count":151,"highlighted":152,"value":152},8,"radio cane",{"total_values":154},763,290,[157,191,222,253,308,377],{"document":158,"highlight":172,"highlights":180,"text_match":187,"text_match_info":188},{"comment_count":39,"id":159,"is_sticky":39,"permalink":160,"podcastfilter":161,"post_author":162,"post_content":163,"post_date":164,"post_excerpt":45,"post_id":159,"post_modified":165,"post_thumbnail":166,"post_title":167,"post_type":168,"sort_by_date":169,"tag_links":170,"tags":171},"69008","http://radioblackout.org/podcast/storie-di-nocivita-il-nucleare-francese-in-polinesia-e-gli-effetti-della-produzione-del-cemento/",[105],"liberationfront","Per trent’anni, dal 1966 al 1996, la Francia ha effettuato devastanti test nucleari nelle isole della Polinesia francese, facendo esplodere un totale di 193 bombe atomiche.\r\n\r\nLa leggerezza e l’impunità con cui queste operazioni sono state portate avanti mettono in luce il rapporto subalterno e di sfruttamento che vigeva (ancora oggi vige) tra i due Paesi, e sono evidenziati recentemente in un’inchiesta approfondita sugli effetti che questi bombardamenti hanno avuto sulla salute della popolazione locale: la contaminazione da radiazioni ha causato un’impennata nella diffusione di tumori e altre malattie, di cui entrambi i governi erano, già ai tempi, perfettamente a conoscenza.\r\n\r\nProprio come allora vi fu un tacito consenso nel portare a termine i test nonostante le irreversibili e drammatiche ripercussioni sull’arcipelago polinesiano, così negli ultimi anni la Francia è riuscita a minimizzare gli eventi, promettendo indennizzi secondo criteri esageratamente stringenti e falsando la storia che si occupa di narrare i numeri delle vittime.\r\n\r\nSe la nocività del nucleare è estremamente appariscente e violenta, non è altrettanto scontato riconoscere quella più sottile e capillare rappresentata dal materiale da costruzione più utilizzato al mondo: il cemento.\r\n\r\nPur essendo diventato il simbolo dell’abbruttimento del rapporto umano con la natura, il calcestruzzo (composto per il 20% da cemento) è ancora considerato irrinunciabile per il fatto di essere economico, igienico e versatile. Ma quanto cemento viene prodotto in Italia? Qual è la sua storia e come siamo arrivati a questa stretta dipendenza economica dalla sua industria? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande, rivolgendo contemporaneamente uno sguardo al presente e al futuro: l’attuale cementificazione dei 70.000 m2 della piana di San Didero in Valsusa per la costruzione del nuovo autoporto legato al TAV è solo un esempio della foga con cui questo materiale viene colato sul suolo. Eppure le conseguenze che si porta dietro non sono affatto trascurabili: irreversibilità degli ecosistemi, danni alla salute, consumo di acqua e di altre risorse, alta produzione di CO2, presenza di criminalità organizzata e peggioramento del benessere psicologico sono tutti effetti compresi nel pacchetto-cemento.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/nucleare-e-cemento.mp3\"][/audio]","6 Maggio 2021","2023-04-19 14:50:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/5-200x110.jpg","Storie di nocività: il nucleare francese in Polinesia e gli effetti della produzione del cemento","podcast",1620329302,[],[],{"post_content":173,"post_title":177},{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":176},[75],"e di altre risorse, alta \u003Cmark>produzione\u003C/mark> di CO2, presenza di criminalità","Per trent’anni, dal 1966 al 1996, la Francia ha effettuato devastanti test nucleari nelle isole della Polinesia francese, facendo esplodere un totale di 193 bombe atomiche.\r\n\r\nLa leggerezza e l’impunità con cui queste operazioni sono state portate avanti mettono in luce il rapporto subalterno e di sfruttamento che vigeva (ancora oggi vige) tra i due Paesi, e sono evidenziati recentemente in un’inchiesta approfondita sugli effetti che questi bombardamenti hanno avuto sulla salute della popolazione locale: la contaminazione da radiazioni ha causato un’impennata nella diffusione di tumori e altre malattie, di cui entrambi i governi erano, già ai tempi, perfettamente a conoscenza.\r\n\r\nProprio come allora vi fu un tacito consenso nel portare a termine i test nonostante le irreversibili e drammatiche ripercussioni sull’arcipelago polinesiano, così negli ultimi anni la Francia è riuscita a minimizzare gli eventi, promettendo indennizzi secondo criteri esageratamente stringenti e falsando la storia che si occupa di narrare i numeri delle vittime.\r\n\r\nSe la nocività del nucleare è estremamente appariscente e violenta, non è altrettanto scontato riconoscere quella più sottile e capillare rappresentata dal materiale da costruzione più utilizzato al mondo: il cemento.\r\n\r\nPur essendo diventato il simbolo dell’abbruttimento del rapporto umano con la natura, il calcestruzzo (composto per il 20% da cemento) è ancora considerato irrinunciabile per il fatto di essere economico, igienico e versatile. Ma quanto cemento viene prodotto in Italia? Qual è la sua storia e come siamo arrivati a questa stretta dipendenza economica dalla sua industria? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande, rivolgendo contemporaneamente uno sguardo al presente e al futuro: l’attuale cementificazione dei 70.000 m2 della piana di San Didero in Valsusa per la costruzione del nuovo autoporto legato al TAV è solo un esempio della foga con cui questo materiale viene colato sul suolo. Eppure le conseguenze che si porta dietro non sono affatto trascurabili: irreversibilità degli ecosistemi, danni alla salute, consumo di acqua e di altre risorse, alta \u003Cmark>produzione\u003C/mark> di CO2, presenza di criminalità organizzata e peggioramento del benessere psicologico sono tutti effetti compresi nel pacchetto-cemento.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/nucleare-e-cemento.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":179},[75],"Storie di nocività: il nucleare francese in Polinesia e gli effetti della \u003Cmark>produzione\u003C/mark> del cemento",[181,184],{"field":182,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":179},"post_title",[75],{"field":185,"matched_tokens":186,"snippet":175,"value":176},"post_content",[75],578730123365187700,{"best_field_score":189,"best_field_weight":115,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":14,"score":190,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},"1108091338752","578730123365187706",{"document":192,"highlight":208,"highlights":216,"text_match":187,"text_match_info":221},{"comment_count":39,"id":193,"is_sticky":39,"permalink":194,"podcastfilter":195,"post_author":102,"post_content":196,"post_date":197,"post_excerpt":45,"post_id":193,"post_modified":198,"post_thumbnail":199,"post_title":200,"post_type":168,"sort_by_date":201,"tag_links":202,"tags":205},"56261","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-novembre-spesa-bellica-e-produzione-di-armi-la-guerra-degli-italiani-in-niger-contro-i-mercanti-di-morte-anarchici-di-oltremare/",[102],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019-11-15-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nLa guerra in casa: spesa bellica e produzione d’armi. Ne abbiamo parlato con Daniele Ratti, tra gli autori de «Per un mondo senza eserciti»\r\n\r\nLa guerra degli italiani in Niger… Con i soldi della cooperazione allo sviluppo\r\n\r\nContro i mercanti di morte. Aerospace and defence meeting\r\n\r\n“Anarchici di oltremare” di Carlos Taibo. Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione in America Latina, Africa, Asia, Oceania.\r\nUn libro che ci racconta l’esperienza, la lotta, la musica di chi mai è stato vinto, perché mai ha guardato il proprio nemico stando in ginocchio.\r\nCe lo ha presentato Massimo Varengo di Zic\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLunedì 25 novembre\r\nore 16 in via Po 16\r\nTi amo da (farti) morire\r\nPresidio contro la violenza patriarcale. \r\nOltre il genere, le nostre identità erranti spezzano l'ordine. Morale, economico, sociale. \r\nWild C.A.T - Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre \r\n10 giorni di informazione e lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 e 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nMartedì 26 novembre\r\napertura della mostra-mercato\r\nore 13 presidio all’Oval Lingotto\r\ne poi...\r\ndalle ore 15,30 \r\npresidio alla banca armata Intesa-San Paolo di via Garibaldi 45\r\nNo alle banche armate! No all’aerospace and defence meeting\r\n\r\nMercoledì 27 novembre\r\nore 14 in via San Francesco da Paola 24\r\npresidio alla camera di commercio sponsor della mostra delle armi\r\n\r\nSabato 30 novembre a Milano\r\nBombe, finestre e manganelli\r\nconvegno a 50 anni dalla strage di piazza Fontana e dall’assassinio di Giuseppe Pinelli\r\npresso il circolo familiare di unità proletaria di viale Monza 140 (metro 1 rossa - Turro)\r\n\r\nVenerdì 6 dicembre\r\nGustav Landauer. Un anarchico tedesco tra rivoluzione e autogestione\r\nInterverrà Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino, studioso di Landauer, cui ha dedicato numerosi saggi.\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","24 Novembre 2019","2019-11-24 13:18:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/signal-2019-11-16-220235-3-e1574597150724-200x110.jpg","Anarres del 15 novembre. Spesa bellica e produzione di armi. La guerra degli italiani in Niger. Contro i mercanti di morte. Anarchici di oltremare...",1574600872,[203,204],"http://radioblackout.org/tag/anarchici-doltremare/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/",[206,207],"anarchici d'oltremare","antimilitarismo",{"post_content":209,"post_title":213},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[75],"in casa: spesa bellica e \u003Cmark>produzione\u003C/mark> d’armi. Ne abbiamo parlato con","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019-11-15-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nLa guerra in casa: spesa bellica e \u003Cmark>produzione\u003C/mark> d’armi. Ne abbiamo parlato con Daniele Ratti, tra gli autori de «Per un mondo senza eserciti»\r\n\r\nLa guerra degli italiani in Niger… Con i soldi della cooperazione allo sviluppo\r\n\r\nContro i mercanti di morte. Aerospace and defence meeting\r\n\r\n“Anarchici di oltremare” di Carlos Taibo. Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione in America Latina, Africa, Asia, Oceania.\r\nUn libro che ci racconta l’esperienza, la lotta, la musica di chi mai è stato vinto, perché mai ha guardato il proprio nemico stando in ginocchio.\r\nCe lo ha presentato Massimo Varengo di Zic\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLunedì 25 novembre\r\nore 16 in via Po 16\r\nTi amo da (farti) morire\r\nPresidio contro la violenza patriarcale. \r\nOltre il genere, le nostre identità erranti spezzano l'ordine. Morale, economico, sociale. \r\nWild C.A.T - Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre \r\n10 giorni di informazione e lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 e 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nMartedì 26 novembre\r\napertura della mostra-mercato\r\nore 13 presidio all’Oval Lingotto\r\ne poi...\r\ndalle ore 15,30 \r\npresidio alla banca armata Intesa-San Paolo di via Garibaldi 45\r\nNo alle banche armate! No all’aerospace and defence meeting\r\n\r\nMercoledì 27 novembre\r\nore 14 in via San Francesco da Paola 24\r\npresidio alla camera di commercio sponsor della mostra delle armi\r\n\r\nSabato 30 novembre a Milano\r\nBombe, finestre e manganelli\r\nconvegno a 50 anni dalla strage di piazza Fontana e dall’assassinio di Giuseppe Pinelli\r\npresso il circolo familiare di unità proletaria di viale Monza 140 (metro 1 rossa - Turro)\r\n\r\nVenerdì 6 dicembre\r\nGustav Landauer. Un anarchico tedesco tra rivoluzione e autogestione\r\nInterverrà Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino, studioso di Landauer, cui ha dedicato numerosi saggi.\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":215},[75],"Anarres del 15 novembre. Spesa bellica e \u003Cmark>produzione\u003C/mark> di armi. La guerra degli italiani in Niger. Contro i mercanti di morte. Anarchici di oltremare...",[217,219],{"field":182,"matched_tokens":218,"snippet":215,"value":215},[75],{"field":185,"matched_tokens":220,"snippet":211,"value":212},[75],{"best_field_score":189,"best_field_weight":115,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":14,"score":190,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},{"document":223,"highlight":239,"highlights":247,"text_match":187,"text_match_info":252},{"comment_count":39,"id":224,"is_sticky":39,"permalink":225,"podcastfilter":226,"post_author":228,"post_content":229,"post_date":230,"post_excerpt":45,"post_id":224,"post_modified":231,"post_thumbnail":232,"post_title":233,"post_type":168,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":237},"50895","http://radioblackout.org/podcast/si-tav-libera-iniziativa-e-possesso-dei-mezzi-di-produzione-il-podcast-della-puntata/",[227],"radionotav","RADIO NOTAV","Trasmissione del 22 Novembre, interamente dedicata alla mobilitazione contro le grandi opere dell'8 dicembre. La piazza sì tav di Torino ha sollevato innumerevoli questioni che il movimento no tav, un pò troppo preso da analisi costi-benefici e residue speranze pentastellate, ha tralasciato. Ripartiamo da qualche banalità di base: le brave \"madamin\" che sono nella vita reale dirigenti di imprese che operano nei settori del marketing dicono una cosa vera. Che senza \"mezzi di produzione\", non c'è libera iniziativa\". Ma dài!\r\n\r\nInoltre nella puntata:\r\nincontro a Venaus per l'organizzazione dell'8 dicembre e della manifestazione primaverile a Roma, insieme a tutti i movimenti territoriali\r\ncosti-benefici e costi ambientali: No tav neanche fosse conveniente\r\ngoverno: l'attendismo fa male anche a chi ci crede\r\nla visione sabauda e colonialista della borghesia torinese\r\npacchetto sicurezza: sveglia! Ce l'hanno con tutti noi, e i 5 stelle l'han votato!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-22-radionotav.mp3\"][/audio]\r\n\r\nriassunto esteso della trasmissione lo trovate su radionotav.info\r\n\r\n#notav","22 Novembre 2018","2018-11-22 21:20:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/IMG_20181121_155342-200x110.jpg","si tav, \"libera iniziativa\" e \"possesso dei mezzi di produzione\" - Il podcast del 22 novembre",1542921338,[236],"http://radioblackout.org/tag/radio-no-tav/",[238],"radio no tav",{"post_content":240,"post_title":244},{"matched_tokens":241,"snippet":242,"value":243},[75],"vera. Che senza \"mezzi di \u003Cmark>produzione\u003C/mark>\", non c'è libera iniziativa\". Ma","Trasmissione del 22 Novembre, interamente dedicata alla mobilitazione contro le grandi opere dell'8 dicembre. La piazza sì tav di Torino ha sollevato innumerevoli questioni che il movimento no tav, un pò troppo preso da analisi costi-benefici e residue speranze pentastellate, ha tralasciato. Ripartiamo da qualche banalità di base: le brave \"madamin\" che sono nella vita reale dirigenti di imprese che operano nei settori del marketing dicono una cosa vera. Che senza \"mezzi di \u003Cmark>produzione\u003C/mark>\", non c'è libera iniziativa\". Ma dài!\r\n\r\nInoltre nella puntata:\r\nincontro a Venaus per l'organizzazione dell'8 dicembre e della manifestazione primaverile a Roma, insieme a tutti i movimenti territoriali\r\ncosti-benefici e costi ambientali: No tav neanche fosse conveniente\r\ngoverno: l'attendismo fa male anche a chi ci crede\r\nla visione sabauda e colonialista della borghesia torinese\r\npacchetto sicurezza: sveglia! Ce l'hanno con tutti noi, e i 5 stelle l'han votato!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-22-radionotav.mp3\"][/audio]\r\n\r\nriassunto esteso della trasmissione lo trovate su radionotav.info\r\n\r\n#notav",{"matched_tokens":245,"snippet":246,"value":246},[75],"si tav, \"libera iniziativa\" e \"possesso dei mezzi di \u003Cmark>produzione\u003C/mark>\" - Il podcast del 22 novembre",[248,250],{"field":182,"matched_tokens":249,"snippet":246,"value":246},[75],{"field":185,"matched_tokens":251,"snippet":242,"value":243},[75],{"best_field_score":189,"best_field_weight":115,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":14,"score":190,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},{"document":254,"highlight":277,"highlights":296,"text_match":187,"text_match_info":305},{"comment_count":39,"id":255,"is_sticky":39,"permalink":256,"podcastfilter":257,"post_author":259,"post_content":260,"post_date":261,"post_excerpt":45,"post_id":255,"post_modified":262,"post_thumbnail":263,"post_title":264,"post_type":168,"sort_by_date":265,"tag_links":266,"tags":272},"40775","http://radioblackout.org/podcast/crescita-dei-salari-cinesi-e-costo-della-forza-lavoro-globale-un-commento-con-devi-sacchetto/",[258],"cattivi pensieri","cattivipensieri","Come pubblicato da un recente studio di Euromonitor International, società londinese specializzata in analisi strategiche del mercato globalizzato, i salari orari medi del comparto manifatturiero cinese sono triplicati negli ultimi dieci anni, superando i salari di Brasile, Argentina e Messico ed avvicinandosi a quelli di Portogallo e Grecia, quasi dimezzati dalla crisi economica degli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesti incrementi salariali sono il frutto di un decennio di lotte dei lavoratori e delle lavoratrici cinesi, fatto di blocchi della produzione, riot e \"incidenti di massa\" duramente repressi dal goverrno.\r\n\r\n \r\n\r\nNuovi scenari si prospettano per le catene globali del valore, fra una stagnazione economica che non accenna a diminuire, delocalizzazioni delle industrie e aperture di nuovi mercati a manodopera low-cost.\r\n\r\n \r\n\r\nUn commento dei dati con Devi Sacchetto, Professore associato di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell'Università di Padova\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 7/3/2017\r\n\r\n \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/cina1ok.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/cina2ok.mp3\"][/audio]","7 Marzo 2017","2018-10-24 18:01:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/striking-migrant-workers-200x110.jpg","Crescita dei salari cinesi e costo della forza lavoro globale - Un commento con Devi Sacchetto",1488900111,[267,268,56,269,270,271],"http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/lotte-operaie/","http://radioblackout.org/tag/produzione-industriale/",[273,274,15,143,275,276],"capitalismo","cina","lotte operaie","produzione industriale",{"post_content":278,"tags":282},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[75],"delle lavoratrici cinesi, fatto di blocchi della \u003Cmark>produzione\u003C/mark>, riot e \"incidenti di massa\"","Come pubblicato da un recente studio di Euromonitor International, società londinese specializzata in analisi strategiche del mercato globalizzato, i salari orari medi del comparto manifatturiero cinese sono triplicati negli ultimi dieci anni, superando i salari di Brasile, Argentina e Messico ed avvicinandosi a quelli di Portogallo e Grecia, quasi dimezzati dalla crisi economica degli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesti incrementi salariali sono il frutto di un decennio di lotte dei lavoratori e delle lavoratrici cinesi, fatto di blocchi della \u003Cmark>produzione\u003C/mark>, riot e \"incidenti di massa\" duramente repressi dal goverrno.\r\n\r\n \r\n\r\nNuovi scenari si prospettano per le catene globali del valore, fra una stagnazione economica che non accenna a diminuire, delocalizzazioni delle industrie e aperture di nuovi mercati a manodopera low-cost.\r\n\r\n \r\n\r\nUn commento dei dati con Devi Sacchetto, Professore associato di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell'Università di Padova\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 7/3/2017\r\n\r\n \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/cina1ok.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/cina2ok.mp3\"][/audio]",[283,285,287,289,291,293],{"matched_tokens":284,"snippet":273,"value":273},[],{"matched_tokens":286,"snippet":274,"value":274},[],{"matched_tokens":288,"snippet":15,"value":15},[],{"matched_tokens":290,"snippet":143,"value":143},[],{"matched_tokens":292,"snippet":275,"value":275},[],{"matched_tokens":294,"snippet":295,"value":295},[75],"\u003Cmark>produzione\u003C/mark> industriale",[297,299],{"field":185,"matched_tokens":298,"snippet":280,"value":281},[75],{"field":28,"indices":300,"matched_tokens":301,"snippets":303,"values":304},[83],[302],[75],[295],[295],{"best_field_score":189,"best_field_weight":306,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":14,"score":307,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},14,"578730123365187698",{"document":309,"highlight":341,"highlights":367,"text_match":187,"text_match_info":376},{"comment_count":39,"id":310,"is_sticky":39,"permalink":311,"podcastfilter":312,"post_author":314,"post_content":315,"post_date":316,"post_excerpt":45,"post_id":310,"post_modified":317,"post_thumbnail":318,"post_title":319,"post_type":168,"sort_by_date":320,"tag_links":321,"tags":331},"29399","http://radioblackout.org/podcast/grani-antichi-di-montagna-e-panificazione-le-qualita-dellautoproduzione/",[313],"La Terra Trama","dj","Domenica 26 aprile per la rubrica di libere pratiche di vita silvestre, di autoproduzioni montagnine e di autogestione quotidiana, \"Niente di nuovo\", abbiamo completato con Danilo la chiacchierata già iniziata a proposito di semi antichi, in particolare di grani, a partire dalla semina fino ad arrivare al pane, in un'ottica di autosostentamento e di rifiuto della produzione industriale.\r\n \r\n\r\nDanilo_granoantico2_Laterratrama26aprile2015","27 Aprile 2015","2018-11-01 22:02:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/radicalgraphics-346__272x400-200x110.jpg","Grani antichi di montagna e panificazione, le qualità dell'autoproduzione",1430141681,[322,323,324,325,326,327,328,329,330,271],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/autoproduzione/","http://radioblackout.org/tag/biotecnologie/","http://radioblackout.org/tag/grani-antichi/","http://radioblackout.org/tag/la-terra-trama/","http://radioblackout.org/tag/montagna/","http://radioblackout.org/tag/niente-di-nuovo/","http://radioblackout.org/tag/ogm/","http://radioblackout.org/tag/panificazione/",[332,333,334,335,336,337,338,339,340,276],"autogestione","autoproduzione","biotecnologie","grani antichi","La terra trama..","montagna","Niente di Nuovo","OGM","panificazione",{"post_content":342,"tags":346},{"matched_tokens":343,"snippet":344,"value":345},[75],"autosostentamento e di rifiuto della \u003Cmark>produzione\u003C/mark> industriale.\r\n \r\n\r\nDanilo_granoantico2_Laterratrama26aprile2015","Domenica 26 aprile per la rubrica di libere pratiche di vita silvestre, di autoproduzioni montagnine e di autogestione quotidiana, \"Niente di nuovo\", abbiamo completato con Danilo la chiacchierata già iniziata a proposito di semi antichi, in particolare di grani, a partire dalla semina fino ad arrivare al pane, in un'ottica di autosostentamento e di rifiuto della \u003Cmark>produzione\u003C/mark> industriale.\r\n \r\n\r\nDanilo_granoantico2_Laterratrama26aprile2015",[347,349,351,353,355,357,359,361,363,365],{"matched_tokens":348,"snippet":332,"value":332},[],{"matched_tokens":350,"snippet":333,"value":333},[],{"matched_tokens":352,"snippet":334,"value":334},[],{"matched_tokens":354,"snippet":335,"value":335},[],{"matched_tokens":356,"snippet":336,"value":336},[],{"matched_tokens":358,"snippet":337,"value":337},[],{"matched_tokens":360,"snippet":338,"value":338},[],{"matched_tokens":362,"snippet":339,"value":339},[],{"matched_tokens":364,"snippet":340,"value":340},[],{"matched_tokens":366,"snippet":295,"value":295},[75],[368,370],{"field":185,"matched_tokens":369,"snippet":344,"value":345},[75],{"field":28,"indices":371,"matched_tokens":372,"snippets":374,"values":375},[123],[373],[75],[295],[295],{"best_field_score":189,"best_field_weight":306,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":14,"score":307,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},{"document":378,"highlight":432,"highlights":437,"text_match":187,"text_match_info":440},{"comment_count":39,"id":379,"is_sticky":39,"permalink":380,"podcastfilter":381,"post_author":382,"post_content":383,"post_date":384,"post_excerpt":385,"post_id":379,"post_modified":386,"post_thumbnail":387,"post_title":388,"post_type":168,"sort_by_date":389,"tag_links":390,"tags":411},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[113],"info2","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[391,392,393,394,395,396,397,398,399,400,401,402,403,404,405,406,407,408,409,410],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[412,413,414,415,416,417,418,419,420,421,422,423,424,425,426,427,428,429,430,431],"armenia","azerbaijan","chp","Conaie","cuenca","curdi","Erdogan","Israele","nato","netanyahu","noboa","Ocalan","pkk","proteste","qatar","quito","Sco","Siria","Trump","Turchia",{"post_content":433},{"matched_tokens":434,"snippet":435,"value":436},[75],"Budapest…L’economia in crisi, tranne la \u003Cmark>produzione\u003C/mark> bellica in mano alla famiglia","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la \u003Cmark>produzione\u003C/mark> bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[438],{"field":185,"matched_tokens":439,"snippet":435,"value":436},[75],{"best_field_score":189,"best_field_weight":306,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":441,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},"578730123365187697",6637,{"collection_name":168,"first_q":27,"per_page":95,"q":27},27,["Reactive",446],{},["Set"],["ShallowReactive",449],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fsfpHUk3Tq-psT_rrtV_o9BSkKqsFPfufdLPZ1FdjKXU":-1},true,"/search?query=produzione+ortofrutticola"]