","Presidio No Justice No Peace - Torino","post",1591357160,[63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/black-lives-matter/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/george-floyd/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/proteste-stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[37,33,72,35,23,31,73,74],"cpr","proteste stati uniti","torino",{"post_content":76,"tags":82},{"matched_tokens":77,"snippet":80,"value":81},[78,79],"Stati","Uniti","in solidarietà alle mobilitazioni negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> dopo l'omicidio di George Floyd.","Domani, sabato 6 giugno alle 15, si terrà in piazza Castello a Torino un presidio in solidarietà alle mobilitazioni negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> dopo l'omicidio di George Floyd. L'idea del presidio è nata in modo spontaneo, in maggior parte da persone senza appartenenza politica ai movimenti, ma che si sono attivate per la prima volta in questa occasione. I contenuti del presidio riguardano il razzismo istituzionale declinato al contesto italiano, ad esempio l'esistenza dei CPR e la questione della chiusura delle frontiere, e le violenze poliziesche (durante manifestazioni, fermi, arresti). L'attenzione mediatica è alta, la spontaneità è positiva e la partecipazione si prospetta ampia. Ovviamente la composizione variegata dell'organizzazione crea non poche contraddizioni: ne abbiamo parlato con Ammr, uno degli organizzatori.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/no-justice.mp3\"][/audio]",[83,85,87,89,91,93,95,100],{"matched_tokens":84,"snippet":37},[],{"matched_tokens":86,"snippet":33},[],{"matched_tokens":88,"snippet":72},[],{"matched_tokens":90,"snippet":35},[],{"matched_tokens":92,"snippet":23},[],{"matched_tokens":94,"snippet":31},[],{"matched_tokens":96,"snippet":99},[28,97,98],"stati","uniti","\u003Cmark>proteste\u003C/mark> \u003Cmark>stati\u003C/mark> \u003Cmark>uniti\u003C/mark>",{"matched_tokens":101,"snippet":74},[],[103,108],{"field":38,"indices":104,"matched_tokens":105,"snippets":107},[17],[106],[28,97,98],[99],{"field":109,"matched_tokens":110,"snippet":80,"value":81},"post_content",[78,79],1736172819517538300,{"best_field_score":113,"best_field_weight":114,"fields_matched":115,"num_tokens_dropped":50,"score":116,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",{"document":118,"highlight":144,"highlights":176,"text_match":187,"text_match_info":188},{"cat_link":119,"category":120,"comment_count":50,"id":121,"is_sticky":50,"permalink":122,"post_author":23,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":55,"post_id":121,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_thumbnail_html":127,"post_title":128,"post_type":60,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":139},[47],[49],"61438","http://radioblackout.org/2020/06/la-resa-dei-conti-negli-usa/","Dopo una prima reazione di rabbia, le proteste negli Stati Uniti continuano ancora dopo due settimane di grandi movimenti di piazza, forti rivendicazioni e conquiste. Sono nel tempo diventate più grosse e più pacifiche: questo perchè la polizia si è ritirata. Non è diminuita la forza politica che si è anzi ingigantita. Si ha la sensazione di un momento epocale, un nuovo capitolo nella storia degli Stati Uniti. Anche sul piano dell'elaborazione culturale, oggi il movimento ha la forza politica di abbattere le statue confederali con ampio consenso e risonanza nel dibattito pubblico. Le proteste stanno venendo metabolizzate, sembra esserci un cambiamento nella società stessa. In pochi giorni si stanno raggiungendo risultati che fino a poco fa sembravano insperabili, dall'abbattimento dei simboli del dominio all'opposizione all'istituzione poliziesca, fino a poco fa elogiata e coperta. A Seattle i manifestanti hanno occupato una stazione della polizia e il quartiere di Capitol Hill è diventata una Zona Autonoma (CHAZ) gestita collettivamente. (Consigliamo: https://internazionalevitalista.tumblr.com/#https://internazionalevitalista.tumblr.com/post/620635484110176256/nella-zona-un-report-dalla-zona-autonoma-di )\r\n\r\nPer il prossimo weekend sono convocate tante manifestazioni con modalità diverse. Il 19 giugno, oltretutto, sarà una data importante: nel giorno in cui si ricorda la dichiarazione di emancipazione dalla schiavitù, Trump farà il primo comizio post lockdown, e lo farà a Tulsa (Oklahoma) dove nel 1921 ci fu un pogrom contro la comunità nera. Il trumpismo cerca lo scontro frontale e non sembra avvezzo alla de-escalation, ma dall'altra parte c'è un movimento che sembra incontenibile, la sensazione epocale è di un paese che viene al dunque con la propria storia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con il giornalista del Manifesto Luca Celada che si trova a Los Angeles, ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/usa.mp3\"][/audio]","12 Giugno 2020","2020-06-12 11:36:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/200611-seattle-autonomous-zone-al-1224_f4e1d8563f43c0b3c379b2a308ba90b9.fit-760w-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/200611-seattle-autonomous-zone-al-1224_f4e1d8563f43c0b3c379b2a308ba90b9.fit-760w-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/200611-seattle-autonomous-zone-al-1224_f4e1d8563f43c0b3c379b2a308ba90b9.fit-760w-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/200611-seattle-autonomous-zone-al-1224_f4e1d8563f43c0b3c379b2a308ba90b9.fit-760w.jpg 760w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La resa dei conti negli USA",1591961804,[131,63,64,132,67,68,133,134,135,136,137,138],"http://radioblackout.org/tag/autonomous-zone/","http://radioblackout.org/tag/chaz/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/seattle/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[140,37,33,141,23,31,142,28,143,15,18,21],"autonomous zone","chaz","polizia","seattle",{"post_content":145,"tags":149},{"matched_tokens":146,"snippet":147,"value":148},[28,78,79],"prima reazione di rabbia, le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> continuano ancora dopo due settimane","Dopo una prima reazione di rabbia, le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> continuano ancora dopo due settimane di grandi movimenti di piazza, forti rivendicazioni e conquiste. 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Ben oltre duemila studenti sono stati arrestati, ma se la repressione si è intensificata, si è intensificata anche la resistenza e l'invenzione di nuove tattiche di attacco. Il terreno in gioco è molto più ampio delle università. Come si legge in un articolo comparso su CrimethInc, \"Il nostro obiettivo non dovrebbe essere quello di ottenere promesse, o comitati, o anche disinvestimento, di per sé; il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di realizzare la liberazione palestinese come aspetto della liberazione totale. Dovremmo valutare ogni tattica in base al fatto che possa consentirci di avanzare verso tali obiettivi, comprendendo che la liberazione palestinese si vericherà solo come risultato di una crisi politica su vasta scala negli Stati Uniti.\"\r\n\r\nChe lorsignori abbiano paura del dilagare di queste proteste è evidente tanto negli Stati Uniti quanto in Italia, dove Leonardo Spa sospende le visite in Università per motivi di sicurezza.\"Anche ieri in un'altra università italiana i nostri tecnici e ingegneri sono stati attaccati fisicamente da gruppi di manifestanti, quindi abbiamo deciso come Leonardo di sospendere le visite in centri accademici perchè non è sicuro\" ha dichiarato Cingolani.\r\n\r\nIn Francia, dopo il secondo sgombero dell'occupazione studentesca di Sciences Po, università fondata dopo la Comune di Parigi con l'obiettivo esplicito di formare le future élites della borghesia e in cui ha studiato un terzo del governo in carica, lo Stato francese ha fatto sapere che \"la fermezza è totale e continuerà ad esserlo\": CRS e proiettili di gomma dentro alle facoltà, denunce a pioggia, intimidazioni da parte delle amministrazioni universitarie, accuse di antisemitismo. Dilagante è l'utilizzo statale del reato di \"apologia del terrorismo\", che in Francia ha le sue origini nel reato di stampa che permise di reprimere il movimento anarchico alla fine del XIX secolo.\r\n\r\nLa repressione in ogni caso non ferma le barricate, che anzi si intensificano. Oggi alla mobilitazione si uniranno anche gli studenti delle scuole superiori francesi.\r\n\r\nAbbiamo ricevuto un contributo audio, in cui si traccia anche un quadro generale del contesto repressivo interno all'Hexagone alla vigilia dei Giochi Olimpici, da un compagno ex studente di Sciences Po Paris:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/franciagaza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","6 Maggio 2024","2024-05-06 15:47:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/img-0157-662bcde166bb7103396349-200x110.png","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/img-0157-662bcde166bb7103396349-225x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/img-0157-662bcde166bb7103396349-225x300.png 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/img-0157-662bcde166bb7103396349.png 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Uno sguardo sulle barricate studentesche in Francia",1715010413,[206,207,208,209,210],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/sciences-po/",[212,213,26,214,215],"francia","Gaza","lotta","sciences po",{"post_content":217},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[28,78,79],"paura del dilagare di queste \u003Cmark>proteste\u003C/mark> è evidente tanto negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> quanto in Italia, dove Leonardo","Da quando gli studenti hanno occupato la Columbia University in solidarietà con i palestinesi, le occupazioni e gli accampamenti studenteschi contro il genocidio a Gaza si sono diffusi a macchia d'olio, oltre cento università sono state occupate in tutto il mondo, un vasto movimento che richiama alla memoria le mobilitazioni contro la guerra in Vietnam. 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Una grande guerra in Medio Oriente in questo momento non la vuole praticamente nessuno: né l'Iran che soccomberebbe di fronte alla potenza militare americana, né il Libano in piena crisi economica, né l'Iraq segnato dalle proteste popolari contro il governo, né gli Stati Uniti, come infatti Trump si è affrettato a ribadire negli ultimi giorni. Neppure Israele e Arabia Saudita appaiono pronti alla resa dei conti con Teheran.\r\n\r\nQuel che è certo è che l’uccisione di Qassem Soleimani per mano statunitense non ha diminuito l’influenza dell’Iran nella regione, né l'ha stabilizzata. Semmai è servita a ricompattare il fronte interno iraniano, con un Rouhani che necessariamente dovrà seguire la linea dei conservatori, ed a minare qualunque prospettiva di negoziato diplomatico tra Stati Uniti e Iran.\r\n\r\nAbbiamo parlato dei venti di guerra in Medio Oriente, che attualmente sembrano attraversare una fase di de-escalation, con Nicola Pedde, direttore dell'Institute of Global Studies:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/pedde.mp3\"][/audio]","11 Gennaio 2020","2020-01-11 12:34:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"187\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1-300x187.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1-300x187.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1-1024x638.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1-768x479.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/DESKTOP_khamenei-trump_open-1232x768-1.jpg 1232w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sui venti di guerra in Medio Oriente",1578746024,[208,243,244,245,138],"http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/medio-oriente/","http://radioblackout.org/tag/soleimani/",[26,247,248,249,21],"Iran","medio oriente","Soleimani",{"post_content":251},{"matched_tokens":252,"snippet":253,"value":254},[28,78,79],"economica, né l'Iraq segnato dalle \u003Cmark>proteste\u003C/mark> popolari contro il governo, né gli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark>, come infatti Trump si è","Lo si sente ripetere dall’inizio della crisi: \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> e Iran non vogliono necessariamente la guerra e non hanno interesse a forzarne una, eppure se ne sono assunti il rischio fin dall’inizio. Una grande guerra in Medio Oriente in questo momento non la vuole praticamente nessuno: né l'Iran che soccomberebbe di fronte alla potenza militare americana, né il Libano in piena crisi economica, né l'Iraq segnato dalle \u003Cmark>proteste\u003C/mark> popolari contro il governo, né gli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark>, come infatti Trump si è affrettato a ribadire negli ultimi giorni. Neppure Israele e Arabia Saudita appaiono pronti alla resa dei conti con Teheran.\r\n\r\nQuel che è certo è che l’uccisione di Qassem Soleimani per mano statunitense non ha diminuito l’influenza dell’Iran nella regione, né l'ha stabilizzata. Semmai è servita a ricompattare il fronte interno iraniano, con un Rouhani che necessariamente dovrà seguire la linea dei conservatori, ed a minare qualunque prospettiva di negoziato diplomatico tra \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> e Iran.\r\n\r\nAbbiamo parlato dei venti di guerra in Medio Oriente, che attualmente sembrano attraversare una fase di de-escalation, con Nicola Pedde, direttore dell'Institute of Global Studies:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/pedde.mp3\"][/audio]",[256],{"field":109,"matched_tokens":257,"snippet":253,"value":254},[28,78,79],1736172818711707600,{"best_field_score":260,"best_field_weight":190,"fields_matched":227,"num_tokens_dropped":50,"score":261,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"3315704004608","1736172818711707761",{"document":263,"highlight":281,"highlights":286,"text_match":289,"text_match_info":290},{"cat_link":264,"category":265,"comment_count":50,"id":266,"is_sticky":50,"permalink":267,"post_author":23,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":55,"post_id":266,"post_modified":270,"post_thumbnail":271,"post_thumbnail_html":272,"post_title":273,"post_type":60,"sort_by_date":274,"tag_links":275,"tags":278},[47],[49],"17487","http://radioblackout.org/2013/07/caso-trayvon-qualche-spunto-da-new-york/","Un'ondata di proteste e manifestazioni si è sollevata in tutti gli Stati Uniti dopo l'assoluzione di George Zimmerman, la guardia privata che nella notte del 26 febbraio 2012 uccise Trayvon Martin, diciassettenne afroamericano colpito a morte dagli spari della guardia mentre si trovava all'interno di una comunità cintata di Sanford, in Florida.\r\n\r\nIl caso Zimmerman aveva già diviso e indignato gli USA al momento dell'uccisione del giovane per la brutalità e l'assurdità della sua morte e per come il caso fu da subito gestito: Trayvon fu infatti assassinato a sangue freddo mentre girava disarmato all'interno della comunità in cui Zimmerman prestava servizio e in cui si erano recentemente verificati alcuni casi di furto. Tanto bastò alla guardia privata per decidere che la presenza di un giovane afroamericano con un cappuccio in testa che si aggirava in una comunità di bianchi rappresentasse una minaccia contro cui sparare. Ma da subito l'agente si appigliò all'impunità raccontando un'altra versione: Zimmerman affermò infatti di essere stato aggredito da Trayvon, facendo dunque leva sulla Stand your ground self-defense law, la legge che permette ad un agente di sparare in caso di minaccia alla propria vita. Una versione alla quale la polizia locale credette, non arrestando Zimmerman per diverse settimane e scatenando la protesta di migliaia di persone che puntarono il dito contro il razzismo che aveva fatto premere il grilletto alla guardia privata.\r\n\r\nAd un anno e mezzo di distanza, nella giornata di sabato una corte è stata chiamata a pronunciare un verdetto sul caso Zimmerman, sul quale pendevano accuse di omicidio di secondo grado e in seconda instanza della meno grave accusa di omicidio colposo. Dopo tre settimane di udienze e dodici ore di deliberazione, intorno alle 10 di sera è arrivata la sentenza che ha assolto la guardia da entrambe le accuse.\r\n\r\nIn breve, migliaia di persone hanno cominciato a scendere in strada contro questa sentenza vergognosa e da Sanford al resto degli Stati Uniti sono nate manifestazioni e sit-in partiti già nella notte e proseguiti per tutta la giornata di ieri. A New York un lungo corteo partito da Union Square ha raggiunto Times Square, nel cuore di Manhattan, al grido di 'No Justice, No Peace'; la piazza è stata occupata dai manifestanti paralizzando completamente il traffico ma ricevendo l'appoggio e la solidarietà di molti passanti ed automobilisti. Scontri ci sono stati invece a Los Angeles e Oakland: nel primo caso 7 manifestanti sono stati arrestati mentre bloccavano l'autostrada insieme ad altre centinaia di persone che sono state disperse dalla polizia perché la protesta non era autorizzata. Nel frattempo in un'altra zona della città i manifestanti si sono scontrati con la polizia che ha sparato lacrimogeni e pallottole di gomma. A Oakland un corteo partito nella notte ha attaccato alcune vetrine e una macchina della polizia.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata registrata ieri notte con Ilaria, nostra redattrice, a New York per motivi di studio.\r\n\r\nIla","16 Luglio 2013","2013-07-25 17:51:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/trayvon-martin-miami-heat.jpg 350w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Caso Trayvon: qualche spunto da New York",1374000006,[276,277,138],"http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/",[279,280,21],"armi","razzismo",{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[28,78,79],"Un'ondata di \u003Cmark>proteste\u003C/mark> e manifestazioni si è sollevata in tutti gli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> dopo l'assoluzione di George Zimmerman,","Un'ondata di \u003Cmark>proteste\u003C/mark> e manifestazioni si è sollevata in tutti gli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> dopo l'assoluzione di George Zimmerman, la guardia privata che nella notte del 26 febbraio 2012 uccise Trayvon Martin, diciassettenne afroamericano colpito a morte dagli spari della guardia mentre si trovava all'interno di una comunità cintata di Sanford, in Florida.\r\n\r\nIl caso Zimmerman aveva già diviso e indignato gli USA al momento dell'uccisione del giovane per la brutalità e l'assurdità della sua morte e per come il caso fu da subito gestito: Trayvon fu infatti assassinato a sangue freddo mentre girava disarmato all'interno della comunità in cui Zimmerman prestava servizio e in cui si erano recentemente verificati alcuni casi di furto. 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Il bilancio della pandemia colloca gli Stati Uniti in cima alla classifica dei morti di covid sia in termini assoluto - 220.000 morti - che in rapporto alla popolazione.\r\nL'impossibilità di avere cure adeguate, tipica di un sistema sanitario, che le garantisce solo a chi è in grado di pagarsi un'assicurazione sanitaria. Anche chi ne ha una rischia la pelle, perché il tipo di cure dipende dal genere di assicurazione che si è stati in grado di sottoscrivere.\r\nLa crisi economica è più profonda di quella europea dove il Pil perde una media di 10/12 punti percentuali: quello statunitense si attesta tra il 30 e il 35%.\r\nLa politica di finanziamento alle imprese senza alcuna contropartita sociale - blocco dei licenziamenti o altri ammortizzatori - ha precipitato nella miseria altre fette della popolazione.\r\n\r\nL'alleanza di estrema destra non istituzionale che sostiene Trump ha due tratti comuni: il suprematismo bianco, che vede neri, ispanici, ebrei, asiatici come intrusi; il complottismo, che vede nella possibile mancata rielezione il segnale di brogli.\r\n\r\nSul piano istituzionale Trump ha una solita base tra gli esponenti delle polizie locali, che in questi anni ha fortemente finanziato con fondi federali. In molte contee i soldi ricevuti sono stati spesi per rinforzare gli equipaggiamenti militari, che sono stati ampiamente impiegati durante le proteste dell'estate e di questo primo scorcio d'autunno contro le violenze razziste della polizia nei confronti degli afroamericani.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-20-states-rob.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 1020 states rob\r\n\r\n ","20 Ottobre 2020","2020-10-20 12:56:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/proud-boys.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stati Uniti. 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Dall'altro vogliamo proporre una riflessione sui concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti logico/politici. Questi concetti hanno delle storie \"militanti\", così come delle formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da appiccicare acriticamente.”\r\n\r\nTorino. Contro la guerra e il militarismo: cronache di una giornata di lotta\r\nA tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina il 22 febbraio è stata una lunga giornata di informazione e lotta promossa dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIn mattinata c’è stato un presidio informativo al Balon, con interventi, musica volantini, banchetti.\r\nNel pomeriggio ci si è mossi per dare un segnale concreto della volontà di smilitarizzare la città.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nAnarcofemminist* al Balon\r\nSabato 8 marzo\r\npunto info\r\nore 10,30 \r\nI nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli \u003Cmark>Stati\u003C/mark>,\r\nle divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone, degli dei e dei loro preti. \r\nSarà in distribuzione l’opuscolo Anarchia e transfemminismo\r\nQui potete leggere e scaricare liberamente i testi:\r\nhttps://www.anarresinfo.org/transfemminismo-percorsi-e-prospettive/\r\n\r\nhttps://germinalts.noblogs.org/post/2025/02/19/non-ci-puo-essere-anarchismo-senza-femminismo/\r\n\r\nTrump e la marea nera globale \r\nVenerdì 14 marzo\r\nore 21 \r\ncorso Palermo 46\r\nNe parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione\r\n\r\nGuerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt. \r\nIl ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di destra globale in un orizzonte di guerra permanente. \r\nA popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico. In ogni dove le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> di piazza vengono represse, i servizi essenziali negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di normalità bellica. \r\nL’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale.\r\nSarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione.\r\nPrendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> e dalle dinamiche che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione politica e sociale. Negli States ma non solo.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":473,"snippet":474,"value":474},[78,79],"Anarres del 28 febbraio. Tecnologia: la guerra tra \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> e Cina. Anarchia e femminismo. Smilitarizzare la città…",[476,478],{"field":109,"matched_tokens":477,"snippet":470,"value":471},[78,79],{"field":342,"matched_tokens":479,"snippet":474,"value":474},[78,79],{"best_field_score":346,"best_field_weight":190,"fields_matched":115,"num_tokens_dropped":50,"score":481,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"1733921019837546610",{"document":483,"highlight":498,"highlights":503,"text_match":344,"text_match_info":506},{"comment_count":50,"id":484,"is_sticky":50,"permalink":485,"podcastfilter":486,"post_author":23,"post_content":487,"post_date":488,"post_excerpt":55,"post_id":484,"post_modified":489,"post_thumbnail":490,"post_title":491,"post_type":413,"sort_by_date":492,"tag_links":493,"tags":496},"98996","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-03-07-2025-la-favola-del-nucleare-iraniano-e-raccontata-da-specchi-sionisti-deformanti-e-criminali-il-chokepoint-di-panama-concentra-rabbia-e-repressione-che-in-serbia-trovano-u/",[359],"Avevamo già sentito Piergiorgio Pescali a proposito del suo lavoro di ingegnere inviato dall'Aiea a controllare il rispetto dei protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]","6 Luglio 2025","2025-07-07 09:27:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/07/2025 - LA FAVOLA DEL NUCLEARE IRANIANO È RACCONTATA DA SPECCHI SIONISTI DEFORMANTI E CRIMINALI. 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Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono \u003Cmark>stati\u003C/mark> decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. 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La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle \u003Cmark>proteste\u003C/mark> ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]",[504],{"field":109,"matched_tokens":505,"snippet":501,"value":502},[78,79],{"best_field_score":346,"best_field_weight":190,"fields_matched":227,"num_tokens_dropped":50,"score":507,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"1733921019837546609",{"document":509,"highlight":522,"highlights":527,"text_match":344,"text_match_info":530},{"comment_count":50,"id":510,"is_sticky":50,"permalink":511,"podcastfilter":512,"post_author":513,"post_content":514,"post_date":515,"post_excerpt":55,"post_id":510,"post_modified":516,"post_thumbnail":517,"post_title":518,"post_type":413,"sort_by_date":519,"tag_links":520,"tags":521},"97618","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-dalla-campagna-defend-rojava-lo-scontro-tra-israele-e-turchia-in-siria/",[369],"Alessandro","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/podcast-dr-14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nLa Siria nell'ultima settimana è stata scossa dai violenti attacchi da parte delle forze armate del nuovo governo di Damasco che, insieme a gruppi fondamentalisti affiliati ad HTS, hanno assaltato la zona di Jamarana, a sud di Damasco, con l'obiettivo di colpire la comunità Drusa. A questo attacco, che ha causato la morte di 109 civili in tre giorni, è seguita una risposta di Israele che ha bombardato fino nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, dichiarando di voler difendere la comunità Drusa.\r\n\r\nProviamo a fare chiarezza intorno a questi eventi e osservali tramite una lente più ampia.\r\n\r\nI Drusi sono una comunità che prevalentemente insediata in tre distretti della regione più a Sud della Siria. Sono arabi di una minoranza che ha aderito a un pensiero esoterico e che crede nella reincarnazione. I drusi sono discendenti di una corrente sciita ismaelita. Hanno una società civile laica, ma le figure religiose svolgono un ruolo politico centrale. Hanno conquistato anche loro un'indipendenza di fatto già sotto il governo di Bashar al Assad e hanno ottenuto con il nuovo governo di Al-Sahara un accordo simile a quello stipulato con le SDF per la Siria del Nord Est, in cui si prevede un'integrazione delle forze armate con quelle del governo centrale, ma la polizia locale sarà composta esclusivamente da residenti della comunità drusa; verso una forma di governo decentralizzata. La comunità Drusa vuole far parte della Siria, in un modello che ne garantisca l'autonomia; i recenti assalti hanno però inasprito la diffidenza e le fratture con il governo centrale.\r\n\r\nIn questo quadro Israele, che già dall'inizio della recente crisi siriana ha occupato una fetta del sud della Siria destando proteste nella comunità Drusa, lavora per essere considerato una potenza amica dei drusi e perseguire nella sua strategia di espansione della propria area di occupazione diretta, in funzione di controllo sul governo temporaneo di Damasco e in chiave anti-turca.\r\n\r\n«Adesso a Suwayda alcune persone dicono apertamente di prendere soldi da Israele. Se prima la cosa era tenuta nascosta, ora sta emergendo», spiega F., militante del Partito Comunista Siriano a L’Indipendente in un recente articolo, pubblicato prima degli ultimi attacchi alla comunità a cui Israele, come dicevamo, ha risposto militarmente ergendosi a difensore della comunità Drusa. Il suo obiettivo però non è ovviamente questo: non vuole una Siria unita ma anzi vuole espandere il proprio controllo nel Medio Oriente. È , insomma, il più ampio e storico progetto della Grande Israele.\r\n\r\nUn'altra potenza che ha le stesse mire di controllo è la Turchia, che nei suoi desideri di espansione, entra in un conflitto che si fa sempre più palese con l'entità sionista. E questo episodio che ha coinvolto la comunità drusa ne è l'esempio. Sarebbe infatti lo stato Turco, maggiore sostenitore di HTS, attraverso il MIT (cioè i servizi segreti) ad aver diffuso un falso vocale attribuito ad un leader druso in cui insulta il profeta Maometto: è stata questa la scusa per scatenare le rappresaglie contro la comunità che, lo ricordiamo, ha causato decide e decine di morti in pochi giorni e che secondo la Turchia, rappresenta un'alleato di Israele nella regione.\r\n\r\nLa fase politica che stiamo vivendo vede il Medio Oriente come epicentro della Terza Guerra Mondiale: è da li che le forze del patriarcato, del capitalismo e degli stati nazioni si contendono l'egemonia sulla gestione delle risorse energetiche e del dominio politico che ne deriva. Attraverso l'Arabia Saudita e Israele, gli Stati Uniti d'America e la Nato espandono il loro controllo dell'area, dalla striscia di Gaza, alla Siria, all'Iran; allo stesso tempo, la Turchia, un tempo principale garante degli interessi Nato e Statunitensi in tutto il Medio Oriente, viene esclusa da questo scacchiere geopolitico capitalista e teme la guerra che Israele sta conducendo; cerca così da un lato di contrapporsi al progetto Israeliano espandendo la guerra e dall'altro cerca nuove alleanze con un'Unione Europea che, nel frattempo, ha deciso di correre al riarmo.\r\n\r\nNon a caso Erdogan è volato a Roma per aggiudicarsi nuovi accordi per facilitare la collaborazione tra l'industria bellica italiana e quella turca. E' infatti di pochi giorni fa (29 aprile) il summit Italia-Turchia tenutosi a Roma, in cui si sono discussi e sanciti undici accordi di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, una parte dei quali riguarda l’industria della guerra; il più importante tra questi è l’accordo di collaborazione tra l’azienda di armamenti italiana Leonardo e quella turca Baykar per la costruzione di droni militari, in 4 differenti siti industriali in Italia, uno dei quali avrà sede a Torino.\r\n\r\nIn questo quadro risulta ancora più urgente sostenere la resistenza dei popoli dell'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord - Est. La caduta di Assad ha aperto nuove prospettive: compagni e compagne hanno iniziato a spostarsi in tutta la Siria per sostenere la nascita in tutto il Paese di comitati popolari e locali, anche tra le comunità Druse e Alawite. Con l'obiettivo di espandere il metodo di organizzazione dal basso e di massa verso il Confederalismo democratico usato nella Siria del Nord Est, per una siria unita e democratica. La rivoluzione del Rojava è la via per una soluzione politica al caos mediorientale e l'unica alternativa concreta e radicale contro le forze del capitalismo e del patriarcato.\r\n\r\nLa resistenza alla diga di Tishreen, di cui festeggiamo finalmente la fine dell'assedio, è stata in questi mesi la dimostrazione concreta e il simbolo della forza che la società organizzata può esprimere per difendersi, anche davanti agli attacchi degli eserciti di stati nazione ben più equipaggiati militarmente. 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Allo stesso tempo però, non troppo sappiamo di cosa materialmente sta progettando per “l’impero” questa nuova articolazione governativa quale è l’alleanza pericolosissima tra Trump e Musk o, per meglio dire, fra Silicon Valley e repubblicani. Quasi niente trapela, invece, alle nostre latitudini, di come si stanno organizzando le persone negli Stati Uniti per fronteggiarla.\r\n\r\nDi questo e molto altro abbiamo avuto la fortuna di parlare con un compagno statunitense del collettivo CrimethInc.\r\nNella scorsa puntata di Harraga, in onda su Radio Blackout, abbiamo tradotto e mandato in onda dei contributi audio inviatici dal compagno.\r\n\r\nNel primo audio gli abbiamo chiesto di raccontarci, partendo da una ricostruzione storica, come si sta evolvendo la struttura governativa statunitense dall’elezione di Trump, e come lo Stato stia tentando di riorganizzare la società con la complicità e l’alleanza tra suprematisti bianchi, capitalisti e fascisti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/CrimePodcast1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nl secondo contributo, partendo proprio dal clima politico-ideologico raccontato sopra, cerca di leggere i progetti più squallidi annunciati dal nuovo esecutivo: dalle deportazioni di massa e l’annessione di nuovi territori, fino ad arrivare ad una ridefinizione generale di tipo economico-sociale improntata su un capitalismo – ancor più – selvaggio e mortifero.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/CrimePodcat2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer infine giungere al racconto del compagno su come le persone si stanno auto organizzando contro il dilagare di politiche a sfondo nazista. Dalla comunità nera autonoma di Cincinnati che ha organizzato una milizia di autodifesa armata dopo una marcia neonazista del 7 febbraio, fino alle molteplici proteste messe in campo per fronteggiare il piano di deportazioni di massa di persone senza permesso di soggiorno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/CrimePodcast3.mp3\"][/audio]","12 Marzo 2025","2025-03-12 14:30:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/trumpmusk-200x110.jpg","USA, autocrazie e organizzazione dal basso",1741789787,[544,545],"http://radioblackout.org/tag/frontiera/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[547,548],"frontiera","war on migrants",{"post_content":550},{"matched_tokens":551,"snippet":552,"value":553},[78,79],"stanno organizzando le persone negli \u003Cmark>Stati\u003C/mark> \u003Cmark>Uniti\u003C/mark> per fronteggiarla.\r\n\r\nDi questo e","Dall’elezione di Trump negli USA giungono voci martellanti dei deliri annunciati e promessi dalla sua seconda amministrazione. 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