","Catalogna. Il pugno di di ferro di Rajoy, la risposta delle piazze","post",1522169678,[64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/catalogna/","http://radioblackout.org/tag/ley-mordaza/","http://radioblackout.org/tag/puigdemont/","http://radioblackout.org/tag/rajoy/","http://radioblackout.org/tag/spagna/",[15,70,26,24,35],"ley mordaza",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"Puigdemont","L’arresto di Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> in Germania è l’ultimo atto","L’arresto di Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> in Germania è l’ultimo atto della guerra tra lo Stato Spagnolo e l’aspirante Stato Catalano. Controllato a distanza tramite un navigatore applicato alla sua auto, l’ex presidente catalano è stato intercettato al confine tra la Finlandia e la Germania, paese che, secondo l’intelligence spagnola poteva essere più sensibile alle richieste di estradizione di Madrid.\r\nLo strumento giuridico usato è un mandato di cattura europeo. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul ruolo dell’Europa delle polizie e dei confini a permeabilità variabile, li ha sicuramente persi. Un’ulteriore brutta botta per gli indipendentisti catalani, sempre più frustrati nella loro enfasi europeista.\r\nLe elezioni, convocate dopo lo scioglimento d’autorità del parlamento catalano, hanno nuovamente dato la maggioranza agli indipendentisti, ma, dopo tre mesi non si è ancora costituito un governo regionale.\r\nJordi Turull di JuntsXCat, ultimo candidato presidente, è stato arrestato qualche giorno prima di \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark>. Con lui sono finiti in carcere altri quattro deputati. Marta Rovira di Esquerra Republicana ha preso la via dell’esilio.\r\nDopo lo scioglimento di autorità del parlamento catalano e la deposizione della Generalitad forse il PPE al governo sperava in un risultato diverso, ma al di là della crescita di Ciudadanos, i vari partiti della costellazione indipendentista restano l’ago della bilancia. La risposta di Madrid al referendum e alla dichiarazione di indipendenza lasciavano pochi dubbi: Madrid non intende mollare e sta intensificando l’azione repressiva.\r\nLa partita resta tuttavia apertissima e foriera di conseguenze imprevedibili.\r\nDopo le grandi manifestazioni seguite all’arresto di Turull e degli altri deputati, all’annuncio dell’arresto in Germania di \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark>, le piazze catalane si sono nuovamente riempite.\r\nDecine di migliaia di manifestanti a Barcellona, Girona, Lleida, Tarragona e in altri centri della Catalogna hanno dato vita a manifestazioni spontanee. Ci sono stati numerosi tafferugli con la polizia, compresi i Mossos de Esquadra catalani. Almeno 101 persone hanno riportato ferite non gravi.\r\nLa polizia in tenuta antisommossa ha caricato con manganelli i manifestanti, che in alcuni casi hanno risposto con lancio di oggetti, innalzando barricate e incendiando cassonetti. Almeno 6 le persone arrestate a Barcellona mentre cercavano di avvicinarsi alla sede della rappresentanza del governo di Madrid. I manifestanti hanno anche bloccato il traffico in quattro autostrade nella regione.\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia della Spagna contemporanea all’università di Trieste, profondo conoscitore della Catalogna, dove trascorre parte dell’anno.\r\nVenza ha sottolineato che in Spagna, dopo la ley mordaza, sono scattate numerose operazioni repressive, che hanno colpito soprattutto anarchici e libertari, alcuni in carcere ormai da oltre un anno. Il pugno di ferro di Rajoy sta colpendo con estrema durezza ogni forma di opposizione politica e sociale, arrivando a fermare ed arrestare artisti di strada, le cui esibizioni mettevano alla berlina il potere.\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 03 27 venza cartalogna",[78,80,82,85,87],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],{"matched_tokens":81,"snippet":70},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[26],"\u003Cmark>puigdemont\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":24},[],{"matched_tokens":88,"snippet":35},[],[90,95],{"field":38,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":94},[32],[93],[26],[84],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],578730123365712000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":102,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":105,"highlight":124,"highlights":140,"text_match":98,"text_match_info":148},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":50,"id":108,"is_sticky":50,"permalink":109,"post_author":53,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":56,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":61,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":121},[47],[49],"43809","http://radioblackout.org/2017/10/i-molti-aspetti-anche-contraddittori-di-una-richiesta-di-indipendentismo/","21 ottobre: «Peggior attacco alla Catalogna dai tempi di Franco». Annullata la volontà dei cittadini catalani: queste le parole di Puigdemont dopo la decisione di Rajoy di applicare l'articolo 155, pur non sapendo di preciso dove può portare lo scontro e inventando i provvedimenti gravissimi contro la Generalitat; infatti il governo catalano si riunirà in plenaria, dove dibattere della sospensione dell'autonomia e... probabilmente non potrà che procedere con l'indipendentismo dopo il passo tracotante di Madrid, ma i passi finora fatti da una Generalitat quasi sospinta dalla piazza suo malgrado verso il radicalismo sono stati così indecisi e contraddittori che ci si può aspettare qualsiasi epilogo.\r\n\r\nOra, noi siamo un po' allergici a qualsiasi nazionalismo, però queste reazioni scompostamente franchiste del gallego Rajoy (che fin dalla sua rielezione ha provocato le reazioni dei catalani, cercando di ridimensionare quella autonomia da loro già conseguita, ridimensionandola con la compiacenza della Corte Costituzionale) , il suo autoritarismo e l'uso di organismi polizieschi per soffocare richieste, minacce di ulteriori provvedimenti violenti e censori (a dimostrazione che in Spagna non si registrano organizzazioni di estrema destra, ma il centrismo di fatto è ancora franchista e compatta anche tutte le destre più retrive... e uno dei meriti di questa lotta è quello di aver mostrato la sacca di fascismo nascosta ancora nei gangli della società iberica), ma soprattutto la situazione che ha innescato la richiesta catalana, capace di mettere in crisi parlamenti e istituti a livello federale e locale, ci incuriosiscono per le dimensioni della mobilitazione (determinata, ma ancora molto pacifica da parte della cittadinanza catalana, non così per la guardia civil) e per la decisione collettiva di volersi affrancare dai modi arroganti e autoritari di Felipe VI e Mariano Rajoy, e con loro respingere e rifiutare franchismo e secoli di vessazioni centraliste... e monarchiche. Certo è un coacervo di persone differenti, ma è sicuramente insurrezione di popolo; tanto che i suoi leader sarebbero meglio intenzionati ad andare a un qualche accordo.\r\n\r\n \r\n\r\nCome esordisce in questa intervista di ieri 20 ottobre Stefano Bertolino, giornalista e reporter rimasto a fare riprese dal 1° ottobre in Catalogna: «Barcellona è stata in queste tre settimane una vera altalena degli umori della piazza». Una sintesi che nella realtà allarga a dismisura il campo del suo obiettivo, comprendendo le varie piazze, che sono, non solo nel suo racconto ma in particolare nella sua percezione della realtà, le uniche protagoniste del modo di intendere quella comunità. Da un lato un fiero nazionalismo che pretende l'unità solo perché gli è stata inculcata l'idea di una Spagna unica e unita (così come in generale si risponde a chi avanza istanze irredentiste) e dall'altra una sensazione di poter dare vita a un organismo meno asfittico di quella Spagna, meno oppresso dal governo centrale lontano.\r\n\r\nContraddizioni ce ne sono a bizzeffe (e anche calcoli politici), ma sono quasi connaturate a un qualsiasi movimento che intende dare il giro a un sistema secolare, che potrebbe ispirare altre \"liberazioni\", per una volta di ispirazione non palesemente derivante da una destra revanchista, anzi l'unicità di Barcellona viene da questa diversità di provenienza e di intenti di queste istanze antagoniste contro uno stato centrale: una regione «aperta, multiculturale, globalizzata», che però difende e rivendica questo orgoglio, questa diversità locale data anche paradossalmente da una multietnicità che, prosegue Stefano, «protegge e difende le proprie tradizioni culturali», chiedendo di continuare a condividere l'europeismo, non da spagnoli, ma da catalani. E questo lo hanno appoggiato pure coloro che sono andati a votare pur non convinti: di fronte alla prevaricazione violenta di Rajoy ci sono voluti andare per rivendicare la propria volontà di partecipare e di decidere autonomamente.\r\n\r\nRimane ovviamente il sospetto su quello che è il mezzo usato per sfruttare il consenso: è facile identificare un tema condiviso e fare leva sui \"populismi\" di campanile per chissà quali interessi reali, permangono le perplessità pragmatiche di una possibile prassi di sganciamento di un territorio europeo da uno stato europeo pur rimanendo nella comunità, perché l'Europa si regge costituzionalmente su una federazione di stati e non di regioni o aree omogenee (di qui l'ostracismo che ha lasciato da solo il popolo di una regione in piazza contro uno stato: appunto, l'esempio potrebbe diventare paradigmatico per altre molte aree europee, dissolvendo stati e federazione); tantomeno è chiaro come si possa integrare un sistema come quello catalano... ma quello che viene a galla dalle parole di Stefano è una sorta di sogno collettivo, fatto da persone che non sono particolarmente mosse da istanze nazionaliste, ma immaginano un'aria meno pesante dopo il distacco dalla Spagna. Stefano ha potuto registrare gli umori della piazza e ne viene fuori orgoglio, unità, dignità: nelle sue parole si può rivivere il fremito della piazza alla dichiarazione di indipendenza unilaterale, la delusione per la sospensione, ma anche le botte prese e quella pantomima di urne che sono state la dimostrazione di quanto qualunque appuntamento elettorale sia un rito svuotato del risultato, quanto piuttosto semplice esorcismo che sancisce le attese prima dell'apertura di urne che possono essere cassonetti di immondizia; e poi il contraltare della piazza unionista, fatta di molti emigranti interni, stranieri spagnoli in terra di Spagna, ma anche e soprattutto fascisti, falangisti che hanno individuato nelle mosse catalane un pericolo per la loro idea di Spagna e si sono ricompattati, trovandosi più di quanti ci si sarebbe forse aspettati; ma poi lo stile di vita e l'idea che evoca Barcellona per il suo stile di vita multietnico e globalizzato continua a occupare l'immaginario in senso libertario e se lo stato centrale continua a incarcerare e minacciare non potrà che compattare ancora di più la comunità locale, andando allo scontro frontale, prima di dover comunque arrivare ad accordi di qualche tipo.\r\n\r\nBarcelona octubre 2017","21 Ottobre 2017","2017-10-23 15:31:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/stefano_barcellona-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/stefano_barcellona-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/stefano_barcellona-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/stefano_barcellona.jpg 446w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I molti aspetti anche contraddittori di una richiesta di indipendentismo",1508628023,[118,119,120,66,67],"http://radioblackout.org/tag/barcellona-madrid/","http://radioblackout.org/tag/catalunya/","http://radioblackout.org/tag/indipendentismo-e-unionismo/",[122,18,123,26,24],"Barcellona Madrid","indipendentismo e unionismo",{"post_content":125,"tags":129},{"matched_tokens":126,"snippet":127,"value":128},[74],"catalani: queste le parole di \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> dopo la decisione di Rajoy","21 ottobre: «Peggior attacco alla Catalogna dai tempi di Franco». Annullata la volontà dei cittadini catalani: queste le parole di \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> dopo la decisione di Rajoy di applicare l'articolo 155, pur non sapendo di preciso dove può portare lo scontro e inventando i provvedimenti gravissimi contro la Generalitat; infatti il governo catalano si riunirà in plenaria, dove dibattere della sospensione dell'autonomia e... probabilmente non potrà che procedere con l'indipendentismo dopo il passo tracotante di Madrid, ma i passi finora fatti da una Generalitat quasi sospinta dalla piazza suo malgrado verso il radicalismo sono stati così indecisi e contraddittori che ci si può aspettare qualsiasi epilogo.\r\n\r\nOra, noi siamo un po' allergici a qualsiasi nazionalismo, però queste reazioni scompostamente franchiste del gallego Rajoy (che fin dalla sua rielezione ha provocato le reazioni dei catalani, cercando di ridimensionare quella autonomia da loro già conseguita, ridimensionandola con la compiacenza della Corte Costituzionale) , il suo autoritarismo e l'uso di organismi polizieschi per soffocare richieste, minacce di ulteriori provvedimenti violenti e censori (a dimostrazione che in Spagna non si registrano organizzazioni di estrema destra, ma il centrismo di fatto è ancora franchista e compatta anche tutte le destre più retrive... e uno dei meriti di questa lotta è quello di aver mostrato la sacca di fascismo nascosta ancora nei gangli della società iberica), ma soprattutto la situazione che ha innescato la richiesta catalana, capace di mettere in crisi parlamenti e istituti a livello federale e locale, ci incuriosiscono per le dimensioni della mobilitazione (determinata, ma ancora molto pacifica da parte della cittadinanza catalana, non così per la guardia civil) e per la decisione collettiva di volersi affrancare dai modi arroganti e autoritari di Felipe VI e Mariano Rajoy, e con loro respingere e rifiutare franchismo e secoli di vessazioni centraliste... e monarchiche. Certo è un coacervo di persone differenti, ma è sicuramente insurrezione di popolo; tanto che i suoi leader sarebbero meglio intenzionati ad andare a un qualche accordo.\r\n\r\n \r\n\r\nCome esordisce in questa intervista di ieri 20 ottobre Stefano Bertolino, giornalista e reporter rimasto a fare riprese dal 1° ottobre in Catalogna: «Barcellona è stata in queste tre settimane una vera altalena degli umori della piazza». Una sintesi che nella realtà allarga a dismisura il campo del suo obiettivo, comprendendo le varie piazze, che sono, non solo nel suo racconto ma in particolare nella sua percezione della realtà, le uniche protagoniste del modo di intendere quella comunità. Da un lato un fiero nazionalismo che pretende l'unità solo perché gli è stata inculcata l'idea di una Spagna unica e unita (così come in generale si risponde a chi avanza istanze irredentiste) e dall'altra una sensazione di poter dare vita a un organismo meno asfittico di quella Spagna, meno oppresso dal governo centrale lontano.\r\n\r\nContraddizioni ce ne sono a bizzeffe (e anche calcoli politici), ma sono quasi connaturate a un qualsiasi movimento che intende dare il giro a un sistema secolare, che potrebbe ispirare altre \"liberazioni\", per una volta di ispirazione non palesemente derivante da una destra revanchista, anzi l'unicità di Barcellona viene da questa diversità di provenienza e di intenti di queste istanze antagoniste contro uno stato centrale: una regione «aperta, multiculturale, globalizzata», che però difende e rivendica questo orgoglio, questa diversità locale data anche paradossalmente da una multietnicità che, prosegue Stefano, «protegge e difende le proprie tradizioni culturali», chiedendo di continuare a condividere l'europeismo, non da spagnoli, ma da catalani. E questo lo hanno appoggiato pure coloro che sono andati a votare pur non convinti: di fronte alla prevaricazione violenta di Rajoy ci sono voluti andare per rivendicare la propria volontà di partecipare e di decidere autonomamente.\r\n\r\nRimane ovviamente il sospetto su quello che è il mezzo usato per sfruttare il consenso: è facile identificare un tema condiviso e fare leva sui \"populismi\" di campanile per chissà quali interessi reali, permangono le perplessità pragmatiche di una possibile prassi di sganciamento di un territorio europeo da uno stato europeo pur rimanendo nella comunità, perché l'Europa si regge costituzionalmente su una federazione di stati e non di regioni o aree omogenee (di qui l'ostracismo che ha lasciato da solo il popolo di una regione in piazza contro uno stato: appunto, l'esempio potrebbe diventare paradigmatico per altre molte aree europee, dissolvendo stati e federazione); tantomeno è chiaro come si possa integrare un sistema come quello catalano... ma quello che viene a galla dalle parole di Stefano è una sorta di sogno collettivo, fatto da persone che non sono particolarmente mosse da istanze nazionaliste, ma immaginano un'aria meno pesante dopo il distacco dalla Spagna. Stefano ha potuto registrare gli umori della piazza e ne viene fuori orgoglio, unità, dignità: nelle sue parole si può rivivere il fremito della piazza alla dichiarazione di indipendenza unilaterale, la delusione per la sospensione, ma anche le botte prese e quella pantomima di urne che sono state la dimostrazione di quanto qualunque appuntamento elettorale sia un rito svuotato del risultato, quanto piuttosto semplice esorcismo che sancisce le attese prima dell'apertura di urne che possono essere cassonetti di immondizia; e poi il contraltare della piazza unionista, fatta di molti emigranti interni, stranieri spagnoli in terra di Spagna, ma anche e soprattutto fascisti, falangisti che hanno individuato nelle mosse catalane un pericolo per la loro idea di Spagna e si sono ricompattati, trovandosi più di quanti ci si sarebbe forse aspettati; ma poi lo stile di vita e l'idea che evoca Barcellona per il suo stile di vita multietnico e globalizzato continua a occupare l'immaginario in senso libertario e se lo stato centrale continua a incarcerare e minacciare non potrà che compattare ancora di più la comunità locale, andando allo scontro frontale, prima di dover comunque arrivare ad accordi di qualche tipo.\r\n\r\nBarcelona octubre 2017",[130,132,134,136,138],{"matched_tokens":131,"snippet":122},[],{"matched_tokens":133,"snippet":18},[],{"matched_tokens":135,"snippet":123},[],{"matched_tokens":137,"snippet":84},[26],{"matched_tokens":139,"snippet":24},[],[141,146],{"field":38,"indices":142,"matched_tokens":143,"snippets":145},[23],[144],[26],[84],{"field":96,"matched_tokens":147,"snippet":127,"value":128},[74],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":102,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},{"document":150,"highlight":175,"highlights":201,"text_match":98,"text_match_info":209},{"cat_link":151,"category":152,"comment_count":50,"id":153,"is_sticky":50,"permalink":154,"post_author":53,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":56,"post_id":153,"post_modified":157,"post_thumbnail":158,"post_thumbnail_html":159,"post_title":160,"post_type":61,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":170},[47],[49],"43598","http://radioblackout.org/2017/10/catalogna-la-lunga-attesa/","Tra poche ore sapremo se lo scontro tra il governo catalano e quello spagnolo arriverà ad un punto di non ritorno, oppure vi sarà una tregua.\r\n\r\n \r\n\r\nIl parlamento catalano è stato convocato per le sei di oggi.\r\n\r\nIl presidente della Generalitat potrebbe dichiarare l'indipendenza e proclamare la nascita della repubblica catalana, oppure prendere tempo, per tentate un'improbabile mediazione con il governo di Mariano Rajoy.\r\nIl PP governa forte del 40% di consensi incassato alle ultime elezioni. Il partito socialista di Pedro Sanchez, dopo un lungo tentennamento, si è schierato in modo secco a fianco degli unionisti. Questa decisione potrebbe dare a Rajoy la maggioranza necessaria a far scattare l'articolo della costituzione che permette la sospensione dell'autonomia catalana.\r\n\r\nIn queste ore i Mossos, la polizia catalana, quella che, in caso di indipendenza, diverrebbe la polizia nazionale della nuova Repubblica, ha chiuso il parco che circonda il parlamento per difenderlo da attacchi.\r\n\r\nLa guardia civil e la policia centrale sono schierate da giorni in Catalogna, pronte ad intervenire.\r\n\r\nIl fine settimana è stato caratterizzato da un'imponente manifestazione unionista per le strade di Barcellona, cui hanno preso parte anche esponenti dell'estrema destra. I numeri, sebbene inferiori alle manifestazioni indipendentiste della settimana precedente, sono comunque indicativi di una società catalana spaccata in due. La Catalogna è terra di immigrazione sin dall'ottocento, Barcellona è una grande città cosmopolita. La grande industria sta dando segnali di nervosismo di fronte al possibile acuirsi della crisi, mentre la piccola e media impresa si attesta sul fronte catalanista. I due fronti che si stanno combattendo appaiono attraversati da un'analoga attitudine interclassista. Tutti insieme sulla stessa barca in nome di opposti nazionalismi.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altro elemento sul piatto è la polarizzazione provocata dalla violenta repressione del 1° ottobre, il giorno del referendum, che il governo di Madrid ha provato ad impedire, perché lo ha considerato illegittimo. La creazione di un nuovo Stato, con relativi confini, esercito e polizia è una prospettiva che raccoglie un forte consenso.\r\n\r\n \r\n\r\nLe forze politiche che avevano spinto, e spingono, verso la secessione sono diverse e spesso in conflitto tra loro. Un ex partito moderato, Convergencia i Uniò, quello da cui proviene il President Carles Puigdemont, si è trasformato in un acceso gruppo indipendentista nel giro di pochi mesi cambiando il nome in Partit Democratic de Cataluunya . Pesa sulla metamorfosi soprattutto la volontà di deviare l’insoddisfazione generale verso i dirigenti politici regionali responsabili di una serie di misure antipopolari: taglio delle spese sociali, in particolare nell’istruzione e nella sanità, oltre che in ambito pensionistico, che avevano peggiorato le condizioni di vita di milioni di catalani.\r\n\r\n \r\n\r\nDopo le elezioni della Generalitat del 2015, terminate con la vittoria degli indipendentisti come numero di seggi, ma non di voti, si rafforza anche un nuovo protagonista del teatro elettorale, la CUP (Candidaturas de Unidad Popular), un partito “anticapitalista” che sembra sia riuscito a rappresentare a livello istituzionale il dissenso sociale radicalizzato. La CUP dispone di pochi, ma determinanti seggi e per appoggiare il Govern, ha imposto le dimissioni di Artur Mas denunciato come il responsabile dei provvedimenti antisociali avviati già da alcuni anni. Il suo successore, l’ormai noto a livello mondiale Carles Puigdemont, però era il suo principale collaboratore nelle scelte politiche antipopolari.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ molto interessante, come sintomo della diffusa rabbia contro il Parlament, il fatto che, nella primavera del 2011, migliaia manifestanti assediarono questo edificio a Barcellona e costrinsero Artur Mas ad atterrare in elicottero. Lo scopo era di impedire le preannunciate decisioni antisociali. Si trattò quindi di un’evidente protesta extra e antistituzionale a sfondo decisamente sovversivo.\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza componente separatista è la storica Esquerra Republicana de Catalunya che è riuscita ad aumentare notevolmente i consensi sfruttando il nuovo vento di opinione pubblica. L’alleanza delle tre formazioni indipendentiste ha dato vita, dopo molti mesi, ad un Govern che si è pubblicamente impegnato ad attuare, in pochi mesi, una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Il referendum del 1° ottobre avrebbe dovuto essere un passaggio di legittimazione e i tempi erano stati accelerati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDa parte sua, il Governo di Madrid, dove il Partido Popular di Mariano Rajoy, pur in minoranza parlamentare, aveva occupato i posti di potere con la cruciale astensione dei socialisti e aveva già dichiarato illegale la consultazione e minacciato forme di attacco frontale che ai più sembravano poco probabili. La magistratura, in buona parte di nomina governativa, aveva affiancato l’esecutivo annullando così l’antica (ipotetica e classica) divisione dei poteri.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn teoria, Madrid avrebbe potuto considerare senza effetti pratici il referendum e annullarne ogni conseguenza istituzionale, ma ciò non bastava ad affermare la netta superiorità della capitale rispetto alla periferia ribelle, insoddisfatta del livello di autonomia già riconosciuta. Si può perciò capire perché era necessario l’invio della Policia Nacional e della Guardia Civil con le esplicite disposizioni di usare la violenza senza troppe incertezze e di impedire il voto sgomberando brutalmente i seggi. Nel rifiuto di ogni mediazione e nella durezza repressiva si potrebbe ipotizzare una manovra del Partido Popular per conquistare la maggioranza assoluta in una prossima ravvicinata elezione generale. L’arma segreta per carpire fette più ampie di delega sarebbe il confuso, ma reale, sentimento di diffidenza anticatalanista presente nel centro e nel sud della Spagna.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 3 ottobre uno sciopero generale, convocato da tempo per i diritti sociali e contro la repressione da un insieme di sindacati di base (tra cui la CNT e la CGT), ha poi offerto l’occasione per una serie di manifestazioni enormi. Le strade del centro non sono riuscite a contenere le centinaia di migliaia di persone che hanno urlato la propria rabbia in faccia ai poliziotti pur non usando metodi di aperta rivolta violenta. Anche l’ambiguità data dall’adesione dei piccoli e medi industriali alla “fermata nazionale” (il termine sciopero non è digeribile) è stata superata nelle iniziative vere in piazza. I sindacati maggioritari, la UGT socialista e le Comisiones Obreras catalane, all’ultimo momento hanno dovuto aderire alla protesta per non essere tagliate fuori. I picchetti combattivi di fronte alle fabbriche e i blocchi stradali diffusi ovunque, opere quasi spontanee e dove i militanti dei sindacati minoritari si sono impegnati a fondo, hanno dato la misura del coinvolgimento di movimenti di base tutt’altro che moderati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia della Spagna contemporanea.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 venza cat","10 Ottobre 2017","2017-10-12 17:47:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"159\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-300x159.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-300x159.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355.png 670w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catalogna. La lunga attesa",1507651323,[163,64,164,165,166,167,168,66,67,169],"http://radioblackout.org/tag/barcellona/","http://radioblackout.org/tag/guardia-civil/","http://radioblackout.org/tag/indipendenza/","http://radioblackout.org/tag/madrid/","http://radioblackout.org/tag/mossos-de-esquadra/","http://radioblackout.org/tag/parlament/","http://radioblackout.org/tag/sanchez/",[28,15,171,30,33,172,173,26,24,174],"Guardia Civil","mossos de esquadra","parlament","sanchez",{"post_content":176,"tags":180},{"matched_tokens":177,"snippet":178,"value":179},[74],"cui proviene il President Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark>, si è trasformato in un","Tra poche ore sapremo se lo scontro tra il governo catalano e quello spagnolo arriverà ad un punto di non ritorno, oppure vi sarà una tregua.\r\n\r\n \r\n\r\nIl parlamento catalano è stato convocato per le sei di oggi.\r\n\r\nIl presidente della Generalitat potrebbe dichiarare l'indipendenza e proclamare la nascita della repubblica catalana, oppure prendere tempo, per tentate un'improbabile mediazione con il governo di Mariano Rajoy.\r\nIl PP governa forte del 40% di consensi incassato alle ultime elezioni. Il partito socialista di Pedro Sanchez, dopo un lungo tentennamento, si è schierato in modo secco a fianco degli unionisti. Questa decisione potrebbe dare a Rajoy la maggioranza necessaria a far scattare l'articolo della costituzione che permette la sospensione dell'autonomia catalana.\r\n\r\nIn queste ore i Mossos, la polizia catalana, quella che, in caso di indipendenza, diverrebbe la polizia nazionale della nuova Repubblica, ha chiuso il parco che circonda il parlamento per difenderlo da attacchi.\r\n\r\nLa guardia civil e la policia centrale sono schierate da giorni in Catalogna, pronte ad intervenire.\r\n\r\nIl fine settimana è stato caratterizzato da un'imponente manifestazione unionista per le strade di Barcellona, cui hanno preso parte anche esponenti dell'estrema destra. I numeri, sebbene inferiori alle manifestazioni indipendentiste della settimana precedente, sono comunque indicativi di una società catalana spaccata in due. La Catalogna è terra di immigrazione sin dall'ottocento, Barcellona è una grande città cosmopolita. La grande industria sta dando segnali di nervosismo di fronte al possibile acuirsi della crisi, mentre la piccola e media impresa si attesta sul fronte catalanista. I due fronti che si stanno combattendo appaiono attraversati da un'analoga attitudine interclassista. Tutti insieme sulla stessa barca in nome di opposti nazionalismi.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altro elemento sul piatto è la polarizzazione provocata dalla violenta repressione del 1° ottobre, il giorno del referendum, che il governo di Madrid ha provato ad impedire, perché lo ha considerato illegittimo. La creazione di un nuovo Stato, con relativi confini, esercito e polizia è una prospettiva che raccoglie un forte consenso.\r\n\r\n \r\n\r\nLe forze politiche che avevano spinto, e spingono, verso la secessione sono diverse e spesso in conflitto tra loro. Un ex partito moderato, Convergencia i Uniò, quello da cui proviene il President Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark>, si è trasformato in un acceso gruppo indipendentista nel giro di pochi mesi cambiando il nome in Partit Democratic de Cataluunya . Pesa sulla metamorfosi soprattutto la volontà di deviare l’insoddisfazione generale verso i dirigenti politici regionali responsabili di una serie di misure antipopolari: taglio delle spese sociali, in particolare nell’istruzione e nella sanità, oltre che in ambito pensionistico, che avevano peggiorato le condizioni di vita di milioni di catalani.\r\n\r\n \r\n\r\nDopo le elezioni della Generalitat del 2015, terminate con la vittoria degli indipendentisti come numero di seggi, ma non di voti, si rafforza anche un nuovo protagonista del teatro elettorale, la CUP (Candidaturas de Unidad Popular), un partito “anticapitalista” che sembra sia riuscito a rappresentare a livello istituzionale il dissenso sociale radicalizzato. La CUP dispone di pochi, ma determinanti seggi e per appoggiare il Govern, ha imposto le dimissioni di Artur Mas denunciato come il responsabile dei provvedimenti antisociali avviati già da alcuni anni. Il suo successore, l’ormai noto a livello mondiale Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark>, però era il suo principale collaboratore nelle scelte politiche antipopolari.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ molto interessante, come sintomo della diffusa rabbia contro il Parlament, il fatto che, nella primavera del 2011, migliaia manifestanti assediarono questo edificio a Barcellona e costrinsero Artur Mas ad atterrare in elicottero. Lo scopo era di impedire le preannunciate decisioni antisociali. Si trattò quindi di un’evidente protesta extra e antistituzionale a sfondo decisamente sovversivo.\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza componente separatista è la storica Esquerra Republicana de Catalunya che è riuscita ad aumentare notevolmente i consensi sfruttando il nuovo vento di opinione pubblica. L’alleanza delle tre formazioni indipendentiste ha dato vita, dopo molti mesi, ad un Govern che si è pubblicamente impegnato ad attuare, in pochi mesi, una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Il referendum del 1° ottobre avrebbe dovuto essere un passaggio di legittimazione e i tempi erano stati accelerati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDa parte sua, il Governo di Madrid, dove il Partido Popular di Mariano Rajoy, pur in minoranza parlamentare, aveva occupato i posti di potere con la cruciale astensione dei socialisti e aveva già dichiarato illegale la consultazione e minacciato forme di attacco frontale che ai più sembravano poco probabili. La magistratura, in buona parte di nomina governativa, aveva affiancato l’esecutivo annullando così l’antica (ipotetica e classica) divisione dei poteri.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn teoria, Madrid avrebbe potuto considerare senza effetti pratici il referendum e annullarne ogni conseguenza istituzionale, ma ciò non bastava ad affermare la netta superiorità della capitale rispetto alla periferia ribelle, insoddisfatta del livello di autonomia già riconosciuta. Si può perciò capire perché era necessario l’invio della Policia Nacional e della Guardia Civil con le esplicite disposizioni di usare la violenza senza troppe incertezze e di impedire il voto sgomberando brutalmente i seggi. Nel rifiuto di ogni mediazione e nella durezza repressiva si potrebbe ipotizzare una manovra del Partido Popular per conquistare la maggioranza assoluta in una prossima ravvicinata elezione generale. L’arma segreta per carpire fette più ampie di delega sarebbe il confuso, ma reale, sentimento di diffidenza anticatalanista presente nel centro e nel sud della Spagna.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 3 ottobre uno sciopero generale, convocato da tempo per i diritti sociali e contro la repressione da un insieme di sindacati di base (tra cui la CNT e la CGT), ha poi offerto l’occasione per una serie di manifestazioni enormi. Le strade del centro non sono riuscite a contenere le centinaia di migliaia di persone che hanno urlato la propria rabbia in faccia ai poliziotti pur non usando metodi di aperta rivolta violenta. Anche l’ambiguità data dall’adesione dei piccoli e medi industriali alla “fermata nazionale” (il termine sciopero non è digeribile) è stata superata nelle iniziative vere in piazza. I sindacati maggioritari, la UGT socialista e le Comisiones Obreras catalane, all’ultimo momento hanno dovuto aderire alla protesta per non essere tagliate fuori. I picchetti combattivi di fronte alle fabbriche e i blocchi stradali diffusi ovunque, opere quasi spontanee e dove i militanti dei sindacati minoritari si sono impegnati a fondo, hanno dato la misura del coinvolgimento di movimenti di base tutt’altro che moderati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia della Spagna contemporanea.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 venza cat",[181,183,185,187,189,191,193,195,197,199],{"matched_tokens":182,"snippet":28},[],{"matched_tokens":184,"snippet":15},[],{"matched_tokens":186,"snippet":171},[],{"matched_tokens":188,"snippet":30},[],{"matched_tokens":190,"snippet":33},[],{"matched_tokens":192,"snippet":172},[],{"matched_tokens":194,"snippet":173},[],{"matched_tokens":196,"snippet":84},[26],{"matched_tokens":198,"snippet":24},[],{"matched_tokens":200,"snippet":174},[],[202,207],{"field":38,"indices":203,"matched_tokens":204,"snippets":206},[14],[205],[26],[84],{"field":96,"matched_tokens":208,"snippet":178,"value":179},[74],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":102,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},{"document":211,"highlight":226,"highlights":234,"text_match":240,"text_match_info":241},{"cat_link":212,"category":213,"comment_count":50,"id":214,"is_sticky":50,"permalink":215,"post_author":53,"post_content":216,"post_date":217,"post_excerpt":56,"post_id":214,"post_modified":218,"post_thumbnail":219,"post_thumbnail_html":220,"post_title":221,"post_type":61,"sort_by_date":222,"tag_links":223,"tags":225},[47],[49],"45192","http://radioblackout.org/2018/01/catalogna-junqueras-resta-in-carcere-puigdemont-verso-la-presidenza/","Pochi giorni fa il Tribunale Supremo ha respinto all'unanimità la richiesta di scarcerazione presentata da Oriol Junqueras, eponente e candidato presidente di Esquerra Republicana, in carcere dallo scorso 2 novembre assieme ad altri leader indipendentisti con l'accusa di ribellione, sedizione e abuso di potere. Sfuma così per Junqueras la possibilità di candidarsi alla presidenza della Generalitat catalana dopo le elezioni regionali del 21 dicembre scorso. La decisione del Tribunale è stata accompagnata da manifestazioni di protesta a Barcellona, con centinaia di persone scese in piazza per sostenere Junqueras e chiedere la liberazione degli indipendentisti.\r\n\r\nLe vicende giudiziarie si inseriscono in un clima post-elettorale tuttora complesso e confuso. Il 17 Gennaio si riunirà per la prima volta il nuovo Parlamento catalano, mentre per il 31 è prevista la sua investitura. Nella giornata di oggi è arrivato l'annuncio di un accordo tra Esquerra Republicana e Junts Per Catalunya con il quale il fronte indipendentista avrebbe deciso di riconfermare Carles Puigdemont come nuovo presidente del governo. A quanto si apprende, Puigdemont - che si trova tuttora in Belgio - interverrà in video alla seduta iniziale del Parlament o farà leggere il suo discorso da un parlamentare per presentare la propria candidatura alla presidenza della Catalogna.\r\n\r\nAbbiamo commentato la situazione attuale e gli ultimi avvenimenti con Dario Lovaglio, un compagno che vive a Barcellona:\r\n\r\ncatalogna_10gen","10 Gennaio 2018","2018-01-12 17:41:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/cata1001-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/cata1001-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/cata1001-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/cata1001-1.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catalogna, Junqueras resta in carcere. Puigdemont verso la Presidenza",1515588008,[64,224],"http://radioblackout.org/tag/indipendentismo-catalano/",[15,21],{"post_content":227,"post_title":231},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[74],"avrebbe deciso di riconfermare Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> come nuovo presidente del governo.","Pochi giorni fa il Tribunale Supremo ha respinto all'unanimità la richiesta di scarcerazione presentata da Oriol Junqueras, eponente e candidato presidente di Esquerra Republicana, in carcere dallo scorso 2 novembre assieme ad altri leader indipendentisti con l'accusa di ribellione, sedizione e abuso di potere. Sfuma così per Junqueras la possibilità di candidarsi alla presidenza della Generalitat catalana dopo le elezioni regionali del 21 dicembre scorso. La decisione del Tribunale è stata accompagnata da manifestazioni di protesta a Barcellona, con centinaia di persone scese in piazza per sostenere Junqueras e chiedere la liberazione degli indipendentisti.\r\n\r\nLe vicende giudiziarie si inseriscono in un clima post-elettorale tuttora complesso e confuso. Il 17 Gennaio si riunirà per la prima volta il nuovo Parlamento catalano, mentre per il 31 è prevista la sua investitura. Nella giornata di oggi è arrivato l'annuncio di un accordo tra Esquerra Republicana e Junts Per Catalunya con il quale il fronte indipendentista avrebbe deciso di riconfermare Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> come nuovo presidente del governo. A quanto si apprende, \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> - che si trova tuttora in Belgio - interverrà in video alla seduta iniziale del Parlament o farà leggere il suo discorso da un parlamentare per presentare la propria candidatura alla presidenza della Catalogna.\r\n\r\nAbbiamo commentato la situazione attuale e gli ultimi avvenimenti con Dario Lovaglio, un compagno che vive a Barcellona:\r\n\r\ncatalogna_10gen",{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":233},[74],"Catalogna, Junqueras resta in carcere. \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> verso la Presidenza",[235,238],{"field":236,"matched_tokens":237,"snippet":233,"value":233},"post_title",[74],{"field":96,"matched_tokens":239,"snippet":229,"value":230},[74],578730123365187700,{"best_field_score":242,"best_field_weight":243,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":244,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":246,"highlight":260,"highlights":265,"text_match":240,"text_match_info":268},{"cat_link":247,"category":248,"comment_count":50,"id":249,"is_sticky":50,"permalink":250,"post_author":53,"post_content":251,"post_date":252,"post_excerpt":56,"post_id":249,"post_modified":253,"post_thumbnail":254,"post_thumbnail_html":255,"post_title":256,"post_type":61,"sort_by_date":257,"tag_links":258,"tags":259},[47],[49],"52566","http://radioblackout.org/2019/02/al-via-il-processo-per-12-indipendentisti-catalani/","E' iniziato a Madrid, in Spagna, il processo a 12 persone catalane – tra leader politici e della cosiddetta società civile – accusati di avere tentato in modi diversi, e in alcuni casi incitando alla violenza, di ottenere l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Il processo, inedito nella storia catalana e in quella spagnola, riguarda gli eventi incredibili e inaspettati che si verificarono in Catalogna nell’autunno del 2017, tra cui la celebrazione di un referendum sull’indipendenza catalana considerato illegale dal governo e dalla magistratura spagnola, e la dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata dall’allora presidente catalano Carles Puigdemont con l’approvazione del Parlamento locale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Victor Serri, fotoreporter de La directa\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/vserri_processo.mp3\"][/audio]","14 Febbraio 2019","2019-02-14 13:28:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/880x495_cmsv2_fb92d358-709f-5e82-be4c-033df6801ca5-3664846-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/880x495_cmsv2_fb92d358-709f-5e82-be4c-033df6801ca5-3664846-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/880x495_cmsv2_fb92d358-709f-5e82-be4c-033df6801ca5-3664846-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/880x495_cmsv2_fb92d358-709f-5e82-be4c-033df6801ca5-3664846-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/880x495_cmsv2_fb92d358-709f-5e82-be4c-033df6801ca5-3664846.jpg 880w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Al via il processo per 12 indipendentisti catalani",1550139231,[119,224,166,68],[18,21,33,35],{"post_content":261},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[74],"proclamata dall’allora presidente catalano Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> con l’approvazione del Parlamento locale.\r","E' iniziato a Madrid, in Spagna, il processo a 12 persone catalane – tra leader politici e della cosiddetta società civile – accusati di avere tentato in modi diversi, e in alcuni casi incitando alla violenza, di ottenere l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Il processo, inedito nella storia catalana e in quella spagnola, riguarda gli eventi incredibili e inaspettati che si verificarono in Catalogna nell’autunno del 2017, tra cui la celebrazione di un referendum sull’indipendenza catalana considerato illegale dal governo e dalla magistratura spagnola, e la dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata dall’allora presidente catalano Carles \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> con l’approvazione del Parlamento locale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Victor Serri, fotoreporter de La directa\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/vserri_processo.mp3\"][/audio]",[266],{"field":96,"matched_tokens":267,"snippet":263,"value":264},[74],{"best_field_score":242,"best_field_weight":269,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":50,"score":270,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},14,"578730123365187697",{"document":272,"highlight":292,"highlights":297,"text_match":240,"text_match_info":300},{"cat_link":273,"category":274,"comment_count":50,"id":275,"is_sticky":50,"permalink":276,"post_author":53,"post_content":277,"post_date":278,"post_excerpt":56,"post_id":275,"post_modified":279,"post_thumbnail":280,"post_thumbnail_html":281,"post_title":282,"post_type":61,"sort_by_date":283,"tag_links":284,"tags":288},[47],[49],"44915","http://radioblackout.org/2017/12/un-punto-sulle-elezioni-in-catalogna/","Da quando Puigdemont si è rifugiato in Belgio per sfuggire alla prigione e preparare da lì la campagna elettorale, in Italia non si è più parlato molto di ciò che andava accadendo in Catalogna dopo il referendum per l'indipendenza del 1 di ottobre. Dopo la dichiarazione di indipendenza unilaterale e il commissariamento della Generalidad da parte del governo di Madrid, dopo gli arresti di esponenti politici di spicco e del mondo associativo legato all'indipendentismo, in Catalogna ci si appresta ad andare alle urne. Il 21 di dicembre infatti ci saranno le elezioni, volute da Madrid dopo l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione, infine accettate da tutti gli schieramenti politici indipendentisti che, a causa delle fratture che li hanno divisi durante i giorni caldi di ottobre, hanno deciso di presentarsi ognuno con le proprie liste e i propri candidati.\r\n\r\nIntanto per le strade di Barcellona le mobilitazioni non si sono fermate ma si sono concentrate soprattutto sulla richiesta di liberazione dei molti arrestati noti della dirigenza della Generalidad attraverso manifestazioni, fazzoletti gialli, raccolta di fondi per pagare le cauzioni da capogiro richieste dallo Stato.\r\n\r\nLa campagna elettorale ha comunque smorzato notevolmente le proteste e le mobilitazioni legate alla richiesta di indipendenza, riportando il discorso all'interno dell'arena politica del dibattito democratico e incanalando le energie verso la costruzione del consenso e della partecipazione al voto.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo contattato dj Kumina di Radio Blackout da Barcellona per fare il punto sugli schieramenti politici in campo per queste imminenti elezioni di Catalogna e soprattutto per farci raccontare la temperatura della piazza e degli animi che in questi ultimi mesi l'hanno attraversata.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nKumina15dic\r\n\r\n ","16 Dicembre 2017","2017-12-20 01:04:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/catalogna-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"191\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/catalogna-300x191.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/catalogna-300x191.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/catalogna.jpg 550w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un punto sulle elezioni in Catalogna",1513423746,[64,119,285,286,224,287],"http://radioblackout.org/tag/cup/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-catalunya/","http://radioblackout.org/tag/puidgemont/",[15,18,289,290,21,291],"cup","elezioni Catalunya","Puidgemont",{"post_content":293},{"matched_tokens":294,"snippet":295,"value":296},[74],"Da quando \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> si è rifugiato in Belgio","Da quando \u003Cmark>Puigdemont\u003C/mark> si è rifugiato in Belgio per sfuggire alla prigione e preparare da lì la campagna elettorale, in Italia non si è più parlato molto di ciò che andava accadendo in Catalogna dopo il referendum per l'indipendenza del 1 di ottobre. Dopo la dichiarazione di indipendenza unilaterale e il commissariamento della Generalidad da parte del governo di Madrid, dopo gli arresti di esponenti politici di spicco e del mondo associativo legato all'indipendentismo, in Catalogna ci si appresta ad andare alle urne. Il 21 di dicembre infatti ci saranno le elezioni, volute da Madrid dopo l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione, infine accettate da tutti gli schieramenti politici indipendentisti che, a causa delle fratture che li hanno divisi durante i giorni caldi di ottobre, hanno deciso di presentarsi ognuno con le proprie liste e i propri candidati.\r\n\r\nIntanto per le strade di Barcellona le mobilitazioni non si sono fermate ma si sono concentrate soprattutto sulla richiesta di liberazione dei molti arrestati noti della dirigenza della Generalidad attraverso manifestazioni, fazzoletti gialli, raccolta di fondi per pagare le cauzioni da capogiro richieste dallo Stato.\r\n\r\nLa campagna elettorale ha comunque smorzato notevolmente le proteste e le mobilitazioni legate alla richiesta di indipendenza, riportando il discorso all'interno dell'arena politica del dibattito democratico e incanalando le energie verso la costruzione del consenso e della partecipazione al voto.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo contattato dj Kumina di Radio Blackout da Barcellona per fare il punto sugli schieramenti politici in campo per queste imminenti elezioni di Catalogna e soprattutto per farci raccontare la temperatura della piazza e degli animi che in questi ultimi mesi l'hanno attraversata.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nKumina15dic\r\n\r\n ",[298],{"field":96,"matched_tokens":299,"snippet":295,"value":296},[74],{"best_field_score":242,"best_field_weight":269,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":50,"score":270,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":50},6646,{"collection_name":61,"first_q":26,"per_page":17,"q":26},{"facet_counts":304,"found":50,"hits":312,"out_of":313,"page":103,"request_params":314,"search_cutoff":39,"search_time_ms":316},[305,309],{"counts":306,"field_name":307,"sampled":39,"stats":308},[],"podcastfilter",{"total_values":50},{"counts":310,"field_name":38,"sampled":39,"stats":311},[],{"total_values":50},[],6637,{"collection_name":315,"first_q":26,"per_page":17,"q":26},"podcast",4,["Reactive",318],{},["Set"],["ShallowReactive",321],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fI8LAUEiCZi-VCmMya8ev8EObRhz3-A4R6ob3smY8hyo":-1},true,"/search?query=puigdemont"]