","Siria. Pulizia etnica degli alawiti e accordi con la Siria del Nord","post",1741721262,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/accordi-tahir-al-sham-sdf/","http://radioblackout.org/tag/alawiti/","http://radioblackout.org/tag/pulizia-etnica/","http://radioblackout.org/tag/siria/",[68,69,70,29],"accordi Tahir al-Sham SDF","alawiti","pulizia etnica",{"post_content":72,"post_title":78,"tags":82},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"pulizia","etnica","Subito dopo è iniziata la \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> contro gli alawiti. La regione","Secondo quanto scrive l’agenzia Anbamed: “In tre giorni, più di mille persone, fra cui 745 civili, sono state uccise negli scontri fra le forze di sicurezza siriane e le milizie leali a Bashar Assad nella regione di Latakia.\r\nI civili sono stati uccisi in esecuzioni sommarie.\r\nSui social sono state pubblicate foto di decine di corpi per terra in una pozzanghera di sangue. Vi erano anche bambini sgozzati. (…)\r\nGli scontri sono iniziati giovedì 6 marzo, dopo una imboscata su vasta scala a Jableh, a opera delle milizie filo Assad contro i gruppi guidati da Tahir al-Sham.\r\nSubito dopo è iniziata la \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> contro gli alawiti. La regione è senza elettricità e acqua.\r\nSecondo altre fonti il massacro potrebbe avere proporzioni molto maggiori, arrivando a 10.000 persone.\r\n\r\nIeri il governo di Al Jolani ha firmato un accordo in 8 punti con il capo delle forze militari della Siria dell’Est. Questo accordo prevede una progressiva integrazione della Siria del Nord nello Stato siriano a guida jihadista.\r\nUn accordo dal sapore agre, sottoscritto nelle stesse ore del pogrom contro gli alawiti.\r\nUna mossa che, sebbene motivata dal tentativo di sopravvivere, potrebbe essere letale per il futuro delle esperienze di autonomia politica, ecologica e femminista dell’area.\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-11-pogrom-alawiti-mutatcinar-.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":79,"snippet":81,"value":81},[80,75],"Pulizia","Siria. \u003Cmark>Pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> degli alawiti e accordi con la Siria del Nord",[83,85,87,90],{"matched_tokens":84,"snippet":68},[],{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[74,75],"\u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":29},[],[93,99,102],{"field":37,"indices":94,"matched_tokens":96,"snippets":98},[95],2,[97],[74,75],[89],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":81,"value":81},"post_title",[80,75],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],1157451471441625000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":109,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":111,"highlight":132,"highlights":147,"text_match":105,"text_match_info":155},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":49,"id":114,"is_sticky":49,"permalink":115,"post_author":52,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":55,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":60,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":128},[46],[48],"92890","http://radioblackout.org/2024/10/sudan-fame-sangue-pulizia-etnica/","Il Sudan è entrato nel 16esimo mese di guerra e la fame attanaglia gran parte della popolazione. Il rapporto dell’ONU di fine giugno precisa che 25,6 milioni di sudanesi – poco più della metà della popolazione – è colpita da insicurezza alimentare acuta. I morti sono ben oltre 16 mila, cifra certamente sottostimata. Secondo gli ultimi dati, più di 11 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni tra queste circa 2 milioni hanno cercato rifugio nei paesi limitrofi.\r\nLe due parti in conflitto, Rapid Support Forces, capeggiate da Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemetti, da un lato, e le Forze armate sudanesi (SAF), comandate da Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, presidente del Consiglio Sovrano e di fatto capo dello Stato, dall’altro, hanno devastato quasi tutto il Paese.\r\nUna parte di Omdurman, città gemella di Khartoum, sulla sponda occidentale del Nilo, e un tempo il principale polo commerciale del Sudan, è oggi inabitabile a causa della presenza di cadaveri nelle strade e nelle case. Una crisi sanitaria senza precedenti.\r\n\r\nNel silenzio dei media e dei movimenti.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Alberizzi di Africa ExPress\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-22-sudan-alberizzi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Ottobre 2024","2024-10-23 15:59:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sudan.jpg 1620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan. 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Tutte le altre se ne sono andate poco dopo. Oggi ne restano poche decine. Un esodo di massa di una intera popolazione. Nella più totale indifferenza di qualsiasi media o voce internazionale ed occidentale. Una pulizia etnica di fatto, non sfociata nello sterminio solo grazie al fatto che la popolazione dell'Artsakh è riuscita, tramite il corridoio di Lachin, a fuggire nella Repubblica d'Armenia. Una guerra lampo vinta grazie alla totale supremazia sia militare che diplomatica dell'Azerbaijan, supportata dalla Turchia (ma anche da Israele e dalle aziende belliche italiane).\r\n\r\nUn evento che purtroppo sembra essere nient'altro che un piccolo tassello nella prospettiva del rinnovato espansionismo turco-azero nella regione caucasica. Caucaso che appunto, è una grande “linea di faglia”, una delle faglie moderne ed attuali tra Imperi che stanno tornando a tremare (Occidente, Turchia, Russia, Iran), corridoio nord-sud tra l'area di influenza sovietica e Medio Oriente, corridoio est-ovest per le condutture energetiche e di gas tra Baku e l'Europa.\r\n\r\nDi tutto questo ne parliamo con Daniele, redattore della rivista Nunatak, su cui a breve uscirà un articolo su questi temi, e profondo conoscitore di quelle regioni. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer approfondire e leggere l'intero articolo (in pubblicazione):\r\n\r\nhttps://nunatak.noblogs.org/","3 Aprile 2024","2024-04-03 17:10:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-768x576.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso.png 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La pulizia etnica del Nagorno Karabakh nella linea di faglia del Caucaso",1712164239,[171,172,173],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/caucaso/","http://radioblackout.org/tag/nagorno-karabakh/",[175,176,177],"armenia","caucaso","nagorno-karabakh",{"post_content":179,"post_title":183},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[74,75],"voce internazionale ed occidentale. 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All'inizio di maggio, quando i militari hanno raso al suolo la maggior parte di Khilet Al-Dabe, era la più grande demolizione nell'area fino ad oggi. Ora, una nuova direttiva militare minaccia di accelerare la distruzione di una dozzina di altri villaggi.\r\n\r\nLa scorsa settimana, l’Ufficio di Pianificazione Centrale dell’Amministrazione Civile – l’organismo militare israeliano responsabile del rilascio dei permessi di costruzione nei territori palestinesi occupati – ha adottato una politica che richiede che tutte le richieste di costruzione palestinesi in sospeso a Masafer Yatta siano automaticamente respinte. La direttiva cita le esigenze militari come giustificazione e si riferisce specificamente alla Zona di tiro 918, l’area che comprende 12 dei 20 villaggi di Masafer Yatta, e che Israele ha dichiarato come zona militare chiusa nei primi anni ’80 al fine di spostare con la forza i suoi residenti palestinesi.\r\n\r\nLa nuova direttiva si basa sull’uso di Israele delle zone di fuoco militari come pretesto per l’espropriazione della terra e l’espansione degli insediamenti. Mentre i palestinesi in precedenza potevano presentare piani di costruzione che almeno temporaneamente congelavano gli ordini di demolizione durante la revisione, un regolamento militare del 2021 ha prima bloccato l’elaborazione di tali richieste senza “l’approvazione del comandante militare”. La nuova direttiva ora si rivolge a decine di domande in sospeso presentate prima di questo cambiamento.\r\n\r\nLa mossa di accelerare le demolizioni si allinea con il più ampio programma di del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. Il ministro di estrema destra, a cui è stato consegnato il controllo di fatto dell’amministrazione civile da Netanyahu nel 2022, ha consolidato il controllo sulle politiche di costruzione della Cisgiordania installando alleati in posizioni chiave, in pratica, mentre l’esercito ha dichiarato circa 1 milione di dunam – un quinto della Cisgiordania – come zone di tiro, l’80% di quel territorio rimane inutilizzato per scopi militari.\r\n\r\nNel frattempo, sul terreno, l’assalto burocratico di Israele coincide con l’escalation della violenza dei coloni. che molestano le famiglie rimanenti e saccheggiano i loro possedimenti,a Masafer Yatta, gli attacchi dei coloni sono continuati senza sosta, mentre Israele pianifica la prossima annessione della Cisgiordania.\r\n\r\nNe parliamo con una compagna che si trova nella zona di Masafer Yatta. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA.mp3\"][/audio]","7 Luglio 2025","A Masafer Yatta nuove direttive incrementano le espulsioni di palestinesi.","2025-07-07 15:07:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-300x176.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-300x176.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-1024x602.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-768x452.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-1536x904.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-CISGIORDANIA-2048x1205.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ISRAELE ACCELERA LA PULIZIA ETNICA IN CISGIORDANIA .",1751900826,[211,212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/cisgiordania/","http://radioblackout.org/tag/coloni/","http://radioblackout.org/tag/masafer-yatta/","http://radioblackout.org/tag/occupazione-israeliana/",[216,217,218,219],"Cisgiordania","coloni","Masafer Yatta","Occupazione Israeliana",{"post_title":221},{"matched_tokens":222,"snippet":225,"value":225},[223,224],"PULIZIA","ETNICA","ISRAELE ACCELERA LA \u003Cmark>PULIZIA\u003C/mark> \u003Cmark>ETNICA\u003C/mark> IN CISGIORDANIA .",[227],{"field":100,"matched_tokens":228,"snippet":225,"value":225},[223,224],{"best_field_score":193,"best_field_weight":194,"fields_matched":230,"num_tokens_dropped":49,"score":231,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":49},1,"1157451471441100921",{"document":233,"highlight":257,"highlights":277,"text_match":191,"text_match_info":287},{"cat_link":234,"category":235,"comment_count":49,"id":236,"is_sticky":49,"permalink":237,"post_author":52,"post_content":238,"post_date":239,"post_excerpt":55,"post_id":236,"post_modified":240,"post_thumbnail":241,"post_thumbnail_html":242,"post_title":243,"post_type":60,"sort_by_date":244,"tag_links":245,"tags":251},[46],[48],"35339","http://radioblackout.org/2016/04/espropri-demolizioni-ghetti-pulizia-culturale-turca/","Sismi potenziali, ristrutturazioni, progetti di aeroporti, destinazioni d'uso che mutano senza tenere conto della storia talvolta millenaria dei luoghi e senza considerare il genius loci delle città kurde, di cui sono depositari gli abitanti di quelle case e di quelle vestigia, sono i pretesti subdoli che Erdogan sta utilizzando per completare la pulizia etnica perpetrata dalla campagna militare con le bombe su Diyarbakir, Cizre... La cancellazione del patrimonio culturale kurdo è vista come il completamento dell'esproprio del territorio: un raffinamento dell'ossessione turca, avversa alla lingua e cultura kurda da sempre negata per sopraffare l'etnia diversa.\r\n\r\nI metodi usati sono riconducibili a quelli adottati dagli israeliani nei confronti dei palestinesi, in particolare nei territori occupati e a Gerusalemme Est e permettono di assimilare anche le resistenze dei due popoli, inquadrando all'interno del contesto resistenziale il simbolismo della carcerazione priva di contatti con l'esterno di Ocalan, reso totalmente fantasma nel momento in cui il processo di pacificazione è stato interrotto.\r\n\r\nPerciò abbiamo sentito Carmine Malinconico, ora appartenente al pool degli avvocati di Ocalan (e a suo tempo di Mandela), membro della rete italiana per il Kurdistan\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown","22 Aprile 2016","2016-04-26 19:08:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard-1024x682.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-22_postcard.jpeg 1100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Espropri, demolizioni, ghetti: pulizia culturale turca",1461326660,[246,247,248,249,250],"http://radioblackout.org/tag/bakur/","http://radioblackout.org/tag/diyarbakir/","http://radioblackout.org/tag/espropri/","http://radioblackout.org/tag/kurdi/","http://radioblackout.org/tag/pulizia-culturale/",[252,253,254,255,256],"bakur","diyarbakir","espropri","Kurdi","pulizia culturale",{"post_content":258,"post_title":262,"tags":265},{"matched_tokens":259,"snippet":260,"value":261},[74,75],"sta utilizzando per completare la \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> perpetrata dalla campagna militare con","Sismi potenziali, ristrutturazioni, progetti di aeroporti, destinazioni d'uso che mutano senza tenere conto della storia talvolta millenaria dei luoghi e senza considerare il genius loci delle città kurde, di cui sono depositari gli abitanti di quelle case e di quelle vestigia, sono i pretesti subdoli che Erdogan sta utilizzando per completare la \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> perpetrata dalla campagna militare con le bombe su Diyarbakir, Cizre... 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In realtà la sua affermazione è frutto di una scelta di realpolitik volta a non spegnere il processo di democratizzazione del paese, legittimando anche eccidi, deportazioni di civili, espulsioni di intere famiglie di etnia rohingya, non riconosciuta come appartenente al Myanmar, pur vivendo da generazioni in quel territorio. L'accusa dei buddisti birmani è di essere un'eredità del colonialismo britannico che li aveva introdotti dal Bangladesh, che però a sua volta non riconosce l'etnia come facente parte di quelle riconoducibili alla nazione bangladesha. Questo ha prodotto una situazione atroce in cui si dibattono poco più di un milione di musulmani birmani perseguitati pretestuosamente con motivi religiosi ed etnici, che poi si rivelano con il nascondere più sostanziali motivi economici espressi in episodi di land grabbing, non potendo persone a cui è negato qualunque riconoscimento di esistenza e cittadinanza rivendicare la proprietà di buoni terreni agricoli.\r\n\r\nNel corso degli ultimi due anni, la violenza tra buddisti e musulmani Rohingya è scoppiata nello stato Rakhine. Ci sono stati anche scontri tra buddisti e musulmani nella Birmania centrale. I musulmani hanno sopportato il peggio della violenza, con centinaia di morti, spesso da folle armate di coltelli e bastoni; ora capita anche che siano costretti a non sbarcare dai battelli che li trasportano fuori dal Myanmar ma da cui non possono entrare in Bangladesh. Una situazione esplosiva, rinfocolata dall'appoggio ultimamente di pakistani e afgani, giunti in soccorso dei musulmani Rohingya, consentendo così ai militari birmani di lanciare l'allarme contro gli jihadisti, in particolare da quando sono stati attribuiti a un gruppo rohingya (Harakah al-Yaqin, guidato da militanti emigrati in Arabia Saudita e con esperienza nelle tecniche di moderna guerriglia) gli attacchi contro la polizia di frontiera con il Bangladesh del 9 ottobre; da allora è in atto una pulizia etnica di civili musulmani e un video in particolare ha documentato le violenze della polizia su civili costretti a vivere in baracche .\r\n\r\nLa stampa specializzata occidentale si è accorta di questo conflitto quando un'immagine di un infante morto nella stessa posizione di Adan, il bambino siriano che commosse Frau Merkel fu pubblicata, ma molti esperti di geopolitica si occupano della diaspora rohingya dal 2012. Abbiamo sentito Andrea Peri, redattore di \"China Files\", che ci ha illustrato un quadro preciso sia degli eventi birmani, sia il contorno di potenze interessate a fare affari con il Myanmar democratizzato da Aung San Su Kiy:\r\n\r\nRohingya - Myanmar","13 Gennaio 2017","2017-01-23 11:57:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2017-01-13_rohingya-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2017-01-13_rohingya-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2017-01-13_rohingya-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2017-01-13_rohingya.jpeg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rohingya: una pulizia etno-religiosa per rendere democratica la Birmania",1484319917,[304,305,306,307,308,309],"http://radioblackout.org/tag/arakan/","http://radioblackout.org/tag/aung-san-su-kiy/","http://radioblackout.org/tag/bangladesh/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/rakhine/","http://radioblackout.org/tag/rohingya/",[311,312,313,314,36,315],"Arakan","Aung San Su Kiy","Bangladesh","myanmar","Rohingya",{"post_content":317,"post_title":321},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[74,75],"allora è in atto una \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> di civili musulmani e un"," \r\n\r\n\r\n\r\nLa Leader birmana Aung San Suu Kyi ha dato la colpa di quanto sta avvenendo nella Birmania occidentale a quello che ha descritto come un \"clima di paura\" che esacerba le tensioni tra musulmani e buddisti. 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La zampata del governo\r\nCon un colpo di mano il governo ha scippato il ddl 1236 dalla discussione parlamentare e ha fatto passare un testo profondamente liberticida con il ricorso, a dir poco irrituale, alla decretazione di urgenza.\r\nL’orizzonte delle leggi fascistissime del 1926 è sempre più vicino.\r\nAbbiamo approfondito la questione con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Aprile 2025","2025-05-28 17:52:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_8593-bis-200x110.png","Anarres dell’11 aprile. 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A tre anni dall’accelerazione violenta impressa dall’invasione russa dell’Ucraina il conflitto si inasprisce sempre di più. A Gaza è ripresa la \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> nella prospettiva della deportazione dei gazawi. Se si aggiungono il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, i massacri degli alewiti in Siria, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano dal Sudan al Congo, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nI paesi europei, indeboliti da tre anni di guerra e dal conseguente aumento della spesa energetica, reagiscono al repentino mutamento nella politica estera statunitense con un processo di riarmo, che potrebbe aprire a nuove pericolose escalation belliche.\r\nLa guerra non è più così lontana come un tempo.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nLa propaganda bellica targata UE\r\nIl 2 aprile il Parlamento ha approvato una risoluzione \"sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune\"\r\nTra le tante cose al punto 164 si legge:\r\n\"è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell'UE, delle minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una difesa dell'UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito pubblico informato; invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l'importanza delle forze armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo il modello di programmi nazionali come l'iniziativa svedese di emergenza civile\"\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\n5 milioni in marcia contro Trump e il suo mondo\r\nIl ciclone Trump comincia a trovare ostacoli lungo il percorso.\r\nLe imponenti manifestazioni che hanno attraversato gli States il 5 aprile sono il segnale del raggrumarsi di un’opposizione dal basso all’ondata reazionaria scatenata dal presidente statunitense.\r\nAbbiamo provato ad analizzare questo movimento per comprenderne le potenzialità, con uno sguardo alle dinamiche dello scontro di classe\r\nCe ne ha parlato Robertino Barbieri\r\n\r\nDecreto sicurezza. La zampata del governo\r\nCon un colpo di mano il governo ha scippato il ddl 1236 dalla discussione parlamentare e ha fatto passare un testo profondamente liberticida con il ricorso, a dir poco irrituale, alla decretazione di urgenza.\r\nL’orizzonte delle leggi fascistissime del 1926 è sempre più vicino.\r\nAbbiamo approfondito la questione con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia”.\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore del testo, lo presenterà a Torino giovedì 20 (il 19 sarà a Reggio Emilia, il 21 a Milano, il 22 a Pordenone).\r\nCi siamo collegati con Enzo Papa che ci ha anticipato alcuni temi di cui discuteremo nelle presentazioni. \r\n\r\nRojava. Le ragioni per sostenere il confederalismo democratico\r\n“Negli ultimi anni, il Rojava, una regione autonoma nel nord della Siria, si è caratterizzato per un esperimento importante di autogoverno – basato sui principi del confederalismo democratico – dando una risposta innovativa alle sfide politiche, sociali ed economiche che ha affrontato e affronta la regione, soprattutto in un contesto di guerra e instabilità, come quello che caratterizza il Medio Oriente.”\r\nQuesto l’incipit del testo diffuso dalla Federazione Anarchica Milanese.\r\nIl 15 febbraio ci sono state manifestazioni a Milano e a Roma\r\n\r\nI movimenti di opposizione politica e sociale negli Stati Uniti\r\nNelle ultime settimane abbiamo in più occasioni parlato del ciclone Trump e delle conseguenze dirette delle sue prime settimane alla Casa Bianca.\r\nOggi spostiamo l’attenzione sui movimenti, la cui vivacità è cresciuta negli ultimi anni e oggi si trovano di fronte una sfida molto forte.\r\nLa deportazione dei migranti, i tagli alla spesa sociale, il via libera alle violenze fasciste e razziste, il rischio di ulteriore escalation bellica, l’attacco alla libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla norma eteropatriarcale, attacco alla libertà di insegnamento, disegnano il quadro inquietante di una potenza che teme il declino e punta tutto su identitarismi e guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nCon i disertori russi e ucraini\r\nFermiamo la guerra dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al Congo…\r\nSono passati tre anni dall’accelerazione violenta della guerra impressa dall’invasione russa dell’Ucraina ed il conflitto si inasprisce sempre di più. \r\nLe guerre insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. A Gaza, dopo 14 mesi di massacri, la tregua è sempre più fragile: gli Stati Uniti soffiano sul fuoco spingendo per la pulizia etnica e la deportazione dei gazawi. Se si aggiungono il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi gli attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\nIl 22 febbraio giornata di lotta alla guerra e a chi la arma\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46 - Torino \r\nGli anarchici nella rivoluzione russa\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata a poco a poco dalla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nIl libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere richiesto a http://www.zeroincondotta.org/\r\n\r\nSabato 22 febbraio\r\na tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nGiornata di informazione e lotta antimilitarista\r\nCon i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere\r\nore 11\r\npresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","19 Febbraio 2025","2025-02-19 01:34:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-11-manif-volin-to-color.-2-200x110.jpg","Anarres del 14 febbraio. 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Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia”.\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore del testo, lo presenterà a Torino giovedì 20 (il 19 sarà a Reggio Emilia, il 21 a Milano, il 22 a Pordenone).\r\nCi siamo collegati con Enzo Papa che ci ha anticipato alcuni temi di cui discuteremo nelle presentazioni. \r\n\r\nRojava. 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L'incriminazione di Nethanyau e del suo stretto collaboratore come “criminali di guerra” alla pari dei dirigenti di Hamas, si pone sulla stessa linea “scandalosa” che da qualche mese mette a processo la politica di apartheid dello stato israeliano. Verità fino a qualche tempo fa indicibili e che oggi trovano altri piccoli tasselli di conferma nel riconoscimento dello stato palestinese da un pugno di stati europei.\r\nAnalizzando la (temporanea?) sconfitta politica di Israele, il realista politico John Mearsheimer analizza in un suo recente intervento le quattro alternative che rimangono allo stato ebraico: stato unico democratico, due popoli/due stati, apartheid, pulizia etnica, commentando amaro che l'ultima opzione sembra essere l'unica realistica stante l'attuale configurazione storico-politica dello stato israeliano.\r\n\r\n------------------------------\r\n\r\nLa faglia che polarizza in forme sempre più molari il campo dell'Occidente collettivo ad una Russia girata ad Oriente viene analizzata da un recente contributo di Raffaele Sciortino che si concentra soprattutto sulle conseguenze politiche-economiche del conflitto scaricate sull'Europa. Con lui abbiamo ragionato della disunità europea, del destino della Germania e delle dinamiche politiche interne ai due top players del conflitto: Stati Uniti (variabile Trump?) e Russia (keynesismo di guerra?).\r\n\r\nProprio sulla Russia si concentra l'ultimo approfondimento della puntata realizzato da un nostro collaboratore, che partendo dallo storico ritardo russo nell'approdare a dinamiche pienamente capitalistiche e ripercorrendo il lungo interregno sovietico e la sconfitta economica prima ancora che politica subita nella “guerra fredda”, analizza la sostanziale tenuta dell'economia russa di fronte alle sanzioni internazionali. Chiude il contributo un commento sulle attuali scelte della dirigenza russa di mettere a capo delle operazioni belliche un economista di lunga data, e una riflessione-domanda sulla natura di questa scelta: si tratta di un'economia di guerra o di un'economia in guerra?\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-23-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nRaffaele Sciortino - L’Europa morirà americana?\r\n\r\nPier Giorgio Ardeni e Francesco Sylos Labini – L’economia è reale: così vince la Cina\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=kAfIYtpcBxo\r\n\r\n ","24 Maggio 2024","2024-05-24 10:34:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/1716534068190-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #24 - LA GUERRA LUNGA",1716546280,[436],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[22],{"post_content":439},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[74,75],"democratico, due popoli/due stati, apartheid, \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark>, commentando amaro che l'ultima opzione","Il massacro della popolazione di Gaza continua imperterrito, appena distillato dall'impasse di un governo israeliano che trova sempre più difficoltà a trovare sostenitori politici del proprio operato. L'incriminazione di Nethanyau e del suo stretto collaboratore come “criminali di guerra” alla pari dei dirigenti di Hamas, si pone sulla stessa linea “scandalosa” che da qualche mese mette a processo la politica di apartheid dello stato israeliano. Verità fino a qualche tempo fa indicibili e che oggi trovano altri piccoli tasselli di conferma nel riconoscimento dello stato palestinese da un pugno di stati europei.\r\nAnalizzando la (temporanea?) sconfitta politica di Israele, il realista politico John Mearsheimer analizza in un suo recente intervento le quattro alternative che rimangono allo stato ebraico: stato unico democratico, due popoli/due stati, apartheid, \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark>, commentando amaro che l'ultima opzione sembra essere l'unica realistica stante l'attuale configurazione storico-politica dello stato israeliano.\r\n\r\n------------------------------\r\n\r\nLa faglia che polarizza in forme sempre più molari il campo dell'Occidente collettivo ad una Russia girata ad Oriente viene analizzata da un recente contributo di Raffaele Sciortino che si concentra soprattutto sulle conseguenze politiche-economiche del conflitto scaricate sull'Europa. Con lui abbiamo ragionato della disunità europea, del destino della Germania e delle dinamiche politiche interne ai due top players del conflitto: Stati Uniti (variabile Trump?) e Russia (keynesismo di guerra?).\r\n\r\nProprio sulla Russia si concentra l'ultimo approfondimento della puntata realizzato da un nostro collaboratore, che partendo dallo storico ritardo russo nell'approdare a dinamiche pienamente capitalistiche e ripercorrendo il lungo interregno sovietico e la sconfitta economica prima ancora che politica subita nella “guerra fredda”, analizza la sostanziale tenuta dell'economia russa di fronte alle sanzioni internazionali. Chiude il contributo un commento sulle attuali scelte della dirigenza russa di mettere a capo delle operazioni belliche un economista di lunga data, e una riflessione-domanda sulla natura di questa scelta: si tratta di un'economia di guerra o di un'economia in guerra?\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-23-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nRaffaele Sciortino - L’Europa morirà americana?\r\n\r\nPier Giorgio Ardeni e Francesco Sylos Labini – L’economia è reale: così vince la Cina\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=kAfIYtpcBxo\r\n\r\n ",[444],{"field":103,"matched_tokens":445,"snippet":441,"value":442},[74,75],{"best_field_score":193,"best_field_weight":288,"fields_matched":230,"num_tokens_dropped":49,"score":400,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":49},{"document":448,"highlight":462,"highlights":467,"text_match":191,"text_match_info":470},{"comment_count":49,"id":449,"is_sticky":49,"permalink":450,"podcastfilter":451,"post_author":452,"post_content":453,"post_date":454,"post_excerpt":55,"post_id":449,"post_modified":455,"post_thumbnail":456,"post_title":457,"post_type":387,"sort_by_date":458,"tag_links":459,"tags":461},"88798","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-11-04-2024-guerra-in-ucrainadeclino-dellimpero-e-contesa-per-legemonia-globale-sudan-ad-un-anno-dalla-guerra-fra-warlords-nessun-vincitore-possibile-e-una-crisi-umanitaria-de/",[345],"radiokalakuta","Bastioni di Orione con Giorgio Monestarolo che si occupa principalmente di storia economica e socio-culturale dell’età moderna, con particolare attenzione ai rapporti tra capitalismo, economia di mercato e dinamiche sociali e ambientali nonchè autore del libro \"Ucraina ,Europa mondo \" parliamo della guerra in Ucraina e i riflessi del conflitto sulla contesa per l'egemonia globale in corso.\r\n\r\nSi parte con un collegamento tra il conflitto ucraino e la guerra in Libia e in Siria dove la fine di Gheddafi è stata un campanello di allarme per Putin e il tentativo di cambio di regime in Siria è fallito a causa dell'intervento militare russo che ha sostenuto il suo cliente storico Assad per tutelare la propria proiezione nel Mediterraneo . Il processo di Astana (accordo fra Russia ,Turchia e Iran) ha disinnescato il conflitto congelandolo ,ma la crisi di egemonia dell'impero americanao si è rivelata ulteriormente con la constatazione che gli Stati Uniti non sono in grado di sostenere una guerra su più fronti. L'egemonia americana si esercita solo sul piano militare , grazie alla presenza di basi militari dislocate in tutto il mondo e alla bulimica spesa per la difesa che viene finanziata attraendo dollari che sono considerati un bene rifugio di fronte al caos che diventa funzionale al mantenimento dell'egemonia statunitense.\r\n\r\nIl capitale investito nella guerra ucraina ritorna per un 90% negli U.S.A. attraverso il complesso militare industriale che produce gli armamenti venduti al governo di Kiev , con la guerra per procura l'egemone americano ha ottenuto di dividere l'Europa dalla Russia, azzerare l'affluso di energia a basso costo proveniente dalla Russia che sosteneva la produzione tedesca con la distruzione dei gasdotti ,colpendo un potenziale concorrente e ha rivitalizzto la Nato . Nelle aspettative dei think tank neoconservatori come \"Heritage foundation\" che ancora condizionano la politica estera statunitense ,la guerra per procura contro la Russia avrebbe dovuto portare al collasso di Mosca e di conseguenza un indebolimento della Cina ,indicata come il nemico principale dal PNAC (Project for the New American Century) .\r\n\r\nL'operazione Maidan guidata da Victoria Nuland faceva parte del progetto di espansione della Nato fino ai confini della Russia e la guerra nel Donbass è stata alimentata ad arte depotenziando fino a renderli inefficaci gli accordi di Minsk come ha avuto modo di confermare pubblicamente la ex cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive di un coinvolgimento nel conflitto della Nato sono reali considerando le difficoltà sul campo dell'esercito ucraino ,si sta preparando l'opinione pubblica a questa eventualità mutando attraverso la propaganda bellica la stessa percezione della guerra ,creando le premesse per un arruolamento anche delle coscienze .\r\n\r\nL'unica risposta alla classica domanda sul \"che fare\" rimane la guerra contro le borghesie nazionali che ci stanno portando alla catastrofe e la diserzione di massa contro la mobilitazione guerrafondaia che viene alimentata dalla propaganda bellicista.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-GUERRA-MONESTAROLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse redattore della rivista Focus on Africa parliamo del Corno d'Africa in particolare del processo di dissoluzione dell'entità statale somala dopo le prese di posizione del Puntland ,(regione semiautonoma della Somalia) , che ha ritirato il 31 marzo il suo riconoscimento delle autorità federali somale, dopo che il parlamento di Mogadiscio ha approvato una riforma costituzionale che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente e gli permette di nominare il primo ministro senza l’approvazione del parlamento . Finora la Somalia aveva votato con un sistema indiretto, in cui i rappresentanti dei clan facevano da intermediari. Secondo il governo le riforme sono necessarie per la stabilità politica, ma chi le critica pensa che l’esecutivo stia cercando di accentrare il potere. Le autorità del Puntland chiedono un referendum nazionale sulle riforme.\r\n\r\nA questo si aggiunge l'accordo tra Etiopia e Somaliland che prevede per l’Etiopia l'accesso ai porti del Somaliland, che in cambio otterrà il riconoscimento ufficiale da parte di Addis Abeba (al momento il Somaliland non è riconosciuto dalla comunità internazionale).\r\n\r\nPer quanto non legalmente vincolante, il memorandum d’intesa è considerato un passo molto importante sia per l’Etiopia, che così avrà uno sbocco commerciale e navale sul Mar Rosso – che gli è precluso dal 1993, anno dell'indipendenza dell'Eritrea – sia per il Somaliland, che uscirebbe ufficialmente per la prima volta dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di stallo con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di pulizia etnica sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2024","2024-04-14 12:10:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 11/04/2024- GUERRA IN UCRAINA,DECLINO DELL'IMPERO E CONTESA PER L'EGEMONIA GLOBALE -SUDAN AD UN ANNO DALLA GUERRA FRA WARLORDS NESSUN VINCITORE POSSIBILE E UNA CRISI UMANITARIA DEVASTANTE .",1713096601,[460],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[356],{"post_content":463},{"matched_tokens":464,"snippet":465,"value":466},[74,75],"di massa ed episodi di \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei","Bastioni di Orione con Giorgio Monestarolo che si occupa principalmente di storia economica e socio-culturale dell’età moderna, con particolare attenzione ai rapporti tra capitalismo, economia di mercato e dinamiche sociali e ambientali nonchè autore del libro \"Ucraina ,Europa mondo \" parliamo della guerra in Ucraina e i riflessi del conflitto sulla contesa per l'egemonia globale in corso.\r\n\r\nSi parte con un collegamento tra il conflitto ucraino e la guerra in Libia e in Siria dove la fine di Gheddafi è stata un campanello di allarme per Putin e il tentativo di cambio di regime in Siria è fallito a causa dell'intervento militare russo che ha sostenuto il suo cliente storico Assad per tutelare la propria proiezione nel Mediterraneo . 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L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di stallo con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]",[468],{"field":103,"matched_tokens":469,"snippet":465,"value":466},[74,75],{"best_field_score":193,"best_field_weight":288,"fields_matched":230,"num_tokens_dropped":49,"score":400,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":49},{"document":472,"highlight":485,"highlights":490,"text_match":191,"text_match_info":493},{"comment_count":49,"id":473,"is_sticky":49,"permalink":474,"podcastfilter":475,"post_author":476,"post_content":477,"post_date":478,"post_excerpt":55,"post_id":473,"post_modified":479,"post_thumbnail":480,"post_title":481,"post_type":387,"sort_by_date":482,"tag_links":483,"tags":484},"84312","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-sulla-palestina-%d8%aa%d8%ad%d9%8a%d8%a7-%d9%81%d9%84%d8%b3%d8%b7%d9%8a%d9%86-%d9%88%d8%aa%d8%ad%d9%8a%d8%a7-%d8%a7%d9%84%d9%85%d9%82%d8%a7%d9%88%d9%85%d8%a9/",[347],"ujamaa","L'operazione che prende il nome di alluvione Al Aqsa, ha portato alla distruzione del filo spinato che imprigiona il territorio di Gaza in Palestina. 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Semplici ma non di pubblico dominio: armi e risorse energetiche.\r\nProviamo a capirne di più, prendendo le mosse da un articolo di Antonio Mazzeo\r\n\r\nI fatti di Caivano, tra sceriffi e addomesticatori: il gran ballo securitario di destra e sinistra\r\n“I recenti fatti di Caivano hanno riportato alla ribalta una tradizionale differenza fra destra e sinistra.\r\nLa destra propone di bonificare i territori degradati grazie all’invio di robusti contingenti di soldati e poliziotti, la sinistra vorrebbe invece un esercito di insegnanti ed assistenti sociali.\r\nÈ interessante il fatto che, nella visione della sinistra, in particolare gli insegnanti avrebbero il ruolo di pacificatori ed addomesticatori della canaglia, ruolo abbastanza scontato nell’immaginario collettivo per quel che riguarda gli assistenti sociali.\r\nApparterrebbero, insomma, a quelle che Alain Bihr definisce \"classi dell'inquadramento\".\r\nLa destra, lo si deve riconoscere, tende a proporre da secoli e con qualche variante secondaria la stessa ricetta. D’altro canto la linearità non è necessariamente un pregio.\r\nQuesta deriva della sinistra, invece, pone in evidenza la comune rovina o quantomeno il ridursi della rilevanza dei riformisti e dei rivoluzionari nel movimento operaio.\r\nI rivoluzionari, infatti, avrebbero sostenuto se non tutte le pratiche quantomeno le buone ragioni della santa canaglia e avrebbero visto nel suo manifestarsi un segno della crisi dell’ordine dominante, i riformisti avrebbero colto l’occasione per proporre un robusto programma, appunto, di riforme sociali tali da rendere più civile la lotta fra le classi senza però negarne il ruolo centrale.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, autore di questa veloce nota\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo. Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\nNe parleremo il prossimo mercoledì alla FAT.\r\nEnrico Gargiulo ha anticipato alcuni dei temi di cui discuteremo mercoledì\r\n\r\nIntelligenza artificiale\r\nPer le strade e sui luoghi di lavoro si moltiplicano i dispositivi di controllo basati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.\r\nÉ importante capire come funzionano e in che modo difendersene, altrettanto importante è comprendere che si tratta solo di nuovi strumenti al servizio di chi sfrutta e di chi comanda, non un moloch impossibile da sconfiggere.\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo Coniglione\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo, autore di (Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom. \r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, prova a raccontarci come meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Ottobre 2023","2023-10-05 01:18:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-09-21-manif-gargiulo-col-200x110.jpg","Anarres del 29 settembre. Armi ed energia: la liason tra Italia e Azerbaijan. 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Oltre metà degli abitanti dell’enclave sono fuggiti nella vicina Armenia. Probabile una totale \u003Cmark>pulizia\u003C/mark> \u003Cmark>etnica\u003C/mark> del territorio.\r\nSi è invece parlato molto meno del silenzio del governo italiano di fronte all’azione militare azera. Le ragioni? Semplici ma non di pubblico dominio: armi e risorse energetiche.\r\nProviamo a capirne di più, prendendo le mosse da un articolo di Antonio Mazzeo\r\n\r\nI fatti di Caivano, tra sceriffi e addomesticatori: il gran ballo securitario di destra e sinistra\r\n“I recenti fatti di Caivano hanno riportato alla ribalta una tradizionale differenza fra destra e sinistra.\r\nLa destra propone di bonificare i territori degradati grazie all’invio di robusti contingenti di soldati e poliziotti, la sinistra vorrebbe invece un esercito di insegnanti ed assistenti sociali.\r\nÈ interessante il fatto che, nella visione della sinistra, in particolare gli insegnanti avrebbero il ruolo di pacificatori ed addomesticatori della canaglia, ruolo abbastanza scontato nell’immaginario collettivo per quel che riguarda gli assistenti sociali.\r\nApparterrebbero, insomma, a quelle che Alain Bihr definisce \"classi dell'inquadramento\".\r\nLa destra, lo si deve riconoscere, tende a proporre da secoli e con qualche variante secondaria la stessa ricetta. D’altro canto la linearità non è necessariamente un pregio.\r\nQuesta deriva della sinistra, invece, pone in evidenza la comune rovina o quantomeno il ridursi della rilevanza dei riformisti e dei rivoluzionari nel movimento operaio.\r\nI rivoluzionari, infatti, avrebbero sostenuto se non tutte le pratiche quantomeno le buone ragioni della santa canaglia e avrebbero visto nel suo manifestarsi un segno della crisi dell’ordine dominante, i riformisti avrebbero colto l’occasione per proporre un robusto programma, appunto, di riforme sociali tali da rendere più civile la lotta fra le classi senza però negarne il ruolo centrale.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, autore di questa veloce nota\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo. Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\nNe parleremo il prossimo mercoledì alla FAT.\r\nEnrico Gargiulo ha anticipato alcuni dei temi di cui discuteremo mercoledì\r\n\r\nIntelligenza artificiale\r\nPer le strade e sui luoghi di lavoro si moltiplicano i dispositivi di controllo basati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.\r\nÉ importante capire come funzionano e in che modo difendersene, altrettanto importante è comprendere che si tratta solo di nuovi strumenti al servizio di chi sfrutta e di chi comanda, non un moloch impossibile da sconfiggere.\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo Coniglione\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo, autore di (Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. 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