","Palestina, violenza coloniale e solidarietà internazionale: presidio a Torino","post",1651140990,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/gerusalemme/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/ramadan/",[20,15,29],{"post_content":67,"tags":72},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"Ramadan","Dall'inizio del \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark>, una nuova escalation di violenza","Dall'inizio del \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark>, una nuova escalation di violenza coloniale nei territori palestinesi, culminata con gli attacchi - di esercito israeliano e coloni - nella spianata delle moschee e i bombardamenti sulla striscia di Gaza.\r\n\r\nIn risposta a quanto sta accadendo, per denunciare pubblicamente le violenze ed esprimere solidarietà alla popolazione palestinese, un presidio a Torino, giovedì 28 aprile in piazza Castello, dalle 17:30 (QUI tutti i dettagli).\r\n\r\nDelle ultime dai territori occupati e del presidio abbiamo parlato con una compagna di Progetto Palestina.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/palestina.mp3\"][/audio]",[73,75,77],{"matched_tokens":74,"snippet":20},[],{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[29],"\u003Cmark>ramadan\u003C/mark>",[81,86],{"field":36,"indices":82,"matched_tokens":83,"snippets":85},[17],[84],[29],[79],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],578730123365712000,{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":93,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":95,"highlight":110,"highlights":115,"text_match":118,"text_match_info":119},{"cat_link":96,"category":97,"comment_count":48,"id":98,"is_sticky":48,"permalink":99,"post_author":51,"post_content":100,"post_date":101,"post_excerpt":54,"post_id":98,"post_modified":102,"post_thumbnail":103,"post_thumbnail_html":104,"post_title":105,"post_type":59,"sort_by_date":106,"tag_links":107,"tags":109},[45],[47],"88281","http://radioblackout.org/2024/03/aggiornamenti-dalla-palestina-sotto-assedio/","«Il Consiglio di Sicurezza,\r\n\r\nGuidato dai fini e principi dello Statuto delle Nazioni Unite,\r\n\r\nRichiamando tutte le sue risoluzioni pertinenti sulla situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese,\r\n\r\n[...]\r\n\r\n1. Chiede un immediato cessate il fuoco per il mese di Ramadan rispettato da tutte le parti che porti a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile, e chiede anche il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, così come garantire l'accesso umanitario per affrontare le loro esigenze mediche e umanitarie, e inoltre chiede che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale riguardo a tutte le persone che detengono;\r\n\r\n2. Sottolinea l'urgente necessità di ampliare il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili in tutta la Striscia di Gaza e ribadisce la richiesta di sollevare tutti gli ostacoli alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, nel rispetto del diritto internazionale umanitario così come delle risoluzioni 2712 (2023) e 2720 (2023);\r\n\r\n3. Decide di continuare ad occuparsi attivamente della questione.»\r\n\r\n(Risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite)\r\n\r\n \r\n\r\nCon la risoluzione 2728 del 25 marzo 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza durante il mese di Ramadan, nei fatti per le prossime due settimane, in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi.\r\n\r\nLa risposta di Israele è arrivata immediatamente attraverso le parole del ministro degli esteri israeliano Israel Katz: «Israele non cesserà il fuoco, distruggerà Hamas e continuerà a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non tornerà a casa». Purtroppo la scelta di ignorare le decisioni dell'ONU è stata sottolineata dall'IDF attraverso intensi bombardamenti che hanno colpito sia la Palestina che il Libano negli scorsi giorni, andando a incrementare il numero dei morti di questo assedio che va avanti da più di 170 giorni.\r\n\r\nOltre alle uccisioni causate dai raid aerei israeliani, nelle ultime settimane vi sono stati alcuni episodi significati in cui israele ha cercato di ostacolare l'arrivo di aiuti umanitari alla popolazione affatama, causando altri morti. Come ha detto Shaina Low, portavoce del Norwegian refugee council: “C’è una certa ironia nel fatto che gli Stati Uniti devono fare consegne dal cielo quando le persone che impediscono l’arrivo degli aiuti sono i suoi più stretti alleati”, mentre un'altra dichiarazione sottilinea l'assudità della situazione: “Non ha senso che l’aiuto umanitario sia coordinato con chi ha pubblicamente annunciato di voler far morire di fame i palestinesi di Gaza. E in fin dei conti i palestinesi non vogliono vivere di aiuti. Vogliono, necessitano e meritano la libertà”. Intanto 12 persone sono morte tra le onde lungo le coste della Striscia: tentavano di recupare dei pacchi di aiuti che erano stati paracadutati in mare.\r\n\r\nDi seguito l'aggiornamento con Michele Giorgio, corrispondente per Il Manifesto:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Giorgio.27.03.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","27 Marzo 2024","2024-03-27 13:00:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-1536x1021.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/ash-hayes-qQ_3Se2Vy20-unsplash-2048x1362.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aggiornamenti dalla Palestina sotto assedio",1711544407,[108,63],"http://radioblackout.org/tag/israele/",[18,15],{"post_content":111},{"matched_tokens":112,"snippet":113,"value":114},[69],"fuoco per il mese di \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark> rispettato da tutte le parti","«Il Consiglio di Sicurezza,\r\n\r\nGuidato dai fini e principi dello Statuto delle Nazioni Unite,\r\n\r\nRichiamando tutte le sue risoluzioni pertinenti sulla situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese,\r\n\r\n[...]\r\n\r\n1. 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Come accade solitamente, le motivazioni sono diverse, a partire dall'occupazione militare della Cisgiordania e della striscia di Gaza, e si intersecano tra di loro. In particolare, la tensione è riesplosa con l'inizio del Ramadan e delle limitazioni imposte da Israele nell'accesso alla spianata delle moschee. Per cercare di fare chiarezza, mettere in fila gli eventi e capire quanto sta succedendo, abbiamo parlato con Michele Giorgio, giornalista de Il Manifesto.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/palestina.mp3\"][/audio]","28 Aprile 2021","2021-04-28 12:49:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/5cc1ab282300003200940708-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/5cc1ab282300003200940708-300x150.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/5cc1ab282300003200940708-300x150.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/5cc1ab282300003200940708.jpeg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Palestina, è riesplosa la tensione in Cisgiordania e nella striscia di Gaza",1619614170,[],[],{"post_content":139},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":142},[69],"è riesplosa con l'inizio del \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark> e delle limitazioni imposte da","Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un riacuirsi del conflitto in Palestina. 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Anche se l'opzione militare per Netanyahu rimane sempre sul tavolo e al termine del mandato di Trump ci si era andati molto vicino; e ancora adesso Israele spera nell'incidente bellico, proseguendo con le provocazioni, nonostante anche gli interessi delle altre potenze spingano per mettere fine alle tensioni nel Golfo; Michele in questo intervento aveva accennato a postazioni iraniane in Siria e da lì nella notte successiva a questa registrazione sono partiti razzi diretti al nucleare israeliano di Dimona, caduti a una trentina di chilometri dal reattore israeliano; un messaggio dall'Iran.\r\nNonostante Biden e i suoi uomini siano indubbiamente filoisraeliani hanno dovuto far capire al governo di Tel Aviv di darsi una calmata per evitare che la strategia possa subire battute d'arresto. Come già rilevava Marina Forti Tehran è riuscita a riconvertire la propria economia aggirando in larga parte le sanzioni e ha stretto accordi con la Cina, avvicinandosi alla sua sfera di influenza e Michele Giorgio ci conferma l'esistenza di accordi sino-iraniani a lunga scadenza, sancendo l'inefficacia della politica sanzionatoria statunitense. Infatti è previsto per i primi mesi del 2022 un accordo definitivo sul nucleare iraniano, ma già a maggio dovrebbe venire siglato un primo accordo secondo le previsioni di Washington.\r\nAltro argomento affrontato è l'enorme business delle armi tra paesi del Mediterraneo orientale, che coinvolgono Grecia, Cipro, Emirati (e Sauditi, a gettare nuova luce sui criteri che informano realmente gli Abraham Accords), una sorta di rimodulazione di alleanze, scambi, traffici, occupazione di tratti di mare e contratti petroliferi... dove Israele si propone come garante, forte della sua potenza militare, per la sicurezza di chi vorrà essere suo alleato. Una fazione che si contrappone agli interessi dell'inedito ticket Egitto-Turchia: non è una sorpresa l'offerta greca di batterie di missili in questo coinvolgimento strategico di monarchie sunnite del Golfo con paesi del Mediterraneo orientale.\r\nPassando alle questioni interne, oltre agli episodi di aggressioni da parte di giovani israeliani ai danni di lavoratori palestinesi che lavorano nella parte ebraica di Gerusalemme, è in corso anche una quotidiana rivendicazione con arresti e scontri dall'inizio del ramadan per ottenere l'accesso alla spianata di al-Aqsa: importante è che questa situazione dimostra come la città rimanga una città divisa, nonostante i riconoscimenti americani della giurisdizione israeliana. Gerusalemme è divisa, un conflitto che non è concluso e archiviato dalla Storia, ma che al contrario va di nuovo affrontato e aggiornato... e su questa divisione va a incidere anche la negazione da parte delle autorità israeliane di consentire la partecipazione alle elezioni palestinesi (e contrastate) dei palestinesi di Gerusalemme Est. Un'elezione contrastata pure dall'Autorità stessa che le ha indette dopo 15 anni, perché Marwan Barghouti, il più popolare degli ergastolani palestinesi, sarebbe il quasi sicuro vincitore delle presidenziali e le legislative, con sondaggi contrastanti tra Hamas e Fatah.\r\nEcco come si è dipanato il discorso di Michele Giorgio nelal mattinata di giovedì 22 aprile dalle frequenze di Radio Blackout:\r\n\r\n\"Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo\".","23 Aprile 2021","2021-04-23 11:58:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-1024x683.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-1536x1024.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-2048x1365.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo",1619179136,[161,162,62,163,164,108,165,166],"http://radioblackout.org/tag/abraham-accords/","http://radioblackout.org/tag/cipro/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/jcpoa/","http://radioblackout.org/tag/tehran/",[168,169,20,170,171,18,25,27],"Abraham Accords","cipro","grecia","Iran",{"post_content":173},{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":176},[29],"arresti e scontri dall'inizio del \u003Cmark>ramadan\u003C/mark> per ottenere l'accesso alla spianata","Abbiamo chiesto a Michele Giorgio di farci un quadro della condizione politica e geopolitica dell'area mediorientale regolata dagli interessi israeliani e per la vita dei palestinesi, che si vedono aggrediti e feriti da raid squadristi di giovani fascisti ebrei, di cui nessuno parla a livello di media mainstream, pur esistendo filmati diffusi in twitter.\r\nA cominciare dall'Iran e dagli irrevocabili segnali di distensione dell'amministrazione Biden che annovera tra i suoi uomini di spicco quegli stessi che avevano curato per Obama la trattativa con gli ayatollah; Israele non può certo stare a guardare la trattativa e infatti interviene in ogni modo possibile, non solo attraverso il Mossad, pur avendo ormai chiaro che l'era trumpiana è conclusa e il ritorno al tavolo del Jcpoa è scontato, quindi l'obiettivo è almeno tirare sul prezzo. 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Un'elezione contrastata pure dall'Autorità stessa che le ha indette dopo 15 anni, perché Marwan Barghouti, il più popolare degli ergastolani palestinesi, sarebbe il quasi sicuro vincitore delle presidenziali e le legislative, con sondaggi contrastanti tra Hamas e Fatah.\r\nEcco come si è dipanato il discorso di Michele Giorgio nelal mattinata di giovedì 22 aprile dalle frequenze di Radio Blackout:\r\n\r\n\"Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo\".",[178],{"field":87,"matched_tokens":179,"snippet":175,"value":176},[29],{"best_field_score":120,"best_field_weight":121,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":122,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":182,"highlight":196,"highlights":201,"text_match":118,"text_match_info":204},{"cat_link":183,"category":184,"comment_count":48,"id":185,"is_sticky":48,"permalink":186,"post_author":51,"post_content":187,"post_date":188,"post_excerpt":54,"post_id":185,"post_modified":189,"post_thumbnail":190,"post_thumbnail_html":191,"post_title":192,"post_type":59,"sort_by_date":193,"tag_links":194,"tags":195},[45],[47],"42239","http://radioblackout.org/2017/05/sciopero-prigionieri-palestinesi-bilancio-e-prospettive/","Sabato 27 maggio, primo giorno di Ramadan, i prigionieri palestinesi guidati dal leader storico di Fatah Marwan Barghouti hanno sospeso lo sciopero della fame arrivato al 40mo giorno, dopo avere strappato alcune concessioni al sistema carcerario israeliano.\r\n\r\nSi è trattato dello sciopero più ampio e unitario dal tempo di quello che nel 2012 ottenne una sospensione temporanea della detenzione amministrativa, e che ha visto un'ampia solidarietà sia in Palestina, con scioperi e giornate di lotta, che nella Diaspora e a livello internazionale, con iniziative in varie città tra cui Torino.\r\n\r\nOra avanti col boicottaggio di Israele, su tutti i fronti!\r\n\r\nAscolta la diretta con Luca di Progetto Palestina:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","29 Maggio 2017","2017-05-31 12:04:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Addameer-vignetta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"257\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Addameer-vignetta-300x257.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Addameer-vignetta-300x257.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Addameer-vignetta-768x658.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Addameer-vignetta-1024x878.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sciopero prigionieri palestinesi: bilancio e prospettive",1496057928,[],[],{"post_content":197},{"matched_tokens":198,"snippet":199,"value":200},[69],"27 maggio, primo giorno di \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark>, i prigionieri palestinesi guidati dal","Sabato 27 maggio, primo giorno di \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark>, i prigionieri palestinesi guidati dal leader storico di Fatah Marwan Barghouti hanno sospeso lo sciopero della fame arrivato al 40mo giorno, dopo avere strappato alcune concessioni al sistema carcerario israeliano.\r\n\r\nSi è trattato dello sciopero più ampio e unitario dal tempo di quello che nel 2012 ottenne una sospensione temporanea della detenzione amministrativa, e che ha visto un'ampia solidarietà sia in Palestina, con scioperi e giornate di lotta, che nella Diaspora e a livello internazionale, con iniziative in varie città tra cui Torino.\r\n\r\nOra avanti col boicottaggio di Israele, su tutti i fronti!\r\n\r\nAscolta la diretta con Luca di Progetto Palestina:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ",[202],{"field":87,"matched_tokens":203,"snippet":199,"value":200},[69],{"best_field_score":120,"best_field_weight":121,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":122,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":206,"highlight":236,"highlights":241,"text_match":118,"text_match_info":244},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":48,"id":209,"is_sticky":48,"permalink":210,"post_author":51,"post_content":211,"post_date":212,"post_excerpt":54,"post_id":209,"post_modified":213,"post_thumbnail":214,"post_thumbnail_html":215,"post_title":216,"post_type":59,"sort_by_date":217,"tag_links":218,"tags":228},[45],[47],"30700","http://radioblackout.org/2015/06/pride-di-istanbul-cariche-gas-e-cannoni-ad-acqua/","La polizia turca ha caricato violentemente il corteo del Gay Pride.\r\n\r\nGas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma contro i manifestanti del Gay Pride ad Istanbul. La marcia, in programma per le 17 di sabato 28 febbraio, non ha fatto in tempo ad iniziare. La polizia in assetto antisommossa ha immediatamente bloccato le entrate di Istiklal, via icona della Istanbul turistica, aggredendo i manifestati dalle vie laterali. Le persone si sono rifugiate dentro negozi e bar, cercando di sfuggire alla repressione della polizia. Diverse ambulanze hanno portato via alcuni feriti. Quella di sabato doveva essere la tredicesima edizione della marcia dell'orgoglio Lgbtq in Turchia.\r\nI manifestanti si erano dati appuntamento in piazza Taksim, storico luogo delle manifestazioni vietate e duramente represse in occasione del Primo Maggio e teatro dell'opposizione popolare al governo Erdogan ai tempi di Gezi Park. L'attacco poliziesco è stato giustificato con pretesti risibili, come la presenza nel corteo di “terroristi”, dai quali occorreva difendere i manifestanti a suon di gas e manganellate.\r\n\r\nLa Turchia non è un paese ufficialmente omofobo: non ci sono leggi che perseguitino le persone che eccedono la norma etrosessuale. Tuttavia la Turchia è al primo posto in Europa per attacchi anche mortali contro persone glibtq. Da quando al governo c'é il partito di Erdogan situazione è ulteriormente peggiorata.\r\n\r\nLa prima edizione del Pride è stata nel 2003: quell’anno la partecipazione fu molto bassa, ma pian piano il numero dei partecipanti è aumentato: nel 2011 10.000 persone hanno aderito all’iniziativa. 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Quello di Sant’Anna di Capo Rizzuto ha chiuso i battenti. Il 10 agosto muore Moustapha Anaki, un immigrato marocchino approdato al CIE da un mese. Con grande ritardo l’ente gestore, la Misericordia, e la polizia sostengono la tesi del malore.\r\nIl vicepresidente nazionale della Misericordia Leonardo Sacco parla di “una morte naturale, Anaki soffriva di cardiopatia.” Secondo Sacco la protesta sarebbe stata “legata ai tempi di permanenza”.\r\nLa morte dell’immigrato è il detonatore di una rivolta devastante: il 12 agosto del CIE non restano che macerie. Alla prefettura non resta che prenderne atto e chiudere, per la seconda volta in tre anni, la struttura calabrese. Nel limitrofo CARA ci sono ben 1700 persone, il doppio della capienza massima, perché la prefettura vi ha stipato uomini e donne sbarcati a Lampedusa.\r\nIl 20 agosto sono scesi in strada, bloccando per due ore la statale 106, contro il sovraffollamento e l’infinita burocrazia che imbriglia le loro vite.\r\nLe condizioni di vita nel CIE erano durissime: materassi, coperte e gabinetti luridi. Le condizioni erano tanto indecenti che a nel dicembre del 2012 il tribunale di Crotone assolse tre immigrati dall’accusa di aver danneggiato il CIE, perché il loro comportamento venne definito una legittima difesa.\r\nÈ la seconda volta che il fuoco delle rivolte chiude il CIE di Sant’Anna. Aperto per la prima volta nel 2009, nel 2010 era in condizioni tali da dover essere chiuso. Riaperto nel 2012, un anno dopo i prigionieri l’anno nuovamente dato alle fiamme.\r\nDopo Bologna e Modena è il terzo CIE chiuso per le rivolte.\r\n\r\nA Torino, dopo la rivolta di fine luglio, agosto è stato segnato da episodi di resistenza individuale alle espulsioni, pestaggi, tentativi falliti di fuga, atti di autolesionismo. Nella notte tra il 26 e il 27 luglio due reclusi provano a scappare: uno ci riesce, l’altro viene pestato duramente.\r\n\r\nSempre incandescente la situazione a Gradisca di Isonzo.\r\nAscolta la cronaca di Federico, un compagno di Trieste, da anni impegnato nella lotta per la chiusura del CIE\r\n\r\n2013 08 30 federico gradisca\r\n\r\nTutto inizia nella notte dell’8 agosto. Dopo la preghiera per il Ramadan un gruppo di reclusi chiede di restare nel cortile per caldo torrido: la polizia risponde con lacrimogeni e manganellate. I reclusi devono spaccare una lastra di plexigas per non restare asfissiati. È l’innesco di un mese di lotte. Tra il 10 e il 12 agosto i reclusi salgono per due volte sui tetti per reclamare il rispetto della loro dignità.\r\n\r\nDue prigionieri cadono dal tetto: uno dei due si ferisce gravemente ed è ancora oggi in prognosi riservata all’ospedale.\r\nNelle prime fasi della rivolta gli attivisti della Tenda della Pace e i Diritti di Monfalcone si ritrovano davanti al CIE, chiedendo l’intervento di parlamentari ed altre figure istituzionali per fare pressioni sulla prefettura.\r\nI vari gruppi antirazzisti della zona si danno appuntamento per sabato 17 agosto di fronte al CIE.\r\nAd accogliere i manifestanti ci sono decine di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa. Sin qui nulla di nuovo o inaspettato. La novità sono i reclusi che si trovano sul tetto dopo aver nuovamente spaccato le lastre per salire.\r\nPer la prima volta da quanto è stato aperto il CIE vi è un contatto diretto fra antirazzisti e prigionieri durante una manifestazione. 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Un altro uomo, di 46 anni di origine algerina è in sciopero della fame dalla notte del Bairam, quando i festeggiamenti per la fine del Ramadan sono stati impediti e la protesta è stata soffocata nei lacrimogeni al CS.\r\nL’uomo ha perso 17 chili in 10 giorni e ci ha detto di aver tentato il suicidio 3 volte nei 6 mesi in cui è rinchiuso al CIE.\r\nDue giorni fa ha ingoiato una ingente quantità di psicofarmaci e ha poi rifiutato ogni tipo di intervento medico.\r\nSoffre di problemi alla tiroide e ha interrotto anche le cure mediche per questi.\r\nChiede di parlare con qualcuno (al telefono la nomina come “commissione”) che si occupi di verificare le ingiuste e disumane condizioni di detenzione all’interno del CIE.\r\n\r\nIl 29 agosto un immigrato algerino ha rotto il naso con un pugno ad un operatore del consorzio Connecting People, che gestisce la struttura isontina. 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Quello di Sant’Anna di Capo Rizzuto ha chiuso i battenti. Il 10 agosto muore Moustapha Anaki, un immigrato marocchino approdato al CIE da un mese. Con grande ritardo l’ente gestore, la Misericordia, e la polizia sostengono la tesi del malore.\r\nIl vicepresidente nazionale della Misericordia Leonardo Sacco parla di “una morte naturale, Anaki soffriva di cardiopatia.” Secondo Sacco la protesta sarebbe stata “legata ai tempi di permanenza”.\r\nLa morte dell’immigrato è il detonatore di una rivolta devastante: il 12 agosto del CIE non restano che macerie. Alla prefettura non resta che prenderne atto e chiudere, per la seconda volta in tre anni, la struttura calabrese. Nel limitrofo CARA ci sono ben 1700 persone, il doppio della capienza massima, perché la prefettura vi ha stipato uomini e donne sbarcati a Lampedusa.\r\nIl 20 agosto sono scesi in strada, bloccando per due ore la statale 106, contro il sovraffollamento e l’infinita burocrazia che imbriglia le loro vite.\r\nLe condizioni di vita nel CIE erano durissime: materassi, coperte e gabinetti luridi. Le condizioni erano tanto indecenti che a nel dicembre del 2012 il tribunale di Crotone assolse tre immigrati dall’accusa di aver danneggiato il CIE, perché il loro comportamento venne definito una legittima difesa.\r\nÈ la seconda volta che il fuoco delle rivolte chiude il CIE di Sant’Anna. Aperto per la prima volta nel 2009, nel 2010 era in condizioni tali da dover essere chiuso. Riaperto nel 2012, un anno dopo i prigionieri l’anno nuovamente dato alle fiamme.\r\nDopo Bologna e Modena è il terzo CIE chiuso per le rivolte.\r\n\r\nA Torino, dopo la rivolta di fine luglio, agosto è stato segnato da episodi di resistenza individuale alle espulsioni, pestaggi, tentativi falliti di fuga, atti di autolesionismo. Nella notte tra il 26 e il 27 luglio due reclusi provano a scappare: uno ci riesce, l’altro viene pestato duramente.\r\n\r\nSempre incandescente la situazione a Gradisca di Isonzo.\r\nAscolta la cronaca di Federico, un compagno di Trieste, da anni impegnato nella lotta per la chiusura del CIE\r\n\r\n2013 08 30 federico gradisca\r\n\r\nTutto inizia nella notte dell’8 agosto. Dopo la preghiera per il \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark> un gruppo di reclusi chiede di restare nel cortile per caldo torrido: la polizia risponde con lacrimogeni e manganellate. I reclusi devono spaccare una lastra di plexigas per non restare asfissiati. È l’innesco di un mese di lotte. Tra il 10 e il 12 agosto i reclusi salgono per due volte sui tetti per reclamare il rispetto della loro dignità.\r\n\r\nDue prigionieri cadono dal tetto: uno dei due si ferisce gravemente ed è ancora oggi in prognosi riservata all’ospedale.\r\nNelle prime fasi della rivolta gli attivisti della Tenda della Pace e i Diritti di Monfalcone si ritrovano davanti al CIE, chiedendo l’intervento di parlamentari ed altre figure istituzionali per fare pressioni sulla prefettura.\r\nI vari gruppi antirazzisti della zona si danno appuntamento per sabato 17 agosto di fronte al CIE.\r\nAd accogliere i manifestanti ci sono decine di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa. Sin qui nulla di nuovo o inaspettato. La novità sono i reclusi che si trovano sul tetto dopo aver nuovamente spaccato le lastre per salire.\r\nPer la prima volta da quanto è stato aperto il CIE vi è un contatto diretto fra antirazzisti e prigionieri durante una manifestazione. I circa 200 presenti (pacifisti, centri sociali del nordest e anarchici) per tre ore urlano, battono sul guard rail, parlano coi migranti sul tetto. Numerosi anche gli esponenti istituzionali a vario livello che non mancano mai quando ci sono le telecamere.\r\nGli antirazzisti bloccano la statale e fanno delle scritte a pennello sulla strada e sul muro del CIE con la parola “libertà” scritta in più lingue. La polizia guarda ma non interviene: dopo il can can mediatico dei giorni precedenti hanno l’ordine di tenere la tensione bassa. I racconti dei reclusi sono gli stessi di ogni CIE: psicofarmaci, restrizioni assurde e violenze quotidiane. Il presidio si scioglie verso le 8 ma gruppi di compagni fanno a turno per restare coi reclusi che resistono sul tetto.\r\nNei giorni successivi il Prefetto è obbligato ad accogliere una delle richieste degli immigrati, che ottengono la restituzione dei cellulari, riaprendo così un canale di comunicazione diretta con i propri affetti e con gli antirazzisti.\r\n\r\nIl 20 agosto, dopo 65 ore di permanenza sui tetti la polizia chiude il varco da cui salivano i migranti in lotta approfittando che in quel momento solo uno era rimasto sul tetto. Quel buco era diventato un simbolo di libertà al punto che uno dei reclusi per la disperazione ingoia una lametta e altri oggetti. Portato al pronto soccorso di Gorizia, di fronte alle ennesime prepotenze degli aguzzini di scorta, ha rifiuta le cure e torna al CIE. Nel frattempo una ventina di immigrati tenta la fuga durante il cambio turno e sei riescono a darsi alla macchia. \r\n\r\nIl 21 agosto i migranti continuano ad essere chiusi nelle loro stanze. L’uomo che aveva ingoiato la lametta entra in sciopero della fame. Lo hanno messo in infermeria dove gli sarebbe stato somministrato dell’olio per agevolare l’espulsione della lama. Un altro uomo, di 46 anni di origine algerina è in sciopero della fame dalla notte del Bairam, quando i festeggiamenti per la fine del \u003Cmark>Ramadan\u003C/mark> sono stati impediti e la protesta è stata soffocata nei lacrimogeni al CS.\r\nL’uomo ha perso 17 chili in 10 giorni e ci ha detto di aver tentato il suicidio 3 volte nei 6 mesi in cui è rinchiuso al CIE.\r\nDue giorni fa ha ingoiato una ingente quantità di psicofarmaci e ha poi rifiutato ogni tipo di intervento medico.\r\nSoffre di problemi alla tiroide e ha interrotto anche le cure mediche per questi.\r\nChiede di parlare con qualcuno (al telefono la nomina come “commissione”) che si occupi di verificare le ingiuste e disumane condizioni di detenzione all’interno del CIE.\r\n\r\nIl 29 agosto un immigrato algerino ha rotto il naso con un pugno ad un operatore del consorzio Connecting People, che gestisce la struttura isontina. Al momento dell’arresto ha dichiarato «Meglio andare in carcere che stare in questo inferno».\r\nIn serata è ripartita la rivolta. Una ventina di reclusi sono saliti sul tetto gridando “libertà”. Uno è scivolato ed è stato portato via con l’ambulanza. Sembra tuttavia che sia ferito in modo lieve.",[327],{"field":87,"matched_tokens":328,"snippet":324,"value":325},[69],{"best_field_score":120,"best_field_weight":121,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":122,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":287,"first_q":29,"per_page":247,"q":29},["Reactive",333],{},["Set"],["ShallowReactive",336],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fXta6qq9YhFyZBI6wiO8VU76VO_XyGKg9TkBv7dAkl8s":-1},true,"/search?query=ramadan"]