","Licenza di uccidere: via libera della Camera alla legge ammazzaladri","post",1493985708,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/ammazzaladri/","http://radioblackout.org/tag/legittima-difesa/","http://radioblackout.org/tag/losco/","http://radioblackout.org/tag/rastrellamento-razzista/",[21,65,15,33],"legittima difesa",{"post_content":67,"tags":73},{"matched_tokens":68,"snippet":71,"value":72},[69,70],"rastrellamento","razzista","abbiamo anche commentato l'esito del \u003Cmark>rastrellamento\u003C/mark> \u003Cmark>razzista\u003C/mark> di migranti accampati alla Stazione","La modifica dell’art. 52 del codice penale sulla legittima difesa è passata ieri alla Camera con appena 225 voti. E' stata approvata in solitaria dal Pd e dai centristi, ormai più destri dei destri, e passa ora al Senato dove, se l’Mdp di Bersani non ci ripenserà o se non sopraggiungerà un accordo con gli azzurri di Berlusconi, avrà vita più dura. Quali misure prevede il testo appena passato alla Camera? Si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all’introduzione con violenza, minaccia o inganno. Con questo nuovo concetto ampliato di legittima difesa se un ladro verrà colto in flagrante all’interno di un’abitazione privata, di notte, gli si potrà anche sparare. Inoltre, nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa di chi spara se l’errore, in situazioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale, è conseguenza di un \"grave turbamento psichico\" causato dall’aggressore. Non dovrebbe essere difficile per un avvocato dimostrare che ritrovarsi un rapinatore in casa o a bottega turba gravemente. Di fatto, la nuova norma limita enormemente i margini di discrezionalità del magistrato, che riguardavano essenzialmente la proporzionalità tra l’offesa e la reazione. Lo Stato, infine, risarcirà l’aggredito se processato e assolto. Un onere per l’erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017. Insomma, a fronte di un calo accertato della criminalità, un premier e un governo targati di fatto Pd aggravano ulteriormente una delle leggi peggiori varate dalla destra (Berlusconi-Castelli nel 2006), dando il via libera al \"far west\".\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con il penalista Eugenio Losco, con il quale abbiamo anche commentato l'esito del \u003Cmark>rastrellamento\u003C/mark> \u003Cmark>razzista\u003C/mark> di migranti accampati alla Stazione Centrale di Milano, avvenuto mercoledì:\r\n\r\nPena di morte notturna e rastrellamenti\r\n\r\n ",[74,76,78,80],{"matched_tokens":75,"snippet":21},[],{"matched_tokens":77,"snippet":65},[],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[69,70],"\u003Cmark>rastrellamento\u003C/mark> \u003Cmark>razzista\u003C/mark>",[84,90],{"field":34,"indices":85,"matched_tokens":87,"snippets":89},[86],3,[88],[69,70],[82],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":71,"value":72},"post_content",[69,70],1157451471441625000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":38,"num_tokens_dropped":46,"score":97,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":99,"highlight":126,"highlights":131,"text_match":134,"text_match_info":135},{"cat_link":100,"category":101,"comment_count":46,"id":102,"is_sticky":46,"permalink":103,"post_author":49,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":52,"post_id":102,"post_modified":106,"post_thumbnail":107,"post_thumbnail_html":108,"post_title":109,"post_type":57,"sort_by_date":110,"tag_links":111,"tags":122},[43],[45],"44734","http://radioblackout.org/2017/12/argentina-attacco-alle-comunita-mapuche-un-morto-due-feriti-diversi-desaparecidos-sgombero-con-spari-e-feriti-di-una-fabbrica/","Nel pomeriggio di sabato 25 novembre, in Patagonia, diversi corpi della polizia e della gendarmeria nazionale hanno attaccato la comunità Lafken Winkul Mapu, uccidendo a colpi di arma da fuoco Rafael Nahuel e ferendo altri due mapuche, un uomo e una donna, che si trovano in gravi condizioni all’ospedale Ramon Carrillo.\r\nSiamo nei territori contesi di Villa Mascardi, un parco nazionale a pochi chilometri da Bariloche, nota località turistica della Patagonia argentina.\r\nNe abbiamo parlato con Ivan, un compagno della Cub trasporti di Milano che si trova da qualche mese in Argentina, dove ha visitato numerose comunità mapuche in lotta.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 94 argentina ivan\r\n\r\n \r\n\r\nLa Correpi, organizzazione contro la repressione statale e la violenza istituzionale, sostiene che le responsabilità sono interamente dello Stato e del governo. In Argentina la violenza istituzionale colpisce gli attivisti politici ed i poveri. Non si contano i casi di ragazzi uccisi dalla polizia, perché accusati di furti o semplicemente “sospetti”, la pratica della tortura è “normale” nelle camere di sicurezza della gendarmeria.\r\n\r\n \r\n\r\nRicostruiamo i fatti: il giovedì precedente, mentre in Senato si votava la proroga di altri quattro anni della legge 26/160 che sospende gli sgomberi delle comunità indigene, riconoscendo il diritto al territorio ancestrale in attesa che l’Istituto Nazionale delle questioni indigene concluda il rilevamento delle terre spettanti alle diverse comunità, il giudice Villanueva ordina lo sgombero della comunità Lafken Winkul Mapu. L’occupazione risaliva al 14 settembre.\r\n\r\nLo scontro è sui megaimpianti turistici che le multinazionali e le imprese argentine vogliono costruire nel parco turistico nazionale di Villa Mascardi.\r\n\r\nNella stessa zona è prevista l’apertura di una miniera d’oro e di sfruttamento petrolifero. Non solo. La Patagonia possiede una ricchezza sempre più preziosa, l’oro blu, l’acqua.\r\n\r\nI mapuche si battono contro l’intento di mettere a profitto le aree protette, rivendicando il recupero delle terre ancestrali per vivere costruendo una diversa relazione con la natura e il territorio. Conflitti simili investono ampie aree dell’immensa Patagonia e non solo, perché lo scontro attorno all’appropriazione del territorio vede migliaia di comunità indigene in tutto il continente difendersi dall’estrattivismo (miniere, centri turistici, coltivazione estensiva, etc) e rappresenta uno snodo cruciale dei conflitti sociali in America Latina.\r\n\r\n \r\n\r\nLo stesso giovedì, come afferma l’antropologa Diana Lenton, era previsto un tavolo di negoziazione per risolvere il conflitto. «A tradimento e boicottando qualunque possibilità di dialogo, un enorme dispiegamento di forze dell’ordine ha fatto irruzione nella comunità all’alba, sparando con armi da fuoco e arrestando donne e bambini, detenuti in condizioni illegali per diverse ore» continua l’antropologa argentina. Secondo le testimonianza dei mapuche, una dozzina di uomini della comunità sono fuggiti sui monti a causa della caccia all’uomo violenta della polizia federale, della Gendarmeria e delle forze della Prefettura navale, impiegate congiuntamente con elicotteri e forze speciali. Ieri pomeriggio, tre di loro stavano tornando per ricongiungersi con le loro famiglie e sono stati attaccati con armi da fuoco dalla polizia. Così è stato assassinato Rafael, un giovane dei quartieri poveri di Bariloche, in visita ai parenti nella comunità in lotta, saldatore, falegname e lavoratore precario, un “pibe de barrio”, come lo ricordano gli amici.\r\n\r\nL’avvocata della comunità mapuche, Natalia Aranya, ha rilasciato dure dichiarazioni al quotidiano Pagina 12, parlando di una caccia all’uomo razzista e sottolineando le responsabilità del governo nell’operazione che ha coinvolto i gruppi speciali della Prefettura. Dopo la notizia della morte, ci sono state manifestazioni sia davanti all’ospedale che alla sede degli uffici dei Parchi Nazionali, proprietari delle terre contese dalla comunità mapuche. Le forze dell’ordine hanno bloccato le vie di accesso principali e i collegamenti, compresa la Ruta 40, tra le città di El Bolsòn e Bariloche. Alcuni giornali mainstream affermano, senza addurre prove, che sia stato uno scontro a fuoco tra mapuche e polizia. Una caccia all’uomo dopo una repressione violenta contro famiglie che dormivano nelle loro case diventa per i media uno scontro “armato” tra mapuche e polizia. Secondo le organizzazioni dei diritti umani sono le medesime modalità narrative adottate durante la dittatura.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Marcha de Mujeres Originarias, organizzazione di donne indigene, ha lanciato un appello invitando tutti a denunciare le menzogne e a diffondere la verità dei fatti: «non permetteremo alle menzogne di affermarsi, noi non siamo in guerra con lo Stato, ma è lo Stato argentino che sta applicando misure genocide contro le comunità indigene, questo dovrebbero dire i giornali». Chiediamo sostegno e supporto, vogliamo giustizia, affermano le donne indigene , esigiamo che «cessi immediatamente la violenza assassina contro i nostri fratelli e le nostre sorelle».\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazioni si sono svolte a Buenos Aires e in diverse città della Patagonia per denunciare le responsabilità del governo Macri e del ministro Bullrich. Il sindacato dei lavoratori pubblici ATE ha riferito del fermo del responsabile provinciale e della moglie, liberati poche ore dopo, mentre Sonia Ivanoff, avvocata specialista in diritto indigeno, ha segnalato preoccupazione l’arresto di dei due testimoni dell’omicidio del giovane Rafael Nahuel. «Vogliamo la liberazione e la garanzia di protezione per questi due testimoni chiave, Fausto Horacio Jones Huala e Lautaro Alejando Gozalez» ha dichiarato l’avvocata all’agenzia di comunicazione indipendente Anred.\r\n\r\nDopo la rappresaglia c’è stata un’intensa militarizzazione dell’area: da settimane le organizzazioni dei diritti umani e le comunità mapuche denunciano come dopo «la desapariciòn e la morte di Santiago Maldonado la persecuzione contro i mapuche sia aumentata di intensità così come la violenza delle forze di polizia».\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensificazione del conflitto è legata all’aumento della violenza repressiva che negli ultimi due anni, con il governo Macri, è stata diretta in gran parte contro i mapuche identificati come “nemico interno”, in linea con le dichiarazioni del Comando Sud delle forze militari degli Stati Uniti che hanno definito il popolo mapuche una “minaccia terroristica”. Un conflitto che vede da una parte uomini, donne e bambini in lotta per la difesa del territorio e della vita, e dall’altra una nuova ed intensa offensiva politica, economica e militare del capitalismo estrattivo, razzista, patriarcale e coloniale.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle stesse ore in cui avveniva l’attacco alla comunità nei territori contesi di Villa Mascardi, in provincia di Buenos Aires si stava svolgendo il funerale di Santiago Maldonado, desaparecido durante una rappresaglia della gendarmeria nella comunità mapuche Pu Lof Cushamen il 1 agosto scorso. Il suo cadavere venne ritrovato 78 giorni dopo nel fiume Chabut, 300 metri a monte dal punto in cui i mapuche sotto attacco attraversarono il corso d’acqua.\r\n\r\nDurante l’attacco alla comunità i suoi compagni videro che Santiago Maldonado veniva preso e fatto salire a forza su un furgone bianco dalla polizia.\r\n\r\nLa scomparsa di Maldonado aveva suscitato ampie proteste in tutta l’Argentina: decine di migliaia di persone avevano manifestato il primo settembre e il primo ottobre a Buenos Aires.\r\n\r\nIl ragazzo è stato seppellito dopo un mese di attesa dei risultati dell’autopsia, che ha stabilito che Santiago è morto per asfissia da annegamento, ma non le modalità della desapariciòn.\r\n\r\nDall’inchiesta del giornalista Ricardo Ragendorfer pubblicata su Tiempo Argentino e altri quotidiani, emerge che l’autopsia ha stabilito che il corpo di Santiago non era restato più di 5 o 6 giorni in acqua al momento del ritrovamento. Ne consegue che è stato “illegalmente” trattenuto da qualche parte per diversi giorni.\r\n\r\nAlla luce di questi fatti potrebbero emergere responsabilità più dirette di Benetton, la multinazionale italiana proprietaria di oltre 900.000 ettari in territorio mapuche.\r\n\r\nSecondo Ragendorfer, l’unica cella frigorifera della zona capace di conservare un cadavere per diversi giorni si troverebbe proprio all’interno di una delle tenute di Benetton, denominata “Cabania Leleque”. Inoltre, rivela sempre Ragendorfer, la Gendarmeria possiede una base logistica informale dentro la stessa tenuta di Benetton da almeno 20 anni, grazie a un accordo firmato durante il governo di Carlos Menem tra Carlo Benetton, la Secretaria de Seguridad de la Nacion e la provincia di Chubut.\r\n\r\nRagendorfer ha anche rivelato che parte delle prime indagini “ufficiali” hanno avuto l’epicentro logistico proprio a Leleque. Da lì partirono buona parte dei gendarmi che tra il 10 e il 12 gennaio scorso sgomberarono in modo violento la comunità Mapuche di “Lof en Resistencia” di Cushamen. Ragendorfer inserisce un tassello chiave per dimostrare le eventuali la complicità dirette di Benetton nella desaparición forzada di Santiago: il 17 ottobre scorso, il giudice avrebbe ordinato, insieme al rastrellamento della zona in cui comparve il corpo, una perquisizione legale de la “Cabania Leleque” dei Benetton e di alcune delle zone adiacenti. Difficile pensare che sia stato per mera coincidenza che il corpo di Santiago sia ricomparso proprio quel giorno. Dopo il ritrovamento, naturalmente, la perquisizione venne cancellata.\r\n\r\n \r\nUn presidio di solidarietà con la lotta delle comunità mapuche resistenti e di denuncia delle responsabilità dello Stato argentino e di Benetton nella violenta repressione in atto si svolgerà a Torino il 22 dicembre di fronte al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo.\r\n \r\n\r\nAggiornamento al 12 dicembre\r\n\r\nLa scorsa settimana la polizia ha sgomberato una fabbrica di Neuquen, occupata dagli operai in lotta e a rischio licenziamento, che cercavano di impedire lo svuotamento dell'area di macchinari e dei prodotti ancora in magazzino.\r\nLo sgombero è stato attuato usando armi da fuoco. Un deputato - ex operaio della Zanon recuperata - che tentava una mediazione è stato colpito ad una gamba ed ha il perone spezzato.\r\nIl 9 dicembre una marcia transfrontaliera delle donne indigene ha raccolto scarse adesioni.\r\nIl governo Macrì sta scatenando una repressione poliziesca sempre più violenta contro le insorgenze sociali e le lotte popolari.\r\nIl fallimento delle sinistre istituzionali in Argentina e, in generale in tutto il continente, sta riportando al potere la destra. Una destra la cui linea di continuità con le dittature militari che hanno insanguinato il pianeta è molto chiara.\r\n\r\nAscolta la diretta con Ivan:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 11 ivan argentina\r\n ","12 Dicembre 2017","2017-12-13 12:05:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-1024x683.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Argentina. Attacco alle comunità mapuche: un morto, due feriti, diversi desaparecidos... 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Dopo il ritrovamento, naturalmente, la perquisizione venne cancellata.\r\n\r\n \r\nUn presidio di solidarietà con la lotta delle comunità mapuche resistenti e di denuncia delle responsabilità dello Stato argentino e di Benetton nella violenta repressione in atto si svolgerà a Torino il 22 dicembre di fronte al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo.\r\n \r\n\r\nAggiornamento al 12 dicembre\r\n\r\nLa scorsa settimana la polizia ha sgomberato una fabbrica di Neuquen, occupata dagli operai in lotta e a rischio licenziamento, che cercavano di impedire lo svuotamento dell'area di macchinari e dei prodotti ancora in magazzino.\r\nLo sgombero è stato attuato usando armi da fuoco. 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Una destra la cui linea di continuità con le dittature militari che hanno insanguinato il pianeta è molto chiara.\r\n\r\nAscolta la diretta con Ivan:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 11 ivan argentina\r\n ",[132],{"field":91,"matched_tokens":133,"snippet":129,"value":130},[70],1155199671761633300,{"best_field_score":136,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":137,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},"1112386306048","1155199671761633393",6646,{"collection_name":57,"first_q":33,"per_page":140,"q":33},6,{"facet_counts":142,"found":38,"hits":171,"out_of":231,"page":14,"request_params":232,"search_cutoff":35,"search_time_ms":233},[143,151],{"counts":144,"field_name":149,"sampled":35,"stats":150},[145,147],{"count":14,"highlighted":146,"value":146},"anarres",{"count":14,"highlighted":148,"value":148},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":38},{"counts":152,"field_name":34,"sampled":35,"stats":169},[153,155,157,159,161,163,165,167],{"count":14,"highlighted":154,"value":154},"grecia",{"count":14,"highlighted":156,"value":156},"feriti",{"count":14,"highlighted":158,"value":158},"41 bis",{"count":14,"highlighted":160,"value":160},"manolada",{"count":14,"highlighted":162,"value":162},"caporali",{"count":14,"highlighted":164,"value":164},"immigrati",{"count":14,"highlighted":166,"value":166},"xenos dias",{"count":14,"highlighted":168,"value":168},"schiavitù",{"total_values":170},8,[172,201],{"document":173,"highlight":188,"highlights":193,"text_match":196,"text_match_info":197},{"comment_count":46,"id":174,"is_sticky":46,"permalink":175,"podcastfilter":176,"post_author":177,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":52,"post_id":174,"post_modified":180,"post_thumbnail":181,"post_title":182,"post_type":183,"sort_by_date":184,"tag_links":185,"tags":187},"76110","http://radioblackout.org/podcast/41bis-ice-reuters-e-morti-algoritmi-e-minori-a-rischio/",[148],"bellocome","Estratti dalla puntata del 16 maggio 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nINTERVISTA CON FLAVIO ROSSI ALBERTINI SU 41BIS\r\n\r\nGrazie al contributo di Flavio Rossi Albertini, avvocato del prigioniero anarchico Alfredo Cospito, cerchiamo di approfondire le motivazioni e le strategie repressive che sottendono l’assegnazione di questo compagno al circuito detenivo del 41bis.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_flavio-alfredo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCONTRO LA COLLABORAZIONE TRA REUTERS E ICE\r\n\r\nThomson Reuters, maggiormente nota come “agenzia di stampa”, è un conglomerato mediatico con base in Canada che da anni ha fatto il proprio ingresso nell’economia della sorveglianza raccogliendo, vendendo ed elaborando moli di dati. Tra i suoi clienti rientra anche l’ICE (Immigration and Customs Enforcement – agenzia statunitense per il rastrellamento e la detenzione di migranti), che utilizza gli strumenti di identificazione e profilazione forniti da Reuters per catturare individui e famiglie da deportare o rinchiudere nelle sue carceri fabbrica; ma sia in Canada che negli USA, con campagne come #NoTechForICE, qualcosa si sta muovendo per cercare di impedire questa collaborazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_ice-reuters.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nICE E MORTI NEI CENTRI DI DETENZIONE\r\n\r\nCome mai, nonostante le condizioni aberranti di abbandono sanitario, si registrano così “pochi” decessi nei centri di detenzione per migranti sul territorio statunitense? I retroscena inerenti la morte di Johana Medina Leon, donna trans originaria di El Salvador, ci consentono di svelarne \"il trucco\".\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_ice-morti-sgamo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPICCOLA SCONFITTA PER CLEARVIEW AI\r\n\r\nL’azienda di riconoscimento facciale Clearview AI, che vanta un database di oltre 20 miliardi di volti rubati da profili social e altri anfratti della Rete, ha subito una piccola ma interessante sconfitta in un tribunale dell’Illinois.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_clearview-illinois.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nALGORITMI PER L’ALLONTANAMENTO DI MINORI DALLE PROPRIE FAMIGLIE\r\n\r\nAlla faccia dell’imparzialità della Tecnica… Che si tratti di sistemi di Polizia Predittiva, di valutazione del potenziale recidivante di un individuo condannato o dell’affidabilità di un inquilino, gli algoritmi di consulenza sono spesso emersi come moltiplicatori del razzismo e dei pregiudizi che attraversano la società. Cosa succede se si inizia a normalizzarne l’utilizzo all’interno del mondo dei Servizi Sociali (e in particolare nella valutazione dei “minori a rischio”)?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_risktools-children.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPAROLE CHIAVE: British Columbia General Employees' Union (BCGEU), Risk Assessment Tools, ICE, Palantir, Flavio Rossi Albertini, Alfredo Cospito, 41bis, carcere, Clearview AI, SmartLINK","15 Giugno 2022","2022-11-25 12:58:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/bcupcb-notech4ice-200x110.jpeg","41bis - ICE: REUTERS E MORTI - ALGORITMI E MINORI A RISCHIO","podcast",1655296569,[186],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/",[158],{"post_content":189},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[69],"Enforcement – agenzia statunitense per il \u003Cmark>rastrellamento\u003C/mark> e la detenzione di migranti),","Estratti dalla puntata del 16 maggio 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nINTERVISTA CON FLAVIO ROSSI ALBERTINI SU 41BIS\r\n\r\nGrazie al contributo di Flavio Rossi Albertini, avvocato del prigioniero anarchico Alfredo Cospito, cerchiamo di approfondire le motivazioni e le strategie repressive che sottendono l’assegnazione di questo compagno al circuito detenivo del 41bis.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_flavio-alfredo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCONTRO LA COLLABORAZIONE TRA REUTERS E ICE\r\n\r\nThomson Reuters, maggiormente nota come “agenzia di stampa”, è un conglomerato mediatico con base in Canada che da anni ha fatto il proprio ingresso nell’economia della sorveglianza raccogliendo, vendendo ed elaborando moli di dati. 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Un lavoro durissimo, sempre chini dotto le serre che si trasformano presto in forni. Gli immigrati bangla che ci lavorano non hanno molta scelta: questo lavoro è la loro sola possibilità in un paese stremato dalla crisi, dove gli immigrati lavorano solo se accettano ogni condizione. A Manolada i braccianti vivono stipati in baracche di plastica, senza acqua né gabinetti. Per questi residence pagano anche l'affitto.\r\nAll'inizio di aprile alcuni di loro provano a chiedere di essere pagati: ormai sono lì da sei mesi ma non hanno ancora visto un euro. I sorveglianti al servizio del padrone minacciano di morte chi chiede il salario.\r\nIl 24 aprile decidono di andarci tutti insieme. La risposta dei tre sorveglianti è di pura ferocia: imbracciano le carabine ed aprono il fuoco. Trenta dei duecento lavoratori vengono feriti, alcuni in modo grave. Solo per un caso non ci sono stati morti.\r\nL'episodio è tanto grave che la notizia oltrepassa rapidamente i confini ellenici. Il ministro dell'Interno Dendias è obbligato ad aprire un'inchiesta e a far arrestare i tre caporali/assassini, promettendo nel contempo di non espellere i braccianti che potranno così testimoniare al processo.\r\nPeccato che i fatti del 14 aprile siano solo la punta di diamante di una situazione intollerabile già da molti anni. I caporali non si sarebbero sentiti tanto forti da imbracciare un fucile se terribili soprusi ai danni degli immigrati non fossero la regola in queste zone. L'omertà e il silenzio hanno coperto episodi anche molto gravi.\r\nNel 2008 la pubblicazione di notizie relative a torture inflitte ai braccianti - alcuni anche bambini - di Manolada non ebbe altra conseguenza che un infittirsi della repressione contro i ragazzi che avevano osato parlare.\r\nNel 2009 due allevatori della zona hanno torturato due immigrati bangla, legandoli al proprio camion e trascinandoli per centinaia di metri. Qualche mese più tardi un parente dei due allevatori ha spaccato con un bastone la testa ad un altro lavoratore bangla.\r\nIl governo, nonostante le violente incursioni dei nazisti di Xrisi Argi, nonostante la diffusione del caporalato, delle schiavitù e delle torture, sostiene che gli peisodi di razzismo sono solo occasionali nel paese, un paese con una solida \"tradizione di ospitalità\".\r\nCon tragica ironia il ministro Dendias ha chiamato \"Xenos Dias\", l'operazione di rastrellamento di centinaia di immigrati senza carte rinchisui in condizioni spaventose in celle minuscole per lunghi mesi. Uno dei centri più grandi si trova a Corinto dove circa trecento immigrati hanno dato vita ad una rivolta repressa nel sangue.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Giorgios, un compagno del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene. ne è scaturita una conversazione a tutto campo che ha investito anche le recenti operazioni repressive ad Atene e le lotte di solidarietà e resistenza degli ultimi mesi.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n2013 05 03 girgios manolada grecia\r\n\r\nQui puoi vedere le immagini del campo di Manolada dopo dopo il ferimento dei trenta immigrati.","3 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/manolada-200x110.jpg","Manolada. 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