","Governo. Una manovra lacrime e sangue",1698769835,[116,117,118],"http://radioblackout.org/tag/manovra-economica-del-governo/","http://radioblackout.org/tag/quota-103/","http://radioblackout.org/tag/tagli-ai-servizi/",[120,121,122],"manovra economica del governo","quota 103","tagli ai servizi",{"post_content":124},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":127},[21],"zero e le agenzie di \u003Cmark>rating\u003C/mark> sono in agguato pronte a","Tra pannolini al 10% di IVA e quota 103 con pensione super ridotta il governo ha licenziato la manovra economica di quest’anno e mira ad un’approvazione rapida. Tutti hanno avuto un contentino per gettare fumo negli occhi al proprio elettorato di riferimento. Per il resto la storia è quella già letta negli anni: più tagli ai servizi, più regalie ai padroni, più soldi a militari e polizia.\r\nIl percorso della legge di stabilità è lungo e consente lunghe trattative all’interno della coalizione governative, che tuttavia non hanno mutato l’impianto di fondo della manovra.\r\nIl governo smentisce le promesse fatte in campagna elettorale, perché, al di là delle chiacchiere acchiappa voti, non è in condizione di uscire dai binari europei e sottrarsi alle condizioni imposte dall’UE. Meloni ha un margine di azione pari a zero e le agenzie di \u003Cmark>rating\u003C/mark> sono in agguato pronte a declassare l’Italia al livello della spazzatura. Ma, nonostante la resa senza condizioni, Meloni e i suoi sfondano comunque i parametri di Maastricht: il debito di quest’anno sarà oltre il 5% e nel 2024 nella migliore delle ipotesi non scenderà oltre il 4,5%.\r\nLa manovra sarà di 25 miliardi: 16 ricavati accrescendo ulteriormente il debito, il resto ottenuto con i tagli alla spesa pubblica. Dalla tanto sbandierata riduzione delle tasse arriveranno ben 260 euro l’anno ai lavoratori e dalle lavoratrici. In compenso oltre ai tagli all’assegno di inclusione, arrivano tagli alle pensioni. Le esenzioni fiscali per incentivare il lavoro delle donne con più di due figli non sono certo pagate dalle aziende ma dallo Stato che le finanzia attingendo alle tasche di altri lavoratori e lavoratrici. Logica di fondo è chiara: le aziende non devono pagare.\r\nLa famosa tassa sugli extraprofitti bancari da cui dovevano arrivare 2 o 3 miliardi si è sgonfiata come neve al sole, perchè le banche, poste di fronte alla scelta tra pagare o aumentare il capitale, hanno optato in massa per la seconda opzione. Un bluff basato sull’effetto annuncio e subito ritirato in sordina\r\nDulcis in fundo Forza Italia, il partito Mediaset che si oppone alla riduzione del canone RAI, perché teme un aumento della pubblicità sui canali di stato a discapito dei suoi.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Renato Strumia della Sallca Cub\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-31-strumia-manovra.mp3\"][/audio]",[129],{"field":94,"matched_tokens":130,"snippet":126,"value":127},[21],578730123365187700,{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":135,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":137,"highlight":169,"highlights":174,"text_match":131,"text_match_info":177},{"cat_link":138,"category":139,"comment_count":46,"id":140,"is_sticky":46,"permalink":141,"post_author":49,"post_content":142,"post_date":143,"post_excerpt":52,"post_id":140,"post_modified":144,"post_thumbnail":145,"post_thumbnail_html":146,"post_title":147,"post_type":55,"sort_by_date":148,"tag_links":149,"tags":159},[43],[45],"49150","http://radioblackout.org/2018/10/def-il-documento-fantasma/","La nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza è ancora un mistero. Dopo cinque giorni dall’annuncio dell’accordo raggiunto dal governo, il testo non è ancora disponibile. Qualcuno sospetta che il deficit sarà ben più ampio del 2,4% annunciato trionfalmente per la “finanziaria del popolo”.\r\nIl 26 settembre quando si sono affacciati da un balcone i ministri pentastellati hanno rilasciato roboanti dichiarazioni: “aboliremo la povertà”, “faremo la manovra del popolo”.\r\nIl governo aveva appena approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza in cui portava il rapporto deficit/PIL dall’1,6% al 2,4%.\r\nVediamo di che cosa si tratta.\r\nOgni anno, entro il 10 aprile, il governo deve presentare il Documento di Economia e Finanza che indica quali saranno, negli anni a venire, gli andamenti economici del paese e della finanza pubblica. Lì sono indicate le previsioni per la crescita del PIL (che è quanto produce un paese), quale sarà l’inflazione, quali i tassi d’interesse e a quanto ammonterà il deficit pubblico ossia la differenza tra le entrate e le spese dello stato.\r\nSiccome si tratta di previsioni soggette a variazioni ogni anno, entro il 27 settembre, queste previsioni vengano aggiornate in base a quello che è stato l’andamento reale dell’economia.\r\n\r\nIl governo Gentiloni aveva presentato il DEF ad aprile scorso prevedendo alcuni valori per tutti questi indicatori. Tra questi c’è quello che prevedeva, per il 2019, un rapporto deficit/PIL all’1,6%. Il consiglio dei ministri del governo Conte ha deciso che sarà del 2,4%.\r\n\r\nTanto per inquadrare la “storicità” del momento il 2,4% previsto nel 2019 va paragonato con il 2,5% che c’è stato nel 2016 e il 2,3% del 2017. Anni appena trascorsi in cui non abbiamo memoria di abbondanza e ricchezza diffusa.\r\n\r\nScopo dello spettacolo messo in scena la volontà di smarcarsi da un governo che, finora, ha avuto solo una caratterizzazione razzista e la povertà l’ha combattuta arrestando i poveri o sfrattandoli perché non potevano pagare l’affitto.\r\nUn modo un po’ abborracciato di dare una parvenza “sociale” al governo.\r\nI soldi disponibili saranno quasi sicuramente meno di quelli attesi.\r\nUna parte delle minori risorse è dovuta al fatto che il PIL sarà inferiore alle previsioni per la minor crescita del PIL reale e dell’inflazione: invece del 3,3% sarà del 2,7 %.\r\nLa grossa parte delle minori disponibilità deriva invece dal fatto che nel 2019 si spenderà di più per gli interessi del debito pubblico. Nell’ultimo anno i tassi d’interesse sono saliti di un punto e mezzo (adesso sono al 3%) mentre, nella precedente versione del DEF, ci si aspettava una diminuzione della spesa.\r\nIn più nel 2019 è attesa la fine degli acquisti di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea con ulteriore rialzo dello spread ed una maggiore sensibilità ai giudizi delle agenzie di rating. Per questo motivo il ministro del Tesoro ed alcuni tecnici del MEF (poi accusati sulla stampa di “remare contro”) consideravano opportuno oltre che il rispetto dei parametri di Maastricht (che prevedono un rapporto deficit/PIL inferiore al 3%), anche l’avvicinamento ai parametri previsti da fiscal compact (rapporto deficit/PIL dello 0,5%).\r\nIn ogni caso entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare all’Unione Europea il Documento Programmatico di Bilancio e vedremo come avranno deciso di giocarsi la partita dei conti. O metteranno dei dati realistici per le varie poste e si accorgeranno che non ci sono abbastanza soldi per mantenere le promesse fatte o faranno finta di nulla, accusando i “poteri forti” di volerli boicottare.\r\nPoi faranno, nella migliore tradizione democristiana, una manovra aggiuntiva nel corso del 2019.\r\nQuale che sia la scelta propagandistica che utilizzeranno, i provvedimenti che saranno adottati nella legge di bilancio serviranno solo a far finta di aver mantenuto le promesse elettorali cambiando poco e nulla della situazione reale.\r\n\r\nL’attesa riforma delle pensioni con “quota 100” viene presentata in modo diverso a seconda dell’esponente politico intervistato. L’intenzione pubblicitaria è di porre pari a 100 la somma degli anni dei contributi versati e dell’età anagrafica per andare in pensione. Già sul numero minimo di anni di contribuzione le opinioni divergono: c’è chi dice che ci vorranno almeno 38 anni di contributi, chi dice che ne basteranno 36. Su una cosa però sono tutti d’accordo: non verranno modificati i coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione effettiva. Questo significa che ci sarà una forte penalizzazione per chi andrà in pensione prima dei 67 anni.\r\nTanto per capirci, lo stipendio su cui si calcola la pensione non è quello realmente percepito: vanno escluse una serie di indennità, i turni, le reperibilità, gli straordinari, le gratifiche, i buoni mensa, ecc. per cui, anche se uno avesse diritto ad una pensione pari al 100% dello stipendio prenderebbe comunque dei soldi in meno (pochi o tanti dipendono dal tipo di lavoro).\r\n\r\nChi va in pensione adesso, a 67 anni con 40 anni di contributi (“quota 107”), grosso modo prende come pensione il 74% dello stipendio depurato dalle poste dette sopra. Chi andrà in pensione con “quota 100” prenderà circa il 60% dello stipendio (cioè, tutto compreso, il 50% dello stipendio che prende ogni mese). E, per disincentivare ulteriormente, vogliono introdurre anche delle ulteriori penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 67 anni. Salvo casi particolari (lavoratori che hanno iniziato da giovani ed hanno lavorato 40 anni senza interruzioni) è evidente che alla maggior parte delle persone converrà continuare a lavorare per altri 3/4 anni per avere una pensione che non sia pari alla metà dell’ultimo stipendio. C’è anche da verificare cosa succederà a chi fa un lavoro “usurante” (come gli ex-esposti all’amianto) che già oggi vanno in pensione prima e che potrebbero essere coinvolti nella nuova disciplina rimanendo penalizzati.\r\nÈ ancora più inconsistente il “reddito di cittadinanza” proposto dai 5 stelle. In campagna elettorale era stato presentato come un reddito mensile che avrebbe percepito chiunque cercasse un lavoro senza trovarlo. Nelle versioni successive era destinato ai 9 milioni e 368 mila poveri “relativi”. Poi è diventato appannaggio solo dei 5 milioni e 58 mila poveri “assoluti”. Poi solo dei 3 milioni e mezzo di poveri assoluti “italiani”: infatti, indipendentemente dalla propaganda leghista sulla “pacchia” in cui vivono gli immigrati, in Italia un milione e mezzo di immigrati vive in condizione di povertà assoluta. Il fatto, poi, di perderlo dopo tre lavori rifiutati fa pensare che verranno fatte proposte di lavoro senza tener conto delle capacità personali o della residenza degli individui: verosimilmente verranno offerti lavori precari, dequalificati e sottopagati in regioni diverse per ottenere dei rifiuti e diminuire la platea degli aventi diritto.\r\nDato il quotidiano stillicidio degli annunci, dovremo necessariamente aspettare i prossimi mesi per vedere i requisiti effettivi per ottenere il reddito di cittadinanza: per adesso non c’è nulla, tranne il razzismo di cui ammantano questo nulla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 02 def fricche\r\n\r\nAggiornamento al 9 ottobre\r\n\r\nVenerdì scorso ad una settimana esatta dall’annuncio della “Finanziaria del popolo” il governo ha fatto davvero uscire il testo della Nota di aggiornamento al Def.\r\nNe abbiamo riparlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 09 def franc","9 Ottobre 2018","2018-10-10 21:47:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","DEF. 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L'abbiamo posta a Luigi Ferrajoli, uno dei personaggi più illustri tra i tanti giuristi e non scesi in campo contro il premier che ha voluto fare della consultazione referendaria un plebiscito sul suo mandato, dichiarando solennemente: \"Se perdo, lascio\". Salvo ritrattare tutto quando ha capito, con un certo ritardo, che non si trovava di fronte a una facile vittoria e che molta sinistra si sarebbe mobilitata per spiegare le ragioni del no. Non siamo certo appassionati di costituzionalismo né ci impressionano molto che si paventino le svolte autoritarie e le dittature dei mercati. Troviamo che sia quella una realtà già consolidata o comunque l'esito di processi che avanzano inesorabilmente da quasi un trentennio. Eppure qualcosa di sostanziale sta accadendo se l'establishment politico ed economico internazionale è tanto risoluto nell'appoggiare il premier in questa sua crociata contro la costituzione. Contemporaneamente comprendiamo che lo svuotamento delle democrazie e la contestuale subalternità della politica ai mercati finanziari e ai potentati economici non possano essere un problema risolto da un referendum. Eppure esistono dispositivi e cambiamenti politico-istituzionali in grado di favorire e accelerare cambiamenti epocali e appare certo che l'Italia presenta ancora delle rigidità che infastidiscono poteri transnazionali e nazionali (Francia, Germania, Usa). Mettere in difficoltà Renzi e il renzismo e scontentare agenzie di rating e potenti di mezzo mondo è sicuramente un obiettivo che vale la pena perseguire.\r\n\r\nAscolta il contributo telefonico registrato questa mattina con il professor Luigi Ferrajoli, professore ordinario alla Sapienza nonché nome illustre del giurismo italian e internazionale.\r\n\r\nferra","20 Ottobre 2016","2016-10-24 11:52:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/No-sign-610x350-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/No-sign-610x350-300x172.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/No-sign-610x350-300x172.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/No-sign-610x350.jpg 610w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cosa cambia dopo il referendum?",1476980330,[192,193,194],"http://radioblackout.org/tag/ferrajoli/","http://radioblackout.org/tag/rerferendum-costituzionale/","http://radioblackout.org/tag/riforma-costituzionale/",[196,197,198],"Ferrajoli","rerferendum costituzionale","riforma costituzionale",{"post_content":200},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[21],"renzismo e scontentare agenzie di \u003Cmark>rating\u003C/mark> e potenti di mezzo mondo","La domanda non è oziosa. 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Questa spudorata raccolta fondi era presentata dall'inventore di Slow Food come un tacon appiccicato all'expo, utilizzando l'accondiscendenza di autentici contadini, che spesso condividono approcci meno legati al marketing e che invece in questo caso hanno voluto vedere la propria via campesina attraversare i padiglioni di cemento di Rho, quindi del lavoro si è in questo caso ritagliato l'aspetto contadino e le sfumature che distinguono un approccio autogestito e di distribuzione di prossimità rispetto ai criteri di Slowfood (polemico verso i modi in cui è evoluto Expo) o addirittura di Farinetti, contiguo allo scempio fatto a Milano\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nPer quel che riguarda le condizioni di lavoro e gli effetti prodotti dalle modalità di assunzione di chi ha accettato di lavorare per Expo (e di venire licenziato); per i salari sottopagati o addirittura il volontariato e la sperimentazione del jobs act fatta all'Expo abbiamo chiamato Paolo, perché tra gli organizzatori dell'iniziativa di domani 12 giugno (tra le 13 e le 19) al Lingotto dove si sta consumando l'Assemblea mondiale delle camere di comercio, che vede la presenza delle peggiori multinazionali, delle più impresentabili istituzioni, le più feroci aziende di rating, gli affamatori più intollerabili e produttori di Ogm... perciò l'assemblea torinese contro l'Expo ha individuato questo consesso di organismi nocivi e produttori di nocività per puntualizzare la critica all'Expo attraverso uno sguardo attento al coinvolgimento del mondo del lavoro, senza tralasciare gli aspetti che trovano espressione negli accordi Ttip, che ieri dovevano essere discussi e ratificati al parlamento europeo, ma Schultz si è trovato a dover far slittare la discussione, visto il forte movimento contrario agli accordi tra Usa e paesi europei volti a cancellare vincoli che tutelano la salute e gli interessi dei cittadini a favore del business delle stesse multinazionali che sponsorizzano l'Expo e si riuniscono al Lingotto\r\n\r\nUnknown","11 Giugno 2015","2015-06-18 11:22:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"269\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip-300x269.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip-300x269.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip-768x689.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip-1024x918.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/2015_06_11-stop_expo-ttip.jpg 1025w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Expo condiziona il lavoro: effetti collaterali e partecipazione campesina",1434031673,[222,223,224,225,226,227],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-no-expo/","http://radioblackout.org/tag/carlin-petrini/","http://radioblackout.org/tag/modelli-di-sviluppo-e-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/ogm/","http://radioblackout.org/tag/oscar-farinetti/","http://radioblackout.org/tag/via-campesina/",[31,27,33,229,29,25],"OGM",{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[21],"le più feroci aziende di \u003Cmark>rating\u003C/mark>, gli affamatori più intollerabili e","Due dirette per aspetti contigui degli effetti collatterali dell'Expo milanese sul mondo del lavoro.\r\n\r\nCon Luca abbiamo preso spunto da un articolo de \"La Stampa\" di venerdì scorso, 5 giugno, dove a pagina 45 si poteva leggere di una questua organizzata dal giocatore a lungo juventino Del Piero e da Carlìn Petrini per accompagnare all'Expo alcune organizzazioni di giovani contadini a ottobre. 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che sconta anche il taglio del rating francese da parte dell'agenzia Fitch - lascia sul terreno il 2,52%. \r\n\r\nIn ginocchio Mosca, che cede il 10% e vede crollare le stime sul Pil 2015: è ora previsto a -4,5 o -4,7% se il barile di petrolio restasse a un prezzo di 60 dollari.\r\n\r\nLa linea di faglia interpretativa e se tra Usa e Sauditi vi sia sostanziale accordo, più o meno esplicito, oppure se vi sia una spaccatura nel non voler tagliare la produzione, se la funzione sia anche contro lo shale gas americano.\r\n\r\nNoi la scorsa settimana abbiamo enfatizzato la funzione anti-russa di questo tipo di manovre e ci pare che tutto ciò che è seguito, dalla rinuncia o dall'annuncio della rinucia a South Stream al crollo del rublo (che ha un'intrinseca ambivalenza), vada ad avallare questa tesi.\r\n\r\nCi rendiamo conto che la decisione dell'Opec mina la competitività dello shale gas ma in un gioco tanto complesso ci pare un effetto collaterale calcolato, oltreché colpire più pesantemente il Canada che gli Usa, come sottolineato dall'economista Andrea Fumagalli che abbiamo raggiunto telefonicamente.\r\n\r\nFumagalli\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","16 Dicembre 2014","2014-12-19 12:43:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/arabo_defaultR375-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"204\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/arabo_defaultR375-300x204.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/arabo_defaultR375-300x204.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/arabo_defaultR375.jpg 375w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il prezzo del petrolio scende, la tensione sale",1418736760,[253,254,255,256,257],"http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/energia/","http://radioblackout.org/tag/opec/","http://radioblackout.org/tag/petrodollari/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/",[259,260,261,262,263],"economia","energia","Opec","petrodollari","petrolio",{"post_content":265},{"matched_tokens":266,"snippet":267,"value":268},[21],"sconta anche il taglio del \u003Cmark>rating\u003C/mark> francese da parte dell'agenzia Fitch","Il petrolio torna a scendere e trascina con sé i mercati europei, appesantiti pure dal passaggio in negativo di Wall Street, inizialmente sostenuta dal balzo della produzione industriale Usa. \r\n\r\nLe Borse europee, partite caute, peggiorano nettamente sul finale di seduta fino a bruciare 200 miliardi di capitalizzazione: a Milano, Piazza Affari chiude in perdita del 2,81%, Londra perde l'1,87%, Francoforte il 2,72% e Parigi - 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Ne abbiamo parlato con Francesco Carlizza, che ci ha aiutato a districarci nella giungla di anglicismi e cifre che decide il destino di miliardi di esseri umani.\r\nLe agenzie di rating – quelle importanti – sono solo tre. In tre controllano il 96% del mercato. La prima è Standard’s&Poor che ne controlla circa il 40%, Moody’s che arriva al 39% e Fitch che si aggiudica il 16%. Queste tre agenzie sono diventate importanti nel 1975, quando la società per la borsa statunitense decise che i debiti delle società quotate dovessero essere certificati da una delle tre. La conseguenza è stata che in tre si sono accaparrate tutto il mercato. Queste agenzie di rating non sono certo organismi neutrali: i proprietari sono fondi di investimento, hanno forti interessi all’interno del mercato finanziario, non sono arbitri di una partita giocata da altri. Il solo fatto di effettuare delle previsioni o comunque delle analisi, fa sì che queste diventino vere. Se un’agenzia considerata credibile asserisce che una certa società va male, ne conseguirà inevitabilmente che vada male davvero, perché chi investe vende per non correre rischi e contribuisce così ad accelerare (a volte anche ad innescare) la crisi. È un meccanismo decisamente perverso.\r\nProviamo a capire cosa è successo nell’ultima settimana. I dati sul declassamento di Italia, Francia e altri dieci paesi europei sono stati forniti il venerdì sera, quando i mercati sono chiusi, ma le voci di retrocessione circolavano già nel pomeriggio. Fitch, la terza società di rating, che è di proprietà di un miliardario francese, si è subito affrettata a dire che confermava la tripla A della Francia.\r\nQuest’estate Standard & Poor’s aveva retrocesso gli Stati Uniti dalla tripla A ad AA+. 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Con tutta probabilità alla ripresa delle ostilità - dichiarate e volute da una dirigenza politica sionista a caccia di risultati - assisteremo ad uno spostamento verso il sud della Striscia di Gaza dei bombardamenti e delle operazioni militari, con un probabile e se possibile ancor più tragico tributo di sangue pagato dalla popolazione civile.\r\n\r\nAl centro della puntata odierna c'è però un piccolo ma necessario approfondimento sui costi economici (e relativa sostenibilità) della guerra da parte della società israeliana. Alcuni articoli e pronuciamenti di agenzie di rating descrivono quello che sta accadendo: rischio recessione per il 2024 (Moody's), 360.000 riservisti richiamati alle armi (pari all'8% della forza lavoro complessiva, tra cui anche molti addetti ai settori di punta dell'Hi-Tech - il 18% del PIL nazionale); 120 milioni di $ persi al giorno, pari all'8% del PIL (Bloomberg); e ancora un costo diario della guerra che secondo il Ministero delle Finanze di Israele si aggira intorno ai 260 milioni di $ al giorno. Per cercare di districarci meglio tra questi dati, a prima vista esorbitanti abbiamo raggiunto un contatto che, per lavoro, si occupa di rierca in ambito di debito sovrano e rischio sui mercati emergenti.\r\n\r\nIn chiusura di trasmissione una serie di estratti audio e letture dal recente tour italiano dello storico anti-sionista israeliano Ilan Pappé, in giro per il nostro paese per presentare la traduzione italiana del suo importante libro \"10 miti su Israele\". Una lettura non banale degli eventi del 7 ottobre e una interpretazione chiara del perché, a tutt'oggi, la lotta di liberazione (e sopravvivenza) del popolo palestinese incarni, per chiunque nel mondo si batta per la giustizia sociale ad ogni latitudine, un significante politico universale.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/la-fine-30-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nBlowback: The Gaza war's massive toll on Israel's economy\r\n\r\nIsrael's $48 Billion War Bill Leaves Its Fate With Bond Markets\r\n\r\nJohn Mearsheimer - Stephen Walt \"La Israel Lobby e la politica estera americana\"\r\n\r\nhttps://www.foreignaffairs.com/israel/why-israel-wont-change\r\n\r\nhttps://www.economist.com/middle-east-and-africa/2023/11/26/a-brutal-battle-for-southern-gaza-beckons-after-the-truce-ends\r\n\r\n***\r\n\r\nConferenza con lo storico Ilan Pappé, Torino 26 Novembre 2023\r\n\r\nChiara Cruciati - Ilan Pappé: «Deriva messianica, il sionismo verso la sua fine»\r\n\r\nIlan Pappé - Dieci miti su Israele (Tamu Edizioni, 2022 - Ebook gratuito)","1 Dicembre 2023","2023-12-03 10:02:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/1701426778401-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #10 - Tenuta della StartUp Nation ?",1701453651,[],[],{"post_content":360},{"matched_tokens":361,"snippet":362,"value":363},[21],"e pronuciamenti di agenzie di \u003Cmark>rating\u003C/mark> descrivono quello che sta accadendo:","A una settimana dall'inizio della tregua, la dinamica con cui si consuma lo scambio ostaggi contro prigionieri sembrerebbe mostrare una tenuta piuttosto significativa dell'agibilità politico-militare di Hamas, con la macchina bellica israeliana che consegue pochi risultati effettivi nell'alveo degli obiettivi dichiarati (un solo ostaggo liberato e un solo \"pezzo grosso\" della dirigenza di Hamas ucciso). Con tutta probabilità alla ripresa delle ostilità - dichiarate e volute da una dirigenza politica sionista a caccia di risultati - assisteremo ad uno spostamento verso il sud della Striscia di Gaza dei bombardamenti e delle operazioni militari, con un probabile e se possibile ancor più tragico tributo di sangue pagato dalla popolazione civile.\r\n\r\nAl centro della puntata odierna c'è però un piccolo ma necessario approfondimento sui costi economici (e relativa sostenibilità) della guerra da parte della società israeliana. Alcuni articoli e pronuciamenti di agenzie di \u003Cmark>rating\u003C/mark> descrivono quello che sta accadendo: rischio recessione per il 2024 (Moody's), 360.000 riservisti richiamati alle armi (pari all'8% della forza lavoro complessiva, tra cui anche molti addetti ai settori di punta dell'Hi-Tech - il 18% del PIL nazionale); 120 milioni di $ persi al giorno, pari all'8% del PIL (Bloomberg); e ancora un costo diario della guerra che secondo il Ministero delle Finanze di Israele si aggira intorno ai 260 milioni di $ al giorno. Per cercare di districarci meglio tra questi dati, a prima vista esorbitanti abbiamo raggiunto un contatto che, per lavoro, si occupa di rierca in ambito di debito sovrano e rischio sui mercati emergenti.\r\n\r\nIn chiusura di trasmissione una serie di estratti audio e letture dal recente tour italiano dello storico anti-sionista israeliano Ilan Pappé, in giro per il nostro paese per presentare la traduzione italiana del suo importante libro \"10 miti su Israele\". Una lettura non banale degli eventi del 7 ottobre e una interpretazione chiara del perché, a tutt'oggi, la lotta di liberazione (e sopravvivenza) del popolo palestinese incarni, per chiunque nel mondo si batta per la giustizia sociale ad ogni latitudine, un significante politico universale.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/la-fine-30-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nBlowback: The Gaza war's massive toll on Israel's economy\r\n\r\nIsrael's $48 Billion War Bill Leaves Its Fate With Bond Markets\r\n\r\nJohn Mearsheimer - Stephen Walt \"La Israel Lobby e la politica estera americana\"\r\n\r\nhttps://www.foreignaffairs.com/israel/why-israel-wont-change\r\n\r\nhttps://www.economist.com/middle-east-and-africa/2023/11/26/a-brutal-battle-for-southern-gaza-beckons-after-the-truce-ends\r\n\r\n***\r\n\r\nConferenza con lo storico Ilan Pappé, Torino 26 Novembre 2023\r\n\r\nChiara Cruciati - Ilan Pappé: «Deriva messianica, il sionismo verso la sua fine»\r\n\r\nIlan Pappé - Dieci miti su Israele (Tamu Edizioni, 2022 - Ebook gratuito)",[365],{"field":94,"matched_tokens":366,"snippet":362,"value":363},[21],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":135,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":306,"first_q":21,"per_page":275,"q":21},["Reactive",371],{},["Set"],["ShallowReactive",374],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fwW1NP37z2xbUfqveavwcT7j8t_xSgIf_R2oAWtjCakc":-1},true,"/search?query=rating"]