","Napoli: realtà territoriali, laboratori politici... cortei spontanei","post",1417639119,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/bagnoli/","http://radioblackout.org/tag/buonascuola/","http://radioblackout.org/tag/jobs-act/","http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/realta-territoriali-centrosud/","http://radioblackout.org/tag/studentato-di-napoli/",[17,21,19,15,25,23],{"post_content":59,"post_title":64,"tags":68},{"matched_tokens":60,"snippet":62,"value":63},[61],"realtà","aveva raccontato di tutte le \u003Cmark>realtà\u003C/mark> che compongono il movimento partenopeo,","Saso aveva appena fatto in tempo a spiegarci il fermento di una città dove l'attesa prima di decidere di migrare è riempita sempre più di rabbia, sia nel mondo del lavoro che si oppone al Jobs Act, sia in quello giovanile che si oppone allla Buonascuola, fino agli studentati occupati o ai cortei partecipati come quello di un mese fa a Bagnoli, che nel pomeriggio ci ha avvertiti che alle 17 era in corso un corteo spontaneo contro il Jobs Act, concludesosi davanti alla Confindustria, fortemente difesa da un ingente schieramento di forze dell'ordine, ma riempita ugualmente di uova e petardi. In seguito gli studenti dell'Orientale hanno dichiarato l'occupazione della sede di Palazzo Giusso contro l'approvazione del Jobs Act in Senato\r\n\r\nAl mattino ci aveva raccontato di tutte le \u003Cmark>realtà\u003C/mark> che compongono il movimento partenopeo, dele molte inziative e della determinazione quasi disperata a contrapporsi:\r\n\r\n2014_12_03-saso_napoli",{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":67},[61,66],"territoriali","Napoli: \u003Cmark>realtà\u003C/mark> \u003Cmark>territoriali\u003C/mark>, laboratori politici... cortei spontanei",[69,71,73,75,77,81],{"matched_tokens":70,"snippet":17},[],{"matched_tokens":72,"snippet":21},[],{"matched_tokens":74,"snippet":19},[],{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],{"matched_tokens":78,"snippet":80},[61,66,79],"centrosud","\u003Cmark>realtà\u003C/mark> \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> \u003Cmark>centrosud\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":23},[],[84,90,93],{"field":26,"indices":85,"matched_tokens":87,"snippets":89},[86],4,[88],[61,66,79],[80],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":67,"value":67},"post_title",[61,66],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":62,"value":63},"post_content",[61],1736172819517538300,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":37,"score":101,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":37},"3315704398080",13,3,"1736172819517538411",6646,{"collection_name":48,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},{"facet_counts":105,"found":146,"hits":147,"out_of":303,"page":14,"request_params":304,"search_cutoff":27,"search_time_ms":305},[106,122],{"counts":107,"field_name":119,"sampled":27,"stats":120},[108,111,113,115,117],{"count":109,"highlighted":110,"value":110},2,"frittura mista",{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"anarres",{"count":14,"highlighted":114,"value":114},"Harraga",{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":121},5,{"counts":123,"field_name":26,"sampled":27,"stats":144},[124,126,128,130,132,134,136,138,140,142],{"count":14,"highlighted":125,"value":125},"la",{"count":14,"highlighted":127,"value":127},"11L",{"count":14,"highlighted":129,"value":129},"renzi",{"count":14,"highlighted":131,"value":131},"esodo",{"count":14,"highlighted":133,"value":133},"conflitto",{"count":14,"highlighted":135,"value":135},"austerity",{"count":14,"highlighted":137,"value":137},"precarietà",{"count":14,"highlighted":139,"value":139},"beni comuni",{"count":14,"highlighted":141,"value":141},"autogestione",{"count":14,"highlighted":143,"value":143},"Bastioni di Orione",{"total_values":145},15,7,[148,180,204,227,249,273],{"document":149,"highlight":167,"highlights":172,"text_match":175,"text_match_info":176},{"comment_count":37,"id":150,"is_sticky":37,"permalink":151,"podcastfilter":152,"post_author":153,"post_content":154,"post_date":155,"post_excerpt":43,"post_id":150,"post_modified":156,"post_thumbnail":157,"post_title":158,"post_type":159,"sort_by_date":160,"tag_links":161,"tags":164},"91229","http://radioblackout.org/podcast/da-torino-a-gaza-su-detenzione-amministrativa-e-resistenze-palestinesi/",[114],"harraga","In vista della riapertura del CPR di Corso Brunelleschi e inserito in continuità con alcune riflessioni sul paradigma coloniale d’insediamento sionista, discusso durante la puntata in piazza Montanaro con la radio-mobile di Radio Blackout, in questa puntata di Harraga, con una compagna che già ci aveva aiutato a scandagliare alcuni aspetti del modello-Israele, siamo entrati nel vivo della storia e della genealogia dell’utilizzo della detenzione amministrativa sui palestinesi.\r\n\r\nLa detenzione amministrativa israeliana nasce sotto l’insegna della regola dell’eccezione. Fu la legge di emergenza, che il mandato britannico impose nel ‘45, a porla in essere, per poi traslarla nel contesto legislativo coloniale e utilizzarla in maniera esponenziale dal ‘47 ad oggi, momento in cui, dopo il 7 ottobre, sono detenute oltre 3300 persone palestinesi a fronte di oltre 10.000 prigionieri politici richiusi fra galere amministrative e penali.\r\n\r\nLa regola dell’eccezione si affianca ad un altro elemento fondamentale di questa forma di dominazione sui corpi, quello dell’evidenza segreta. Attraverso la categorizzazione che, in questo caso, la colonialità sionista impone, i sequestri di persona in vista di detenzione amministrativa, proprio in quanto fondati sull’assenza totale di qualsivoglia “evidenza” di reato, vengono messi in campo dal governo per il solo ,e palese, fatto di essere palestinesi e quindi intrinsecamente ostili e potenzialmente combattivi contro un regime di oppressione totale sul proprio popolo. L’impossibilità di interazione e conoscenza, anche legale, delle motivazioni dell’imprigionamento evidenziano il tentativo, sebbene malcelato, di secretare una realtà manifesta. Una realtà che si applica attraverso la categorizzazione dell’individuo – con possibilità di ampliare lo spettro a seconda delle esigenze e dei definiti nemici pubblici delle nazioni -, la sperimentazione di forme brutali di controllo e restrizione totale e l’esportazione dei dispositivi, una volta testati e resi modello, al di fuori dei confini territoriali palestinesi definiti come prigione a cielo aperto.\r\n\r\nMa se parlare di detenzione nel contesto palestinese è parlare di un’esperienza totalizzante e permeate nella materialità del quotidiano, anche le resistenze messe in campo dai detenuti e dalle detenute è centrale nella lotta per la libertà dell’intero popolo. Sono tantissime le pratiche politiche di condivisione, di autodeterminazione che chi è reclusx porta avanti.\r\n\r\nAscolta qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/DetenzioneAmministrativaModelloIsraele12.07.2024.mp3\"][/audio]","28 Luglio 2024","2024-07-28 22:22:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/detenzione-amministrativa-2-735033559-200x110.jpg","DA TORINO A GAZA: SU DETENZIONE AMMINISTRATIVA E RESISTENZE PALESTINESI","podcast",1722205021,[162,163],"http://radioblackout.org/tag/detenzione/","http://radioblackout.org/tag/macerie-su-macerie/",[165,166],"detenzione","macerie-su-macerie",{"post_content":168},{"matched_tokens":169,"snippet":170,"value":171},[61,61],"sebbene malcelato, di secretare una \u003Cmark>realtà\u003C/mark> manifesta. Una \u003Cmark>realtà\u003C/mark> che si","In vista della riapertura del CPR di Corso Brunelleschi e inserito in continuità con alcune riflessioni sul paradigma coloniale d’insediamento sionista, discusso durante la puntata in piazza Montanaro con la radio-mobile di Radio Blackout, in questa puntata di Harraga, con una compagna che già ci aveva aiutato a scandagliare alcuni aspetti del modello-Israele, siamo entrati nel vivo della storia e della genealogia dell’utilizzo della detenzione amministrativa sui palestinesi.\r\n\r\nLa detenzione amministrativa israeliana nasce sotto l’insegna della regola dell’eccezione. Fu la legge di emergenza, che il mandato britannico impose nel ‘45, a porla in essere, per poi traslarla nel contesto legislativo coloniale e utilizzarla in maniera esponenziale dal ‘47 ad oggi, momento in cui, dopo il 7 ottobre, sono detenute oltre 3300 persone palestinesi a fronte di oltre 10.000 prigionieri politici richiusi fra galere amministrative e penali.\r\n\r\nLa regola dell’eccezione si affianca ad un altro elemento fondamentale di questa forma di dominazione sui corpi, quello dell’evidenza segreta. Attraverso la categorizzazione che, in questo caso, la colonialità sionista impone, i sequestri di persona in vista di detenzione amministrativa, proprio in quanto fondati sull’assenza totale di qualsivoglia “evidenza” di reato, vengono messi in campo dal governo per il solo ,e palese, fatto di essere palestinesi e quindi intrinsecamente ostili e potenzialmente combattivi contro un regime di oppressione totale sul proprio popolo. L’impossibilità di interazione e conoscenza, anche legale, delle motivazioni dell’imprigionamento evidenziano il tentativo, sebbene malcelato, di secretare una \u003Cmark>realtà\u003C/mark> manifesta. Una \u003Cmark>realtà\u003C/mark> che si applica attraverso la categorizzazione dell’individuo – con possibilità di ampliare lo spettro a seconda delle esigenze e dei definiti nemici pubblici delle nazioni -, la sperimentazione di forme brutali di controllo e restrizione totale e l’esportazione dei dispositivi, una volta testati e resi modello, al di fuori dei confini \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> palestinesi definiti come prigione a cielo aperto.\r\n\r\nMa se parlare di detenzione nel contesto palestinese è parlare di un’esperienza totalizzante e permeate nella materialità del quotidiano, anche le resistenze messe in campo dai detenuti e dalle detenute è centrale nella lotta per la libertà dell’intero popolo. Sono tantissime le pratiche politiche di condivisione, di autodeterminazione che chi è reclusx porta avanti.\r\n\r\nAscolta qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/DetenzioneAmministrativaModelloIsraele12.07.2024.mp3\"][/audio]",[173],{"field":94,"matched_tokens":174,"snippet":170,"value":171},[61,61],1155199671761633300,{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},"1112386306048",14,"1155199671761633393",{"document":181,"highlight":195,"highlights":200,"text_match":175,"text_match_info":203},{"comment_count":37,"id":182,"is_sticky":37,"permalink":183,"podcastfilter":184,"post_author":185,"post_content":186,"post_date":187,"post_excerpt":43,"post_id":182,"post_modified":188,"post_thumbnail":189,"post_title":190,"post_type":159,"sort_by_date":191,"tag_links":192,"tags":194},"90526","http://radioblackout.org/podcast/bastionidi-orione-13-06-2024-etiopia-il-passato-coloniale-raccontato-in-una-graphic-novel-e-il-presente-di-una-guerra-che-non-vuole-finire/",[116],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell'Etiopia e del sanguinoso passato coloniale italiano cancellato dalla memoria collettiva e sostituito dal mito degli \"italiani brava gente \". Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di realtà e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure ospedali e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie territoriali in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. Le conseguenze dell'assetto federale dello stato etiope sono uno dei fattori scatenanti il conflitto , la società civile etiope comunque dinamica ed articolata cerca nonostante tutto di trovare una soluzione a problemi che sono strutturali e profondi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-13062024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Giugno 2024","2024-06-14 20:44:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONIDI ORIONE 13/06/2024- ETIOPIA IL PASSATO COLONIALE RACCONTATO IN UNA GRAPHIC NOVEL E IL PRESENTE DI UNA GUERRA CHE NON VUOLE FINIRE.",1718397879,[193],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[143],{"post_content":196},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[61],"è una rete informale di \u003Cmark>realtà\u003C/mark> e collettivi formatasi nel 2020","Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell'Etiopia e del sanguinoso passato coloniale italiano cancellato dalla memoria collettiva e sostituito dal mito degli \"italiani brava gente \". Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di \u003Cmark>realtà\u003C/mark> e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure ospedali e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. Le conseguenze dell'assetto federale dello stato etiope sono uno dei fattori scatenanti il conflitto , la società civile etiope comunque dinamica ed articolata cerca nonostante tutto di trovare una soluzione a problemi che sono strutturali e profondi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-13062024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[201],{"field":94,"matched_tokens":202,"snippet":198,"value":199},[61],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},{"document":205,"highlight":218,"highlights":223,"text_match":175,"text_match_info":226},{"comment_count":37,"id":206,"is_sticky":37,"permalink":207,"podcastfilter":208,"post_author":209,"post_content":210,"post_date":211,"post_excerpt":43,"post_id":206,"post_modified":212,"post_thumbnail":213,"post_title":214,"post_type":159,"sort_by_date":215,"tag_links":216,"tags":217},"85335","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-21-11-2023/",[110],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Beppe Dalessio del sicobas Salerno sullo sciopero nazionale contro il genocidio in Palestina:\r\ni coordinamenti provinciali del SI Cobas della Campania hanno indetto assieme alle reti territoriali di solidarietà col popolo palestinese e in continuità con la mobilitazione della scorsa settimana a Genova, un presidio al Porto di Salerno venerdì 17 Novembre per denunciare la presenza su uno dei terminal salernitani della compagnia israeliana ZIM, attiva nel trasporto di armi e materiale bellico diretto a Israele finalizzato allo sterminio del popolo palestinese a Gaza.\r\n?????? FERMIAMO IL GENOCIDIO!!!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Beppe-SiCobas-su-iniziative-antimilitariste-in-Campania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Dario della ex GKN a Campi Bisenzio (Fi) sullo stato della vertenza del collettivo di Fabbrica che si avvicina all'ora x:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nComunicazione 1, importante, a tutta la rete solidale: verso l’ora x\r\n\r\n1. Sono ripartiti i licenziamenti. Il nostro tempo sta scadendo. Qualsiasi attività di solidarietà o di appoggio a Gkn deve ormai fare i conti con questo tempo.\r\n\r\n2. L’ora x ad oggi è il primo gennaio 2024: i licenziamenti saranno definitivi e Gkn sarà trasformata definitivamente in una operazione immobiliare.\r\n\r\n3. Non c’è una terza via: Gkn stabilimento vuoto o fabbrica socialmente integrata. O simbolo del fatto che “loro”, in un modo o nell’altro, prima o poi vincono. O esempio del fatto, qui e ora, “noi possiamo”. Arrivati sull’orlo del baratro, spiccare il volo o cadere.\r\n\r\n4. Noi non abbiamo scelta, questo è il nostro posto di lavoro. Proveremo a resistere. Voi avete scelta: potete prendere atto di come sono andate le cose o giocarvi qua l’esistenza di un esempio concreto, a disposizione di nuovi rapporti di forza per il movimento sindacale, la giustizia sociale e il movimento climatico\r\n\r\n5. Siamo consapevoli del contesto. Siamo di fronte a una escalation bellica mondiale e a una strage a Gaza. Non siamo l’unica crisi aziendale, né l’unica vertenza esemplare. E non sgomitiamo di certo per essere più visibili o più urgenti di tutto il resto. Siamo solo una minuscola parte del tutto. Ma vi segnaliamo che questa minuscola parte è arrivata, qui e ora, all’epilogo. E si decide ora quale sarà questo epilogo. Quanto questo epilogo sia importante per i rapporti di forza complessivi, sta a voi valutarlo e deciderlo.\r\n\r\n6. Comunicare i diversi passaggi della lotta non è semplice. La controparte si è attrezzata con il tempo per inquinare ogni nostra narrazione, confonderla, ingarbugliarla, tecnicizzarla. Vi dobbiamo\r\nchiedere un surplus di attenzione, seguendo i nostri social, segnandovi nei gruppi info gkn su whatsapp (scrivere a 3478646481) o iscrivendovi al nostro canale Telegram\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://t.me/infocollettivodifabbricagkn [1]\r\n\r\nSu insorgiamo.org [2], trovate:\r\n\r\n- un dossier riassuntivo dei diversi passaggi e della potenziale speculazione immobiliare\r\nhttps://insorgiamo.org/dossier-gkn/ [3]\r\n\r\n- tutte le info sul progetto cargobike\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://insorgiamo.org/cargo-bike/ [4]\r\n\r\n- tutte le info sull’azionariato popolare\r\nhttps://insorgiamo.org/100x10-000/ [5]\r\n\r\n7. La reindustrializzazione dal basso è uno strumento di lotta e come tale deve dipendere dai tempi della lotta. Fondi per l’azionariato popolare, contributo per le cargobike, competenza per il piano fotovoltaico: tutte le attività legate o accelerano ora o diventano superflue.\r\n\r\n8. Non abbiamo più tempo. Non siamo più in grado di rispondere a singole proposte, singoli inviti, singole attività. Novembre è già quasi finito e dicembre è un mese reso corto dalle festività. Dobbiamo tagliare drasticamente su riunioni, call, iniziative. Lanciamo un Insorgiamo tour mirato all’ora x: Roma, Milano, Padova, Napoli, Torino. E sul piano internazionale: Vienna, Barcellona, forse Berlino, forse Londra. Chiediamo a tutte le realtà di convergere, per insorgere nelle date che verranno indicate.\r\n\r\n9. La road map verso l’ora x sarà caratterizzata da momenti di “alta convergenza crescente”: insorgiamo tour, sciopero generale il 17 novembre a Firenze, ci rimettiamo a testuggine, 2 e 3 dicembre “saremo coro”, 16 o 17 dicembre giornata di lotta. Vi chiediamo di tenervi libere e liberi,di continuare a convergere, per evitare e al contempo provare ad affrontare insieme l’ora x: il 31 dicembre alle h 00.00. Se non riusciamo a impedire l’ora x, il 31 dicembre e il primo gennaio, non prendete impegni. Dobbiamo continuare a stupire\r\n\r\n10. In questi giorni, giustizia climatica, sociale, mutualismo, fabbrica socialmente integrata, cura del territorio e della comunità, necessità della convergenza sembrano essere collassate tutte insieme in poche ore a Campi Bisenzio. Sembra tutto apparentemente casuale. In verità, è segno del fatto che ci preparavamo da tempo a questo tempo che ci viene incontro.\r\nChe abbiamo fatto delle scelte. I rapporti di forza sono schiaccianti, il contesto può sovrastarci, ma hai sempre un margine di scelta. Non puoi scegliere quando piove, ma puoi scegliere che persona sarai sotto la pioggia. Scegliamo insieme di non cadere.\r\n\r\n#insorgiamo [6]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Dario-exGKN-su-lancio-evento-31-dicembre-e-continuazione-lotta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Novembre 2023","2023-11-24 17:10:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/402313253_18035050573720913_5342233810330345323_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/11/2023",1700845707,[],[],{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[66],"hanno indetto assieme alle reti \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> di solidarietà col popolo palestinese"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Beppe Dalessio del sicobas Salerno sullo sciopero nazionale contro il genocidio in Palestina:\r\ni coordinamenti provinciali del SI Cobas della Campania hanno indetto assieme alle reti \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> di solidarietà col popolo palestinese e in continuità con la mobilitazione della scorsa settimana a Genova, un presidio al Porto di Salerno venerdì 17 Novembre per denunciare la presenza su uno dei terminal salernitani della compagnia israeliana ZIM, attiva nel trasporto di armi e materiale bellico diretto a Israele finalizzato allo sterminio del popolo palestinese a Gaza.\r\n?????? FERMIAMO IL GENOCIDIO!!!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Beppe-SiCobas-su-iniziative-antimilitariste-in-Campania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Dario della ex GKN a Campi Bisenzio (Fi) sullo stato della vertenza del collettivo di Fabbrica che si avvicina all'ora x:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nComunicazione 1, importante, a tutta la rete solidale: verso l’ora x\r\n\r\n1. Sono ripartiti i licenziamenti. Il nostro tempo sta scadendo. Qualsiasi attività di solidarietà o di appoggio a Gkn deve ormai fare i conti con questo tempo.\r\n\r\n2. L’ora x ad oggi è il primo gennaio 2024: i licenziamenti saranno definitivi e Gkn sarà trasformata definitivamente in una operazione immobiliare.\r\n\r\n3. Non c’è una terza via: Gkn stabilimento vuoto o fabbrica socialmente integrata. O simbolo del fatto che “loro”, in un modo o nell’altro, prima o poi vincono. O esempio del fatto, qui e ora, “noi possiamo”. Arrivati sull’orlo del baratro, spiccare il volo o cadere.\r\n\r\n4. Noi non abbiamo scelta, questo è il nostro posto di lavoro. Proveremo a resistere. Voi avete scelta: potete prendere atto di come sono andate le cose o giocarvi qua l’esistenza di un esempio concreto, a disposizione di nuovi rapporti di forza per il movimento sindacale, la giustizia sociale e il movimento climatico\r\n\r\n5. Siamo consapevoli del contesto. Siamo di fronte a una escalation bellica mondiale e a una strage a Gaza. Non siamo l’unica crisi aziendale, né l’unica vertenza esemplare. E non sgomitiamo di certo per essere più visibili o più urgenti di tutto il resto. Siamo solo una minuscola parte del tutto. Ma vi segnaliamo che questa minuscola parte è arrivata, qui e ora, all’epilogo. E si decide ora quale sarà questo epilogo. Quanto questo epilogo sia importante per i rapporti di forza complessivi, sta a voi valutarlo e deciderlo.\r\n\r\n6. Comunicare i diversi passaggi della lotta non è semplice. La controparte si è attrezzata con il tempo per inquinare ogni nostra narrazione, confonderla, ingarbugliarla, tecnicizzarla. Vi dobbiamo\r\nchiedere un surplus di attenzione, seguendo i nostri social, segnandovi nei gruppi info gkn su whatsapp (scrivere a 3478646481) o iscrivendovi al nostro canale Telegram\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://t.me/infocollettivodifabbricagkn [1]\r\n\r\nSu insorgiamo.org [2], trovate:\r\n\r\n- un dossier riassuntivo dei diversi passaggi e della potenziale speculazione immobiliare\r\nhttps://insorgiamo.org/dossier-gkn/ [3]\r\n\r\n- tutte le info sul progetto cargobike\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://insorgiamo.org/cargo-bike/ [4]\r\n\r\n- tutte le info sull’azionariato popolare\r\nhttps://insorgiamo.org/100x10-000/ [5]\r\n\r\n7. La reindustrializzazione dal basso è uno strumento di lotta e come tale deve dipendere dai tempi della lotta. Fondi per l’azionariato popolare, contributo per le cargobike, competenza per il piano fotovoltaico: tutte le attività legate o accelerano ora o diventano superflue.\r\n\r\n8. Non abbiamo più tempo. Non siamo più in grado di rispondere a singole proposte, singoli inviti, singole attività. Novembre è già quasi finito e dicembre è un mese reso corto dalle festività. Dobbiamo tagliare drasticamente su riunioni, call, iniziative. Lanciamo un Insorgiamo tour mirato all’ora x: Roma, Milano, Padova, Napoli, Torino. E sul piano internazionale: Vienna, Barcellona, forse Berlino, forse Londra. Chiediamo a tutte le \u003Cmark>realtà\u003C/mark> di convergere, per insorgere nelle date che verranno indicate.\r\n\r\n9. La road map verso l’ora x sarà caratterizzata da momenti di “alta convergenza crescente”: insorgiamo tour, sciopero generale il 17 novembre a Firenze, ci rimettiamo a testuggine, 2 e 3 dicembre “saremo coro”, 16 o 17 dicembre giornata di lotta. Vi chiediamo di tenervi libere e liberi,di continuare a convergere, per evitare e al contempo provare ad affrontare insieme l’ora x: il 31 dicembre alle h 00.00. Se non riusciamo a impedire l’ora x, il 31 dicembre e il primo gennaio, non prendete impegni. Dobbiamo continuare a stupire\r\n\r\n10. In questi giorni, giustizia climatica, sociale, mutualismo, fabbrica socialmente integrata, cura del territorio e della comunità, necessità della convergenza sembrano essere collassate tutte insieme in poche ore a Campi Bisenzio. Sembra tutto apparentemente casuale. In verità, è segno del fatto che ci preparavamo da tempo a questo tempo che ci viene incontro.\r\nChe abbiamo fatto delle scelte. I rapporti di forza sono schiaccianti, il contesto può sovrastarci, ma hai sempre un margine di scelta. Non puoi scegliere quando piove, ma puoi scegliere che persona sarai sotto la pioggia. Scegliamo insieme di non cadere.\r\n\r\n#insorgiamo [6]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Dario-exGKN-su-lancio-evento-31-dicembre-e-continuazione-lotta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[224],{"field":94,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[66],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},{"document":228,"highlight":240,"highlights":245,"text_match":175,"text_match_info":248},{"comment_count":37,"id":229,"is_sticky":37,"permalink":230,"podcastfilter":231,"post_author":209,"post_content":232,"post_date":233,"post_excerpt":43,"post_id":229,"post_modified":234,"post_thumbnail":235,"post_title":236,"post_type":159,"sort_by_date":237,"tag_links":238,"tags":239},"84024","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-26-09-2023/",[110]," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Emilia di ADL Cobas Scuola Lombardia, per descrivere il caldo momento di mobilitazioni che riguarda il corpo docente precario di Milano. Infatti come ogni inizio di anno scolastico, ci si trova ad affrontare l'annoso problema delle convocazioni per le diverse cattedre a livello provinciale, eseguite dal famigerato algoritmo, che si è dimostrato più volte e in più sedi non essere certo un meccanismo perfetto. A fronte di evidenti errori di assegnazione, i vari uffici scolastici territoriali (UST) dopo segnalazione dei lavoratori organizzati e non, si ritrovano a dover mettere una pezza agli errori del cervellone digitale, ma questo non è il copione destinato a tutte le province. Nella provincia di Milano quest anno gli errori di assegnazione sono stati tantissimi, docenti di ruolo di determinate scuole che si vedevano convocare in altre, precari che risultavano aver rinunciato a cattedre mentre in realtà non avevano ricevuto neanche la nomina, insomma disagi che pesano come macigni sulla vita di questi lavoratori costretti anche a rinunciare ad un intero anno di lavoro a scuola. La risposta degli e delle insegnanti di ADL Cobas è stata molto forte, infatti hanno deciso di occupare il tetto della sede dell'UST di Milano finchè non avrebbero ricevuto risposte; ora l'occupazione è terminata, perchè qualcosa è cambiato, ma le questioni irrisolte permangono e la lotta, ci assicura Emilia, non finirà di certo qui.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Emilia-ADL-Cobas-scuola-Lombardia-su-occupazione-tetto-UST-di-Milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento è stato quello delle lotte del Movimento Disoccupati 7 Novembre, che abbiamo affrontato con l'aiuto di Eddy, esponente di questa realtà. Dalle loro pagine social:\r\n\r\n\r\n\r\n\"DENUNCIAMO LA MANIPOLAZIONE DELL'INFORMAZIONE!\r\n\r\n\r\nDenunciamo con forza la manipolazione dell'informazione che stravolge come sempre il senso ed i contenuti delle nostre mobilitazioni.\r\n\r\n\r\nOggi eravamo a Roma come platea storica che dopo 9 anni chiede con forza l'inserimento al lavoro dopo anni di percorso di lotta che a livello istituzionale si è tradotto in un percorso formativo. Lo avevamo chiarito ampiamente anche se non c'era bisogno per chi conosce la nostra lotta.\r\n\r\n\r\nTutti i telegiornali, giornali, fino alle dichiarazioni di Ministri ed esponenti politici, intitolano \"Reddito di cittadinanza: tensioni a Roma\". Tutto appiattito ed incentrato sul RdC.\r\n\r\n\r\nNoi, che siano chiaramente contro il taglio del reddito per evidenti motivi per le conseguenze in termini sociali e di vita di migliaia di famiglie, eravamo a Roma oggi per sbloccare i passaggi finalizzati all'inserimento lavorativo delle platee che organizziamo da anni.\r\n\r\n\r\nLo abbiamo chiarito in tutte le interviste ma bastava vedere l'indizione della manifestazione per capire l'obiettivo ed i contenuti della giornata: per il prosieguo del nostro percorso.\r\n\r\n\r\nCi opponiamo con forza alla criminalizzazione e manipolazione dell'informazione finalizzata a creare confusione per favorire una narrazione utile a chi vuole creare contrapposizioni e l'immagine dei disoccupati fannulloni che non vogliono lavorare.\r\n\r\n\r\nCosì come le tensioni determinate esclusivamente da una militarizzazione surreale che voleva costringere in pochi metri quadri oltre 600 disoccupati senza poter manco andare in bagno.\r\n\r\n\r\nChiediamo a tutti di prende posizione contro questa vergognosa operazione.\"\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Eddy-disoccupati-7-novembre-su-ultima-mobilitazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Irene della Rete del Lavoro Sociale, sulla ripresa delle attività di questa realtà di lavoratrici e lavoratori, che continuano nella loro opera di auto inchiesta e conseguente creazione di momenti di scambio e di creazione di rivendicazioni comuni. Dopo l'estate si riparte con le assemblee di rete e con le attività di supervisione autogestita, delle quali Irene spiega a chi non è del settore di che cosa si tratta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Irene-rete-lavoro-sociale-su-ripresa-attività-e-prossima-assemblea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","29 Settembre 2023","2023-09-30 16:15:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/378279977_726744139479272_4891692376923429045_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 26/09/2023",1696002590,[],[],{"post_content":241},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[66],"assegnazione, i vari uffici scolastici \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> (UST) dopo segnalazione dei lavoratori"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Emilia di ADL Cobas Scuola Lombardia, per descrivere il caldo momento di mobilitazioni che riguarda il corpo docente precario di Milano. Infatti come ogni inizio di anno scolastico, ci si trova ad affrontare l'annoso problema delle convocazioni per le diverse cattedre a livello provinciale, eseguite dal famigerato algoritmo, che si è dimostrato più volte e in più sedi non essere certo un meccanismo perfetto. A fronte di evidenti errori di assegnazione, i vari uffici scolastici \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> (UST) dopo segnalazione dei lavoratori organizzati e non, si ritrovano a dover mettere una pezza agli errori del cervellone digitale, ma questo non è il copione destinato a tutte le province. Nella provincia di Milano quest anno gli errori di assegnazione sono stati tantissimi, docenti di ruolo di determinate scuole che si vedevano convocare in altre, precari che risultavano aver rinunciato a cattedre mentre in \u003Cmark>realtà\u003C/mark> non avevano ricevuto neanche la nomina, insomma disagi che pesano come macigni sulla vita di questi lavoratori costretti anche a rinunciare ad un intero anno di lavoro a scuola. La risposta degli e delle insegnanti di ADL Cobas è stata molto forte, infatti hanno deciso di occupare il tetto della sede dell'UST di Milano finchè non avrebbero ricevuto risposte; ora l'occupazione è terminata, perchè qualcosa è cambiato, ma le questioni irrisolte permangono e la lotta, ci assicura Emilia, non finirà di certo qui.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Emilia-ADL-Cobas-scuola-Lombardia-su-occupazione-tetto-UST-di-Milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento è stato quello delle lotte del Movimento Disoccupati 7 Novembre, che abbiamo affrontato con l'aiuto di Eddy, esponente di questa \u003Cmark>realtà\u003C/mark>. Dalle loro pagine social:\r\n\r\n\r\n\r\n\"DENUNCIAMO LA MANIPOLAZIONE DELL'INFORMAZIONE!\r\n\r\n\r\nDenunciamo con forza la manipolazione dell'informazione che stravolge come sempre il senso ed i contenuti delle nostre mobilitazioni.\r\n\r\n\r\nOggi eravamo a Roma come platea storica che dopo 9 anni chiede con forza l'inserimento al lavoro dopo anni di percorso di lotta che a livello istituzionale si è tradotto in un percorso formativo. Lo avevamo chiarito ampiamente anche se non c'era bisogno per chi conosce la nostra lotta.\r\n\r\n\r\nTutti i telegiornali, giornali, fino alle dichiarazioni di Ministri ed esponenti politici, intitolano \"Reddito di cittadinanza: tensioni a Roma\". Tutto appiattito ed incentrato sul RdC.\r\n\r\n\r\nNoi, che siano chiaramente contro il taglio del reddito per evidenti motivi per le conseguenze in termini sociali e di vita di migliaia di famiglie, eravamo a Roma oggi per sbloccare i passaggi finalizzati all'inserimento lavorativo delle platee che organizziamo da anni.\r\n\r\n\r\nLo abbiamo chiarito in tutte le interviste ma bastava vedere l'indizione della manifestazione per capire l'obiettivo ed i contenuti della giornata: per il prosieguo del nostro percorso.\r\n\r\n\r\nCi opponiamo con forza alla criminalizzazione e manipolazione dell'informazione finalizzata a creare confusione per favorire una narrazione utile a chi vuole creare contrapposizioni e l'immagine dei disoccupati fannulloni che non vogliono lavorare.\r\n\r\n\r\nCosì come le tensioni determinate esclusivamente da una militarizzazione surreale che voleva costringere in pochi metri quadri oltre 600 disoccupati senza poter manco andare in bagno.\r\n\r\n\r\nChiediamo a tutti di prende posizione contro questa vergognosa operazione.\"\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Eddy-disoccupati-7-novembre-su-ultima-mobilitazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Irene della Rete del Lavoro Sociale, sulla ripresa delle attività di questa \u003Cmark>realtà\u003C/mark> di lavoratrici e lavoratori, che continuano nella loro opera di auto inchiesta e conseguente creazione di momenti di scambio e di creazione di rivendicazioni comuni. Dopo l'estate si riparte con le assemblee di rete e con le attività di supervisione autogestita, delle quali Irene spiega a chi non è del settore di che cosa si tratta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_26_09_Irene-rete-lavoro-sociale-su-ripresa-attività-e-prossima-assemblea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[246],{"field":94,"matched_tokens":247,"snippet":243,"value":244},[66],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},{"document":250,"highlight":264,"highlights":269,"text_match":175,"text_match_info":272},{"comment_count":37,"id":251,"is_sticky":37,"permalink":252,"podcastfilter":253,"post_author":254,"post_content":255,"post_date":256,"post_excerpt":43,"post_id":251,"post_modified":257,"post_thumbnail":258,"post_title":259,"post_type":159,"sort_by_date":260,"tag_links":261,"tags":263},"81987","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-18-intorno-alla-fine-della-fine-della-storia-intervista-con-aufhebunga-bunga/",[118],"cattivipensieri","La puntata di oggi è interamente dedicata ad introdurre e ad approfondire alcuni dei temi del libro La fine della fine della storia. Lo strano ritorno della politica nel XXI secolo (Edizioni Tlon, 2022). Ai nostri microfoni Alex Hochuli, uno degli autori, nonché redattore del popolare podcast Aufhebunga Bunga, alla base del libro stesso.\r\n\r\nIl volume, seppur con vari limiti qui individuati e discussi con l'autore, ha sicuramente il merito di catturare tanti dei nodi centrali e delle dinamiche della fase caotica apertasi con la crisi finanziaria del 2008, proseguita con l'irruzione dei neopopulismi, la Brexit e l'ascesa di Trump, sancita dalla crisi pandemica e oggi ad un punto di svolta cruciale con il ritorno sulla scena della Guerra (e le prospettive di allargamento delle tensioni internazionali che il conflitto sembra presagire). Nodi che andrebbero sviscerati collettivamente, elaborati, agiti con urgenza, ma che sembrano invece incredibilmente lontani da qualunque dibattito...\r\n\r\nL'Italia, con la prematura esposizione di tanti dei caratteri emersi in Occidente in questa fase (proteste contro la corruzione, ascesa del berlusconismo, un quadro di differenziazioni territoriali strutturali in un susseguirsi di deboli governi tecnocratici) viene qui assunta a modello precoce di una realtà ormai comune a tanti altri Paesi, per quanto forse, per quel che riguarda il futuro, lo sguardo vada rivolto oltreoceano, alla cosiddetta brasilianizzazione...\r\n\r\nSiamo realmente di fronte ad una fase si transizione oltre la forma neoliberista che ha caratterizzato la Fine della Storia? Quale forza dello spettro politico si farà carico di questo passaggio e che forma assumerà? Assistiamo realmente ad un ritorno attivo dello Stato come preannunciato dalla fase pandemica?\r\n\r\nCome poter ancora pensare l'esistenza di una Sinistra che torni ad accogliere e porre al centro del proprio agire le masse lavoratrici (invece che impegnarsi nelle varie \"guerre culturali\") senza tener conto del peso determinante che proprio la sconfitta storica del movimento operaio, con la conseguente fine dell'identità operaia, ha avuto per la \"Fine della Storia\"?\r\n\r\nDi questo e molto altro andiamo a ragionare insieme all'autore in questa interessante chiacchierata.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/escopost-bunga.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nla-fine-della-fine-della-storia-alex-hochuli-george-hoare-philip-cunliffe\r\n\r\nTropico. Sul Bolsonarismo (2018-2022)","10 Maggio 2023","2023-05-11 18:28:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1683652689371-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #18 - INTORNO ALLA FINE DELLA FINE DELLA STORIA: INTERVISTA CON AUFHEBUNGA BUNGA",1683743851,[262],"http://radioblackout.org/tag/la/",[125],{"post_content":265},{"matched_tokens":266,"snippet":267,"value":268},[66],"berlusconismo, un quadro di differenziazioni \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> strutturali in un susseguirsi di","La puntata di oggi è interamente dedicata ad introdurre e ad approfondire alcuni dei temi del libro La fine della fine della storia. Lo strano ritorno della politica nel XXI secolo (Edizioni Tlon, 2022). Ai nostri microfoni Alex Hochuli, uno degli autori, nonché redattore del popolare podcast Aufhebunga Bunga, alla base del libro stesso.\r\n\r\nIl volume, seppur con vari limiti qui individuati e discussi con l'autore, ha sicuramente il merito di catturare tanti dei nodi centrali e delle dinamiche della fase caotica apertasi con la crisi finanziaria del 2008, proseguita con l'irruzione dei neopopulismi, la Brexit e l'ascesa di Trump, sancita dalla crisi pandemica e oggi ad un punto di svolta cruciale con il ritorno sulla scena della Guerra (e le prospettive di allargamento delle tensioni internazionali che il conflitto sembra presagire). Nodi che andrebbero sviscerati collettivamente, elaborati, agiti con urgenza, ma che sembrano invece incredibilmente lontani da qualunque dibattito...\r\n\r\nL'Italia, con la prematura esposizione di tanti dei caratteri emersi in Occidente in questa fase (proteste contro la corruzione, ascesa del berlusconismo, un quadro di differenziazioni \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> strutturali in un susseguirsi di deboli governi tecnocratici) viene qui assunta a modello precoce di una \u003Cmark>realtà\u003C/mark> ormai comune a tanti altri Paesi, per quanto forse, per quel che riguarda il futuro, lo sguardo vada rivolto oltreoceano, alla cosiddetta brasilianizzazione...\r\n\r\nSiamo realmente di fronte ad una fase si transizione oltre la forma neoliberista che ha caratterizzato la Fine della Storia? Quale forza dello spettro politico si farà carico di questo passaggio e che forma assumerà? Assistiamo realmente ad un ritorno attivo dello Stato come preannunciato dalla fase pandemica?\r\n\r\nCome poter ancora pensare l'esistenza di una Sinistra che torni ad accogliere e porre al centro del proprio agire le masse lavoratrici (invece che impegnarsi nelle varie \"guerre culturali\") senza tener conto del peso determinante che proprio la sconfitta storica del movimento operaio, con la conseguente fine dell'identità operaia, ha avuto per la \"Fine della Storia\"?\r\n\r\nDi questo e molto altro andiamo a ragionare insieme all'autore in questa interessante chiacchierata.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/escopost-bunga.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nla-fine-della-fine-della-storia-alex-hochuli-george-hoare-philip-cunliffe\r\n\r\nTropico. Sul Bolsonarismo (2018-2022)",[270],{"field":94,"matched_tokens":271,"snippet":267,"value":268},[66],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},{"document":274,"highlight":294,"highlights":299,"text_match":175,"text_match_info":302},{"comment_count":37,"id":275,"is_sticky":37,"permalink":276,"podcastfilter":277,"post_author":40,"post_content":278,"post_date":279,"post_excerpt":43,"post_id":275,"post_modified":280,"post_thumbnail":281,"post_title":282,"post_type":159,"sort_by_date":283,"tag_links":284,"tags":291},"23374","http://radioblackout.org/podcast/torino-31-luglio-unassemblea-nazionale-contro-leuropa-dellausterity/",[],"Sabato 31 maggio si terrà a Palazzo Nuovo (Università di Torino) un'assemblea nazionale dei movimenti contro la precarietà e l'austerity. Parteciperanno molti dei soggetti che nell'ultimo anno hanno costruito il percorso di mobilitazione che dal 19 ottobre al 12 aprile si sono battuti sulla questione della casa, muovendo i primi passi di una denuncia pubblica del famigerato Jobs Act.\r\nMa ci saranno anche sindacati confilittuali, movimenti territoriali, collettivi e istanze di base protagoniste di immunerevoli quanto disperse lotte sui luoghi di lavoro. Sarà un primo momento di discussione per costruire una mobilitazione nazionale contro il vertice dei capi di stato che si terrà l'11 luglio a Torino sull' \"occupazione giovanile\".\r\nCon Germana, compagna delle realtà autonome torinesi abbiamo affrontato alcuni dei temi che saranno discussi durante quest'assemblea\r\ngermana_31M\r\nQui di seguito il comunicato di convocazione dell'assemblea\r\n\r\nTorino, #11 luglio: blocchiamo Renzi, combattiamo l'Europa dell'austerity\r\nIl prossimo undici luglio i primi ministri dell'Unione Europea si incontreranno a Torino in un vertice in cui si parlerà di “occupazione giovanile”. Ma forse è di disoccupazione giovanile che sarebbe più lecito parlare. Se guardiamo ai dati europei la media dei senza lavoro sotto i 25 anni si aggirà intorno al 24 % ma nel Sud del continente si sfonda ampiamente il 40% e in Spagna e Grecia si va ben oltre il 50%. Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un'Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.\r\nLa scelta della città di Torino come sede dell'evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l'indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l'impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un'intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.\r\nSu questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un'accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla Trojka col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell'inferno dell'indebitamento individuale. Per un'Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.\r\nPer i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un'infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d'ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali.\r\nDobbiamo rovesciare questo programma, invertire l'ordine delle priorità. Ordinare un'altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.\r\nVoremmo che la giornata dell'11 luglio metta all'ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all'altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte territoriali , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della trojka, a partecipare ad un'assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell'11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino). \r\n#renzistaisereno #civediamolundici\r\n\r\n#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa\r\n\r\n \r\n\r\nMovimenti sociali contro l'austerity e la precarietà - Torino","29 Maggio 2014","2018-10-17 22:10:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/10297809_647786368639288_8117626845030265297_n-200x110.jpg","Torino - 31 maggio: un'assemblea nazionale contro l'Europa dell'austerity",1401366889,[285,286,287,288,289,290],"http://radioblackout.org/tag/11l/","http://radioblackout.org/tag/austerity/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[127,135,292,137,129,293],"europa","torino",{"post_content":295},{"matched_tokens":296,"snippet":297,"value":298},[66],"saranno anche sindacati confilittuali, movimenti \u003Cmark>territoriali\u003C/mark>, collettivi e istanze di base","Sabato 31 maggio si terrà a Palazzo Nuovo (Università di Torino) un'assemblea nazionale dei movimenti contro la precarietà e l'austerity. Parteciperanno molti dei soggetti che nell'ultimo anno hanno costruito il percorso di mobilitazione che dal 19 ottobre al 12 aprile si sono battuti sulla questione della casa, muovendo i primi passi di una denuncia pubblica del famigerato Jobs Act.\r\nMa ci saranno anche sindacati confilittuali, movimenti \u003Cmark>territoriali\u003C/mark>, collettivi e istanze di base protagoniste di immunerevoli quanto disperse lotte sui luoghi di lavoro. Sarà un primo momento di discussione per costruire una mobilitazione nazionale contro il vertice dei capi di stato che si terrà l'11 luglio a Torino sull' \"occupazione giovanile\".\r\nCon Germana, compagna delle \u003Cmark>realtà\u003C/mark> autonome torinesi abbiamo affrontato alcuni dei temi che saranno discussi durante quest'assemblea\r\ngermana_31M\r\nQui di seguito il comunicato di convocazione dell'assemblea\r\n\r\nTorino, #11 luglio: blocchiamo Renzi, combattiamo l'Europa dell'austerity\r\nIl prossimo undici luglio i primi ministri dell'Unione Europea si incontreranno a Torino in un vertice in cui si parlerà di “occupazione giovanile”. Ma forse è di disoccupazione giovanile che sarebbe più lecito parlare. Se guardiamo ai dati europei la media dei senza lavoro sotto i 25 anni si aggirà intorno al 24 % ma nel Sud del continente si sfonda ampiamente il 40% e in Spagna e Grecia si va ben oltre il 50%. Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un'Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.\r\nLa scelta della città di Torino come sede dell'evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l'indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l'impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un'intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.\r\nSu questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un'accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla Trojka col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell'inferno dell'indebitamento individuale. Per un'Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.\r\nPer i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un'infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d'ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte \u003Cmark>territoriali\u003C/mark>.\r\nDobbiamo rovesciare questo programma, invertire l'ordine delle priorità. Ordinare un'altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.\r\nVoremmo che la giornata dell'11 luglio metta all'ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all'altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte \u003Cmark>territoriali\u003C/mark> , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della trojka, a partecipare ad un'assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell'11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino). \r\n#renzistaisereno #civediamolundici\r\n\r\n#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa\r\n\r\n \r\n\r\nMovimenti sociali contro l'austerity e la precarietà - Torino",[300],{"field":94,"matched_tokens":301,"snippet":297,"value":298},[66],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":37},6637,{"collection_name":159,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},21,["Reactive",307],{},["Set"],["ShallowReactive",310],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fUw9f6zqvkRpiwuDUih90kPUFhIEWKpq9KhjENhxK9V0":-1},true,"/search?query=realt%C3%A0+territoriali+centrosud"]