","MAXIOPERAZIONE CONTRO CHI AIUTA I/LE MIGRANTI SULLA ROTTA BALCANICA","post",1614339250,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/linea-dombra/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/reato-di-immigrazione-clandestina/","http://radioblackout.org/tag/rotta-balcanica/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[67,68,19,69,70],"linea d'ombra","migranti","rotta balcanica","trieste",{"post_content":72,"tags":78},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75,74],"di","clandestina”","fantomatica imputazione \u003Cmark>di\u003C/mark> “favoreggiamento dell’immigrazione \u003Cmark>clandestina”\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> cui non sono ancora chiari","Maxioperazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Polizia martedì 23 febbraio, all’alba, nel Triestino, con tanto \u003Cmark>di\u003C/mark> coinvolgimento dell’Ucigos, l’ufficio della Polizia \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato che si occupa \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo ed eversione. Nel mirino delle autorità ci sarebbero le attività \u003Cmark>di\u003C/mark> Linea D’Ombra, basate sul “fornire gratuitamente cibo, scarpe e vestiti” ai migranti, sia quelli che arrivano a Trieste, sia quelli sulla Rotta Balcanica\r\n\r\n\r\nSono state effettuate diverse perquisizioni, sequestrati i telefoni, oltre ai libri contabili dell’associazione e diversi materiali. Il tutto alla ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> prove per una fantomatica imputazione \u003Cmark>di\u003C/mark> “favoreggiamento dell’immigrazione \u003Cmark>clandestina”\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> cui non sono ancora chiari i destinatari, visto che gli attivisti che hanno subito le perquisizioni, al momento, non hanno ricevuto alcuna incriminazione formale.\r\n\r\nAbbiamo intervistato a proposito Gian Andrea\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/lineadombra.mp3\"][/audio]",[79,81,83,88,90],{"matched_tokens":80,"snippet":67},[],{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],{"matched_tokens":84,"snippet":87},[85,74,17,86],"reato","clandestina","\u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark> \u003Cmark>clandestina\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":69},[],{"matched_tokens":91,"snippet":70},[],[93,98],{"field":35,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[85,74,17,86],[87],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75,74],2314894167593451500,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":105,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},"4419510927616",13,"2314894167593451626",4,{"document":108,"highlight":122,"highlights":134,"text_match":101,"text_match_info":142},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":47,"id":111,"is_sticky":47,"permalink":112,"post_author":50,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":53,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":116,"post_type":58,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":121},[44],[46],"18985","http://radioblackout.org/2013/10/bossi-fini-schiavi-per-legge/","La morte di 359 migranti al largo di Lampedusa ha riaperto il dibattito sulle leggi che stabiliscono le regole per l'ingresso legale di lavoratori stranieri nel nostro paese. Il primo ministro Letta e il suo vice, nonché ministro dell'interno Alfano, hanno recitato bene la parte del poliziotto buono e di quello cattivo.\r\nIl 22 ottobre, nel corso di un'audizione parlamentare, Letta ha parlato dell'Europa che smarrirebbe le proprie origini se non fosse capace di accogliere profughi, rifugiati ed immigrati. Alfano gli ha fatto eco, ribadendo che in tempi di crisi la priorità è garantire un futuro agli italiani. In questo modo i due hanno accontentato gli umori del proprio elettorato. Nei fatti tuttavia entrambi chiederanno agli altri paesi europei maggiori risorse per l'accoglienza e maggiore impegno nel pattugliamento dei mari, affinché nessuno abbia più la malagrazia di annegare nelle nostre acque territoriali. A questo si aggiunge l'obiettivo di rinforzare gli accordi già esistenti con i paesi della sponda sud del Mediterraneo, perché gestiscano in loco il contrasto e le repressione dell'immigrazione. L'indice è puntato soprattutto contro la Libia, dove il frantumarsi dello Stato in una miriade di poteri territoriali determinati dal prevalere di questa quella milizia rende poco meno facile l'applicazioni degli accordi bilaterali sottoscritti da Prodi e Berlusconi con il regime di Muammar Gheddafi. Nonostante queste falle le galere libiche per immigrati, luoghi di tortura, strupro e compra vendita di ostaggi umani, sono piene di immigrati, soprattutto eritrei. Eritrei come i morti di Lampedusa, eritrei come gli scampati che non hanno potuto assistere la funerale al quale il governo italiano ha invitato i rappresentanti di quello eritreo, lo stesso da cui fuggono quelli che rischiano la vita sui barconi.\r\n\r\nLa Bossi- Fini non è, nè è mai stata, in discussione.\r\n\r\nQuesta legge è una fabbrica di clandestini, poiché, imponendo il contratto di lavoro come condizione all'ottenimento del permesso di soggiorno, di fatto, visto che nessuno viene assunto al buio in un paese lontano, fa sì che tutti, o quasi, entrino illegalmente, lavorando in nero, finché, a caro prezzo e per pochi fortunati, un decreto flussi non permette di fingere un ingresso legale nel paese in cui si vive già da anni. In questo modo i padroni hanno ottenuto manodopera a basso costo, ricattabile e licenziabile a piacimento.\r\n\r\nPer capire meglio l'origine, gli sviluppi e l'applicazione concreta di queste norme razziste, abbiamo sentito l'avvocato Gianluca Vitale, da molti anni in prima fila nella difesa degli immigrati senza carte, che finiscono imbrigliati nelle rete della Bossi-Fini. O, meglio, della Turco-Napolitano-Bossi-Fini.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nVitale","23 Ottobre 2013","2013-10-25 12:03:03","Bossi-Fini. Schiavi per legge",1382535630,[119,63,120],"http://radioblackout.org/tag/bossi-fini/","http://radioblackout.org/tag/turco-napolitano/",[15,19,26],{"post_content":123,"tags":127},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[74,74],"La morte \u003Cmark>di\u003C/mark> 359 migranti al largo \u003Cmark>di\u003C/mark>","La morte \u003Cmark>di\u003C/mark> 359 migranti al largo \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa ha riaperto il dibattito sulle leggi che stabiliscono le regole per l'ingresso legale \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoratori stranieri nel nostro paese. Il primo ministro Letta e il suo vice, nonché ministro dell'interno Alfano, hanno recitato bene la parte del poliziotto buono e \u003Cmark>di\u003C/mark> quello cattivo.\r\nIl 22 ottobre, nel corso \u003Cmark>di\u003C/mark> un'audizione parlamentare, Letta ha parlato dell'Europa che smarrirebbe le proprie origini se non fosse capace \u003Cmark>di\u003C/mark> accogliere profughi, rifugiati ed immigrati. 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Il ddl dovrà tornare alla Camera per l'approvazione definitiva.\r\nIl provvedimento prevede che l'immigrazione clandestina non sia più reato e torni a essere un illecito amministrativo: mantiene tuttavia valenza penale ogni violazione di provvedimenti amministrativi emessi in materia di immigrazione (come rientrare in Italia una volta espulsi).\r\nA illustrare l'emendamento al Senato è stato il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. \"Da un lato il reato viene abrogato - ha spiegato - dall'altro viene trasformato in illecito amministrativo\". Ciò significa \"che chi per la prima volta\" entra clandestinamente nel nostro paese \"non verrà sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso\". Ma, se rientrasse, a quel punto \"commetterebbe reato\".\r\n\r\nIl reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” era stato introdotto nel Testo Unico sull’immigrazione con l’approvazione del “pacchetto sicurezza” (legge n. 94 del 2009). In origine comportava la reclusione da un minimo di un anno ad un massimo di cinque. Questa legge rimase nell'ordinamento ben oltre il 24 dicembre 2010, quando entrò in vigore la \"direttiva rimpatri\", la legge quadro dell'UE, sottoscritta anche dall'Italia, che è incompatibile con il reato di clandestinità. Per lunghi mesi i tribunali italiani hanno continuato a emettere condanne riempiendo le carceri di immigrati senza permesso di soggiorno.\r\nQuando il governo si rassegnò a cancellare il carcere per i clandestini \"recidivi\", mantenne tuttavia la contravvenzione da cinque a diecimila euro per chi, violando un ordine di rimpatrio, si fosse rimasto ugualmente nel nostro paese.\r\nVale la pena rilevare che il pagamento non estingueva il reato, che si poteva cancellare solo andandosene spontanemente.\r\nVa da se che nessun immigrato si è mai curato molto di questa norma: perché pagare se in ogni caso si rischiava la deportazione coatta?\r\nSe la Camera confermerà il voto del Senato la contravvenzione verrà fatta solo ai recidivi, a chi deciderà di restare in Italia, dopo il decreto di espulsione.\r\nLa cancellazione del reato di clandestinità è certo un gesto di forte rilevanza simbolica, ma, nei fatti, poco cambierà se non verrà cancellata la Turco-Napolitano Bossi-Fini, la legge che rende impossibile entrare nel nostro paese per cercarsi un lavoro, la legge che ha reso stabile la clandestinità, offrendo ai padroni lavoratori sempre sotto pressione, perchè costitutivamente fuorilegge.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Mauro Straino, avvocato milanese da sempre in prima fila nella difesa degli immigrati in lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nstraino","22 Gennaio 2014","2014-01-27 12:02:03","Un colpo di spugna sul reato. La clandestinità resta",1390415487,[119,155,156],"http://radioblackout.org/tag/direttiva-rimpatri/","http://radioblackout.org/tag/reato-di-clandestinita/",[15,28,34],{"post_content":159,"post_title":163,"tags":166},{"matched_tokens":160,"snippet":161,"value":162},[85,74,74],"dal governo per limitare il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> clandestinità ai casi \u003Cmark>di\u003C/mark> recidiva.","Ieri al Senato è stato approvato l'emendamento presentato dal governo per limitare il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> clandestinità ai casi \u003Cmark>di\u003C/mark> recidiva. 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Da settimane persino le istituzioni paiono voler cambiare rotta, eliminare il reato di clandestinità, ridurre la detenzione nei CIE, fors'anche spezzare il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Sinora però il governo non è andato al di là delle chiacchiere.\r\nI fatti, di ben altro segno, non trovano alcuno spazio nei media.\r\nA fine novembre il governo Letta ha stipulato un nuovo accordo con la Libia per il controllo congiunto delle frontiere: droni italiani nel sud della Libia, militari libici e bordo delle unità della marina militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum.\r\nMa non solo. E' cominciato a Cassino l'addestramento dei militari libici che verranno impiegati nella repressione dell'immigrazione clandestina. Letta come Berlusconi, Alfano come Maroni nel 2009 decidono di esternalizzare la repressione, affidando ai libici il lavoro sporco di fermare, imprigionare, respingere profughi e migranti.\r\nLe storie come quella di F., la diciottenne eritrea, picchiata, stuprata, venduta e scampata per un pelo al Mare Nostrum, non le racconterà più nessuno. La sabbia sarà il sudario che coprirà ogni cosa.\r\nDi questo non troverete traccia sui principali organi di informazione, ma solo su blog e siti di nicchia.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un articolo, che riportiamo sotto integralmente.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nitalia-libia\r\n\r\n \r\n\r\nÈ già in Italia il primo contingente di militari libici che sarà addestrato principalmente in funzione di vigilanza e contrasto dei flussi migratori. Si tratta di 340 uomini che svolgeranno a Cassino (Fr), presso l’80° Reggimento addestramento volontari dell’Esercito italiano, un ciclo addestrativo di 14 settimane. L’attività è frutto dell’Accordo di cooperazione bilaterale tra Italia e Libia nel settore della Difesa, firmato a Roma il 28 maggio 2012. Secondo il portavoce del Ministero della difesa italiano, i cicli addestrativi prevedono la “formazione in Italia di più gruppi, scaglionati nel tempo, provenienti dalle regioni di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan”. Il programma addestrativo a cura del personale misto di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, è inoltre parte delle iniziative di “ricostruzione” delle forze armate e di sicurezza libiche, decise in occasione del vertice G8 tenutosi a Lough Erne (Irlanda del Nord), nel giugno 2013. Nello specifico, Italia e Gran Bretagna si sono impegnate ad addestrare, ognuno, 2.000 militari libici all’anno; 6.000 militari saranno addestrati dagli Stati Uniti, mentre la Francia si occuperà della formazione delle forze di polizia.\r\n\r\n \r\n\r\nParte delle attività saranno realizzate direttamente in Libia da un team dell’Esercito integrato nella Missione Italiana in Libia (MIL), ufficialmente lanciata il 1° ottobre 2013 quale “evoluzione” dell’Operazione “Cyrene” che prese il via dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi. La MIL prevede infatti un sensibile aumento del numero del personale impiegato (sino a un centinaio di uomini) e delle finalità operative “La Missione Italiana in Libia ha lo scopo di organizzare, condurre e coordinare le attività addestrative, di assistenza e consulenza nel settore della Difesa”, ha spiegato il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. “Si articola in una componente core interforze a carattere permanente, e in una componente ad hoc, costituita da mobile teams formativi, addestrativi e di supporto in base alle esigenze di volta in volta individuate dalle forze armate libiche”. Il salto strategico della nuova presenza italiana in Libia è sancito dalle risorse finanziarie messe in campo dal governo Letta: mentre nei primi nove mesi del 2013, “Cyrene” è costata 7,5 milioni di euro, nel trimestre ottobre-dicembre la missione MIL ha divorato oltre 5 milioni.\r\n\r\n \r\n\r\nLe prime significative attività addestrative in Libia hanno preso il via nel dicembre 2012, quando una ventina di ufficiali di polizia sono stati ammessi a un corso di 4 settimane organizzato dall’Arma dei carabinieri. Temi trattati: “gestione dell’ordine pubblico, tecniche di intervento operativo, check point, perquisizioni, ammanettamenti, maneggio e uso delle armi, primo soccorso, servizi di tutela e scorta, difesa personale, contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati, ecc.”. Sono seguiti poi per tutto il 2013 altri corsi pianificati e gestiti da una training mission composta da ufficiali e sottufficiali della 2a Brigata Mobile dei carabinieri. L’Arma ha curato anche l’addestramento dei “battaglioni di ordine pubblico” libici e della Border Guard a cui è affidata la vigilanza dei confini e dei siti strategici nazionali. Una trentina di militari della neo-costituita guardia di frontiera sono stati invitati per un ciclo addestrativo di 10 settimane presso il Coespu (Centre of excellence for stability police units) di Vicenza, la scuola di formazione delle forze di polizia dei paesi africani e asiatici, di proprietà dei Carabinieri ma utilizzata pure da personale specializzato di Africom, il comando militare Usa per le operazioni in Africa. Un’altra trentina di ufficiali della Border Guard e della Gendarmeria libica hanno invece partecipato nella primavera 2013, presso la Scuola del Genio e del Comando logistico dell’Esercito di Velletri (Rm), a un corso sulle “tecniche di bonifica di ordigni esplosivi convenzionali” e a uno sulla “manutenzione” dei blindati da trasporto e combattimento “Puma”. Venti di questi velivoli prodotti dal consorzio Fiat Iveco-Oto Melara erano stati consegnati “a titolo gratuito” ai libici il 6 febbraio 2013, in occasione della visita a Tripoli dell’allora ministro della difesa, ammiraglio Di Paola. In quella data fu pure raggiunto un accordo di massima tra Italia e Libia sui futuri programmi di formazione dei reparti militari e delle forze di polizia e, come spiegato dallo stesso Di Paola, “di cooperazione, anche tecnologica, nelle attività di controllo dell’immigrazione clandestina, di supporto nazionale alla ricostruzione della componente navale, sorveglianza e controllo integrato delle frontiere”.\r\n\r\n \r\n\r\nNell’ottica del rafforzamento dei legami italo-libici , una delegazione della Marina del paese nordafricano è stata ospite nel luglio 2013 dell’Accademia Navale di Livorno, della stazione elicotteri della Marina di Luni e del Comando delle forze di contromisure mine (Comfordrag) di La Spezia. E a fine ottobre, le autorità di Tripoli hanno annunciato di voler rinnovare la collaborazione con Roma e l’industria Selex ES (Finmeccanica) per installare un sistema di sorveglianza radar e monitoraggio elettronico delle coste libiche e delle frontiere con Niger, Ciad e Sudan, dal costo di 300 milioni di euro. Il contratto fu firmato il 7 ottobre 2009 all’epoca del regime di Muammar Gheddafi, ma fu interrotto nel 2011 con il completamento di solo una tranche di 150 milioni. Selex ES, con la collaborazione di GEM Elettronica, deve provvedere all’installazione di una rete radar Land Scout “in grado di individuare anche i movimenti di gruppi di persone appiedate”, e curerà la formazione degli operatori e dei manutentori libici. Secondo il sito specialistico Analisi Difesa, i libici avrebbero espresso la volontà di dotarsi pure di un non meglio precisato “monitoraggio aereo delle frontiere” che comprenderebbe l’acquisto dei droni di sorveglianza “Falco”, prodotti sempre dall’italiana Selex.\r\n\r\n \r\n\r\nChe siano gli aerei senza pilota la nuova frontiera tecnologica per le guerre ai migranti e alle migrazioni lanciate dalle forze armate italiane e libiche lo prova l’ultimo “accordo tecnico” di cooperazione bilaterale sottoscritto a Roma il 28 novembre 2013 dai ministri della difesa Mario Mauro e Abdullah Al-Thinni. Il memorandum autorizza l’impiego di mezzi aerei italiani a pilotaggio remoto in missioni a supporto delle autorità libiche per le “attività di controllo” del confine sud del Paese. Si tratta dei droni Predator del 32° Stormo dell’Aeronautica militare di Amendola (Fg), rischierati in Sicilia a Sigonella e Trapani-Birgi nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” di controllo e vigilanza del Mediterraneo. Grazie ai Predator, gli automezzi dei migranti saranno intercettati quanto attraversano il Sahara e i militari libici potranno intervenire tempestivamente per detenerli o deportarli prima che essi possano raggiungere le città costiere.\r\nSempre secondo quanto dichiarato dal Ministero della difesa italiano a conclusione del vertice bilaterale del 28 novembre scorso, “nell’ottica di uno sviluppo delle capacità nel settore della sorveglianza e della sicurezza marittima, è emersa anche la possibilità di imbarcare ufficiali libici a bordo delle unità navali italiane impegnate nell’Operazione “Mare Nostrum”, nonché di avviare corsi di addestramento sull’impiego del V-RMTC (Virtual Maritime Traffic Centre)”. Il governo Letta, cioè, pensa di consentire ai militari di un paese all’indice per le violazioni dei diritti umani, di partecipare a bordo della “San Marco” e delle fregate lanciamissili italiane alle (illegittime) operazioni di identificazione e agli (ancor più illegittimi) interrogatori di tutti coloro che saranno “salvati” nel Canale di Sicilia. “Con la stipula delle nuove intese tra il ministro della difesa libico e Mario Mauro viene svelato il vero senso della missione militare “Mare Nostrum”, sempre meno umanitaria”, ha commentato il giurista Fulvio Vassallo Paleologo dell’Università di Palermo. “Con i funzionari del ministero dell’interno già operativi potranno essere imbarcati agenti di polizia libici, con conseguenze devastanti per il destino dei naufraghi raccolti in mare, tutti ormai potenziali richiedenti asilo, che saranno sempre più esposti al rischio di identificazioni violente e di successivi respingimenti in Libia. Si potrà ripetere dunque quanto accaduto nel 2009, quando la Guardia di Finanza italiana riportò in Libia decine di migranti. Pratica per la quale l’Italia è stata condannata, nel 2012, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.\r\n\r\n ","15 Gennaio 2014","2014-06-12 08:41:25","Immigrazione. L'Italia addestra i militari libici",1389805637,[203,204,205,206,207],"http://radioblackout.org/tag/addestramento/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/libia/",[24,209,17,210,211],"droni","italia","libia",{"post_content":213,"post_title":217,"tags":221},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[85,74],"voler cambiare rotta, eliminare il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> clandestinità, ridurre la detenzione nei","Ieri i principali quotidiani davano ampio spazio alla testimonianza dell'unica superstite della strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa, una ragazza eritrea, che testimoniando contro uno degli mercanti \u003Cmark>di\u003C/mark> carne umana sotto processo nel nostro paese, ha raccontato le botte, gli stupri continui, i ricatti, gli omicidi che avevano segnato la sua vita \u003Cmark>di\u003C/mark> ragazza all'alba della vita e delle centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> altri profughi incappati nel destino obbligato \u003Cmark>di\u003C/mark> chi fugge guerre e persecuzioni, attraversando il deserto ed il mare.\r\nLe pagine dei giornali trasudavano commozione, sdegno, solidarietà umana. Da settimane persino le istituzioni paiono voler cambiare rotta, eliminare il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> clandestinità, ridurre la detenzione nei CIE, fors'anche spezzare il legame tra permesso \u003Cmark>di\u003C/mark> soggiorno e contratto \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro. Sinora però il governo non è andato al \u003Cmark>di\u003C/mark> là delle chiacchiere.\r\nI fatti, \u003Cmark>di\u003C/mark> ben altro segno, non trovano alcuno spazio nei media.\r\nA fine novembre il governo Letta ha stipulato un nuovo accordo con la Libia per il controllo congiunto delle frontiere: droni italiani nel sud della Libia, militari libici e bordo delle unità della marina militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum.\r\nMa non solo. E' cominciato a Cassino l'addestramento dei militari libici che verranno impiegati nella repressione dell'immigrazione \u003Cmark>clandestina\u003C/mark>. Letta come Berlusconi, Alfano come Maroni nel 2009 decidono \u003Cmark>di\u003C/mark> esternalizzare la repressione, affidando ai libici il lavoro sporco \u003Cmark>di\u003C/mark> fermare, imprigionare, respingere profughi e migranti.\r\nLe storie come quella \u003Cmark>di\u003C/mark> F., la diciottenne eritrea, picchiata, stuprata, venduta e scampata per un pelo al Mare Nostrum, non le racconterà più nessuno. La sabbia sarà il sudario che coprirà ogni cosa.\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> questo non troverete traccia sui principali organi \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione, ma solo su blog e siti \u003Cmark>di\u003C/mark> nicchia.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore \u003Cmark>di\u003C/mark> un articolo, che riportiamo sotto integralmente.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nitalia-libia\r\n\r\n \r\n\r\nÈ già in Italia il primo contingente \u003Cmark>di\u003C/mark> militari libici che sarà addestrato principalmente in funzione \u003Cmark>di\u003C/mark> vigilanza e contrasto dei flussi migratori. Si tratta \u003Cmark>di\u003C/mark> 340 uomini che svolgeranno a Cassino (Fr), presso l’80° Reggimento addestramento volontari dell’Esercito italiano, un ciclo addestrativo \u003Cmark>di\u003C/mark> 14 settimane. L’attività è frutto dell’Accordo \u003Cmark>di\u003C/mark> cooperazione bilaterale tra Italia e Libia nel settore della Difesa, firmato a Roma il 28 maggio 2012. Secondo il portavoce del Ministero della difesa italiano, i cicli addestrativi prevedono la “formazione in Italia \u003Cmark>di\u003C/mark> più gruppi, scaglionati nel tempo, provenienti dalle regioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Tripolitania, Cirenaica e Fezzan”. Il programma addestrativo a cura del personale misto \u003Cmark>di\u003C/mark> Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, è inoltre parte delle iniziative \u003Cmark>di\u003C/mark> “ricostruzione” delle forze armate e \u003Cmark>di\u003C/mark> sicurezza libiche, decise in occasione del vertice G8 tenutosi a Lough Erne (Irlanda del Nord), nel giugno 2013. Nello specifico, Italia e Gran Bretagna si sono impegnate ad addestrare, ognuno, 2.000 militari libici all’anno; 6.000 militari saranno addestrati dagli Stati Uniti, mentre la Francia si occuperà della formazione delle forze \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia.\r\n\r\n \r\n\r\nParte delle attività saranno realizzate direttamente in Libia da un team dell’Esercito integrato nella Missione Italiana in Libia (MIL), ufficialmente lanciata il 1° ottobre 2013 quale “evoluzione” dell’Operazione “Cyrene” che prese il via dopo la caduta del regime \u003Cmark>di\u003C/mark> Muammar Gheddafi. La MIL prevede infatti un sensibile aumento del numero del personale impiegato (sino a un centinaio \u003Cmark>di\u003C/mark> uomini) e delle finalità operative “La Missione Italiana in Libia ha lo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> organizzare, condurre e coordinare le attività addestrative, \u003Cmark>di\u003C/mark> assistenza e consulenza nel settore della Difesa”, ha spiegato il Capo \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato Maggiore, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. “Si articola in una componente core interforze a carattere permanente, e in una componente ad hoc, costituita da mobile teams formativi, addestrativi e \u003Cmark>di\u003C/mark> supporto in base alle esigenze \u003Cmark>di\u003C/mark> volta in volta individuate dalle forze armate libiche”. Il salto strategico della nuova presenza italiana in Libia è sancito dalle risorse finanziarie messe in campo dal governo Letta: mentre nei primi nove mesi del 2013, “Cyrene” è costata 7,5 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> euro, nel trimestre ottobre-dicembre la missione MIL ha divorato oltre 5 milioni.\r\n\r\n \r\n\r\nLe prime significative attività addestrative in Libia hanno preso il via nel dicembre 2012, quando una ventina \u003Cmark>di\u003C/mark> ufficiali \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia sono stati ammessi a un corso \u003Cmark>di\u003C/mark> 4 settimane organizzato dall’Arma dei carabinieri. Temi trattati: “gestione dell’ordine pubblico, tecniche \u003Cmark>di\u003C/mark> intervento operativo, check point, perquisizioni, ammanettamenti, maneggio e uso delle armi, primo soccorso, servizi \u003Cmark>di\u003C/mark> tutela e scorta, difesa personale, contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati, ecc.”. Sono seguiti poi per tutto il 2013 altri corsi pianificati e gestiti da una training mission composta da ufficiali e sottufficiali della 2a Brigata Mobile dei carabinieri. L’Arma ha curato anche l’addestramento dei “battaglioni \u003Cmark>di\u003C/mark> ordine pubblico” libici e della Border Guard a cui è affidata la vigilanza dei confini e dei siti strategici nazionali. Una trentina \u003Cmark>di\u003C/mark> militari della neo-costituita guardia \u003Cmark>di\u003C/mark> frontiera sono stati invitati per un ciclo addestrativo \u003Cmark>di\u003C/mark> 10 settimane presso il Coespu (Centre of excellence for stability police units) \u003Cmark>di\u003C/mark> Vicenza, la scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> formazione delle forze \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia dei paesi africani e asiatici, \u003Cmark>di\u003C/mark> proprietà dei Carabinieri ma utilizzata pure da personale specializzato \u003Cmark>di\u003C/mark> Africom, il comando militare Usa per le operazioni in Africa. Un’altra trentina \u003Cmark>di\u003C/mark> ufficiali della Border Guard e della Gendarmeria libica hanno invece partecipato nella primavera 2013, presso la Scuola del Genio e del Comando logistico dell’Esercito \u003Cmark>di\u003C/mark> Velletri (Rm), a un corso sulle “tecniche \u003Cmark>di\u003C/mark> bonifica \u003Cmark>di\u003C/mark> ordigni esplosivi convenzionali” e a uno sulla “manutenzione” dei blindati da trasporto e combattimento “Puma”. Venti \u003Cmark>di\u003C/mark> questi velivoli prodotti dal consorzio Fiat Iveco-Oto Melara erano stati consegnati “a titolo gratuito” ai libici il 6 febbraio 2013, in occasione della visita a Tripoli dell’allora ministro della difesa, ammiraglio \u003Cmark>Di\u003C/mark> Paola. In quella data fu pure raggiunto un accordo \u003Cmark>di\u003C/mark> massima tra Italia e Libia sui futuri programmi \u003Cmark>di\u003C/mark> formazione dei reparti militari e delle forze \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia e, come spiegato dallo stesso \u003Cmark>Di\u003C/mark> Paola, “\u003Cmark>di\u003C/mark> cooperazione, anche tecnologica, nelle attività \u003Cmark>di\u003C/mark> controllo dell’immigrazione \u003Cmark>clandestina\u003C/mark>, \u003Cmark>di\u003C/mark> supporto nazionale alla ricostruzione della componente navale, sorveglianza e controllo integrato delle frontiere”.\r\n\r\n \r\n\r\nNell’ottica del rafforzamento dei legami italo-libici , una delegazione della Marina del paese nordafricano è stata ospite nel luglio 2013 dell’Accademia Navale \u003Cmark>di\u003C/mark> Livorno, della stazione elicotteri della Marina \u003Cmark>di\u003C/mark> Luni e del Comando delle forze \u003Cmark>di\u003C/mark> contromisure mine (Comfordrag) \u003Cmark>di\u003C/mark> La Spezia. E a fine ottobre, le autorità \u003Cmark>di\u003C/mark> Tripoli hanno annunciato \u003Cmark>di\u003C/mark> voler rinnovare la collaborazione con Roma e l’industria Selex ES (Finmeccanica) per installare un sistema \u003Cmark>di\u003C/mark> sorveglianza radar e monitoraggio elettronico delle coste libiche e delle frontiere con Niger, Ciad e Sudan, dal costo \u003Cmark>di\u003C/mark> 300 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> euro. Il contratto fu firmato il 7 ottobre 2009 all’epoca del regime \u003Cmark>di\u003C/mark> Muammar Gheddafi, ma fu interrotto nel 2011 con il completamento \u003Cmark>di\u003C/mark> solo una tranche \u003Cmark>di\u003C/mark> 150 milioni. Selex ES, con la collaborazione \u003Cmark>di\u003C/mark> GEM Elettronica, deve provvedere all’installazione \u003Cmark>di\u003C/mark> una rete radar Land Scout “in grado \u003Cmark>di\u003C/mark> individuare anche i movimenti \u003Cmark>di\u003C/mark> gruppi \u003Cmark>di\u003C/mark> persone appiedate”, e curerà la formazione degli operatori e dei manutentori libici. Secondo il sito specialistico Analisi Difesa, i libici avrebbero espresso la volontà \u003Cmark>di\u003C/mark> dotarsi pure \u003Cmark>di\u003C/mark> un non meglio precisato “monitoraggio aereo delle frontiere” che comprenderebbe l’acquisto dei droni \u003Cmark>di\u003C/mark> sorveglianza “Falco”, prodotti sempre dall’italiana Selex.\r\n\r\n \r\n\r\nChe siano gli aerei senza pilota la nuova frontiera tecnologica per le guerre ai migranti e alle migrazioni lanciate dalle forze armate italiane e libiche lo prova l’ultimo “accordo tecnico” \u003Cmark>di\u003C/mark> cooperazione bilaterale sottoscritto a Roma il 28 novembre 2013 dai ministri della difesa Mario Mauro e Abdullah Al-Thinni. Il memorandum autorizza l’impiego \u003Cmark>di\u003C/mark> mezzi aerei italiani a pilotaggio remoto in missioni a supporto delle autorità libiche per le “attività \u003Cmark>di\u003C/mark> controllo” del confine sud del Paese. 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Grazie ai Predator, gli automezzi dei migranti saranno intercettati quanto attraversano il Sahara e i militari libici potranno intervenire tempestivamente per detenerli o deportarli prima che essi possano raggiungere le città costiere.\r\nSempre secondo quanto dichiarato dal Ministero della difesa italiano a conclusione del vertice bilaterale del 28 novembre scorso, “nell’ottica \u003Cmark>di\u003C/mark> uno sviluppo delle capacità nel settore della sorveglianza e della sicurezza marittima, è emersa anche la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> imbarcare ufficiali libici a bordo delle unità navali italiane impegnate nell’Operazione “Mare Nostrum”, nonché \u003Cmark>di\u003C/mark> avviare corsi \u003Cmark>di\u003C/mark> addestramento sull’impiego del V-RMTC (Virtual Maritime Traffic Centre)”. 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Zuccaro si è imbarcato in una crociata contro le ONG, aperta da Beppe Grillo e perfezionata dal ministro dell’Interno Minniti.\r\nIl 27 marzo il teorema di Zuccaro aveva subito un primo colpo dal gip di Catania Nunzio Sarpietro che aveva confermato il sequestro della nave, ma si era dichiarato non competente al livello territoriale per i reati contestati e aveva passato il fascicolo al gip di Ragusa. Sarpietro infatti aveva fatto cadere l’accusa di associazione a delinquere contro il capitano Marc Creus Reig e la coordinatrice dei soccorsi Ana Isabel Montes Mier, lasciando in piedi invece l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questo elemento aveva fatto decadere la competenza territoriale del tribunale di Catania che ha una specifica autorità per i reati associativi.\r\n\r\nGiampiccolo ha scritto che la Open Arms ha rispettato la regola di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro, sostenendo che la Libia non offre garanzie. Il giudice ha riconosciuto che la Libia è “un luogo in cui avvengono gravi violazioni dei diritti umani (con persone trattenute in strutture di detenzione in condizioni di sovraffollamento, senza accesso a cure mediche e a un’adeguata alimentazione, e sottoposte a maltrattamenti e stupri e lavori forzati)”.\r\n\r\nMarc Creus Reig e Ana Isabel Montes Mier rimangono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché è riconosciuta una condotta di “disobbedienza alle direttive impartite” da chi coordinava i soccorsi, ma il sequestro della nave non è convalidato, perché il gip sostiene che i soccorritori abbiano agito in uno “stato di necessità”. Questa condizione fa decadere il reato di favoreggiamento per chi ha commesso un reato “costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave”.\r\nLa Open Arms andrà in riparazione e presto, in attesa della sua riparazione o dell’acquisto di una nuova imbarcazione, nel Mediterraneo, nel Mare di Mezzo veleggerà il veliero Astral.\r\n\r\nQuesta vicenda, nonostante il parziale ridimensionamento delle accuse, dimostra la volontà del governo di eliminare ogni presenza scomoda sulle rotte dell’immigrazione.\r\nCome dimostra la stessa vicenda della Open Arms, il bastone del comando è in mano alla Marina Militare Italiana, che punta a far sì che le operazioni in mare siano gestite dalla guardia costiera libica.\r\nNei fatti si ritorna ai respingimenti di massa, vietati dai trattati internazionali, e, perciò, nascosti sotto la foglia di fico dei soccorsi dei libici.\r\n\r\nI migranti, che sanno quello che li aspetta, quando vedono i libici si gettano in mare.\r\n\r\nCe ne ha parlato Riccardo Gatti responsabile italiano della ONG spagnola.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 04 17 gatti open arms","17 Aprile 2018","2018-04-23 13:04:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/proactiva-open-arms-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/proactiva-open-arms-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/proactiva-open-arms-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/proactiva-open-arms-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/proactiva-open-arms-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Liberata la Open Arms",1523991699,[261,205,262,263,264,265],"http://radioblackout.org/tag/dissequestro-open-arms/","http://radioblackout.org/tag/mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/ong/","http://radioblackout.org/tag/open-arms/","http://radioblackout.org/tag/respingimenti-di-massa/",[32,17,267,22,268,30],"Mediterraneo","open arms",{"post_content":270,"tags":274},{"matched_tokens":271,"snippet":272,"value":273},[85,74],"Questa condizione fa decadere il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> favoreggiamento per chi ha commesso","Il giudice per le indagini preliminari \u003Cmark>di\u003C/mark> Ragusa, Giovanni Giampiccolo, ha disposto il dissequestro della nave dell’ong spagnola Proactiva Open Arms, che era ferma nel porto \u003Cmark>di\u003C/mark> Pozzallo dal 18 marzo dopo aver soccorso 218 migranti in due diverse operazioni al largo della Libia.\r\nLa nave – attiva nel soccorso \u003Cmark>di\u003C/mark> migranti nel Mediterraneo centrale – era stata sequestrata su ordine della procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Catania, guidata da Carmelo Zuccaro, nell’ambito \u003Cmark>di\u003C/mark> un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione \u003Cmark>clandestina\u003C/mark> e associazione a delinquere. 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Un servizio pulito, dove gli ordini di Roma venivano eseguiti dall'esecrabile alleato.\r\nIl caos mediatico/politico dei morti di Lampedusa ha uno scopo molto chiaro: ottenere maggiori risorse dall'Europa, una sede di Frontex in Italia e più risorse per pagare i paesi della sponda sud del Mediterraneo perché facciano da gendarmi e carcerieri per migranti e profughi.\r\nCosì i corpi in eccesso potranno essere respinti, richiusi, seppelliti lontano dalle nostre sponde. Ancora una volta invisibili.\r\n\r\nIl corpo del nazista e il corpo politico\r\nSin troppo visibile è il corpo dell'anziano nazista Priebke. Nessuno lo vuole. In questo paese senza memoria un nazista morto crea imbarazzo. Come se una tomba al Verano fosse un eccesso di pietas, quella pietas che certo l'ufficiale delle SS non ebbe mai per le proprie vittime.\r\nCosì si assiste al paradosso che la strage di Stato di Lampedusa, i corpi in eccesso selezionati dal mare per conto del governo italiano hanno esequie di Stato, mentre il corpo del nazista ospitato per anni a Roma crea imbarazzo. Questione di identità. Gli italiani brava gente seppelliscono le vittime delle loro leggi, negano la sepoltura a chi, nel nome di una legge analoga, ha fatto fucilare 335 inermi. Per una singolare corrispondenza il numero delle vittime è quasi lo stesso.\r\n\r\nDanza macabra\r\nA Torino, senza pudore, i leghisti hanno compiuto la loro danza macabra nel centro cittadino. Qualche centinaio di metri di corteo, poche migliaia di persone hanno sfilato in un verde metallico che nulla ha della tenerezza dell'erba. Intorno a loro un dispositivo militare senza pari. Centinaia di poliziotti e carabinieri hanno paralizzato il centro, chiudendo in una morsa d'acciaio la manifestazione leghista.\r\nNonostante l'imponente dispositivo la manifestazione è stata contestata da più parti: non violenti in piazza CLN, No Tav in via Nizza, un migliaio di antirazzisti in corteo hanno assediato per ore i tristi padani. Gli antirazzisti hanno attraversato il centro cittadino, cercando di raggiungere la stazione. La polizia ha fatto leggere ma frequenti cariche per impedire al corteo di avvicinarsi ai leghisti.\r\nPer loro i morti di Lampedusa sono una festa. Come dimenticare i manifesti, che incitavano a fermare l’invasione? Come dimenticare la presidente leghista della Camera Irene Pivetti che nel 1997 esortava la Marina Militare a speronare le barche degli immigrati? Il 28 marzo la corvetta Sibilla mandò a picco la Kater i Rades piena di albanesi. Vennero recuperati solo 81 corpi. Gli altri restarono tra le braccia del Mediterraneo.\r\nIl figlio del Senatur qualche anno dopo è andato proprio in Albania ad acquisire una laurea.\r\nLa presidente ultracattolica della Camera passò dal modello Vandea a quello sado maso, restando così coerente con se stessa.\r\nI democratici, da vent'anni al governo della città, hanno scelto di stare al coperto. Un silenzio fragoroso.\r\nNelle stesse ore a Roma i sinceri democratici sfilavano per la Costituzione, come se l'astrattezza dei principi potesse fare argine alla concreta ferocia del nostro tempo.\r\nIl boia delle Ardeatine ha sempre negato le camere a gas, i forni che smaltivano quel che restava dei corpi in eccesso.\r\nI boia democratici rendono omaggio alle loro vittime.","13 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/mare-nostrum-200x110.jpg","I morti di Lampedusa, il vecchio nazista, la danza macabra della Lega Nord","podcast",1381689483,[205,336,337,338,339],"http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/lega-nord/","http://radioblackout.org/tag/priebke/","http://radioblackout.org/tag/razzismo-di-stato/",[17,317,315,313,320],{"post_content":342,"post_title":346,"tags":349},{"matched_tokens":343,"snippet":344,"value":345},[85,74,17,86],"Senato ha votato l'abolizione del \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark> \u003Cmark>clandestina\u003C/mark>. 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Niente \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo sotto il sole.\r\nIl guru genovese, famoso per le sue dichiarazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> stampo leghista sugli immigrati, considerati potenziali terroristi, non può che nuotare nel mare caldo della maggioranza rancorosa su cui si sono fondate le fortune della destra xenofoba.\r\nAltre crepe si aprono nella compagine pentastellata, dove il populismo giustizialista macina insieme le vicende giudiziarie \u003Cmark>di\u003C/mark> Berlusconi, gli affogati del Mediterraneo, gli affarucci della casta.\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> fatto il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark> \u003Cmark>clandestina\u003C/mark> è una scatola vuota, che costa ben poco buttare nel bidone della carta da riciclare. Il governo Berlusconi fu obbligato a cancellare la pena detentiva per adeguarsi alle normative che anche l'Italia aveva sottoscritto in sede europea. Oggi chi viola l'ordine \u003Cmark>di\u003C/mark> allontanarsi dal territorio nazionale rischia una multa da cinque a dieci mila euro. La sanzione non cancella il \u003Cmark>reato\u003C/mark>, anche se l'immigrato paga, resta sempre clandestino. Ne consegue che nessuno paga e nessuno se va spontaneamente dall'Italia.\r\nAbolire il \u003Cmark>reato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>immigrazione\u003C/mark> \u003Cmark>clandestina\u003C/mark> sarebbe un gesto meramente simbolico. Certo anche i simboli contano, ma non vorremmo che qualcuno si salvasse la faccia con poco sforzo.\r\n\r\nNuovi democristiani\r\nDal canto suo Enrico Letta con raffinatezza democristiana dichiara al direttore \u003Cmark>di\u003C/mark> Repubblica Ezio Mauro, che da uomo e da politico, cancellerebbe la Bossi-Fini. Peccato che il governo delle grandi alleanze gli fornisca un buon alibi per fare bella figura senza fare nulla.\r\nI piroscafi stanno portando via le bare da Lampedusa: bisogna fare posto ai morti pescati \u003Cmark>di\u003C/mark> fresco. Altre centinaia nella contabilità \u003Cmark>di\u003C/mark> morte della Turco-Napolitano Bossi-Fini. La Libia del dopo Gheddafi non garantisce più il servizio delle proprie prigioni/lager. Un servizio pulito, dove gli ordini \u003Cmark>di\u003C/mark> Roma venivano eseguiti dall'esecrabile alleato.\r\nIl caos mediatico/politico dei morti \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa ha uno scopo molto chiaro: ottenere maggiori risorse dall'Europa, una sede \u003Cmark>di\u003C/mark> Frontex in Italia e più risorse per pagare i paesi della sponda sud del Mediterraneo perché facciano da gendarmi e carcerieri per migranti e profughi.\r\nCosì i corpi in eccesso potranno essere respinti, richiusi, seppelliti lontano dalle nostre sponde. Ancora una volta invisibili.\r\n\r\nIl corpo del nazista e il corpo politico\r\nSin troppo visibile è il corpo dell'anziano nazista Priebke. Nessuno lo vuole. In questo paese senza memoria un nazista morto crea imbarazzo. Come se una tomba al Verano fosse un eccesso \u003Cmark>di\u003C/mark> pietas, quella pietas che certo l'ufficiale delle SS non ebbe mai per le proprie vittime.\r\nCosì si assiste al paradosso che la strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa, i corpi in eccesso selezionati dal mare per conto del governo italiano hanno esequie \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato, mentre il corpo del nazista ospitato per anni a Roma crea imbarazzo. Questione \u003Cmark>di\u003C/mark> identità. Gli italiani brava gente seppelliscono le vittime delle loro leggi, negano la sepoltura a chi, nel nome \u003Cmark>di\u003C/mark> una legge analoga, ha fatto fucilare 335 inermi. Per una singolare corrispondenza il numero delle vittime è quasi lo stesso.\r\n\r\nDanza macabra\r\nA Torino, senza pudore, i leghisti hanno compiuto la loro danza macabra nel centro cittadino. Qualche centinaio \u003Cmark>di\u003C/mark> metri \u003Cmark>di\u003C/mark> corteo, poche migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone hanno sfilato in un verde metallico che nulla ha della tenerezza dell'erba. Intorno a loro un dispositivo militare senza pari. Centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> poliziotti e carabinieri hanno paralizzato il centro, chiudendo in una morsa d'acciaio la manifestazione leghista.\r\nNonostante l'imponente dispositivo la manifestazione è stata contestata da più parti: non violenti in piazza CLN, No Tav in via Nizza, un migliaio \u003Cmark>di\u003C/mark> antirazzisti in corteo hanno assediato per ore i tristi padani. Gli antirazzisti hanno attraversato il centro cittadino, cercando \u003Cmark>di\u003C/mark> raggiungere la stazione. La polizia ha fatto leggere ma frequenti cariche per impedire al corteo \u003Cmark>di\u003C/mark> avvicinarsi ai leghisti.\r\nPer loro i morti \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa sono una festa. Come dimenticare i manifesti, che incitavano a fermare l’invasione? Come dimenticare la presidente leghista della Camera Irene Pivetti che nel 1997 esortava la Marina Militare a speronare le barche degli immigrati? Il 28 marzo la corvetta Sibilla mandò a picco la Kater i Rades piena \u003Cmark>di\u003C/mark> albanesi. Vennero recuperati solo 81 corpi. Gli altri restarono tra le braccia del Mediterraneo.\r\nIl figlio del Senatur qualche anno dopo è andato proprio in Albania ad acquisire una laurea.\r\nLa presidente ultracattolica della Camera passò dal modello Vandea a quello sado maso, restando così coerente con se stessa.\r\nI democratici, da vent'anni al governo della città, hanno scelto \u003Cmark>di\u003C/mark> stare al coperto. Un silenzio fragoroso.\r\nNelle stesse ore a Roma i sinceri democratici sfilavano per la Costituzione, come se l'astrattezza dei principi potesse fare argine alla concreta ferocia del nostro tempo.\r\nIl boia delle Ardeatine ha sempre negato le camere a gas, i forni che smaltivano quel che restava dei corpi in eccesso.\r\nI boia democratici rendono omaggio alle loro vittime.",{"matched_tokens":347,"snippet":348,"value":348},[74],"I morti \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa, il vecchio nazista, la danza macabra della Lega Nord",[350,352,354,356,358],{"matched_tokens":351,"snippet":228,"value":228},[17],{"matched_tokens":353,"snippet":317,"value":317},[],{"matched_tokens":355,"snippet":315,"value":315},[],{"matched_tokens":357,"snippet":313,"value":313},[],{"matched_tokens":359,"snippet":360,"value":360},[74],"razzismo \u003Cmark>di\u003C/mark> stato",[362,364,371],{"field":99,"matched_tokens":363,"snippet":344,"value":345},[85,74,17,86],{"field":35,"indices":365,"matched_tokens":366,"snippets":369,"values":370},[47,106],[367,368],[17],[74],[228,360],[228,360],{"field":183,"matched_tokens":372,"snippet":348,"value":348},[74],2314894167592927000,{"best_field_score":375,"best_field_weight":188,"fields_matched":189,"num_tokens_dropped":47,"score":376,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},"4419510927360","2314894167592927347",6637,{"collection_name":333,"first_q":19,"per_page":301,"q":19},["Reactive",380],{},["Set"],["ShallowReactive",383],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f5ETzrM1QhBg3EhdYOH6Afj_KxEUtNpULSGIsi41bwbY":-1},true,"/search?query=reato+di+immigrazione+clandestina"]