","La scuola sotto il tavolo di concertazione: 17 maggio sciopero di base","post",1558015066,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/17-maggio-2019/","http://radioblackout.org/tag/precariato/","http://radioblackout.org/tag/regionalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-scuola/",[17,15,21,19],{"post_content":53,"tags":57},{"matched_tokens":54,"snippet":55,"value":56},[21],"non docente... e invece la \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark>, su cui tutti erano concordi","I sindacati concertativi sono proprio senza vergogna: dopo un blocco salariale di 10 anni e l'inizio della vacanza contrattuale, Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals, hanno impiegato 5 minuti a farsi piacere la fuffa del governo che ha promesso in un prossimo futuro – postelettorale – di occuparsi di adeguamento dei salari dei lavoratori della scuola; di precariato, sempre vessato (al punto che si inasprisce ancora la quantità di mesi – 36! – di servizio per poter accedere a graduatorie; di personale non docente... e invece la \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark>, su cui tutti erano concordi dovesse essere stralciata, sarà solo parzialmente (forse) adeguata alle richieste.\r\n\r\nMa il pasticcio è molto più ingarbugliato di questi punti sintetizzati brevemente e allora abbiamo chiesto ad Alfonso Natale della Cub di spiegarci meglio i motivi della mobilitazione culminata con lo sciopero generale della scuola il 17 maggio, che vede per una volta tutti i sindacati di base aderire:\r\n\r\n2019-05-17-scuola\r\n\r\nA Torino presidio dalle 10 in corso Vittorio Emanuele 70 sotto la sede dell'Ufficio Scolastico Regionale",[58,60,62,65],{"matched_tokens":59,"snippet":17},[],{"matched_tokens":61,"snippet":15},[],{"matched_tokens":63,"snippet":64},[21],"\u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":66,"snippet":19},[],[68,74],{"field":22,"indices":69,"matched_tokens":71,"snippets":73},[70],2,[72],[21],[64],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":55,"value":56},"post_content",[21],578730123365712000,{"best_field_score":79,"best_field_weight":80,"fields_matched":70,"num_tokens_dropped":33,"score":81,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},"1108091339008",13,"578730123365711978",6646,{"collection_name":44,"first_q":21,"per_page":84,"q":21},6,{"facet_counts":86,"found":106,"hits":107,"out_of":237,"page":14,"request_params":238,"search_cutoff":23,"search_time_ms":84},[87,99],{"counts":88,"field_name":97,"sampled":23,"stats":98},[89,91,93,95],{"count":70,"highlighted":90,"value":90},"Voci dall'antropocene",{"count":14,"highlighted":92,"value":92},"liberation front",{"count":14,"highlighted":94,"value":94},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":25},{"counts":100,"field_name":22,"sampled":23,"stats":105},[101,103],{"count":70,"highlighted":102,"value":102},"voci antropocene",{"count":14,"highlighted":104,"value":104},"Bastioni di Orione",{"total_values":70},5,[108,142,167,191,215],{"document":109,"highlight":123,"highlights":131,"text_match":137,"text_match_info":138},{"comment_count":33,"id":110,"is_sticky":33,"permalink":111,"podcastfilter":112,"post_author":113,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":39,"post_id":110,"post_modified":116,"post_thumbnail":117,"post_title":118,"post_type":119,"sort_by_date":120,"tag_links":121,"tags":122},"86388","http://radioblackout.org/podcast/la-guerra-oltre-gaza-regionalizzazione-del-conflitto/",[92],"liberationfront","Il conflitto apertosi il 7 ottobre con gli attacchi di Hamas contro Israele conta ormai più di cento giorni. In questo tempo, una situazione già complessa si è intricata ulteriormente in un accavallarsi di eventi e interventi che, si può dire, stanno drammaticamente ridisegnando il volto del Medio Oriente.\r\n\r\nIl processo di regionalizzazione del conflitto è la fonte di maggiore preoccupazione a questo punto. Si è infatti passati da una \"guerra asimmetrica\" inaugurata dalla rottura dei confini territoriali dello storico oppressore da parte di Hamas e presto trasferita nella prigione a cielo aperto di Gaza, ora una distesa di macerie a causa dell'implacabile vendetta israeliana, al coinvolgimento di nuovi attori e regioni di scontro. Gli attacchi sul Mar Rosso del gruppo armato yemenita degli Houthi hanno scatenato le reazioni occidentali (USA e UK) dimostrando, da una parte, che l'iniziativa del conflitto continua a originarsi a oriente; dall'altra, che si è ormai andati oltre la periodicamente rispolverata \"soluzione dei due stati\" come panacea delle questioni arabo-israeliane, e che ci si deve confrontare con una inconciliabilità di posizioni e con la mancanza delle condizioni materiali per prospettare una risoluzione del conflitto.\r\n\r\nL'incognita sui movimenti futuri di altri attori chiave, come Hezbollah in Libano, e soprattutto sul futuro delle centinaia di migliaia di palestinesi sfollati a sud di Gaza avvolge il tutto con una patina opaca e non certo rosea.\r\n\r\nMarco Magnano, giornalista indipendente e autore del podcast \"La guerra a Gaza vista dal Libano\" ci aiuta navigare in queste acque perigliose provando a dare una rotta ai nostri tentativi di interpretazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Magnano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]\r\n\r\n \r\n\r\nPer chiudere, le parole di Momo della scuola di circo \"Pirilampo\", che ci parla di come il circo può riuscire ad attraversare anche i muri eretti da Israele e di chi, mettendo \"il naso fuori dal tendone\" prova a esprimere solidarietà e a far pensare con le acrobazie (e i tendoni):\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Pirilampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]","16 Gennaio 2024","2024-01-16 20:40:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/gaza-bambino-200x110.jpg","La guerra oltre Gaza: regionalizzazione del conflitto","podcast",1705437642,[],[],{"post_content":124,"post_title":128},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":127},[21],"Medio Oriente.\r\n\r\nIl processo di \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark> del conflitto è la fonte","Il conflitto apertosi il 7 ottobre con gli attacchi di Hamas contro Israele conta ormai più di cento giorni. 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Il portavoce di Tsahal, l'esercito di Israele, il generale Richard Hect, incalzato da Wolf Blitzer della CNN sul fatto che non distinguessero tra civili e Hamas ha candidamente ammesso: “Questa è la tragedia della guerra. Abbiamo detto loro di spostarsi a Sud”.\r\n\r\nCome sottolineato da molti analisti Israele sembra avere un piano militare che si va via via palesando ma che resta privo di una chiara visione politica del dopo. Ammesso che sia possibile sconfiggere Hamas, è indispensabile per Israele che non si presenti sotto altre forme nel giro di pochi anni e questo appare impossibile.\r\n\r\nL'agenda militare israeliana sembra aver messo in conto la fine della Striscia di Gaza come la conosciamo con la migrazione forzata di centinaia di migliaia di gazawi di cui dovrebbe farsi carico l'Egitto, per il quale Israele avrebbe pronto un formidabile piano di dimezzamento del debito. Il Paese appare però quanto mai recalcitrante e ieri ha espresso, attraverso la voce del suo premier Mostafa Madbouly, di essere disposto a sacrificare milioni di uomini per difendere i proprio confini. L'idea è la costituzione di una enorme fascia di sicurezza verso Israele che taglierebbe in due la Striscia, creando una zona cuscinetto militarizzata.\r\n\r\nAi nostri microfoni Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto dal Medio Oriente, sulla drammatica situazione di Gaza e le presunte intenzioni israeliane.\r\n\r\nDentro l'assalto israeliano c'è la resistenza di Hamas di cui è difficile apprezzare la consistenza. Potrebbe essere piegata in qualche settimana ma anche durare mesi, visto che la formazione sembra in grado di portare a segno alcune controffensive grazie a una rete di tunnel ancora sconosciuta all'esercito israeliano. Il tempo sembrerebbe giocare in favore della Palestina perché continuerebbe a crescere la pressione internazionale su Israele e perché potrebbe emergere un protagonismo arabo, anche delle masse, che spingerebbe verso una regionalizzazione del conflitto; in particolare appare esplosiva la situazione in Cisgiordania, dove i coloni spadroneggiano protetti dall'esercito. Intanto l'Iran si è giocato la carta dello Yemen, che dal 31 ottobre è ufficialmente in guerra con Israele, ma sembrerebbe più una mossa politica che militare e rimane aperta la questione se e quando agirà Hezbollah, che rappresenta il pericolo più immediato per Israele.\r\n\r\nIntanto il massacro in atto sembra muovere qualcosa di inedito a certi livelli medio-alti della società americana, da sempre il miglior alleato di Israele che, però, sembra mostrare alcune crepe soprattutto nel mondo accademico e studentesco ma anche nella componente ebraica giovanile (e ovviamente a vari livelli del Partito Democratico, dove le minoranze arabe hanno un qualche peso).\r\nSulle manifestazioni che hanno interessato in particolare tre grandi città americane una corrispondenza con Felice Mometti da New York.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/la-fine-2-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nElijah J. Magnier - Il pantano di Gaza: La guerra mediatica e psicologica e la leadership di Netanyahu sotto il microscopio\r\n\r\nOrlando Trinchi - Gaza, il politologo israeliano Neve Gordon: “Israele vuole ottenere la deterrenza attraverso la punizione collettiva dei palestinesi” \r\n\r\nFranz Baraggino - Gaza, l’ipotesi dei due Stati ha ancora senso? Lo storico Lorenzo Kamel: “Soluzione più giusta. È una chimera dal ’47 anche per ipocrisie Usa e indifferenza Ue”\r\n\r\nMichele Giorgio - Nuova Nakba. Dal 1948 molti politici dicono che non è stato finito il lavoro - Intervista all'analista palestinese Diana Buttu\r\n\r\nLeila Seurat - Le Hamas veut parler au nom des Palestiniens (traduzione italiana qui)\r\n\r\nCongressional Staffers Are Turning Against Israel. Here’s What One of Them Told Us","3 Novembre 2023","2023-11-07 10:25:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/1698998849245-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #6 - \"...A TIME FOR WAR\"",1699003108,[],[],{"post_content":157},{"matched_tokens":158,"snippet":159,"value":160},[21],"masse, che spingerebbe verso una \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark> del conflitto; in particolare appare","Ventiseiesimo giorno di guerra su Gaza.\r\nLe notizie di ieri sono i due bombardamenti con cui Israele ha raso al suolo lo storico campo profughi di Jabaliya dove iniziò la prima Intifada e dove si contano già a decine le vittime. Il portavoce di Tsahal, l'esercito di Israele, il generale Richard Hect, incalzato da Wolf Blitzer della CNN sul fatto che non distinguessero tra civili e Hamas ha candidamente ammesso: “Questa è la tragedia della guerra. 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La sanguinosa guerra in Yemen con l'accordo fra le parti condurrà ad una divisione ulteriore del paese ,impoverito dai potenti vicini ,e ad un confronto con gli emiratini che dal conflitto hanno ottenuto posizioni di rendita militari e strategiche.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-200423-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse spesso ospite della nostra trasmissione e attento conoscitore del Corno d'Africa,parliamo della crisi in Sudan dove lo scontro aperto fra il generale Al Burhan e il capo delle milizie RSF Hemmetti si è trasformato in un vero e proprio scontro armato che sta mietendo centinaia di vittime fra i civili in fuga ,costretti dai combattimenti a fuggire o rifugiarsi in città.\r\n\r\nGrandi rischi di regionalizzazione del conflitto a causa della presenza di attori regionali e non solo interessanti a controllare un paese strategicamente molto importante , conflitto che annichilisce la vivace società civile sudanese che ha avuto un ruolo decisivo nella sconfitta del regime di Al Bashir che ha governato il paese per 30 anni ,rivendicando durante la fase di transizione bruscamente interrotta il ritiro dei militari nelle caserme e un governo civile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-200423-PALAMIDESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://www.dabangasudan.org/en\r\n\r\nSito di Radio Dabanga sul quale seguire gli aggiornamenti della situazione sudanese in diretta in lingua inglese.","21 Aprile 2023","2023-04-21 16:01:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 20/04/2023-ARABIA SAUDITA IRAN PROSPETTIVE DI UN ACCORDO PER RIDEFINIRE NUOVI EQUILIBRI -SUDAN LO SCONTRO APERTO FRA I SIGNORI DELLA GUERRA SPAZZA VIA L'OPPOSIZIONE CIVILE AI MILITARI.",1682092887,[180],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[104],{"post_content":183},{"matched_tokens":184,"snippet":185,"value":186},[21],"in città.\r\n\r\nGrandi rischi di \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark> del conflitto a causa della","Bastioni di Orione si confronta con Laura Silvia Battaglia , giornalista free lance e documentarista che ha seguito sul campo la guerra in Yemen , relativamente agli accordi sponsorizzati da Pechino fra Arabia Saudita e Iran e la loro influenza sugli equilibri regionali.Cambiamenti epocali che vedono i Saud sganciarsi dalla tutela di Washington con conseguenze sulle prospettive di sviluppo dell'Arabia saudita nel tentativo di perseguire il progetto \"vision 2030\" di Salman al fine di superare la monocoltura petrolifera e modernizzare il paese. La sanguinosa guerra in Yemen con l'accordo fra le parti condurrà ad una divisione ulteriore del paese ,impoverito dai potenti vicini ,e ad un confronto con gli emiratini che dal conflitto hanno ottenuto posizioni di rendita militari e strategiche.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-200423-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse spesso ospite della nostra trasmissione e attento conoscitore del Corno d'Africa,parliamo della crisi in Sudan dove lo scontro aperto fra il generale Al Burhan e il capo delle milizie RSF Hemmetti si è trasformato in un vero e proprio scontro armato che sta mietendo centinaia di vittime fra i civili in fuga ,costretti dai combattimenti a fuggire o rifugiarsi in città.\r\n\r\nGrandi rischi di \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark> del conflitto a causa della presenza di attori regionali e non solo interessanti a controllare un paese strategicamente molto importante , conflitto che annichilisce la vivace società civile sudanese che ha avuto un ruolo decisivo nella sconfitta del regime di Al Bashir che ha governato il paese per 30 anni ,rivendicando durante la fase di transizione bruscamente interrotta il ritiro dei militari nelle caserme e un governo civile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-200423-PALAMIDESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://www.dabangasudan.org/en\r\n\r\nSito di Radio Dabanga sul quale seguire gli aggiornamenti della situazione sudanese in diretta in lingua inglese.",[188],{"field":75,"matched_tokens":189,"snippet":185,"value":186},[21],{"best_field_score":139,"best_field_weight":165,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":33,"score":166,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},{"document":192,"highlight":206,"highlights":211,"text_match":137,"text_match_info":214},{"comment_count":33,"id":193,"is_sticky":33,"permalink":194,"podcastfilter":195,"post_author":196,"post_content":197,"post_date":198,"post_excerpt":39,"post_id":193,"post_modified":199,"post_thumbnail":200,"post_title":201,"post_type":119,"sort_by_date":202,"tag_links":203,"tags":205},"60401","http://radioblackout.org/podcast/una-crisi-non-come-le-altre-voci-dallantropocene-23-11-05-20/",[90],"antropocenici"," \r\n\r\nLa fretta della ripartenza - per andare verso dove ? - sembrerebbe aver già sepolto timori e tremori della prima ora quando, con speranza mista a inquietudine, si assisteva alla formulazione massificata di domande sul senso ultimo del vivere e produrre in questa società. C'è stato, forse per un breve attimo - ma siamo convinti che la partita non sia affatto chiusa -, l'approssimarsi di molti e molte ad un'esperienza critica radicale e inquietante sul modello di vita e sviluppo in cui siamo ingabbiati.\r\n\r\nOggi che la Fase Due è compiutamente dispiegata e già si pensa ad una Fase Tre di più completa e diffusa \"riapertura\", gli occhi sono tutti puntati sulla dimensione economica della crisi che l'irruzione mondiale della pandemia ha provocato. Ci sembra però che il blocco mondiale (parziale certo) della Produzione abbia fatto intravedere cosa ci sia non solo sotto ma anche aldilà della pretesa legge del valore di scambio. Per questo la natura di questa crisi non può essere ridotta al solo piano economico ma deve interrogare qualcosa di più profondo ed essenziale.\r\n\r\nA partire da un testo apparso nel mese scorso - L'uomo non è buono: il Coronavirus, il Capitale, lo Stato, le mucche e noi - abbiamo fatto due chiacchiere con Franco Piperno, mettendo a critica lo specialismo dei saperi e l'economicismo di tante analisi, per chiedersi infine cosa può l'individuo sociale di marxiana memoria oggi.\r\n\r\nAbbiamo quindi letto alcuni estratti da un recente articolo di Adam Tooze, apparso qualche giorno fa sul The Guardian ('We are living through the first economic crisis of the Anthropocene'), per proporre infine la seconda puntata della Storia del Servizio Sanitario Nazionale con Maurizio Pincetti, dall'edificazione alla regionalizzazione, alla pandemia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/voci_23a.mp3\"][/audio]","12 Maggio 2020","2020-05-12 19:03:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/lentratadicristoabruxelles1-200x110.jpg","UNA CRISI NON COME LE ALTRE – VOCI DALL’ANTROPOCENE #23 – 11/05/20",1589310195,[204],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[102],{"post_content":207},{"matched_tokens":208,"snippet":209,"value":210},[21],"con Maurizio Pincetti, dall'edificazione alla \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark>, alla pandemia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/voci_23a.mp3\"][/audio]"," \r\n\r\nLa fretta della ripartenza - per andare verso dove ? - sembrerebbe aver già sepolto timori e tremori della prima ora quando, con speranza mista a inquietudine, si assisteva alla formulazione massificata di domande sul senso ultimo del vivere e produrre in questa società. 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Così che \"fare scienza\" vuol dire, oggi e in ogni caso, lavorare \"per\" o \"contro\" l'uomo ed ogni uomo è raggiunto dalla scienza per esserne fatto più libero o più oppresso\".\r\nGiulio Alfredo Maccacaro\r\n \r\n\r\nE' iniziata finalmente la fase due, ovvero la prima fase di allentamento dell’asfissiante lockdown cui il governo della pandemia ci ha costretto, anche perché la gravità dell’infezione in sé, è stata resa più acuta da una buona dose di impreparazione e pressappochismo, che hanno incontrato la pressione criminale dei soliti interessi economici pronti a minimizzare la portata dell’epidemia e soprattutto dove a difenderci non rimaneva che il simulacro del sistema sanitario nazionale che fu - che poi forse come sostiene Maurizio Pincetti è stato massacrato e smantellato senza mai essere stato completato fino in fondo.\r\n\r\nSalta all’occhio, in barba a qualunque evidenza scientifica o del buon senso, come riapra in maniera molto più massiccia il nord che registra ancora tassi di contagio molto preoccupanti. In particolare in Piemonte siamo maglia nera da alcuni giorni, avendo superato anche la Lombardia se si calcola il rapporto dei contagiati con il numero degli abitanti.\r\n\r\nCome siamo arrivati a questa fase 2 e quali sono i rischi impliciti nella riapertura e le strategie da attuare? Ce lo racconta Ernesto Burgio, scienziato e clinico vicino alle istanze sociali e ambientali, che giustamente insiste a sottolineare che questa infezione non è per nulla banale e se assumiamo che la Germania ha fatto tutto benissimo… beh, ha comunque la mortalità al 4%: la misura è servita. E' comunque un dato lontanissimo dal nostro o da quello degli Usa e del Regno Unito ma anche da quello della Svezia, spesso presa a modello per aver intralciato poco il “busisness as usual” ma anche per aver garantito ai cittadini molte meno limitazioni alla libertà ottenendo risultati simili a chi ha chiuso più radicalmente.\r\n\r\nParliamo ora di una notizia che fa fatica a staccarsi dalla cautela del mondo scientifico per diventare notizia. Parliamo di plasma iperimmune contro il Coronavirus. Non solo è l'unica cura che combatte direttamente il virus e non i suoi effetti ma sta dando risultati, a detta dei medici che la utilizzano, sorprendenti! Sperimentata con grandi risultati anche a Wuhan, su circa un migliaio di persone a quanto ne sappiamo, eppure, a dispetto delle evidenze cliniche, se ne parla pochissimo e con grande cautela, forse troppa. In Italia è attivo un protocollo sperimentale in almeno 4 strutture ospedaliere: Pavia, Salerno, Modena e Mantova.\r\n\r\nOra, noi non vogliamo insinuare nulla ma solo raccontarvi che cosa è questa cura e per farlo ci aiutiamo con le considerazioni e i giudizi espressi da uno dei protagonisti di questa sperimentazione ovvero Cesare Perotti, direttore dell’ospedale san Matteo di Pavia che ha rilasciato un’intervista a La Bussola Quotidiana, organo di informazione cattolico che non è sicuramente tra le nostre fonti abituali ma tant'è. Da questa preziosa intervista ricaviamo alcune informazioni: prima tra tutte che la cautela che circonda la cura è normale a livello scientifico, perché la sperimentazione non è conclusa, ma il fatto che non se ne parli per niente a fronte di risultati sorprendenti è almeno sospetto e richiama l'intervento di pressioni e interessi che nulla hanno a che fare con la salute pubblica. A maggior ragione, aggiungo io, visto che si parla abitualmente di molti farmaci che hanno dato risultati meno entusiasmanti o addirittura di un vaccino efficace e sicuro che allo stato attuale è ancora una chimera. Quindi il sospetto che l’informazione usi pesi e misure diverse è ovviamente legittimo, trattandosi poi di una cura molto particolare, che lo stesso direttore del San Matteo di Pavia, definisce una cura solidale, creata dal dono del paziente guarito (risultano idonei il 20%) e dalle conoscenze e tecniche e scientifiche adatte a ripulire il sangue con la tecnica della plasmaferesi. Niente brevetti, insomma, e industria farmaceutica quasi fuori gioco.\r\n\r\nLa puntata si chiude con la prima di una mini serie in sei parti che proverà a raccontare con la voce dell'autore, Maurizio Pincetti, la storia del nostro sistema sanitario dalla sua edificazione fino alla regionalizzazione per arrivare a quella sorta di appuntamento con la storia che la pandemia potrebbe aver rappresentato per la nostra sanità pubblica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/voci_22a.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2020","2020-05-09 16:40:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/geralt-200x110.jpg","Fase 2: speranze dal plasma – VOCI DALL’ANTROPOCENE #22 – 04/05/20",1588695726,[204],[102],{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[21],"dalla sua edificazione fino alla \u003Cmark>regionalizzazione\u003C/mark> per arrivare a quella sorta"," \r\n\r\n\"La nostra ipotesi è che la scienza - a due secoli dalla Enciclopedia, dalla rivoluzione borghese, dall'avvento del modo capitalistico di produzione - sia nell'esperienza attiva e passiva e sia nel discorso implicito ed esplicito di tutti gli uomini: perché di scienza è ormai fatto il potere e di potere gli uomini vivono e muoiono. 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