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Dal WTO agli accordi sulla proprietà intellettuale, che rendevano commerciabile e brevettabile anche il vivente, la globalizzazione all’alba del terzo millennio andava oltre le relazioni mercantiliste dell’era degli imperi coloniali e postcoloniali, investendo il cuore del nord, ricco e predatore.\r\nAllora parlavamo di globalizzazione dell’economia. Dopo vent’anni sappiamo che il processo che tentavamo di contrastare era la globalizzazione della povertà e dello sfruttamento. Una dinamica che si dispiega oggi in tutta la sua potenza.\r\nDepredare e distruggere, senza alcuna tensione al futuro, senza alcun senso del limite è il segno distintivo della logica del dominio e degli affari che si è imposta ovunque. 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Un militante antifascista nero che era a terra al momento dell’attacco riferisce che per tutti i presenti era evidente che si trattava di un attacco intenzionale: “Abbiamo sentito il suo motore da tre isolati di distanza”.\r\nL’assassinio di Deona non è un caso isolato. I neonazisti rivendicano e propagandano esplicitamente questa pratica, mentre in Oklahoma e in Florida sono state approvate leggi che garantiscono immunità civile e penale ai conducenti che investono intenzionalmente i manifestanti, garantendo nei fatti il diritto a spezzare con la violenza omicida blocchi e picchetti. La Florida ha anche introdotto sanzioni che vanno fino a 15 anni di reclusione per blocco stradale.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30 (in agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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I fatti sono noti: dopo un “normale” salvataggio in mare la Proactiva si è rifiutata di consegnare alla guardia costiera libica i migranti recuperati in mare. Dall’inchiesta emerge tuttavia una novità importante: la regia dell’intera operazione era a Roma. Un salto di qualità che va al di là della vicenda che ha investito la nave dell’ONG spagnola. Con il suo ultimo colpo di coda il ministro Minniti uquaglia sul filo di lana Maroni. Si torna alla pratica dei respingimenti in mare. Formalmente sono proibiti: l’Italia è stata condannata per violazione dei diritti umani. Ma nessuno è più bravo dei governi a violare o aggirare le norme che sottoscrive. In fondo basta cambiare il nome. Se la parola respingimento in Libia viene sostituita con salvataggio da parte della guardia costiera libica, il gioco è fatto. I migranti tornano all’inferno, ma le regole sono state rispettate.\r\n\r\nStorie di frontiera da Torino a Claviere.\r\n\r\nLa spesa militare in Italia. 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Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nLunedì 16 aprile\r\nore 19,30 (luogo da stabilire)\r\nSerata contro le frontiere \r\n Con l’avvocato Gianluca Vitale, e alcuni attivisti di Chez Jesus, un locale della chiesa occupato a Claviere, divenuto posto tappa per la gente in viaggio verso la Francia.\r\n\r\nMercoledì 18 aprile\r\n ore 18 \r\n presidio contro le frontiere \r\n davanti all’ingresso principale della stazione di Porta Nuova.\r\n\r\nVenerdì 20 aprile\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n Anarchici contro il fascismo. 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I fatti sono noti: dopo un “normale” salvataggio in mare la Proactiva si è rifiutata di consegnare alla guardia costiera libica i migranti recuperati in mare. Dall’inchiesta emerge tuttavia una novità importante: la regia dell’intera operazione era a Roma. Un salto di qualità che va al di là della vicenda che ha investito la nave dell’ONG spagnola. Con il suo ultimo colpo di coda il ministro Minniti uquaglia sul filo di lana Maroni. Si torna alla pratica dei \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark> in mare. Formalmente sono proibiti: l’Italia è stata condannata per violazione dei diritti umani. Ma nessuno è più bravo dei governi a violare o aggirare le norme che sottoscrive. In fondo basta cambiare il nome. Se la parola respingimento in Libia viene sostituita con salvataggio da parte della guardia costiera libica, il gioco è fatto. I migranti tornano all’inferno, ma le regole sono state rispettate.\r\n\r\nStorie di frontiera da Torino a Claviere.\r\n\r\nLa spesa militare in Italia. Armi, basi, missioni all’estero. Oltre il 70% dei fondi destinati allo sviluppo delle imprese da parte del ministero della programmazione economica cade a pioggia sulle industrie armiere.\r\nNe parliamo con Domenico Argirò di Zabriskie Point di Novara in prima fila nel movimento No F35.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\ncena antipasquale veg veg\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte contro lo stato\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nLunedì 16 aprile\r\nore 19,30 (luogo da stabilire)\r\nSerata contro le frontiere \r\n Con l’avvocato Gianluca Vitale, e alcuni attivisti di Chez Jesus, un locale della chiesa occupato a Claviere, divenuto posto tappa per la gente in viaggio verso la Francia.\r\n\r\nMercoledì 18 aprile\r\n ore 18 \r\n presidio contro le frontiere \r\n davanti all’ingresso principale della stazione di Porta Nuova.\r\n\r\nVenerdì 20 aprile\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n Anarchici contro il fascismo. Dagli arditi del popolo alla resistenza e oltre.\r\nInterverrà Franco Schirone, storico, curatore de “La Resistenza sconosciuta” uscito nelle edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nMercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, info antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\n in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nVenerdì 27 aprile\r\n ore 21 alla FAT\r\n in corso Palermo 46\r\n I nuovi manicomi\r\nA quarant’anni dalla chiusura dalla loro chiusura, le gabbie dei matti ci sono ancora. Ovunque.\r\nIntroduce la serata Nicola Valentino, autore, tra gli altri, di “Istituzioni post manicomiali”\r\nOrganizza il collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”\r\n\r\nPrimo maggio anarchico\r\n\r\nDomenica 6 maggio\r\nore 17,30\r\nin corso Palermo 46\r\nAnarchia e canzone d’autore da Brassens a Ferrè\r\n Parole e musica di Alessio Lega\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46 (non il prossimo: la riunione è spostata a lunedì 9 aprile)\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[276,278,280,282,284,286,288,290,292,295],{"matched_tokens":277,"snippet":262,"value":262},[],{"matched_tokens":279,"snippet":263,"value":263},[],{"matched_tokens":281,"snippet":264,"value":264},[],{"matched_tokens":283,"snippet":265,"value":265},[],{"matched_tokens":285,"snippet":146,"value":146},[],{"matched_tokens":287,"snippet":19,"value":19},[],{"matched_tokens":289,"snippet":266,"value":266},[],{"matched_tokens":291,"snippet":267,"value":267},[],{"matched_tokens":293,"snippet":294,"value":294},[151],"\u003Cmark>respingimenti\u003C/mark> in mare",{"matched_tokens":296,"snippet":269,"value":269},[],[298,300],{"field":211,"matched_tokens":299,"snippet":273,"value":274},[151],{"field":34,"indices":301,"matched_tokens":302,"snippets":304,"values":305},[96],[303],[151],[294],[294],{"best_field_score":215,"best_field_weight":307,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":45,"score":308,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":121},14,"578730054645710962",{"document":310,"highlight":323,"highlights":328,"text_match":213,"text_match_info":331},{"comment_count":45,"id":311,"is_sticky":45,"permalink":312,"podcastfilter":313,"post_author":167,"post_content":314,"post_date":315,"post_excerpt":51,"post_id":311,"post_modified":316,"post_thumbnail":317,"post_title":318,"post_type":173,"sort_by_date":319,"tag_links":320,"tags":322},"97899","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-dalla-frontiera-bulgaro-turca/",[117],"Dalla frontiera bulgaro-turca ritrasmettiamo nuovamente le voci di compagne e compagni del collettivo Rotte Balcaniche, insieme a quella di una persona siriana dal campo per rifugiati di Harmanli, che ai microfoni di Harraga ci hanno restituito uno spaccato della loro quotidianità al confine; tra il brutale operato di Frontex e della polizia di frontiera bulgara, le condizioni dei centri di accoglienza e di detenzione, le proteste dei reclusi e la repressione della solidarietà.\r\n\r\nA quattro mesi dall'ultimo aggiornamento da quel confine, ai tempi del ritrovamento dei corpi di tre giovanissimi morti di freddo e di omissione di soccorso da parte della polizia di frontiera bulgara, il quadro del razzismo di stato in Bulgaria si fa sempre più raccapricciante. Le operazioni di soccorso nei boschi al confine vengono rese quasi impossibili dai pattugliamenti serrati delle forze dell'ordine; i respingimenti e l'abbandono volontario di chi chiede soccorso sono frequentissimi e silenziati da media e istituzioni. La maggior parte delle persone che riescono ad entrare, una volta identificate, vengono portate in centri aperti o chiusi, dai quali sempre più spesso partono deportazioni mascherate da rimpatri volontari.\r\n\r\nIn questo contesto, emerge l'impellenza di fare rete con chi, dalla Bulgaria alla Siria e alla Turchia, identifica e denuncia le responsabilità europee e locali delle morti, delle torture e delle deportazioni dei loro cari.\r\n\r\nL'importanza di riportare questi racconti non sta solo nel fare da megafono a chi porta avanti le nostre stesse lotte ad altre latitudini. Ma nasce dalla consapevolezza che, in primis, gli strumenti legislativi repressivi delle politiche migratorie europee vengono testate sui corpi di chi entra in paesi come la Bulgaria e la Romania, ai confini est dell'Europa. E di conseguenza, che sempre più persone che in Italia lottano nei centri di accoglienza e di detenzione, che resistono alle deportazioni, allo sfruttamento e al razzismo quotidiano, lo hanno già fatto sulla rotta balcanica, e che dai loro vissuti di repressione ma anche di lotta non possiamo che imparare.\r\n\r\nAscolta qui il podcast della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/confine-bulgaro-turco-1-2025_05_02_2025.05.02-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/confine-bulgaro-turno-2-2025_05_02_2025.05.02-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella foto: presidio del 1.4.2025 di fronte al centro di detenzione per immigrati di Busmantsi-Sofia, in solidarietà alla lotta per la libertà di Abdulrahman al-Khalidi e a tutti gli altri reclusi.","15 Maggio 2025","2025-05-15 21:00:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/01.04.2025-protest-4-200x110.jpeg","Aggiornamenti dalla frontiera bulgaro-turca",1747342835,[176,321],"http://radioblackout.org/tag/turchia/",[144,142],{"post_content":324},{"matched_tokens":325,"snippet":326,"value":327},[151],"serrati delle forze dell'ordine; i \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark> e l'abbandono volontario di chi","Dalla frontiera bulgaro-turca ritrasmettiamo nuovamente le voci di compagne e compagni del collettivo Rotte Balcaniche, insieme a quella di una persona siriana dal campo per rifugiati di Harmanli, che ai microfoni di Harraga ci hanno restituito uno spaccato della loro quotidianità al confine; tra il brutale operato di Frontex e della polizia di frontiera bulgara, le condizioni dei centri di accoglienza e di detenzione, le proteste dei reclusi e la repressione della solidarietà.\r\n\r\nA quattro mesi dall'ultimo aggiornamento da quel confine, ai tempi del ritrovamento dei corpi di tre giovanissimi morti di freddo e di omissione di soccorso da parte della polizia di frontiera bulgara, il quadro del razzismo di stato in Bulgaria si fa sempre più raccapricciante. 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Il rapporto contribuisce a documentare veri e propri crimini di stato perpetrati da apparati governativi tunisini e libici con la complicità delle politiche di esternalizzazione delle frontire da parte dell'Unione Europea. Questa collusione si sostanzia nei \"memorandum\" d'intesa siglati tra Tunisia ed Unione Europea che prevedono proprio il finanziamento di corpi di polizia allo scopo di impedire le partenze dei migranti. Sonoi 5 le fasi che il rapporto identifica in questo processo di deportazione e tratta di esseri umani :1) Gli arresti; 2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica; 3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina; 4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici; 5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto. Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di stato, con un corollario di violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, che inchiodano alle sue responsabilità l’Unione Europea e i singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come riguardo allo status di “paese sicuro” assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.\r\n\r\nIl gruppo di ricerca internazionale ha deciso di rendersi anonimo sotto uno pseudonimo collettivo. La scelta dell’anonimato nasce dal dovere di tutelare la sicurezza e l’incolumità fisica dei ricercatori stessi , ma anche dalla volontà di continuare a fare ricerca su un tema che in Tunisia è oggi oggetto di una radicale repressione. Il gruppo ha realizzato il disegno dell’indagine, la raccolta e l’analisi dei materiali, cosi come la supervisione scientifica di tutto il processo.Le testimonianze sono state raccolte sul posto e attraverso delle chat che vengono utilizzate dalle persone migranti .\r\n\r\nhttps://www.adl-zavidovici.eu/wp-content/uploads/2025/01/StateTrafficking_IT_light.pdf \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-06022025-STATE-TRAFFICKING.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo sulle proteste in Serbia ,sempre più ampie e che coinvolgono strati sociali non solamente studenteschi e che si estendono anche al di fuori dei grandi centri urbani. Decine di migliaia di studenti di Belgrado sono partiti a piedi per unirsi ai manifestanti a Novi Sad, la marcia, lunga circa 70 km e accompagnata dallo slogan \"Un passo verso la giustizia\", è iniziata il 29 gennaio e si è protratta per due giorni. Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. Il movimento non accetta di essere sovradeterminato dai partiti politici dell'opposizione che divisa e debole viene tenuta lontana dalle manifestazioni ,la critica di questa generazione diviene sempre più radicale ed investe il sistema di potere di Vucic .Con le dovute differenze il pernsiero va alle manifestazioni studentesche che portarono alla caduta nel 2000 del governo di Milosevic.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-06022025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Febbraio 2025","2025-02-10 11:59:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/02/2025-VENDITA DI ESSERI UMANI TRA LIBIA E TUNISIA CON I SOLDI UE -SERBIA CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI IL REGIME DI VUCIC E' AL CAPOLINEA ?",1739188792,[346],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[157],{"post_content":349},{"matched_tokens":350,"snippet":351,"value":352},[151],"l’interconnessione fra questa infrastruttura dei \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark> e l’industria del sequestro nelle","Bastioni di Orione in questa puntata parla con Piero Gorza ,antropologo che attualmente svolge studi sul tema della frontiera , del rapporto \"State Trafficking\" che riporta le testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024 mettendo in luce un meccanismo di vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark> e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. 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Difatti il 9 dicembre, dopo il colpo di stato dell’Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e la caduta del regime di Bashiar al-Assad in Siria, la Germania apre le danze decidendo di sospendere l’esaminazione delle domande di protezione internazionale presentate da persone siriane. In meno di 48 ore, in una corsa ai respingimenti, 11 stati europei la seguono.\r\n\r\nLa postura e la decisione dell’UE l’indomani del colpo di stato in Siria è assolutamente coerente alla sua ossessione per l’immigrazione. Attraverso la mediazione e la garanzia del governo turco la vecchia fortezza già da tempo aveva elaborato una strategia di gestione delle vite delle persone siriane emigrate alle porte o in Europa. Una strategia molto precisa e adeguata al contesto sfaccettato e mimetico di quel territorio, in cui non solo la Turchia, ma anche la definizione del concetto di paese sicuro hanno un ruolo fondamentale (“Sul concetto di Paese Sicuro”). Sembra che ora la strategia volta ad appiattire il possibile sguardo sulla situazione e legittimare quindi l’espulsione forzata delle persone con documenti siriani dall’Europa, oscilli fra l’osannare l’HTS per aver liberato la Siria da un tiranno e il preparare il terreno, seppur in maniera tiepida, per gridare ai siriani terroristi jihadisti fronte ai quali le frontiere devono essere serrate e protette.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/AsiloSiria27.12.24.mp3\"][/audio]","28 Dicembre 2024","2024-12-28 20:32:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/MIGRANTS-master675-515642051-200x110.jpg","Un terreno da tempo battuto: sull’espulsioni all’orizzonte delle persone siriane",1735417943,[369,370,179],"http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/",[132,372,134],"razzismo",{"post_content":374},{"matched_tokens":375,"snippet":376,"value":377},[151],"ore, in una corsa ai \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark>, 11 stati europei la seguono.\r","Sulle libere frequenze di Radio Blackout, ai microfoni di Harraga, Yasha Maccanico di Statewatch ci ha aiutato a ragionare attorno alla sospensione, da parte di molti Stati dell’Unione Europea, delle procedure di asilo e di protezione internazionale riguardanti le persone con documenti siriani. Difatti il 9 dicembre, dopo il colpo di stato dell’Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e la caduta del regime di Bashiar al-Assad in Siria, la Germania apre le danze decidendo di sospendere l’esaminazione delle domande di protezione internazionale presentate da persone siriane. In meno di 48 ore, in una corsa ai \u003Cmark>respingimenti\u003C/mark>, 11 stati europei la seguono.\r\n\r\nLa postura e la decisione dell’UE l’indomani del colpo di stato in Siria è assolutamente coerente alla sua ossessione per l’immigrazione. Attraverso la mediazione e la garanzia del governo turco la vecchia fortezza già da tempo aveva elaborato una strategia di gestione delle vite delle persone siriane emigrate alle porte o in Europa. Una strategia molto precisa e adeguata al contesto sfaccettato e mimetico di quel territorio, in cui non solo la Turchia, ma anche la definizione del concetto di paese sicuro hanno un ruolo fondamentale (“Sul concetto di Paese Sicuro”). Sembra che ora la strategia volta ad appiattire il possibile sguardo sulla situazione e legittimare quindi l’espulsione forzata delle persone con documenti siriani dall’Europa, oscilli fra l’osannare l’HTS per aver liberato la Siria da un tiranno e il preparare il terreno, seppur in maniera tiepida, per gridare ai siriani terroristi jihadisti fronte ai quali le frontiere devono essere serrate e protette.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/AsiloSiria27.12.24.mp3\"][/audio]",[379],{"field":211,"matched_tokens":380,"snippet":376,"value":377},[151],{"best_field_score":215,"best_field_weight":307,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":45,"score":332,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":121},6637,{"collection_name":173,"first_q":25,"per_page":107,"q":25},["Reactive",385],{},["Set"],["ShallowReactive",388],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fNEReVOQQ_nHTaPxGeaFwNkkPQ8bgztNKftAo5bV49TE":-1},true,"/search?query=respingimenyi"]