","Sabotaggio No Tav: niente terrorismo, ma Lucio torna al carcere duro","post",1437491750,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/cassazione/","http://radioblackout.org/tag/lucio/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/revoca-domiciliari/","http://radioblackout.org/tag/terrorismo/",[28,18,67,34,26],"no tav",{"tags":69},[70,72,74,76,81],{"matched_tokens":71,"snippet":28},[],{"matched_tokens":73,"snippet":18},[],{"matched_tokens":75,"snippet":67},[],{"matched_tokens":77,"snippet":80},[78,79],"revoca","domiciliari","\u003Cmark>revoca\u003C/mark> \u003Cmark>domiciliari\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":26},[],[84],{"field":35,"indices":85,"matched_tokens":87,"snippets":89},[86],3,[88],[78,79],[80],1157451471441625000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":94,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625193",{"document":96,"highlight":111,"highlights":119,"text_match":126,"text_match_info":127},{"cat_link":97,"category":99,"comment_count":47,"id":101,"is_sticky":47,"permalink":102,"post_author":103,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":53,"post_id":101,"post_modified":106,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":107,"post_type":58,"sort_by_date":108,"tag_links":109,"tags":110},[98],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[100],"Blackout Inside","17439","http://radioblackout.org/2013/07/marianna-e-simona-ai-domiciliari-in-sciopero-della-fame/","dj","Da giovedi 11 luglio Marianna e subito dopo di lei Simona sono entrate in sciopero della fame per protestare contro gli arresti domiciliari con tutte le restrizioni alle quali sono sottoposte da circa due mesi. Insieme a Claudia, che è a piede libero, tute e tre sono in attesa della sentenza del processo per direttissima che le vede imputate per resistenza in occasione della giornata contro gli sfratti dello scorso marzo a Torino.\r\n\r\nLa sentenza della giudice Paola Trovati, la stessa che ha disposto le restrizioni su richiesta del PM, è prevista per venerdi 19 luglio e per quel giorno si dà a tutti/e un appuntamento in aula, alle 9 al tribunale di Torino.\r\n\r\nNel frattempo si invita a far girare la notizia dello sciopero, divulgando uno scritto di Marianna, pervenuto attraverso i suoi genitori (vedi oltre), e a manifestare solidarietà, come meglio si crede, con la loro protesta.\r\n\r\nDi seguito un'intervista a un compagno che ricostruisce più nel dettaglio la situazione delle due ragazze, spiegando anche qual'è l'attuale contesto di lotte e repressione del quartiere di Porta Palazzo nel quale questa vicenda specifica si trova inserita:\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nmariannaesimona\r\n\r\nSCRITTO DI MARIANNA:\r\n«Oggi, giovedì 11 Luglio 2013, inizio uno sciopero della fame…\r\nPer colpa di un parapiglia con dei poliziotti dentro una camionetta, della conseguente accusa per resistenza ci hanno incastrato in mezzo ad un processo, dentro galere ed ora agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con l’esterno.\r\nDopo 4 giorni di carcere, 2 mesi di firme giornaliere, e poi ancora 17 giorni di carcere, dopo il rigetto di domande di domiciliari a casa di amici, ho ottenuto gli arresti a casa dei miei genitori, in un piccolo paese della campagna piemontese.\r\nRitorno nella mia stanza d’adolescente, abbandonata dopo le superiori, ripercorro a ritroso i passi verso l’autonomia che mi ero creata rispetto alla famiglia. I risparmi personali si sono velocemente asciugati, le casse detenuti devono anche aiutare tanti prigionieri messi in condizioni peggiori.\r\nGiudice e Pm non vogliono dare la revoca delle restrizioni. È dal 4 Maggio che non posso parlare a lungo con un amico, se non le parole rubate durante le udienze in tribunale. È più di due mesi che rinchiudo le mie lettere dentro un cassetto, e la postina qui porta solo bollette e depliant con le offerte dell’ipermercato.\r\nIl divieto di comunicazione con l’esterno che mi hanno imposto dovrebbe essere inutile a questo punto, il 19 luglio avremo una sentenza di condanna di primo grado, le dichiarazioni sono state fatte da tutti quanti, non c’è alcuna informazione che potrebbe passare e modificare il racconto dei fatti per i quali stiamo venendo giudicate. Dicono che da qui potrei istigare qualcun altro a commettere dei reati… sono sicura che in giro c’è gente agitata e pronta a far fracasso, ma non aspetta certo che glielo dica io.\r\nIn strada la gente si rivolta perché ne ha la necessità personale, si agita con disordine, senza avere sempre chiarezza d’idee e scopi unanimi, senza aspettare la parola di qualcun altro esterno alla faccenda.\r\nIeri è stata di nuovo rifiutata l’istanza per la revoca del divieto di comunicazione e per il permesso di lavorare in una cooperativa agricola. Dato che ad Agosto il tribunale funziona a regime ridotto dovrò attendere fino a Settembre per poter, forse, vedere un viso amico, per poter lavorare, per guadagnarmi due soldi per fare la spesa.\r\nSto pensando ora che sarebbe stato meglio rimanere in carcere.\r\nLì avrei potuto inviare lunghe lettere e riceverne, sicuramente avrei potuto conoscere più a fondo donne con storie interessanti, avrei continuato a condividere tempo e spazio con persone con le mie stesse tensioni, le stesse preoccupazioni, con l’opportunità di stringere complicità ed avere delle idee da costruire insieme. Dentro forse avrei potuto avere la possibilità di incontrare il mio innamorato al colloquio, oppure un amica o un amico, con cui condividevo parte del mio tempo, della mia vita fino all’altro ieri.\r\nQua, mi ritrovo in un luogo passato, a fare le mie confidenze ad un piccolo cane, a percorrere ripetute volte il perimetro dei muri di cinta, a sentire il tempo sprecato, a far indigestioni di letture per finire a non capire più nessuna parola, a far vorticare i pensieri in maniera dolorosa, perdendo i punti di riferimento, vedendo svanire i progetti e sentendo scivolare via i legami non avendo alcun modo di mantenerli e stringerli, trovando conforto nei momenti di debolezza solo nella vista di piccole formiche che trasportano gigantesche foglie.\r\nIn questo limbo, in un isolamento dolce, con la nutella in grossi barattoli di vetro, con coltelli di metallo per pelare e tagliare le patate e con la possibilità di vedere il cielo sopra la mia testa in qualsiasi momento (ciò a differenza della galera), ma senza alcun contatto umano - se non con i miei genitori, che si, son gentili, ma il tempo dello svezzamento è già da tanto tempo tramontato -, senza possibilità di dialogo non ci voglio più stare.\r\nNon attendo più carte e scartoffie, risposte ad istanze… non mangio più.\r\nVoglio parlare con i miei amici, abbracciarli, scrivere lettere alle forti donne che ho conosciuto in carcere, voglio poter telefonare a mia zia, ad una mia cara amica del liceo, ad un mio amico che è all’ospedale perché si è rotto il bacino.\r\nVoglio poter lavorare, per essere indipendente a livello economico e non un peso per qualcuno e per prendere aria.\r\nVorrei essere libera, ma son cascata nella trappola giudiziaria.\r\nEvadendo potrei soddisfare i miei desideri, ma aggraverei la situazione e il gioco non ne vale la candela.\r\nL’unico strumento che mi rimane è me stessa.\r\nNon mangio e rido… per non arrabbiarmi troppo.»\r\nMarianna, agli arresti domiciliari ad Oglianico, in via Fiume 16a\r\n ","14 Luglio 2013","2016-11-28 20:38:45","Marianna e Simona ai domiciliari in sciopero della fame",1373834650,[],[],{"post_content":112,"post_title":116},{"matched_tokens":113,"snippet":114,"value":115},[79],"per protestare contro gli arresti \u003Cmark>domiciliari\u003C/mark> con tutte le restrizioni alle","Da giovedi 11 luglio Marianna e subito dopo di lei Simona sono entrate in sciopero della fame per protestare contro gli arresti \u003Cmark>domiciliari\u003C/mark> con tutte le restrizioni alle quali sono sottoposte da circa due mesi. 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L’esito è pessimo, a conferma, tra le altre cose, di quanti siano numerosi i dipendenti del Palazzo di Giustizia completamente proni ai voleri della Procura: Paolo, Erika, Toshi e Marco rimangono in cella, mentre per il solo Luigi la carcerazione preventiva si svolgerà ai domiciliari (ma con tutte le restrizioni, per cui non potrà comunicare con nessuno se non con i propri conviventi). Non cambia neanche la situazione per l’unico compagno con divieto di dimora del quale si è discusso durante l’udienza di giovedì.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo sentito Andrea, che ci ha dato degli aggiornamenti sui compagni.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nandrea_esame carcere domicilio_retate cinque\r\n\r\nPer scrivere ai compagni:\r\nErika Carretto C.C. Lorusso e Cotugno - Via Maria Adelaide Aglietta 35 10151 TorinoPaolo Milan C.C. Lorusso e Cotugno - Via Maria Adelaide Aglietta 35 10151 Torino\r\n\r\nToshiyuki Hosokawa C.C. Lorusso e Cotugno - Via Maria Adelaide Aglietta 35 10151 Torino\r\n\r\nMarco Pisano C.C. 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In occasione del settantesimo anniversario dello sbarco degli statunitensi in Sicilia, a Gela autorità locali in collaborazione con i militari USA avevano in programma una celebrazione/rievocazione storica di quell'evento.\r\nNon potevano mancare i No Muos che a Niscemi si battono contro l'installazione di antenne destinate a coordinare le azioni dei droni statunitensi sui vari teatri di guerra del pianeta. Non solo. Il sistema Muos, come già le altre antenne della sughereta di Niscemi, è dannoso per la salute della popolazione dell'area.\r\nIn quell'occasione venne arrestato Turi Vaccaro, attivista antimilitarista molto noto per la sua partecipazione non violenta ma attiva alle azioni di sabotaggio ed intralcio dei lavori per il Tav, la base Dal Molin e, oggi, il Muos. In Olanda scontò una anno di carcere per aver danneggiato a colpi di martello il pannello comandi di due aerei da combattimento statunitensi.\r\nA Gela Turi si era disteso sopra un'auto della polizia: per quest'azione è stato condotto nel carcere locale e, dopo qualche giorno, ai domiciliari a Partinico. Le accuse nei suoi confronti sono molto pesanti: danneggiamento e lesioni nei confronti di quattro agenti che si sono fatti refertare dopo l'arresto.\r\nQuest'episodio si inserisce nel clima repressivo crescente che accompagna la lotta contro il Muos. Il governo dopo la sconfitta decretata dal Tar la scorsa settimana, ha deciso a tempo di record di fare ricorso a tempo di record al consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale ammanistrativo che ha giudicato legittima la revoca delle autorizzazioni al Muos fatta dalla regione Sicilia.\r\nI No Muos, consapevoli che questa lotta antimilitarista non si vince e non si perde a suon di carte bollate, continua la propria estate di lotta con una seconda settimana di campeggio a Niscemi.\r\nQui potete leggere il programma.\r\n\r\nNoi abbiamo fatto il punto sulla situazione con Pippo Gurrieri del movimento No Muos.\r\nAscolta la diretta\r\n2013 07 17 gurrieri turi no muos","18 Luglio 2013","2013-07-29 13:28:35","No Muos. 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Non solo. Il sistema Muos, come già le altre antenne della sughereta di Niscemi, è dannoso per la salute della popolazione dell'area.\r\nIn quell'occasione venne arrestato Turi Vaccaro, attivista antimilitarista molto noto per la sua partecipazione non violenta ma attiva alle azioni di sabotaggio ed intralcio dei lavori per il Tav, la base Dal Molin e, oggi, il Muos. In Olanda scontò una anno di carcere per aver danneggiato a colpi di martello il pannello comandi di due aerei da combattimento statunitensi.\r\nA Gela Turi si era disteso sopra un'auto della polizia: per quest'azione è stato condotto nel carcere locale e, dopo qualche giorno, ai \u003Cmark>domiciliari\u003C/mark> a Partinico. Le accuse nei suoi confronti sono molto pesanti: danneggiamento e lesioni nei confronti di quattro agenti che si sono fatti refertare dopo l'arresto.\r\nQuest'episodio si inserisce nel clima repressivo crescente che accompagna la lotta contro il Muos. Il governo dopo la sconfitta decretata dal Tar la scorsa settimana, ha deciso a tempo di record di fare ricorso a tempo di record al consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale ammanistrativo che ha giudicato legittima la \u003Cmark>revoca\u003C/mark> delle autorizzazioni al Muos fatta dalla regione Sicilia.\r\nI No Muos, consapevoli che questa lotta antimilitarista non si vince e non si perde a suon di carte bollate, continua la propria estate di lotta con una seconda settimana di campeggio a Niscemi.\r\nQui potete leggere il programma.\r\n\r\nNoi abbiamo fatto il punto sulla situazione con Pippo Gurrieri del movimento No Muos.\r\nAscolta la diretta\r\n2013 07 17 gurrieri turi no muos",[189],{"field":121,"matched_tokens":190,"snippet":186,"value":187},[79],{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":162,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":34,"per_page":194,"q":34},6,5,{"facet_counts":197,"found":237,"hits":238,"out_of":382,"page":17,"request_params":383,"search_cutoff":36,"search_time_ms":384},[198,214],{"counts":199,"field_name":212,"sampled":36,"stats":213},[200,202,204,206,208,210],{"count":14,"highlighted":201,"value":201},"anarres",{"count":14,"highlighted":203,"value":203},"frittura mista",{"count":17,"highlighted":205,"value":205},"congiunzioni",{"count":17,"highlighted":207,"value":207},"I Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":209,"value":209},"La fine della Fine della storia",{"count":17,"highlighted":211,"value":211},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":194},{"counts":215,"field_name":35,"sampled":36,"stats":235},[216,217,219,221,223,225,227,229,231,233],{"count":14,"highlighted":182,"value":182},{"count":17,"highlighted":218,"value":218},"guerra",{"count":17,"highlighted":220,"value":220},"corteo",{"count":17,"highlighted":222,"value":222},"palermo",{"count":17,"highlighted":224,"value":224},"niscemi",{"count":17,"highlighted":226,"value":226},"antimilitarismo",{"count":17,"highlighted":228,"value":228},"Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":230,"value":230},"amministratore di sostegno",{"count":17,"highlighted":232,"value":232},"autodifesa antipsichiatrica",{"count":17,"highlighted":234,"value":234},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":236},10,8,[239,266,291,315,338,360],{"document":240,"highlight":254,"highlights":259,"text_match":262,"text_match_info":263},{"comment_count":47,"id":241,"is_sticky":47,"permalink":242,"podcastfilter":243,"post_author":50,"post_content":244,"post_date":245,"post_excerpt":53,"post_id":241,"post_modified":246,"post_thumbnail":247,"post_title":248,"post_type":249,"sort_by_date":250,"tag_links":251,"tags":253},"97709","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-08-05-2025-il-nuovo-asse-militare-parigi-berlino-varsavia-a-difesa-dagli-usa-di-trump-mentre-esplode-la-regione-indo-pakistana/",[207],"In questa puntata \"Bastioni di Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. 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Alcune di queste armi del potere si articolano all'interno delle infrastrutture dello Stato, altre invece riescono addirittura ad insinuarsi al di fuori delle quattro mura delle infrastrutture. Come protesi di una cultura della reclusione e del controllo dei corpi il sistema giuridico e sanitario utilizza diverse figure a cui poter delegare mansioni di disciplinamento, biopotere e oppressione.\r\n\r\nSe nelle strutture detentive lo Stato può ricorre a sbarre, manganelli e sedazione per controllare lx detentutx, anche fuori dagli istituti psichiatrici e carcerari ha degli ottimi alleati. Non pensiamo solo alla polizia o al personale dei Dipartimenti di Salute Mentale, che perpetuano il controllo statale su questx individui, spesso infatti fuori le misure di repressione prendono delle forme ibride e perverse. Difficili da depotenziare. Come nel caso dell'amministrazione di sostegno, in cui il Giudice Tutelare, che fa le veci dello Stato, coinvolge una persona vicina - un parente, unx compagnx - che ha una relazione intima e fidata con il supposto beneficiarix. Proponendo l'intervento come parte del processo di cura e riabilitazione della persona interessata, il sistema giudiziario acquisisce così un nuovo alleato - senza divisa e con una relazione di prossimità ben più stretta - che deve controllare l'agire e il patrimonio della persona coinvolta.\r\n\r\n \r\n\r\nChe cos'è l'amministratore di sostegno ?\r\nL’amministratore di sostegno è una figura istituita per quelle persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Gli anziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, i tossicodipendenti, le persone detenute, i malati terminali possono ottenere, anche in previsione di una propria eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona che abbia cura della loro persona e del loro patrimonio.\r\n \r\n\r\nQuale legge definisce questa figura giuridica? \r\n\r\nLegge n.6 del 9 gennaio 2004 del codice civile disciplina le misure di protezione dei soggetti privi, in tutto o in parte, di autonomia, prevedendo la figura dell’Amministrazione di Sostegno.\r\n\r\n \r\n\r\nLink utili per il revoca e la sostituzione dell'amministratore di sostegno: 1) sostituzione; 2) revoca \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/ri-congiunzioni-18062024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Giugno 2024","2025-04-20 11:12:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/bf03f59f9313ce099a5ad08de2be5996-e1718793285883-200x110.jpg","AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO DEL 18/06/2024",1718800536,[279,280],"http://radioblackout.org/tag/amministratore-di-sostegno/","http://radioblackout.org/tag/autodifesa-antipsichiatrica/",[230,232],{"post_content":283},{"matched_tokens":284,"snippet":285,"value":286},[78],"nbsp;\r\n\r\nLink utili per il \u003Cmark>revoca\u003C/mark> e la sostituzione dell'amministratore di","Nella puntata di oggi continuiamo a discutere di antipsichiatria e autodifesa antipsichiatrica.\r\n\r\nCome abbiamo visto nelle puntate precedenti i punti di contatto tra psichiatria e apparati carcerari, detentivi, e strumenti per la privazione della libertà personale sono numerosi. Alcune di queste armi del potere si articolano all'interno delle infrastrutture dello Stato, altre invece riescono addirittura ad insinuarsi al di fuori delle quattro mura delle infrastrutture. Come protesi di una cultura della reclusione e del controllo dei corpi il sistema giuridico e sanitario utilizza diverse figure a cui poter delegare mansioni di disciplinamento, biopotere e oppressione.\r\n\r\nSe nelle strutture detentive lo Stato può ricorre a sbarre, manganelli e sedazione per controllare lx detentutx, anche fuori dagli istituti psichiatrici e carcerari ha degli ottimi alleati. Non pensiamo solo alla polizia o al personale dei Dipartimenti di Salute Mentale, che perpetuano il controllo statale su questx individui, spesso infatti fuori le misure di repressione prendono delle forme ibride e perverse. Difficili da depotenziare. Come nel caso dell'amministrazione di sostegno, in cui il Giudice Tutelare, che fa le veci dello Stato, coinvolge una persona vicina - un parente, unx compagnx - che ha una relazione intima e fidata con il supposto beneficiarix. Proponendo l'intervento come parte del processo di cura e riabilitazione della persona interessata, il sistema giudiziario acquisisce così un nuovo alleato - senza divisa e con una relazione di prossimità ben più stretta - che deve controllare l'agire e il patrimonio della persona coinvolta.\r\n\r\n \r\n\r\nChe cos'è l'amministratore di sostegno ?\r\nL’amministratore di sostegno è una figura istituita per quelle persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Gli anziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, i tossicodipendenti, le persone detenute, i malati terminali possono ottenere, anche in previsione di una propria eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona che abbia cura della loro persona e del loro patrimonio.\r\n \r\n\r\nQuale legge definisce questa figura giuridica? \r\n\r\nLegge n.6 del 9 gennaio 2004 del codice civile disciplina le misure di protezione dei soggetti privi, in tutto o in parte, di autonomia, prevedendo la figura dell’Amministrazione di Sostegno.\r\n\r\n \r\n\r\nLink utili per il \u003Cmark>revoca\u003C/mark> e la sostituzione dell'amministratore di sostegno: 1) sostituzione; 2) \u003Cmark>revoca \u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/ri-congiunzioni-18062024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[288],{"field":121,"matched_tokens":289,"snippet":285,"value":286},[78],{"best_field_score":264,"best_field_weight":129,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":265,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":292,"highlight":306,"highlights":311,"text_match":262,"text_match_info":314},{"comment_count":47,"id":293,"is_sticky":47,"permalink":294,"podcastfilter":295,"post_author":296,"post_content":297,"post_date":298,"post_excerpt":53,"post_id":293,"post_modified":299,"post_thumbnail":300,"post_title":301,"post_type":249,"sort_by_date":302,"tag_links":303,"tags":305},"89966","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-21-05-2024/",[203],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata è stato su di una storia che ai più viene da definire, assurda, pazzesca, ma che in realtà ci esplicita il livello di repressione reale nei confronti di chi oggigiorno osa esprimere dissenso rispetto ad una vicenda di portata internazionale, ma che il nostro Stato e le sue istituzioni pretendono di trattare in un modo univoco (soprattuto se a chi muovere quella critiche ha origini straniere). Stiamo parlando da una parte di Seif, educatore nato in Algeria e in Italia dal 2013 e dall'altra il governo italiano e le sue polizie, riguardo al massacro attuato da Israele che da ottobre scorso in poi si sta intensificando nella striscia di Gaza. Con noi ai microfoni una compagna di Radio Onda Rossa, realtà che fin da subito ha trattato l'incredibile storia di Seif, continuando poi a dare voce anche alle iniziative di solidarietà organizzate in suo supporto. L'uomo di 38 anni, educatore per il liceo francese Chateaubriand di Roma, è finito nel vortice di una vicenda che è iniziata con una perquisizione in casa sua da parte dell'anti-terrorismo per cercare armi e/o esplosivi, scaturita nel conseguente licenziamento in tronco da parte della dirigente della scuola per cui lavorava, fino ad arrivare alla revoca del suo status di rifugiato politico in Italia e conseguente reclusione nel CPR di Ponte Galeria. Cosa ha scaturito tutto questo? Un paio di post in solidarietà alla resistenza palestinese contro gli attacchi di Israele postati sul profilo instagram dell'educatore, estenuato dall'escalation di morte e del silenzio di fronte a ciò, dei paesi occidentali. Giusto un paio di giorni prima della nostra diretta, il tribunale di Roma non ha convalidato la reclusione nel CPR di Seif determinandone la liberazione da quel luogo terrificante che è il centro di permanenza e rimpatrio, nonchè quello di Ponte Galeria in particolare. Ora l'educatore è circondato da amici e solidali che l'hanno sostenuto, ma intanto ha perso un lavoro che svolgeva da più di 10 anni e ha dovuto essere trattato con tanta brutalità ed ingiustizia solo per aver dichiarato di stare da una parte di una barricata.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/F_m_21_05_Elena-Radio-Onda-Rossa-su-vicenda-Seif.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di\r\nClemente delegato SGB per i macchinisti cargo e coordinatore di CMC\r\n(coordinamento macchinisti cargo) sullo sciopero precettato del 19/05/24:\r\n\"l'importante vertenza in atto ha portato il gruppo di lavoratori\r\nautorganizzato Assemblea Nazionale PdM/PdB a proclamare il suo terzo\r\nsciopero (supportata da CUB, SGB, USB)\" il giorno 16/05/24 tramite PEC\r\nveniva inoltrata l’Ordinanza 199 T di precettazione con differimento\r\ndello sciopero in programmato.\r\n\"L’Assemblea Nazionale PdM/PdB ha comunicato alla Commissione di Garanzia\r\nil differimento dello sciopero del 19 Maggio alla successiva Domenica (26 Maggio) con le stesse modalità e gli\r\nstessi orari.\"\r\nLa commissione di garanzia comunica che non ci sono i tempi tecnici per\r\npoter fare sciopero il 26:\r\n\r\n\"...la Commissione di Garanzia arriva a contestare i tempi di preavviso su\r\nuno sciopero che in realtà era già stato proclamato il 6 Aprile e poi\r\ndifferito per un precetto del Ministro.\"\r\n\r\nCon Clemente abbiamo fatto un bilancio anche dello sciopero di 24 ore del 16-17/05/2024 del trasporto merci e ci ha spiegato che in assemblea\r\nnazionale PdM /PdB il 27 maggio decideranno le azioni da fare in merito a precetazioni e prossimo sciopero.\r\n\r\n Buon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/F_m_21_05_Clemente-di-CMC-su-scioperi-passati-precettati-e-futuri.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon il terzo approfondimento torniamo a parlare di Palestina, grazie ad un'intervista ad un rappresentante del movimento australiano Trade Unionists for Palestine che abbiamo confezionato e poi ritrasmesso in diretta. Come i nostrani portuali di Genova e non solo, quest'unione di sindacati e lavoratori cerca di mettersi in mezzo all'ingranaggio della guerra, bloccando il materiale bellico destinato ad Israele. Abbiamo chiesto a loro come agiscono, che tipo di repressione subiscono in Australia per questo tipo di mobilitazioni e come cercano di coordinarsi a livello internazionale per rendere queste azioni sempre più efficaci.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervisa-a-Trade-unionists-for-palestine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Maggio 2024","2024-05-24 10:33:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/432983341_122146711016087425_7222080843644391532_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/05/2024",1716546825,[304],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[234],{"post_content":307},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[78],"lavorava, fino ad arrivare alla \u003Cmark>revoca\u003C/mark> del suo status di rifugiato"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata è stato su di una storia che ai più viene da definire, assurda, pazzesca, ma che in realtà ci esplicita il livello di repressione reale nei confronti di chi oggigiorno osa esprimere dissenso rispetto ad una vicenda di portata internazionale, ma che il nostro Stato e le sue istituzioni pretendono di trattare in un modo univoco (soprattuto se a chi muovere quella critiche ha origini straniere). Stiamo parlando da una parte di Seif, educatore nato in Algeria e in Italia dal 2013 e dall'altra il governo italiano e le sue polizie, riguardo al massacro attuato da Israele che da ottobre scorso in poi si sta intensificando nella striscia di Gaza. Con noi ai microfoni una compagna di Radio Onda Rossa, realtà che fin da subito ha trattato l'incredibile storia di Seif, continuando poi a dare voce anche alle iniziative di solidarietà organizzate in suo supporto. L'uomo di 38 anni, educatore per il liceo francese Chateaubriand di Roma, è finito nel vortice di una vicenda che è iniziata con una perquisizione in casa sua da parte dell'anti-terrorismo per cercare armi e/o esplosivi, scaturita nel conseguente licenziamento in tronco da parte della dirigente della scuola per cui lavorava, fino ad arrivare alla \u003Cmark>revoca\u003C/mark> del suo status di rifugiato politico in Italia e conseguente reclusione nel CPR di Ponte Galeria. Cosa ha scaturito tutto questo? 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Ai nostri microfoni analizziamo con un compagno la particolare realtà della città di Roma, certamente non nuova ad episodi di tale matrice ma teatro nelle ultime settimane di una particolare accelerazione ed inasprimento degli attacchi e delle aggressioni.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-16-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Maggio 2024","2024-05-17 18:25:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/1715960319971-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #23 - UNIVERSITÀ PER GAZA (ENCORE)",1715970312,[],[],{"post_content":330},{"matched_tokens":331,"snippet":332,"value":333},[78],"a Gaza e per la \u003Cmark>revoca\u003C/mark> degli accordi di ricerca delle","Puntata speciale in diretta da Palazzo Nuovo a Torino, facoltà occupata da alcuni giorni all'interno dell'ondata di mobilitazioni partita dai campus statunitensi e giunta nelle ultime settimane in Europa, Italia compresa, contro il massacro perpetuato a Gaza e per la \u003Cmark>revoca\u003C/mark> degli accordi di ricerca delle università italiane con lo stato di Israele.\r\n\r\nAttraverso una corrispondenza con un compagno da New York, torniamo negli Stati Uniti per ricostruire la genesi e l'evoluzione delle mobilitazioni nei campus americani e tracciarne una prima valutazione, evidenziandone potenzialità e limiti anche alla luce del necessario giro di boa imposto dalla dura repressione delle scorse settimane.\r\n\r\nLe proteste negli Stati Uniti e in giro per l'Europa stanno registrando un particolare attivismo e una recrudescenza delle contromanifestazioni da parte di elementi filo-sionisti, fenomeno balzato all'onore delle cronache anche in Italia nelle ultime ore. 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A partire dal 15 ottobre una percentuale considerevole di lavoratori portuali entrano in sciopero dando dei grattacapo non indifferenti alle autorità portuali che dichiarano, in buona parte, la volontà anche di pagare il green pass per evitare il blocco ed i conseguenti danni economici. La volontà mediatica che da tempo cerca di dividere i lavoratori non ha fermato la solidarietà che intorno ai portuali si è concretizzata fino a creare un presidio permanete davanti all'ingresso del porto. Ieri 18/10/2021 il presidio è stato sgomberato dalla polizia: l'effetto è stato quello di compattare i portuali e i solidali che rilanciano!\r\n\r\n\r\n “Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che si chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto, ma per tutte le categorie di lavoratori”. \r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_19_10_Portuali-trieste-su-mobilitazione-no-GP.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Shah, Si Cobas Prato, sul caso de* lavorator* aggrediti e picchiati durante il presidio di lunedì 11/10/21 davanti alla Dreamland, presso il distretto industriale al Macrolotto. La risposta non si è fatta attendere e più di 500 lavorator* hanno occupato a tangenziale di Prato in corteo sabato 16/10/21. In un comunicato Sicobas si legge:\r\n\r\n\r\nPiù di cinquecento ieri hanno invaso le strdade del Macrolotto per rispondere all'aggressione mafiosa (o fascista, per chi preferisce) di lunedì durante il picchetto per lo sciopero alla Dreamland, quando una squadraccia guidata dal padrone ha aggredito gli operai in lotta e i solidali con bastoni e mazza - sotto gli occhi aperti ma passivi di polizia politica digos e uomini delle forze dell'ordine. Il corteo di ieri è un risultato straordinario per i lavoratori del tessile e per tutto il nostro sindacato: una manifestazione organizzata in appena 48 ore, mediaticamente censurata perché in concomitanza con l'altra manifestazione di ieri, quella dove Cgil-Cisl-Uil con padroni e governo Draghi hanno nuovamente chiesto ai lavoratori di stare buoni, non facendo sciopero ma attivandosi \"in nome dell'antifascismo\" per la \"unità nazionale\" (della serie: siam tutti sulla stessa barca...), a favore della \"ripresa economica\"... del loro profitto sulla pelle della classe lavoratrice!\r\nPrato e centinaia di lavoratori da tutta Italia, soprattutto dai picchetti dei lavoratori venerdì in lotta da magazzini e fabbriche per la revoca del \"green pass\" e reali misure di sicurezza nei luoghi di lavoro per difendere la salute di tutti i lavoratori, rispondono con la solidarietà di questa riuscita mobilitazione a mafia e sfruttamento. Il corteo che ha paralizzato prima il Macrolotto1 e poi il Macrolotto2 (insieme il secondo distretto tessile d'Europa), sfilando tra i vialoni e i capannoni delle ditte tessili, ha portato un messaggio chiaro e forte: abbiamo buttato via la paura.\r\nIn prima fila gli operai del distretto protagonisti delle lotte vittoriose di questi anni che hanno strappato ai padroni contratti regolari e l'8x5: Texprint, Sunshine, Tintoria2020, Superlativa, Tintoria DL, Tintoria Fada, Giaroeste e tanti altri. Con noi i lavoratori della logistica (TNT, SDA, BRT, GLS), il Collettivo della GKN e gli operai della Piaggio di Pontedera. 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Durante entrambi questi momenti, i lavoratori hanno detto a gran voce che non vogliono cedere al ricatto per il quale loro e alcuni loro colleghi si debbano ritrovare nella paradossale situazione di dover pagare i tamponi di tasca loro per poter lavorare, oltre a portare a galla il diffuso problema del ricorso ai lavoratori interinali usa e getta. Per il 15 i lavoratori hanno deciso di non indire lo sciopero, ma di presentarsi ai cancelli del magazzino, senza il certificato verde, per dimostrare quanto questa misura può ledere sui bisogni produttivi padronali, perchè comunque l'arma dello sciopero è sempre calda e dai nostri microfoni, ci hanno promesso di volerla utilizzare molto a breve, se l'azienda continuerà a fare orecchie da mercante alle loro richieste.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_19_10_Tommaso-Fiom-su-mobilitazione-Mopar.mp3\"][/audio]","20 Ottobre 2021","2021-10-20 18:50:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/porto-trieste-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 19/10/2021",1634755812,[],[],{"post_content":352},{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":355},[78],"magazzini e fabbriche per la \u003Cmark>revoca\u003C/mark> del \"green pass\" e reali","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Sandi, lavoratore portuale del Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste sul caso dello sciopero dei lavoratori portuali contro l'utilizzo strumentale del green pass. A partire dal 15 ottobre una percentuale considerevole di lavoratori portuali entrano in sciopero dando dei grattacapo non indifferenti alle autorità portuali che dichiarano, in buona parte, la volontà anche di pagare il green pass per evitare il blocco ed i conseguenti danni economici. La volontà mediatica che da tempo cerca di dividere i lavoratori non ha fermato la solidarietà che intorno ai portuali si è concretizzata fino a creare un presidio permanete davanti all'ingresso del porto. Ieri 18/10/2021 il presidio è stato sgomberato dalla polizia: l'effetto è stato quello di compattare i portuali e i solidali che rilanciano!\r\n\r\n\r\n “Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che si chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto, ma per tutte le categorie di lavoratori”. \r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_19_10_Portuali-trieste-su-mobilitazione-no-GP.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Shah, Si Cobas Prato, sul caso de* lavorator* aggrediti e picchiati durante il presidio di lunedì 11/10/21 davanti alla Dreamland, presso il distretto industriale al Macrolotto. La risposta non si è fatta attendere e più di 500 lavorator* hanno occupato a tangenziale di Prato in corteo sabato 16/10/21. In un comunicato Sicobas si legge:\r\n\r\n\r\nPiù di cinquecento ieri hanno invaso le strdade del Macrolotto per rispondere all'aggressione mafiosa (o fascista, per chi preferisce) di lunedì durante il picchetto per lo sciopero alla Dreamland, quando una squadraccia guidata dal padrone ha aggredito gli operai in lotta e i solidali con bastoni e mazza - sotto gli occhi aperti ma passivi di polizia politica digos e uomini delle forze dell'ordine. Il corteo di ieri è un risultato straordinario per i lavoratori del tessile e per tutto il nostro sindacato: una manifestazione organizzata in appena 48 ore, mediaticamente censurata perché in concomitanza con l'altra manifestazione di ieri, quella dove Cgil-Cisl-Uil con padroni e governo Draghi hanno nuovamente chiesto ai lavoratori di stare buoni, non facendo sciopero ma attivandosi \"in nome dell'antifascismo\" per la \"unità nazionale\" (della serie: siam tutti sulla stessa barca...), a favore della \"ripresa economica\"... del loro profitto sulla pelle della classe lavoratrice!\r\nPrato e centinaia di lavoratori da tutta Italia, soprattutto dai picchetti dei lavoratori venerdì in lotta da magazzini e fabbriche per la \u003Cmark>revoca\u003C/mark> del \"green pass\" e reali misure di sicurezza nei luoghi di lavoro per difendere la salute di tutti i lavoratori, rispondono con la solidarietà di questa riuscita mobilitazione a mafia e sfruttamento. Il corteo che ha paralizzato prima il Macrolotto1 e poi il Macrolotto2 (insieme il secondo distretto tessile d'Europa), sfilando tra i vialoni e i capannoni delle ditte tessili, ha portato un messaggio chiaro e forte: abbiamo buttato via la paura.\r\nIn prima fila gli operai del distretto protagonisti delle lotte vittoriose di questi anni che hanno strappato ai padroni contratti regolari e l'8x5: Texprint, Sunshine, Tintoria2020, Superlativa, Tintoria DL, Tintoria Fada, Giaroeste e tanti altri. Con noi i lavoratori della logistica (TNT, SDA, BRT, GLS), il Collettivo della GKN e gli operai della Piaggio di Pontedera. E tanti, tanti altri lavoratori, più solidali, studenti, cittadini che hanno voluto esserci e ci sono stati. \r\nOggi abbiamo scritto un'altra bellissima pagina di questa storia di riscatto collettivo, della \"nuova\" storia del movimento operaio fatto di lavoratori e lavoratrici di tutti i paesi del mondo: in lotta per il pane, ma anche per le rose...\r\nLa paura è solo dei padroni: chi tocca uno tocca tutti!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_19_10_Lavoratore-Textrpint-su-pestaggi-Dreamland-e-aggiornamenti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Tommaso. delegato Fiom alla Mopar di Rivalta, dove si sono susseguite in questi ultimi giorni, due mobilitazioni; la prima il 12 ottobre con uno sciopero e relativo corteo arrivato fino al vicino comune di Piossasco, per chiedere al sindaco di prendere in carico le loro rivendicazioni, la seconda il 15, giorno di entrata in vigore dell'obbligo di Green Pass per potersi recare sul luogo di lavoro. Durante entrambi questi momenti, i lavoratori hanno detto a gran voce che non vogliono cedere al ricatto per il quale loro e alcuni loro colleghi si debbano ritrovare nella paradossale situazione di dover pagare i tamponi di tasca loro per poter lavorare, oltre a portare a galla il diffuso problema del ricorso ai lavoratori interinali usa e getta. Per il 15 i lavoratori hanno deciso di non indire lo sciopero, ma di presentarsi ai cancelli del magazzino, senza il certificato verde, per dimostrare quanto questa misura può ledere sui bisogni produttivi padronali, perchè comunque l'arma dello sciopero è sempre calda e dai nostri microfoni, ci hanno promesso di volerla utilizzare molto a breve, se l'azienda continuerà a fare orecchie da mercante alle loro richieste.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_19_10_Tommaso-Fiom-su-mobilitazione-Mopar.mp3\"][/audio]",[357],{"field":121,"matched_tokens":358,"snippet":354,"value":355},[78],{"best_field_score":264,"best_field_weight":129,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":265,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":361,"highlight":373,"highlights":378,"text_match":262,"text_match_info":381},{"comment_count":47,"id":362,"is_sticky":47,"permalink":363,"podcastfilter":364,"post_author":50,"post_content":365,"post_date":366,"post_excerpt":53,"post_id":362,"post_modified":367,"post_thumbnail":368,"post_title":369,"post_type":249,"sort_by_date":370,"tag_links":371,"tags":372},"47221","http://radioblackout.org/podcast/bello-come-una-prigione-che-brucia-il-podcast-del-24-aprile-2018/",[211],"Alcune notizie dal mondo del carcere e della sorveglianza: iniziamo con la lettura di stralci della lettera collettiva della sezione Alta sicurezza del carcere di Livorno che alleghiamo in calce, ed altre notizie brevi; proseguiamo poi sul tema della sorveglianza, utilizzando il nuovo rapporto di Privacy International nel Regno Unito sulle perquisizioni digitali e l'estrazione di dati dagli smartphone. Infine ci spostiamo negli USA per raccontarvi della gestione del lavoro dei detenuti nelle carceri private.\r\n\r\nbello come 23 aprile\r\n\r\nLETTERA DEI DETENUTI DI LIVORNO\r\n\r\nI detenuti ristretti presso la C/C. di Livorno,rep. Alta-Sicurezza, firmatari del presente documento,con il quale invocano l’intervento urgente, con gli organi sopra citati, al fine della tutela della propria dignità umana, portano alla vostra attenzione le seguenti problematiche.\r\n\r\nPreliminarmente va ricordato che in questo istituto, dai primi del mese di Novembre 2017, fino al 15 dello stesso mese, cè stata una protesta pacifica e democratica che ha interessato tutte e tre le sezioni di Alta-Sicurezza, sempre per condizioni di invisibilità.\r\n\r\nAll’epoca dei fatti sono intervenuti il magistrato di sorveglianza (LI) e il provveditore della Toscana per riuscire a far rientrare la protesta anche perché si avvicinava il mese di Dicembre con la prospettiva delle vacanze natalizie.\r\n\r\nNaturalmente tramite promesse da marinaio, la protesta e rientrata con la pace di tutti, direzione tutta in particolare. Le promesse di marinaio consistevano in miglioramenti della vita detentiva in generale, dal vitto che è ancora uguale a prima e, comunque, non intendiamo entrare in questo argomento,perché ci è stato promesso che entro il mese di giugno 2018 avrebbero sistemato la cucina e migliorato la qualità del vitto, aspettiamo Giugno! Riguardo le altre cose ci hanno dato qualche telefonata per mezza giornata e per due domeniche nei mesi Gennaio e Febbraio. A parte questo ‘’contentino’’ delle due telefonate domenicali al mese, tutto il resto è peggiorato naturalmente a scapito dei detenuti in particolare il sovraffollamento, sembra questo fenomeno che è una cosa fuorilegge in quanto le sezioni di Alta Sicurezza sono state costruite per due persone per cella e a norma europea, così ci era stato assicurato quando siamo arrivati in questo istituto. Oggi invece ci viene quasi imposto di mettere altre persone in cella, senza preoccuparsi se uno fuma, se uno ha problemi di salute o atri problemi, seri e gravi di salute. Ebbene, questo modo di agire presenta l’abuso di potere e viola palesemente l’Art.3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.\r\n\r\nRiguardo a questo drammatico problema del sovraffollamento ci preme ricordare un passaggio, tramite un colloquio verificatosi il 26 Settembre 2017, quando un gruppo di detenuti si sono incontrati con il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Dottor. Franco Corleone, in quella circostanza quel gruppo di detenuti, ha rappresentato al Dottor Corleone i problemi più grossi che erano costretti a subire. Il lavoro, le sale dei colloqui dove diventa un calvario stare seduti per più di un’ora in quei sgabelli piantati per terra, dove diventa difficile fare un colloquio con le proprie famiglie. L’ufficio educatori che è carente sia di personale e sia come quantità e qualità lavorativa, non si comprende come una educatrice si arroga il diritto del tutto arbitrario e gratuito, di rivestire il ruolo di magistrato di sorveglianza,di direttrice e di tanto altro ancora, fino al punto da decidere lei se una istanza di qualsiasi natura, possa essere inviata oppure no al magistrato di sorveglianza. Noi riteniamo che questo modo sia contrario alle norme vigenti e quindi illegale.\r\n\r\nQuesto modo di portare avanti l’area trattamentale è un modo come un altro per far stare quanto più possibile la gente in carcere, e ci riferiamo a tutti quelli che, essendo nei termini di poter usufruire dei benefici penitenziari, potrebbero accedere ai detti benefici e quindi alleggerire il famoso fenomeno di sovraffollamento dal quale molti traggono dei benefici in termini di speculazione, e questi non sono di certo i detenuti ristretti.\r\n\r\nOltre a questi sopra esposti di problemi, in quella occasione al Dottor. Corleone abbiamo rappresentato anche e soprattutto questo fenomeno delle tre persone a cella, malgrado questo reparto alla sicurezza è predisposto per due a cella. A quel punto il Dottor. Corleone ci riferiva quanto segue: ’’ Il direttore del D.R.P. davanti a me ha firmato una notifica nella quale si affermava che il carcere di Livorno non poteva ospitare oltre due persone per cella, io personalmente sono stato un testimone oculare di questa firma, perché si è svolto davanti ai miei occhi, quindi, appena esco da qui sarà la prima cosa che farò e ciò è di telefonare personalmente al direttore del D.R.P. per farmi spiegare come è possibile una cosa del genere e tra qualche giorno vi farò sapere ‘’ .\r\n\r\nUn altro argomento è stato quello dei computer personali, due detenuti hanno violato le regole, sono stati puniti e trasferiti, a noi tutti ci sono stati ritirati e sequestrati. Due detenuti hanno proposto reclamo fino al tribunale di sorveglianza di Firenze e malgrado i loro computer erano in regola hanno avuto rigettato il reclamo, nel rigetto c’era scritto che la direzione aveva promesso che si impegnava a trovare un locale per adibirlo all’uso dei personal computer per quei detenuti che studiano e frequentano i corsi scolastici e universitari. Ad oggi, fine Febbraio 2018, ancora attendiamo che venga trovato questo locale.\r\n\r\nUn altro argomento è il lavoro, ci erano state fatte delle promesse, nel mese di Dicembre 2017, tese ad aumentare sia le merce di e sia qualche posto di lavoro in più. Risultato? Sono diminuiti i posti di lavoro e sono diminuite le mercedi, cioè gli stipendi che prima si potevano chiamare più o meno soddisfacenti, nel senso che per ogni giornata lavorativa si veniva retribuiti con due e tre ore, nonostante se ne faceva qualcuna in più.\r\n\r\nOggi alla luce delle false promesse e caduta la maschera dell’ipocrisia, la realtà è che un detenuto è costretto a lavorare per 3-h-5 ore e viene retribuito con solo un’ora(1) al giorno. Questo vuol dire guadagnare 50 ,60 euro al mese.\r\n\r\nIn base alle norme europee, questo si chiama; ‘’ riduzione in schiavitù ‘’, e pur portata avanti con molta filosofia è sempre una violazione dell’Art.3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, C.E.D.U.\r\n\r\nPer ultimo ricordiamo che malgrado tutti questi disagi nei quali siamo costretti a vivere, hanno pensato bene ad aumentare i prezzi dei prodotti che acquistiamo al sopravvitto interno, alimentari, carni surgelati, frutta e verdura e altri prodotti. Complimenti da veri irresponsabili!\r\n\r\nRibadiamo che ‘’ la pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella revoca di altri diritti ‘’.\r\n\r\nIl 20 Febbraio si è assistiti a qualcosa di assurdo: in una cella della terza sezione, hanno provato con minacce a mettere un fumatore con due che non fumano, mezz’ora prima avevano messo un cinese, poi tolto e cercato di mettere il fumatore. I due detenuti hanno fatto i bagagli e chiesto di essere portati alle celle di isolamento. Le ritorsioni e le ripicche sono all’ordine del giorno, qui vige una falsa democrazia, celata da razzismo e abusi di potere.\r\n\r\nQuesta lamentela che vogliamo far conoscere a tutta l’Italia, è priva di firme, perché la maggior parte dei detenuti ha paura delle ritorsioni e ripicche.\r\n\r\nPer favore bisogna far presto prima che degeneri del tutto la situazione all’interno di questo istituto. I garanti, che si immagina fossero sopra le parti, vengono circuiti, incredibile!\r\n\r\nLe connivenze che esistono tra, direzione, magistrato di sorveglianza e tribunale di sorveglianza, sono quasi invisibili per non creare precedenti, però sappiate che esistono e il tutto a scapito dei detenuti. Ci sono tutte le circostanze per fare apparire un inchiesta e per favore avvisate di tutti questi abusi l’onorevole Eleonora Forenza.\r\n\r\nRiguardo i due detenuti che si sono rifiutati di farsi calpestare la propria dignità, facendosi mettere in cella un fumatore, e per questo volevano essere portati in isolamento, e cambiate la condizione, cioè, gli è stato fatto un rapporto disciplinare che consiste nella chiusura del lavoro, per uno dei due che faceva lo spazzino, e il divieto di socialità, possono solo andare a scuola e per 4 ore al giorno i passeggi.\r\n\r\nL’ultimo punto che facciamo notare è questo: a settembre 2017, a causa di una bomba d’acqua verificatasi nella città di Livorno, si sono allagati gli scantinati anche per la cattiva manutenzione, dov’erano stati posizionati tutte le strumentazioni elettroniche che facevano funzionare computer, ascensori, aperture delle celle automatiche ecc., ecc., ad oggi dei tre ascensori non ne funzione nemmeno uno, e nessuno se ne preoccupa.\r\n\r\nSapete cosa significa se uno, qui siamo al terzo piano, si sente male di notte e avesse bisogno dell’ascensore per essere salvato?\r\n\r\nLa spesa che facciamo bisogna salirla a piedi, 60-80 casse d’acqua, e tutto il resto di generi alimentari, carni, surgelati, frutta e verdura, tutto a mano e solo uno può farlo, e questo viene retribuito solo con 1 ora di retribuzione.\r\n\r\nNon abbiamo parole, se uno rinuncia gli viene commiata la sanzione disciplinare e automaticamente la perdita di un semestre di liberazione anticipata per giorni 45.\r\n\r\nQui vige una dittatura velata da una falsa democrazia. Ogni commento e soprattutto l’aiuto per poter sopravvivere dignitosamente. Grazie!\r\n\r\nRiguardo lo spazio per ogni detenuto in cella, qui stanno agendo con cattiveria, con forza e ripicca vogliono metterci a tre e questo magistrato di sorv. Di Livorno, per non creare dei precedenti rigetta tutti i reclami che gli arrivano, ci ha detto in faccia molto chiaramente che lei non tiene conto delle sentenze della corte europea, ma si attiene solo alla cassazione e qui, per il carcere di Livorno, non c’è una sentenza alla cassazione di invio per il numero di un ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna che è molto chiara in materia e cioè, ordinanza n. 2018/234 (oppure 2018/734) perché non si capisce bene, del 04/01/2018 depositata in cancelleria il 17/01/2018, ma questo non vale niente?\r\n\r\nA nostro avviso il clima qui dentro si sta facendo molto molto pesante. A proposito a chi si è rifiutato di mettersi a tre gli hanno fatto il rapporto e privato del campo sportivo, palestra e socialità. Adesso è successo che un detenuto trascorsa l’ora con la quale viene retribuito, si è fermato e ha detto che non intendeva proseguire il lavoro perché non sarebbe stato pagato, risultato? Gli hanno fatto il rapporto, è assurdo!!!\r\n\r\nLa pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella revoca di tutti i diritti.\r\n\r\nUn caro saluto a tutti dalla minoranza di detenuti di questo lager di Livorno.\r\n\r\nBuon lavoro e speriamo bene che passi questa riforma.\r\n\r\nGrazie per tutto.\r\n\r\nI detenuti di Alta Sicurezza del carcere di Livorno","24 Aprile 2018","2018-10-24 17:42:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/fucogalere-200x110.jpeg","Bello come una prigione che brucia: il podcast del 24 aprile 2018",1524598996,[],[],{"post_content":374},{"matched_tokens":375,"snippet":376,"value":377},[78],"della libertà personale, non nella \u003Cmark>revoca\u003C/mark> di altri diritti ‘’.\r\n\r\nIl 20","Alcune notizie dal mondo del carcere e della sorveglianza: iniziamo con la lettura di stralci della lettera collettiva della sezione Alta sicurezza del carcere di Livorno che alleghiamo in calce, ed altre notizie brevi; proseguiamo poi sul tema della sorveglianza, utilizzando il nuovo rapporto di Privacy International nel Regno Unito sulle perquisizioni digitali e l'estrazione di dati dagli smartphone. Infine ci spostiamo negli USA per raccontarvi della gestione del lavoro dei detenuti nelle carceri private.\r\n\r\nbello come 23 aprile\r\n\r\nLETTERA DEI DETENUTI DI LIVORNO\r\n\r\nI detenuti ristretti presso la C/C. di Livorno,rep. Alta-Sicurezza, firmatari del presente documento,con il quale invocano l’intervento urgente, con gli organi sopra citati, al fine della tutela della propria dignità umana, portano alla vostra attenzione le seguenti problematiche.\r\n\r\nPreliminarmente va ricordato che in questo istituto, dai primi del mese di Novembre 2017, fino al 15 dello stesso mese, cè stata una protesta pacifica e democratica che ha interessato tutte e tre le sezioni di Alta-Sicurezza, sempre per condizioni di invisibilità.\r\n\r\nAll’epoca dei fatti sono intervenuti il magistrato di sorveglianza (LI) e il provveditore della Toscana per riuscire a far rientrare la protesta anche perché si avvicinava il mese di Dicembre con la prospettiva delle vacanze natalizie.\r\n\r\nNaturalmente tramite promesse da marinaio, la protesta e rientrata con la pace di tutti, direzione tutta in particolare. Le promesse di marinaio consistevano in miglioramenti della vita detentiva in generale, dal vitto che è ancora uguale a prima e, comunque, non intendiamo entrare in questo argomento,perché ci è stato promesso che entro il mese di giugno 2018 avrebbero sistemato la cucina e migliorato la qualità del vitto, aspettiamo Giugno! Riguardo le altre cose ci hanno dato qualche telefonata per mezza giornata e per due domeniche nei mesi Gennaio e Febbraio. A parte questo ‘’contentino’’ delle due telefonate domenicali al mese, tutto il resto è peggiorato naturalmente a scapito dei detenuti in particolare il sovraffollamento, sembra questo fenomeno che è una cosa fuorilegge in quanto le sezioni di Alta Sicurezza sono state costruite per due persone per cella e a norma europea, così ci era stato assicurato quando siamo arrivati in questo istituto. Oggi invece ci viene quasi imposto di mettere altre persone in cella, senza preoccuparsi se uno fuma, se uno ha problemi di salute o atri problemi, seri e gravi di salute. Ebbene, questo modo di agire presenta l’abuso di potere e viola palesemente l’Art.3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.\r\n\r\nRiguardo a questo drammatico problema del sovraffollamento ci preme ricordare un passaggio, tramite un colloquio verificatosi il 26 Settembre 2017, quando un gruppo di detenuti si sono incontrati con il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Dottor. Franco Corleone, in quella circostanza quel gruppo di detenuti, ha rappresentato al Dottor Corleone i problemi più grossi che erano costretti a subire. Il lavoro, le sale dei colloqui dove diventa un calvario stare seduti per più di un’ora in quei sgabelli piantati per terra, dove diventa difficile fare un colloquio con le proprie famiglie. L’ufficio educatori che è carente sia di personale e sia come quantità e qualità lavorativa, non si comprende come una educatrice si arroga il diritto del tutto arbitrario e gratuito, di rivestire il ruolo di magistrato di sorveglianza,di direttrice e di tanto altro ancora, fino al punto da decidere lei se una istanza di qualsiasi natura, possa essere inviata oppure no al magistrato di sorveglianza. Noi riteniamo che questo modo sia contrario alle norme vigenti e quindi illegale.\r\n\r\nQuesto modo di portare avanti l’area trattamentale è un modo come un altro per far stare quanto più possibile la gente in carcere, e ci riferiamo a tutti quelli che, essendo nei termini di poter usufruire dei benefici penitenziari, potrebbero accedere ai detti benefici e quindi alleggerire il famoso fenomeno di sovraffollamento dal quale molti traggono dei benefici in termini di speculazione, e questi non sono di certo i detenuti ristretti.\r\n\r\nOltre a questi sopra esposti di problemi, in quella occasione al Dottor. Corleone abbiamo rappresentato anche e soprattutto questo fenomeno delle tre persone a cella, malgrado questo reparto alla sicurezza è predisposto per due a cella. A quel punto il Dottor. Corleone ci riferiva quanto segue: ’’ Il direttore del D.R.P. davanti a me ha firmato una notifica nella quale si affermava che il carcere di Livorno non poteva ospitare oltre due persone per cella, io personalmente sono stato un testimone oculare di questa firma, perché si è svolto davanti ai miei occhi, quindi, appena esco da qui sarà la prima cosa che farò e ciò è di telefonare personalmente al direttore del D.R.P. per farmi spiegare come è possibile una cosa del genere e tra qualche giorno vi farò sapere ‘’ .\r\n\r\nUn altro argomento è stato quello dei computer personali, due detenuti hanno violato le regole, sono stati puniti e trasferiti, a noi tutti ci sono stati ritirati e sequestrati. Due detenuti hanno proposto reclamo fino al tribunale di sorveglianza di Firenze e malgrado i loro computer erano in regola hanno avuto rigettato il reclamo, nel rigetto c’era scritto che la direzione aveva promesso che si impegnava a trovare un locale per adibirlo all’uso dei personal computer per quei detenuti che studiano e frequentano i corsi scolastici e universitari. Ad oggi, fine Febbraio 2018, ancora attendiamo che venga trovato questo locale.\r\n\r\nUn altro argomento è il lavoro, ci erano state fatte delle promesse, nel mese di Dicembre 2017, tese ad aumentare sia le merce di e sia qualche posto di lavoro in più. Risultato? Sono diminuiti i posti di lavoro e sono diminuite le mercedi, cioè gli stipendi che prima si potevano chiamare più o meno soddisfacenti, nel senso che per ogni giornata lavorativa si veniva retribuiti con due e tre ore, nonostante se ne faceva qualcuna in più.\r\n\r\nOggi alla luce delle false promesse e caduta la maschera dell’ipocrisia, la realtà è che un detenuto è costretto a lavorare per 3-h-5 ore e viene retribuito con solo un’ora(1) al giorno. Questo vuol dire guadagnare 50 ,60 euro al mese.\r\n\r\nIn base alle norme europee, questo si chiama; ‘’ riduzione in schiavitù ‘’, e pur portata avanti con molta filosofia è sempre una violazione dell’Art.3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, C.E.D.U.\r\n\r\nPer ultimo ricordiamo che malgrado tutti questi disagi nei quali siamo costretti a vivere, hanno pensato bene ad aumentare i prezzi dei prodotti che acquistiamo al sopravvitto interno, alimentari, carni surgelati, frutta e verdura e altri prodotti. Complimenti da veri irresponsabili!\r\n\r\nRibadiamo che ‘’ la pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella \u003Cmark>revoca\u003C/mark> di altri diritti ‘’.\r\n\r\nIl 20 Febbraio si è assistiti a qualcosa di assurdo: in una cella della terza sezione, hanno provato con minacce a mettere un fumatore con due che non fumano, mezz’ora prima avevano messo un cinese, poi tolto e cercato di mettere il fumatore. I due detenuti hanno fatto i bagagli e chiesto di essere portati alle celle di isolamento. Le ritorsioni e le ripicche sono all’ordine del giorno, qui vige una falsa democrazia, celata da razzismo e abusi di potere.\r\n\r\nQuesta lamentela che vogliamo far conoscere a tutta l’Italia, è priva di firme, perché la maggior parte dei detenuti ha paura delle ritorsioni e ripicche.\r\n\r\nPer favore bisogna far presto prima che degeneri del tutto la situazione all’interno di questo istituto. I garanti, che si immagina fossero sopra le parti, vengono circuiti, incredibile!\r\n\r\nLe connivenze che esistono tra, direzione, magistrato di sorveglianza e tribunale di sorveglianza, sono quasi invisibili per non creare precedenti, però sappiate che esistono e il tutto a scapito dei detenuti. Ci sono tutte le circostanze per fare apparire un inchiesta e per favore avvisate di tutti questi abusi l’onorevole Eleonora Forenza.\r\n\r\nRiguardo i due detenuti che si sono rifiutati di farsi calpestare la propria dignità, facendosi mettere in cella un fumatore, e per questo volevano essere portati in isolamento, e cambiate la condizione, cioè, gli è stato fatto un rapporto disciplinare che consiste nella chiusura del lavoro, per uno dei due che faceva lo spazzino, e il divieto di socialità, possono solo andare a scuola e per 4 ore al giorno i passeggi.\r\n\r\nL’ultimo punto che facciamo notare è questo: a settembre 2017, a causa di una bomba d’acqua verificatasi nella città di Livorno, si sono allagati gli scantinati anche per la cattiva manutenzione, dov’erano stati posizionati tutte le strumentazioni elettroniche che facevano funzionare computer, ascensori, aperture delle celle automatiche ecc., ecc., ad oggi dei tre ascensori non ne funzione nemmeno uno, e nessuno se ne preoccupa.\r\n\r\nSapete cosa significa se uno, qui siamo al terzo piano, si sente male di notte e avesse bisogno dell’ascensore per essere salvato?\r\n\r\nLa spesa che facciamo bisogna salirla a piedi, 60-80 casse d’acqua, e tutto il resto di generi alimentari, carni, surgelati, frutta e verdura, tutto a mano e solo uno può farlo, e questo viene retribuito solo con 1 ora di retribuzione.\r\n\r\nNon abbiamo parole, se uno rinuncia gli viene commiata la sanzione disciplinare e automaticamente la perdita di un semestre di liberazione anticipata per giorni 45.\r\n\r\nQui vige una dittatura velata da una falsa democrazia. Ogni commento e soprattutto l’aiuto per poter sopravvivere dignitosamente. Grazie!\r\n\r\nRiguardo lo spazio per ogni detenuto in cella, qui stanno agendo con cattiveria, con forza e ripicca vogliono metterci a tre e questo magistrato di sorv. Di Livorno, per non creare dei precedenti rigetta tutti i reclami che gli arrivano, ci ha detto in faccia molto chiaramente che lei non tiene conto delle sentenze della corte europea, ma si attiene solo alla cassazione e qui, per il carcere di Livorno, non c’è una sentenza alla cassazione di invio per il numero di un ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna che è molto chiara in materia e cioè, ordinanza n. 2018/234 (oppure 2018/734) perché non si capisce bene, del 04/01/2018 depositata in cancelleria il 17/01/2018, ma questo non vale niente?\r\n\r\nA nostro avviso il clima qui dentro si sta facendo molto molto pesante. A proposito a chi si è rifiutato di mettersi a tre gli hanno fatto il rapporto e privato del campo sportivo, palestra e socialità. Adesso è successo che un detenuto trascorsa l’ora con la quale viene retribuito, si è fermato e ha detto che non intendeva proseguire il lavoro perché non sarebbe stato pagato, risultato? Gli hanno fatto il rapporto, è assurdo!!!\r\n\r\nLa pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella \u003Cmark>revoca\u003C/mark> di tutti i diritti.\r\n\r\nUn caro saluto a tutti dalla minoranza di detenuti di questo lager di Livorno.\r\n\r\nBuon lavoro e speriamo bene che passi questa riforma.\r\n\r\nGrazie per tutto.\r\n\r\nI detenuti di Alta Sicurezza del carcere di Livorno",[379],{"field":121,"matched_tokens":380,"snippet":376,"value":377},[78],{"best_field_score":264,"best_field_weight":129,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":265,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":249,"first_q":34,"per_page":194,"q":34},16,["Reactive",386],{},["Set"],["ShallowReactive",389],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fIUoDrD2SuWXG3sR87ECcOzOJu_bcELx8vs0ciheQdCY":-1},true,"/search?query=revoca+domiciliari"]