","Latinoamerica, una passione rivoluzionaria","post",1495815915,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/maduro/","http://radioblackout.org/tag/nicaragua/","http://radioblackout.org/tag/ortega/","http://radioblackout.org/tag/revolucion/","http://radioblackout.org/tag/venezuela/",[67,30,24,32,68],"Maduro","Venezuela",{"post_content":70,"tags":74},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[32],"punte più avanzate dei tentativi \u003Cmark>revolucion\u003C/mark>ari, che significa trovare il modo","Un continente sotto attacco degli interessi del capitalismo.\r\n\r\nGli eventi venezuelani di questo periodo, raccontati dai media occidentali senza considerare molti aspetti della realtà attuale, dei livelli di scontro violento (ricercato da un'opposizione trucidamente fascista e squadrista) e della posta in gioco nel cortile di casa degli Usa, a cui si sommano le tensioni e il rischio di un secondo impeachment in Brasile, dopo il golpe giudiziario ai danni di Djilma Roussef, ci hanno ispirato il bisogno di confrontarci con Adalberto Belfiore, esperto dell'area per lunga pratica dei luoghi interessati dalle manifestazioni contro il potere di Maduro e per aver vissuto e partecipato a lungo all'esperienza sandinista in quel Nicaragua, che fu un'altra esperienza di rovesciamento degli interessi liberisti che per dieci anni aveva fatto della lotta di classe la spina nel fianco degli statunitensi, per poi risolversi ora malamente in un'occupazione del potere, dopo essersi appropriati dei frutti dela rivoluzione.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che ne è scaturito è un viaggio appassionato tra conquiste e welfare sociale autentico, attacchi della reazione fascista e scelte che hanno condotto a tracolli economici che travolgono le punte più avanzate dei tentativi \u003Cmark>revolucion\u003C/mark>ari, che significa trovare il modo di far emancipare gli strati sociali inferiori ed eliminare le disuguaglianze. 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La candidata di sinistra, che in precedenza aveva denunciato numerose irregolarità da parte delle autorità e del CNE stesso, come il divieto di ingresso di osservatori internazionali nel paese, il divieto di votare per gli ecuadoriani che vivono in Venezuela, il decreto dello stato di emergenza in sette province, la sospensione dei diritti civili di base o lo spostamento all’ultimo minuto di 18 seggi elettorali (precisamente quelli in cui il governo ha ottenuto cattivi risultati nel primo turno), ha rifiutato di riconoscere i risultati elettorali e ha richiesto un nuovo conteggio. Sorprende la vittoria del pupillo della dinastia dei Noboa ,la famiglia più ricca dell'Ecuador, per il distacco dalla candidata del correismo considerato il pareggio tecnico del primo turno e anche il fallimento di Noboa che in un anno e mezzo ha accumulato una battuta d'arresto dopo l'altra, dalla militarizzazione e uno \"stato di emergenza permanente\" che non è riuscito a ripristinare nemmeno un singolo indice di sicurezza, all'aggravarsi della crisi economica e a un disastro energetico senza precedenti che nel 2024 ha causato mesi di razionamento e blackout diffusi che sono durati fino a 14 ore . Sembra non sia servita l'alleanza che la candidata di Revolucion Ciudadana aveva stipulato con il movimento indigeno di Leonidas Iza che ora dovrà affrontare i malumori della sua base per questo patto elettorale con la candidata dell'ala moderata del correismo . L'Ecuador con Noboa si allinea con personaggi come Bukele e Milei nel sostegno alle politiche repressive contro i migranti di Trump mentre rimangono aperte le questioni poste dall'esito delle elezioni al correismo incapace di una vera svolta radicale necessaria per affrontare i problemi strutturali del paese.\r\n\r\n\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna giornalista e collaboratore di varie testate .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CEGNA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Aprile 2025","Ecuador vince Noboa ,Gonzalez chiede il riconteggio.","2025-04-14 20:38:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/ECUADOR-ELEZIONI-INFO-14042025-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/ECUADOR-ELEZIONI-INFO-14042025-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/ECUADOR-ELEZIONI-INFO-14042025-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/ECUADOR-ELEZIONI-INFO-14042025.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ECUADOR ELEZIONI : VINCE NOBOA ,LUISA GONZALEZ DENUNCIA BROGLI .",1744663113,[116,117,118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/correismo/","http://radioblackout.org/tag/ecuador/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/gonzalez/","http://radioblackout.org/tag/noboa/",[17,15,122,123,124],"elezioni","Gonzalez","noboa",{"post_content":126},{"matched_tokens":127,"snippet":129,"value":130},[128],"Revolucion","che prevedevano una vittoria della \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark> ciudadana di Luisa Gonzalez, il","Contro quasi tutti i sondaggi, compresi gli exit-poll, che prevedevano una vittoria della \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark> ciudadana di Luisa Gonzalez, il Consiglio Elettorale Nazionale, controllato dal governo, ha annunciato la vittoria del milionario Daniel Noboa con più di 10 punti di scarto : 56% rispetto al 44% per Gonzalez. 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Durante i dodici giorni di rivolta che hanno infiammato il paese contro il paquetazo di Lenín Moreno e contro il FMI, popolazioni indigene, disoccupat*, lavoratrici, femministe e studenti hanno détournato il termine facendolo diventare una parola d'ordine. Da qui nasce la revolución de los zánganos: l'ape è diventata un simbolo dell'insurrezione popolare.\r\nL'ondata di scontri e proteste che è riuscita ad imporre l'abrogazione dell'odiato decreto 883 - mirante ad aumentare il prezzo del carburante (e quindi di tutto) per ripagare il prestito che il governo ha contratto con l’FMI per coprire un condono di 4.5 miliardi di dollari in favore del settore bancario e imprenditoriale - è iniziata con uno sciopero dei trasportatori, a cui si sono unite in massa le popolazioni indigene delle montagne e le classi sfruttate delle città. Il governo ha subito trattato con il settore dei trasporti, fortemente reazionario, aumentando il costo dei biglietti e delle tariffe dei taxi. Così lo sciopero è terminato.\r\nGli sfruttati non si sono però fermati, ed al grido di El paro no para (lo sciopero non si ferma) hanno messo in campo una delle più grandi insurrezioni popolari degli ultimi trent’anni in Ecuador. Una fiammata che ha risvegliato dal torpore le classi povere, sprofondate nell'ultimo decennio, anche a causa dell'eredità del \"correismo\", in un pantano dove nulla si muoveva e dove pochi osavano alzare la voce. In particolare, le comunità indigene hanno dimostrato ancora una volta la propria forza e determinazione nella lotta contro il colonialismo neoliberista, scendendo dalla sierra per contribuire in modo determinante a far scappare Lenín Moreno a Guayaquil, enclave costiera del potere. Come nel 1997, quando marciarono verso Quito per destituire il presidente Abdalá Bucaram, o nel 2000 e 2005 quando lo fecero nuovamente con Jamil Mahuad e Lucio Gutiérrez, o quando resero impossibile firmare l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti nel 2006.\r\nCon Marcelo, in diretta da Quito, abbiamo ripercorso la cronaca dei dodici giorni di rivolta a partire dalle storiche fratture di classe e di colore in Ecuador, che si materializzano in termini spaziali nella spaccatura tra sierra e costa, facendo il punto sulle prospettive quotidiane di lotta che si aprono adesso, dopo la vittoria in quella che non è che una battaglia all'interno di un processo generale di guerra di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/marcelo-ecuador.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","17 Ottobre 2019","2019-10-17 09:41:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/191012-ecuador-protet.jpg 775w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ecuador, la rivolta de los zánganos contro il neoliberismo",1571301183,[116,117,153,154,155,156,157],"http://radioblackout.org/tag/fmi/","http://radioblackout.org/tag/insurrezione/","http://radioblackout.org/tag/moreno/","http://radioblackout.org/tag/popolazioni-indigene/","http://radioblackout.org/tag/zanganos/",[17,15,159,160,22,161,28],"fmi","insurrezione","popolazioni indigene",{"post_content":163},{"matched_tokens":164,"snippet":166,"value":167},[165],"revolución","d'ordine. 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Quella di ieri è stata dunque la giornata dell'ultimo saluto al rivoluzionario, prima che le sue ceneri viaggino per tutta l’isola con una carovana che toccherà 12 delle 15 province cubane, per approdare infine a Santiago, dove domenica 4 dicembre si terranno i funerali.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla cerimonia di ieri ha partecipato più di un milione di persone, che da plaza de la Revolucion hanno seguito la lunga sequenza di interventi dei capi di stato di paesi storicamente vicini a Cuba, che hanno raggiunto l'isola per ricordare Fidel Castro. Erano presenti i presidenti di molti stati dell'America Latina, oltre che da Asia e Africa. Unico alto rappresentante europeo il primo ministro greco Alexis Tsipras.\r\n\r\n \r\n\r\nA chiudere la cerimonia l'intervento di Raul Castro, fratello di Fidel e presidente di Cuba, che ha ricordato gli appuntamenti di tutta la settimana dedicati al ricordo di Fidel.\r\n\r\n \r\n\r\nDa Cuba abbiamo ricevuto alcune corrispondenze con Gimmi, un compagno italiano che si trova in Messico per ragioni di studio e che in questi giorni - assieme ad altri due freelance latinoamericanisti - ha deciso di raggiungere Cuba per seguire le celebrazioni legate alla morte di Fidel Castro. I tre stanno tenendo un diario di viaggio di cui potete leggere la prima puntata qui.\r\n\r\n \r\n\r\nUn racconto della giornata di ieri con Gimmi:\r\n\r\nGimmi_Cuba\r\n\r\n \r\n\r\nUn'intervista a due ragazzi angolani che si trovano a Cuba per un programma di studio tra i due paesi:\r\n\r\nCuba_Angola\r\n\r\n \r\n\r\nUn'intervista a due ragazzi palestinesi studenti a Cuba:\r\n\r\nCuba_Palestina\r\n\r\n ","30 Novembre 2016","2016-12-03 01:56:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cuba1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"189\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cuba1-300x189.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cuba1-300x189.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cuba1-768x484.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cuba1.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corrispondenze da Cuba nel giorno dell'addio a Fidel",1480503083,[186,187,188,189],"http://radioblackout.org/tag/cuba/","http://radioblackout.org/tag/fidel-castro/","http://radioblackout.org/tag/lavana/","http://radioblackout.org/tag/rivoluzione/",[20,34,26,191],"rivoluzione",{"post_content":193},{"matched_tokens":194,"snippet":196,"value":197},[195],"Revolución","Máximo a plaza de la \u003Cmark>Revolución\u003C/mark>, la piazza storica da cui","Dopo la morte di Fidel Castro avvenuta venerdì 25 novembre, ieri a la Habana è stato il giorno della grande despedida, l’addio al Líder Máximo a plaza de la \u003Cmark>Revolución\u003C/mark>, la piazza storica da cui lo stesso Fidel era solito intervenire. 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La cantidad de mercados de apuestas tanto para las apuestas deportivas como el casino son variadas, creemos que logra conformar todos los gustos. Las opciones en vivo son excelentes en ambas secciones y, obviamente, la llegada de los virtuals revolucionaría aún más el mercado. Si querés saber nuestras opiniones BetWarrior, te recomendamos la opción de casino en vivo porque la experiencia de jugar en directo con crupieres reales es realmente genial.\r\nMétodos de pago (4/\r\nSe te puede pedir aportar fotos de tu documentación para confirmar cualquier dato que se te haya pedido en el registro. Aunque no todo es positivo, en general, estamos convencidos que BetWarrior es seguro. Primero, porque es un sitio con licencia para prestar servicio en varias provincias de nuestro país, son pocas las plataformas que han conseguido tantas autorizaciones. Para ingresar dinero en BetWarrior Argentina puedes usar tarjetas bancarias, monederos electrónicos o tarjetas prepago. Solo tienes que entrar a tu cuenta, clicar en “Depositar”, elegir el método de pago, poner la cantidad y confirmar. Algunos operadores te pedirán más datos, como el número de tarjeta o el ID de tu billetera digital.\r\nBetWarrior en vivo: gestión, estadísticas y soluciones para apostar con confianza\r\nComo no podía ser de otra manera, el deporte principal para Betwarrior Argentina es el fútbol. Es una cuestión lógica, ya que se trata del deporte más popular del país y de betwarrior app prácticamente todo el mundo. En ese sentido, tendremos a disposición para apostar todos los partidos de la Liga Profesional, la Copa Argentina y la Primera B Nacional.\r\n¿Es un sitio confiable?\r\nLo principal es que el teléfono inteligente cumpla con los requisitos mínimos y que el software se instale desde el sitio web oficial del establecimiento de juego o desde la App Store. Esta sección está a la altura de la web en conjunto, que es una de las más avanzadas que podés encontrar a nivel nacional. Y las opciones en vivo están disponibles tanto para computadora como para celular; en el caso del dispositivo móvil, a través de navegador o de la aplicación del operador. Y con una dinámica muy sencilla y visual, dado que la plataforma sabe que este tipo de pronósticos en directo cada vez atraen a más usuarios. Según las opiniones BetWarrior que podés encontrar en la red, todo parece indicar que se trata de un operador con muy buena reputación en Argentina.\r\nTrabajamos con los principales proveedores de la industria, como NetEnt, Microgaming y Play’n GO, para ofrecer gráficos de alta calidad y mecánicas de juego emocionantes. Algunos de nuestros títulos más populares incluyen Starburst, Book of Dead y Gonzo’s Quest. Pero su cumplimiento legal, la buena reputación y el hecho de que BetWarrior sea seguro no deben hacer olvidarnos de que es necesario jugar de forma responsable, como recuerda el propio operador en su web.\r\nPor eso, ofrecemos una aplicación móvil de alta calidad para nuestros usuarios. Las vías para hagás tus depósitos y retiros dan mucha información sobre la fiabilidad de un operador. Para los depósitos, se aceptan sistemas clásicos, como las transferencias bancarias, y otros más actuales, como AstroPlay. Además, los pagos por tarjeta se realizan mediante Mercado Pago (una de las plataformas más utilizadas en Argentina).\r\nPromociones\r\nDe todos modos, también es posible ingresar un CVU (cuenta virtual) por lo que, en la práctica, las billeteras digitales también están habilitadas. En la búsqueda de CABA y PBA pudimos encontrar títulos como Big Bass Crash, High Flyer o Spaceman. Si bien no es una gran variedad de opciones, al menos tenemos algunos títulos importantes en todas las provincias. Usa tecnología de punta para cuidar la información personal de sus usuarios. Por otra parte, tiene muchas herramientas de Juego Responsable para mantener el control.\r\nRazones para jugar en Betwarrior casino online Argentina\r\nTodas las funcionalidades dirigidas a la realización de apuestas hacen que la experiencia del usuario sea muy sencilla y satisfactoria, puedes. Un problema con algunos jugadores es que solo se sientan por un corto tiempo cuando ganan y se sientan por un largo tiempo cuando pierden, esto también se aplica a los símbolos Wild. Sí, ofrecemos transmisiones en vivo para una selección de eventos deportivos. Esta función está disponible tanto en nuestra plataforma web como en la aplicación móvil.\r\nEl listado de deportes, países y competencias es claro y permite acceder con facilidad al evento que estamos buscando. Además, la distinción entre eventos a largo plazo, en el día o en vivo funciona muy bien y es muy pertinente para los apostadores. No solo no hay grandes dificultades, sino que es algo sumamente práctico. Es que en Betwarrior no contamos con versiones demo de los juegos, lo cual es un diferencial interesante en otros sitios, ya que nos permite probar los juegos sin necesidad de ingresar o crear una cuenta. Vamos a encontrar juegos destacados, clásicos, drops&wins, y otros agrupados por temática. También hay un listado de proveedores, entre los que podemos destacar algunos nombres importantes como Games Global, Rubyplay o Pragmatic Play, por mencionar solo algunos.","19 Agosto 2023","2023-08-19 03:46:47","Código de bono BetWarrior: válido Agosto 2025 Goal com Argentina",1692416807,[],[],{"post_content":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[32],"la llegada de los virtuals \u003Cmark>revolucion\u003C/mark>aría aún más el mercado. 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Primero, porque es un sitio con licencia para prestar servicio en varias provincias de nuestro país, son pocas las plataformas que han conseguido tantas autorizaciones. Para ingresar dinero en BetWarrior Argentina puedes usar tarjetas bancarias, monederos electrónicos o tarjetas prepago. Solo tienes que entrar a tu cuenta, clicar en “Depositar”, elegir el método de pago, poner la cantidad y confirmar. Algunos operadores te pedirán más datos, como el número de tarjeta o el ID de tu billetera digital.\r\nBetWarrior en vivo: gestión, estadísticas y soluciones para apostar con confianza\r\nComo no podía ser de otra manera, el deporte principal para Betwarrior Argentina es el fútbol. Es una cuestión lógica, ya que se trata del deporte más popular del país y de betwarrior app prácticamente todo el mundo. En ese sentido, tendremos a disposición para apostar todos los partidos de la Liga Profesional, la Copa Argentina y la Primera B Nacional.\r\n¿Es un sitio confiable?\r\nLo principal es que el teléfono inteligente cumpla con los requisitos mínimos y que el software se instale desde el sitio web oficial del establecimiento de juego o desde la App Store. Esta sección está a la altura de la web en conjunto, que es una de las más avanzadas que podés encontrar a nivel nacional. Y las opciones en vivo están disponibles tanto para computadora como para celular; en el caso del dispositivo móvil, a través de navegador o de la aplicación del operador. Y con una dinámica muy sencilla y visual, dado que la plataforma sabe que este tipo de pronósticos en directo cada vez atraen a más usuarios. Según las opiniones BetWarrior que podés encontrar en la red, todo parece indicar que se trata de un operador con muy buena reputación en Argentina.\r\nTrabajamos con los principales proveedores de la industria, como NetEnt, Microgaming y Play’n GO, para ofrecer gráficos de alta calidad y mecánicas de juego emocionantes. Algunos de nuestros títulos más populares incluyen Starburst, Book of Dead y Gonzo’s Quest. Pero su cumplimiento legal, la buena reputación y el hecho de que BetWarrior sea seguro no deben hacer olvidarnos de que es necesario jugar de forma responsable, como recuerda el propio operador en su web.\r\nPor eso, ofrecemos una aplicación móvil de alta calidad para nuestros usuarios. Las vías para hagás tus depósitos y retiros dan mucha información sobre la fiabilidad de un operador. Para los depósitos, se aceptan sistemas clásicos, como las transferencias bancarias, y otros más actuales, como AstroPlay. Además, los pagos por tarjeta se realizan mediante Mercado Pago (una de las plataformas más utilizadas en Argentina).\r\nPromociones\r\nDe todos modos, también es posible ingresar un CVU (cuenta virtual) por lo que, en la práctica, las billeteras digitales también están habilitadas. En la búsqueda de CABA y PBA pudimos encontrar títulos como Big Bass Crash, High Flyer o Spaceman. Si bien no es una gran variedad de opciones, al menos tenemos algunos títulos importantes en todas las provincias. Usa tecnología de punta para cuidar la información personal de sus usuarios. Por otra parte, tiene muchas herramientas de Juego Responsable para mantener el control.\r\nRazones para jugar en Betwarrior casino online Argentina\r\nTodas las funcionalidades dirigidas a la realización de apuestas hacen que la experiencia del usuario sea muy sencilla y satisfactoria, puedes. Un problema con algunos jugadores es que solo se sientan por un corto tiempo cuando ganan y se sientan por un largo tiempo cuando pierden, esto también se aplica a los símbolos Wild. Sí, ofrecemos transmisiones en vivo para una selección de eventos deportivos. Esta función está disponible tanto en nuestra plataforma web como en la aplicación móvil.\r\nEl listado de deportes, países y competencias es claro y permite acceder con facilidad al evento que estamos buscando. Además, la distinción entre eventos a largo plazo, en el día o en vivo funciona muy bien y es muy pertinente para los apostadores. No solo no hay grandes dificultades, sino que es algo sumamente práctico. Es que en Betwarrior no contamos con versiones demo de los juegos, lo cual es un diferencial interesante en otros sitios, ya que nos permite probar los juegos sin necesidad de ingresar o crear una cuenta. Vamos a encontrar juegos destacados, clásicos, drops&wins, y otros agrupados por temática. 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Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. 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Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. 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Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. 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Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. 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Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]",[294],{"field":94,"matched_tokens":295,"snippet":291,"value":292},[128],{"best_field_score":136,"best_field_weight":137,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":138,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":298,"highlight":310,"highlights":315,"text_match":134,"text_match_info":318},{"comment_count":47,"id":299,"is_sticky":47,"permalink":300,"podcastfilter":301,"post_author":302,"post_content":303,"post_date":304,"post_excerpt":53,"post_id":299,"post_modified":305,"post_thumbnail":281,"post_title":306,"post_type":283,"sort_by_date":307,"tag_links":308,"tags":309},"84507","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-19-10-2023-argentina-al-voto-fine-del-ciclo-peronista-palestina-la-propaganda-filo-israeliana-agita-il-ricatto-della-memoria-come-deterrente-contro-qualsiasi-critica-ecuador-do/",[239],"radiokalakuta","Bastioni di Orione racconta la vigilia delle elezioni argentine che si terranno questa domenica con Alfredo Somoza giornalista ed economista argentino che ci parla della figura di Javier Milei ,il canditato populista di estrema destra che rischia di vincere queste elezioni con parole d'ordine che parlano alla pancia di un paese piegato dalla crisi economica,l'inflazione e la corruzione.\r\n\r\nProposte quelle di Milei irricevibili quali la libertà di armarsi per tutti i cittadini,la dollarizzazione dell'economia argentina,la chiusura della banca centrale ,la privatizzazione selvaggia dell'apparato pubblico ,la cancellazione del servizio sanitario e altre amenità . Nonostante tutto Milei è in vantaggio nei sondaggi sopratutto fra le fasce giovanili anche meno abbienti ed è circondato da una pletora di nostalgici della dittatura militare .I peronisti presentano come candidato il ministro dell'economia Massa maggiore responsabile del fallimento economico del paese che è flagellato da un inflazione del 138 % su base annua e una povertà in aumento come testimoniano le file degli indigenti in pieno centro di Buenos Aires in Plaza de Mayo ,in attesa di qualcosa da mangiare davanti alla Croce Rossa.\r\n\r\nIl presidente fantasma Fernandez testimonia la crisi strutturale del peronismo e il ritorno di un menemismo con venature di estrema destra incarnato da Milei ,la campagna elettorale è stata caratterizzata anche dal tema della sicurezza cavalcato da Patricia Bullrich che i sondaggi collocano al terzo posto e che ha posizioni destrorse ed era sostenuta dall’ex presidente Mauricio Macri.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-191023-SOMOZA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nParliamo di Palestina e informazione con Farid Adly scrittore e giornalista direttore di Anbamed ,sito di informazione sull'area medio orientale ,che ci parla della manipolazione informativa e della costruzione del nemico ,della necessità della verifica delle fonti e della propaganda filo israeliana.\r\n\r\nAffrontiamo anche la questione dell'aggressione israeliana a Gaza ,della vacuità delle proposte di dialogo ,della volontà israeliana di dividere la Palestina ,il peso del mancato riconoscimento internazionale dello stato di Palestina,la corruzione all'interno dell'ANP, la mancanza di una leadership capace di unificare il fronte di lotta e il tema della rappresentanza delle istanze del popolo palestinese che Farid attribuisce all'OLP e alle sue organizzazioni .\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-19102023-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine Davide Matrone prova a raccontarci l'esito delle elezioni presidenziali in Ecuador ,ma i problemi di collegamento da Quito penalizzano il suo intervento ,comunque emerge che la vittoria di Noboa , giovane neo presidente è figlio di Alvaro Noboa l'uomo più ricco dell'Ecuador che per cinque volte ha tentato di candidarsi alla massima carica dello Stato, è anche frutto di una egemonia del neoliberalismo che controlla l'informazione .\r\n\r\nIl nuovo presidente avrà poco margine di manovra in quanto rimarrà in carica appena 16 mesi dopo che l'ultimo presidente, Guillermo Lasso, ha sciolto il parlamento invocando la clausola della \"muerte cruzada\" (morte reciproca) e indetto le elezioni lampo per sfuggire all'impeachment che lo avrebbe visto accusato di corruzione e appropriazione indebita. Nel 2025 si tornerà al voto per un mandato regolare.\r\n\r\nLa campagna elettorale in Ecuador è stata segnata da violenze nei confronti dei candidati, culminate nell'omicidio di Fernando Villavicencio, che lottava contro la corruzione dilagante, ucciso a colpi di arma da fuoco al termine di un comizio.\r\n\r\nNoboa ha sconfitto quella che sembrava essere la favorita in queste elezioni, l'erede di Rafael Correa, Luisa Gonzalez candidata con il partito di sinistra Revolucion Ciudadana.\r\n\r\nIn Ecuador si sta vivendo una crescita della violenza in quanto il paese è diventato un crocevia dei traffici di droga dall'America Latina verso i mercati europei e nordamericani con l'ingresso dei cartelli messicani che si sono alleati con le organizzazioni locali e si scontrano per il controllo del mercato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-19102023-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Ottobre 2023","2023-10-21 19:01:30","BASTIONI DI ORIONE 19/10/2023- ARGENTINA AL VOTO FINE DEL CICLO PERONISTA ?- PALESTINA: LA PROPAGANDA FILO ISRAELIANA AGITA IL RICATTO DELLA MEMORIA COME DETERRENTE CONTRO QUALSIASI CRITICA-ECUADOR DOPO UN BANCHIERE IL RAMPOLLO DELL'OLIGARCHIA LATIFONDISTA.",1697914890,[286],[251],{"post_content":311},{"matched_tokens":312,"snippet":313,"value":314},[128],"con il partito di sinistra \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark> Ciudadana.\r\n\r\nIn Ecuador si sta","Bastioni di Orione racconta la vigilia delle elezioni argentine che si terranno questa domenica con Alfredo Somoza giornalista ed economista argentino che ci parla della figura di Javier Milei ,il canditato populista di estrema destra che rischia di vincere queste elezioni con parole d'ordine che parlano alla pancia di un paese piegato dalla crisi economica,l'inflazione e la corruzione.\r\n\r\nProposte quelle di Milei irricevibili quali la libertà di armarsi per tutti i cittadini,la dollarizzazione dell'economia argentina,la chiusura della banca centrale ,la privatizzazione selvaggia dell'apparato pubblico ,la cancellazione del servizio sanitario e altre amenità . Nonostante tutto Milei è in vantaggio nei sondaggi sopratutto fra le fasce giovanili anche meno abbienti ed è circondato da una pletora di nostalgici della dittatura militare .I peronisti presentano come candidato il ministro dell'economia Massa maggiore responsabile del fallimento economico del paese che è flagellato da un inflazione del 138 % su base annua e una povertà in aumento come testimoniano le file degli indigenti in pieno centro di Buenos Aires in Plaza de Mayo ,in attesa di qualcosa da mangiare davanti alla Croce Rossa.\r\n\r\nIl presidente fantasma Fernandez testimonia la crisi strutturale del peronismo e il ritorno di un menemismo con venature di estrema destra incarnato da Milei ,la campagna elettorale è stata caratterizzata anche dal tema della sicurezza cavalcato da Patricia Bullrich che i sondaggi collocano al terzo posto e che ha posizioni destrorse ed era sostenuta dall’ex presidente Mauricio Macri.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-191023-SOMOZA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nParliamo di Palestina e informazione con Farid Adly scrittore e giornalista direttore di Anbamed ,sito di informazione sull'area medio orientale ,che ci parla della manipolazione informativa e della costruzione del nemico ,della necessità della verifica delle fonti e della propaganda filo israeliana.\r\n\r\nAffrontiamo anche la questione dell'aggressione israeliana a Gaza ,della vacuità delle proposte di dialogo ,della volontà israeliana di dividere la Palestina ,il peso del mancato riconoscimento internazionale dello stato di Palestina,la corruzione all'interno dell'ANP, la mancanza di una leadership capace di unificare il fronte di lotta e il tema della rappresentanza delle istanze del popolo palestinese che Farid attribuisce all'OLP e alle sue organizzazioni .\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-19102023-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine Davide Matrone prova a raccontarci l'esito delle elezioni presidenziali in Ecuador ,ma i problemi di collegamento da Quito penalizzano il suo intervento ,comunque emerge che la vittoria di Noboa , giovane neo presidente è figlio di Alvaro Noboa l'uomo più ricco dell'Ecuador che per cinque volte ha tentato di candidarsi alla massima carica dello Stato, è anche frutto di una egemonia del neoliberalismo che controlla l'informazione .\r\n\r\nIl nuovo presidente avrà poco margine di manovra in quanto rimarrà in carica appena 16 mesi dopo che l'ultimo presidente, Guillermo Lasso, ha sciolto il parlamento invocando la clausola della \"muerte cruzada\" (morte reciproca) e indetto le elezioni lampo per sfuggire all'impeachment che lo avrebbe visto accusato di corruzione e appropriazione indebita. 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Tonico70 - Anni di Piombo\r\n\r\n \tGotas De Rap - Revolucion\r\n \tGordo Sarkasmus ft. N.Hardem Skore999 & Manas - Wild in Saint Antoine\r\n \tRebeca Lane - Ni Una Menos\r\n \tPandora aka Lau - S.O.S COLOMBIA (LIVE!)\r\n \tLianna - Trabajo Sucio\r\n \tSofia Gabané - Cuéntame\r\n \tNathy Peluso - Corashe\r\n \tTribade ft. Anier, Santa Salut, Elane, Ultra, Sofia Gabanna, Balkan Paradaise Orchestra - Kartikkeya","11 Maggio 2022","2022-05-11 17:41:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/WhatsApp-Image-2022-05-10-at-21.40.05-200x110.jpeg","FLIP THE BEAT FEAT. PANDORA 9/05",1652275745,[],[],{"post_content":334},{"matched_tokens":335,"snippet":336,"value":337},[128],"di Piombo\r\n\r\n \tGotas De Rap - \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark>\r\n \tGordo Sarkasmus ft. 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Revolución o muerte!\r\n\r\n\r\n\r\nSulle parole pronunciate dalla tonante voce di “Santiago”, Carlos Henríquez Consalvi, partiva la sigla e seguiva il programma radio ascoltato in America Latina, parte degli Stati Uniti e del mondo; per 11 anni, clandestinamente, dai monti del Morazan ogni sera alle sei, a partire dal 15 gennaio dell’81 fino al 16 Febbraio del ‘92.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=HnVZ_N5xbco\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPartecipa alla trasmissione anche il fotografo torinese Giò Palazzo amico di \"Santiago\".\r\n\r\nDurante la puntata di fritturamista del 10/04/2018 abbiamo trasmesso l'intervista.\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/el-salvador_2.mp3.mp3\"][/audio]","11 Aprile 2018","2018-10-24 17:55:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/IMG_0925-200x110.jpg","radioBlackout incontra radioVenceremos",1523446043,[355,356,357,358,359],"http://radioblackout.org/tag/carlos-henriquez-consalvi/","http://radioblackout.org/tag/el-salvador/","http://radioblackout.org/tag/gio-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/radio-venceremos/","http://radioblackout.org/tag/rivoluzione-sandinista/",[361,362,363,262,268],"Carlos Henríquez Consalvi","el salvador","Giò Palazzo",{"post_content":365},{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[195],"la opresión y el imperialismo! \u003Cmark>Revolución\u003C/mark> o muerte!\r\n\r\n\r\n\r\nSulle parole pronunciate","Correva l'anno 2018 il giorno 24 marzo e Marco, il nostro inviato in centro america, intervistava, negli studi di radio Blackout, uno dei fondatori di radio Venceremos in El Salvador: Carlos Henríquez Consalvi.\r\nTransmite Radio Venceremos, voz oficial del frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional, emitiendo su señal guerrillera en El Salvador, Centroamérica, territorio en combate contra la opresión y el imperialismo! \u003Cmark>Revolución\u003C/mark> o muerte!\r\n\r\n\r\n\r\nSulle parole pronunciate dalla tonante voce di “Santiago”, Carlos Henríquez Consalvi, partiva la sigla e seguiva il programma radio ascoltato in America Latina, parte degli Stati Uniti e del mondo; per 11 anni, clandestinamente, dai monti del Morazan ogni sera alle sei, a partire dal 15 gennaio dell’81 fino al 16 Febbraio del ‘92.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=HnVZ_N5xbco\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPartecipa alla trasmissione anche il fotografo torinese Giò Palazzo amico di \"Santiago\".\r\n\r\nDurante la puntata di fritturamista del 10/04/2018 abbiamo trasmesso l'intervista.\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/el-salvador_2.mp3.mp3\"][/audio]",[370],{"field":94,"matched_tokens":371,"snippet":367,"value":368},[195],{"best_field_score":136,"best_field_weight":137,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":138,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":374,"highlight":398,"highlights":403,"text_match":134,"text_match_info":406},{"comment_count":47,"id":375,"is_sticky":47,"permalink":376,"podcastfilter":377,"post_author":241,"post_content":378,"post_date":379,"post_excerpt":53,"post_id":375,"post_modified":380,"post_thumbnail":381,"post_title":382,"post_type":283,"sort_by_date":383,"tag_links":384,"tags":394},"39835","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-6-gennaio-cuba-commercio-dami-pacchi-e-deportati-i-nuovi-cie-di-minniti-a-17-anni-dalla-strage-di-trapani/",[241],"Come ogni venerdì, il 6 gennaio siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2017 01 06 anarres1\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres2\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 06 anarres3\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba, un articolo di di Marcelo “Liberato” Salinas dell’Avana sugli scenari dopo la morte di Fidel Castro\r\n\r\n \r\n\r\nL’export italiano di armi, un business che non conosce crisi. 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Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una vita propria di fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento di massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura di ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte di Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso di essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro di sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni di governo ha avuto il grande merito di allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine di mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento di quell’altro generale-presidente di Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione di questo tipo di socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga di quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico di Fidel Castro nella storia di Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico di massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise di reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba di quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica di mobilitazione permanente di massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica di uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni di persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico di Batista e i contributi di Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti di raggiungere il controllo totale di Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale di prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante di questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica di Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche di qualcosa che i suoi milioni di accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello di gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano di avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi di educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni di esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore di vita delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete di istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto di più con l’uso di queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo di Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione di un programma senza precedenti di servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili medici cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole di servizi medici cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte di reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite di governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca di Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e di gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la vita reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione di una maggiore comunanza nella vita quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo di Stato a Cuba, gli eredi di Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori di Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare di Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi di turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola di opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro vita a mantener vivo l’obiettivo di Fulgencio e di Fidel Castro di fare un socialismo sotto la disciplina di governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice di Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista di Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere di Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena di morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice di Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito di Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica di Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione di Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo di Batista. Il giogo di Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo di questi pilastri del deposto regime di Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria di libertà di questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono di nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura di Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la base strutturale del funzionamento della vita quotidiana di Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali di Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città di Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e di agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento di essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato di una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte di accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine di garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione di massa delle ore 19; il divieto di tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi di stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni di lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli di istruzione, salute e qualità della vita più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento di tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo di una crisi di migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge di schiavi salariati (…) che chiedono di essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge di schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase di degrado morale e di espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto di Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso di tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole di ciò che lo ha castrato della sua capacità di elaborazione e di decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni di essere oggetto di un discorso e tanto meno di essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni di lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan di massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato di questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare di bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero di un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente di vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia di Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della base, più responsabilità sulla nostra vita, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano di aggiungere il fidelismo come corrente di idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno di Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità di continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale di oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito di “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\ndi Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura di Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y Revolucion en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y Revolucion en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. PRO / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.","12 Gennaio 2017","2018-10-17 22:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/1430732397_451849184-200x110.jpg","Anarres del 6 gennaio. 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Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa antimilitarista attivo contro la base di Aviano\r\n\r\n \r\n\r\nIl nuovo ministro dell’Interno ha deciso che il suo dicastero si impegnerà per l’apertura di un CIE in ogni regione. Dopo un paio d’anni di immobilismo, con quattro CIE ancora aperti, sebbene più volte distrutti dalle rivolte il governo torna alla carica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Denitto\r\n\r\n \r\n\r\nSono trascorsi 17 anni dalla strage nel CIE di Trapani, il Serraino Vulpitta, dove,in seguito ad un incendio. morirono sei ragazzi tunisini.\r\nAbbiamo letto il documento scritto per l’occasione dai compagni di Trapani. Lo trovate qui.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 21 gennaio ore 10,30\r\nManda una cartolina a Poste Italiane\r\npresidio contro le deportazioni in corso Giulio Cesare 7 – nei pressi dell’ufficio postale\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C’è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C’è anche chi, semplicemente, vuole andare in Europa, perché desidera un’altra vita.\r\nTutti si trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato, polizia ed esercito.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nDocumenti:\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba\r\n\r\nCuba senza Fidel Castro. Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una vita propria di fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento di massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura di ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte di Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso di essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro di sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni di governo ha avuto il grande merito di allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine di mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento di quell’altro generale-presidente di Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione di questo tipo di socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga di quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico di Fidel Castro nella storia di Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico di massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise di reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba di quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica di mobilitazione permanente di massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica di uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni di persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico di Batista e i contributi di Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti di raggiungere il controllo totale di Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale di prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante di questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica di Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche di qualcosa che i suoi milioni di accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello di gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano di avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi di educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni di esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore di vita delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete di istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto di più con l’uso di queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo di Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione di un programma senza precedenti di servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili medici cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole di servizi medici cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte di reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite di governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca di Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e di gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la vita reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione di una maggiore comunanza nella vita quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo di Stato a Cuba, gli eredi di Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori di Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare di Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi di turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola di opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro vita a mantener vivo l’obiettivo di Fulgencio e di Fidel Castro di fare un socialismo sotto la disciplina di governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice di Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista di Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere di Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena di morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice di Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito di Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica di Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione di Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo di Batista. Il giogo di Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo di questi pilastri del deposto regime di Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria di libertà di questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono di nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura di Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la base strutturale del funzionamento della vita quotidiana di Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali di Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città di Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e di agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento di essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato di una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte di accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine di garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione di massa delle ore 19; il divieto di tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi di stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni di lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli di istruzione, salute e qualità della vita più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento di tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo di una crisi di migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge di schiavi salariati (…) che chiedono di essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge di schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase di degrado morale e di espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto di Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso di tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole di ciò che lo ha castrato della sua capacità di elaborazione e di decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni di essere oggetto di un discorso e tanto meno di essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni di lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan di massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato di questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare di bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero di un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente di vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia di Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della base, più responsabilità sulla nostra vita, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano di aggiungere il fidelismo come corrente di idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno di Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità di continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale di oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito di “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\ndi Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura di Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark> en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark> en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. PRO / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.",[404],{"field":94,"matched_tokens":405,"snippet":401,"value":402},[128],{"best_field_score":136,"best_field_weight":137,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":138,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":408,"highlight":421,"highlights":426,"text_match":225,"text_match_info":429},{"comment_count":47,"id":409,"is_sticky":47,"permalink":410,"podcastfilter":411,"post_author":412,"post_content":413,"post_date":414,"post_excerpt":53,"post_id":409,"post_modified":415,"post_thumbnail":416,"post_title":417,"post_type":283,"sort_by_date":418,"tag_links":419,"tags":420},"70755","http://radioblackout.org/podcast/laltro-11-settembre-dopo-il-cile-mai-piu-senza-fucile-la-perla-di-labuan-17-9-2021/",[237],"Riccardino","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/2021.09.17-14.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"All'alba una colonna di 10 veicoli lascia la città d Talca con 50 militanti che vogliono installare una radio clandestina sulle Ande. La resistenza è cominciata.\" Il golpe in Cile dell'11 settembre 1973 ha avuto un'enorme risonanza nella sinistra italiana (sia riformista che rivoluzionaria) che é interessante ricostruire. Nel 1970 la coalizione di Unidad Popular conquista la maggioranza e il governo, ne fanno parte socialisti e comunisti ed è appoggiata dalla CUT (Central Unica de Trabajadores), il suo progamma comprende la riforma agraria e la nazionalizzazione delle materie prime. Diventa presidente il socialista Salvador Allende che all'università di Concepciòn elogia la lealtà delle esercito, che in realtà dagli anni 50 non ha mai smesso di sparare contro i lavoratori. L'unica opposizione è costituita dal Mir (Movimiento de Izquierda Revolucionaria). I lavoratori (compresi quelli socialisti e comunisti) si organizzano autonomamente nei \"cordones\" a cui UP non dà alcun riconoscimento né appoggio, anzi accusa le lotte di \"economicismo\" e \"avventurismo\" perchè rischierebbero di incrinare il delicato rapporto tra il governo e l'esercito. Il 27 agosto 1973 Allende nomina comandante dell'esercito il generale Augusto Pinochet e l'11 settembre scatta il golpe di cui c'erano state molte avvisaglie. \"I militari sparavano anche contro gli studenti che uscivano dall'università con le mani alzate. Centinaia di cadaveri galleggiavano nel Rio Mapocho.\" In Italia Lotta Continua utilizza la \"lezione cilena\" per perfezionare il suo programma del governo delle sinistre a guida PCI, adotta la prima parte del programma di Unidad Popular evitando l'errore fatale della fiducia cieca all'esercito. Il governo delle sinistre dovrebbe invece essere accompagnato dall'armamento delle masse per prevenire l'inevitabile reazione. Il PCI d'altro canto celebra la morte eroica del \"compagno presidente\" Allende occultando le sue responsabilità nella sconfitta dei lavoratori cileni, e comincia a elaborare la strategia del \"compromesso storico\". Lotta Continua si differenzia dal resto della sinistra che preferisce il più neutro \"Aiuto alla resistenza cilena\" e lancia la campagna \"Armi al Mir\" che ha grande successo, in 3 mesi si raccolgono 80 milioni di lire. La sinistra rivoluzionaria organizza unitariamente a Torino una grande manifestazione che vede la partecipazione di 50.000 persone arrivate da tutt'Italia, lo slogan più gridato è \"Dopo il Cile mai più senza fucile!\" Ma la vera solidarietà è quella dei tanti che ospitano compagni e compagne cileni in fuga dal massacro. Buon ascolto.\r\n\r\nArticoli (tra i tanti dell'epoca):\r\n\r\nHelios Prieto \"Cile: i gorilla erano tra noi\" in \"Primo Maggio - Saggi e documenti per una storia di classe\" n. 2 ottobre 1973;\r\n\"Cile - La repressione e la resistenza - La questione del potere - Il golpe nella stampa fascista\" in \"ControInformazione n. 1-2 febbraio-marzo 1974.\r\n ","18 Settembre 2021","2021-09-18 11:22:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/CILE2-197x110.jpg","L'ALTRO 11 SETTEMBRE: DOPO IL CILE MAI PIU' SENZA FUCILE - LA PERLA DI LABUAN 17/9/2021",1631963431,[],[],{"post_content":422},{"matched_tokens":423,"snippet":424,"value":425},[128],"dal Mir (Movimiento de Izquierda \u003Cmark>Revolucion\u003C/mark>aria). 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