","Atene. 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Le notizie che filtrano dall’ospedale dove, da dieci giorni, è in terapia intensiva, dicono che a tratti sia ancora cosciente. La situazione però precipita rapidamente verso il peggio. Per sua volontà è stata interrotta la somministrazione di un antibiotico, nonostante sia probabilmente in corso un’infezione. I suoi livelli di potassio hanno avuto un calo secco e preoccupante nelle ultime ore. I medici, nonostante due ingiunzioni della magistratura, per ora si attengono alla volontà di Dimitri, che ha anche firmato una carta, consegnata al proprio avvocato, in cui rifiuta la rianimazione in caso di collasso.\r\nKoufontinas si batte contro la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>carceraria\u003C/mark> del governo Mitsotakis e per il trasferimento in un altro carcere. La \u003Cmark>riforma\u003C/mark> prevede che chi è condannato per terrorismo non possa stare in una prigione rurale, ma debba essere rinchiuso nel carcere da cui proveniva. Dimitri avrebbe dovuto essere trasferito nella prigione ateniese di Koridallos, ma invece è finito a Domokos, una struttura di massima sicurezza. Per questa ragione l’8 gennaio ha deciso per questa estrema forma di lotta.\r\nNegli ultimi giorni, dopo un lungo silenzio, anche i media main stream si stanno occupando della vicenda, che comincia a mettere in imbarazzo il governo. L’esecutivo prova a trarsi d’impaccio accusando l’avvocata di Koufontinas, Ioanna Curtovic, di non aver fatto tutte le mosse legali necessarie al trasferimento del suo assistito. Si tratta di una calunnia, perché l’avvocata si è battuta strenuamente di fronte ad un’imponente barricata di carta eretta dall’amministrazione penitenziaria.\r\nIl governo è a caccia di un alibi, per una situazione che gli è ormai sfuggita di mano, sia che Dimitri viva, sia che muoia. In ogni caso sarà una sconfitta per Mitsotakis e i suoi. Da qualche giorno il governo, attraversato anche da un forte scandalo per una vicenda di pedofilia, appare spaccato in due tra falchi e moderati.\r\nA sorpresa si è dimesso il portavoce del governo Cristos Tarantinis.\r\nLe esili politiche sanitarie di una compagine governativa che ha diretto la spesa quasi esclusivamente sul comparto sicurezza stanno mettendo seriamente in difficoltà Mitsotakis, che si trova a fronteggiare una crescita inarrestabile di contagi senza aver messo in campo le risorse necessarie a fronteggiarle. Le terapie intensive dell’Attica sono ormai sature e la gente muore senza cure.\r\nNelle prossime ore il governo dovrà scegliere se far vivere o far morire Koufontinas, se disinnescare la bomba sociale della sua morte, o scatenare la repressione più dura contro la prevedibile ondata di dure proteste che seguirebbero la notizia della sua fine.\r\nUn documento interno alla polizia filtrato in queste ore prevede un allarme rosso per fronteggiare le reazioni alla morte di Dimitri Koufondinas. Pare che verrebbero utilizzati droni che sorveglierebbero le zone calde della capitale, per prevenire proteste ed azioni.\r\nSabato il corteo per Koufondinas era di circa quattromila persone.\r\nIeri un corteo di oltre ottomila persone ha attraversato il centro della capitale ellenica, partendo da Syntagma, la piazza di fronte al parlamento, per arrivare ad Omonia. Lo spezzone autodifeso, aperto dallo striscione con la scritta “sono nato il 17 novembre” ha deviato per Exarchia, dove si è tenuta un’assemblea, dove è stato deciso che ogni giorno alle 18 ci sarà manifestazione in sostegno al prigioniero morente e alla sua lotta.\r\nManifestazioni importanti anche a Patrasso, Volos, Larissa e Iraklion sull’isola di Creta, dove ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia.\r\nAbbiamo fatto il punto sulla situazione con Gabrio, un redattore di Balckout che si trova ad Atene.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-02-gabrio-atene.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[82,84,86,88,90,92,94,96,98,101],{"matched_tokens":83,"snippet":71},[],{"matched_tokens":85,"snippet":15},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":32},[],{"matched_tokens":91,"snippet":30},[],{"matched_tokens":93,"snippet":20},[],{"matched_tokens":95,"snippet":26},[],{"matched_tokens":97,"snippet":17},[],{"matched_tokens":99,"snippet":100},[77,78],"\u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>carceraria\u003C/mark>",{"matched_tokens":102,"snippet":73},[],[104,110],{"field":35,"indices":105,"matched_tokens":107,"snippets":109},[106],8,[108],[77,78],[100],{"field":111,"matched_tokens":112,"snippet":79,"value":80},"post_content",[77,78],1157451471441625000,{"best_field_score":115,"best_field_weight":116,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":117,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":119,"highlight":140,"highlights":145,"text_match":148,"text_match_info":149},{"cat_link":120,"category":121,"comment_count":46,"id":122,"is_sticky":46,"permalink":123,"post_author":49,"post_content":124,"post_date":125,"post_excerpt":52,"post_id":122,"post_modified":126,"post_thumbnail":127,"post_thumbnail_html":128,"post_title":129,"post_type":57,"sort_by_date":130,"tag_links":131,"tags":137},[43],[45],"67683","http://radioblackout.org/2021/03/grecia-finito-lo-sciopero-di-koufontinas-cresce-e-si-allarga-la-protesta-contro-la-polizia-e-il-governo/","L’annuncio della fine dello sciopero della fame di Dimitri Koufontinas si connette direttamente con le piazze che per settimane hanno sfidato e messo a dura prova la tenuta del governo Mitsotakis. Piazze solidali con la lotta di Dimitri contro la riforma carceraria, piazze che si battono contro la brutalità poliziesca come a Nea Smirni, piazze di studenti che non accettano la militarizzazione delle università.\r\nLa decisione di Dimitri è motivata proprio dall’importanza e dall’imponenza delle lotte che hanno attraversato la Grecia per settimane. D’altra parte senza lo sciopero nel quale ha messo a rischio la sua vita e non ci sarebbe stata la risposta delle piazze.\r\nL’annuncio sulla cessazione dello sciopero è arrivato dopo il comunicato dei medici, che annunciavano come prossima la sua morte. Kuofontinas è ancora in ospedale a Lamia, dove dovrà affrontare una lunga riabilitazione: forte è il rischio di una compromissione cronica dei reni. I ricorsi della sua avvocata sono stati respinti e lui è ancora ancora affidato al carcere speciale di Domokos, tuttavia ora partiranno altri ricorsi. La battaglia giudiziaria continua.\r\nAd Atene e Salonicco le proteste si stanno intensificando.\r\nL’episodio più significativo è avvenuto nel quartiere di Nea Smirni, dove, domenica 7 marzo, la polizia aveva fermato e multato alcuni ragazzi in un parco: alle loro proteste era scattato un pestaggio. Il video delle manganellate è diventato presto virale. Due ore dopo un corteo spontaneo aveva attraversato il quartiere ed era stato caricato violentemente dalla polizia in antisommossa e dai famigerati reparti Delta in motocicletta.\r\nDue giorni dopo svariate migliaia di persone avevano risposto all’appello dell’assemblea popolare di Nea Smirni e, nonostante blocchi della metropolitana e posti di blocco erano riusciti a convergere nella piazzetta centrale, da dove partiva un corteo diretto alla commissariato di zona. Alle 19, circa un’ora dopo la partenza partono i primi scontri, che proseguiranno per ore. L’attenzione mediatica sarà poi interamente concentrata sul grave ferimento di un poliziotto della Delta.\r\nIn realtà i dati più significativi sono altri: da un lato il fatto che migliaia di persone non coinvolte negli scontri sono comunque rimaste in piazza, dando sostegno alle prime file, dall’altro la solidarietà degli abitanti che in più occasioni hanno aperto i portoni delle case, per dare rifugio agli insorti.\r\nLa giornata si è conclusa con trenta fermi, 13 arresti di persone poi rilasciate in attesa di processo e con tre condanne per direttissima a manifestanti accusati del ferimento dell’agente della Delta.\r\nLa terza ondata della pandemia, che si sta abbattendo sulla Grecia, viene affrontata dal governo sul piano meramente disciplinare, moltiplicando i controlli e le multe. La risposta di Nea Smirni non può che aumentare la crescente difficoltà del governo Mitsotakis ad affrontare la marea crescente della protesta di piazza.\r\nIl giovedì successivo, due giorni dopo la sollevazione di Nea Smirni e la canea mediatica intorno al ferimento del poliziotto, oltre 12.000 persone partecipavano ad un nuovo corteo nel centro di Atene.\r\nA Salonicco, la seconda città della Grecia la risposta allo sgombero del rettorato occupato, è stato un corteo enorme terminato con scontri con la polizia.\r\nIn questo ultimo weekend sia nelle città che nei quartieri periferici di Atene ci sono state una miriade di manifestazioni contro la brutalità della polizia, che questa volta ha pensato bene di non farsi vedere.\r\nAscolta la diretta da Atene con Gabrio, redattore di Blackout:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-16-grecia-gabrio.mp3\"][/audio]","16 Marzo 2021","2021-03-16 13:43:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-1024x580.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-768x435.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6-1536x870.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/122953281-d7ee6699-ce5c-4c2b-831a-7e5e5b5665f6.jpg 1800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia. 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sempre di più - nella sua dimensione fisiologica, tra abbandono sanitario, detenzione di persone gravemente malate e caldo estremo.\r\n\r\nCarcere di Parma, a un uomo anziano e malato vengono negati gli arresti domiciliari a casa del figlio Luca, perché questo sarebbe a sua volta sottoposto agli arresti domiciliari… peccato che non sia così.\r\n\r\nUn cortocircuito burocratico, la deresponsabilizzazione strutturale e la disumana indifferenza dell’apparato punitivo producono questa situazione paradossale.\r\n\r\nNe parliamo con Luca Sereno:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/BCUPCB_diretta-Luca-padrecarcere-restore.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMOVIMENTI CONTRO IL GENOCIDIO E REPRESSIONE IN UK\r\n\r\nAndiamo nel Regno Unito per osservare brevemente cosa stia producendo la messa al bando di Palestine Action sotto la legge antiterrorismo: un aggiornamento repressivo che viene normalizzato per colpire altri gruppi (come Shut Down Leonardo) e comprimere l’agibilità delle piazze:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/BCUPCB_UK-repressione-Leonardo-GHF.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / Nel frattempo la Lega ha proposto un DDL per equiparare le manifestazioni contro il genocidio a Gaza e le contestazioni verso Israele a reati di odio antisemita.","6 Agosto 2025","2025-08-06 13:53:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/bcupcb-porta1-200x110.jpg","Magistrati e containers - Salute e domiciliari negati - Repressione sionista in UK","podcast",1754488391,[205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/palestine-action/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/salute-in-carcere/",[170,178,172,180],{"post_content":211},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[77,78],"del Prosecuting Attorney statunitense, la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>carceraria\u003C/mark> normalizza le celle-container e apre","Estratti dalla puntata del 28 luglio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nTRASFORMAZIONI IN AMBITO SANZIONATORIO E CARCERARIO\r\n\r\nApriamo la puntata con una piccola parentesi su alcune riforme che stanno procedendo in ambito sanzionatorio: quella sulla “separazione delle carriere” e quella per l’aumento dei posti-gabbia (formalmente “contro il sovraffollamento”).\r\n\r\nEntrambe vanno lette all’interno dello spettro narrativo-culturale di questo governo e dei composti equilibri tra la pulsione al controllo “orbaniano” sulla magistratura e la propaganda pan-carceraria.\r\n\r\nSe la nuova carriera del magistrato inquirente potrebbe avvicinarlo alla figura del Prosecuting Attorney statunitense, la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>carceraria\u003C/mark> normalizza le celle-container e apre implicitamente alla carcerazione privata.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/BCUPCB_separaz-carriere-container.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE DI PARMA: QUANDO LA CRUDELTA’ SEMBRA UNA BARZELLETTA\r\n\r\nNell’approfondimento precedente abbiamo cercato di osservare come la narrazione mediatica e politica appiattisca i problemi dall’apparato detentivo al fenomeno del sovraffollamento e dei suicidi, mentre la letalità delle carceri italiane emerge - 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Partendo dalla cronaca di due azioni messe in atto alla vigilia di questa operazione, l’attacco a un centro di detenzione per migranti che ha portato alla morte dell’anarchico Will Van Spronsen e la contestazione di una convention di Amazon a Manhattan, approfondiamo i legami tra il colosso del retail digitale e le forze repressive statunitensi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-ice-amazon-will.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Roma, nel quartiere di Primavalle, è in corso lo sgombero di un’occupazione abitativa che da anni è diventata la casa per centinaia di individui e famiglie. La palazzina di via Cardinal Capranica diventa il centro di una “zona rossa” impermeabile a solidali e cronisti, per lasciare mano libera alle forze dell’ordine. Ne parliamo con Margherita del Movimento per il Diritto all’Abitare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/15-7-19_sgombero-primavalle-roma-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n12 luglio 1968, il carcere di Poggioreale si rivolta per la mancanza di acqua e per le condizioni disumane di detenzione. Una rivolta fondamentale nella trasformazione delle relazioni tra detenuti e carcere che caratterizerà gli anni a venire e che i “ragionieri delle pene” cercheranno di arginare con i processi di riforma del ‘75. Cinquantuno anni dopo, a Poggioreale continuano le morti, i pestaggi, l’abbandono sanitario e l’istigazione al suicidio; un anniversario di lotta che famigliari e solidali celebrano con un presidio sotto le mura del carcere. Ne parliamo insieme a Gaia dell’Assemblea Anticarceraria Napoletana.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-poggioreale-viterbo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante la conclusione dello sciopero della fame portato avanti per 28 giorni da Anna e Silvia nell’AS2 de L’Aquila, accompagnate da diversi altri prigionieri e prigioniere, la lotta contro i circuiti di differenziazione carceraria prosegue. A margine del resoconto sul presidio tenutosi ad Alessandria, una delle manifestazioni che la scorsa settimana hanno portato il contrasto alle sezioni speciali sotto le mura diverse galere, riflettiamo sulla parcellizzazione dei prigionieri anarchici e sulla progressiva omogenizzazione di 41bis e Alta Sicurezza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-alessandria41b.mp3\"][/audio]","17 Luglio 2019","2019-07-17 13:54:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/rivolta_poggioreale_1968-200x110.jpg","Bello Come Una Prigione Che Brucia [15 luglio 2019]",1563371658,[],[],{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[77],"arginare con i processi di \u003Cmark>riforma\u003C/mark> del ‘75. 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record dei suicidi sembra scalfire la normalizzazione della brutalità del carcere.\r\n\r\nMentre pubblichiamo questo podcast, il conteggio delle persone portate a suicidarsi dalla normalità dell’apparato detentivo italiano è salito a 53 (di cui uno nel CPR di Ponte Galeria).\r\n\r\nNon c’entra solo il cronico sovraffollamento delle galere, non c’entrano le temperature insopportabili accoppiate alla carenza idrica che affliggono diverse strutture durante i mesi estivi, non c’entra nemmeno la sola privazione degli affetti: non si può isolare una causa specifica o ridurre meccanicisticamente a dei fattori ambientali gli elementi che stanno producendo questa mattanza, perché la natura stessa del carcere è ingegnerizzata per annichilire gli individui che rinchiude… ed è scontato che talvolta produca la loro eliminazione.\r\n\r\nMentre pezzi di popolazione “libera” restano indifferenti di fronte a questi eventi, il governo Meloni li utilizza per cercare di imporre la propria riforma identitaria dell’apparato detentivo: si costruisce una cornice repressiva e sanzionatoria per comprimere ulteriormente le possibilità di autodeterminazione della popolazione detenuta (con la proposta di introdurre il “reato di rivolta in carcere” e l’inaugurazione del Gruppo di Intervento Operativo), si ipotizzano processi di contrattualizzazione disciplinare (esplicitando nel dispositivo di condanna i termini di liberazione anticipata ottenibili in caso di “buona condotta”), si rispolvera l’idea di deportare la popolazione detenuta non-italiana, ma soprattutto si progetta di estendere (e potenzialmente si privatizzare) la superficie detentiva andando ad arruolare quelle comunità terapeutiche che rispondano ai criteri concentrazionari richiesti.\r\n\r\nIn questo contesto, in diverse parti della geografia penitenziaria italiana, pezzi di popolazione detenuta stanno scegliendo di ammutinarsi, raccontandoci – ancora una volta – come i momenti di auto-organizzazione e di rottura della quotidianità mortifera del carcere siano il loro principale strumento di autodifesa.\r\n\r\nAd Asti contro la tortura dell’isolamento, a Firenze e Genova per le condizioni disumane e perché non può essere normale che i propri compagni di carcere (compreso un ragazzo di 20 anni) vengano spinti a suicidarsi sotto la “custodia” dello Stato.\r\n\r\nCollaborazione tra Aria e Bello Come Una Prigione Che Brucia per raccontare quanto sta succedendo grazie riflessioni e dirette telefoniche:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_aria-bellocome_varie.mp3\"][/audio]","10 Luglio 2024","2024-07-10 11:33:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/bcupcb_rivolte-aria-200x110.png","CARCERE: MORTI, RIFORME E AMMUTINAMENTI DIFFUSI [BCUPCB + 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