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La polizia ha usato ripetutamente la mano pesante. Un giovane manifestante di opposizione, Rodrigo Quintana, di 25 anni, è stato ucciso con un colpo alla testa dopo l’irruzione dei poliziotti nella sede del Partido Liberal (Plra). Secondo i testimoni sarebbe stato ucciso a sangue freddo e anche il comunicato del ministero dell’Interno ha affermato che «presumibilmente» a ucciderlo sarebbe stato un poliziotto.\r\n\r\n \r\n\r\nLe manifestazioni sono iniziate dopo il voto di 25 senatori a favore del progetto di riforma costituzionale, votato anche dai sostenitori dell’ex vescovo dei poveri ed ex presidente Fernando Lugo. Lugo, appoggiato dalla sinistra del Frente Guasu gode ancora di grande popolarità e potrebbe così tornare a candidarsi. Il suo mandato è stato interrotto da un golpe istituzionale nel 2012, orchestrato dal suo vice Federico Franco che ha tolto il puntello all’incerta maggioranza parlamentare con la quale Lugo aveva scalzato il Partido Colorado.\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante la destituzione del Ministro degli Interni, le proteste non accennano a fermarsi. La composizione di piazza è trasversale e ha a che vedere soprattutto con la riforma agraria voluta dai contadini e mai attuata. In Paraguay infatti il 2,5% della popolazione è padrona dell’85% della terra e questa situazione che non ha potuto avere una soluzione anche con il governo di Lugo che disattese le richieste delle e dei contadini che lo appoggiavano, si è sempre più aggravata con l’occupazione di terre da parte degli impresari che di per sé sono stati fortemente beneficiati principalmente dalla dittatura di Alfredo Stroessner. 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Al centro della riforma c’era anche, nuovamente, la questione migranti, sulla quale nell’ultimo anno Orbán ha portato avanti politiche e retoriche fortemente nazionaliste e xenofobe: la modifica prevista avrebbe infatti impedito l’applicazione delle quote previste dall’Ue per la spartizione dei rifugiati tra gli stati membri.\r\n\r\n \r\n\r\nQuella di martedì in Parlamento è stata in realtà una sconfitta di misura (131 hanno votato a favore della modifica a fronte dei 133 voti necessari) su cui però pesa l’astensione dei parlamentari di Jobbik, il partito di estrema destra che inizialmente aveva parteggiato per il governo in merito alla votazione della riforma. La destra sta infatti giocando strumentalmente la propria opposizione sul tema migranti dentro uno scontro di potere tutto interno ai delicati equilibri politici del paese, che vede il premier Orbán in crescente difficoltà. Oltre ai precari rapporti con l’Unione Europea, infatti, il primo ministro dovrà ora fare i conti all’interno dell’Ungheria con l’esito della votazione sulla riforma, che avrebbe dovuto mettere una pezza al fallimento del referendum di inizio ottobre.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Aron Coceancig, caporedattore della redazione Mitteleuropa di EastJournal:\r\n\r\nungheria_orban","10 Novembre 2016","2016-11-14 08:53:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/1478603810-orban.jpg 1658w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ungheria: il Parlamento boccia la riforma di Orbán sulle quote migranti UE",1478779403,[151,152,153,154,155],"http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/ungheria/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/","http://radioblackout.org/tag/viktor-orban/",[157,158,159,160,161],"europa","migranti","Ungheria","Unione Europea","viktor orban",{"post_content":163,"post_title":167},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[80,76],"il parlamento ha bocciato la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> voluta dal premier. 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Il finanziamento di questo riarmo avverrà con l ’emissione massiccia di debito tedesco, garantita dagli acquisti dei fondi,che farà una dura concorrenza ai titoli pubblici degli altri Paesi europei, a cominciare da quelli italiani, costretti a pagare interessi più alti . 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Ieri, durante quella che l’opposizione ha ribattezzato la “notte per la democrazia”, centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in tutta la Turchia nonostante il divieto di assembramento imposto dalle autorità nelle principali città. Solo ad Istanbul si sono mobilitate in totale, a detta degli organizzatori, circa 300 mila persone. Nella metropoli sul Bosforo alcune manifestazioni – ad esempio quella che tentava di dirigersi verso la centrale piazza Taksim, da giorni completamente transennata e occupata da centinaia di agenti – sono state attaccate dalla polizia in assetto antisommossa che, come era avvenuto giovedì, hanno utilizzato non solo i manganelli e gli idranti, ma anche gli spray urticanti. Particolarmente brutale è stata la repressione delle manifestazioni di ieri con decine di feriti ed arresti. Erdogan, con questo colpo di mano, vuole eliminare il suo più agguerrito concorrente per le presidenziali previste per il 2028, e al contempo dividere l'opposizione, da una parte dialogando con il partito Dem e i curdi, dall'altra reprimendo il partito repubblicano popolare (CHP), nell'intento di far passare la riforma costituzionale che gli consentirebbe di presentarsi per un terzo mandato.\r\n\r\nAggiornamenti da Murat Cinar, giornalista, capo redattore dell'edizione in lingua turca dell'agenzia di stampa internazionale Pressenza Italia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-MURAT.mp3\"][/audio]","24 Marzo 2025","Turchia aggiornamenti sulle proteste.","2025-03-24 22:40:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-TURCHIA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-TURCHIA-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-TURCHIA-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-TURCHIA.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","TURCHIA, NON SI FERMANO LE PROTESTE",1742841332,[225,226,227],"http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[15,229,20],"proteste",{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[80,76],"nell'intento di far passare la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che gli consentirebbe di presentarsi","Non si fermano le proteste in Turchia contro l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu e l’ennesimo giro di vite autoritario di Erdogan. Ieri, durante quella che l’opposizione ha ribattezzato la “notte per la democrazia”, centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in tutta la Turchia nonostante il divieto di assembramento imposto dalle autorità nelle principali città. Solo ad Istanbul si sono mobilitate in totale, a detta degli organizzatori, circa 300 mila persone. Nella metropoli sul Bosforo alcune manifestazioni – ad esempio quella che tentava di dirigersi verso la centrale piazza Taksim, da giorni completamente transennata e occupata da centinaia di agenti – sono state attaccate dalla polizia in assetto antisommossa che, come era avvenuto giovedì, hanno utilizzato non solo i manganelli e gli idranti, ma anche gli spray urticanti. Particolarmente brutale è stata la repressione delle manifestazioni di ieri con decine di feriti ed arresti. Erdogan, con questo colpo di mano, vuole eliminare il suo più agguerrito concorrente per le presidenziali previste per il 2028, e al contempo dividere l'opposizione, da una parte dialogando con il partito Dem e i curdi, dall'altra reprimendo il partito repubblicano popolare (CHP), nell'intento di far passare la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che gli consentirebbe di presentarsi per un terzo mandato.\r\n\r\nAggiornamenti da Murat Cinar, giornalista, capo redattore dell'edizione in lingua turca dell'agenzia di stampa internazionale Pressenza Italia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-MURAT.mp3\"][/audio]",[236],{"field":127,"matched_tokens":237,"snippet":233,"value":234},[80,76],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":209,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":49},{"document":240,"highlight":260,"highlights":265,"text_match":132,"text_match_info":268},{"cat_link":241,"category":242,"comment_count":49,"id":243,"is_sticky":49,"permalink":244,"post_author":52,"post_content":245,"post_date":246,"post_excerpt":55,"post_id":243,"post_modified":247,"post_thumbnail":248,"post_thumbnail_html":249,"post_title":250,"post_type":60,"sort_by_date":251,"tag_links":252,"tags":256},[46],[48],"96631","http://radioblackout.org/2025/03/turchia-larresto-di-imamoglu-scatena-nuove-proteste-contro-erdogan/","In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie - all'interno di una vasta operazione contro centinaia di persone - hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali. Imamoglu è considerato uno dei più forti rivali politici del presidente Erdogan, ed è stato accusato di corruzione e di aver aiutato un gruppo terroristico - le due accuse che in Turchia vengono da anni massicciamente impiegate per smantellare i partiti politici di opposizione. Il tentativo di Erdogan di eliminare il candidato dell'opposizione, piuttosto popolare ad Istanbul, mira a garantire ancora maggiori poteri all'AKP e blindare la possibilità di mettere in pratica una riforma costituzionale che gli consenta di rimanere al governo. Allo stesso tempo, la spallata contro il CHP arriva in un momento delicatissimo di trattativa con il PKK: gli appelli di Öcalan per una democraticizzazione della Turchia come condizione necessaria all'abbandono delle armi da parte del movimento di liberazione nazionale curdo sembrano essere lettera morta di fronte ad un regime che, pochi giorni dopo il messaggio del leader curdo, dimostra di non voler dare nessuna garanzia riguardo al permettere la possibilità di un'opposizione democratica.\r\n\r\nImamoglu, tuttavia, durante l'arresto ha dichiarato online che “la volontà del popolo non può essere messa a tacere”. L'operazione contro di lui potrebbe rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso della rabbia sociale in Turchia, soprattutto da parte di una generazione di giovani e giovanissimi cresciuta tra crisi economica ed una situazione politica di durissima repressione del dissenso. Gli studenti turchi hanno proclamato uno sciopero bloccando i campus universitari e le stazioni della metropolitana di Istanbul, mentre cortei relativamente massicci sono stati organizzati anche in altre città, da Ankara a Izmir, in una una manifestazione di rabbia pubblica che non si vedeva da anni. Sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia all'Università di Istanbul e per le strade della capitale, ed il governo ha imposto un coprifuoco e vietato gli assembramenti pubblici. I prossimi giorni permetteranno di capire con maggiore chiarezza se queste proteste potranno dare vita ad un duraturo movimento popolare di opposizione, capace di resistere alla brutalità della repressione poliziesca e di mettere in difficoltà il regime di Erdogan - oppure se l'arresto segnerà un'altra vittoria di Erdogan ed un ulteriore passo verso la trasformazione della Turchia in un regime autoritario a tutti gli effetti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/muratcinar2103.mp3\"][/audio]","22 Marzo 2025","2025-03-22 14:28:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/t_8999486742_bcf1a7023a_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/t_8999486742_bcf1a7023a_o-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/t_8999486742_bcf1a7023a_o-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/t_8999486742_bcf1a7023a_o.jpg 550w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turchia: l'arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan",1742653667,[225,253,254,255],"http://radioblackout.org/tag/ocalan/","http://radioblackout.org/tag/pkk/","http://radioblackout.org/tag/repressione-turchia/",[15,257,258,259],"Ocalan","pkk","repressione Turchia",{"post_content":261},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[80,76],"di mettere in pratica una \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che gli consenta di rimanere","In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie - all'interno di una vasta operazione contro centinaia di persone - hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali. 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Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle dichiarazioni di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula von der Leyen che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Marzo 2025","2025-03-09 18:35:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/03/2025-TURCHIA :APO ABBASSA LE ARMI IL PKK VERSO LO SCIOGLIMENTO- SERBIA LE PROTESTE DEGLI STUDENTI SVEGLIANO L'OPPOSIZIONE PARLAMENTARE-LA CORSA AL RIARMO EUROPEA INGRASSA LE LOBBIES DELL'INDUSTRIA BELLICA.","podcast",1741535742,[323],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[286],{"post_content":326},{"matched_tokens":327,"snippet":328,"value":329},[80,76],"curdo Dem per una eventuale \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che gli consenta un ulteriore","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le dichiarazioni di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . 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Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. 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Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[331],{"field":127,"matched_tokens":332,"snippet":328,"value":329},[80,76],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":209,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":49},{"document":335,"highlight":347,"highlights":352,"text_match":132,"text_match_info":355},{"comment_count":49,"id":336,"is_sticky":49,"permalink":337,"podcastfilter":338,"post_author":314,"post_content":339,"post_date":340,"post_excerpt":55,"post_id":336,"post_modified":341,"post_thumbnail":342,"post_title":343,"post_type":320,"sort_by_date":344,"tag_links":345,"tags":346},"90357","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-062024-piazza-tienanmen-35-anni-dopo-la-rimozione-forzata-nuova-caledonia-la-rivolta-di-chi-non-si-adegua-alla-velocita-della-falsa-modernizzazione-neocoloniale/",[278],"Bastioni di Orione in questa puntata ricorda con Ilaria Maria Sala , giornalista e scrittrice che vive a Hong Kong, da dove collabora con “The Guardian”, “The South China Morning Post” e “Hong Kong Free Press”, i 35 anni dalla rivolta di Piazza Tienanmen. Nel giugno del 1989 ci fu la repressione di un movimento studentesco di massa che chiedeva a gran voce di superare le modernizzazioni di Deng che avevano consentito l'ingresso della Cina nella globalizzazione a costo dell'aumento delle disuguaglianze,per immaginare una nuova dinamica fra il partito e la società. Di fronte alla radicalità delle richieste del movimento il partito e le èlite che stavano beneficiando delle privatizzazioni in corso si arroccarono su posizioni oltranziste scatenando una repressione militare brutale. Il ricordo di quegli avvenimenti ,come ci racconta la nostra interlocutrice,è cancellato dalla memoria collettiva dei cinesi , la fedeltà al partito che si rivela un apparato rigido ma al colntempo camaleontico è sostituita dalla retorica nazionalista e all'assertività bellicista sulla questione di Taiwan. Nonostante i disagi dovuti alla crisi immobilare e la crescita esponenziale della disoccupazione giovanile ,il potenziale malcontento è contenuto da una rigida censura sull'informazione e dall'accentramento dei poteri nelle mani di Xi che ha detronizzato anche i potenziali rivali all'interno della nomenklatura del partito nonchè dalla montante mobilitazione nazionalista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI06062024-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Adriano Favole , antropologo che ha condotto numerose ricerche in Nuova Caledonia, approfondendo i temi della formazione e percezione nel mondo nativo di concetti quali cittadinanza e democrazia, parliamo della situazione in Nuova Caledonia . Approfittando della competenza del nostro interlocutore guardiamo alle componenti sociali della Nuova Caledonia e alla complessità di una società multicomposta dove convivono i Kanak discendenti dei primi abitanti insediati 3000 anni fa nell'isola, che hanno perso circa 80% della popolazione in seguito al disastroso incontro con i bianchi provenienti dall'Europa, i discendenti dei galeotti deportati dal 1860 al 1890 ,gli abitanti degli arcipelaghi vicini che sono migrati circa 40 anni fa, gli asiatici , i primi di origine giapponese ,e infine i francesi ,funzionari dell'amministrazione statale della metropoli che si sono stabiliti nelle isole.\r\n\r\nA questa complessità lo stato francese risponde con la pulsione repressiva ,cercando di mutare un equilibrio delicato fondato sugli accordi di Noumea del 1998 ,con il disgelo del corpo elettorale attraverso la riforma costituzionale che amplierebbe l’accesso al voto e modificherebbe le liste elettorali ma ridurrebbe il peso politico della popolazione indigena locale, i Kanak.\r\n\r\nLa rivolta ,agita sopratutto dai giovani , ha anche una radicalità che risiede nella opposizione ad un modello di sviluppo imposto e che si concentra nella distruzione delle merci ,dei simboli del capitalismo francese di occupazione con la distruzione dell'80% delle struttura commerciali della capitale. Una modernità imposta che non si concilia con i tempi di una società ,come quella kanak, che decide per consenso ,che regola l'ordine senza violenza, ha un tessuto politico organizzato e una società civile articolata .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-06062024.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2024","2024-06-09 15:54:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/062024- PIAZZA TIENANMEN 35 ANNI DOPO LA RIMOZIONE FORZATA - NUOVA CALEDONIA LA RIVOLTA DI CHI NON SI ADEGUA ALLA VELOCITA' DELLA FALSA MODERNIZZAZIONE NEOCOLONIALE.",1717948343,[323],[286],{"post_content":348},{"matched_tokens":349,"snippet":350,"value":351},[80,76],"del corpo elettorale attraverso la \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che amplierebbe l’accesso al voto","Bastioni di Orione in questa puntata ricorda con Ilaria Maria Sala , giornalista e scrittrice che vive a Hong Kong, da dove collabora con “The Guardian”, “The South China Morning Post” e “Hong Kong Free Press”, i 35 anni dalla rivolta di Piazza Tienanmen. 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Il processo di Astana (accordo fra Russia ,Turchia e Iran) ha disinnescato il conflitto congelandolo ,ma la crisi di egemonia dell'impero americanao si è rivelata ulteriormente con la constatazione che gli Stati Uniti non sono in grado di sostenere una guerra su più fronti. L'egemonia americana si esercita solo sul piano militare , grazie alla presenza di basi militari dislocate in tutto il mondo e alla bulimica spesa per la difesa che viene finanziata attraendo dollari che sono considerati un bene rifugio di fronte al caos che diventa funzionale al mantenimento dell'egemonia statunitense.\r\n\r\nIl capitale investito nella guerra ucraina ritorna per un 90% negli U.S.A. attraverso il complesso militare industriale che produce gli armamenti venduti al governo di Kiev , con la guerra per procura l'egemone americano ha ottenuto di dividere l'Europa dalla Russia, azzerare l'affluso di energia a basso costo proveniente dalla Russia che sosteneva la produzione tedesca con la distruzione dei gasdotti ,colpendo un potenziale concorrente e ha rivitalizzto la Nato . Nelle aspettative dei think tank neoconservatori come \"Heritage foundation\" che ancora condizionano la politica estera statunitense ,la guerra per procura contro la Russia avrebbe dovuto portare al collasso di Mosca e di conseguenza un indebolimento della Cina ,indicata come il nemico principale dal PNAC (Project for the New American Century) .\r\n\r\nL'operazione Maidan guidata da Victoria Nuland faceva parte del progetto di espansione della Nato fino ai confini della Russia e la guerra nel Donbass è stata alimentata ad arte depotenziando fino a renderli inefficaci gli accordi di Minsk come ha avuto modo di confermare pubblicamente la ex cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive di un coinvolgimento nel conflitto della Nato sono reali considerando le difficoltà sul campo dell'esercito ucraino ,si sta preparando l'opinione pubblica a questa eventualità mutando attraverso la propaganda bellica la stessa percezione della guerra ,creando le premesse per un arruolamento anche delle coscienze .\r\n\r\nL'unica risposta alla classica domanda sul \"che fare\" rimane la guerra contro le borghesie nazionali che ci stanno portando alla catastrofe e la diserzione di massa contro la mobilitazione guerrafondaia che viene alimentata dalla propaganda bellicista.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-GUERRA-MONESTAROLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse redattore della rivista Focus on Africa parliamo del Corno d'Africa in particolare del processo di dissoluzione dell'entità statale somala dopo le prese di posizione del Puntland ,(regione semiautonoma della Somalia) , che ha ritirato il 31 marzo il suo riconoscimento delle autorità federali somale, dopo che il parlamento di Mogadiscio ha approvato una riforma costituzionale che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente e gli permette di nominare il primo ministro senza l’approvazione del parlamento . Finora la Somalia aveva votato con un sistema indiretto, in cui i rappresentanti dei clan facevano da intermediari. Secondo il governo le riforme sono necessarie per la stabilità politica, ma chi le critica pensa che l’esecutivo stia cercando di accentrare il potere. Le autorità del Puntland chiedono un referendum nazionale sulle riforme.\r\n\r\nA questo si aggiunge l'accordo tra Etiopia e Somaliland che prevede per l’Etiopia l'accesso ai porti del Somaliland, che in cambio otterrà il riconoscimento ufficiale da parte di Addis Abeba (al momento il Somaliland non è riconosciuto dalla comunità internazionale).\r\n\r\nPer quanto non legalmente vincolante, il memorandum d’intesa è considerato un passo molto importante sia per l’Etiopia, che così avrà uno sbocco commerciale e navale sul Mar Rosso – che gli è precluso dal 1993, anno dell'indipendenza dell'Eritrea – sia per il Somaliland, che uscirebbe ufficialmente per la prima volta dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di stallo con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di pulizia etnica sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2024","2024-04-14 12:10:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 11/04/2024- GUERRA IN UCRAINA,DECLINO DELL'IMPERO E CONTESA PER L'EGEMONIA GLOBALE -SUDAN AD UN ANNO DALLA GUERRA FRA WARLORDS NESSUN VINCITORE POSSIBILE E UNA CRISI UMANITARIA DEVASTANTE .",1713096601,[323],[286],{"post_content":370},{"matched_tokens":371,"snippet":372,"value":373},[80,76],"di Mogadiscio ha approvato una \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che introduce, tra le altre","Bastioni di Orione con Giorgio Monestarolo che si occupa principalmente di storia economica e socio-culturale dell’età moderna, con particolare attenzione ai rapporti tra capitalismo, economia di mercato e dinamiche sociali e ambientali nonchè autore del libro \"Ucraina ,Europa mondo \" parliamo della guerra in Ucraina e i riflessi del conflitto sulla contesa per l'egemonia globale in corso.\r\n\r\nSi parte con un collegamento tra il conflitto ucraino e la guerra in Libia e in Siria dove la fine di Gheddafi è stata un campanello di allarme per Putin e il tentativo di cambio di regime in Siria è fallito a causa dell'intervento militare russo che ha sostenuto il suo cliente storico Assad per tutelare la propria proiezione nel Mediterraneo . 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Martedì scorso la corte d'appello del tribunale di Salerno ha condannato a pene tra i 13 mesi e i due anni tutti i 17 medici e infermieri, responsabili della tortura e della morte di Francesco Mastrogiovanni. \r\n\r\nLibertà e democrazia. Ne abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo. Leggi un suo articolo su Sicilia Libertaria \r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nRom. Nuova retata in via Germagnano\r\n\r\nCondannati quelli della Libera Repubblica della Maddalena. Una Repubblica contro la Repubblica\r\n\r\nL’Aquila. La cattiva fama dell’avvocato Valentini\r\n\r\nDocumenti: \r\n\r\nTorturato a morte. Nel processo di secondo grado per la morte di Francesco Mastrogiovanni sono stati condannati tutti i 17 imputati, tra medici e infermieri del repartino-lager dell’ospedale di Vallo della Lucania.\r\nLe pene dei medici sono state ridotte, mentre sono stati condannati gli 11 infermieri che in primo grado erano stati assolti. I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa. Tutti in questi anni hanno continuato a lavorare in ospedali pubblici e continueranno a farlo.\r\nNon auguriamo la galera a nessuno, nemmeno agli assassini di Francesco. Ci piacerebbe però non trovarli ancora in ospedale.\r\nPurtroppo il consenso intorno alle pratiche psichiatriche è tale da trasformare il sequestro e la tortura come normali pratiche mediche. La psichiatria viene assolta con formula piena, le lievi condanne inflitte ai medici e agli infermieri ne sono il segno. Colpevoli di incuria, non di una pratica che ogni giorno sequestra, umilia, tortura uomini e donne nei repartini del nostro paese.\r\n\r\nDue parole per ricordare Francesco.\r\n\r\nIl 31 luglio del 2009 Francesco Mastrogiovanni entra nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Gli è stato imposto un TSO – trattamento sanitario obbligatorio.\r\nNe uscirà morto.\r\n\r\nFrancesco fa il maestro, in quei giorni è in vacanza al mare. Lo accusano falsamente di aver tamponato qualche auto e invece di una multa lo portano in repartino.\r\n\r\nPer eseguire il “ricovero” mandano decine di carabinieri armati di tutto punto. Francesco ha su di se il marchio dell’anarchico pericoloso: nel 1972 venne ferito durante un aggressione fascista, che si concluse con la morte dello squadrista Falvella, ucciso con il suo stesso coltello dall’anarchico Giovanni Marini, che intervenne per aiutare Francesco.\r\nNel 1999 venne arrestato perché protestava per una multa. Calci, pugni e manganellate, poi un’accusa di resistenza e lesioni. Il carcere, una condanna a tre anni, poi cancellata in appello.\r\nFrancesco era da anni nel mirino degli uomini in divisa, degli uomini al servizio dello Stato. Lo sapeva e aveva paura. Quando lo hanno preso per il TSO disse “se mi portano all’ospedale di Vallo non ne esco vivo”.\r\nIn un rapporto di polizia venne definito “incompatibile ai carabinieri”, uno che canta “canzoni sovversive”. Basta per dichiararlo matto: il sindaco firma senza esitare il TSO.\r\nIn ospedale viene sedato pesantemente e legato al letto: le mani in alto, i piedi in basso. Crocefisso.\r\nViene lasciato lì senza cibo, senza acqua, senza “cure”. Griderà di dolore, ma nessuno lo ascolterà: sanguina dalle profonde ferite ai polsi inflitte dai legacci. Man mano la voce di Franco si farà più flebile, nella sete di aria dell’agonia. Verrà liberato 92 ore dopo, quando era morto da quasi sei.\r\nI suoi parenti non potranno vederlo né avere sue notizie. Solo la loro caparbietà a non credere alle bugie dei medici ha fatto sì che questo crimine non passasse sotto silenzio.\r\n\r\nL’agonia di Francesco viene ripresa dagli occhi impietosi ed indifferenti di una telecamera. Mai tanto impietosi e indifferenti come quelli dei “medici” e “infermieri”. Mai chiusi come quelli dell’infermiera che asciuga il suo sangue, senza badare all’uomo che agonizza inchiodato al letto.\r\nAl processo il Pubblico Ministero, lo stesso che aveva chiesto il carcere per Francesco, investendolo con accuse infondate, fa il processo alla vittima, minimizzando le responsabilità dei carcerieri.\r\nNel procedimento di secondo grado, conclusosi il 15 novembre, i 17 medici e infermieri sono stati condannati a pene tra i 13 mesi e i 2 anni, con la condizionale. Non siamo giustizialisti: le sentenze che privano della libertà qualcuno non ci fanno gioire.\r\nLa giustizia che vogliamo è quella che elimina le sbarre e i legacci, che chiude con gli orrori della psichiatria, in un mondo senza carabinieri. Sì, perché anche noi, come l’anarchico Mastrogiovanni, maestro elementare assassinato dalla psichiatria e dalla forze dell’ordine, siamo, inguaribilmente, “incompatibili con i carabinieri”.\r\n\r\nIl caso di Francesco è la punta di un iceberg enorme, ma spesso invisibile.\r\nA quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la psichiatria continua a torturare e, qualche volta, anche a uccidere.\r\nLe prigioni per i “matti”, discariche sociali per contenere e reprimere gli incompatibili, sono tornate in forme diverse, ma la psichiatria continua a torturare e uccidere.\r\n\r\n00000000\r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nFate fatica ad arrivare alla fine del mese? Siete nei guai con il padrone di casa? Stanno per sfrattarvi? Vi portano via i mobili perché avete perso il lavoro e non avete pagato le rate? \r\n\r\nDi che vi lamentate? Il governo dice che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. \r\nIntanto per la povera gente vivere è sempre più difficile. \r\n\r\nLa destra fascista e leghista all’opposizione ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici. \r\n\r\nPure i Pentastellati vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi. \r\n\r\nGli antagonisti invece hanno trovato la formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla riforma costituzionale voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista, razzista e guerrafondaio. \r\n\r\nLeghisti, fascisti, forza italici, pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo. \r\n\r\nLa Carta costituzionale è solo carta. Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite. \r\n\r\nLa distanza tra la Costituzione formale e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2 giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.\r\n\r\nI richiami alla Resistenza farebbero infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza un governo dei pochi su tutti. \r\n\r\nIn questi ultimi trent’anni chi ha governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi aspirava ad una totale trasformazione sociale.\r\n\r\nI governi di questi decenni ci hanno detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni dove. \r\n\r\nCostruire un’opposizione sociale radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie. \r\n\r\nCacciare Renzi per far governare Di Maio? O Salvini, Berlusconi…\r\n\r\nNon fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano via tutti! \r\n\r\nIl gioco della Carta Costituzionale è come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e l’autarchia. Può sconfiggere Renzi, come Trump ha sconfitto Clinton.\r\n\r\nTra i due o tre mostri che governano o aspirano a governare noi rifiutiamo di scegliere, scegliamo il rifiuto. Non vogliamo decidere la foggia delle nostre catene, perché vogliamo spezzarle. \r\n\r\nCambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita. \r\n\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo.","18 Novembre 2016","2018-10-17 22:58:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/diserta1-200x110.jpg","Anarres del 18 novembre. 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La cattiva fama dell’avvocato Valentini\r\n\r\nDocumenti: \r\n\r\nTorturato a morte. Nel processo di secondo grado per la morte di Francesco Mastrogiovanni sono stati condannati tutti i 17 imputati, tra medici e infermieri del repartino-lager dell’ospedale di Vallo della Lucania.\r\nLe pene dei medici sono state ridotte, mentre sono stati condannati gli 11 infermieri che in primo grado erano stati assolti. I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa. Tutti in questi anni hanno continuato a lavorare in ospedali pubblici e continueranno a farlo.\r\nNon auguriamo la galera a nessuno, nemmeno agli assassini di Francesco. Ci piacerebbe però non trovarli ancora in ospedale.\r\nPurtroppo il consenso intorno alle pratiche psichiatriche è tale da trasformare il sequestro e la tortura come normali pratiche mediche. La psichiatria viene assolta con formula piena, le lievi condanne inflitte ai medici e agli infermieri ne sono il segno. Colpevoli di incuria, non di una pratica che ogni giorno sequestra, umilia, tortura uomini e donne nei repartini del nostro paese.\r\n\r\nDue parole per ricordare Francesco.\r\n\r\nIl 31 luglio del 2009 Francesco Mastrogiovanni entra nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Gli è stato imposto un TSO – trattamento sanitario obbligatorio.\r\nNe uscirà morto.\r\n\r\nFrancesco fa il maestro, in quei giorni è in vacanza al mare. Lo accusano falsamente di aver tamponato qualche auto e invece di una multa lo portano in repartino.\r\n\r\nPer eseguire il “ricovero” mandano decine di carabinieri armati di tutto punto. Francesco ha su di se il marchio dell’anarchico pericoloso: nel 1972 venne ferito durante un aggressione fascista, che si concluse con la morte dello squadrista Falvella, ucciso con il suo stesso coltello dall’anarchico Giovanni Marini, che intervenne per aiutare Francesco.\r\nNel 1999 venne arrestato perché protestava per una multa. Calci, pugni e manganellate, poi un’accusa di resistenza e lesioni. Il carcere, una condanna a tre anni, poi cancellata in appello.\r\nFrancesco era da anni nel mirino degli uomini in divisa, degli uomini al servizio dello Stato. Lo sapeva e aveva paura. Quando lo hanno preso per il TSO disse “se mi portano all’ospedale di Vallo non ne esco vivo”.\r\nIn un rapporto di polizia venne definito “incompatibile ai carabinieri”, uno che canta “canzoni sovversive”. Basta per dichiararlo matto: il sindaco firma senza esitare il TSO.\r\nIn ospedale viene sedato pesantemente e legato al letto: le mani in alto, i piedi in basso. Crocefisso.\r\nViene lasciato lì senza cibo, senza acqua, senza “cure”. Griderà di dolore, ma nessuno lo ascolterà: sanguina dalle profonde ferite ai polsi inflitte dai legacci. Man mano la voce di Franco si farà più flebile, nella sete di aria dell’agonia. Verrà liberato 92 ore dopo, quando era morto da quasi sei.\r\nI suoi parenti non potranno vederlo né avere sue notizie. Solo la loro caparbietà a non credere alle bugie dei medici ha fatto sì che questo crimine non passasse sotto silenzio.\r\n\r\nL’agonia di Francesco viene ripresa dagli occhi impietosi ed indifferenti di una telecamera. Mai tanto impietosi e indifferenti come quelli dei “medici” e “infermieri”. Mai chiusi come quelli dell’infermiera che asciuga il suo sangue, senza badare all’uomo che agonizza inchiodato al letto.\r\nAl processo il Pubblico Ministero, lo stesso che aveva chiesto il carcere per Francesco, investendolo con accuse infondate, fa il processo alla vittima, minimizzando le responsabilità dei carcerieri.\r\nNel procedimento di secondo grado, conclusosi il 15 novembre, i 17 medici e infermieri sono stati condannati a pene tra i 13 mesi e i 2 anni, con la condizionale. Non siamo giustizialisti: le sentenze che privano della libertà qualcuno non ci fanno gioire.\r\nLa giustizia che vogliamo è quella che elimina le sbarre e i legacci, che chiude con gli orrori della psichiatria, in un mondo senza carabinieri. Sì, perché anche noi, come l’anarchico Mastrogiovanni, maestro elementare assassinato dalla psichiatria e dalla forze dell’ordine, siamo, inguaribilmente, “incompatibili con i carabinieri”.\r\n\r\nIl caso di Francesco è la punta di un iceberg enorme, ma spesso invisibile.\r\nA quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la psichiatria continua a torturare e, qualche volta, anche a uccidere.\r\nLe prigioni per i “matti”, discariche sociali per contenere e reprimere gli incompatibili, sono tornate in forme diverse, ma la psichiatria continua a torturare e uccidere.\r\n\r\n00000000\r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nFate fatica ad arrivare alla fine del mese? Siete nei guai con il padrone di casa? Stanno per sfrattarvi? Vi portano via i mobili perché avete perso il lavoro e non avete pagato le rate? \r\n\r\nDi che vi lamentate? Il governo dice che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. \r\nIntanto per la povera gente vivere è sempre più difficile. \r\n\r\nLa destra fascista e leghista all’opposizione ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici. \r\n\r\nPure i Pentastellati vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi. \r\n\r\nGli antagonisti invece hanno trovato la formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla \u003Cmark>riforma\u003C/mark> \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista, razzista e guerrafondaio. \r\n\r\nLeghisti, fascisti, forza italici, pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo. \r\n\r\nLa Carta \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> è solo carta. Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite. \r\n\r\nLa distanza tra la Costituzione formale e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2 giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.\r\n\r\nI richiami alla Resistenza farebbero infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza un governo dei pochi su tutti. \r\n\r\nIn questi ultimi trent’anni chi ha governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi aspirava ad una totale trasformazione sociale.\r\n\r\nI governi di questi decenni ci hanno detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni dove. \r\n\r\nCostruire un’opposizione sociale radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie. \r\n\r\nCacciare Renzi per far governare Di Maio? O Salvini, Berlusconi…\r\n\r\nNon fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano via tutti! \r\n\r\nIl gioco della Carta \u003Cmark>Costituzionale\u003C/mark> è come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e l’autarchia. 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Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita. \r\n\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo.",[407],{"field":127,"matched_tokens":408,"snippet":404,"value":405},[80,76],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":209,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":49},{"document":411,"highlight":422,"highlights":427,"text_match":430,"text_match_info":431},{"comment_count":49,"id":412,"is_sticky":49,"permalink":413,"podcastfilter":414,"post_author":314,"post_content":415,"post_date":416,"post_excerpt":55,"post_id":412,"post_modified":417,"post_thumbnail":342,"post_title":418,"post_type":320,"sort_by_date":419,"tag_links":420,"tags":421},"83803","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-09-2023-cile-a-50-anni-dal-golpe-incombe-ancora-sul-latinoamerica-la-pesante-eredita-del-neoliberismo-autoritario-corno-dafrica-strage-senza-fine-in-sudan-e-guerra-civile-et/",[278],"Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Settembre 2023","2023-09-19 12:42:29","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",1695127349,[323],[286],{"post_content":423},{"matched_tokens":424,"snippet":425,"value":426},[76,80],"settembre, l'esito incerto del processo \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che potrebbe portare ad una \u003Cmark>riforma\u003C/mark> peggiorativa della costituzione pinochettista del","Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo \u003Cmark>costituzionale\u003C/mark> che potrebbe portare ad una \u003Cmark>riforma\u003C/mark> peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. 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L'esito delle elezioni del maggio 2023 in cui ha conquistato la maggioranza il partito progressista \"Move forward\", rappresentate dei ceti urbani e giovanili con aspirazioni di riforma della vecchia monarchia, è stato cancellato dal \"deep state\" thai .Prima la Corte costituzionale in combutta con l'Assemblea legislativa composta da parlamentari scelti dai militari e dal re ,fa decadere il leader del partito arancione Pita Limjaroenrat ,candidato naturale a formare il nuovo governo in quanto vincitore delle elezioni estromettendolo dalla carica di parlamentare ,poi il 7 agosto dissolve lo stesso partito \"More forward\".\r\n\r\nIl ritorno del vecchio Thaksin Shinawatra ,tycoon fondatore del partito populista Pheu Tahi , che era in esilio e le manovre di palazzo che hanno portato la figlia Paetongtarn “Ung Ing” Shinawatra a diventare primo ministro a soli 37 anni ,sigillano l'accordo fra i militari ,la monarchia ,la dinastia Shinawatra e la Thailandia profonda,rurale e conservatrice . Ma sussiste un elemento di potenziale instabilità ,il More Forward messo al bando e rifondato con il nome di \"People's party\". Piace alla classe media urbana, ai giovani e ai progressisti che non amano troppo il nuovo re e le prerogative esagerate della monarchia ,e potrebbe essere l'elemento di rottura del quadro sociale apparentemente pacificato .\r\n\r\nBrani : The Die Hards - Civil War scena punk thai\r\n\r\n'Kotha Ko' è diventato l'inno degli studenti del Bangladesh durante le manifestazioni di protesta contro il regime di Sheikh Hasina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-DI-ORIONE-12092024-MORELLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Federico Larsen giornalista argentino ,parliamo della situazione del paese in preda alle politiche ultraliberiste di Milei che punta ora contro i pensionati ,bloccando la legge votata dall'Assemblea che prevede un adeguamento di 8 punti percentuali delle pensioni minime .Di fronte alle proteste dei sindacati e dei pensionati la polizia ha caricato con brutalità a dimostrazione dello sprezzo del governo nei confronti delle fasce di popolazione che subiscono l'effetto delle politiche neoliberali del \"loco\". Sul piano economico l'inflazione galoppante ,la caduta della produzione industriale,l'aumento della povertà, il deterioramento del potere d'acquisto anche della classe media ,la carenza di valuta estera dimostrano il fallimento dei tentativi di \"ajuste \"di Milei e l'improponibilità delle sue ricette economiche, mentre l'opposizione latita aspettando la prossima occasione elettorale senza rappresentare un alternativa credibile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-DI-ORIONE-120924-ARGENTINA.mp3\"][/audio]","14 Settembre 2024","2024-09-14 15:51:15","BASTIONI DI ORIONE 12/09/2024-THAILANDIA FUORILEGGE IL PARTITO VINCITORE DELLE ELEZIONI RITORNA LA DINASTIA DEGLI SHINAWATRA-ARGENTINA\"EL AJUSTE\"DI MILEI COLPISCE I PENSIONATI ANCHE CON LE MANGANELLATE POLIZIESCHE.",1726329075,[323],[286],{"post_content":447},{"matched_tokens":448,"snippet":449,"value":450},[80],"e giovanili con aspirazioni di \u003Cmark>riforma\u003C/mark> della vecchia monarchia, è stato","Bastioni di Orione comincia questa quarta stagione parlando della situazione in Thailandia con Massimo Morello gran conoscitore della regione ed esperto giornalista free lance . 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