","Le frontiere blindate, il rifugio autogestito","post",1668532932,[64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/cesana/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/rifugio-autogestito/","http://radioblackout.org/tag/val-susa/","http://radioblackout.org/tag/ventimiglia/",[35,18,71,15,72,73],"guerra ai migranti","val susa","ventimiglia",{"post_content":75,"post_title":81,"tags":85},{"matched_tokens":76,"snippet":79,"value":80},[77,78],"Rifugio","autogestito","parlato con una compagna del \u003Cmark>Rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> di Cesana, che ci ha","Lo scontro tra Francia ed Italia sul divieto di sbarco alle navi delle ONG che soccorrono in mare i migranti è culminato con la decisione francese di chiudere le frontiere con l’Italia, schierando 500 gendarmi ed effettuando controlli ossessivi sui confini. A Ventimiglia ogni giorno ci sono code lunghissime perché ogni auto viene fermata ed ispezionata minuziosamente.\r\nA far le spese di questa guerra, che si traduce in un rimpallo di esseri umani, sono ovviamente le persone che cercano di passare il confine con la Francia, senza i documenti che l’Unione Europea impone a profughi e migranti.\r\nPer capirne di più, facendo il punto sulla situazione alla frontiera della Val Susa, ne abbiamo parlato con una compagna del \u003Cmark>Rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> di Cesana, che ci ha raccontato che a Claviere non si sono create code alla frontiera, poco frequentata in bassa stagione turistica. Il controllo si è comunque intensificato dopo l’accordo italo-francese che consente pattugliamenti congiunti tra gendarmeria francese e forze di polizia italiane.\r\nLa situazione, come ogni anno con l’arrivo del freddo e della neve, non è facile per chi prova a passare il confine, subendo spesso numerosi respingimenti.\r\nDurante un respingimento in settembre, tre persone, per la prima volta, oltre alle consuete violenze verbali, hanno subito attacchi pesanti fisici.\r\nCruciale è quindi il \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> di Cesana, dove le persone in viaggio trovano un luogo autorganizzarsi liberamente, e dove grazie alla solidarietà di tante persone di ogni dove possono trovare abiti, cibo, bende per curare geloni e ferite.\r\nIl \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> che si trova in via Armand 18 a Cesana (le indicazioni di google portano altrove, ma basta seguire i murales). Lì serve sempre qualcuno disponibile a passarci qualche ora o qualche giorno o soltanto che porti scarponi, zaini, sciarpe, cappelli, medicine di primo soccorso, cibo.\r\nLa solidarietà è un’arma potente.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-kira-rifugio-autogestito.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":82,"snippet":84,"value":84},[83,78],"rifugio","Le frontiere blindate, il \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark>",[86,88,90,92,95,97],{"matched_tokens":87,"snippet":35},[],{"matched_tokens":89,"snippet":18},[],{"matched_tokens":91,"snippet":71},[],{"matched_tokens":93,"snippet":94},[83,78],"\u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark>",{"matched_tokens":96,"snippet":72},[],{"matched_tokens":98,"snippet":73},[],[100,105,108],{"field":38,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[29],[103],[83,78],[94],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":84,"value":84},"post_title",[83,78],{"field":109,"matched_tokens":110,"snippet":79,"value":80},"post_content",[77,78],1157451471441625000,{"best_field_score":113,"best_field_weight":114,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":50,"score":115,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":117,"highlight":141,"highlights":163,"text_match":111,"text_match_info":171},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":50,"id":120,"is_sticky":50,"permalink":121,"post_author":53,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":56,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":61,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":137},[47],[49],"72181","http://radioblackout.org/2021/11/emilio-presidio-permanente-contro-lestradizione-in-francia/","Lo scorso 26 novembre la Cassazione ha respinto il ricorso di Emilio contro l’estradizione in Francia. Da allora c’è un presidio permanente davanti alla sua casa di Bussoleno.\r\nEmilio era stato arrestato a settembre per un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità francesi, con l’accusa di aver ferito un gendarme durante una manifestazione transfrontaliera svoltasi lo scorso maggio. Dopo una decina di giorni nel carcere delle Vallette Emilio gli erano stati concessi i domiciliari.\r\nEmilio, come tant* altr* negli ultimi tre anni si è speso per rendere meno difficile l’attraversamento del confine ai migranti senza documenti in viaggio verso la Francia e il nord Europa.\r\nUn confine quasi invisibile per turisti e viaggiatori con le “carte in regola” è diventato una barriera fatta di neve, gendarmi che inseguono, picchiano e respingono: una violenza intollerabile, contro la quale si battono quelli come Emilio. Negli ultimi anni cinque migranti sono morti nel tentativo di passare la montagna: sarebbero stati molti di più senza i solidali, che hanno occupato due locali per trasformarli in rifugi e si sono messi mezzo per inceppare la macchina dei respingimenti. La manifestazione per la quale è stato arrestato Emilio era una risposta allo sgombero del rifugio autogestito ChezOulx avvenuto nella scorsa primavera.\r\nNe abbiamo parlato con Mimmo, No Tav, No Border di Bussoleno\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-30-emilio-scalzo-mimmo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","30 Novembre 2021","2021-11-30 17:51:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02-1024x683.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/emilio-scalzo-02.jpeg 1130w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Emilio. 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E’ evidente che non si tratta di un’emergenza: è la conseguenza diretta del dispositivo repressivo di frontiera. A livello europeo, un nuovo disegno di legge (New Pact on Migration and Asylum) è in via di sviluppo allo scopo di accrescere il potere repressivo di Frontex e ampliare gli accordi commerciali finalizzati ad esternalizzare i controlli in paesi extraeuropei (come Niger, Libia, Marocco, Tunisia…).\r\nUn’alternativa a tutto questo è possibile e concreta: invitiamo chiunque abbia voglia di organizzarsi e costruire insieme il nuovo Rifugio Autogestito.\r\nAbbiamo bisogno di materiali vari: materassi, coperte, cibo, vestiti pesanti, scarpe, occorrente per cucinare, stufe …\r\n\r\nOggi alle 12 pranzo condiviso e dalle 14 lavori collettivi che continueranno per tutta la settimana, venite numerosx!\r\nContro ogni stato e le sue frontiere\r\nFreedom, hurriya, libertà","31 Luglio 2021","2021-07-31 10:20:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/clav.jpg 1984w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Claviere. 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Poi, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, le forze dell’ordine sono riuscite ad entrare nella casa, dove dormivano una quarantina di uomini, donne e bambini.\r\nI solidali sono stati circondati ed isolati all’esterno della casa, la gente in viaggio è stata accompagnata alla tenda della Croce Rossa per un controllo sanitario. Successivamente i migranti sono stati spostati nella struttura dei salesiani di Oulx e in un istituto di suore a Susa.\r\nLe persone senza documenti sono state portate al commissariato di Bardonecchia.\r\nI solidali accorsi nel frattempo sono stati tenuti lontani.\r\n\r\nIn questo stesso giorno comincia il processo per l’occupazione del primo rifugio autogestito, il sottochiesa occupato di Claviere.\r\n\r\nQuesto sgombero è un ulteriore tassello nel processo di criminalizzazione della solidarietà attiva ai migranti. Sappiamo bene che la gente in viaggio continuerà a cercare di bucare la frontiera. Da oggi, senza sostegno, informazioni, scarpe adatte, la lista, già pesante delle vite inghiottite dalla frontiera si allungherà ancora.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con due solidali, Nina e Monica\r\n\r\nAscolta la prima testimonianza, a caldo, di Nina:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-ooulx-nina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l’aggiornamento fatto a metà mattina da Monica:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-monica-oulx.mp3\"][/audio]","23 Marzo 2021","2021-03-23 16:30:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-1024x1024.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-768x769.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/oulx.jpg 1366w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sgomberato Chez JesOulx",1616517008,[134,236,67,237],"http://radioblackout.org/tag/oulx/","http://radioblackout.org/tag/sgombero-jesoulx/",[21,30,15,239],"sgombero jesoulx",{"post_content":241,"tags":245},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[83,78],"l’occupazione del dicembre 2018, un \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> per la gente in viaggio.\r","Brutto risveglio questa mattina alla ex casa cantoniera di Oulx, divenuta, dopo l’occupazione del dicembre 2018, un \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> per la gente in viaggio.\r\nAll’alba polizia in antosommossa, digos, vigili del fuoco e Croce Rossa hanno circondato il \u003Cmark>rifugio\u003C/mark>.\r\nLe barricate antisgombero hanno retto per un’ora e mezza. 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Da oggi, senza sostegno, informazioni, scarpe adatte, la lista, già pesante delle vite inghiottite dalla frontiera si allungherà ancora.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con due solidali, Nina e Monica\r\n\r\nAscolta la prima testimonianza, a caldo, di Nina:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-ooulx-nina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l’aggiornamento fatto a metà mattina da Monica:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-monica-oulx.mp3\"][/audio]",[246,248,250,252],{"matched_tokens":247,"snippet":21},[],{"matched_tokens":249,"snippet":30},[],{"matched_tokens":251,"snippet":94},[83,78],{"matched_tokens":253,"snippet":239},[],[255,260],{"field":38,"indices":256,"matched_tokens":257,"snippets":259},[34],[258],[83,78],[94],{"field":109,"matched_tokens":261,"snippet":243,"value":244},[83,78],{"best_field_score":113,"best_field_weight":114,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":50,"score":172,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},{"document":264,"highlight":278,"highlights":291,"text_match":111,"text_match_info":299},{"cat_link":265,"category":266,"comment_count":50,"id":267,"is_sticky":50,"permalink":268,"post_author":53,"post_content":269,"post_date":270,"post_excerpt":56,"post_id":267,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_thumbnail_html":273,"post_title":274,"post_type":61,"sort_by_date":275,"tag_links":276,"tags":277},[47],[49],"65889","http://radioblackout.org/2021/01/aggiornamenti-su-frontiera-e-chez-jesoulx/","Abbiamo ospitato in studio un compagno del Rifugio Autogestito Chez JesOulx per analizzare la situazione corrente in frontiera, le difficoltà di chi vuole oltrepassarla e gli effetti della pandemia di Covid-19, che impediscono a chi percorre le montagne di mimetizzarsi e confondersi con i soliti avventori stagionali e gli sciatori, assenti per la chiusura degli impianti sciistici. Inoltre, è in fase di allargamento il rifugio istituzionale dei Salesiani, il che non può che ricordare che proprio in occasione della sua apertura avvenne lo sgombero del primo Rifugio Autogestito, a Claviere.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/oulx.mp3\"][/audio]","13 Gennaio 2021","2021-01-13 17:10:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/oulx-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/oulx-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/oulx-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/oulx.jpg 678w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aggiornamenti su frontiera e Chez JesOulx",1610557824,[133,236,67],[25,30,15],{"post_content":279,"tags":284},{"matched_tokens":280,"snippet":282,"value":283},[77,281],"Autogestito","in studio un compagno del \u003Cmark>Rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>Autogestito\u003C/mark> Chez JesOulx per analizzare la","Abbiamo ospitato in studio un compagno del \u003Cmark>Rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>Autogestito\u003C/mark> Chez JesOulx per analizzare la situazione corrente in frontiera, le difficoltà di chi vuole oltrepassarla e gli effetti della pandemia di Covid-19, che impediscono a chi percorre le montagne di mimetizzarsi e confondersi con i soliti avventori stagionali e gli sciatori, assenti per la chiusura degli impianti sciistici. 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La polizia francese si è schierata per impedire ai manifestanti di attraversare la frontiera. Digos e antisommossa, presenti in modo massiccio sul piazzale antistante la chiesta hanno chiuso da dietro i manifestanti. Il blocco poliziesco ha provocato lunghissime code di auto. In paese, dove la Digos era passata dai commercianti per creare allarmismo, bar e negozi hanno abbassato le serrande.\r\nLa manifestazione è stata promossa dopo l’ennesima morte di un migrante senza documenti.\r\nIl 2 gennaio nella diga di Freney a Mondane è stato trovato il corpo di Fathallah Belafhail.\r\n\r\nStava cercando di attraversare la frontiera per andare in Francia, come tant* altr* considerat* illegali dagli stati. Ha perso la vita sulle montagne come almeno altre 7 persone dal 2018. La neve e il freddo non c’entrano nulla con queste morti: la responsabilità è dei governi di Francia e Italia che, aumentano controlli e militarizzazione, rendendo sempre più difficile passare\r\n\r\nRetate, identificazioni e schedature mirate, caccia all’uomo in montagna è quello che subiscono le persone senza documenti sulle frontiere.\r\n\r\nLa morte di Fathallah non è un avvenimento isolato ma ci ricorda che la violenza statale è sistematica e organizzata, e si manifesta con la presenza del braccio armato dello stato.\r\n\r\nDomenica 23 gennaio ci sarà una carovana solidale con Emilio, rinchiuso in carcere per essere stato solidale con i migranti in viaggio attraverso la Val di Susa. La carovana partirà alle 10 dal Presidio di San Didero.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Nicoletta Dosio\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/2022-01-18-frontiera-nicoletta.mp3\"][/audio]","18 Gennaio 2022","2022-01-18 17:05:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-1024x684.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651-1536x1025.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/DSC2651.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La frontiera uccide. 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Un assaggio di uno shortage sistemico lo stiamo vivendo in questi mesi, una convergenza da “tempesta perfetta” che somma gli effetti della pandemia con quelli del cambiamento climatico e che snuda la fragilità del sistema economico.\r\nNe abbiamo parlato con GianMarco Cantafio\r\n\r\nAfgane. Contestazione al Movimento per la vita a Torino\r\n\r\nUna Barriera contro i fascioleghisti\r\nSalvini è sbarcato nella striscia pedonale con panchine tra corso Palermo e via Sesia mercoledì pomeriggio. In questi mesi di campagna elettorale, quest’angolo di quartiere, già pesantemente militarizzato, ha visto scorrazzare ogni sorta di politico a caccia di voti. Salvini si è esibito nel suo consueto show razzista, dichiarando di voler “prendere a calci” i pusher.\r\nTutto questo di fronte ad una manciata di supporter, circondato da blindati della polizia e dei carabinieri e da transenne metalliche. Questo apparato non ha impedito a qualche centinaio di antirazzisti di contestare rumorosamente il comizio, con tamburi, pentole e amplificazione, facendo anche un breve giro nel quartiere. Dai balconi sono comparsi striscioni contro il comizio fascioleghista. \r\n\r\nEmilio e la lotta alle frontiere\r\nIl tribunale di Torino ha deciso di concedere l’estradizione chiesta dalla Francia contro Emilio Scalzo, attivista No Tav e No Border. Emilio era stato arrestato in seguito ad un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità francesi, con l’accusa di aver ferito un gendarme durante una manifestazione transfrontaliera svoltasi lo scorso maggio.\r\nEmilio, come tant* altr* negli ultimi tre anni si è speso per rendere meno difficile l’attraversamento del confine ai migranti senza documenti in viaggio verso la Francia e il nord Europa.\r\nUn confine quasi invisibile per turisti e viaggiatori con le “carte in regola” è diventato una barriera fatta di neve, gendarmi che inseguono, picchiano e respingono: una violenza intollerabile, contro la quale si battono quelli come Emilio. Negli ultimi anni cinque migranti sono morti nel tentativo di passare la montagna: sarebbero stati molti di più senza i solidali, che hanno occupato a più riprese case abbandonate per trasformarli in rifugi e si sono messi mezzo per inceppare la macchina dei respingimenti. La manifestazione per la quale è stato arrestato Emilio era una risposta allo sgombero del rifugio autogestito ChezOulx avvenuto nella scorsa primavera. \r\nDal giorno del suo arresto ci sono state numerose iniziative di sostegno: presidi e saluti dal pratone dietro le Vallette, una fiaccolata per le strade di Bussoleno. Il 29 in tribunale un folto gruppo di attivisti ha fatto un presidio e accolto Emilio.\r\nSabato 2 ottobre un nuovo rifugio è stato aperto a Claviere nella ex casa cantoniera. Dopo quattro giorni è stato nuovamente sgomberato. Centinaia di rinforzi hanno riempito gli alberghi per cacciare nuovamente in strada i migranti in viaggio in una valle dove la lotta al Tav e alle frontiere non si piega di fronte all’occupazione militare.\r\nIn attesa del responso del tribunale sull’appello presentato dai suoi avvocati contro l’estradizione, un presidio permanente si è costituito di fronte alla casa di Emilio. \r\n\r\nPrefigurazione rivoluzionaria e anarchismo.\r\nNegli ultimi anni, una vasta letteratura universitaria e militante (specialmente anglosassone) si rapporta agli attuali movimenti libertari con la categoria della “politica prefiguratrice”. Alle nostre latitudini si preferisce parlare di “utopie concrete”. Con questa categoria si sono definite le esperienze Occupy negli Stati Uniti o la ZAD in Francia, esperienze comunitarie cittadine o rurali. Ma cosa significa costruire nel qui ed ora esperienze prefiguratrici di future relazioni anarchiche? Come si delinea il rapporto tra mezzi e fini? Come ci si pone di fronte ai convergenti rischi di assorbimento nell’istituito o di fallimento? \r\nDi questi temi si occupa l’ultimo numero di Refractions <http://refractions.plusloin.org/>\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello\r\n\r\nUn altro bavaglio alla comunicazione in rete\r\nL’UE, con il pretesto del contrasto alla propaganda terrorista, impone agli stati aderenti un regolamento che obbliga gli internet provider alla ricerca e alla rimozione di contenuti utilizzando algoritmi che, ovviamente sono incapaci di cogliere le sfumature. Non solo. Su ordine delle autorità i gestori dei server sono tenuti a rimuovere entro un’ora le pagine, post, blog e siti ritenuti di propaganda terrorista. \r\nUn ulteriore attacco alla libertà di far circolare informazioni ed opinioni sulla rete. Il regolamento dovrebbe diventare operativo dal prossimo giugno. \r\nNe abbiamo parlato con Pepsy\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 16 ottobre\r\nENI e missioni militari: sangue petrolio e buoni affari\r\npunto info antimilitarista al Balon\r\ndalle 10,30\r\n\r\nGiovedì 4 novembre\r\nfesta degli assassini\r\npresidio antimilitarista in piazza Castello\r\ndalle 16 \r\n\r\nMartedì 9 novembre\r\nGuerre tricolori\r\nMissioni militari tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti\r\nore 18\r\nalla Tettoia dei Contadini a Porta Palazzo\r\nCon Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Un assaggio di uno shortage sistemico lo stiamo vivendo in questi mesi, una convergenza da “tempesta perfetta” che somma gli effetti della pandemia con quelli del cambiamento climatico e che snuda la fragilità del sistema economico.\r\nNe abbiamo parlato con GianMarco Cantafio\r\n\r\nAfgane. Contestazione al Movimento per la vita a Torino\r\n\r\nUna Barriera contro i fascioleghisti\r\nSalvini è sbarcato nella striscia pedonale con panchine tra corso Palermo e via Sesia mercoledì pomeriggio. In questi mesi di campagna elettorale, quest’angolo di quartiere, già pesantemente militarizzato, ha visto scorrazzare ogni sorta di politico a caccia di voti. Salvini si è esibito nel suo consueto show razzista, dichiarando di voler “prendere a calci” i pusher.\r\nTutto questo di fronte ad una manciata di supporter, circondato da blindati della polizia e dei carabinieri e da transenne metalliche. Questo apparato non ha impedito a qualche centinaio di antirazzisti di contestare rumorosamente il comizio, con tamburi, pentole e amplificazione, facendo anche un breve giro nel quartiere. Dai balconi sono comparsi striscioni contro il comizio fascioleghista. \r\n\r\nEmilio e la lotta alle frontiere\r\nIl tribunale di Torino ha deciso di concedere l’estradizione chiesta dalla Francia contro Emilio Scalzo, attivista No Tav e No Border. Emilio era stato arrestato in seguito ad un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità francesi, con l’accusa di aver ferito un gendarme durante una manifestazione transfrontaliera svoltasi lo scorso maggio.\r\nEmilio, come tant* altr* negli ultimi tre anni si è speso per rendere meno difficile l’attraversamento del confine ai migranti senza documenti in viaggio verso la Francia e il nord Europa.\r\nUn confine quasi invisibile per turisti e viaggiatori con le “carte in regola” è diventato una barriera fatta di neve, gendarmi che inseguono, picchiano e respingono: una violenza intollerabile, contro la quale si battono quelli come Emilio. Negli ultimi anni cinque migranti sono morti nel tentativo di passare la montagna: sarebbero stati molti di più senza i solidali, che hanno occupato a più riprese case abbandonate per trasformarli in rifugi e si sono messi mezzo per inceppare la macchina dei respingimenti. La manifestazione per la quale è stato arrestato Emilio era una risposta allo sgombero del \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> ChezOulx avvenuto nella scorsa primavera. \r\nDal giorno del suo arresto ci sono state numerose iniziative di sostegno: presidi e saluti dal pratone dietro le Vallette, una fiaccolata per le strade di Bussoleno. Il 29 in tribunale un folto gruppo di attivisti ha fatto un presidio e accolto Emilio.\r\nSabato 2 ottobre un nuovo \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> è stato aperto a Claviere nella ex casa cantoniera. Dopo quattro giorni è stato nuovamente sgomberato. Centinaia di rinforzi hanno riempito gli alberghi per cacciare nuovamente in strada i migranti in viaggio in una valle dove la lotta al Tav e alle frontiere non si piega di fronte all’occupazione militare.\r\nIn attesa del responso del tribunale sull’appello presentato dai suoi avvocati contro l’estradizione, un presidio permanente si è costituito di fronte alla casa di Emilio. \r\n\r\nPrefigurazione rivoluzionaria e anarchismo.\r\nNegli ultimi anni, una vasta letteratura universitaria e militante (specialmente anglosassone) si rapporta agli attuali movimenti libertari con la categoria della “politica prefiguratrice”. Alle nostre latitudini si preferisce parlare di “utopie concrete”. Con questa categoria si sono definite le esperienze Occupy negli Stati Uniti o la ZAD in Francia, esperienze comunitarie cittadine o rurali. Ma cosa significa costruire nel qui ed ora esperienze prefiguratrici di future relazioni anarchiche? Come si delinea il rapporto tra mezzi e fini? Come ci si pone di fronte ai convergenti rischi di assorbimento nell’istituito o di fallimento? \r\nDi questi temi si occupa l’ultimo numero di Refractions <http://refractions.plusloin.org/>\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello\r\n\r\nUn altro bavaglio alla comunicazione in rete\r\nL’UE, con il pretesto del contrasto alla propaganda terrorista, impone agli stati aderenti un regolamento che obbliga gli internet provider alla ricerca e alla rimozione di contenuti utilizzando algoritmi che, ovviamente sono incapaci di cogliere le sfumature. Non solo. Su ordine delle autorità i gestori dei server sono tenuti a rimuovere entro un’ora le pagine, post, blog e siti ritenuti di propaganda terrorista. \r\nUn ulteriore attacco alla libertà di far circolare informazioni ed opinioni sulla rete. Il regolamento dovrebbe diventare operativo dal prossimo giugno. \r\nNe abbiamo parlato con Pepsy\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 16 ottobre\r\nENI e missioni militari: sangue petrolio e buoni affari\r\npunto info antimilitarista al Balon\r\ndalle 10,30\r\n\r\nGiovedì 4 novembre\r\nfesta degli assassini\r\npresidio antimilitarista in piazza Castello\r\ndalle 16 \r\n\r\nMartedì 9 novembre\r\nGuerre tricolori\r\nMissioni militari tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti\r\nore 18\r\nalla Tettoia dei Contadini a Porta Palazzo\r\nCon Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",[406],{"field":109,"matched_tokens":407,"snippet":403,"value":404},[83,78],1157451471441100800,{"best_field_score":410,"best_field_weight":411,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":412,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":414,"highlight":432,"highlights":437,"text_match":440,"text_match_info":441},{"comment_count":50,"id":415,"is_sticky":50,"permalink":416,"podcastfilter":417,"post_author":356,"post_content":418,"post_date":419,"post_excerpt":56,"post_id":415,"post_modified":420,"post_thumbnail":421,"post_title":422,"post_type":396,"sort_by_date":423,"tag_links":424,"tags":430},"35325","http://radioblackout.org/podcast/schiere-nere-e-altri-anarchici-tedeschi-contro-hitler/",[356],"La Resistenza anarchica in Germania è poco nota. Da qualche anno grazie ai lavori di alcuni studiosi anche italiani ne sappiamo di più.\r\nAnarres ne ha parlato con David Bernardini, autore di un libro su Rocker e di un altro libro sulle Schiere Nere.\r\nAscolta l'intervista con David:\r\n2016-04-15-res-anar-ger\r\nDi seguito un articolo che ha scritto per Anarres\r\nLa storia della resistenza anarchica tedesca non è molto conosciuta. Cercherò quindi di fornire molto schematicamente un minimo di orientamento all'interno di un argomento così poco trattato.\r\nPer iniziare è necessario forse dire due parole sulla storia del movimento anarchico in Germania. Max Nettlau ha identificato le sue origini in quel Circolo dei Liberi di Berlino che si formò intorno al 1848, di cui faceva parte anche Max Stirner, i fratelli Bauer e altri. Nel corso della seconda metà dell'Ottocento si delinea progressivamente un movimento anarchico che deve però fare i conti con il più forte partito socialdemocratico d'Europa, la SPD. Il piccolo movimento anarchico tedesco vive un eclatante ma effimero boom negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, andando probabilmente incontro ad un diffuso antimilitarismo presente nella popolazione, stremata dal conflitto e dalle sue pesanti conseguenze sociali. L'anarcosindacalista FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschlands – Libera Unione dei Lavoratori tedeschi), sorta nel 1919 sulle ceneri di un'organizzazione sindacalista rivoluzionaria del preguerra, arriva a toccare tra il 1921 e il 1922 la notevole cifra di 200.000 attivisti, affermandosi come la principale organizzazione anarchica (ma non l'unica) in Germania. Dal 1923 inizia però una grave fase di decadenza che porta la FAUD nel 1929 a poter contare ancora su solo poche migliaia di attivisti. È in queste condizioni che gli anarchici tedeschi iniziano ad affrontare la sempre più brutale e preoccupante ascesa del Partito nazista di Adolf Hitler.\r\nSimilmente a quella italiana, anche la resistenza anarchica al nazismo è “lunga”. Inizia infatti diversi anni prima dell'ascesa al potere di Hitler, come contrapposizione ad un partito (quello nazista) in lotta per il potere, per proseguire successivamente, allargandosi ben al di fuori dai confini tedeschi.\r\nPrima del regime nazista\r\nGli anarchici si preoccupano presto dell'ascesa del nazismo, tanto che sulla stampa anarchica già sul finire degli anni Venti si possono leggere articoli che avvertono del pericolo nazista. Ma l'antinazismo degli anarchici non si esaurisce nell'attività pubblicistica. Dalle file della FAUD emerge sul finire del 1929 l'esperienza delle Schwarze Scharen (Schiere nere) una delle espressioni più eclatanti e dirompenti dell'antifascismo anarchico degli anni precedenti all'inizio del regime nazista. Le Schiere nere sono una rete di gruppi diffusi in alcune parti della Germania (Alta Slesia, Berlino, Assia, Turingia, Renania Settentrionale-Vestfalia) che praticano l'autodifesa militante in chiave antifascista, riconoscendosi come organizzazione integrativa ma indipendente della FAUD e presentandosi pubblicamente vestiti completamente di nero. Questi gruppi praticano l'antifascismo con la propaganda, anche attraverso giornali come Die proletarische Front di Kassel o Die Schwarze Horde (L'orda nera), e con l'azione militante. Le Schiere nere infatti ingaggiano dove presenti violenti scontri con i nazisti, e in particolare con le SA, anche con armi in pugno (revolver, fucili). La polizia nel maggio 1932 scopre addirittura un deposito clandestino di esplosivi e di armi allestito dalla Schiera nera di Beuthen (oggi in Polonia) in previsione della presa del potere da parte di Hitler. I militanti che animano le Schiere nere, in maggior parte giovani proletari disoccupati, sono pochi, si parla infatti di qualche centinaio di attivisti sparsi in tutta la Germania, ma nelle zone dove sono presenti fanno decisamente sentire il loro peso e cercano di stimolare la costruzione di una sorta di fronte unitario dal basso di tutti gli sfruttati, al di là e al di sopra dei partiti di appartenenza, basato sull'azione diretta antifascista.\r\nDopo il regime nazista dentro e fuori la Germania\r\nLa repressione che si abbatte già a partire dal 1932 sulle Schiere nere e sul movimento anarchico tedesco si intensifica ulteriormente nel 1933, quando Hitler assume il potere. Già nel corso del 1932 infatti la FAUD, riunita in congresso a Erfurt, aveva deciso di prepararsi alla clandestinità.\r\nDa questo momento, schematizzando al massimo si potrebbero identificare grossomodo tre filoni all'interno delle vicende della resistenza anarchica al nazismo.\r\nDentro la Germania (1933-1937/38): poche ore dopo l'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), il poeta anarchico Erich Mühsam viene arrestato (verrà assassinato nel campo di concentramento di Sachsenhausen l'anno successivo), mentre Rudolf Rocker insieme alla sua compagna Milly riesce a rifugiarsi in Svizzera: due importanti esponenti del movimento anarchico tedesco sono così fuori gioco. Dopo un primo momento di sbandamento gli anarchici riescono comunque a organizzare una rete clandestina che può contare anche su alcuni appoggi all'estero (Amsterdam, Spagna). Già nel maggio 1933 vengono diffuse in Germania le prime pubblicazioni anarchiche clandestine. Tra queste è da ricordare Die Soziale Revolution di Lipsia, giornale promosso da Ferdinand Götze che verrà stampato tra il 1933 e il 1935 (otto numeri documentabili), con una diffusione di circa duecento copie a numero. Le attività di resistenza cessano tra il 1937/38 a causa della dura repressione che si abbatte sulle file degli anarchici, repressione che riduce la resistenza ad una dimensione “individuale”, anche se non cessano, per esempio, i sabotaggi nei grandi porti del nord come Amburgo. Tra queste attività di resistenza, certamente di dimensioni veramente ridotte ma comunque importanti e interessanti, mi piace ricordare la figura di Fritz Scherer, già custode del Rifugio Bakunin nel corso degli anni Venti (un rifugio in montagna autocostruito e autogestito dagli anarchici di Meiningen, piccola cittadina della Turingia). Durante il regime nazista Scherer, che in quanto pompiere nella capitale tedesca viene lasciato (più o meno) in pace dalla Gestapo, aiuta come può i suoi compagni in difficoltà e diffonde materiale antifascista e libertario. Inoltre riusce a salvare dalla furia del Terzo Reich e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale molti libri e opuscoli anarchici, ricopertinandoli con titoli insospettabili politicamente. Saranno proprio i libri e gli opuscoli custoditi da Scherer ad essere letti e ristampati dalla nuova generazione di attivisti anarchici uscita dall'esperienza del Sessantotto tedesco... .\r\nFuori dalla Germania (1933-1945) in Spagna, Francia, Polonia ecc...: La FAUD sin dai primissimi anni Trenta segue con grande interesse lo sviluppo del movimento operaio spagnolo e della CNT. Nel 1932 alcuni militanti delle Schiere nere braccati dalla polizia si rifugiano non a caso in Spagna. Le file dell'anarchismo tedesco in esilio si ingrossano dall'inizio del 1933, tanto che nel 1934 viene fondato a Barcellona un Gruppe DAS (Gruppo Anarcosindacalisti tedeschi) che si dota anche di un proprio giornale. Il gruppo partecipa ai combattimenti di Barcellona nel luglio 1936, prendendo d'assalto il Club tedesco, un importante punto di riferimento del regime nazista in Catalogna. Attiviste e attivisti anarchici si ritrovano poi in varie esperienze della rivoluzione spagnola. Un Gruppo Erich Mühsam combatte a Huesca, militanti tedeschi prendono parte alla Colonna Durruti e attiviste come Etta Federn partecipano alle Mujeres Libres e alle scuole libertarie. Con la vittoria franchista, gli anarchici tedeschi si disperdono: chi inizia un lungo e doloroso viaggio per i campi di concentramento di mezza Europa (sia quelli allestiti dal governo francese per gli ex combattenti in Spagna, sia ovviamente quelli nazisti), chi prenderà successivamente parte alla resistenza francese, come l'ex membro delle Schiere nere Paul Czakon, o alla resistenza polacca, come Alfons Pilarski, fondatore della prima Schiera nera tedesca (quella di Ratibor), che viene ferito gravemente negli scontri della rivolta di Varsavia nel 1944.\r\nDentro la Germania (fine anni Trenta-1944 circa): quest'ultimo gruppo si tratta del caso di più difficile definizione. Semplificando, si può affermare che ci sono pezzi della gioventù che, pur essendo indottrinata e irregimentata dalle istituzioni del regime nazista come la Gioventù Hitleriana, sul finire degli anni Trenta si ribella al regime stesso, approdando in alcuni casi all'aperta resistenza. Faccio riferimento in particolar modo a quei gruppi usciti da un ambiente tendenzialmente operaio come gli Edelweisspiraten (Pirati della stella alpina) della Germania occidentale (specialmente, in città come Colonia, Wuppertal, Essen, Francoforte ecc) e i Meuten (Orde) di Lipsia. All'interno di questi gruppi giovanili c'era una presenza anarchica: il gruppo degli Edelweisspiraten di Wuppertal per esempio contava tra i propri membri un ex membro delle Schiere nere come Hans Schmitz (il quale narrerà le sue esperienze nel libriccino “Umsonst is dat nie”) così come anche nelle Meuten è stata recentemente rilevata una presenza libertaria (prima il gruppo era descritto come di tendenza comunista), tra cui Irma Götze, sorella di Ferdinand, che poi andrà in Spagna.\r\nPer approfondire\r\nIn italiano ci sono a mia conoscenza due libri sulla resistenza anarchica tedesca:\r\n\r\n\r\n\t\r\nAA.VV., Piegarsi vuol dire mentire. Germania: la resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania 1933-1945), Zero in Condotta, Milano, 2005.\r\n\r\n\t\r\nLeonhard Schäfer, Contro Hitler. Gli anarchici e la resistenza tedesca dimenticata, Zero in Condotta, Milano, 2015.\r\n\r\n\r\nA questi mi permetto di aggiungere il mio Il barometro segna tempesta. Le Schiere nere contro il nazismo, La Fiaccola, Ragusa, 2014 (in un certo senso anticipato da un articolo uscito sulle pagine di “A” rivista un anno prima, nel n. 382). Sugli Edelweisspiraten ho scritto su “A” rivista anarchica (n. 385) un breve articolo in cui si può trovare una piccola bibliografia in merito. Esistono inoltre alcuni contributi su alcune figure della resistenza anarchica al nazismo pubblicati sul Bollettino dell'Archivio Pinelli (consultabile anche online sul sito centrostudilibertari.it) come Kurt Wafner (n. 32), Heinrich Friedetzky (n. 16), Alfons Pilarski (n. 44) e Fritz Scherer (n. 45). Altri profili biografici sull'argomento si possono trovare narrati nel numero di aprile di “A” rivista di quest'anno.\r\nPer chi masticasse il tedesco la letteratura è più vasta. Mi sembrano importanti per una prima introduzione il saggio di Andreas Graf e Dieter Nelles contenuto nel libro di Rudolf Benner Die unsichtbare Front. Bericht über die illegale Arbeit in Deutschland (1937) della Libertad Verlag cosi come il libro Anarchisten gegen Hitler. Anarchisten, Anarcho-Syndikalisten, Rätekommunisten in Widerstand und Exil della Lukas Verlag. Si tratta di contributi che presentano anche le questioni aperte, le problematiche della storiografia sull'argomento ecc. Ricchi di numerose informazioni (pur con qualche disattenzione) sono i due libri di Helge Döhring sulle Schwarze Scharen e sulla resistenza anarcosindacalista al regime nazista. Döhring è tra l'altro tra i promotori dell'Institut für Syndikalismusforschung, dove si possono reperire molte informazioni anche sull'argomento qui trattato e diverse bibliografie ragionate. Diverso materiale online (purtroppo sempre in lingua tedesca) si trova anche sul portale anarchismus.at, qualcosa in inglese è invece reperibile (se non ricordo male) sul sito libcom.org. Tra le pubblicazioni più recenti segnalo un libro che tratta dell'impegno degli anarchici tedeschi durante la guerra civile spagnola che mi pare decisamente ben fatto. Si tratta di Deutsche AnarchistInnen in Barcellona 1933-1939. Die Gruppe «Deutsche Anarchosyndikalisten» (DAS) di Dieter Nelles, Ulrich Linse, Harald Piotrowki e Carlos Garcia pubblicato nel 2013 per la casa editrice Graswurzelrevolution (si tratta di una rivista su cui sono apparsi contributi anche sull'argomento qui trattato). Di questo libro so che esiste una versione in spagnolo, anche se non ho mai avuto l'occasione di averla in mano.","21 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/resistenza-sconosciuta-200x110.jpg","Schiere Nere e altri anarchici tedeschi contro Hitler",1461269042,[425,426,427,428,429],"http://radioblackout.org/tag/anarchici-contro-il-nazismo/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/l-faud/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-anarchica-tedesca/","http://radioblackout.org/tag/schiere-nere/",[380,431,364,382,368],"germania",{"post_content":433},{"matched_tokens":434,"snippet":435,"value":436},[83,78],"corso degli anni Venti (un \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> in montagna autocostruito e \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> dagli anarchici di Meiningen, piccola","La Resistenza anarchica in Germania è poco nota. 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Il piccolo movimento anarchico tedesco vive un eclatante ma effimero boom negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, andando probabilmente incontro ad un diffuso antimilitarismo presente nella popolazione, stremata dal conflitto e dalle sue pesanti conseguenze sociali. L'anarcosindacalista FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschlands – Libera Unione dei Lavoratori tedeschi), sorta nel 1919 sulle ceneri di un'organizzazione sindacalista rivoluzionaria del preguerra, arriva a toccare tra il 1921 e il 1922 la notevole cifra di 200.000 attivisti, affermandosi come la principale organizzazione anarchica (ma non l'unica) in Germania. Dal 1923 inizia però una grave fase di decadenza che porta la FAUD nel 1929 a poter contare ancora su solo poche migliaia di attivisti. È in queste condizioni che gli anarchici tedeschi iniziano ad affrontare la sempre più brutale e preoccupante ascesa del Partito nazista di Adolf Hitler.\r\nSimilmente a quella italiana, anche la resistenza anarchica al nazismo è “lunga”. Inizia infatti diversi anni prima dell'ascesa al potere di Hitler, come contrapposizione ad un partito (quello nazista) in lotta per il potere, per proseguire successivamente, allargandosi ben al di fuori dai confini tedeschi.\r\nPrima del regime nazista\r\nGli anarchici si preoccupano presto dell'ascesa del nazismo, tanto che sulla stampa anarchica già sul finire degli anni Venti si possono leggere articoli che avvertono del pericolo nazista. Ma l'antinazismo degli anarchici non si esaurisce nell'attività pubblicistica. Dalle file della FAUD emerge sul finire del 1929 l'esperienza delle Schwarze Scharen (Schiere nere) una delle espressioni più eclatanti e dirompenti dell'antifascismo anarchico degli anni precedenti all'inizio del regime nazista. Le Schiere nere sono una rete di gruppi diffusi in alcune parti della Germania (Alta Slesia, Berlino, Assia, Turingia, Renania Settentrionale-Vestfalia) che praticano l'autodifesa militante in chiave antifascista, riconoscendosi come organizzazione integrativa ma indipendente della FAUD e presentandosi pubblicamente vestiti completamente di nero. Questi gruppi praticano l'antifascismo con la propaganda, anche attraverso giornali come Die proletarische Front di Kassel o Die Schwarze Horde (L'orda nera), e con l'azione militante. Le Schiere nere infatti ingaggiano dove presenti violenti scontri con i nazisti, e in particolare con le SA, anche con armi in pugno (revolver, fucili). La polizia nel maggio 1932 scopre addirittura un deposito clandestino di esplosivi e di armi allestito dalla Schiera nera di Beuthen (oggi in Polonia) in previsione della presa del potere da parte di Hitler. I militanti che animano le Schiere nere, in maggior parte giovani proletari disoccupati, sono pochi, si parla infatti di qualche centinaio di attivisti sparsi in tutta la Germania, ma nelle zone dove sono presenti fanno decisamente sentire il loro peso e cercano di stimolare la costruzione di una sorta di fronte unitario dal basso di tutti gli sfruttati, al di là e al di sopra dei partiti di appartenenza, basato sull'azione diretta antifascista.\r\nDopo il regime nazista dentro e fuori la Germania\r\nLa repressione che si abbatte già a partire dal 1932 sulle Schiere nere e sul movimento anarchico tedesco si intensifica ulteriormente nel 1933, quando Hitler assume il potere. 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Tra queste è da ricordare Die Soziale Revolution di Lipsia, giornale promosso da Ferdinand Götze che verrà stampato tra il 1933 e il 1935 (otto numeri documentabili), con una diffusione di circa duecento copie a numero. Le attività di resistenza cessano tra il 1937/38 a causa della dura repressione che si abbatte sulle file degli anarchici, repressione che riduce la resistenza ad una dimensione “individuale”, anche se non cessano, per esempio, i sabotaggi nei grandi porti del nord come Amburgo. Tra queste attività di resistenza, certamente di dimensioni veramente ridotte ma comunque importanti e interessanti, mi piace ricordare la figura di Fritz Scherer, già custode del \u003Cmark>Rifugio\u003C/mark> Bakunin nel corso degli anni Venti (un \u003Cmark>rifugio\u003C/mark> in montagna autocostruito e \u003Cmark>autogestito\u003C/mark> dagli anarchici di Meiningen, piccola cittadina della Turingia). 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Faccio riferimento in particolar modo a quei gruppi usciti da un ambiente tendenzialmente operaio come gli Edelweisspiraten (Pirati della stella alpina) della Germania occidentale (specialmente, in città come Colonia, Wuppertal, Essen, Francoforte ecc) e i Meuten (Orde) di Lipsia. All'interno di questi gruppi giovanili c'era una presenza anarchica: il gruppo degli Edelweisspiraten di Wuppertal per esempio contava tra i propri membri un ex membro delle Schiere nere come Hans Schmitz (il quale narrerà le sue esperienze nel libriccino “Umsonst is dat nie”) così come anche nelle Meuten è stata recentemente rilevata una presenza libertaria (prima il gruppo era descritto come di tendenza comunista), tra cui Irma Götze, sorella di Ferdinand, che poi andrà in Spagna.\r\nPer approfondire\r\nIn italiano ci sono a mia conoscenza due libri sulla resistenza anarchica tedesca:\r\n\r\n\r\n\t\r\nAA.VV., Piegarsi vuol dire mentire. Germania: la resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania 1933-1945), Zero in Condotta, Milano, 2005.\r\n\r\n\t\r\nLeonhard Schäfer, Contro Hitler. Gli anarchici e la resistenza tedesca dimenticata, Zero in Condotta, Milano, 2015.\r\n\r\n\r\nA questi mi permetto di aggiungere il mio Il barometro segna tempesta. Le Schiere nere contro il nazismo, La Fiaccola, Ragusa, 2014 (in un certo senso anticipato da un articolo uscito sulle pagine di “A” rivista un anno prima, nel n. 382). Sugli Edelweisspiraten ho scritto su “A” rivista anarchica (n. 385) un breve articolo in cui si può trovare una piccola bibliografia in merito. Esistono inoltre alcuni contributi su alcune figure della resistenza anarchica al nazismo pubblicati sul Bollettino dell'Archivio Pinelli (consultabile anche online sul sito centrostudilibertari.it) come Kurt Wafner (n. 32), Heinrich Friedetzky (n. 16), Alfons Pilarski (n. 44) e Fritz Scherer (n. 45). Altri profili biografici sull'argomento si possono trovare narrati nel numero di aprile di “A” rivista di quest'anno.\r\nPer chi masticasse il tedesco la letteratura è più vasta. Mi sembrano importanti per una prima introduzione il saggio di Andreas Graf e Dieter Nelles contenuto nel libro di Rudolf Benner Die unsichtbare Front. Bericht über die illegale Arbeit in Deutschland (1937) della Libertad Verlag cosi come il libro Anarchisten gegen Hitler. Anarchisten, Anarcho-Syndikalisten, Rätekommunisten in Widerstand und Exil della Lukas Verlag. Si tratta di contributi che presentano anche le questioni aperte, le problematiche della storiografia sull'argomento ecc. Ricchi di numerose informazioni (pur con qualche disattenzione) sono i due libri di Helge Döhring sulle Schwarze Scharen e sulla resistenza anarcosindacalista al regime nazista. Döhring è tra l'altro tra i promotori dell'Institut für Syndikalismusforschung, dove si possono reperire molte informazioni anche sull'argomento qui trattato e diverse bibliografie ragionate. Diverso materiale online (purtroppo sempre in lingua tedesca) si trova anche sul portale anarchismus.at, qualcosa in inglese è invece reperibile (se non ricordo male) sul sito libcom.org. Tra le pubblicazioni più recenti segnalo un libro che tratta dell'impegno degli anarchici tedeschi durante la guerra civile spagnola che mi pare decisamente ben fatto. Si tratta di Deutsche AnarchistInnen in Barcellona 1933-1939. Die Gruppe «Deutsche Anarchosyndikalisten» (DAS) di Dieter Nelles, Ulrich Linse, Harald Piotrowki e Carlos Garcia pubblicato nel 2013 per la casa editrice Graswurzelrevolution (si tratta di una rivista su cui sono apparsi contributi anche sull'argomento qui trattato). Di questo libro so che esiste una versione in spagnolo, anche se non ho mai avuto l'occasione di averla in mano.",[438],{"field":109,"matched_tokens":439,"snippet":435,"value":436},[83,78],1157451470904230000,{"best_field_score":442,"best_field_weight":411,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":443,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},"2211897606144","1157451470904230001",{"document":445,"highlight":472,"highlights":477,"text_match":480,"text_match_info":481},{"comment_count":50,"id":446,"is_sticky":50,"permalink":447,"podcastfilter":448,"post_author":449,"post_content":450,"post_date":451,"post_excerpt":56,"post_id":446,"post_modified":452,"post_thumbnail":453,"post_title":454,"post_type":396,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":467},"24154","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-7luglio2014/",[358],"dj","*** I centriantiviolenza e i finanziamenti promessi dal Decreto Femminicidio e dal Governo Renzi: per la prima volta i soldi verranno destinate alle Regioni che emetteranno un bando per cui si dovrà presentare un progetto. Per le associazioni rimane dunque l'incertezza finanziaria, perché non è detto che l'anno successivo i fondi vengano riconfermati; questo sistema inoltre apre alla gestione clientelare dei vari partiti e delle varie lobbies e amplifica il carattere di discrezionalità causando un pullulare di associazioni varie d'ogni tipo ed ideologia, stimolato dalla prospettiva del business della violenza sulle donne, in concorrenza tra loro e con i vari enti. Altre criticità che abbiamo evidenziato riguardano poi la natura stessa di questi luoghi e il fatto che non si risolva alla radice il problema fondamentale che le donne devono affrontare in questi casi, ovvero la questione economica. Le condizioni materiali di vita continuano a essere una discriminante essenziale per poter essere libere di scegliere. Molto spesso le donne, pur maltrattate, non se ne vanno di casa perchè dipendono economicamente dal marito/compagno o dalla famiglia in generale. Renderle autonome da questo punto di vista, dovrebbe essere il primo passo per aiutarle a liberarsi dalla violenza. Senza autonomia non c'è alcuna possibilità di scelta per poter cambiare vita e allontanarsi dalla situazione di violenza e maltrattamenti. Anche con l'inserimento nelle case rifugio o nei percorsi dei centri antiviolenza, questo problema non viene mai risolto. E quindi di fatto non si risolva la situazione alla radice. Altro dato, la natura stessa di questi luoghi, spesso più simili a dei collegi che non a delle case che dovrebbero ospitare donne adulte, anche con figli. Orari di rientro molto rigidi, impossibilità di ricevere ospiti, mancanza di privacy, la sensazione insomma di essere sotto controllo e sotto osservazione costante. Le donne spesso si sentono vittimizzate e sentono strette le condizioni di vita all'interno, tanto da preferire di tornarsene a casa, tra le stesse mura in cui avevano subito la violenza e in cui la violenza si ripresenterà senza sconti. Allora forse andrebbero ripensati anche questi luoghi e le prospettive di uscita dalla violenza che si offrono alle donne. Prospettive che definiremmo pauperistiche-cattoliche e che poco hanno a che fare con un percorso/progetto di emancipazione e autonomia.\r\n\r\n***Beatrice Rinaudo è presidente dell’Associazione italiana vittime della violenza: avvocato torinese, trentanove anni, è iscritta al foro di Palermo, dove ha il suo studio legale. Se il cognome suona noto non è per caso: suo padre è Antonio Rinaudo, pubblico ministero -insieme ad Andrea Padalino- nei processi penali ad attivisti notav. Candidata con Fratelli d’Italia alle recenti elezioni per la regione Piemonte, non è stata eletta. Al centro della sua battaglia politica avrebbe dovuto esserci la lotta alla violenza di genere, come lei stessa ha dichiarato in un’intervista al Fatto Quotidiano e nel video in cui ha annunciato la propria candidatura. Quest’impegno al fianco delle donne (“per i loro diritti e i loro doveri”, tiene a precisare sul suo profilo twitter, non le impedisce di patrocinare in giudizio - in qualità di difensore di fiducia - imputati di reati sessuali e di farlo con una convinzione e una veemenza che non è da tutti! Lo scorso 12 giugno si è concluso al tribunale di Pavia il primo grado di un processo che ha visto l’avvocato torinese difendere una persona imputata, fra l’altro, di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e tentativo di induzione alla prostituzione. Nulla di ingiusto in questo patrocinio, si diceva. Di tutta la sua attività processuale, a colpire è stata soprattutto l’arringa conclusiva. Rinaudo ha esordito rivendicando il suo ruolo di presidente dell’AIVV, in virtù del quale si è fatta promotrice di “un disegno di legge attualmente in discussione al senato”, per poi proseguire chiedendo retoricamente ai magistrati e all’avvocato della parte civile quante volte sia loro capitato di occuparsi di reati sessuali. Intuibili erano le intenzioni e il sottotesto di quelle affermazioni: accreditarsi come l’unica esperta in materia presente in aula. Quando è passata a contestare l’attendibilità del racconto dei fatti reso dalla persona offesa al pubblico ministero, lo ha fatto esibendo un’acredine, una violenza verbale e un disprezzo per la posizione della vittima che nemmeno l’esigenza difensiva di dimostrare con veemenza la non-colpevolezza del suo cliente poteva giustificare. L'associazione di cui la Rinaudo è presidente la trovate sul sito http://www.associazioneitalianavittimedellaviolenza.org/. Dateci un'occhiata, sarà molto istruttivo! Si parla di generiche vittime di omicidio volontario...la violenza non ha mai un soggetto che la definisce. Non si parla dunque di violenza maschile sulle donne, ma di violenza tout court...nella sezione “le nostre storie” ci sono solo però storie di femminicidi, 4 per la precisione...la parola femminicidio però sul sito non viene usata, si parla di delitti di genere. Tra gli obiettivi dell'associazione...\"prevenire gli atti di violenza attraverso la più stretta collaborazione possibile con le forze dell’ordine nel rispetto delle norme dell’Ordinamento Giuridico della Repubblica\".\r\n\r\n***Per la rubrica \"Storie di donne\", l'istituzione dei consultori famigliari pubblici attraverso le legge nazionale del 29 luglio 1975 (quella regionale è datata invece luglio 1976). Siamo partite dal periodo precedente, ovvero dai consultori autogestiti, proponendovi un'intervista a Franca, compagna che ha partecipato negli Anni Settanta all'esperienza dei primi consultori autogestiti a Torino, in particolare all'occupazione e allo sviluppo del progetto di un consultorio autogestito nella zona dei Mercati Generali. Nella prossima puntata ci occuperemo della storia delle legge, che analizzeremo nelle sue criticità, e della trasformazione - o meglio, del declino - dei consultori con la loro istituzionalizzazione.\r\n\r\n***Per la rubrica \"Malerbe\", Silvia ci ha parlato della raccolta, dell'uso e delle proprietà dell'iperico.\r\n\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n\r\nil colpo della strega_7luglio2014_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_7luglio2014_secondaparte\r\n\r\nil colpo della strega_7luglio2014_terzaparte\r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Luglio 2014","2018-10-24 17:35:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: 7luglio2014",1404837762,[457,458,459,460,461,462,463,464,465,466],"http://radioblackout.org/tag/anni-settanta/","http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/beatrice-rinaudo/","http://radioblackout.org/tag/centri-antiviolenza/","http://radioblackout.org/tag/consultori/","http://radioblackout.org/tag/consultori-autogestiti/","http://radioblackout.org/tag/decreto-femminicidio/","http://radioblackout.org/tag/malerbe/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[370,468,372,374,366,378,376,469,470,471],"autodeterminazione","malerbe","violenza di genere","violenza maschile sulle donne",{"post_content":473},{"matched_tokens":474,"snippet":475,"value":476},[83],"maltrattamenti. 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Quest’impegno al fianco delle donne (“per i loro diritti e i loro doveri”, tiene a precisare sul suo profilo twitter, non le impedisce di patrocinare in giudizio - in qualità di difensore di fiducia - imputati di reati sessuali e di farlo con una convinzione e una veemenza che non è da tutti! Lo scorso 12 giugno si è concluso al tribunale di Pavia il primo grado di un processo che ha visto l’avvocato torinese difendere una persona imputata, fra l’altro, di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e tentativo di induzione alla prostituzione. Nulla di ingiusto in questo patrocinio, si diceva. Di tutta la sua attività processuale, a colpire è stata soprattutto l’arringa conclusiva. 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