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Sono migliaia ogni anno i provvedimenti di convalida degli sfratti emanati dal Tribunale.\r\nDopo il 2016 gli sfratti in città hanno avuto un’impennata, aumentando del 712,5 %, ossia 3.500 sfratti, superando Roma e trasformando Torino nella capitale d’Italia per numero di sfratti: 1 ogni 241 famiglie. La gran parte degli sfratti è dovuto all’impossibilità di pagare i fitti.\r\nLa situazione non ha fatto che peggiorare negli anni successivi.\r\nVari elementi intrecciati tra di loro contribuirono all’accelerazione della precarietà abitativa in città, la crisi del 2009, il venir meno di politiche di sostegno al reddito per i poveri, processi di riqualificazione escludente e turistificazione che si estendono dal centro alle periferie meno “eccentriche”.\r\nLa gestione governativa della pandemia ha colpito duramente precari, immigrati, piccoli commercianti, rendendo ancora più difficile pagare fitti e bollette.\r\nLa tregua agli sfratti dichiarata durante il lockdown terminerà a luglio. La giostra di polizia e ufficiali giudiziari riprenderà presto.\r\nL’amministrazione Appendino, di concerto con Prefettura e Questura, ha deciso di aumentare la pressione militare sui quartieri della periferia nord est della città. Barriera ed Aurora sono finite nel mirino. Forse temono un’insorgenza sociale innescata dall’acuirsi della crisi sociale dopo il lockdown.\r\n\r\nCom’è si configurerà l’abitare nella fase3? Cosa succederà nei prossimi mesi? In che modo le conseguenze della gestione della pandemia influirà su chi deve pagare il fitto? I processi di gentrification di cui abbiamo parlato in varie occasioni subiranno un rallentamento?\r\nC’è la concreta possibilità che il mercato delle abitazioni abbia un’ulteriore contrazione, con conseguente riduzione del valore degli immobili.\r\nLo scoppio della bolla che oggi fa andare a gonfie vele la finanza potrebbe avere conseguenze devastanti sulle vite dei più poveri e dei ceti medi impoveriti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo, docente all’università di Torino, autore, tra gli altri, di Gentrification Tutte le città come Disneyland?” e, con Carlo Capello, di “Torino. Un profilo etnografico”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-08-16-semi-casa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\n ","16 Giugno 2020","2020-06-16 11:51:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto-1024x683.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/portafoglio-vuoto.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino tra sfratti, militari in strada e riqualificazioni escludenti",1592308290,[113,64,114,115],"http://radioblackout.org/tag/casa/","http://radioblackout.org/tag/sfratti/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[117,15,118,119],"casa","sfratti","torino",{"post_title":121,"tags":124},{"matched_tokens":122,"snippet":123,"value":123},[81,72],"Torino tra sfratti, militari in strada e \u003Cmark>riqualificazioni\u003C/mark> \u003Cmark>escludenti\u003C/mark>",[125,127,129,131],{"matched_tokens":126,"snippet":117},[],{"matched_tokens":128,"snippet":82},[81,72],{"matched_tokens":130,"snippet":118},[],{"matched_tokens":132,"snippet":119},[],[134,139],{"field":36,"indices":135,"matched_tokens":136,"snippets":138},[20],[137],[81,72],[82],{"field":92,"matched_tokens":140,"snippet":123,"value":123},[81,72],{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":98,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":143,"highlight":169,"highlights":185,"text_match":94,"text_match_info":192},{"cat_link":144,"category":145,"comment_count":48,"id":146,"is_sticky":48,"permalink":147,"post_author":51,"post_content":148,"post_date":149,"post_excerpt":54,"post_id":146,"post_modified":150,"post_thumbnail":151,"post_thumbnail_html":152,"post_title":153,"post_type":59,"sort_by_date":154,"tag_links":155,"tags":162},[45],[47],"68785","http://radioblackout.org/2021/04/tonite-luci-panchine-e-localini/","Il progetto di riqualificazione delle rive della Dora in zona Aurora Vanchiglia, intrapreso nel 2020, ma inceppato dalla pandemia, dovrebbe entrare ora in fase operativa. Tra pochi giorni sapremo chi si è aggiudicato gli appalti per una fetta del milione di euro messi a disposizione dall’UE.\r\nAl di là della presentazione accattivante, con tanto di interviste a giovani immigrati, intellettuali stranieri e progettazione di aree di sosta di design, siamo di fronte ad un estendersi delle iniziative di riqualificazione escludente, che caratterizzano l’operato della giunta Appendino. Nuovi locali, nuova illuminazione, nuove panchine di design significano cacciata dei senzatetto, allontanamento dei lavoratori che vivono di economie informali, aumento ulteriore dei prezzi delle case e, conseguentemente, moltiplicarsi degli sfratti. Questo progetto mira a cancellare l’immagine e la memoria viva degli 800 straccivendoli cacciati con la celere dal Balon, dei posti occupati, delle retate e della violenza poliziesca.\r\nIl nocciolo duro del progetto è aumentare la percezione di sicurezza percepita, rendendo inattraversabile ai poveri lo spazio illuminato e riqualificato.\r\nIl quotidiamo La Stampa sta facendo interviste ad intellettuali ed artisti che si sono prestati e fare da cassa di risonanza al progetto.\r\nWilly Peyote, appena reduce da Sanremo, si è fatto un giro sul lungo Dora con Marco Giusta, l’assessore che sponsorizza ToNite, lo stesso dello sgombero del Balon. Sulla strada hanno incontrato panchine vissute da gente povera. Il giorno successivo all’intervista le panchine sono state tolte. E chi ci giocava, beveva, dormiva è stato sospinto altrove.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Miliaccio, che a questi temi ha dedicato studi ed articoli.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/2021-04-27-tonite-francesco.mp3\"][/audio]","27 Aprile 2021","2021-04-27 14:42:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/lungo-dora-campus-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/lungo-dora-campus-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/lungo-dora-campus-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/lungo-dora-campus-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/lungo-dora-campus.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ToNite. 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Subito i tutori dell’ordine chiamano i rinforzi e parte il violento pestaggio della ragazza. I poliziotti fanno irruzione anche nella sua casa e lì continuano a picchiarla. Il telefonino di chi stava provando a documentare l’aggressione viene prontamente sequestrato. La ragazza e altre due persone saranno poi portate questura.\r\nSin qui i fatti.\r\n\r\nMa cosa succede nel quartiere?\r\nDa anni, il quartiere di San Berillo è oggetto di attenzioni ed interessi economici che mirano alla gentrificazione dei suoi spazi.\r\nI quartieri popolari e più poveri di Catania si trovano, storicamente, nel centro cittadino.\r\nTuttavia, nel corso del tempo la dinamica si è invertita.\r\nAttraverso le operazioni di \"riqualificazione\" e \"rigenerazione\" degli spazi urbani si è avviato un processo di turistificazione in alcune aree del centro storico cittadino, con conseguente innalzamento del prezzo degli immobili e degli affitti. Questo ha portato, nei fatti, ad un'espulsione di alcuni pezzi della popolazione verso le aree urbane periferiche (come, per esempio, a Librino e Monte Po)\r\nVia Gemellaro, Via Etnea, Piazza Carlo Alberto, Piazza Teatro, Piazza Università, Via Garibaldi, Via Antonino Coppola, Via San Giuliano, Castello Ursino, la Pescheria: sono le aree che hanno visto spuntare come \"funghi\" numerosi locali quali trattorie, ristorantini a tema e tutto il solito circo che questo tipo di operazioni di solito si porta dietro. Il target è chiaro: il denaro dei facoltosi turisti che visitano la città etnea. Meglio se non italiani, e meglio ancora se impaccati di soldi.\r\n\r\nDa qualche anno a questa parte, con la riqualificazione di Piazza delle Belle (ora rinominata Piazza Goliarda Sapienza), il processo di gentrificazione in corso ha cominciato a lambire il quartiere di San Berillo, riuscendo a penetrare, al momento, nell'area occidentale del suddetto.\r\n\r\nA partire dalla primavera dello scorso anno, in coincidenza con il lockdown nazionale, questo processo si è temporaneamente ed apparentemente fermato.\r\n\r\nEppure già questa estate qualcosa cominciava a ribollire: non mancavano infatti le proteste del solito comitato di residenti stufi del \"degrado\", portato dalla presenza dei gambiani e dei/delle sex workers a ridosso di Corso Sicilia.\r\n\r\nComunità, queste, che insieme alla terza comunità degli emigranti senegalesi, abitano il quartiere da diverso tempo.\r\n\r\nC'è da dire, comunque, che i rapporti tra i gambiani e i/le sex workers non sono certo idilliaci.\r\n\r\nDa tempo, infatti, i/le sex workers lamentano le continue molestie ed aggressioni fisiche da parte dei gambiani.\r\n\r\nTale situazione è resa ancora più problematica dal fatto che quest'ultimi vendano e consumino sostanze stupefacenti – date dai clan mafiosi e, quindi, rendendoli delle vere proprie pedine -, rendendo di fatto impossibili dei rapporti pacifici.\r\n\r\nLa presenza della polizia nel quartiere è dovuta, principalmente, all'attività di spaccio da parte dei gambiani.\r\n\r\nQuesta situazione va a creare un fastidio per i/le sex workers lì presenti in quanto fa desistere i clienti dall'avvicinarsi.\r\n\r\nIn una guerra fra persone emarginate, chi ne approfitta sono quei soggetti che vogliono avviare un processo gentrificativo all'interno del quartiere.\r\n\r\nCon la scusa della \"rigenerazione urbana\", tutta una serie di sigle, aziende e associazioni (quali ISTICA, Trame di Quartiere, Cogip Holding etc), hanno in programma una serie di progetti culturali, turistici ed edilizi espressi in una bella conferenzina ad hoc dal suggestivo titolo “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo\", svoltasi il 23 Settembre 2020.\r\n\r\nDa un'intervista rilasciata a Meridionews, il presidente di Trame di Quartiere Lo Re spiega che: \"Una soluzione efficace sarebbe mettere insieme le due questioni: case vuote e persone senza casa. In questo senso, si deve tenere conto del fatto che tutti gli abitanti (non solo i residenti, ma anche chi vive per strada) non sono un problema ma una risorsa. Un secondo aspetto fondamentale è quello della coprogettazione. Non siamo d'accordo a un'ottica competitiva del bando che fa vincere il progetto più bello da calare sul quartiere. Piuttosto, pensiamo che bisognerebbe lavorare ad avvisi di collaborazione tra associazioni, abitanti e professionisti avendo di mira la sostenibilità economica e sociale\".\r\n\r\nDietro tutte queste belle paroline quali \"sostenibilità\", \"coprogettazione\" ed il sempreverde \"risorse\", noi leggiamo una chiara volontà dei partecipanti nel voler spartirsi il quartiere, e un reale disinteresse, quando non vera e propria avversione, verso quella popolazione considerata \"degradata\".\r\n\r\nDi esempi del genere troviamo casi in cui si è fatta intervenire la polizia per scacciare i senzatetto da un palazzo occupato, oppure, la retorica associazionistica che fa passare i/le sex workers del quartiere come “freak” o fenomeni da baraccone.\r\n\r\nLe situazioni che abbiamo descritto, quali gli interventi della polizia, la narrazione tossica massmediatica e gli interessi economici (mascherati da ipocrisia umanitaria) non sono altro che forme di violenza fisica e psicologica contro i/le sex workers e i residenti di un intero quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, un compagno di Catania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-san-berillo-claudio.mp3\"][/audio]","23 Marzo 2021","2021-03-23 16:47:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1024x751.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-768x564.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1536x1127.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catania. La polizia pesta le sex worker a San Berillo",1616518042,[208,209,210,211,212,213,214,64,215,216,217,218],"http://radioblackout.org/tag/catania/","http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/guerra-tra-poveri/","http://radioblackout.org/tag/immigrati-gambiani/","http://radioblackout.org/tag/immigrati-senegalesi/","http://radioblackout.org/tag/pestaggio-sex-workers/","http://radioblackout.org/tag/san-berillo/","http://radioblackout.org/tag/sex-workers/","http://radioblackout.org/tag/turistizzazione/","http://radioblackout.org/tag/violenza-poliziesca/",[220,221,18,222,223,224,225,15,226,227,228,229],"catania","gentrification","guerra tra poveri","immigrati gambiani","immigrati senegalesi","pestaggio sex workers","san berillo","sex workers","turistizzazione","violenza poliziesca",{"tags":231},[232,234,236,238,240,242,244,246,248,250,252,254],{"matched_tokens":233,"snippet":220},[],{"matched_tokens":235,"snippet":221},[],{"matched_tokens":237,"snippet":18},[],{"matched_tokens":239,"snippet":222},[],{"matched_tokens":241,"snippet":223},[],{"matched_tokens":243,"snippet":224},[],{"matched_tokens":245,"snippet":225},[],{"matched_tokens":247,"snippet":82},[81,72],{"matched_tokens":249,"snippet":226},[],{"matched_tokens":251,"snippet":227},[],{"matched_tokens":253,"snippet":228},[],{"matched_tokens":255,"snippet":229},[],[257],{"field":36,"indices":258,"matched_tokens":260,"snippets":262},[259],7,[261],[81,72],[82],{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":193,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":265,"highlight":289,"highlights":307,"text_match":94,"text_match_info":313},{"cat_link":266,"category":267,"comment_count":48,"id":268,"is_sticky":48,"permalink":269,"post_author":51,"post_content":270,"post_date":271,"post_excerpt":54,"post_id":268,"post_modified":272,"post_thumbnail":273,"post_thumbnail_html":274,"post_title":275,"post_type":59,"sort_by_date":276,"tag_links":277,"tags":285},[45],[47],"61342","http://radioblackout.org/2020/06/balon-la-fondazione-di-comunita-il-nuovo-strumento-di-governance-dei-buoni-di-porta-palazzo/","Sabato riapre il Balon. Dopo oltre tre mesi di lockdown, ci saranno distanziamenti, mascherine, e stretta sorveglianza. La militarizzazione del mercato non sarà tuttavia una novità. É divenuta una costante sin dallo sgombero del mercato degli stracci, già esiliato da anni nel piazzale accanto all’ex cimitero degli impiccati di San Pietro in vincoli, spazzato via in ottobre, perché incompatibile con i processi di riqualificazione escludente in atto nell’intera area.\r\nVale la pena riflettere sul ruolo che in questa vicenda hanno avuto i “buoni” quelli delle bandiere bianche con il cuore rosso. Quelli che hanno raccolto le firme contro lo sgombero e aperto interlocuzioni con la giunta.\r\nMa...\r\nMentre il mercato povero veniva spostato con la forza nella desolazione periferica di via Carcano, devano vita ad una fondazione di comunità, ossia una struttura di “intermediari filantropici, con il ruolo di promuovere la “coesione sociale”. Ammortizzatori sociali promossi da privati caritatevoli. Chi sono questi filantropi? Chi sono i buoni, preoccupati per i poveri del mercato degli stracci?\r\nSi tratta di una cordata di enti e associazioni – Fuori di Palazzo, il comitato Oltredora, Arcigay, la Casarcobaleno, la Gelateria: si sono aggiudicati un bando della Compagnia di San Paolo, ottenendo un finanziamento di quarantamila euro. Questo contributo gli ha permesso di costituire una fondazione di comunità a Porta Palazzo.\r\nNel documento presentato per ottenere il sostegno economico, Per una fondazione di comunità a Porta Palazzo, scrivono “i buoni” “Porta Palazzo nel tempo ha acquisito un particolare valore culturale e sociale, che si esprime nella rete di relazioni e nell’agire quotidiano nel territorio da parte di tanti piccoli soggetti che […] generano un tutto piuttosto omogeneo e caratteristico, in fin dei conti l’essenza del luogo stesso (genius loci)”. Cosa s’intende per “valore culturale”? E quale il senso dell’aggettivo “caratteristico”?\r\nLa fondazione di comunità intende difendere l’immaterialità del quartiere: il valore simbolico, la sua aura. I poveri, deportati in via Carcano, sono presto dimenticati. Come le bandiere con il cuore ai balconi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Migliaccio, che ha seguito la gestazione della vicenda e ne ha tratto una ricerca uscita su Napoli Monitor\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-09-balon-migliaccio.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2020","2020-06-09 13:03:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-2048x1536.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Balon. 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La freek attraverserà le strade di Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPerché l’8 ottobre?\r\n\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello di fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione di presentare un modo di fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione di chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma di guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma di contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade di una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso di soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia di stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, medici, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste di “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti di chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni di giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose. \r\n\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. 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Vogliamo liberarci dei preti di ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare. \r\n\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nQuesto il documento di presentazione della giornata.\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-04-sbrock-freek.mp3\"][/audio]","4 Ottobre 2022","2022-10-04 15:12:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/FREEK-50x70-def.jpg","\u003Cimg width=\"214\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/FREEK-50x70-def-214x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Free(k) Pride. 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La differenza, quella con la quale dobbiamo fare i conti, è che gli/le animal uman possono scegliere ed hanno forti responsabilità negli eventi che innescano e, sempre meno, riescono a controllare.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo ed autore di “Essere natura. Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente” e con Francesco Codello, pedagogista, filosofo, autore di numerosi testi tra cui “La condizione umana nel pensiero libertario”.\r\n\r\n“Negli ultimi anni l’ambiente e la crisi climatica, di fatto, sono tra i temi più narrati e discussi: come può contribuire l’antropologia a questo dibattito?\r\nRaccontando e descrivendo altri modi di vivere − stili di vita che per lungo tempo abbiamo erroneamente considerato “primitivi”, “selvaggi” − come possibilità con le quali relazionarsi, condividere, scambiare, ragionare. È giunto il momento di decentrare il nostro sguardo antropologico attraverso l’ascolto e il racconto di storie molteplici e discontinue. Come afferma l’antropologo James Clifford, è il momento di un realismo etnografico, fatto di coproduzione sul campo, dove ci si relaziona non con intervistati ma con presenze, con dei soggetti. Oggi le popolazioni indigene hanno un ruolo attivo nelle ricerche etnografiche: viviamo finalmente un decentramento dell’Occidente. 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L’antropologia ci offre la testimonianza di molteplici soluzioni che sono state apportate al problema dell’esistenza in comune: dobbiamo sforzarci di immaginare nuovi mondi, perché è proprio il potere dell’immaginazione che dà forma al cambiamento.\r\nSe leggiamo un giornale, accendiamo la radio o il televisore, se scorriamo la home dei nostri social, sapremo facilmente che alluvioni, terremoti, siccità estrema, frane, tornadi, bufere sono all’ordine del giorno in tutto il pianeta. Quello che invece spesso ci viene celato è che è proprio il nostro stile di vita ad aver distrutto il pianeta. I nostri consumi, le nostre pratiche sono insostenibili e cominciamo tutti a pagarne le conseguenze. 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Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con se stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire.\r\n(Francesco Codello – incipit de “la condizione umana nel pensiero libertario)\r\n\r\nLa città vetrina e la violenza contro i poveri\r\nIl 9 giugno c’è stato l’incontro “Vetrina per turisti? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti” cui hanno pertecipato Giovanni Semi e Francesco Migliaccio. Qui potete ascoltare la diretta con Semi di quel giorno.\r\nAnche alla luce di quell’incontro, ci siamo confrontati con Francesco Migliaccio. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 1 luglio\r\ncorteo No CPR\r\nore 17\r\npiazza Castello\r\n\r\nDomenica 2 luglio\r\nore 11 Porta Palazzo\r\nAssemblea contro detenzione e frontiere\r\n\r\n7, 8, 9 luglio\r\nBalkan Anarchist Bookfair\r\nOltre i muri del nazionalismo e della guerra\r\nLjubljana, Slovenia\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Luglio 2023","2023-07-01 04:37:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/condizione-umana-col-200x110.jpg","Anarres del 23 giugno. Noi, l’ambiente, natura e cultura. 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Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con se stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire.\r\n(Francesco Codello – incipit de “la condizione umana nel pensiero libertario)\r\n\r\nLa città vetrina e la violenza contro i poveri\r\nIl 9 giugno c’è stato l’incontro “Vetrina per turisti? Torino tra \u003Cmark>riqualificazioni\u003C/mark> \u003Cmark>escludenti\u003C/mark> e la precarietà delle vite povere e migranti” cui hanno pertecipato Giovanni Semi e Francesco Migliaccio. Qui potete ascoltare la diretta con Semi di quel giorno.\r\nAnche alla luce di quell’incontro, ci siamo confrontati con Francesco Migliaccio. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 1 luglio\r\ncorteo No CPR\r\nore 17\r\npiazza Castello\r\n\r\nDomenica 2 luglio\r\nore 11 Porta Palazzo\r\nAssemblea contro detenzione e frontiere\r\n\r\n7, 8, 9 luglio\r\nBalkan Anarchist Bookfair\r\nOltre i muri del nazionalismo e della guerra\r\nLjubljana, Slovenia\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[407],{"field":344,"matched_tokens":408,"snippet":404,"value":405},[81,72],{"best_field_score":348,"best_field_weight":349,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":350,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":411,"highlight":423,"highlights":427,"text_match":346,"text_match_info":430},{"comment_count":48,"id":412,"is_sticky":48,"permalink":413,"podcastfilter":414,"post_author":360,"post_content":415,"post_date":416,"post_excerpt":54,"post_id":412,"post_modified":417,"post_thumbnail":418,"post_title":419,"post_type":397,"sort_by_date":420,"tag_links":421,"tags":422},"82854","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-9-giugno-clima-e-capitalismo-missioni-militari-allestero-torino-vetrina-per-turisti/",[360],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-09-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVetrina per turisti? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti\r\nAbbiamo lanciato due giornate di approfondimento e confronto sul futuro di Torino. La prima, sull’industria delle armi, si è svolta lo scorso 25 maggio, la seconda, sulla città vetrina, si è tenuta il 9 giugno.\r\nNe abbiamo parlato con uno dei due relatori, Giovanni Semi, sociologo, insegna all’università di Torino ed è autore di numerosi studi sui processi di gentrification all’ombra della Mole.\r\n\r\nClima e capitalismo\r\nIl capitalismo, lo sappiamo, è una macchina anomica animata dalla logica del profitto a tutti i costi, che macina le vite degli ingranaggi meno pregiati e facilmente sostituibili, come uomini e donne messi al lavoro alle migliori condizioni che i padroni riescono a negoziare.\r\nFinché è prevalsa l’opinione che la crescita capitalista fosse potenzialmente infinita, alcuni ritenevano che il capitalismo si potesse correggere con la socialdemocrazia. Oggi tutti sanno che la crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate è impossibile. Non solo. La capacità distruttiva dell’ambiente non umano è divenuta tale da innescare un cambiamento climatico che sta arrivando rapidamente al punto di non ritorno.\r\nI ragazzi che scendono in piazza con i cartelli “non abbiamo un pianeta B” colgono efficacemente nel segno. Tuttavia dopo alcuni anni la spinta di quei movimenti si è rapidamente esaurita, perché fare pressione sui responsabili del disastro perché cambino rotta è una strategia perdente.\r\nNon solo.\r\nIl capitalismo dei mille balocchi esercita una fascinazione tale da essere spesso impermeabile alla critica e persino al buon senso. Si vive come se non ci fosse un domani.\r\nSe vogliamo che un domani vi sia occorre una trasformazione radicale dell’immaginario e delle relazioni politiche e sociali.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nMissioni militari all’estero\r\nIl primo maggio il governo ha approvato le missioni militari all’estero per il 2023. Il quadro di riferimento prevalente resta immutato, concentrandosi sulla estesissima nozione di Mediterraneo allargato, che comprende l’Europa continentale, il Medio Oriente comprensivo di Penisola Arabica e Golfo Persico, l’Africa nella sua fascia settentrionale e sub-Sahariana, il Corno d’Africa fino al Golfo di Guinea, passando per il Sahel.\r\nMa accanto a questa sostanziale conferma in termini di linee di azione e aree di interesse definite oramai da qualche anno, emerge invece con chiarezza quella che è la sostanziale novità di questo 2023: l’Indo-Pacifico dove si prevede di mantenere una presenza navale. É già nell’area il Pattugliatore Polivalente di Altura PPA Morosini mentre nelle settimane scorse sono circolate informazioni sull’arrivo di un gruppo di battaglia incentrato sulla portaerei Cavour, attualmente in manutenzione al porto di Palermo.\r\nLe nuove missioni sono quattro, tre in Africa e una in Europa.\r\nL’Italia parteciperà all’European Union Military Assistance Mission in Ucraina – EUMAM Ucraina mentre per il continente Africano si segnalano l’avvio della missione European Union Border Assistance Mission in Libya – EUBAM Lybia, European Union Military Partnership Mission in Niger – EUMPM Niger e, infine, una nuova Missione bilaterale in Burkina Faso.\r\nL’Italia quindi addestrerà direttamente le truppe ucraine, sia nel nostro paese, sia all’estero, allargando il coinvolgimento diretto in quel fronte di guerra.\r\nIn Burkina Faso, il recente golpe ha sconvolto il paese non ferma le mire di controllo dell’Italia in quell’area.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","22 Giugno 2023","2023-06-22 10:28:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/clima-200x110.jpg","Anarres del 9 giugno. 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Vi verranno usati obici e cannoni a lunga gittata e verrà costruito un hangar per ospitarli. 100 militari saranno stanziati stabilmente nell’area, che, durante le esercitazioni, potrà accogliere sino a 800 uomini e donne in divisa.\r\n“Da tempo cercavamo in Sicilia aree dove addestrare i nostri militari”, ha dichiarato il generale Scardino, responsabile per l’esercito in Sicilia. “La nostra presenza nell’area dei tre comuni interessati, oltre a garantire un miglioramento delle condizioni economiche, assicurerà un maggior controllo del territorio, incrementando la sicurezza, la prevenzione di incendi, un controllo per evitare l’abbandono di rifiuti tossici e qualsiasi altra attività che ponga in pericolo l’ambiente e la popolazione. Abbiamo trovato sinergia istituzionale e una popolazione accogliente”. Queste dichiarazioni hanno il sapore agre dell’ipocrisia e della propaganda militarista.\r\nPer evitare incendi e discariche abusive l’esercito italiano trasforma una vasta area in provincia di Enna in terreno dove si gioca alla guerra con mezzi pesanti, sparando missili e proiettili. Facile prevedere che, come accaduto altrove, il terreno venga irrimediabilmente inquinato.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, che ha appena terminato un’inchiesta\r\n\r\n2 giugno. Giornata dei disertori\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni.\r\nCon gli anni questa “festa” ha assunto una sempre più marcata connotazione nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra.\r\nCome ogni anno il governo utilizzerà le cerimonie militari del due giugno per giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nGuerre, stupri, occupazioni di terre, bombardamenti, torture, l’intero campionario degli orrori umani, se compiuto da uomini e donne inquadrati in un esercito, diventa legittimo, necessario, opportuno, eroico. Le divise da parata, le bandiere, le medaglie, la triade “dio, patria, famiglia” non sono il mero retaggio di un passato più retorico e magniloquente del nostro presente, ma la rappresentazione sempre attuale dell'attitudine imperialista e neoconiale dello stato italiano.\r\n\r\nCPR di Torino. 9 indagati per l’Ospedaletto\r\nIl suicidio di Moussa Balde, morto nell’area di isolamento del CPR di Torino, ha portato ad un’inchiesta che, secondo quanto riferiscono i quotidiani, sta arrivando alle fasi conclusive.\r\nSi parla di 40 casi di “trattamento non idoneo” dei prigionieri della prigione amministrativa. L’indagine sarebbe per sequestro di persona.\r\nMoussa Balde aveva 23 anni. Il 9 maggio 2021 era a Ventimiglia, fuori da un supermercato dove cercava di racimolare qualche soldo. Tre uomini lo assalgono a calci, pugni e sprangate. Qualcuno fa un video: Moussa è a terra, rannicchiato mentre i tre infieriscono su di lui.\r\nUna vicenda di violenza razzista come tante: solo la diffusione delle immagini impedì che il silenzio calasse sulla sua storia, perché quelli come Moussa raramente hanno la possibilità di raccontare ed essere creduti.\r\nQuindici giorni dopo il suo corpo senza vita venne trovato nell’Ospedaletto, che, nella neolingua del CPR, è la discarica viene isolato perché ci si dimentichi in fretta della sua vita clandestina, perché non possa raccontare delle violenze subite. L’Ospedaletto, in seguito a questa vicenda, è stato chiuso. Il CPR di Torino è andato a fuoco durante le rivolte di febbraio. Ma intendono riaprirlo. \r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, l’avvocato di Moussa\r\n\r\nSardegna. Giochi di guerra e lotte antimilitariste in Sardegna\r\nIl mese di maggio è stato attraversato da esercitazioni di guerra che hanno investito la Sardegna. 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Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti\r\nInterverranno Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole e Francesco Migliaccio di Monitor\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nPiazza dei disertori\r\ndalle ore 16 in piazza Vittorio\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nVenerdì 16 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nAbbattere le mura del cielo – Storie di anarchici e anarchiche e occupazioni a Milano tra il 1975 e il 1985.\r\nNe parliamo con Mauro Deagostini, autore del libro uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Maggio 2023","2023-05-31 00:40:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/016-200x110.jpg","Anarres del 19 maggio. 2 giugno giornata dei disertori. 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Qualcuno fa un video: Moussa è a terra, rannicchiato mentre i tre infieriscono su di lui.\r\nUna vicenda di violenza razzista come tante: solo la diffusione delle immagini impedì che il silenzio calasse sulla sua storia, perché quelli come Moussa raramente hanno la possibilità di raccontare ed essere creduti.\r\nQuindici giorni dopo il suo corpo senza vita venne trovato nell’Ospedaletto, che, nella neolingua del CPR, è la discarica viene isolato perché ci si dimentichi in fretta della sua vita clandestina, perché non possa raccontare delle violenze subite. L’Ospedaletto, in seguito a questa vicenda, è stato chiuso. Il CPR di Torino è andato a fuoco durante le rivolte di febbraio. Ma intendono riaprirlo. \r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, l’avvocato di Moussa\r\n\r\nSardegna. Giochi di guerra e lotte antimilitariste in Sardegna\r\nIl mese di maggio è stato attraversato da esercitazioni di guerra che hanno investito la Sardegna. Ultima Joint Stars, l’esercitazione nazionale pianificata e condotta dal COVI - Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) dall’8 al 26 maggio.\r\nEsercitazioni contro le quali ci sono state e sono in programma numerose iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con Guido, un compagno di Cagliari\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDue incontri sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta. \r\nInterverranno: Maria Matteo (Assemblea Antimilitarista), Gruppo di lavoro di Agite\r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? Torino tra \u003Cmark>riqualificazioni\u003C/mark> \u003Cmark>escludenti\u003C/mark> e la precarietà delle vite povere e migranti\r\nInterverranno Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole e Francesco Migliaccio di Monitor\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nPiazza dei disertori\r\ndalle ore 16 in piazza Vittorio\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nVenerdì 16 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nAbbattere le mura del cielo – Storie di anarchici e anarchiche e occupazioni a Milano tra il 1975 e il 1985.\r\nNe parliamo con Mauro Deagostini, autore del libro uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[450],{"field":344,"matched_tokens":451,"snippet":447,"value":448},[81,72],{"best_field_score":348,"best_field_weight":349,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":350,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":454,"highlight":466,"highlights":470,"text_match":346,"text_match_info":473},{"comment_count":48,"id":455,"is_sticky":48,"permalink":456,"podcastfilter":457,"post_author":360,"post_content":458,"post_date":459,"post_excerpt":54,"post_id":455,"post_modified":460,"post_thumbnail":461,"post_title":462,"post_type":397,"sort_by_date":463,"tag_links":464,"tags":465},"82210","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-5-maggio-le-politiche-sociali-del-governo-antimilitarismo-guerra-in-ucraina/",[360],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/2023-05-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nLe politiche sociali dei fascisti al governo\r\nUn primo bilancio delle politiche sociali del governo Meloni.\r\nI provvedimenti del governo confermano la chiara scelta di campo a favore dei più ricchi: nessuna tassazione sui sui super profitti dei colossi energetici, ma abolizione del reddito di cittadinanza, crescita del lavoro precario, clandestino, senza tutele. Il taglio del cuneo fiscale per poveri e ceti medi impoveriti è solo un bonus di sei mesi per mettere a tacere malumori di una fetta del proprio elettorato di riferimento. Evidente la scelta di spostare parte delle risorse sottratte ai poveri assoluti, cui viene tagliato il reddito di cittadinanza, verso gruppi sociali che, sebbene lavorino, non hanno un reddito sufficiente. Sarà interessante vedere cosa accadrà tra sei mesi quando il taglio del cuneo verrà sospeso \r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAssemblea antimilitarista\r\nIl 6 maggio si terrà a Pordenone l’incontro dell’Assemblea Antimilitarista nazionale\r\ndalle ore 10 presso il Circolo Zapata in via Ungaresca 3/b\r\nQuesti i punti di discussione:\r\n- Aggiornamenti dalle lotte territoriali contro le basi militari e i poligoni e prossime iniziative di lotta nei prossimi mesi su questi temi\r\n- Campagna a a favore di disertori, obiettori, oppositori e disfattisti alla guerra in Russia e Ucraina\r\n- Ripresa della Campagna contro l’ENI e contro le missioni militari italiane all’estero\r\n- Organizzazione della manifestazione nazionale contro La città delle armi e l’acceleratore di innovazione della NATO a Torino a novembre, in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra (Aerospace and Defence Meeting)\r\n- Articolazione delle campagne contro la militarizzazione del territorio, contro la militarizzazione delle scuole, dell’università e della formazione in genere, contro la guerra ai migranti sulle frontiere\r\n- Iniziative di informazione e lotta alle cerimonie militariste per il 2 giugno.\r\nCe ne ha parlato Federico\r\n\r\nGuerra in Ucraina\r\nFacciamo il punto dopo l’attentato a Putin, il ruolo della Cina, le difficoltà di Biden. \r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDue incontri sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? 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Un primo maggio di guerra e di lotta\r\nUn altro Primo maggio di guerra, morti e distruzioni alle porte di casa, una guerra che ci vede coinvolti, con l’invio di armi pesanti, di munizioni e di quant’altro necessita per arricchire l’industria del massacro e per prolungarne i profitti. Un altro Primo maggio senza che un movimento internazionale di lavoratori e lavoratrici sappia intervenire con forza sabotando le guerre in corso nelle tate parti del mondo dove i conflitti armati continuano a seminare lutti. Bloccare l’invio di armi, fermare le politiche di riarmo, arrestare la corsa a strumenti di morte sempre più devastanti, lottare per la riconversione delle fabbriche del massacro, sono ancora obiettivi importanti sui quali occorre moltiplicare le energie.\r\nMa è anche un altro Primo maggio in cui si registra la ripresa, sia pure in chiave difensiva, di iniziative significative del mondo del lavoro.\r\nGli innumerevoli scioperi che hanno attraversato l’Europa in questi ultimi mesi sono un segnale importante.\r\nLe nuove tecnologie digitali dell’automazione, l’emergere dell’intelligenza artificiale rappresentano un banco di prova al quale non si può sfuggire. È ormai chiaro che il cambiamento tecnologico implementato nel corso degli ultimi decenni, invece di apportare miglioramenti alla condizione lavorativa (come la riduzione dell’orario di lavoro) ha portato con sé un impoverimento complessivo del lavoro (aumento della sottoccupazione, della precarietà e della mobilità) che ha avuto dei riflessi evidenti in campo sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nPrimo Maggio. Disertiamo la guerra!\r\nIl Primo Maggio siamo in piazza a Torino con uno spezzone antimilitarista. Vi proponiamo il testo condiviso il testo condiviso con il Coordinamento contro la guerra e chi la arma\r\nAd oltre un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\n\r\nUcraina. Dal gruppo anarchico di Kharkiv\r\nVi proponiamo alcuni stralci dell’intervista a Lib,com del gruppo anarchico “assembly” di Kharkiv. 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Sulla guerra, gli arruolamenti forzati, lo sfruttamento dei lavoratori, le speculazioni sulla ricostruzione. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDue incontri sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta. \r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno \r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFascismo. Marte è ancora lontano\r\nA otto mesi dalle elezioni che, per la prima volta dal dopoguerra, hanno consegnato la maggioranza relativa della coalizione di centro destra a Fratelli d’Italia, una formazione che fa esplicito riferimento alla dittatura fascista, è possibile tentare un primo bilancio dell’azione di governo. Trovano conferma le previsioni fatte qualche mese fa. Il governo Meloni si distingue per l’attacco ai migranti, agli oppositori politici, alle donne, alle persone non conformi alla norma patriarcale.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAnarchici contro il fascismo\r\nLa resistenza degli anarchici al fascismo comincia negli anni venti e non finisce il 25 aprile 1945.\r\nGrazie agli studi di questi ultimi decenni è possibile ricostruire una storia unica nel panorama della lotta contro il fascismo, perché, nonostante le persecuzioni e l’esilio forzato, gli anarchici sono attivi anche negli anni più bui della dittatura.\r\nCe ne ha parlato Franco Schirone, autore, tra gli altri, de “La resistenza sconosciuta”\r\n\r\n25 aprile in Barriera di Milano\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più, è ora nelle nostre mani.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni, operaio alle Ferriere, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. Menù vegan\r\nPer prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDue appuntamenti sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta.\r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? 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