","Arance insanguinate e ruspe: dalla Diciotti a Rosarno","post",1550676216,[66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76],"http://radioblackout.org/tag/braccianti-immigrati/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/immunita-parlamentare/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/moussa-ba/","http://radioblackout.org/tag/nave-diciotti/","http://radioblackout.org/tag/rogo-baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/rosarno/","http://radioblackout.org/tag/salvini/","http://radioblackout.org/tag/san-fedinando/",[34,27,78,79,15,80,81,82,24,83,84],"immunità parlamentare","linformazione-di-blackout","moussa ba","nave diciotti","rogo baraccopoli","salvini","san fedinando",{"post_content":86,"post_title":91,"tags":94},{"matched_tokens":87,"snippet":89,"value":90},[88],"Rosarno","Nell'ennesimo rogo nella Baraccopoli di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> è morto un lavoratore immigrato.","Nell'ennesimo rogo nella Baraccopoli di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> è morto un lavoratore immigrato. Si chiamava Moussa Ba ed era originario del Senegal. Non è il primo e probabilmente non sarà l'ultimo, perché la precarietà dei rifugi di plastica e legno, dove vivono buona parte dei braccianti della piana di Gioia Tauro, è tale che basta una scintilla ad innescare roghi devastanti, che inghiottono case e vite. Il ministro dell'Interno ha riproposto la sua ricetta, ruspe e sgomberi, ma per il momento le sue sono solo parole, perché la ricchezza del comparto agroalimentare della zona si fonda sulle povertà dei lavoratori schiavi.\r\nAi braccianti africani nessuno affitta una casa. Chi lo fa propone contratti di qualche mese, il tempo della stagione della raccolta e poi via, lontano, non importa dove.\r\nPochi però possono aspirare ad un tetto in affitto, troppo basse le paghe, troppe le persone rimaste a casa cui spedire qualche soldo.\r\nI lavoratori sono pagati a cottimo (“0,50 centesimi per ogni cassetta di arance, 1 euro per i mandarini”) o a giornata: “Poco più del 90% percepisce tra i 25 ed i 30 euro al giorno, il 7,17% ha un guadagno compreso tra 30 e 40 euro e il 2% riceve addirittura meno di 25 euro.\r\nLe tende di plastica, le baracche fatte di lamiere recuperate, legno e quel che capita sono l’unico riparo.\r\nDifficilmente Salvini manderà qui le sue ruspe. \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> non è il CARA di Mineo né quello di Castelnuovo di Porto, postacci dai quali sono stati cacciati nelle scorse settimane i migranti diventati clandestini per decreto legge.\r\n\u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> è una miniera d’oro.\r\nA Salvini non conviene usare la mano pesante perché rischia di perdere voti nella Regione che lo ha eletto senatore.\r\nNelle aziende agricole della Piana lavorano quattromila braccianti stagionali che nel corso dell’anno transitano nell’area. E vive tra San Ferdinando e \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> almeno il 60% dei 3.500 lavoratori stranieri censiti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani.\r\nLa Lega a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, 6.5 km da San Ferdinando e capitale del distretto degli agrumi, ha preso il 13%. Salvini non ha alcun interesse a inceppare il dispositivo che consente ai produttori locali di arance, mandarini e kiwi di disporre di manodopera ricattabile e a basso costo. Schiavi usa e getta.\r\nAnche Minniti, il suo predecessore, anche lui eletto a Reggio Calabria, si è ben guardato dal toccare gli interessi dei produttori della Piana.\r\n\r\nBlackout ne ha parlato con un lavoratore che vive nella baraccopoli. Resterà anonimo perché minacce e violenze sono il pane quotidiano per chi alza la testa e protesta, per chi osa raccontare quello che accade a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>.\r\nIn questi giorni tantissimi giornalisti si sono affollati intorno alla lunga fila di teli di plastica che segna il paesaggio sempre uguale di tutte le zone dove si ammassano gli ultimi. A \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, come a Huelva, come a Vittoria.\r\nIl nostro interlocutore ci racconta che i giornalisti fanno letteratura sui braccianti, ma non parlano con loro. Gli unici che ottengono audience sono quelli delle associazioni, che si candidano al ruolo di mediatori in un conflitto che potrebbe ancora riesplodere, come nel 2010, quando i caporali usarono le armi e scoppiò la rivolta.\r\nTutti aspirano ad una casa, ma solo pochi affittano, e solo per la stagione di raccolta, agli africani. I più non potrebbero comunque pagarsela: i soldi della raccolta, pochi e sudati, lavorando dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio, vanno anche alle famiglie rimaste in Africa. Troppo poco per immaginare una casa vera.\r\n\r\nLa scorsa settimana, quando è divampato il rogo tanti hanno provato a salvare le loro cose, pezzi della loro vita. La polizia ha intimato di stare lontani e, per essere più convincente, ha distribuito qualche manganellata.\r\nQuando, un'ora dopo, sono arrivati i vigili del fuoco un'intera area del campo era andata in fumo. In una delle baracche è stato trovato il corpo di Moussa Ba.\r\nL'ultimo di tanti. La rabbia e il senso di impotenza traspare chiaramente dalle lucide parole del ragazzo che ha ben compreso la posta in gioco e non vorrebbe essere ancora pedina sulla scacchiera disegnata per lui.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-baraccopoli.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel giorno in cui le 5Stelle hanno garantito l'immunità a Salvini per il sequestro di decine di naufraghi, recuperati dalla nave della Marina Militare \"Diciotti\" e rimasti per settimane senza possibilità di sbarcare di fronte al porto di Catania abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, docente all'università di Genova, autore di numerosi studi sull'immigrazione.\r\nUna buona occasione per ragionare sulle politiche governative, i respingimenti in Libia, le morti in mare, nella lunga guerra contro la gente in viaggio.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-dal-lago-immigrazione.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":92,"snippet":93,"value":93},[88],"Arance insanguinate e ruspe: dalla Diciotti a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>",[95,97,99,101,103,105,107,109,111,114,116],{"matched_tokens":96,"snippet":34},[],{"matched_tokens":98,"snippet":27},[],{"matched_tokens":100,"snippet":78},[],{"matched_tokens":102,"snippet":79},[],{"matched_tokens":104,"snippet":15},[],{"matched_tokens":106,"snippet":80},[],{"matched_tokens":108,"snippet":81},[],{"matched_tokens":110,"snippet":82},[],{"matched_tokens":112,"snippet":113},[24],"\u003Cmark>rosarno\u003C/mark>",{"matched_tokens":115,"snippet":83},[],{"matched_tokens":117,"snippet":84},[],[119,125,128],{"field":40,"indices":120,"matched_tokens":122,"snippets":124},[121],8,[123],[24],[113],{"field":126,"matched_tokens":127,"snippet":93,"value":93},"post_title",[88],{"field":129,"matched_tokens":130,"snippet":89,"value":90},"post_content",[88],578730123365712000,{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":52,"score":135,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":138,"highlight":159,"highlights":180,"text_match":131,"text_match_info":190},{"cat_link":139,"category":140,"comment_count":52,"id":141,"is_sticky":52,"permalink":142,"post_author":143,"post_content":144,"post_date":145,"post_excerpt":58,"post_id":141,"post_modified":146,"post_thumbnail":147,"post_thumbnail_html":148,"post_title":149,"post_type":63,"sort_by_date":150,"tag_links":151,"tags":156},[49],[51],"33980","http://radioblackout.org/2016/02/cosa-ne-e-rimasto-di-rosarno/","info","Andiamo a Rosarno, nella piana di Gioia Tauro, cittadina calabrese di meno di sedicimila abitanti e che ospita il campo di lavoro per braccianti più grande d'Europa e che dal 2008 si è trovato al centro del dibattito pubblico, oltre che per le aggressioni e soprusi ai danni dei braccianti, anche grazie a diverse rivolte da parte dei migranti che vi lavorano e che hanno avuto la forza di denunciare con rabbia le condizioni di vita indegne per un essere umano e lo sfruttamento lavorativo.\r\n\r\nPer parlare della situazione odierna a Rosarno abbiamo avuto ai microfoni Matteo, freelance in collaborazione con Melting Pot e Globalproject\r\nUnknown","11 Febbraio 2016","2016-02-12 12:27:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/114800479-aeda5304-8ea1-470b-af11-08a99e58c309-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"209\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/114800479-aeda5304-8ea1-470b-af11-08a99e58c309-300x209.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Cosa ne è rimasto di Rosarno?",1455194345,[152,153,70,154,74,155],"http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento-lavoratori/",[18,157,15,39,24,158],"lavoratori","sfruttamento lavoratori",{"post_content":160,"post_title":164,"tags":167},{"matched_tokens":161,"snippet":162,"value":163},[88],"Andiamo a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, nella piana di Gioia Tauro,","Andiamo a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, nella piana di Gioia Tauro, cittadina calabrese di meno di sedicimila abitanti e che ospita il campo di lavoro per braccianti più grande d'Europa e che dal 2008 si è trovato al centro del dibattito pubblico, oltre che per le aggressioni e soprusi ai danni dei braccianti, anche grazie a diverse rivolte da parte dei migranti che vi lavorano e che hanno avuto la forza di denunciare con rabbia le condizioni di vita indegne per un essere umano e lo sfruttamento lavorativo.\r\n\r\nPer parlare della situazione odierna a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> abbiamo avuto ai microfoni Matteo, freelance in collaborazione con Melting Pot e Globalproject\r\nUnknown",{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":166},[88],"Cosa ne è rimasto di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>?",[168,170,172,174,176,178],{"matched_tokens":169,"snippet":18},[],{"matched_tokens":171,"snippet":157},[],{"matched_tokens":173,"snippet":15},[],{"matched_tokens":175,"snippet":39},[],{"matched_tokens":177,"snippet":113},[24],{"matched_tokens":179,"snippet":158},[],[181,186,188],{"field":40,"indices":182,"matched_tokens":183,"snippets":185},[26],[184],[24],[113],{"field":126,"matched_tokens":187,"snippet":166,"value":166},[88],{"field":129,"matched_tokens":189,"snippet":162,"value":163},[88],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":52,"score":135,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},{"document":192,"highlight":221,"highlights":256,"text_match":131,"text_match_info":266},{"cat_link":193,"category":194,"comment_count":52,"id":195,"is_sticky":52,"permalink":196,"post_author":143,"post_content":197,"post_date":198,"post_excerpt":58,"post_id":195,"post_modified":199,"post_thumbnail":200,"post_thumbnail_html":201,"post_title":202,"post_type":63,"sort_by_date":203,"tag_links":204,"tags":214},[49],[51],"33545","http://radioblackout.org/2016/01/la-razza-la-lavoro-sfruttamento-falsa-accoglienza-e-repressione-da-rosarno-a-foggia/","Che cosa succede ai lavoratori migranti, più o meno \"regolari\" per quanto riguarda i documenti, ma sistematicamente sfruttati nelle campagne di Rosarno? Cosa accadrà a braccianti e lavoratori disoccupati nelle campagne di Foggia dove si moltiplicano baraccopoli e ghetti e dove l'amministrazione regionale è pronta a mettere in campo nuovi costosi progetti di \"accoglienza\" e gestione umanitaria cavalcando il solito tema dell'emergenza?\r\n\r\nNel dicembre scorso si sono verificate varie aggressioni a braccianti originari del Burkina Faso e del Mali che rientravano dal lavoro. La stessa auto si è avvicinata in più occasioni a lavoratori che tornavano dal lavoro in bicicletta: alcuni di loro sono stati presi a sprangate e sono stati ricoverati in ospedale riportando un trauma cranico. Episodi di estrema violenza contro lavoratori migranti a Rosarno sembrano ripetersi ed addirittura aumentare, creando un clima simile a quello del 2010. Quell'anno avvenne la famosa \"rivolta di Rosarno\" che scosse tutto il paese ed infranse finalmente l'ipocrisia di media e quella dell'opinione pubblica, facendo quanto meno \"intuire\" quali fossero le reali condizioni di oppressione e sfruttamento in cui vivevano migliaia di lavoratori precari e migranti in tutte le campagne del territorio nazionale, da anni.\r\n\r\nCon il passaggio al nuovo anno e nuove elezioni amministrative alle porte, in Puglia si gioca sull'abusato discorso democratico. In modo ossessivo si associa il solito mantra intorno alla \"legalità\" a pratiche sempre più violente di controllo e repressione, per quel che riguarda la \"gestione\" sempre redditizia dello sgombero forzato di campi \"abusivi\", baraccopoli, ghetti di ogni forma, in cui vivono lavoratori migranti e stagionali, non solo nel sud Italia. Negli ultimi anni, inoltre, la realtà mostra come moltissimi rifugiati e richiedenti asilo si ritrovino a vivere in quegli stessi ghetti, campi e casolari diroccati, perché espulsi dai circuiti della prima accoglienza che, nel migliore dei casi, dura solamente pochi mesi, dato che poi si deve far spazio ai \"nuovi arrivi\" attraverso progetti e gestione di strutture, su cui ci lucra buona parte del terzo settore e non solo.\r\n\r\nIn entrambi i casi - che si parli delle aggressioni contro braccianti e migranti a Rosarno o degli sgomberi (più volte annunciati nel corso degli ultimi due anni) di baraccopoli e ghetti più o meno estesi in provincia di Foggia - si evita accuratamente da parte di politicanti e autorità varie di parlare di altre questioni, costantemente rimosse perché evidentemente fondamentali per oliare l'economia ed i profitti di imprenditori, associazioni di settore e GDO nelle campagne italiane. I temi sono sempre gli stessi: le condizioni strutturali di abuso, sfruttamento e ricatto per quel che riguarda il lavoro, la mancanza di documenti o la difficoltà di rinnovare il permesso di soggiorno a causa della Bossi-Fini ancora in vigore, le indecenti condizioni \"abitative\" in cui si ritrova a vivere la stragrande maggioranza di braccianti e lavoratori disoccupati nel sud come nel nord Italia, i quali si spostano strutturalmente tra campi e ghetti, in cui ormai \"risiede\" una quantità crescente di persone che ha titolo di protezione internazionale.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo parlato di questi temi e di molto altro con Irene, attivista di Campagne in Lotta, che segue in particolare le situazioni di Rosarno e Foggia da parecchi anni.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nirene","18 Gennaio 2016","2016-01-20 19:28:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/23746044596_e76f4e98ff_z-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/23746044596_e76f4e98ff_z-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/23746044596_e76f4e98ff_z-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/23746044596_e76f4e98ff_z.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La razza al lavoro: sfruttamento, falsa \"accoglienza\" e repressione da Rosarno a Foggia",1453136492,[205,206,207,208,152,209,210,211,70,154,74,212,213],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/affari-sui-migranti/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/bracciantato/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/ghetti/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[215,216,217,218,18,21,219,37,15,39,24,32,220],"accoglienza","affari sui migranti","baraccopoli","bracciantato","Foggia","Sgomberi",{"post_content":222,"post_title":226,"tags":229},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[88],"sistematicamente sfruttati nelle campagne di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>? Cosa accadrà a braccianti e","Che cosa succede ai lavoratori migranti, più o meno \"regolari\" per quanto riguarda i documenti, ma sistematicamente sfruttati nelle campagne di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>? Cosa accadrà a braccianti e lavoratori disoccupati nelle campagne di Foggia dove si moltiplicano baraccopoli e ghetti e dove l'amministrazione regionale è pronta a mettere in campo nuovi costosi progetti di \"accoglienza\" e gestione umanitaria cavalcando il solito tema dell'emergenza?\r\n\r\nNel dicembre scorso si sono verificate varie aggressioni a braccianti originari del Burkina Faso e del Mali che rientravano dal lavoro. La stessa auto si è avvicinata in più occasioni a lavoratori che tornavano dal lavoro in bicicletta: alcuni di loro sono stati presi a sprangate e sono stati ricoverati in ospedale riportando un trauma cranico. Episodi di estrema violenza contro lavoratori migranti a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> sembrano ripetersi ed addirittura aumentare, creando un clima simile a quello del 2010. Quell'anno avvenne la famosa \"rivolta di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>\" che scosse tutto il paese ed infranse finalmente l'ipocrisia di media e quella dell'opinione pubblica, facendo quanto meno \"intuire\" quali fossero le reali condizioni di oppressione e sfruttamento in cui vivevano migliaia di lavoratori precari e migranti in tutte le campagne del territorio nazionale, da anni.\r\n\r\nCon il passaggio al nuovo anno e nuove elezioni amministrative alle porte, in Puglia si gioca sull'abusato discorso democratico. In modo ossessivo si associa il solito mantra intorno alla \"legalità\" a pratiche sempre più violente di controllo e repressione, per quel che riguarda la \"gestione\" sempre redditizia dello sgombero forzato di campi \"abusivi\", baraccopoli, ghetti di ogni forma, in cui vivono lavoratori migranti e stagionali, non solo nel sud Italia. Negli ultimi anni, inoltre, la realtà mostra come moltissimi rifugiati e richiedenti asilo si ritrovino a vivere in quegli stessi ghetti, campi e casolari diroccati, perché espulsi dai circuiti della prima accoglienza che, nel migliore dei casi, dura solamente pochi mesi, dato che poi si deve far spazio ai \"nuovi arrivi\" attraverso progetti e gestione di strutture, su cui ci lucra buona parte del terzo settore e non solo.\r\n\r\nIn entrambi i casi - che si parli delle aggressioni contro braccianti e migranti a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> o degli sgomberi (più volte annunciati nel corso degli ultimi due anni) di baraccopoli e ghetti più o meno estesi in provincia di Foggia - si evita accuratamente da parte di politicanti e autorità varie di parlare di altre questioni, costantemente rimosse perché evidentemente fondamentali per oliare l'economia ed i profitti di imprenditori, associazioni di settore e GDO nelle campagne italiane. I temi sono sempre gli stessi: le condizioni strutturali di abuso, sfruttamento e ricatto per quel che riguarda il lavoro, la mancanza di documenti o la difficoltà di rinnovare il permesso di soggiorno a causa della Bossi-Fini ancora in vigore, le indecenti condizioni \"abitative\" in cui si ritrova a vivere la stragrande maggioranza di braccianti e lavoratori disoccupati nel sud come nel nord Italia, i quali si spostano strutturalmente tra campi e ghetti, in cui ormai \"risiede\" una quantità crescente di persone che ha titolo di protezione internazionale.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo parlato di questi temi e di molto altro con Irene, attivista di Campagne in Lotta, che segue in particolare le situazioni di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e Foggia da parecchi anni.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nirene",{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":228},[88],"La razza al lavoro: sfruttamento, falsa \"accoglienza\" e repressione da \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> a Foggia",[230,232,234,236,238,240,242,244,246,248,250,252,254],{"matched_tokens":231,"snippet":215},[],{"matched_tokens":233,"snippet":216},[],{"matched_tokens":235,"snippet":217},[],{"matched_tokens":237,"snippet":218},[],{"matched_tokens":239,"snippet":18},[],{"matched_tokens":241,"snippet":21},[],{"matched_tokens":243,"snippet":219},[],{"matched_tokens":245,"snippet":37},[],{"matched_tokens":247,"snippet":15},[],{"matched_tokens":249,"snippet":39},[],{"matched_tokens":251,"snippet":113},[24],{"matched_tokens":253,"snippet":32},[],{"matched_tokens":255,"snippet":220},[],[257,262,264],{"field":40,"indices":258,"matched_tokens":259,"snippets":261},[14],[260],[24],[113],{"field":126,"matched_tokens":263,"snippet":228,"value":228},[88],{"field":129,"matched_tokens":265,"snippet":224,"value":225},[88],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":52,"score":135,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},{"document":268,"highlight":285,"highlights":301,"text_match":131,"text_match_info":309},{"cat_link":269,"category":270,"comment_count":52,"id":271,"is_sticky":52,"permalink":272,"post_author":273,"post_content":274,"post_date":275,"post_excerpt":58,"post_id":271,"post_modified":276,"post_thumbnail":277,"post_thumbnail_html":278,"post_title":279,"post_type":63,"sort_by_date":280,"tag_links":281,"tags":283},[49],[51],"55385","http://radioblackout.org/2019/09/campagne-in-lotta-le-lotte-dei-braccianti-in-italia/","cristina","Stamattina abbiamo parlato con due compagni che lavorano come braccianti a Rosarno e a San Severo per farci raccontare le loro condizioni di vita e di lavoro.\r\n\r\nRosarno\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/Rosarno.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSan Severo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/SanSevero.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer maggiori informazioni http://campagneinlotta.org/","18 Settembre 2019","2019-09-18 18:07:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/campagne-in-lotta.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Campagne in lotta, le lotte dei braccianti in Italia",1568830036,[152,66,209,74,282],"http://radioblackout.org/tag/san-severo/",[18,34,21,24,284],"san severo",{"post_content":286,"tags":290},{"matched_tokens":287,"snippet":288,"value":289},[88],"che lavorano come braccianti a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e a San Severo per","Stamattina abbiamo parlato con due compagni che lavorano come braccianti a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e a San Severo per farci raccontare le loro condizioni di vita e di lavoro.\r\n\r\n\u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/Rosarno.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSan Severo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/SanSevero.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer maggiori informazioni http://campagneinlotta.org/",[291,293,295,297,299],{"matched_tokens":292,"snippet":18},[],{"matched_tokens":294,"snippet":34},[],{"matched_tokens":296,"snippet":21},[],{"matched_tokens":298,"snippet":113},[24],{"matched_tokens":300,"snippet":284},[],[302,307],{"field":40,"indices":303,"matched_tokens":304,"snippets":306},[29],[305],[24],[113],{"field":129,"matched_tokens":308,"snippet":288,"value":289},[88],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":52,"score":310,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},"578730123365711978",{"document":312,"highlight":341,"highlights":367,"text_match":131,"text_match_info":373},{"cat_link":313,"category":314,"comment_count":52,"id":315,"is_sticky":52,"permalink":316,"post_author":143,"post_content":317,"post_date":318,"post_excerpt":58,"post_id":315,"post_modified":319,"post_thumbnail":320,"post_thumbnail_html":321,"post_title":322,"post_type":63,"sort_by_date":323,"tag_links":324,"tags":333},[49],[51],"58919","http://radioblackout.org/2020/04/campagne-in-lotta-condizioni-di-vita-e-lavoro-strutturalmente-critiche/","Nelle campagne italiane i braccianti agricoli lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono spesso in tendopoli o campi, a volte senza acqua corrente o la possibilità di cucinarsi i pasti. L'emergenza sanitaria del coronavirus ha fatto sì che si accendessero i riflettori sulle scarse condizioni igieniche in cui i campi versano. Sindacati, associazioni e rappresentanti dello Stato rispondono in modo emergenziale con misure assistenzialiste, ignorando completamente anni di lotte autorganizzate dei braccianti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna di Campagne in lotta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE con un bracciante del campo di San Ferdinando, in Calabria:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/san-ferdinando.mp3\"][/audio]","3 Aprile 2020","2020-04-03 11:36:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2.jpg 515w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Campagne in lotta: condizioni di vita e lavoro strutturalmente critiche",1585913775,[325,326,327,152,328,209,329,330,331,74,332,212],"http://radioblackout.org/tag/agricoltura/","http://radioblackout.org/tag/autorganizzazione/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/calabria/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/san-ferdinando/",[334,335,336,18,337,21,143,338,339,24,340,32],"agricoltura","autorganizzazione","blackout","calabria","lotte","news","san ferdinando",{"tags":342},[343,345,347,349,351,353,355,357,359,361,363,365],{"matched_tokens":344,"snippet":334},[],{"matched_tokens":346,"snippet":335},[],{"matched_tokens":348,"snippet":336},[],{"matched_tokens":350,"snippet":18},[],{"matched_tokens":352,"snippet":337},[],{"matched_tokens":354,"snippet":21},[],{"matched_tokens":356,"snippet":143},[],{"matched_tokens":358,"snippet":338},[],{"matched_tokens":360,"snippet":339},[],{"matched_tokens":362,"snippet":113},[24],{"matched_tokens":364,"snippet":340},[],{"matched_tokens":366,"snippet":32},[],[368],{"field":40,"indices":369,"matched_tokens":370,"snippets":372},[17],[371],[24],[113],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":136,"num_tokens_dropped":52,"score":374,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},"578730123365711977",{"document":376,"highlight":392,"highlights":412,"text_match":422,"text_match_info":423},{"cat_link":377,"category":378,"comment_count":52,"id":379,"is_sticky":52,"permalink":380,"post_author":143,"post_content":381,"post_date":382,"post_excerpt":58,"post_id":379,"post_modified":383,"post_thumbnail":58,"post_thumbnail_html":58,"post_title":384,"post_type":63,"sort_by_date":385,"tag_links":386,"tags":389},[49],[51],"20394","http://radioblackout.org/2014/01/sos-rosarno-4-anni-dopo-e-peggio/","In occasione dell'anniversario della rivolta l'associazione Sos Rosarno ha organizzato, con l'appoggio della rete Campagne in lotta, una giornata a sostegno della resistenza bracciantile e contadina che si svolge a Roma, Firenze, Livorno, Milano e Bologna: abbiamo voluto sentire Arturo per i dettagli dell'organizzazione e lo spirito che sottende all'iniziativa e i legami con tutte le lotte del settore fino ad abbracciare la logistica della grande distribuzione per comunanza di sfruttamento e per tipologia di lavoratore, perché individua nella rete di supermercati uno dei gangli, s eno nquello più importante, dello sfruttamento contadino e bracciantile, imponendo la propria filiera e i propri prezzi, dando origine a quello che è lo sfruttamento a monte (nei campi) e a valle (nella logistica). Ne è scaturita una diretta a tutto tondo, che ha coinvolto anche Lamin, un bracciante senegalese che abita a Rosarno e ha potuto testimoniare meglio sia le condizioni di lavoro, sia lo stato di apartheid in cui versano i lavoratori africani, ghettizzati in quella che lui ha chiamato \"Soweto\": una tendopoli a 7 chilometri da Rosarno (e per questo dice che ora è peggio di 4 anni fa, quando almeno si dormiva in case in muratura, ma non c'è la volontà di accogliere, solo di sfruttare)\r\n\r\n \r\n\r\n2014.01.09-arturo e lamin\r\n\r\n \r\n\r\n ","9 Gennaio 2014","2014-01-15 12:15:13","Sos Rosarno: 4 anni dopo è peggio",1389272469,[387,209,67,70,388],"http://radioblackout.org/tag/apartheid/","http://radioblackout.org/tag/sos-rosarno/",[390,21,27,15,391],"apartheid","sos rosarno",{"post_content":393,"post_title":397,"tags":400},{"matched_tokens":394,"snippet":395,"value":396},[88],"dell'anniversario della rivolta l'associazione Sos \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> ha organizzato, con l'appoggio della","In occasione dell'anniversario della rivolta l'associazione Sos \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> ha organizzato, con l'appoggio della rete Campagne in lotta, una giornata a sostegno della resistenza bracciantile e contadina che si svolge a Roma, Firenze, Livorno, Milano e Bologna: abbiamo voluto sentire Arturo per i dettagli dell'organizzazione e lo spirito che sottende all'iniziativa e i legami con tutte le lotte del settore fino ad abbracciare la logistica della grande distribuzione per comunanza di sfruttamento e per tipologia di lavoratore, perché individua nella rete di supermercati uno dei gangli, s eno nquello più importante, dello sfruttamento contadino e bracciantile, imponendo la propria filiera e i propri prezzi, dando origine a quello che è lo sfruttamento a monte (nei campi) e a valle (nella logistica). Ne è scaturita una diretta a tutto tondo, che ha coinvolto anche Lamin, un bracciante senegalese che abita a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e ha potuto testimoniare meglio sia le condizioni di lavoro, sia lo stato di apartheid in cui versano i lavoratori africani, ghettizzati in quella che lui ha chiamato \"Soweto\": una tendopoli a 7 chilometri da \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> (e per questo dice che ora è peggio di 4 anni fa, quando almeno si dormiva in case in muratura, ma non c'è la volontà di accogliere, solo di sfruttare)\r\n\r\n \r\n\r\n2014.01.09-arturo e lamin\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":398,"snippet":399,"value":399},[88],"Sos \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>: 4 anni dopo è peggio",[401,403,405,407,409],{"matched_tokens":402,"snippet":390},[],{"matched_tokens":404,"snippet":21},[],{"matched_tokens":406,"snippet":27},[],{"matched_tokens":408,"snippet":15},[],{"matched_tokens":410,"snippet":411},[24],"sos \u003Cmark>rosarno\u003C/mark>",[413,415,417],{"field":126,"matched_tokens":414,"snippet":399,"value":399},[88],{"field":129,"matched_tokens":416,"snippet":395,"value":396},[88],{"field":40,"indices":418,"matched_tokens":419,"snippets":421},[26],[420],[24],[411],578730123365187700,{"best_field_score":424,"best_field_weight":425,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":52,"score":426,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},"1108091338752",15,"578730123365187707",6646,{"collection_name":63,"first_q":24,"per_page":20,"q":24},{"facet_counts":430,"found":23,"hits":458,"out_of":640,"page":136,"request_params":641,"search_cutoff":41,"search_time_ms":36},[431,437],{"counts":432,"field_name":435,"sampled":41,"stats":436},[433],{"count":26,"highlighted":434,"value":434},"anarres","podcastfilter",{"total_values":136},{"counts":438,"field_name":40,"sampled":41,"stats":456},[439,440,442,444,445,446,448,450,452,454],{"count":36,"highlighted":24,"value":24},{"count":136,"highlighted":441,"value":441},"macron",{"count":136,"highlighted":443,"value":443},"periferie",{"count":136,"highlighted":18,"value":18},{"count":136,"highlighted":217,"value":217},{"count":136,"highlighted":447,"value":447},"postcapitalismo",{"count":136,"highlighted":449,"value":449},"antilimitarismo",{"count":136,"highlighted":451,"value":451},"torino 2 giugnol",{"count":136,"highlighted":453,"value":453},"ferrovieri francesi",{"count":136,"highlighted":455,"value":455},"convegno antimilitarista di Milano",{"total_values":457},20,[459,495,556,586,612],{"document":460,"highlight":473,"highlights":485,"text_match":131,"text_match_info":494},{"comment_count":52,"id":461,"is_sticky":52,"permalink":462,"podcastfilter":463,"post_author":434,"post_content":464,"post_date":465,"post_excerpt":58,"post_id":461,"post_modified":466,"post_thumbnail":467,"post_title":468,"post_type":469,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":472},"12510","http://radioblackout.org/podcast/arance-amare-storie-di-africani-come-noi/",[434],"Le arance, i mandarini, le clementine che fanno mostra di se nei mercati di Torino, sono state raccolte da lavoratori stagionali, che vengono pagati 50 cent alla cassetta di arance, 1 euro per cassetta di mandarini. Ogni cassetta pesa una media di 18/20 chili. In una giornata di lavoro la media arriva a 25 euro. In nero, non tutti i giorni ma solo quelli che il caporale ingaggiato dai padroni decide di sceglierti. Se alzi la testa, se reclami per i ritmi o per la paga, puoi anche andartene, perché nessuno ti chiamerà più.\r\nI media ci raccontano di migrazioni epocali, di emergenze continue per giustificare le condizioni di vita indecenti di questi lavoratori. Per loro non ci sono tende o gabinetti funzionanti quando arrivano nella piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Di affittare una casa non se ne parla nemmeno: a Rosarno o a San Ferdinando una stanza costa come nel centro di Milano o Roma. \r\nIn realtà basterebbero pochi soldi per mettere su strutture decenti, basterebbero liste publiche per tagliare fuori i caporali, basterebbe che chi guadagna, e bene, sul lavoro degli stagionali, ci mettesse qualcosa del suo per garantire loro un letto e una doccia. Invece no. Così le tendopoli scoppiano subito, circondate da baracche fatte di lastre di amianto e teli di plastica, così per i bisogni ci sono buche a cielo aperto.\r\nQuella dell'emergenza è una bufala che ci raccontano perché è più facile immaginare una fame tutta africana, che vedere la realtà. La realtà è fatta di operai del nord che hanno perso il lavoro e vengono a fare la raccolta per rimediare un salario, la realtà è fatta di richiedenti asilo che attendono da oltre due anni la risposta che consentirebbe loro di andare via, di cercarsi un lavoro stabile. La guerra in Libia è finita da due anni, ma i profughi di quella guerra vivono ancora in un limbo apolide.\r\nSe vedessimo la realtà vedremmo che la condizione degli africani di Rosarno è ormai la condizione di tanta parte dei lavoratori italiani. L'unica emergenza è quella quotidiana di uno sfruttamento senza limiti, perché per i padroni non conta il colore delle pelle, ma quello dei soldi.\r\nLe arance che mangiamo sono sempre più amare.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Antonello Mangano, autore de “Gli africani salveranno Rosarno”, giunto oggi alla seconda edizione.\r\nAscolta l’intervista: 2013 01 18 mangano arance\r\n\r\nSabato 26 gennaio mostra itinerante e volantinaggio nei mercati delle zone popolari di Torino.\r\nAppuntamento alle 9,30 in corso Palermo 46 - per info: 338 6594361\r\n\r\n ","19 Gennaio 2013","2018-10-17 23:00:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/rosarno-200x110.jpg","Arance amare. Storie di africani come noi","podcast",1358604170,[152,67,74],[18,27,24],{"post_content":474,"tags":478},{"matched_tokens":475,"snippet":476,"value":477},[88],"se ne parla nemmeno: a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> o a San Ferdinando una","Le arance, i mandarini, le clementine che fanno mostra di se nei mercati di Torino, sono state raccolte da lavoratori stagionali, che vengono pagati 50 cent alla cassetta di arance, 1 euro per cassetta di mandarini. Ogni cassetta pesa una media di 18/20 chili. In una giornata di lavoro la media arriva a 25 euro. In nero, non tutti i giorni ma solo quelli che il caporale ingaggiato dai padroni decide di sceglierti. Se alzi la testa, se reclami per i ritmi o per la paga, puoi anche andartene, perché nessuno ti chiamerà più.\r\nI media ci raccontano di migrazioni epocali, di emergenze continue per giustificare le condizioni di vita indecenti di questi lavoratori. Per loro non ci sono tende o gabinetti funzionanti quando arrivano nella piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Di affittare una casa non se ne parla nemmeno: a \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> o a San Ferdinando una stanza costa come nel centro di Milano o Roma. \r\nIn realtà basterebbero pochi soldi per mettere su strutture decenti, basterebbero liste publiche per tagliare fuori i caporali, basterebbe che chi guadagna, e bene, sul lavoro degli stagionali, ci mettesse qualcosa del suo per garantire loro un letto e una doccia. Invece no. Così le tendopoli scoppiano subito, circondate da baracche fatte di lastre di amianto e teli di plastica, così per i bisogni ci sono buche a cielo aperto.\r\nQuella dell'emergenza è una bufala che ci raccontano perché è più facile immaginare una fame tutta africana, che vedere la realtà. La realtà è fatta di operai del nord che hanno perso il lavoro e vengono a fare la raccolta per rimediare un salario, la realtà è fatta di richiedenti asilo che attendono da oltre due anni la risposta che consentirebbe loro di andare via, di cercarsi un lavoro stabile. La guerra in Libia è finita da due anni, ma i profughi di quella guerra vivono ancora in un limbo apolide.\r\nSe vedessimo la realtà vedremmo che la condizione degli africani di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> è ormai la condizione di tanta parte dei lavoratori italiani. L'unica emergenza è quella quotidiana di uno sfruttamento senza limiti, perché per i padroni non conta il colore delle pelle, ma quello dei soldi.\r\nLe arance che mangiamo sono sempre più amare.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Antonello Mangano, autore de “Gli africani salveranno \u003Cmark>Rosarno”\u003C/mark>, giunto oggi alla seconda edizione.\r\nAscolta l’intervista: 2013 01 18 mangano arance\r\n\r\nSabato 26 gennaio mostra itinerante e volantinaggio nei mercati delle zone popolari di Torino.\r\nAppuntamento alle 9,30 in corso Palermo 46 - per info: 338 6594361\r\n\r\n ",[479,481,483],{"matched_tokens":480,"snippet":18,"value":18},[],{"matched_tokens":482,"snippet":27,"value":27},[],{"matched_tokens":484,"snippet":113,"value":113},[24],[486,492],{"field":40,"indices":487,"matched_tokens":488,"snippets":490,"values":491},[36],[489],[24],[113],[113],{"field":129,"matched_tokens":493,"snippet":476,"value":477},[88],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":52,"score":310,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},{"document":496,"highlight":522,"highlights":548,"text_match":131,"text_match_info":555},{"comment_count":52,"id":497,"is_sticky":52,"permalink":498,"podcastfilter":499,"post_author":434,"post_content":500,"post_date":501,"post_excerpt":58,"post_id":497,"post_modified":502,"post_thumbnail":503,"post_title":504,"post_type":469,"sort_by_date":505,"tag_links":506,"tags":517},"48071","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell8-giugno-la-portaerei-sicilia-antimilitaristi-a-torino-sacko-vita-e-morte-di-un-bracciante-limiti-e-prospettive-del-movimento-dei-ferrovieri-francesi/",[434],"Abbiamo fatto un nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n2018 06 08 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\nLa Sicilia, una piattaforma militare nel centro del Mediterraneo. Ne abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, che la prossima settimana presenterà la sua ricerca al convegno antimilitarista che si terrà a Milano il 16 giugno.\r\nLa piazza antimilitarista del 2 giugno a Torino e non solo...\r\n\r\nSoumayla Sacko. L’insopportabile innocenza italiana. Un articolo di Antonello Mangano sulla vita e sulla morte di un bracciante.\r\nSoumayla Sacko i suoi due amici cercavano lamiere per ricostruire le baracche andate a fuoco il 27 gennaio.\r\nIn quel rogo perse la vita Becky Moses una ragazza di 26 anni. Pochi mesi prima la parola “no” sulla sua richiesta di asilo ne aveva segnato il destino.\r\n\r\nFrancia. Limiti e prospettive del movimento dei ferrovieri francesi. Ne abbiamo parlato con Gianni Carrozza, nostro corrispondente da Parigi, nonché redattore di Radio Paris Plurielle, dove conduce “Vive la Sociale!”\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n8 9 10 giugno. Blackout fest\r\n\r\nSabato 16 giugno a Milano convegno antimilitarista al circolo familiare di unità proletaria di viale Monza 140\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46 (la terza e quarta settimana di giugno la riunione è anticipata a martedì 19 e martedì 26)\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","11 Giugno 2018","2018-10-17 22:58:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/bersaglieri-200x110.jpg","Anarres dell’8 giugno. La portaerei Sicilia. Antimilitaristi a Torino. Sacko, vita e morte di un bracciante. Limiti e prospettive del movimento dei ferrovieri francesi...",1528742087,[507,508,207,509,510,511,512,513,74,514,515,516],"http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/antilimitarismo/","http://radioblackout.org/tag/blackout-fest/","http://radioblackout.org/tag/convegno-antimilitarista-di-milano/","http://radioblackout.org/tag/ferrovieri-francesi/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/","http://radioblackout.org/tag/soumaila-sacko/","http://radioblackout.org/tag/torino-2-giugnol/",[434,449,217,518,455,453,519,441,24,520,521,451],"blackout fest","francia","sicilia","soumaila sacko",{"tags":523},[524,526,528,530,532,534,536,538,540,542,544,546],{"matched_tokens":525,"snippet":434,"value":434},[],{"matched_tokens":527,"snippet":449,"value":449},[],{"matched_tokens":529,"snippet":217,"value":217},[],{"matched_tokens":531,"snippet":518,"value":518},[],{"matched_tokens":533,"snippet":455,"value":455},[],{"matched_tokens":535,"snippet":453,"value":453},[],{"matched_tokens":537,"snippet":519,"value":519},[],{"matched_tokens":539,"snippet":441,"value":441},[],{"matched_tokens":541,"snippet":113,"value":113},[24],{"matched_tokens":543,"snippet":520,"value":520},[],{"matched_tokens":545,"snippet":521,"value":521},[],{"matched_tokens":547,"snippet":451,"value":451},[],[549],{"field":40,"indices":550,"matched_tokens":551,"snippets":553,"values":554},[121],[552],[24],[113],[113],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":136,"num_tokens_dropped":52,"score":374,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},{"document":557,"highlight":571,"highlights":579,"text_match":422,"text_match_info":584},{"comment_count":52,"id":558,"is_sticky":52,"permalink":559,"podcastfilter":560,"post_author":143,"post_content":561,"post_date":562,"post_excerpt":58,"post_id":558,"post_modified":563,"post_thumbnail":564,"post_title":565,"post_type":469,"sort_by_date":566,"tag_links":567,"tags":569},"55876","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-25-ottobre-sciopero-generale-cile-libano-iraq-gentrification-saluzzo-come-rosarno/",[434],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nCile, Libano, Iraq, Ecuador… La rivolta parte dai ragazzi. Quando il futuro non c’è più\r\n\r\nGentrification. Le città Luna Park. Processi di gentrificazione, espulsione dei poveri, il turismo esotico nei tristi tropici tra Milano e Torino\r\nI governi cittadini attuano riqualificazioni escludenti, cacciano i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nNelle periferie eccentriche crescono la resistenza popolare e la pratica dell'autogestione.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, docente di sociologia all’università di Torino, che questa sera, con Guido Anselmi, introduce l’incontro alla FAT, dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nSciopero generale! Riflessioni e dirette dalle piazze di Torino e di Milano \r\n\r\nSaluzzo. La Rosarno del nord?\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\nGentrification. Le città luna park, tra riqualificazioni escludenti, resistenza popolare e autogestione\r\nCon i sociologi Giovanni Semi e Guido Anselmi\r\nore 21 alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\ncorteo contro la guerra in Rojava\r\nA Milano ore 14,40 da Palestro\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\npunto info antimilitarista\r\nore 10/13 al Balon\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre\r\nSabato 16 novembre manifestazione antimilitarista \r\n\r\n10 giorni di informazione e lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 e 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. \r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro. \r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","25 Ottobre 2019","2019-10-25 14:49:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/c_4b70f28319-200x110.jpeg","Anarres del 25 ottobre. Sciopero generale… Cile, Libano, Iraq. Gentrification. Saluzzo come Rosarno...",1572014986,[568],"http://radioblackout.org/tag/anarres-gentrification-sciopero-generale/",[570],"anarres gentrification sciopero generale",{"post_content":572,"post_title":576},{"matched_tokens":573,"snippet":574,"value":575},[88],"e di Milano \r\n\r\nSaluzzo. La \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> del nord?\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nCile, Libano, Iraq, Ecuador… La rivolta parte dai ragazzi. Quando il futuro non c’è più\r\n\r\nGentrification. Le città Luna Park. Processi di gentrificazione, espulsione dei poveri, il turismo esotico nei tristi tropici tra Milano e Torino\r\nI governi cittadini attuano riqualificazioni escludenti, cacciano i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nNelle periferie eccentriche crescono la resistenza popolare e la pratica dell'autogestione.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, docente di sociologia all’università di Torino, che questa sera, con Guido Anselmi, introduce l’incontro alla FAT, dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nSciopero generale! Riflessioni e dirette dalle piazze di Torino e di Milano \r\n\r\nSaluzzo. La \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> del nord?\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\nGentrification. Le città luna park, tra riqualificazioni escludenti, resistenza popolare e autogestione\r\nCon i sociologi Giovanni Semi e Guido Anselmi\r\nore 21 alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\ncorteo contro la guerra in Rojava\r\nA Milano ore 14,40 da Palestro\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\npunto info antimilitarista\r\nore 10/13 al Balon\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre\r\nSabato 16 novembre manifestazione antimilitarista \r\n\r\n10 giorni di informazione e lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 e 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. \r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro. \r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":577,"snippet":578,"value":578},[88],"Anarres del 25 ottobre. Sciopero generale… Cile, Libano, Iraq. Gentrification. Saluzzo come \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>...",[580,582],{"field":126,"matched_tokens":581,"snippet":578,"value":578},[88],{"field":129,"matched_tokens":583,"snippet":574,"value":575},[88],{"best_field_score":424,"best_field_weight":425,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":52,"score":585,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},"578730123365187706",{"document":587,"highlight":601,"highlights":606,"text_match":422,"text_match_info":609},{"comment_count":52,"id":588,"is_sticky":52,"permalink":589,"podcastfilter":590,"post_author":434,"post_content":591,"post_date":592,"post_excerpt":58,"post_id":588,"post_modified":593,"post_thumbnail":594,"post_title":595,"post_type":469,"sort_by_date":596,"tag_links":597,"tags":599},"61611","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-12-giugno-la-geografia-del-colonialismo-la-statua-di-re-leopoldo-geografia-critica-la-rete-con-la-mimetica/",[434],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-12-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa geografia del colonialismo. Il retaggio colonialista è impresso nei nomi delle strade, nei monumenti, nelle targhe commemorative. Cancellare quei simboli dalle nostre strade diventa uno strumento per fare i conti con un retaggio coloniale con il quale non sono mai stati fatti.\r\nNon solo. Per ragionare sullo spazio simbolico e reale che intercorre tra gli States e l’Italia: lo stesso che intercorre tra Rosarno e Minneapolis.\r\nNe parliamo con Massimo Varengo\r\n\r\nLa statua di Re Leopoldo e i normali orrori coloniali nel Congo Belga\r\n\r\nLa geografia coloniale. I geografi accompagnavano le spedizioni coloniali, disegnando mappe, che erano il segno tangibile della conquista della presa di possesso, dell’alienazione di chi viveva senza queste mappe, dove i luoghi mutavano di nome e di senso.\r\nOggi la geografia critica si intreccia con gli studi post coloniali, spezzando quel legame che ne ha caratterizzato le origini. Non per caso è scomparsa dalle nostre scuole.\r\nNe parliamo con un geografo critico, ne parliamo con Fabrizio Eva.\r\n\r\nLa rete con la mimetica: quanto è importante la rete per i militari? Quanto le telecomunicazioni diventano sempre più asse strategico per le guerre del terzo millennio? Droni e satelliti spia consentono ai militari un controllo sul territorio impensabile sino a pochi decenni orsono. Paradossalmente il moltiplicarsi degli occhi elettronici ha invece fatto sparire le immagini dei conflitti. Le guerre sono diventati “teatri” per pochi.\r\nNel contempo la rete è sempre più strumento di propaganda e di battaglia per il controllo delle informazioni. Un quarto fronte oltre all’aria, all’acqua, alla terra.\r\nNe parliamo con Pepsy\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 19 giugno ore 16,30\r\npunto info antimilitarista in via Po 16\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","18 Giugno 2020","2020-06-18 16:51:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/leopoldo-II-1170x796-1-200x110.jpg","Anarres del 12 giugno. La geografia del colonialismo. La statua di re Leopoldo. Geografia critica. La Rete con la mimetica...",1592499099,[598],"http://radioblackout.org/tag/anarres-geografie-colonialiste/",[600],"anarres geografie colonialiste",{"post_content":602},{"matched_tokens":603,"snippet":604,"value":605},[88],"lo stesso che intercorre tra \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e Minneapolis.\r\nNe parliamo con","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-12-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa geografia del colonialismo. Il retaggio colonialista è impresso nei nomi delle strade, nei monumenti, nelle targhe commemorative. Cancellare quei simboli dalle nostre strade diventa uno strumento per fare i conti con un retaggio coloniale con il quale non sono mai stati fatti.\r\nNon solo. Per ragionare sullo spazio simbolico e reale che intercorre tra gli States e l’Italia: lo stesso che intercorre tra \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark> e Minneapolis.\r\nNe parliamo con Massimo Varengo\r\n\r\nLa statua di Re Leopoldo e i normali orrori coloniali nel Congo Belga\r\n\r\nLa geografia coloniale. I geografi accompagnavano le spedizioni coloniali, disegnando mappe, che erano il segno tangibile della conquista della presa di possesso, dell’alienazione di chi viveva senza queste mappe, dove i luoghi mutavano di nome e di senso.\r\nOggi la geografia critica si intreccia con gli studi post coloniali, spezzando quel legame che ne ha caratterizzato le origini. Non per caso è scomparsa dalle nostre scuole.\r\nNe parliamo con un geografo critico, ne parliamo con Fabrizio Eva.\r\n\r\nLa rete con la mimetica: quanto è importante la rete per i militari? Quanto le telecomunicazioni diventano sempre più asse strategico per le guerre del terzo millennio? Droni e satelliti spia consentono ai militari un controllo sul territorio impensabile sino a pochi decenni orsono. Paradossalmente il moltiplicarsi degli occhi elettronici ha invece fatto sparire le immagini dei conflitti. Le guerre sono diventati “teatri” per pochi.\r\nNel contempo la rete è sempre più strumento di propaganda e di battaglia per il controllo delle informazioni. Un quarto fronte oltre all’aria, all’acqua, alla terra.\r\nNe parliamo con Pepsy\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 19 giugno ore 16,30\r\npunto info antimilitarista in via Po 16\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[607],{"field":129,"matched_tokens":608,"snippet":604,"value":605},[88],{"best_field_score":424,"best_field_weight":610,"fields_matched":136,"num_tokens_dropped":52,"score":611,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},14,"578730123365187697",{"document":613,"highlight":631,"highlights":636,"text_match":422,"text_match_info":639},{"comment_count":52,"id":614,"is_sticky":52,"permalink":615,"podcastfilter":616,"post_author":434,"post_content":617,"post_date":618,"post_excerpt":58,"post_id":614,"post_modified":619,"post_thumbnail":620,"post_title":621,"post_type":469,"sort_by_date":622,"tag_links":623,"tags":628},"12682","http://radioblackout.org/podcast/fabbrica-leggera-e-lavoro-pesante-dieci-anni-dopo-la-morte-del-padrone/",[],"Dieci anni dopo la sua morte, Gianni Agnelli, che pure ha segnato la transizione al post capitalismo, è oggi l’emblema di un modello ormai scomparso. Il modello della fabbrica pesante, della fabbrica che si fa città e modella intorno a se lo sviluppo urbano: basta guardare la pianta di Torino per rendersene conto. L’area che delinea gli stabilimenti di Mirafiori è enorme, un gigantesco quadrato che ci racconta una storia con la sola arroganza del proprio esserci.\r\nÈ venuto il presidente della Repubblica, il post comunista Napolitano, il vescovo Nosiglia ha celebrato la messa, il tristo Fassino ha benedetto la giornata, poi, con il laborioso rituale di una Torino che ha elevato il proprio provincialismo a vezzo sottilmente intellettuale, la visita al quotidiano del padrone e il pranzo al Cambio, simbolo decisamente retrò, tra agnolotti e decori un po’ appassiti.\r\nOggi i ricchi mangiano altrove. Tra gelatine e frullati, odori e suggestioni anche il cibo si smaterializza, si fa gioco di inganni, esperienza estetica. \r\nNon poteva mancare la commozione dell’operaio che ricorda la stretta di mano nel giorno della pensione, il ringraziamento per i 40 anni di vita rubata, la memoria di un giorno indimenticabile.\r\nLa “nuova” Torino, quella del Lingotto trasformato in centro commerciale, del grattacielo della Banca, di una Mirafiori ridotta a cinquemila cassaintegrati, scatola vuotata, mero simbolo di un potere la cui materialità è altrove, resta sullo sfondo, impalpabile.\r\nLa Fiat si è lasciata Torino alle spalle ma ha ancora bisogno del fantasma della Fabbrica pesante, della fabbrica che incide il territorio, per portare a termine la transizione. E per celebrare la propria vittoria. Ci sono voluti tren’anni per piegare la classe operaia di questa città, quella che tante volte ha fatto tremare i padroni.\r\nOggi nelle periferie schiacciate dalle ricette contro la crisi il ricatto del lavoro è una cappa pesante. Il disciplinamento dei lavoratori immigrati ha fatto da modello per il disciplinamento di tutti i lavoratori, scommettendo sulla guerra tra poveri e sulla paura.\r\nMa proprio nelle periferie dove campare la vita è più difficile comincia a sentirsi un’aria nuova. Per ora è solo un borbottio, una lieve effervescenza, un’invettiva lanciata tra i banchi del mercato di piazza Cerignola, tra i vecchi dell’immigrazione di ieri e i ragazzi di quella di oggi. Domani chi sa?\r\nQui, in un sabato di gennaio, con una mostra montata su trabiccolo di cassette per la frutta, che raccontava delle baracche di Rosarno, del cottimo, dei caporali, della rivolta, qui abbiamo incontrato gente capace di memoria, la memoria delle lotte dei propri padri braccianti, del proprio lavoro nella città della Fiat, gente consapevole che cambiare si può solo con la lotta.\r\nAscolta la lunga chiacchierata radiofonica con Simone, avvocato del lavoro e anarchico. Una chiacchierata su questa città, dove il futuro che non è più quello di una volta: 2013 01 25 simone africani come noi","27 Gennaio 2013","2018-10-17 22:11:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/giorgio-napolitano-200x110.jpg","Fabbrica leggera e lavoro pesante. Dieci anni dopo la morte del padrone",1359283604,[624,625,626,627],"http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/periferie/","http://radioblackout.org/tag/postcapitalismo/",[629,630,443,447],"fiat","guerra ai poveri",{"post_content":632},{"matched_tokens":633,"snippet":634,"value":635},[88],"che raccontava delle baracche di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, del cottimo, dei caporali, della","Dieci anni dopo la sua morte, Gianni Agnelli, che pure ha segnato la transizione al post capitalismo, è oggi l’emblema di un modello ormai scomparso. Il modello della fabbrica pesante, della fabbrica che si fa città e modella intorno a se lo sviluppo urbano: basta guardare la pianta di Torino per rendersene conto. L’area che delinea gli stabilimenti di Mirafiori è enorme, un gigantesco quadrato che ci racconta una storia con la sola arroganza del proprio esserci.\r\nÈ venuto il presidente della Repubblica, il post comunista Napolitano, il vescovo Nosiglia ha celebrato la messa, il tristo Fassino ha benedetto la giornata, poi, con il laborioso rituale di una Torino che ha elevato il proprio provincialismo a vezzo sottilmente intellettuale, la visita al quotidiano del padrone e il pranzo al Cambio, simbolo decisamente retrò, tra agnolotti e decori un po’ appassiti.\r\nOggi i ricchi mangiano altrove. Tra gelatine e frullati, odori e suggestioni anche il cibo si smaterializza, si fa gioco di inganni, esperienza estetica. \r\nNon poteva mancare la commozione dell’operaio che ricorda la stretta di mano nel giorno della pensione, il ringraziamento per i 40 anni di vita rubata, la memoria di un giorno indimenticabile.\r\nLa “nuova” Torino, quella del Lingotto trasformato in centro commerciale, del grattacielo della Banca, di una Mirafiori ridotta a cinquemila cassaintegrati, scatola vuotata, mero simbolo di un potere la cui materialità è altrove, resta sullo sfondo, impalpabile.\r\nLa Fiat si è lasciata Torino alle spalle ma ha ancora bisogno del fantasma della Fabbrica pesante, della fabbrica che incide il territorio, per portare a termine la transizione. E per celebrare la propria vittoria. Ci sono voluti tren’anni per piegare la classe operaia di questa città, quella che tante volte ha fatto tremare i padroni.\r\nOggi nelle periferie schiacciate dalle ricette contro la crisi il ricatto del lavoro è una cappa pesante. Il disciplinamento dei lavoratori immigrati ha fatto da modello per il disciplinamento di tutti i lavoratori, scommettendo sulla guerra tra poveri e sulla paura.\r\nMa proprio nelle periferie dove campare la vita è più difficile comincia a sentirsi un’aria nuova. Per ora è solo un borbottio, una lieve effervescenza, un’invettiva lanciata tra i banchi del mercato di piazza Cerignola, tra i vecchi dell’immigrazione di ieri e i ragazzi di quella di oggi. Domani chi sa?\r\nQui, in un sabato di gennaio, con una mostra montata su trabiccolo di cassette per la frutta, che raccontava delle baracche di \u003Cmark>Rosarno\u003C/mark>, del cottimo, dei caporali, della rivolta, qui abbiamo incontrato gente capace di memoria, la memoria delle lotte dei propri padri braccianti, del proprio lavoro nella città della Fiat, gente consapevole che cambiare si può solo con la lotta.\r\nAscolta la lunga chiacchierata radiofonica con Simone, avvocato del lavoro e anarchico. Una chiacchierata su questa città, dove il futuro che non è più quello di una volta: 2013 01 25 simone africani come noi",[637],{"field":129,"matched_tokens":638,"snippet":634,"value":635},[88],{"best_field_score":424,"best_field_weight":610,"fields_matched":136,"num_tokens_dropped":52,"score":611,"tokens_matched":136,"typo_prefix_score":52},6637,{"collection_name":469,"first_q":24,"per_page":20,"q":24},["Reactive",643],{},["Set"],["ShallowReactive",646],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fkTPmjF-KEYP3_GSlvZRDYEx6ztqVPM_KV2cybD06LxI":-1},true,"/search?query=rosarno"]