","\"The Mission\", il neocolonialismo va in onda","post",1385992666,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/campi-profughi/","http://radioblackout.org/tag/guerre-umanitarie/","http://radioblackout.org/tag/nuovo-ordine-coloniale/","http://radioblackout.org/tag/programma-the-mission/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/ruolo-delle-ong/",[25,29,31,33,17,27],{"post_content":68,"tags":73},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"delle","del 12 dicembre. Una parte \u003Cmark>delle\u003C/mark> stesse puntate sono e saranno","\"The Mission\" è un nuovo format sociale del palinsesto RAI, in programma per le serate del 4 e del 12 dicembre. Una parte \u003Cmark>delle\u003C/mark> stesse puntate sono e saranno girate negli studi della Rai di Torino. Tale \"programma\" sarebbe stato ideato per sensibilizzare il grande pubblico rispetto a quegli spazi abietti del nostro mondo libero che sono i campi per profughi e rifugiati. The mission è stato infatti realizzato in alcuni campi di sfollati interni e profughi nella Repubblica democratica del Congo, in Mali, in Giordania. Grazie alla collaborazione dell’ONG italiana Intersos e dell’UNHCR, un gruppo di più o meno decadenti pseudo vip italiani sono stati accompagnati da alcuni cooperanti in questi campi per affiancare volontari e operatori umanitari nelle attività quotidiane.\r\nIl 26 novembre 2013, in occasione della registrazione della prima puntata a Torino con il pubblico in sala, molte associazioni e persone critiche nei confronti del programma, hanno dato vita a un presidio in Via Verdi cercando di intercettare il \"pubblico\" torinese che entrava negli studi. Questa sera alle 19 ci sarà un nuovo appuntamento in Via Verdi e ci saranno \u003Cmark>delle\u003C/mark> \"lezioni all'aperto\" proprio per svelare e affermare quanti e quali interessi (con la collaborazione e le risorse della RAI) ci sono dietro e dentro questa operazione. Si tratta infatti di una nuova strategia di comunicazione di massa, aggressiva e volgare, finalizzata alla raccolta di fondi che serviranno a mantenere le organizzazioni stesse; organizzazioni che – è bene ricordarlo – non intendono in alcun modo riflettere criticamente sul sistema ‘asilo’, sul dispositivo dei ‘campi’ e sull’industria dell’umanitario che pervade ormai il settore della Cooperazione allo sviluppo. I profughi sono il loro grande mercato, oggi.\r\nQuesta è solo l’ennesima, e di certo la più consistente, operazione di raccolta fondi fatta in Italia negli ultimi anni. Ne abbiamo parlato questa mattina con Simona del Centro Frantz Fanon, che da molti anni si occupa della salute di migranti e rifugiati e rifugiate in Piemonte, e che con altre associazioni e singole persone hanno promosso i presidi critici nei confronti del programma iniziati la scorsa settimana.\r\n\r\nsimona\r\n\r\nA partire dalle ore 19.00 di oggi lunedì 2 dicembre ci sarà un nuovo presidio \"NOTHEMISSION\" in Via Verdi 31 a Torino.",[74,76,78,80,82,84],{"matched_tokens":75,"snippet":25},[],{"matched_tokens":77,"snippet":29},[],{"matched_tokens":79,"snippet":31},[],{"matched_tokens":81,"snippet":33},[],{"matched_tokens":83,"snippet":17},[],{"matched_tokens":85,"snippet":87},[86,70,15],"ruolo","\u003Cmark>ruolo\u003C/mark> \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>ong\u003C/mark>",[89,95],{"field":34,"indices":90,"matched_tokens":92,"snippets":94},[91],5,[93],[86,70,15],[87],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70],1736172819517538300,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":46,"score":103,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",3,{"document":106,"highlight":127,"highlights":143,"text_match":151,"text_match_info":152},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":46,"id":109,"is_sticky":46,"permalink":110,"post_author":49,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":52,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":57,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":123},[43],[45],"43448","http://radioblackout.org/2017/10/sequestro-iuventa-e-collaborazioni-italo-libiche-tasselli-della-guerra-contro-i-migranti/","Da agosto la Procura trapanese sta portando avanti una campagna di criminalizzazione dell'operato delle Ong nel mar Mediterraneo. Oltre a dover sottoscrivere un codice di comportamento per poter soccorrere in mare, codice che alcune sigle si sono rifiutate di firmare visto che prevede anche l'obbligo di avere a bordo personale della guardia costiera, alcune Ong si sono viste bloccare i mezzi a causa di inchieste giudiziarie create ad hoc, come analizzato in un recente articolo dal titolo emblematico \"Dalla guerra ai migranti alla guerra alle ong. Lo stato di emergenza è la regola\".\r\n\r\n \r\n\r\nÈ questo il caso che ha portato al sequestro della nave Iuventa di proprietà dell'ong Jugend Rettet, che dovrà inoltre rispondere in Tribunale del reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Questa indagine nasconde qualcosa di torbido e pericoloso come svela un'inchiesta di Famiglia Cristiana che ha palesato il ruolo di due contractors privati che lavoravano sull'imbarcazione e che hanno fornito informazioni direttamente all'Aise, i servizi segreti esteri. L'inchiesta parla poi dei legami tra l’IMI security service, di cui facevano parte appunto i due testimoni e Defend Europe, il gruppo della nave identitaria C-star che da quest'estate disturba le Ong nelle operazioni di soccorso in mare. Una vicenda melmosa che rimarca i legami di collaborazione pericolosa tra servizi segreti, agenzie di sicurezza privata e destra estrema.\r\n\r\nE mentre il governo reprime le Ong non smette di agire contro le persone che vogliono raggiungere l'Europa. Attraverso il Ministro Unico Minniti si siglano accordi di natura militare ed economica con i Paesi di provenienza o transizione, come quelli firmati con la Libia che prevedono tra il resto anche l'addestramento da parte italiana del personale militare libico. E tutto ciò per spostare sempre più lontano i confini d'Europa e allontanare dagli occhi dell'opinione pubblica occidentale lo scempio della guerra combattuta contro i migranti lasciati morire nei deserti africani, nei lager libici o sulle coste; insomma ovunque, purché non sia in terra europea e sotto i nostri occhi.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo intervistato Antonio Mazzeo per un commento.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nUnknown","1 Ottobre 2017","2017-10-04 11:01:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/iuventa-sequestro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/iuventa-sequestro-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/iuventa-sequestro-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/iuventa-sequestro-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/iuventa-sequestro-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sequestro Iuventa e collaborazioni italo-libiche: tasselli della guerra contro i migranti",1506879354,[119,120,121,122],"http://radioblackout.org/tag/flussi-migratori/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/ong/",[124,125,126,15],"flussi migratori","migranti","minniti",{"post_content":128,"tags":133},{"matched_tokens":129,"snippet":131,"value":132},[70,130],"Ong","una campagna di criminalizzazione dell'operato \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>Ong\u003C/mark> nel mar Mediterraneo. 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Per le elezioni di luglio il registro è cambiato.\r\nIl partito di destra radicale PiS (Law and Justice) ed il suo candidato alle presidenziali Duda hanno puntato buona parte della propria campagna sulla lotta alla cosiddetta \"ideologia LGBT\", \"la piaga arcobaleno\", alimentando lo stigma verso le persone non etero-cis, in un moltiplicarsi di episodi di discriminazione, minacce e violenza.\r\nL’utilizzo della nozione di ideologia LGBTQ+ è un abile paravento per tentare di evitare le sanzioni dell’Unione Europea, con uno slalom lessicale che consente di evitare sanzioni.\r\n\r\nNegli ultimi anni, l’incitamento all’odio omofobico e transfobico è diventato una risorsa politica standard in un paese che ha ottenuto il vergognoso status di stato più omofobo nell’Unione europea. Le/i/* queer sono diventat* il nemico pubblico numero uno in Polonia.\r\nLa chiesa cattolica, già pesantemente omofoba, si è a sua volta lanciata in una campagna contro “l’ideologia LGBTQ+”, per distogliere l’attenzione dall’emergere di numerosi casi di pedofilia tra il clero polacco. Nell’agosto 2018, l’arcivescovo di Cracovia, Marek Jędraszewski, ha pubblicamente denunciato la “peste arcobaleno che affliggebbe il paese.\r\nIn una situazione di pesante crisi sociale le persone fuori dalla norma eteropatriarcale diventano il perfetto capro espiatorio. Questa situazione ci riporta alla campagna promossa da Gomulka nel 1968 contro gli ebrei. Anche Gomulka, per evitare l’accusa di antisemitismo parlò di “ideologia sionista”. Le conseguenze pratiche furono licenziamenti ed esclusioni dalla vita pubblica di numerosi ebrei.\r\nIl PiS ha puntato su “dio, patria, famiglia”, descrivendo la comunità LGBTQ+ come una minaccia imminente e straniera verso i valori familiari tradizionali polacchi. Il pericolo che viene da fuori, non è solo rappresentato dagli immigrati esterni, ma dai nemici interni, che per la loro “ideologia” rischiano di far crollare la piramide patriarcale, nazionalista, cattolica.\r\nLe persone LGBTQ* vengono rappresentate come traditrici della tradizione del paese, gente che si è volontariamente estraniata dal proprio humus. Di qui la negazione di ogni forma di visibilità pubblica, la persecuzione nei posti di lavoro e nelle scuole, l’isolamento di chi è fuori norma.\r\nPrima che il PiS (Law and Justice) salisse al potere, il governo centrista-liberale di Civil Platform si è concentrato sul mantenimento dello status quo per il bene delle riforme neoliberiste, senza contestare l’egemonia della Chiesa cattolica, il tradizionalismo familiare, la misoginia, l’omofobia e la transfobia e fornendo un terreno fertile per la radicalizzazione nazionalista.\r\nNei piccoli centri per una persona non etero-cis vivere liberamente può essere molto difficile e pericoloso.\r\nOltre allo stato #nazionalista e alla Chiesa cattolica, una rete di organizzazioni non governative ultraconservatrici ha un ruolo centrale nell’orchestrare attacchi contro la comunità LGBTQ in Polonia. Le accuse contro Margo sono state presentate dalla Fundacja PRO Prawo do życia (Fondazione PRO per il diritto alla vita), un gruppo attivo nella campagna contro l’aborto. Recentemente, un ente fondamentalista GONGO (organizzazione non governativa organizzata dal governo) si è reso responsabile della redazione di un disegno di legge intitolato “Stop Pedophilia Act” che proponeva di criminalizzare qualsiasi forma di educazione sessuale (una materia praticamente inesistente nelle scuole polacche). Nella loro campagna di raccolta firme per progetto di legge popolare, che non ha nulla a che fare con la lotta alla pedofilia, la Fondazione ha inviato furgoni coperti di slogan omofobi e armati di altoparlanti.\r\nI furgoni percorrono diverse città polacche e diffondono messaggi d’odio e falsi sull’omosessualità. Quest’incitamento all’odio, è passato senza alcuna conseguenza legale per i fascisti che lo hanno promosso.\r\nIl 27 giugno, uno di questi “homopho-bus”, come hanno iniziato a chiamarli gli attivisti, si è fermato di fronte allo squat di Varsavia “Syrena”, con la chiara intenzione di disturbare un raduno che si stava svolgendo lì. In risposta a questa provocazione, diversi attivisti hanno prima cercato di scacciarli, e alla fine hanno verniciato a spruzzo l’auto e tagliato le gomme. Dall’arresto di Margo, i membri della Fondazione si riuniscono regolarmente davanti a “Syrena” con i loro striscioni omofobi e rosari per “pregare via i gay”.\r\nLa Fondazione PRO è uno dei tanti gruppi ultraconservatori attivi nella vita pubblica polacca. Inoltre, fa parte di un più ampio movimento fondamentalista religioso transnazionale riunito sotto l’organizzazione ombrello “Tradition, Family and Property” (TFP) che all’inizio degli anni 2000 ha iniziato a trattare l’Europa orientale come una nuova frontiera per costruire una nuova società civile di destra. Una proliferazione di gruppi locali è dietro la campagna contro la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla violenza di genere in Ungheria, il referendum del 2013 sulla definizione costituzionale del matrimonio in Croazia, un’iniziativa simile per definire la famiglia come unione tra un un uomo e una donna nella costituzione rumena nel 2013, 2016 e 2018, e bloccando la legge sulle unioni civili in Estonia fino al 2016… e sono solo alcuni esempi.\r\nIn Polonia il principale affiliato al TFP è un “gruppo di esperti” legali, “Ordo Iuris”, che fa parte di Agenda Europe, rete di advocacy europea estremista-cattolica che vuole “ripristinare l’ordine naturale” bloccando o smantellando le infrastrutture politiche sui diritti riproduttivi e sessuali. Ordo Iuris è responsabile della stesura della legislazione per vietare completamente l’aborto, che alla fine è stato ritirato dopo le proteste di massa, e della Convenzione sui diritti della famiglia che dovrebbe essere un’alternativa alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla violenza di genere. Oltre alle campagne legislative e alle pressioni politiche, rappresentano anche individui e gruppi come la Fondazione PRO durante i processi. Una delle loro strategie è quella di appropriarsi del discorso sui diritti umani e mascherare obiettivi omofobici e transfobici con il pretesto di politiche a favore della famiglia. In questo spirito è stata presentata la “Carta dei diritti della famiglia” è stata presentata ai governi locali alla fine del 2019 come modello meno controverso per dichiararsi “LGBT-free zones” (zone libere da LGBT) dopo l’ondata di risoluzioni anti-LGBT avviate dai consiglieri di Law and Justice nel marzo dello stesso anno.\r\n\r\nIl 25 luglio di quest’anno il ministro della giustizia, Zbigniew Ziobro ha annunciato che la Polonia si ritira dalla Convenzione di Istanbul perché il documento contiene “elementi di natura ideologica”, riferendosi alla definizione di genere come socialmente costruito. Allo stesso tempo, il suo ministero sta finanziando un progetto dei fondamentalisti di GONGO intitolato “Combattere i crimini contro la libertà di coscienza sotto l’influenza dell’ideologia LGBT”. Pianificato per gli anni 2020-2023, mira a eliminare le “nuove ideologie di sinistra” dallo spazio pubblico polacco utilizzando le disposizioni legali esistenti sull’offesa dei sentimenti religiosi. Questo nuovo progetto è un perfetto esempio di quanto la rete dei gruppi fondamentalisti religiosi sia ben collegata alle strutture governative.\r\n\r\nSolo un giorno dopo che la Commissione elettorale nazionale polacca ha proclamato vincitore del ballottaggio Andrzej Duda, un’attivista #queer è stata arrestata a Varsavia. Secondo i testimoni l’arresto di Margo è sembrato più un rapimento perché agenti di polizia senza uniforme l’hanno ammanettata a forza e l’hanno trascinata fuori dall’appartamento della sua amica.\r\nMargo fa parte di un collettivo queer Stop Bzdurom che utilizza l’azione diretta per contrastare la campagna di disinformazione rispetto alla comunità #LGBTQ, e lotta per l’educazione sessuale e la giustizia riproduttiva.\r\nSembra che l’arresto di questa giovane attivista queer sia stato deliberatamente rinviato dopo i risultati delle elezioni. Grazie all’intervento della Fondazione Helsinki per i diritti umani, Margot è stata rilasciata dopo aver passato la notte in detenzione con l’accusa di teppismo. Il 30 luglio attivist* queer hanno messo bandiere arcobaleno e maschere per il viso rosa su diverse statue iconiche di Varsavia per contrastare la crescente ondata di omofobia e transfobia. Pochi giorni dopo Margot e altr* due attivist* sono stati nuovamente arrestati per questa azione.\r\nMargo è stata condannata a due mesi di reclusione. Gli attivisti che protestavano per la sentenza sono stati pesantemente caricati e pestati.\r\nTra repressione contro attivist* queer, città e province che si dichiarano libere da “ideologia LGBT”, ripetuti attacchi alle sedi principali delle ONG LGBTQ, ai brutali attacchi contro i cortei dei Pride, compreso un fallito attentato a Lublino l’anno scorso, questa non è mai stata una guerra solo sui simboli. Quando gli “omofobi” annunciano dagli altoparlanti che “gli omosessuali vivono vent’anni in meno”, questo non è nemmeno un altro fatto pseudo-scientifico, ma qualcosa che diventa una triste realtà in un paese dove il tasso di suicidio tra i giovani queer sta aumentando.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock della rete Free(k) Pride\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-06-polonia-sbrock.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 06 polonia sbrock","7 Ottobre 2020","2020-10-07 12:30:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-200x110.png","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-212x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-212x300.png 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-724x1024.png 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-768x1086.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-1086x1536.png 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROCIZZIAMO-IL-CONSOLATO-1448x2048.png 1448w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Polonia. 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Quest’incitamento all’odio, è passato senza alcuna conseguenza legale per i fascisti che lo hanno promosso.\r\nIl 27 giugno, uno di questi “homopho-bus”, come hanno iniziato a chiamarli gli attivisti, si è fermato di fronte allo squat di Varsavia “Syrena”, con la chiara intenzione di disturbare un raduno che si stava svolgendo lì. In risposta a questa provocazione, diversi attivisti hanno prima cercato di scacciarli, e alla fine hanno verniciato a spruzzo l’auto e tagliato le gomme. Dall’arresto di Margo, i membri della Fondazione si riuniscono regolarmente davanti a “Syrena” con i loro striscioni omofobi e rosari per “pregare via i gay”.\r\nLa Fondazione PRO è uno dei tanti gruppi ultraconservatori attivi nella vita pubblica polacca. Inoltre, fa parte di un più ampio movimento fondamentalista religioso transnazionale riunito sotto l’organizzazione ombrello “Tradition, Family and Property” (TFP) che all’inizio degli anni 2000 ha iniziato a trattare l’Europa orientale come una nuova frontiera per costruire una nuova società civile di destra. Una proliferazione di gruppi locali è dietro la campagna contro la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla violenza di genere in Ungheria, il referendum del 2013 sulla definizione costituzionale del matrimonio in Croazia, un’iniziativa simile per definire la famiglia come unione tra un un uomo e una donna nella costituzione rumena nel 2013, 2016 e 2018, e bloccando la legge sulle unioni civili in Estonia fino al 2016… e sono solo alcuni esempi.\r\nIn Polonia il principale affiliato al TFP è un “gruppo di esperti” legali, “Ordo Iuris”, che fa parte di Agenda Europe, rete di advocacy europea estremista-cattolica che vuole “ripristinare l’ordine naturale” bloccando o smantellando le infrastrutture politiche sui diritti riproduttivi e sessuali. Ordo Iuris è responsabile della stesura della legislazione per vietare completamente l’aborto, che alla fine è stato ritirato dopo le proteste di massa, e della Convenzione sui diritti della famiglia che dovrebbe essere un’alternativa alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla violenza di genere. Oltre alle campagne legislative e alle pressioni politiche, rappresentano anche individui e gruppi come la Fondazione PRO durante i processi. Una \u003Cmark>delle\u003C/mark> loro strategie è quella di appropriarsi del discorso sui diritti umani e mascherare obiettivi omofobici e transfobici con il pretesto di politiche a favore della famiglia. In questo spirito è stata presentata la “Carta dei diritti della famiglia” è stata presentata ai governi locali alla fine del 2019 come modello meno controverso per dichiararsi “LGBT-free zones” (zone libere da LGBT) dopo l’ondata di risoluzioni anti-LGBT avviate dai consiglieri di Law and Justice nel marzo dello stesso anno.\r\n\r\nIl 25 luglio di quest’anno il ministro della giustizia, Zbigniew Ziobro ha annunciato che la Polonia si ritira dalla Convenzione di Istanbul perché il documento contiene “elementi di natura ideologica”, riferendosi alla definizione di genere come socialmente costruito. Allo stesso tempo, il suo ministero sta finanziando un progetto dei fondamentalisti di GONGO intitolato “Combattere i crimini contro la libertà di coscienza sotto l’influenza dell’ideologia LGBT”. Pianificato per gli anni 2020-2023, mira a eliminare le “nuove ideologie di sinistra” dallo spazio pubblico polacco utilizzando le disposizioni legali esistenti sull’offesa dei sentimenti religiosi. Questo nuovo progetto è un perfetto esempio di quanto la rete dei gruppi fondamentalisti religiosi sia ben collegata alle strutture governative.\r\n\r\nSolo un giorno dopo che la Commissione elettorale nazionale polacca ha proclamato vincitore del ballottaggio Andrzej Duda, un’attivista #queer è stata arrestata a Varsavia. Secondo i testimoni l’arresto di Margo è sembrato più un rapimento perché agenti di polizia senza uniforme l’hanno ammanettata a forza e l’hanno trascinata fuori dall’appartamento della sua amica.\r\nMargo fa parte di un collettivo queer Stop Bzdurom che utilizza l’azione diretta per contrastare la campagna di disinformazione rispetto alla comunità #LGBTQ, e lotta per l’educazione sessuale e la giustizia riproduttiva.\r\nSembra che l’arresto di questa giovane attivista queer sia stato deliberatamente rinviato dopo i risultati \u003Cmark>delle\u003C/mark> elezioni. Grazie all’intervento della Fondazione Helsinki per i diritti umani, Margot è stata rilasciata dopo aver passato la notte in detenzione con l’accusa di teppismo. Il 30 luglio attivist* queer hanno messo bandiere arcobaleno e maschere per il viso rosa su diverse statue iconiche di Varsavia per contrastare la crescente ondata di omofobia e transfobia. Pochi giorni dopo Margot e altr* due attivist* sono stati nuovamente arrestati per questa azione.\r\nMargo è stata condannata a due mesi di reclusione. Gli attivisti che protestavano per la sentenza sono stati pesantemente caricati e pestati.\r\nTra repressione contro attivist* queer, città e province che si dichiarano libere da “ideologia LGBT”, ripetuti attacchi alle sedi principali \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>ONG\u003C/mark> LGBTQ, ai brutali attacchi contro i cortei dei Pride, compreso un fallito attentato a Lublino l’anno scorso, questa non è mai stata una guerra solo sui simboli. Quando gli “omofobi” annunciano dagli altoparlanti che “gli omosessuali vivono vent’anni in meno”, questo non è nemmeno un altro fatto pseudo-scientifico, ma qualcosa che diventa una triste realtà in un paese dove il tasso di suicidio tra i giovani queer sta aumentando.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock della rete Free(k) Pride\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-06-polonia-sbrock.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 06 polonia sbrock",[187],{"field":96,"matched_tokens":188,"snippet":184,"value":185},[70,183],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":190,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"1733921019837546609",{"document":192,"highlight":206,"highlights":211,"text_match":214,"text_match_info":215},{"cat_link":193,"category":194,"comment_count":46,"id":195,"is_sticky":46,"permalink":196,"post_author":49,"post_content":197,"post_date":198,"post_excerpt":52,"post_id":195,"post_modified":199,"post_thumbnail":200,"post_thumbnail_html":201,"post_title":202,"post_type":57,"sort_by_date":203,"tag_links":204,"tags":205},[43],[45],"26976","http://radioblackout.org/2014/12/testimonianza-di-un-medico-dal-sud-sudan/","La mattina del 23 dicembre abbiamo avuto ospite in studio Margherita, già attivista nel movimento torinese e reduce da un'esperienza di due mesi (agosto e settembre) in Sud Sudan in un ospedale di Medici Senza Frontiere.\r\n\r\nIl Sud Sudan è uno stato nato tre anni fa, nel 2011, da una secessione dal Sudan al termine di un lungo conflitto. 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Ha quindi impedito l'accesso a chiunque all'interno della foresta pluviale, senza tener conto che quello è il territorio dove vivono i pigmei Baka, che dal 2017, anno dell'avvio del progetto Tridom11, sono stati scacciati dai loro insediamenti e costretti a una vita stanziale al di fuori della foresta.\r\nI Baka sono stati allontanati dal loro ambiente che gli permetteva di continuare la vita da raccoglitori-cacciatori e sono state vittime di abusi, violenze, stupri, incendi di capanne da parte dei guardiacaccia. Questo trasferimento forzato è incompatibile con le loro condizioni di vita e ha avuto ricadute soprattutto sulla salute. 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Se il media mainstream e gli \"esperti\" prestano molta attenzione al computo delle vittime decedute, uno sguardo più completo sulla strategia di lungo termine di Israele non può non cogliere il perseguimento \"razionale\" di un costante indebolimento civile, sociale, quindi delle infrastrutture (scuole, ospedali, banche, luoghi delle riproduzione in generale, quel che resta di una agrigoltura di periferia urbana, ecc.) e della popolazione (produzione di un numero costante di feriti, inabili al lavoro, invalidi per la vita) che peseranno dal giorno dopo la tregua sulla riproduzione della vita nella Striscia. Questo il signficato del \"riportiamoli all'età della pietra\", proferito in questi giorni dal nipote di Sharon e qualche anno fa dai neo-cons a stelle e strisce (che possono ben essere individuati come un rimodellamento \"all'israeliana\" della politica imperalista statunitense). 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Da qui, non la casualità \"collaterale\" del danneggiamento civile ma la scientificità perseguita razionalmente di questo attacco-indebolimento che, dopo ogni \"operazione\", obbliga tutta una società a leccarsi le ferite, curare i propri strpi, ricostruire ciò che è stato distrutto.Dentro questo meccanismo perverso, il \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> ambiguo della Cooperazione internazionale \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>ong\u003C/mark> sotto l'ombrello dell'One e dell'nione europea.\r\n\r\nAbbiamo, più o meno esplicitamente, toccato questi temi nelle due interviste da Gaza che vi riproponiamo:\r\n\r\nAlessandro, del Comitato di solidarietà con la Palestina di Napoli:\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/alessandro_gaza.mp3|titles=alessandro_gaza] scarica file\r\n\r\nGiuditta, che da 10 anni si reca nella Striscia per monitorare e aiutare la Sanità precaria, tra bombe 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Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROCESSI PER TORTURA E NUOVI POSTI GABBIA\r\n\r\nOsserviamo l’andamento di due processi per tortura in Italia: a San Gimignano l’accusa è stata confermata anche in Appello, mentre a Reggio Emilia è stato stabilito – in primo grado – come incappucciare un uomo con una federa, denudarlo e pestarlo in una cella di isolamento non siano condotte sufficientemente gravi per configurare tale imputazione.\r\n\r\nIntanto il Ministero della Giustizia apre un bando per la realizzazione di celle-container come soluzione per il sovraffollamento, una condizione strumentalmente e conformisticamente imputata come la principale causa dei suicidi nelle carceri.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme, ma la crescita della popolazione detenuta non è un problema architettonico, bensì un fenomeno ingegnerizzato a livello normativo: il numero di persone incarcerate continua ad aumentare anche se non cresce la popolazione e diminuiscono i reati; i principali fattori che generano il sovraffollamento sono la brutalizzazione della società e l’approccio pancarcerario.\r\n\r\nParallelamente la punizione riscopre il suo valore spettacolare: un’inversione di tendenza rispetto al processo di invisibilizzazione dei supplizi descritto da Foucault.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_processi-tortura-celle-container.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE ALGORITMICA IN UK\r\n\r\nIniziamo ad affrontare tre importanti articoli pubblicati da Statewatch.org sull’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale per scopi predittivi, decisionali e di valutazione del rischio individuale (Risk Assessment Tools).\r\n\r\nGli ambiti applicativi presi in considerazione sono la pericolosità sociale e il rischio di recidiva per persone detenute (che approfondiremo in una prossima puntata), la predisposizione a commettere omicidi, l’automazione decisionale in ambito repressivo.\r\n\r\nUn audio introduttivo da parte 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almeno - un giornalista italiano.\r\n\r\nDopo una fase di imbarazzante tentennamento, il Governo – per voce del Sottosegretario di Stato Mantovano – ha sostanzialmente ammesso l’infiltrazione dei dispositivi del personale di un gruppo che si occupa di salvataggi in mare, ma continua negare la propria responsabilità per quanto riguarda il direttore di Fanpage (testata online rea di aver pubblicato un’inchiesta sulla natura esplicitamente neofascista dell’ala giovanile di Fratelli d’Italia).\r\n\r\nRipercorriamo alcune tappe di questa vicenda e osserviamo come questo caso si inserisca all’interno dell’economia italiana degli spyware e delle spinte politiche per la sua normalizzazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_paragon-politica-indotto-spy.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2025","2025-04-15 08:36:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/bucpcb_no-tortura-200x110.jpg","TORTURA E POSTI GABBIA - REPRESSIONE ALGORITMICA IN UK - 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2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. Le fratture dovute al confronto bellico fra Nato e Russia come onde sismiche si estendono fino al Caucaso ,ingerenze esterne si manifestano scompaginando equlibri ,innestando tensioni ,favorendo divisioni all'interno di società colpite dalla crisi sociale e anche d'identità riveniente dal collasso dell'URSS come nel caso della Georgia. Nel quadro della frammentazione globale anche società ritenute stabili come la Corea del Sud ripiombano nell'incubo di un passato autoritario non troppo lontano in cui i militari detenevano il potere , tentativi di golpe e crisi di rappresentanza politica scuotono le fondamenta di un paese divenuto fondamentale per l'architettura militare anticinese nell'Indo Pacifico.\r\n\r\nCon Emanuele Giordana giornalista ,scrittore e profondo conoscitore dell'Asia ,parliamo della situazione in Myanmar e degli sviluppi della guerra che ha provocato migliaia di morti e almeno tre milioni di profughi interni. Le città principali sono ancora sotto il controllo dell'esercito mentre le milizie etniche e l'opposizione controllano gli stati perifici e le aree di confine in particolare con la Cina e il Bangladesh. L'avanzata delle formazioni separatiste che sono attive dal 1948 respinge l'esercito del regime militare ma segue un' agenda legata ad interessi particolari dal traffico di droga al contrabbando . L'atteggiamento della Cina sta cambiando ,ha tollerato la giunta fino ad ora e al contempo ha consentito il passaggio di armi e viveri verso le formazioni armate ,ma ora sta spingendo per un negoziato fra le parti preoccupata dal caos ai suoi confini . L' ASEAN (la Associazione delle nazioni del Sudest Asiatico ) si sta muovendo per trovare una via d'uscita dalla crisi che attanaglia il Myanmar dopo il colpo di stato militare del 2021 ,su iniziativa della Thailandia ,inquieta per l'afflusso dei profughi . L'Indonesia ,che ora ha un presidente ex militare ,sembra voler cambiare posizione verso la giunta bimana e se i cinesi non abbandonano i generali la situazione potrebbe cambiare per i militari al potere anche perchè finora, la road map per la pace, proposta dai 10 membri dell'ASEAN e nota come \"Piano in cinque punti\", non ha trovato l'appoggio del governo birmano, nè dei gruppi di opposizione. Ora, secondo gli analisti, in questa fase, dopo le sconfitte sul campo e la saldatura avvenuta tra i movimenti ribelli e le milizie etniche in Myanmar, anche la giunta militare al potere nel paese potrebbe aprire alla prospettiva di colloqui per raggiungere una tregua e un accordo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-19122024-GIORDANA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Rosella Ideo ,storica dell'Asia orientale all'Università di Trieste ,dialogando con Emanuele Giordana cerchiamo di comprendere le dinamiche del golpe di Seoul ,che ha riportato la Corea del Sud indietro nel tempo agli anni '80. L'arresto del capo di stato maggiore dell'esercito dimostra come il tentativo di golpe orchestrato dal presidente Yoon Suk Yeol sia stato condiviso dagli alti gradi delle forze armate e forse ,in considerazione delle catene di comando fortemente integrate ,anche che gli Stati Uniti ne fossero a conoscenza . Il parlamento al terzo tentativo è riuscito a votare l'impeachment contro il presidente ,ora sospeso dalle sue funzioni ,bisognerà attendere la Corte Costituzionale per confermare l'incriminazione ma la composizione della stessa corte fa supporre un esito negativo.\r\n\r\nLa mobilitazione della piazza costituisce un elemento di fiducia nella presenza di anticorpi democratici nella società coreana,la memoria collettiva della sanguinosa repressione del 1980 dell'insurrezione di Gwangju ,raccontata anche nel romanzo \"Atti umani\" del premio nobel per la letteratura Hang Kang, ha sedimentato l'insofferenza per i pronunciamenti autoritari dei militari. Il sistema economico basato sui conglomerati industriali chiamati \"chaebol\" ,controllati dalle grandi famiglie impedisce al capitale coreano di essere fagocitato dalla finanza speculativa internazionale ,rimandando una realtà ancora legata a dinamiche del potere economico verticali e impermeabili ai cambiamenti di cui la sovrastrtutura politica è lo specchio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-ROSSELLA-IDEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonella De Biasi ,giornalista e scrittrice parliamo della situazione in Siria ,in particolare del ruolo della Turchia nella spartizione delle sfere d'influenza nel paese in corso guardando alla posizione dell'entità curda nel Nord Est. Erdogan,apparentemente il vincitore della contesa siriana. nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto riferimento ad una supposta \"geografia del cuore\" affermando che la Turchia è più grande della Turchia con esplicito riferimento al mondo turcofono che si espande bel oltre i confini dello stato turco.\r\n\r\nDopo il passaggio dal barbiere Al Jolani cerca di vendere la sua nuova immagine ma le donne sono le sentinelle che per prime danno l'allarme sulla natura integralista del nuovo potere insediatosi con il sostegno della Turchia a Damasco . Nessuno dei protagonisti che si muovono nello scenario siriano vuole apparentementre fare gli stessi errori che fecero gli americani in Irak sciogliendo il partito Bath e l'esercito creando cosi' le condizioni per la rivolta sunnita ,ma l'integrazione delle varie milizie che si sono combattute finora in un nuovo esercito sembra un' impresa estremamente difficoltosa . L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio delle milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. La caduta di Assad ,per il ruolo che ha la Siria nell'Asia occidentale è considerato da alcuni analisti come un nuovo 1989 che genera un onda sismica di destabilizzazione che rischia di coinvolgere anche l'Iran.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Simone Zoppellaro giornalista assiduo frequentatore del Caucaso ,parliamo della situazione della Georgia che si trova in una situazione di rottura degli equilibri istituzionali con un presidente eletto da un parlamento non riconosciuto dall'opposizione e da una presidente uscente che non vuole lasciare l'incarico ,con le piazze in ebollizione. Il partito \"Sogno georgiano\" del magnate Ivanishvili che possiede ricchezze pari al 20% del pil del paese,ha vinto le elezioni del 26 ottobre ma fra accuse di brogli e ingerenze esterne l'esito elettorale non è stato riconosciuto dalle opposizioni. Il rinvio del percorso di adesione all'Unione Europea ha scatenato l'insofferenza di una parte del paese che vedeva in questo processo la possibilità di fuoriuscita dalla crisi economica ,la visione conservatrice del partito di governo dettata da un'agenda populista e reazionaria ha portato alla chiusura della società georgiana prima considerata aperta ed accogliente . L'ingerenze delle istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema delle ONG ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","21 Dicembre 2024","2024-12-21 16:05:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 19/12/2024- L'IMPLOSIONE DEGLI STATI NAZIONE POST COLONIALI : SIRIA E MYANMAR, CONTRACCOLPI IN GEORGIA E NEL CAUCASO EX SOVIETICO DELLA GUERRA IN EUROPA ,I FANTASMI DI GWANGJU IN COREA DEL SUD.",1734797138,[379],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[240],{"post_content":382},{"matched_tokens":383,"snippet":384,"value":385},[70,183],"si esercita attraverso il sistema \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>ONG\u003C/mark> ,la volontà della NATO di","In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. 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Il parlamento al terzo tentativo è riuscito a votare l'impeachment contro il presidente ,ora sospeso dalle sue funzioni ,bisognerà attendere la Corte Costituzionale per confermare l'incriminazione ma la composizione della stessa corte fa supporre un esito negativo.\r\n\r\nLa mobilitazione della piazza costituisce un elemento di fiducia nella presenza di anticorpi democratici nella società coreana,la memoria collettiva della sanguinosa repressione del 1980 dell'insurrezione di Gwangju ,raccontata anche nel romanzo \"Atti umani\" del premio nobel per la letteratura Hang Kang, ha sedimentato l'insofferenza per i pronunciamenti autoritari dei militari. Il sistema economico basato sui conglomerati industriali chiamati \"chaebol\" ,controllati dalle grandi famiglie impedisce al capitale coreano di essere fagocitato dalla finanza speculativa internazionale ,rimandando una realtà ancora legata a dinamiche del potere economico verticali e impermeabili ai cambiamenti di cui la sovrastrtutura politica è lo specchio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-ROSSELLA-IDEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonella De Biasi ,giornalista e scrittrice parliamo della situazione in Siria ,in particolare del \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> della Turchia nella spartizione \u003Cmark>delle\u003C/mark> sfere d'influenza nel paese in corso guardando alla posizione dell'entità curda nel Nord Est. Erdogan,apparentemente il vincitore della contesa siriana. nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto riferimento ad una supposta \"geografia del cuore\" affermando che la Turchia è più grande della Turchia con esplicito riferimento al mondo turcofono che si espande bel oltre i confini dello stato turco.\r\n\r\nDopo il passaggio dal barbiere Al Jolani cerca di vendere la sua nuova immagine ma le donne sono le sentinelle che per prime danno l'allarme sulla natura integralista del nuovo potere insediatosi con il sostegno della Turchia a Damasco . Nessuno dei protagonisti che si muovono nello scenario siriano vuole apparentementre fare gli stessi errori che fecero gli americani in Irak sciogliendo il partito Bath e l'esercito creando cosi' le condizioni per la rivolta sunnita ,ma l'integrazione \u003Cmark>delle\u003C/mark> varie milizie che si sono combattute finora in un nuovo esercito sembra un' impresa estremamente difficoltosa . L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio \u003Cmark>delle\u003C/mark> milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. La caduta di Assad ,per il \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> che ha la Siria nell'Asia occidentale è considerato da alcuni analisti come un nuovo 1989 che genera un onda sismica di destabilizzazione che rischia di coinvolgere anche l'Iran.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Simone Zoppellaro giornalista assiduo frequentatore del Caucaso ,parliamo della situazione della Georgia che si trova in una situazione di rottura degli equilibri istituzionali con un presidente eletto da un parlamento non riconosciuto dall'opposizione e da una presidente uscente che non vuole lasciare l'incarico ,con le piazze in ebollizione. Il partito \"Sogno georgiano\" del magnate Ivanishvili che possiede ricchezze pari al 20% del pil del paese,ha vinto le elezioni del 26 ottobre ma fra accuse di brogli e ingerenze esterne l'esito elettorale non è stato riconosciuto dalle opposizioni. Il rinvio del percorso di adesione all'Unione Europea ha scatenato l'insofferenza di una parte del paese che vedeva in questo processo la possibilità di fuoriuscita dalla crisi economica ,la visione conservatrice del partito di governo dettata da un'agenda populista e reazionaria ha portato alla chiusura della società georgiana prima considerata aperta ed accogliente . L'ingerenze \u003Cmark>delle\u003C/mark> istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>ONG\u003C/mark> ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]",[387],{"field":96,"matched_tokens":388,"snippet":384,"value":385},[70,183],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":190,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},{"document":391,"highlight":402,"highlights":407,"text_match":151,"text_match_info":410},{"comment_count":46,"id":392,"is_sticky":46,"permalink":393,"podcastfilter":394,"post_author":49,"post_content":395,"post_date":396,"post_excerpt":52,"post_id":392,"post_modified":397,"post_thumbnail":52,"post_title":398,"post_type":274,"sort_by_date":399,"tag_links":400,"tags":401},"57461","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-10-febbraio-2020-cpr-e-questioni-dirimenti/",[232],"Era il 1998 quando la detenzione amministrativa è stata istituita in Italia con gli allora Cpt, nati dopo le forme di campo concentrazionario improvvisate in Puglia per i massici sbarchi dai balcani, in particolar modo dall'Albania. Allora le immagini dei Tg nazionali sconvolsero buona parte del paese, svegliato bruscamente alle porte del nuovo millenio con la minaccia proclamata a reti unificate di un'invasione barbarica. Un paese, se è permesso qui usare una simile astrazione, con una coscienza ancora incuneata nell'idea di un provincialismo sentito come protettivo, in qualche modo ancora largamente ignaro di essere invece uno degli ingressi geografici dell'UE, di essere uno dei prodotti di uno Stato avanzato e ininterrotamente colonizzatore, di essere inserito con buona posizione in un'economia globale che di lì a poco avrebbe mostrato la sua faccia più truce anche nell'ultima landa del meridione. Che non si fraintenda: non si vuole qui affermare che fosse assente l'idea di uno sfruttamento massiccio e crudele, ancora troppo vicini la fame della guerra e i sopprusi nei campi o in fabbrica, ma dopo la grande sconfitta degli anni '70 il sentire della classe povera nei decenni successivi è stato assestativo, rinchiuso in una miseria percepita nelle città principali così come nelle campagne con consapevole ma rassegnata pacatezza attraverso la lente della disoccupazione strutturale, delle bricciole dello stato sociale, con una rete di relazioni ancora fittamente familiare e di conseguenza nel bene o nel male paracadute della disgrazia.\r\n\r\nErano gli anni '90 e le immagini pubblicitarie delle Ong che intervallavano sulla RAI le proiezioni di Lunedì Cinema parlavano ormai da tempo di piccoli sforzi come l'equivalente di un caffè al giorno per salvare i bambini africani immancabilmente rappresentati in lacrime, col ventre gonfio e tra le baracche d'una terra rossa. L'elemento pietistico ed esotico che caratterizzava questi spot ne svelava l'arcano: un mondo ancora peggiore esisteva ma lontano, le migrazioni verso l'Italia c'erano ma come fenomeno verso le metropoli.\r\n\r\n\r\n\r\nL'immagine della nave Vlora che approda a Bari fu uno dei simboli di un cambiamento epocale in quella mentalità da rifugio provinciale di cui si scriveva: quei mondi percepiti come terribili non erano più così lontani e l'economia globale avrebbe presto posto individui nati in diversi punti del pianeta in competizione per un tozzo di pane e la stessa commessa.\r\n\r\nL'istituzione dei Cpt da parte del governo Prodi I seguì il decorso canonico, non si parla di quello legislativo ma quello della creazione di un discorso specifico sull'immigrazione, va da sé che non potesse che essere quello che oscillava tra l'emergenza e il pericolo di cui naturalmente \"l'extracomunitario\" era portatore. La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne ai partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico delle anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa delle quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. Dimentiche del \"campo\" come uno dei dispositivi principali dell'economia di guerra in tutto il '900, queste affabulazioni teoriche rimanevano e rimangono nel quadro della ricerca della legittimità giuridica, vedendo lo Stato solo nella sua veste corta del diritto e non nell'insieme di rapporti di guerra che lo costituiscono sostanzialmente e con soluzione di continuità dal carroarmato, passando dall'anagrafe e dal lavoro, fino all'ultimo manganello.\r\n\r\nNei Centri da subito le rivolte dei reclusi, la resistenza alle deportazioni, gli scioperi collettivi e i danneggiamenti hanno distrutto più volte le strutture e di conseguenza indicato la strada per la loro scomparsa, coerentemente sempre la stessa. Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte delle strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il ruolo detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato ruolo deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i Cpr se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. Se non si capisce il Cpr come paradigma sociale, il rischio è quello di finire per supportare forme di controllo ed espulsione più \"umane\", collaborare per ottenerle, fare proposte che facciano chiudere \"il centro di detenzione\", ma che veicolino le stesse necessità repressive in altra maniera.\r\n\r\nEcco perché le critiche democratiche sui Cpt-Cie-Cpr basate sull'illegittimità della forma giuridica o sulle condizioni disumane di reclusione hanno invece negli anni assunto varie forme, fino ad arrivare alla proposta da parte di alcuni enti \"sensibili\" di co-gestione dei problemi migratori. È questo il caso di LasciateCIEntrare, Campagna fondata nel 2011 con lo scopo di testimoniare ciò che accadeva negli allora Cie e la cui collaborazione con i partiti di governo che la detenzione amministrativa l'hanno istituita e rinnovata non è mai stato nascosto, i suoi membri hanno persino stilato un documento politico dell’ottobre 2013 e pubblicato nell’opuscolo “Mai più CIE” in cui la classica critica democratica alla detenzione amministrativa perché non abbastanza umana viene accompagnata da un intero capitolo di proposte, intitolato “Per una diversa disciplina delle espulsioni”, in cui si dice che “non è sufficiente smantellare il sistema degli attuali CIE né la questione si può ridurre ad un loro miglioramento“. Proprio per questo la Campagna propone tra le altre cose di “razionalizzare le tipologie espulsive“, “incentivare forme di rimpatrio/rientro volontario“, prevedere “identificazione e allontanamento delle persone pericolose” studiando “modalità di identificazione e predisposizione dei documenti necessari all’accompagnamento durante l’esecuzione della pena (in carcere o nelle differenti forme di espiazione)“.\r\n\r\nLa strada per un mondo senza Cpr non è una strada di espiazione o di gironi infernali alternativi, non è una campagna culturale che utilizza delegazioni di politici come strumento di conoscenza di ciò che accade dentro, interviste giornalistiche come mezzo di diffusione, ma soprattutto non è una strada che ha come obiettivo il riconoscimento da parte dell'autorità della disumanità di certi luoghi. La strada per un mondo senza Cpr è quella in grado di sostenere realmente il \"fuoco al Cpr\".\r\n\r\nA Macerie su Macerie una compagna romana ci raccontacome in contesti di lotta si insinuano e agiscono enti istituzionali come LasciateCIEntrare:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/msm-10-feb.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2020","2020-02-12 20:23:26","Macerie su Macerie - 10 febbraio 2020. Cpr e questioni dirimenti",1581538940,[],[],{"post_content":403},{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":406},[70,130],"90 e le immagini pubblicitarie \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>Ong\u003C/mark> che intervallavano sulla RAI le","Era il 1998 quando la detenzione amministrativa è stata istituita in Italia con gli allora Cpt, nati dopo le forme di campo concentrazionario improvvisate in Puglia per i massici sbarchi dai balcani, in particolar modo dall'Albania. 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L'elemento pietistico ed esotico che caratterizzava questi spot ne svelava l'arcano: un mondo ancora peggiore esisteva ma lontano, le migrazioni verso l'Italia c'erano ma come fenomeno verso le metropoli.\r\n\r\n\r\n\r\nL'immagine della nave Vlora che approda a Bari fu uno dei simboli di un cambiamento epocale in quella mentalità da rifugio provinciale di cui si scriveva: quei mondi percepiti come terribili non erano più così lontani e l'economia globale avrebbe presto posto individui nati in diversi punti del pianeta in competizione per un tozzo di pane e la stessa commessa.\r\n\r\nL'istituzione dei Cpt da parte del governo Prodi I seguì il decorso canonico, non si parla di quello legislativo ma quello della creazione di un discorso specifico sull'immigrazione, va da sé che non potesse che essere quello che oscillava tra l'emergenza e il pericolo di cui naturalmente \"l'extracomunitario\" era portatore. La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne ai partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico \u003Cmark>delle\u003C/mark> anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa \u003Cmark>delle\u003C/mark> quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. Dimentiche del \"campo\" come uno dei dispositivi principali dell'economia di guerra in tutto il '900, queste affabulazioni teoriche rimanevano e rimangono nel quadro della ricerca della legittimità giuridica, vedendo lo Stato solo nella sua veste corta del diritto e non nell'insieme di rapporti di guerra che lo costituiscono sostanzialmente e con soluzione di continuità dal carroarmato, passando dall'anagrafe e dal lavoro, fino all'ultimo manganello.\r\n\r\nNei Centri da subito le rivolte dei reclusi, la resistenza alle deportazioni, gli scioperi collettivi e i danneggiamenti hanno distrutto più volte le strutture e di conseguenza indicato la strada per la loro scomparsa, coerentemente sempre la stessa. Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte \u003Cmark>delle\u003C/mark> strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i Cpr se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. 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È questo il caso di LasciateCIEntrare, Campagna fondata nel 2011 con lo scopo di testimoniare ciò che accadeva negli allora Cie e la cui collaborazione con i partiti di governo che la detenzione amministrativa l'hanno istituita e rinnovata non è mai stato nascosto, i suoi membri hanno persino stilato un documento politico dell’ottobre 2013 e pubblicato nell’opuscolo “Mai più CIE” in cui la classica critica democratica alla detenzione amministrativa perché non abbastanza umana viene accompagnata da un intero capitolo di proposte, intitolato “Per una diversa disciplina \u003Cmark>delle\u003C/mark> espulsioni”, in cui si dice che “non è sufficiente smantellare il sistema degli attuali CIE né la questione si può ridurre ad un loro miglioramento“. 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L'ultima trovata della sindaca Appendino? La sindaca a 5Stelle ha cacciato da chi ballava in piazza Castello. Da anni, ogni mercoledì sera, senza soldi, né organizzazione, né permessi la gente si incontrava. Qualcuno suonava le arie occitane e gli altri ballavano.\r\n\r\n\r\nNiente di più in-decoroso della gratuità. Se non fai soldi arrivano carte bollate e vigili urbani.\r\n\r\n\r\nPer un'estate a 5stelle. \r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nLa bussola nel caos. Riflessioni sulla politica della paura, le prospettive di lotta e autogestione. Ne abbiamo parlato con Massimo Varengo autore di un articolo appena uscito su A rivista\r\n\r\n \r\n\r\nLa guerra nel Mediterraneo. Riflessioni su ONG, Africa, ruolo dell'ENI, politiche neocoloniali...\r\nNe parliamo con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'università di Palermo\r\n\r\n \r\n\r\nUn cielo senza stelle. I No Tav, la fascinazione della delega, la forza dell'azione diretta\r\n\r\n \r\n\r\nQuando la sinistra è il problema e non la soluzione. Un articolo Raul Zibechi sull'america latina uscito sul settimanale Umanità Nova\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 luglio\r\nore 10 Venaus \r\nI No Tav in marcia per la libertà di movimento\r\n\r\n\r\nSabato 8 luglio il movimento No Tav aveva lanciato un appello per una giornata di lotta contro i blocchi e i divieti tra Chiomonte e Giaglione.\r\n\r\n\r\nOrmai da mesi, oltre alle zone rosse stabili e straordinarie intorno all’area di cantiere, la polizia in occasione di marce notturne ha chiuso tutti gli ingressi di Giaglione, disponendosi sin sulla statale del Moncenisio, una zona lontana chilometri dalla Clarea.\r\n\r\n\r\nUn’ulteriore passo verso la totale militarizzazione dell’area.\r\n\r\n\r\nRiprenderci le strade con una manifestazione diurna, aperta, partecipata da tutti era l’obiettivo della giornata di lotta dell’8 luglio.\r\n\r\n\r\nMa non solo.\r\n\r\n\r\nDa troppo tempo si sta allargando la distanza tra la minoranza che agisce e i più che plaudono, limitandosi alle grandi marce popolari, quando il movimento si raccoglie per dimostrare che l’opposizione all’opera è forte e radicata, nonostante la repressione, i giochi della politica, il tempo che passa, la tentazione della rassegnazione.\r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione dell'8 luglio ha alluso ad una possibilità che diventa necessità ineludibile di fronte alle sfide che ci attendono.\r\n\r\n\r\nÈ tempo che la lotta, l’azione diretta siano nuovamente patrimonio di tutti.\r\n\r\n \r\n\r\nOggi ancora nei paesi vicini al cantiere, domani per bloccare e rendere ingovernabile l’intera valle.\r\n\r\n \r\n\r\nNoi eravamo presenti con uno spezzone rosso e nero.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo distribuito \"Un cielo senza stelle\", un documento sul movimento e le prospettive della lotta, in vista dell’apertura dei nuovi cantieri, che segneranno l’avvio definitivo dei lavori per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 25 luglio\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\nassemblea antimilitarista\r\n\r\n\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\n \r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","12 Luglio 2017","2018-10-17 22:58:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/images-200x110.jpeg","Anarres del 7 luglio. A Torino non si balla più, la bussola nel caos, la guerra nel Mediterraneo, i No Tav in un cielo senza stelle, i sinistri destini dell'America Latina...",1499874908,[423,424,425,426,427,428,429,430,122],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/america-latina/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/azione-diretta/","http://radioblackout.org/tag/caos/","http://radioblackout.org/tag/guerra-nel-mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/",[432,433,434,435,242,256,436,437,15],"Africa","America Latina","autogestione","azione diretta","neocolonialismo","no tav",{"post_content":439,"tags":443},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[183,86],"guerra nel Mediterraneo. 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Se non fai soldi arrivano carte bollate e vigili urbani.\r\n\r\n\r\nPer un'estate a 5stelle. \r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nLa bussola nel caos. Riflessioni sulla politica della paura, le prospettive di lotta e autogestione. Ne abbiamo parlato con Massimo Varengo autore di un articolo appena uscito su A rivista\r\n\r\n \r\n\r\nLa guerra nel Mediterraneo. Riflessioni su \u003Cmark>ONG\u003C/mark>, Africa, \u003Cmark>ruolo\u003C/mark> dell'ENI, politiche neocoloniali...\r\nNe parliamo con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'università di Palermo\r\n\r\n \r\n\r\nUn cielo senza stelle. I No Tav, la fascinazione della delega, la forza dell'azione diretta\r\n\r\n \r\n\r\nQuando la sinistra è il problema e non la soluzione. Un articolo Raul Zibechi sull'america latina uscito sul settimanale Umanità Nova\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 luglio\r\nore 10 Venaus \r\nI No Tav in marcia per la libertà di movimento\r\n\r\n\r\nSabato 8 luglio il movimento No Tav aveva lanciato un appello per una giornata di lotta contro i blocchi e i divieti tra Chiomonte e Giaglione.\r\n\r\n\r\nOrmai da mesi, oltre alle zone rosse stabili e straordinarie intorno all’area di cantiere, la polizia in occasione di marce notturne ha chiuso tutti gli ingressi di Giaglione, disponendosi sin sulla statale del Moncenisio, una zona lontana chilometri dalla Clarea.\r\n\r\n\r\nUn’ulteriore passo verso la totale militarizzazione dell’area.\r\n\r\n\r\nRiprenderci le strade con una manifestazione diurna, aperta, partecipata da tutti era l’obiettivo della giornata di lotta dell’8 luglio.\r\n\r\n\r\nMa non solo.\r\n\r\n\r\nDa troppo tempo si sta allargando la distanza tra la minoranza che agisce e i più che plaudono, limitandosi alle grandi marce popolari, quando il movimento si raccoglie per dimostrare che l’opposizione all’opera è forte e radicata, nonostante la repressione, i giochi della politica, il tempo che passa, la tentazione della rassegnazione.\r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione dell'8 luglio ha alluso ad una possibilità che diventa necessità ineludibile di fronte alle sfide che ci attendono.\r\n\r\n\r\nÈ tempo che la lotta, l’azione diretta siano nuovamente patrimonio di tutti.\r\n\r\n \r\n\r\nOggi ancora nei paesi vicini al cantiere, domani per bloccare e rendere ingovernabile l’intera valle.\r\n\r\n \r\n\r\nNoi eravamo presenti con uno spezzone rosso e nero.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo distribuito \"Un cielo senza stelle\", un documento sul movimento e le prospettive della lotta, in vista dell’apertura dei nuovi cantieri, che segneranno l’avvio definitivo dei lavori per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 25 luglio\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\nassemblea antimilitarista\r\n\r\n\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\n \r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[444,446,448,450,452,454,456,458,460],{"matched_tokens":445,"snippet":432,"value":432},[],{"matched_tokens":447,"snippet":433,"value":433},[],{"matched_tokens":449,"snippet":434,"value":434},[],{"matched_tokens":451,"snippet":435,"value":435},[],{"matched_tokens":453,"snippet":242,"value":242},[],{"matched_tokens":455,"snippet":256,"value":256},[],{"matched_tokens":457,"snippet":436,"value":436},[],{"matched_tokens":459,"snippet":437,"value":437},[],{"matched_tokens":461,"snippet":142,"value":142},[15],[463,465],{"field":96,"matched_tokens":464,"snippet":441,"value":442},[183,86],{"field":34,"indices":466,"matched_tokens":467,"snippets":469,"values":470},[261],[468],[15],[142],[142],1733921019703328800,{"best_field_score":473,"best_field_weight":154,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":46,"score":474,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"2216192770048","1733921019703328882",6637,{"collection_name":274,"first_q":27,"per_page":220,"q":27},7,["Reactive",479],{},["Set"],["ShallowReactive",482],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fyvNMjWMmESwdoZMFOLJfM2z9Jm03kTSg9C_LujaCj9A":-1},true,"/search?query=ruolo+delle+ong"]