","Sabotaggio al cantiere Tav: sentenza per Francesco, Graziano e Lucio","post",1455033245,[64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/compressore/","http://radioblackout.org/tag/francesco-graziano-lucio/","http://radioblackout.org/tag/processo-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/",[69,70,71,18],"compressore","francesco graziano lucio","processo no tav",{"post_content":73,"post_title":77,"tags":81},{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":76},[18],"Graziano e Lucio, accusati del \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> della notte tra il 13","Si è svolto oggi il processo di secondo grado contro Francesco, Graziano e Lucio, accusati del \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> della notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte. In primo grado, erano stati condannati a due anni e dieci mesi e 20 giorni, usufruendo della riduzione di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Una condanna proporzionalmente più pesante di quella inflitta a Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò,condannati a tre anni e mezzo per lo stesso episodio.\r\nIl tribunale ha confermato la sentenza di primo grado per Graziano, riducendo a due anni e due mesi la pena per Francesco e Lucio.\r\nPer l'intera mattinata davanti al tribunale si è svolto un presidio solidale La buona notizia della riduzione di 8 mesi e 20 giorni per due dei tre attivisti alla sbarra, è stata resa amara dalla conferma della condanna per Graziano.\r\nIl tribunale si è riservato di far uscire le motivazioni della sentenza entro 90 giorni.\r\nSolo allora potremo sapere le ragioni della decisione odierna del tribunale.\r\nEugenio Losco, avvocato difensore, ipotizzava che il tribunale avesse valutato in base al diverso comportamento processuale dei tre No Tav. Francesco e Lucio, come già Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò hanno rivendicato in aula la partecipazione all'azione di \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> al cantiere, Graziano aveva invece deciso di non rilasciare dichiarazioni.\r\n\r\nAscolta la diretta con Francesco prima della sentenza:\r\n\r\n2016-02-09-francesco-primadir-processo\r\n\r\nAscolta ancora Francesco, dopo la sentenza:\r\n\r\n2016-02-09-francesco-secondadir\r\n\r\nAscolta il commento dell'avvocato Eugenio Losco:\r\n\r\n2016-02-09-losco-sentenza\r\n\r\n ",{"matched_tokens":78,"snippet":80,"value":80},[79],"Sabotaggio","\u003Cmark>Sabotaggio\u003C/mark> al cantiere Tav: sentenza per Francesco, Graziano e Lucio",[82,84,86,88],{"matched_tokens":83,"snippet":69},[],{"matched_tokens":85,"snippet":70},[],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[18],"\u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark>",[92,97,100],{"field":38,"indices":93,"matched_tokens":94,"snippets":96},[30],[95],[18],[90],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":80,"value":80},"post_title",[79],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":75,"value":76},"post_content",[18],578730123365712000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":50,"score":107,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":110,"highlight":131,"highlights":152,"text_match":103,"text_match_info":162},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":50,"id":113,"is_sticky":50,"permalink":114,"post_author":53,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":56,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":61,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":128},[47],[49],"33318","http://radioblackout.org/2015/12/sabotaggio-non-terrorismo-disinnescato-lordigno-della-procura-di-torino/","La corte d'assise d'appello della Procura di Torino ha emesso ieri, poco prima delle 16, la sentenza al processo contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò. Il collegio ha approvato il giudizio di primo grado, rigettando l'accusa di attentato con finalità di terrorismo. Ai quattro No Tav è stata confermata la condanna a tre anni e mezzo per il sabotaggio al cantiere della notte tra il 13 e il 14 maggio 2013..\r\nIl procuratore generale Marcello Maddalena aveva chiesto nove anni e mezzo. \r\nMaddalena ieri mattina ha sparato le ultime cartucce. A sostegno della sua tesi anche la lettera dei quattro No Tav, che si identificavano nei passaggi salienti della lotta: dalla battaglia del Seghino all'assedio del 3 luglio 2011, passando per Venaus e la Libera Repubblica della Maddalena. \r\nAllora il movimento No Tav obbligò il governo a cancellare un progetto ormai entrato in fase esecutiva. Maddalena ha le idee chiare: chi ci è riuscito una volta potrebbe riuscirci ancora. La mera intenzione di fermare il Tav basterebbe a giustificare l’accusa di terrorismo.\r\nIn filigrana si legge la trama sottesa del tessuto argomentativo di Maddalena: tutti i No Tav sono terroristi. Chi devasta e militarizza il territorio invece difende la democrazia. Il sabotaggio di quella notte di maggio fu quindi un attacco alla democrazia, ad un sistema che legittima il diritto del governo a devastare e militarizzare il territorio.\r\nChi si mette di mezzo, chi non si rassegna al dissenso, chi pratica l’azione diretta finisce nel mirino.\r\nLa Corte d’assise ha rigettato le tesi del PM, perché è (ancora) troppo diffusa l’opinione che non si possa equiparare un sabotaggio alla diffusione del terrore.\r\nL’operazione tentata dalla Procura di Torino questa volta è fallita, ma la carta del terrorismo potrebbe essere rigiocata, se il movimento No Tav riuscisse nuovamente a mettere in difficoltà il governo, se il territorio divenisse nuovamente ingovernabile. \r\nTutti i No Tav, compresi i sette del sabotaggio del maggio 2013, intendono davvero obbligare il governo a cancellare la nuova linea veloce da Torino a Lyon dalla propria agenda. Nonostante non sia stata riconosciuta la finalità di terrorismo, resta il fatto che quattro No Tav sono stati sottratti per tre anni e mezzo alle loro vite, agli affetti, alla lotta. \r\nLa mossa più ardita della Procura torinese contro i No Tav è stata disinnescata, nonostante la discesa in campo del procuratore generale.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, uno degli avvocati dei quattro No Tav.\r\nAscolta la diretta:\r\n2015-12-22-losco","22 Dicembre 2015","2015-12-23 15:01:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/no-tav-liberi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"260\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/no-tav-liberi-300x260.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/no-tav-liberi-300x260.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/no-tav-liberi.jpg 381w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sabotaggio, non terrorismo. 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I No Tav hanno sostenuto ed appoggiato la pratica del sabotaggio del cantiere e delle ditte collaborazioniste.\r\n\r\nPer meglio decodificare le 45 pagine della sentenza della Cassazione abbiamo sentito Eugenio Losco. Eugenio è uno degli avvocati del collegio difensivo di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nlosco_cassazione","2 Luglio 2014","2014-07-21 14:08:40","Sabotaggio, non terrorismo. 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La prima guerra mondiale ha visto impegnate officine, manifatture, grandi e piccole aziende in una mobilitazione industriale senza precedenti. Non solo grandi commesse per armi e munizioni, industrie metallurgiche e grande cantieristica, ma l’intero tessuto economico, capillarmente votato alla produzione di morte, tra maglifici, calzaturifici, stabilimenti chimici, zuccherifici, cartiere, aziende agricole, produttori di carne in scatola, stabilimenti meccanici impegnati nella produzione di vanghe, piccozze, filo spinato, caffettiere, viti, bulloni.\r\n\r\nOggi in Italia l'industria della guerra, come abbiamo più volte ripetuto, è pienamente integrata nella filiera produttiva statunitense. Accanto ai grandi players, Leonardo e Fincantieri, Avio Aero, Thales Alenia, MBDA, Iveco Defence, ELT, Rheinmetall, Beretta, Fiocchi, esiste un inestricabile tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese, alcune delle quali solo recentemente, grazie a finanziamenti pubblici ed europei, si sono riconvertite alla produzione bellica. Notizia della scorsa settimana è che la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) è pronta a rivedere il suo raggio d’azione, come richiesto dai leader dell’Ue, attraverso l’aggiornamento della definizione di tecnologia a duplice uso civile e militare, così da erogare più prestiti a sostegno delle piccole e medie imprese del settore.\r\n\r\nNonostante sia difficile immaginare una crescita significativa ed autonoma della piccola industria italiana nelle tecnologie belliche, perchè le principali acquisizioni di armamenti e nuovi sistemi d’arma da parte delle Forze Armate italiane continueranno a essere caratterizzate da importazioni di prodotti dagli Usa e dai principali Stati europei, la presenza di impianti produttivi di piccola taglia, spesso a conduzione familiare, si rivela un elemento interessante per chi desidera inceppare la macchina della guerra partendo da qui. Ad esempio nel 2016 il produttore americano Pratt & Whitney ha scelto quattro aziende italiane, di cui due torinesi, per una fornitura di componenti per i motori dei caccia F35. Tra queste la Mepit, piccola azienda di Settimo Torinese con meno di 50 dipendenti, che tutt'oggi esporta materiali d'armamento. Un invito a studiare approfonditamente i contesti produttivi locali.\r\n\r\nIn questo quadro di mobilitazione bellica totale - macchine, carne da macello, propaganda - è però evidente uno scarto tra proclami ed intenzioni ed la realtà. Basti pensare all’esaurimento delle scorte di munizioni della Nato. Il generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri ha dichiarato: \"Quello che è successo ha dimostrato che l'Europa è nuda. Non abbiamo munizioni\". Nello stesso linguaggio di lorsignori, che pur perseverano nelle loro chiacchiere belliciste, emerge chiaramente l'inadeguatezza militare e che la guerra non può essere un’opzione per l’Europa. Tuttavia, lo Stato è pronto a distruggere la società.\r\n\r\nNe parliamo con Antonio Mazzeo, antimilitarista, con cui torniamo anche sulla questione della logistica e mobilità militare, dato il recente accordo tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana, oltre al finanziamento UE di tre progetti strategici per la Schengen militare: Binasco, Genova e La Spezia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/mazzeo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE' l'occasione anche per una diretta da Genova, dove, in occasione della chiamata internazionale per il blocco della logistica ed economia di guerra del 15 aprile, alcuni compagnx hanno fatto visita ai supermercati Carrefour, multinazionale complice del genocidio in Palestina. 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Lunedì 12 a Torino si è svolta un’assemblea informativa.\r\nGiovedì 15 alle 9 presidio all’aula bunker delle Vallette\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, uno degli avvocati del collegio difensivo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013-10-13-losco\r\n\r\nDi seguito il comunicato di solidarietà del Movimento No Tav.\r\n\r\nIl 15 ottobre comincia il processo d’appello contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, condannati in primo grado a tre anni e mezzo per il sabotaggio al cantiere della Maddalena del 14 maggio 2013. Quell’angolo di Val Susa è una fortezza con truppe ed armi da guerra. Quella notte l’imponente apparato di sicurezza venne colto alla sprovvista. Un compressore prese fuoco.\r\nUn piccolo smacco che il governo e la magistratura non erano disposti a tollerare. Il movimento No Tav fece proprio quel sabotaggio, tassello in una lotta popolare nella quale tutti sono protagonisti.\r\nLa Procura di Torino si è assunta il compito di regolare i conti con i No Tav. L’accusa di terrorismo contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata la punta di un iceberg di processi e condanne ad altissima velocità.\r\nIl processo del “compressore” si basa sull’articolo 280.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia stato ferito nessuno, i No Tav sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai dei cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n\r\nCome si trasforma un'azione di sabotaggio in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexties, l'ultima incarnazione, del 270, l'articolo che descrive i reati associativi di natura politica.\r\n\r\nQuesta legge potrebbe essere usata contro chiunque provi a contrastare una decisione del governo.\r\nL’accusa di terrorismo potrebbe essere fatta a qualunque movimento di lotta.\r\nDiversi giuristi, non sospettabili di simpatie No Tav, dissentirono pubblicamente con l’allora procuratore capo, Giancarlo Caselli, che chiuse in anticipo la sua carriera.\r\nLo scorso dicembre la corte d’assise smontò le tesi della Procura torinese, ribadendo il pronunciamento della Cassazione che aveva giudicato incongrua l’accusa di attentato con finalità di terrorismo, dal quale i quattro No Tav sono stati assolti. 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Lunedì 12 a Torino si è svolta un’assemblea informativa.\r\nGiovedì 15 alle 9 presidio all’aula bunker delle Vallette\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, uno degli avvocati del collegio difensivo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013-10-13-losco\r\n\r\nDi seguito il comunicato di solidarietà del Movimento No Tav.\r\n\r\nIl 15 ottobre comincia il processo d’appello contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, condannati in primo grado a tre anni e mezzo per il \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> al cantiere della Maddalena del 14 maggio 2013. Quell’angolo di Val Susa è una fortezza con truppe ed armi da guerra. Quella notte l’imponente apparato di sicurezza venne colto alla sprovvista. Un compressore prese fuoco.\r\nUn piccolo smacco che il governo e la magistratura non erano disposti a tollerare. Il movimento No Tav fece proprio quel \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark>, tassello in una lotta popolare nella quale tutti sono protagonisti.\r\nLa Procura di Torino si è assunta il compito di regolare i conti con i No Tav. L’accusa di terrorismo contro Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata la punta di un iceberg di processi e condanne ad altissima velocità.\r\nIl processo del “compressore” si basa sull’articolo 280.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia stato ferito nessuno, i No Tav sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai dei cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n\r\nCome si trasforma un'azione di \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexties, l'ultima incarnazione, del 270, l'articolo che descrive i reati associativi di natura politica.\r\n\r\nQuesta legge potrebbe essere usata contro chiunque provi a contrastare una decisione del governo.\r\nL’accusa di terrorismo potrebbe essere fatta a qualunque movimento di lotta.\r\nDiversi giuristi, non sospettabili di simpatie No Tav, dissentirono pubblicamente con l’allora procuratore capo, Giancarlo Caselli, che chiuse in anticipo la sua carriera.\r\nLo scorso dicembre la corte d’assise smontò le tesi della Procura torinese, ribadendo il pronunciamento della Cassazione che aveva giudicato incongrua l’accusa di attentato con finalità di terrorismo, dal quale i quattro No Tav sono stati assolti. 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Maddalena vuole sparare tutte le cartucce per ottenere una condanna per terrorismo.\r\nMaddalena non si gioca una carriera giunta ormai al termine, ma rischia, se sconfitto, di non chiudere in bellezza.\r\nCercherà di far sentire ai magistrati tutto il suo peso .\r\nIl processo, inizialmente fissato in tribunale, è stato spostato nell’aula bunker delle Vallette, dove si era già celebrato quello di primo grado. Un ulteriore segnale del carattere speciale dei processi ai No Tav.\r\nIl processo alla 'ndragheta, in cui sono alla sbarra imprenditori, che hanno lavorato anche nel cantiere Tav, si svolge in contemporanea ma in sordina all'interno delle comode aule del tribunale Caccia, nonostante dalle intercettazioni, diffuse da alcuni organi di stampa, siano emersi i nomi di esponenti del partito democratico, che si sarebbero impegnati a sostenere l’ingresso di ditte fallite e colluse nel cantiere della Maddalena. Questa volta qualche pesce piccolo è rimasto imbrigliato nella rete della magistratura, ma i politici che li avrebbero sostenuti continuano le loro carriere nelle istituzioni e nella società che costruisce il Tav. Niente di cui stupirci. Legge Obiettivo, Sblocca Italia sono state inventate per rendere più agili, veloci le grandi opere, senza l’impiccio di qualche normativa di controllo o tutela.\r\n\r\nI processi ai No Tav sono processi contro ciascuno di noi. Con Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è alla sbarra tutto il movimento.\r\nIn questi anni di lotta durissima e di durissima repressione, non abbiamo mai accettato di trasformarci in meri testimoni dello scempio, perché siamo un movimento di resistenza attiva, perché le barricate, i sabotaggi, le occupazioni dell’autostrada, i blocchi alle trivelle, li abbiamo fatti tutti, chi in prima fila, chi impastando la polenta, chi ricostruendo un presidio bruciato.\r\nSiamo tutti colpevoli. 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Ricordiamo che per loro l'accusa di terrorismo non è stata neppure formulata.\r\n\r\nAscolta la diretta di stamattina:\r\n\r\n2014.09.25-losco","25 Settembre 2014","2014-11-03 22:55:00","Prigionieri No Tav: scadenze e prospettive dopo le dichiarazioni dei 4",1411648885,[302,303,304,305,306,307,308,67],"http://radioblackout.org/tag/14-maggio-2013/","http://radioblackout.org/tag/4-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/6-ottobre/","http://radioblackout.org/tag/aula-bunker/","http://radioblackout.org/tag/chiara-claudio-mattia-niccolo/","http://radioblackout.org/tag/dichiarazioni/","http://radioblackout.org/tag/riesame/",[310,311,312,31,313,314,315,18],"14 maggio 2013","4 no tav","6 ottobre","chiara claudio mattia niccolò","dichiarazioni","riesame",{"post_content":317,"tags":321},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[18],"Chiara al processo per il \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> al cantiere di Chiomonte, abbiamo"," \r\n\r\nAll'indomani delle orgogliose e toccanti dichiarazioni di Mattia, Claudio, Niccolò e Chiara al processo per il \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> al cantiere di Chiomonte, abbiamo chiesto all'avvocato Eugenio Losco alcune valutazioni sul prosieguo del dibattimento e sulle prospettive per i quattro, anche in vista del tribunale del riesame del 6 ottobre che deve rivedere le misure cautelari alla luce della caduta dell'accusa di terrorismo.\r\n\r\nAppare quantomeno \"inopportuno\" il fatto che, dopo uno slittamento di tre volte della data, il 6 ottobre il collegio del riesame sia lo stesso del 9 gennaio scorso, ovvero quello che accolse in toto le accuse di terrorismo confezionate dal Padalino-Rinaudo e poi cadute in Cassazione.\r\n\r\nDopo il riesame il processo in corte d'Assise riprenderà il 9 ottobre, e dopo le ammissioni dei quattro i tempi (o le udienze) diminuiranno.\r\n\r\nPer gli altri tre No Tav in carcere, Francesco, Lucio e Graziano (quest'ultimo da poco in carcere a Vigevano, con una situazione un pò migliore rispetto all'isolamento totale di Lecce), è stato depositato un ricorso in Cassazione contro il tribunale del riesame che a luglio aveva confermato la detenzione. 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Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assunse come propria.\r\nLa Procura si avvale di un articolo del codice che stabilisce che chi si oppone attivamente ad una decisione del governo è un terrorista.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di \u003Cmark>sabotaggio\u003C/mark> dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon la logica della Procura gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi.\r\n\r\nBanditi, ribelli, partigiani della libertà",{"matched_tokens":431,"snippet":432,"value":432},[79],"\u003Cmark>Sabotaggio\u003C/mark>. 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Negli ultimi giorni sono scesi in campo anche intellettuali e storici, che rileggono gli eventi di oggi con la lente distorta di una narrazione che trascolora nel mito. Il mito degli anni di “piombo”, degli “antimoderni” moti luddisti, della perdita di consenso di avanguardie che scelgono la lotta armata.\r\nScomodare un termine ingombrante come “terrorismo” è normale per tanti giornalisti e commentatori politici. Il paragone tra la lotta armata di trent’anni fa e la resistenza No Tav ne è la pietra miliare.\r\nDa quando i PM Padalino e Rinaudo il 29 luglio hanno accusato una dozzina di ragazzi di associazione a scopo terroristico, affibbiandogli l’articolo 180 del codice, gli scritti su questo tema si sono moltiplicati. Le iniziative di lotta estive li hanno scatenati. Nella loro lente deformante sono finite le passeggiate di lotta in Clarea, i sabotaggi, i blocchi, persino la marcia simbolica degli over 50, simbolo del legame tra le generazioni, del filo robusto che lega tutti gli attivisti in una lotta in cui ogni tassello si incastra nel mosaico deciso collettivamente. I sabotaggi delle ultime settimane verso ditte collaborazioniste – spesso aziende stracotte, plurifallite, in odore di mafia – li hanno scatenati definitivamente.\r\nIn piena sintonia con i media la Procura torinese ha ordinato perquisizioni e limitazioni della libertà con scadenza sempre più ravvicinata. Ultimi i tre No Tav arrestati con l’accusa di violenza privata – ma la Procura voleva infilarci anche la tentata rapina – perché, secondo Erica De Blasi, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, avrebbero fatto parte del folto gruppo di No Tav che avevano smascherato l’inganno con cui si era infiltrata nella manifestazione degli over 50. De Blasi si era finta una manifestante ed aveva scattato foto che, per sua stessa ammissione, erano destinate alla Digos. Per quest’episodio insignificante è stata scomodata la libertà di stampa, dimenticando che questa “giornalista” era venuta meno alla sua stessa deontologia professionale, ponendosi al servizio della polizia.\r\nNella guerra mediatica scatenata contro il movimento No Tav si inserisce il dossier uscito proprio sul quotidiano “la Repubblica” il 12 settembre.\r\nLo storico Salvadori tenta una genealogia della pratica del sabotaggio, ricostruendo la vicenda del movimento che, tra il 1811 e il 1816, scosse l’Inghilterra. La pratica della distruzione delle macchine viene descritta da Salvadori come una sorta di disperata resistenza alla miseria frutto delle nuove tecnologie produttive, che riducevano il bisogno di manodopera. 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Il pezzo di Crainz si apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) Tav in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo si caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. 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Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto si fa sempre regola, quando qualcuno si ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No Tav. 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Fuori da ogni intento apologetico, la lettura dei testi contenuti in questa pubblicazione può fornire alcuni spunti di riflessione sulle possibili prospettive anti-politiche di una lotta contro l’istituzione carceraria, che non si può concepire senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Os-Cangaceiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 08 ore 08,30 - Per un pugno di terra. Land grabbing e Africa 43 minuti [Radio Cane]: Dopo averci guidato tra le ambizioni militari che convergono sul Sahel e averci raccontato di come i cavi sottomarini di internet tracciano nuove vie strategiche nel mediterraneo, Daniele Ratti conclude, con questa terza e ultima puntata, un breve ciclo di approfondimento dedicato alla competizione globale attorno al continente africano. Qui si affronta il fenomeno del “land grabbing” – o accaparramento di terra – che nell’ultimo decennio almeno ha assunto proporzioni gigantesche e forme inedite, anche grazie ad un nuovo tipo di agricoltura speculativa che trasforma il modo di estrarre profitto dalla terra e “distrugge nell’intimo” i rapporti locali tra popolazioni e ambiente. Daniele Ratti\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Land-grabbing-Daniele-Ratti_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 09 ore 08,30 - San Basilio 8/9/1974 30 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nRicordo di una battaglia che tra il 5 e l’8 Settembre del ’74 coinvolse l’intero quartiere di San Basilio, e non solo, in una dura lotta di strada contro governo e polizia. Un ricordo vivido nel suo significato più indimenticabile: fu una ribellione giusta in cui nessuno chinò la testa; e allo stesso tempo un ricordo cangiante rielaborato attorno a piccoli dettagli e aneddoti consegnati ad un’oralità fluttuante come la memoria\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/San-Basilio-8_9_1974_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 11 ore 09,30 - Psychotronic Radio vol.9 44 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PSYCHOTRONIC-RADIO-VOL-9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 11 ore 20,30 - La perla di Labuan - Cinzia pt.1 32 minuti [La perla di Labuan, Radio Blackout]: “Una bella doccia calda per lavarsi via di dosso gli sguardi di disapprovazione.” Nel 1989 Leo Ortolani crea Rat-Man che crede di essere un super-eroe pur essendo piuttosto maldestro e sgraziato. Rat-Man ha un’amica che si chiama Cinzia, ama i completini leopardati e i tacchi a spillo, ed è un trans, il suo nome anagrafico è Paul. In breve tempo Cinzia guadagna sempre più spazio fino alla graphic novel edita nel 2018 da Bao Publishing. “Torni quando ha concluso il suo percorso. La nostra azienda ha bisogno di persone che abbiano trovato il loro equilibrio.” Cinzia ci racconta i mille ostacoli della sua condizione. “Se pensate che essere dei transessuali sia un problema, allora non avete mai avuto veramente un problema. 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Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? 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\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 8,30 - Sfruttamento settore alberghiero 22 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nInchiesta e testimonianze sullo sfruttamento nel settore alberghiero e del lusso\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sfruttamento-settore-alberghiero_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 11,30 - Os Cangaceiros 11 minuti [Porfido]:\r\n\r\nTeoria e pratica di lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni ’80. Fuori da ogni intento apologetico, la lettura dei testi contenuti in questa pubblicazione può fornire alcuni spunti di riflessione sulle possibili prospettive anti-politiche di una lotta contro l’istituzione carceraria, che non si può concepire senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Os-Cangaceiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 12 - Ruanda 1994 26 minuti [Radio blackout, Radio kalakuta]:\r\n\r\nA 30 anni dal genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati raccontiamo gli\r\nantefatti della colonizzazione belga che ha seminato l’odio etnico e le\r\nresponsabilita’ dei francesi nel sostegno al governo dell’hutu power .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Ruanda-1994_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 17 ore 8,30 - Lettera di Samah Jabr su massacro a Gaza 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone”.\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro “Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione” e “Sumud. Resistere all’oppressione” editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Lettera-Samah-Jabr-su-massacro-a-Gaza-tradotta_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 18 ore 8,30 - Report su AI e confini 22 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nEstratti dalle puntate del 17 e 24 luglio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:\r\n\r\nSi è recentemente tenuto un incontro internazionale – curato da Statewatch e EuroMed Rights – sulle frontiere tecnologiche della Fortezza Europa.\r\n\r\nAscoltiamo alcuni contributi inviatici da Antonella Napolitano, curatrice del report Artificial intelligence: the new frontier of the EU’s border externalisation strategy nei quali si affronta la dimensione economica, tecnologica, ma anche di eccezione normativa e morale, che caratterizza le evoluzioni della War on Migrants.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/BH_ai-borders_20min.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 8,30 - Escartoun, la federazione delle libertà 23 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nItinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi Occidentali.\r\n\r\nNel 1713 il Trattato di Utrecht pone fine alla vicenda storica della Confederazione degli Escartons. Formalmente nata nel 1343 con la Grande Charte des Libertès Briançonnaises, essa è in realtà il culmine di un’organizzazione secolare di comunità federate tra loro, eredi di una millenaria resistenza che oppone i montanari delle Alpi ai poteri che si sono susseguiti nei tentativi di “pacificare” e “normalizzare” un territorio ribelle, sempre in lotta a difesa della propria autonomia. Un cammino incompiuto, come dimostra la resistenza che in Valsusa continua; una resistenza che oggi, confrontandosi con i propri precedenti passi, non può che acquistare ulteriore consapevolezza e forza per le battaglie presenti e per quelle a venire.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Escarton-radio-alpi-libere_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 13,30 - San Basilio 8/9/1974 29 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nRicordo di una battaglia che tra il 5 e l’8 Settembre del ’74 coinvolse l’intero quartiere di San Basilio, e non solo, in una dura lotta di strada contro governo e polizia. Un ricordo vivido nel suo significato più indimenticabile: fu una ribellione giusta in cui nessuno chinò la testa; e allo stesso tempo un ricordo cangiante rielaborato attorno a piccoli dettagli e aneddoti consegnati ad un’oralità fluttuante come la memoria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/San-Basilio-8_9_1974_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 20,30 - Quelli della THC Blob 40 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl meglio di “Quelli della THC” remixato per il vostro sballo ma anche per la vostra cura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Quelli-della-THC-Blob_40mp3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.3 26 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_3Tullio-Togni_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 19,30 - Con gli insorti Naxaliti pt.1 24 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nBenvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile…\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_1@radio-alpi-libere_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 20,30 - Con gli insorti Naxaliti pt.2 32 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_2@-radio-alpi-libere.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 ore 10 - Cinema Underground: Antonio Margheriti 18 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nAnthony M. Dawson,regista,sceneggiatore ed effettista. Un maestro dei generi del cinema italiano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CinemaUndergroundAntonioMargheriti_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 ore 13,30 - Maggot Brain 23 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento dedicato all’album dei Funkadelic uscito nel 1971.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Maggot-Brain_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","15 Aprile 2024","2024-04-21 17:04:44","Black Holes dal 15 al 21 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Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 h 12 - La resistenza nelle fabbriche di Lucento e Vallette (123 minuti) [Frittura Mista|Radio Fabbrica]: Puntata di approfondimento sulla storia partigiana. Di seguito l'elenco degli argomenti trattati:\r\n\r\n \tIntervista radiofonica a Pier Milanese regista di Figli dell’officina, che ha ispirato e tratto il nostro progetto radiofonico\r\n \tPrima lettura su contesto urbanistico/sociale/industriale di Torino e cintura\r\n \tPrimo audio estratto da figli dell’officina sul contesto sociale\r\n \tSeconda lettura sul contesto storico e della fabbrica, nello specifico officine Savigliano\r\n \tSecondo audio estratto da figli dell’officina su Fabbrica ai tempi di guerra e scioperi\r\n \tTerza lettura sulle Squadre d’Azione Patriottica - SAP\r\n \tTerzo audio estratto da figli dell’officina sulle Squadre d’Azione Patriottica - SAP\r\n \tIntervista in diretta allo storico Corrado Borsa che introduce l’ultimo audio sui partigiani: Ilio Baroni, Sergio Bellone, Cornelia Benissone, Edi Franchetti\r\n \tQuarto audio estratto da figli dell’officina sulla liberazione\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/La-resistenza-nelle-fabbriche-di-Lucento-e-ValletteFritturaMista20042021_123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 10 h 8.30 - Os Cangaceiros. Un crimine chiamato libertà (11 minuti) [Porfido]: Teoria e pratica di lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni ’80. Fuori da ogni intento apologetico, la lettura dei testi contenuti in questa pubblicazione può fornire alcuni spunti di riflessione sulle possibili prospettive anti-politiche di una lotta contro l’istituzione carceraria, che non si può concepire senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Os-Cangaceiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 11 h 8.30 - San Basilio 8/9/1974 (29 minuti) [Radio Cane]: Ricordo di una battaglia che tra il 5 e l’8 Settembre del ’74 coinvolse l’intero quartiere di San Basilio, e non solo, in una dura lotta di strada contro governo e polizia. Un ricordo vivido nel suo significato più indimenticabile: fu una ribellione giusta in cui nessuno chinò la testa; e allo stesso tempo un ricordo cangiante rielaborato attorno a piccoli dettagli e aneddoti consegnati ad un’oralità fluttuante come la memoria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/San-Basilio-8_9_1974_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 h 8.30 - Sfruttamento settore al berghiero (22 minuti) [Radio Cane]: Inchiesta e testimonianze sullo sfruttamento nel settore alberghiero e del lusso\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sfruttamento-settore-alberghiero_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 h 13.30 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia (31 minuti) [Bello come una prigione che brucia]: La privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 h 21 - Lettera Samah Jabr su massacro a Gaza (11 minuti) [Radio Blackout]: \"Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell'occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l'anima di chi vi si oppone\".\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro \"Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione\" e \"Sumud. Resistere all'oppressione\" editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Lettera-Samah-Jabr-su-massacro-a-Gaza-tradotta_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 h 10 - Markadè un punk a New York (25 minuti) [Radio Blackout]: 1972-1982. Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Markadè-un-punk-a-New-York_25-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 h 20 - Land grabbing Daniele Ratti [Titolo originale: Per un pugno di terra. Land grabbing e Africa] (42 minuti) [Radio Cane]: Dopo averci guidato tra le ambizioni militari che convergono sul Sahel e averci raccontato di come i cavi sottomarini di internet tracciano nuove vie strategiche nel mediterraneo, Daniele Ratti conclude, con questa terza e ultima puntata, un breve ciclo di approfondimento dedicato alla competizione globale attorno al continente africano. Qui si affronta il fenomeno del “land grabbing” – o accaparramento di terra – che nell’ultimo decennio almeno ha assunto proporzioni gigantesche e forme inedite, anche grazie ad un nuovo tipo di agricoltura speculativa che trasforma il modo di estrarre profitto dalla terra e “distrugge nell’intimo” i rapporti locali tra popolazioni e ambiente.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Land-grabbing-Daniele-Ratti_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 h 10 - Spinoza Pi Trentotto (11 minuti) [Radio Cane]\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Spinoza-Pi-Trentotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 h 18 - Racconti ovali parte 2 (William, Emily e Nigel tra palla ovale e rottura del pregiudizio) (34 minuti) [Luca Wallace Costello]: Incontriamo il leggendario gesto di William Webb Ellis che diede origine al gioco del Rugby, la storia e le difficoltà della prima giovane 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Yvette Cooper è passata con una maggioranza quasi assoluta.\r\n\r\nIl governo Laburista di Starmer applica per la prima volta la legge antiterrorismo del 2000 per mettere al bando un movimento... mentre un neonato “Yvette Cooper Group” rivendica azioni dirette giocando con la possibile messa al bando della responsabile degli Interni britannica.\r\n\r\nLa stretta repressiva contro Palestine Action ha cambiato registro dopo il sabotaggio messo in atto alla base RAF di Brize Norton, centro operativo collegato a quello di Akrotiri (Cipro) da cui partono i velivoli britannici direttamente coinvolti in missioni di ricognizione e rifornimento a supporto del genocidio messo in atto da Israele.\r\n\r\nMa i legami tra l’apparato politico britannico e quello tecnomilitare israeliano sono molto più articolati, come descritto da un’inchiesta di DeclassifiedUK.\r\n\r\nIn conclusione, i ripetuti attacchi sferrati dal Mossad contro la Corte Penale Internazionale potrebbero includere anche i recenti 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