","Strapotere jihadista in Sahel o speranze della diffusione delle lotte sudanesi?","post",1591963975,[65,66,67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/al-qaida-nel-maghreb/","http://radioblackout.org/tag/boko-haram/","http://radioblackout.org/tag/burundi/","http://radioblackout.org/tag/droukdel/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/nigeria/","http://radioblackout.org/tag/nkurunziza/","http://radioblackout.org/tag/sahel/",[74,38,75,76,23,36,77,15],"al Qaida nel maghreb","burundi","Droukdel","nkurunziza",{"post_content":79,"post_title":84,"tags":87},{"matched_tokens":80,"snippet":82,"value":83},[81],"Sahel","Negli ultimi giorni il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> e i territori limitrofi hanno","Negli ultimi giorni il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> e i territori limitrofi hanno registrato una recrudescenza di violenze quotidiane (i femminicidi in Nigeria), uccisioni (stragi e razzie attribuite a Boko Haram a Gobio nel distretto di Maidoguri), catture (Kushayb, il leader degli Janjiaweed, i diavoli a cavallo braccio armato di al Bashir in Sudan); fino ad arrivare alla improvvisa morte di Pierre 'Nkourunziza, presidente del Burundi da quasi un ventennio controllato dal suo regime, dove la sua scomparsa può apportare cambiamenti nell'area dei Grandi Laghi: o una maggiore repressione, o una qualche apertura in chiave sudanese, dove ora non vigono più sanzioni e forse lo sviluppo può passare oltre la gomma arabica.\r\n\r\nL'area, che coinvolge anche la Libia e gli interessi internazionali nascosti da quel conflitto, è in ebollizione per il fenomeno del jihadismo, rappresentato dallo scontro fortissimo tra i due macro-brand (Isis e al Qaida), che stanno pubblicizzando il covid come un'arma di Allah; e dalle contromisure di potenze globali, in primis la Francia (attivissima nell'area del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> – come dimostra l'uccisione in Mali di Droukdel, il leader algerino di al Qaida nel Maghreb) che ha realizzato un'alleanza per il controllo del territorio al confine tra Niger e Mali con l'Italia (operazioni militari volte a contrastare l'emigrazione); una strategia di coalizione franco-italiana in funzione antiturca nella vicina Libia, dove peraltro si trovano ufficialmente tutti ad appoggiare l'attuale vincitore Serraj.\r\n\r\nIl tutto scorre su un quadro generale che vede le popolazioni dedite ad attività che nel loro sviluppo postcoloniale sottraggono le risorse a disposizione l'una all'altra: acqua e territori sono disputati da allevatori e coltivatori e i contrasti vengono sfruttati dai differenti gruppi affiliati al jihad e in assenza di strutture di welfare le popolazioni si \"devono\" rivolgere alle differenti milizie per la loro tutela.\r\n\r\nPer condensare in un'analisi coerente tutte queste notizie differenti ci siamo rivolti ad Angelo Ferrari, giornalista e scrittore esperto di Africa:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020_06_11_Ferrari-jihad-africana.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":85,"snippet":86,"value":86},[81],"Strapotere jihadista in \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> o speranze della diffusione delle lotte sudanesi?",[88,90,92,94,96,98,100,102],{"matched_tokens":89,"snippet":74},[],{"matched_tokens":91,"snippet":38},[],{"matched_tokens":93,"snippet":75},[],{"matched_tokens":95,"snippet":76},[],{"matched_tokens":97,"snippet":23},[],{"matched_tokens":99,"snippet":36},[],{"matched_tokens":101,"snippet":77},[],{"matched_tokens":103,"snippet":104},[15],"\u003Cmark>sahel\u003C/mark>",[106,111,114],{"field":39,"indices":107,"matched_tokens":108,"snippets":110},[17],[109],[15],[104],{"field":112,"matched_tokens":113,"snippet":86,"value":86},"post_title",[81],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":82,"value":83},"post_content",[81],578730123365712000,{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":51,"score":121,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":124,"highlight":158,"highlights":193,"text_match":117,"text_match_info":204},{"cat_link":125,"category":126,"comment_count":51,"id":127,"is_sticky":51,"permalink":128,"post_author":54,"post_content":129,"post_date":130,"post_excerpt":57,"post_id":127,"post_modified":131,"post_thumbnail":132,"post_thumbnail_html":133,"post_title":134,"post_type":62,"sort_by_date":135,"tag_links":136,"tags":149},[48],[50],"57306","http://radioblackout.org/2020/02/2019-moltiplicati-gli-episodi-jihadisti-nel-sahel/","Eserciti di ogni tipo, civili armati per legge in Burkina (gruppi di autodifesa nati come tutela dell'ambiente e poi diventati sostituti di autorità poliziesca e militare, molto simili a quelli che operano in Mexico contro i cartelli), missione Barkhane francese (incapace di risolvere la questione perché l'approccio non può comprendere nemmeno i segnali provenienti dal territorio, se non con l'odierno invio di nuovi 600 militari), minore coinvolgimento americano (e conseguente accentuazione di traffico di armi leggere), sfollati a milioni, migliaia di episodi di violenza jihadista e condizioni che lo esasperano (comprese quelle truppe paramilitari burkinabé che accentuano dissapori tra nomadi e stanziali); tutto converge in un califfato nero in fieri, per ora diviso in molti gruppi, nessuno dei quali probabilmente può prendere il controllo, diventandone il fulcro, alimentato dalle condizioni in cui si vive; ma anche i comitati di autodifesa sono pericolosi gruppi etnici (peule?) che si propongono come stato nello stato, fucine di combattenti mercenari pronti a tutto per le condizioni in cui si vive in Burkina o sulle coste del lago Ciad. E i primi proclami di adesione al Califfato sono stati registrati.\r\nE tutti questi traffici (con l'esempio di Agadez, centro nevralgico di ogni merce) finiranno con l'adottare la nuova moneta Eco, collegata allo yuan, visti gli interessi cinesi nell'area, o alla valuta europea dei francesi, come sostituto del Franc Cfa? Si conierà mai? e con quali partecipanti e sponsor? e quali mercati saranno interessati?\r\n\r\nAbbiamo cercato di fotografare il momento, le fazioni, le organizzazioni, i loro finanziamenti e gli eserciti impegnati; i commerci, i cambiamenti climatici, gli spostamenti di massa e gli esodi forzati; le molte trasformazioni dell'area del Sahel con Marco Cochi, docente ed esperto africanista, curatore del sito AfroFocus:\r\n\r\nCochi Sahel","6 Febbraio 2020","2020-02-06 17:53:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-300x180.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-300x180.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa.jpeg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","2019: moltiplicati gli episodi jihadisti nel Sahel",1581011596,[137,138,139,140,141,142,143,144,145,146,72,147,148],"http://radioblackout.org/tag/barkhane/","http://radioblackout.org/tag/burkina-faso/","http://radioblackout.org/tag/ciad/","http://radioblackout.org/tag/gruppi-jihadisti/","http://radioblackout.org/tag/mali/","http://radioblackout.org/tag/merci/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/milizie-burkinabe/","http://radioblackout.org/tag/moneta-africana-eco/","http://radioblackout.org/tag/niger/","http://radioblackout.org/tag/somalia/","http://radioblackout.org/tag/traffico-di-armi/",[150,151,26,152,21,153,154,155,156,18,15,34,157],"Barkhane","Burkina Faso","gruppi jihadisti","merci","migranti","milizie burkinabé","moneta africana Eco","traffico di armi",{"post_content":159,"post_title":163,"tags":166},{"matched_tokens":160,"snippet":161,"value":162},[81],"le molte trasformazioni dell'area del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> con Marco Cochi, docente ed","Eserciti di ogni tipo, civili armati per legge in Burkina (gruppi di autodifesa nati come tutela dell'ambiente e poi diventati sostituti di autorità poliziesca e militare, molto simili a quelli che operano in Mexico contro i cartelli), missione Barkhane francese (incapace di risolvere la questione perché l'approccio non può comprendere nemmeno i segnali provenienti dal territorio, se non con l'odierno invio di nuovi 600 militari), minore coinvolgimento americano (e conseguente accentuazione di traffico di armi leggere), sfollati a milioni, migliaia di episodi di violenza jihadista e condizioni che lo esasperano (comprese quelle truppe paramilitari burkinabé che accentuano dissapori tra nomadi e stanziali); tutto converge in un califfato nero in fieri, per ora diviso in molti gruppi, nessuno dei quali probabilmente può prendere il controllo, diventandone il fulcro, alimentato dalle condizioni in cui si vive; ma anche i comitati di autodifesa sono pericolosi gruppi etnici (peule?) che si propongono come stato nello stato, fucine di combattenti mercenari pronti a tutto per le condizioni in cui si vive in Burkina o sulle coste del lago Ciad. 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Soprattutto in Sahel, ma anche in alcune aree congolesi, in Nigeria, e nel Corno d'Africa si sta estendedno una ulteriore forma di colonialismo, che si va ad aggiungere a quella classica dell'Occidente e all'ingerenza militare (e adesso non solo) russa o alle infrastrutture che fungono da teste di ponte economiche per i cinesi. Il jihdismo punta a rendere pericolosi i territori, a inserirsi nelle diatribe etniche, che poi il più delle volte nascondono semplici rivalità tra allevatori, nomadi e contadini stanziali... Un panorama fosco sullo sfondo di risorse preziose, vecchie come l'oro e i diamanti, nuove come il cobalto e le terre rare, dispute su sfruttamenti di giacimenti di oro nero o bianco come l'acqua. La situazione si incancrenisce ogni giorno e gli episodi di attacchi, massacri, controllo di territorio, guerra esplicita a contingenti militari collocati a protezione delle ruberie di risorse da parte degli occidentali si moltiplicano, mentre la rete di alleanze e accordi tra network del jihad si infittiscono, in particolare nelle aree rurali.\r\n\r\nPerciò abbiamo chiesto a Marco Cochi di aiutarci a dirimere la matassa che diventa sempre più complessa quando si inseriscono i vari elementi che compongono il quadro. Marco ci ha permesso di fondarci su dati e eventi per capire un po' meglio quali motivazioni conducono alla formazione di questa miscela esplosiva (che le presenze militari o paramilitari contribuiscono a incancrenire), essendo il primo tra gli osservatori italiani ad aver colto la pericolosità di questa situazione, monitorandola costantemente nelle sue evoluzioni, alleanze, varietà locali, analizzando anche le cause (sostanzialmente la povertà e sullo sfondo narcotrafficanti e trafficanti di migranti) di questa sorta di coscrizione di giovani tra le fila dei protostati islamici. Da ultimo molto interessante ed emblematico il caso di Amadou Koufa che Cochi ci racconta a coronamento di questo esaustivo intervento sulla diffusione dell'insurgenza in ambito subsahariano:\r\n\r\nIl salto di qualità del jihadismo nel Sahel: il califfato africano\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Novembre 2019","2019-11-26 00:01:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cominciò a Nairobi 20 anni fa, ora il Sahel potrebbe diventare il nuovo Califfato",1574726459,[219,220,221,222,223,141,146,72],"http://radioblackout.org/tag/al-shabab/","http://radioblackout.org/tag/burkina/","http://radioblackout.org/tag/califfato-africano/","http://radioblackout.org/tag/jihad/","http://radioblackout.org/tag/kenya/",[225,226,227,228,229,21,18,15],"al Shabab","Burkina","califfato africano","jihad","Kenya",{"post_content":231,"post_title":235,"tags":238},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[81],"jihad colonizza l'Africa. 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Si tratta di una tra le zone più povere del mondo dove ancora oggi l'accesso ai minimi mezzi per sopravvivere è negata, dove mancano scuole e ospedali.\r\n\r\nDa tempi lontani ci sono tensioni interetniche e intraetniche legate all'accesso alle risorse del territorio che oggi sempre più marcatamente sono esacerbate dagli interessi economici che ci sono nell'area e che vedono la partecipazione attiva anche delle potenze occidentale, Francia in testa.\r\n\r\nL'escalation di violenza è data anche dall'enorme flusso di armi da guerra che filtrano nella zona che si trova proprio tra la guerra civile libica e quella del Mali, e il discorso islamista che moralizza un conflitto che ha invece interessi ben più materiali.\r\n\r\nLa Francia, ex potenza colonizzatrice, si avvale di tribù locali, per lo più tuareg, per portare avanti la lotta al \"terrorismo\". Inoltre ha interessi importanti nella zona del nord del Niger dalla quale importa l'uranio necessario alle proprie centrali nucleari e su cui quindi tenta di avere uno controllo serrato. Colpito dalla crisi del prezzo dell'uranio dopo l'incidente di Fukushima l'economia del Niger si è ristrutturata intorno ai traffici illeciti, uno su tutti quello di droga che frutta più di ogni altro e su cui l'Europa non ha interessi ad intervenire nonostante i proventi di gran parte del traffico vadano a foraggiare proprio i gruppi di guerriglia islamica.\r\n\r\nUno scenario complesso in cui è difficile districarsi eludendo le trappole della retorica del giornalismo mainstrem.\r\n\r\nAbbiamo contattato Luca Raineri, ricercatore a Pisa, esperto dell'area e collaboratore di molte testate, per provare a farci dare delle coordinate valide a cui appoggiarci per comprendere la situazione nell'area.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nSahel","6 Maggio 2018","2018-05-09 12:19:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/xmali.jpg.pagespeed.ic_.9fmzLAATef-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/xmali.jpg.pagespeed.ic_.9fmzLAATef-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/xmali.jpg.pagespeed.ic_.9fmzLAATef-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/xmali.jpg.pagespeed.ic_.9fmzLAATef.jpg 728w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tra il deserto e il Sahel",1525615769,[280,72,281],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/tuareg/",[283,15,284],"francia","Tuareg",{"post_content":286,"post_title":290,"tags":293},{"matched_tokens":287,"snippet":288,"value":289},[81],"Diamo uno sguardo al \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, a quell'area che si trova","Diamo uno sguardo al \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, a quell'area che si trova tra il Burkina, il Niger e il Mali dove si stanno accentuando le violenze tra gruppi etnici e religiosi con ricadute pesanti sulla popolazione civile. 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Colpito dalla crisi del prezzo dell'uranio dopo l'incidente di Fukushima l'economia del Niger si è ristrutturata intorno ai traffici illeciti, uno su tutti quello di droga che frutta più di ogni altro e su cui l'Europa non ha interessi ad intervenire nonostante i proventi di gran parte del traffico vadano a foraggiare proprio i gruppi di guerriglia islamica.\r\n\r\nUno scenario complesso in cui è difficile districarsi eludendo le trappole della retorica del giornalismo mainstrem.\r\n\r\nAbbiamo contattato Luca Raineri, ricercatore a Pisa, esperto dell'area e collaboratore di molte testate, per provare a farci dare delle coordinate valide a cui appoggiarci per comprendere la situazione nell'area.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Sahel\u003C/mark>",{"matched_tokens":291,"snippet":292,"value":292},[81],"Tra il deserto e il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>",[294,296,298],{"matched_tokens":295,"snippet":283},[],{"matched_tokens":297,"snippet":104},[15],{"matched_tokens":299,"snippet":284},[],[301,306,308],{"field":39,"indices":302,"matched_tokens":303,"snippets":305},[122],[304],[15],[104],{"field":112,"matched_tokens":307,"snippet":292,"value":292},[81],{"field":115,"matched_tokens":309,"snippet":288,"value":289},[81],{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":51,"score":121,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},{"document":312,"highlight":342,"highlights":372,"text_match":117,"text_match_info":380},{"cat_link":313,"category":314,"comment_count":51,"id":315,"is_sticky":51,"permalink":316,"post_author":54,"post_content":317,"post_date":318,"post_excerpt":57,"post_id":315,"post_modified":319,"post_thumbnail":320,"post_thumbnail_html":321,"post_title":322,"post_type":62,"sort_by_date":323,"tag_links":324,"tags":333},[48],[50],"69043","http://radioblackout.org/2021/05/takuba-una-missione-senza-scrupoli-ne-discussioni/","Il Sahel è un'area molto importante per l'Occidente, la Francia in particolare, viste le risorse (Uranio, petrolio) e per la collocazione che mette in collegamento il Mediterraneo maghrebino con l'Africa centrale. Ma è anche in subbuglio, perché il jihad ha buon gioco a inquadrare la miseria derivante dalla desertificazione, dalla trasformazione della proprietà della terra (monocultura e controllo delle acque) e dalle predazioni dei paesi colonialisti.\r\nDi qui la necessità di occupare in forze militarmente il territorio: la Francia già da anni ha dislocato la missione Barkhane, intervenendo in Mali, ora si avvia Takouba, una ancora più mirata missione internazionale, a cui partecipano truppe dell'esercito italiano, con regole d'ingaggio sconosciute, sotto il comando francese, e a seguito di un voto parlamentare datato e approvato su un testo fumoso inserito nel finanziamento delle spese militari all'estero, dalle quali emerge l'impegno di 200 militari, 20 carri armati e 8 elicotteri.\r\nAbbiamo preso spunto da due articoli per affrontare questo spinoso argomento: uno è una ridicola marchetta di Formiche.net, che ha intervistato Giulio Sapelli per spingere il governo italiano a una maggiore intraprendenza nel \"fare affari\", tradotto: vendere armi anche e soprattutto ai \"dittatori\" come al-Sisi, nonostante tutto, per risultare competitivi con l'assenza di scrupoli di Macron, soprattutto in Africa.\r\nInvece l'articolo serio è comparso su \"Pagineesteri.net\", lo ha firmato Antonio Mazzeo: \"Italia in Mali. Assieme ai golpisti per fermare i flussi migratori e 'stabilizzare' il Sahel\". Abbiamo sentito l'estensore di questo secondo articolo per inquadrare meglio questa \"stabilizzazione\" e già dall'inizio ha avuto modo di rassicurare Sapelli, perché ci ha fornito una informazione poco conosciuta e cioè che su quei Rafale venduti dai francesi all'Egitto verranno montati sistemi d'arma di Leonardo-Finmeccanica: cioè le due potenze coloniali collaborano sia attraverso i grossi rami d'azienda (Eni e Leonardo per l'Italia; Total e Dassault per la Francia). Macron ha potenziato enormemente il dispositivo militare dislocato in Sahel, perché la minaccia e forte quanto gli interessi, soprattutto ora che è morto Déby costituendo un nuovo motivo di preoccupazione. E la Francia è solita imporre regimi golpisti laddove vede lesi i suoi interessi da forze insorgenti, come è capitato proprio in Mali, dove si andrà a sostenere con Takouba una giunta militare, instaurata da un anno proprio dai francesi di Barkhane\r\nVengono legittimate le intrusioni europee in Sahel a difesa degli interessi predatori dalla necessità di contrastare gli uguali interessi energivori di Russia e Cina (e Turchia, che è il vero competitor italo-francese): giustificazioni per imprese militari costosissime e che servono per difendere la presenza africana (Angola, Mozambico, Nigeria) dell'Eni – oltreché per giustificare la spesa in attrezzature militari e dell'intero comparto della Difesa.\r\nI francesi hanno un numero spropositato di cacciabombardieri nell'area, una quantità di uomini che potrebbe contrastare una potenza suo pari nell'area e in quasi un decennio non è riuscita a limitare lo sviluppo di milizie e di gruppi insorgenti: la lotta al jihad è solo la foglia di fico, e dunque la crescita della sfida islamica va mantenuta per poter legittimare le missioni e imporre l'accesso al mercato africano; e non va dimenticato Biden, che ha rilanciato Africom, l'agenzia americana di penetrazione dell'Africa da parte dei militari statunitensi: è in preparazione un'esercitazione che si svolgerà in Marocco, come in finale del suo intervento ci rivela Antonio Mazzeo per illustrare la corsa di tutte le potenze grandi, medie e piccole per trasformare il continente come il più grosso mercato di armi mondiale, soprattutto proprio in Sahel.\r\n \r\n\r\nDi tutto questo e molto altro abbiamo parlato con @mazzeoantonio:\r\n\r\nAscolta \"Missioni coloniali in Sahel: tassello della guerra globale e della spartizione del mercato africano\" su Spreaker.","9 Maggio 2021","2021-05-09 16:34:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"126\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba-300x126.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba-300x126.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba-1024x431.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba-768x323.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/takuba.jpeg 1140w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Takouba, una missione senza scrupoli né discussioni",1620577747,[325,326,327,328,137,329,330,331,141,146,72,332],"http://radioblackout.org/tag/africomoutofarica/","http://radioblackout.org/tag/nowar2021/","http://radioblackout.org/tag/takouba/","http://radioblackout.org/tag/tchad/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/francafrique/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/total/",[334,335,336,337,150,338,339,340,21,18,15,341],"#africomoutofarica","#nowar2021","#takouba","#tchad","ENI","Francafrique","leonardo","Total",{"post_content":343,"tags":347},{"matched_tokens":344,"snippet":345,"value":346},[81],"Il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> è un'area molto importante per","Il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> è un'area molto importante per l'Occidente, la Francia in particolare, viste le risorse (Uranio, petrolio) e per la collocazione che mette in collegamento il Mediterraneo maghrebino con l'Africa centrale. 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Il racconto si dipana tra elezioni centrafricane e il negazionismo di Magufuli in Tanzania, evocando anche l’epilogo delle elezioni ugandesi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021_02_18_africa-tra-Biden_aree-di-guerra_di-elezioni_missioni_covid.mp3\"][/audio]","19 Febbraio 2021","2021-02-19 16:22:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"129\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-300x129.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-300x129.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-1024x439.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-768x329.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-1536x658.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-2048x878.jpg 2048w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/barkhane-takuba-100x44.jpg 100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’Africa tra aree colonizzate e conflitti locali, G5 diplomatici e diplomazia vaccinale",1613751736,[137,397,398,139,399,400,401,402,403,146,72,147,404,405,406,407],"http://radioblackout.org/tag/biden-in-africa/","http://radioblackout.org/tag/centrafrica/","http://radioblackout.org/tag/covid-in-africa/","http://radioblackout.org/tag/eritrea/","http://radioblackout.org/tag/etiopia/","http://radioblackout.org/tag/magufuli/","http://radioblackout.org/tag/museveni/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/takuba/","http://radioblackout.org/tag/tanzania/","http://radioblackout.org/tag/uganda/",[150,409,410,26,411,412,413,414,415,18,15,34,28,416,417,418],"Biden in Africa","Centrafrica","covid in Africa","Eritrea","etiopia","Magufuli","Museveni","Takuba","Tanzania","uganda",{"post_content":420,"tags":424},{"matched_tokens":421,"snippet":422,"value":423},[81],"trascorrono tra il G5 del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, alle prese con il jihad,","Questo corposo podcast può apparire impegnativo, ma la forma di eloquio di Angelo Ferrari espone gli eventi con una linearità che rende difficile interrompere l’ascolto mentre le notizie trascorrono tra il G5 del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, alle prese con il jihad, e il Corno d’Africa, una zona dove il rischio di espansione del conflitto etnico è assimilabile a quello del covid. 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Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel Sahel e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ","18 Giugno 2025","2025-06-18 17:00:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/06/2025 - LA PIEGA ETEROGENEAMENTE AUTORITARIA DEL BLOCCO AES NEL SAHEL TRA RUSSIAFRIQUE E PROFITTO A DUBAI","podcast",1750266039,[536],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[501],{"post_content":539,"post_title":543},{"matched_tokens":540,"snippet":541,"value":542},[81],"generale da quanto avviene nel \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> ci siamo tornati con Alessio","In un momento di distrazione generale da quanto avviene nel \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> ci siamo tornati con Alessio Iocchi, docente ed esperto Ispi per la regione, nel momento in cui un’inchiesta internazionale svela torture e detenzioni da parte di Africa Korps (l'erede della Wagner) in Mali. Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. 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In un intenso dibattito, con testimonianze e analisi , si è discusso dei vari aspetti che alimentano questa spirale nella regione latinoamericana, utilizzando una prospettiva ampia che ingloba la geopolitica, le migrazioni, i femminicidi e la protezione dell’ambiente. Il punto di partenza lo offre InSight Crime, che nel suo report regionale riferito all’anno scorso spiega che “nel 2023 in America Latina e nei Caraibi sono state uccise almeno 117.492 persone, con un tasso di omicidi di 20 ogni 100.000 abitanti.\r\n\r\nLa violenza nel continente latinoamericano è agita da molti attori fra i quali anche le forze repressive degli stati al soldo degli interessi dominanti , dai narcotrafficanti che ampliano i loro interessi anche nel traffico degli esseri umani gestendo i processi di migrazione e colpendo i soggetti vulnerabili, aumentano i casi di femminicidio e di violenza contro le donne conseguenza di una organizzazione della società biecamente maschilista ,si colpiscono i difensori dei diritti umani e coloro che tra le comunità native difendono i territori dalle politiche estrattiviste.\r\n\r\nNon sono mancate le riflessioni sulla “Bukelizzazione” della regione e su quanto si stia vivendo nel Salvador , dove il presidente Bukele mantiene da due anni il paese in stato di eccezione. Anche in Ecuador si registra il risultato della consultazione del 21 aprile scorso, voluta dal presidente ecuadoriano Daniel Noboa , dove la maggioranza dei votanti ha deciso di autorizzare le forze armate ad ampliare il loro raggio d’azione per pacificare con le armi il paese diventato snodo continentale del traffico di cocaina nel continente.\r\n\r\nSi parla anche del processo colombiano dove il presidente Petro incontra difficoltà nello sviluppo del suoi piano di pace totale , venendo meno le riforme strutturali promesse in campagna elettorale.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/bastioni-020524-battistessa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Edoardo Baldaro analista e conoscitore della regione parliamo del Sahel e in paritcolare del Niger dove la giunta al potere ha invitato i militari americani ad andarsene da una delle basi piu' importante della regione , dopo la partenza dei francesi rimane quale unica forza militare occidentale , il contingente italiano della missione \"Misin \" composta da circa 450 militari che al momento dopo la visita del capo dei servizi segreti italiani rimarrà sul posto in coabitazione con il contigente russo che è arrivato in Niger.\r\n\r\nApprofondiamo la natura del posizionamento delle giunte militari arrivate al potere in Sahel rispetto alla ridefinizione globale degli schieramenti in corso ,constatando un attitudine disincantata che riposiziona questi paesi come soggetti attivi e non più condizionati dai governi dei paesi ex coloniali . Dove l'aspirazione all'indipendenza dai condizionamenti delle potenze coloniali ha la possibilità di esprimersi attraverso percorsi elettorali come in Senegal ,si manifesta una forte volontà di cambiamento da parte della società civile ,senza necessariamente passare attraverso putsch militari .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-020524-EDOARDO-BALDARO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Fabiana Triburgo avvocato e operatore legale in merito alla protezione internazionale ci occupiamo della richiesta che la Corte Penale Internazionale starebbe valutando riguardo l' incriminazione del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra contro l’umanità commessi dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza . A differenza della Corte internazionale di giustizia che opera nei confronti degli stati ,la Corte penale internazionale puo' incriminare solo persone fisiche e nel caso specifico si è mossa \"motu proprio\" attraverso il procuratore generale Karim Khan .\r\n\r\nLa Palestina dal 2021 fa parte della Corte penale internazionale mentre nè Israele nè gli U.S.A. hanno sotoscritto la convenzione di Roma che nel 1998 istituiti' questo organismo , l'accusa di crimini di guerra si basa su evidenze rilevate dallo stesso procuratore Khan sul posto e da una precedente denuncia della Palestina che risale alle violenze israeliane nella Striscia di Gaza nel 2014 .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-020524-FABIANA.mp3\"][/audio]","7 Maggio 2024","2024-05-07 19:24:07","BASTIONI DI ORIONE 05/05/2024- AMERICA LATINA VIOLENZA STRUTTURALE -SAHEL IL NIGER SFRATTA GLI AMERICANI ,GLI ITALIANI RIMANGONO-LA GIUSTIZIA INTERNAZIONALE DI FRONTE AI CRIMINI DI ISRAELE.",1715109847,[536],[501],{"post_content":570,"post_title":574},{"matched_tokens":571,"snippet":572,"value":573},[81],"conoscitore della regione parliamo del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> e in paritcolare del Niger","Bastioni di Orione con Diego Battistessa approfondisce il tema della violenza in America Latina prendendo spunto da un incontro internazionale tenutosi a Madrid il 23 aprile scorso . 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Dal Senegal, squassato dalle rivolte contro il presidente, fino al Niger e al Mali, per esplorare i movimenti anticoloniali che da qualche anno soffiano nei paesi saheliani.\r\n\r\nNon è stata una legislatura facile per Macky Sall: da anni le proteste contro il suo governo infiammano il Senegal, chiedendo a gran voce un cambiamento significativo nelle politiche nazionali e nei rapporti con la Francia. Le elezioni previste per la fine di febbraio sono state inaspettate rinviate dal presidente, con conseguente scoppio di rivolte nelle strade e barricate nella capitale e nel sud del paese.\r\n\r\nCon Edoardo Baldaro, ricercatore di relazione internazionale, parleremo della nuova Alliance des États du Sahel composta da Niger, Burkina Faso, Mali e la loro uscita dalla CEDEAO. Le recenti politiche anticoloniali intraprese da questi paesi sono una svolta epocale nei rapporti con la Francia oppure sono stratagemmi per coprire derive nazionaliste?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/black-insahel-e-senegal.mp3\"][/audio]","15 Febbraio 2024","2024-02-15 23:20:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/dakar-200x110.jpg","Proteste in Senegal e anticolonialismo nel Paesi del Sahel",1708039206,[596,597,146,598],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/anticolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/senegal/",[503,600,18,601],"anticolonialismo","Senegal",{"post_content":603,"post_title":607},{"matched_tokens":604,"snippet":605,"value":606},[81],"ciò che sta accadendo in \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>. 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Riflettiano sul ruolo dell'esercito nel contesto di società in cui i corpi intermedi sono deboli, dove impera la corruzione di governi cleptocrati e la spinta al cambiamento che arriva dalle nuove generazioni viene raccolta dall'unica istituzione che è percepita come solida , nonostante la prossimità al potere corrotto e le oggettive incapacità di contenere l'insurrezione jihadista.\r\n\r\nValutiamo il contesto in cui si muove la società civile che nonostante tutto rivela una certa vivacità ed è sottoposta ad una repressione sempre più marcata ,lo sfarinamento ormai irreversibile del sistema della Françafrique e l'irruzione di nuovi attori geopolitici come la Russia,la Cina ,la Turchia che s'inseriscono nel vuoto lasciato dalla Francia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/bastioni-Baldaro-Edoardo-070923.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Christian Marazzi economista e docente universitario continuiamo la nostra riflessione sull'incipiente processo di de-dollarizzazione prendendo spunto dalla riunione dei Brics di Johannesburg in cui si è deciso l'allargamento di questo eterogeneo raggruppamento di economie che un tempo si definivano emergenti ,ad altri paesi quali Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti .\r\n\r\nOrmai questi paesi rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e stanno lavorando alla costituzione di organismi finanziari comuni allo scopo di sostituire in futuro il dollaro come valuta di riferimento aprendo scenari insondabili. Valutiamo con il nostro interlocutore la natura di questi mutamenti ,il possibile scenario del processo di de dollarizzazione,la fase critica dell'economia cinese ,le conseguenze sull'economia mondiale della guerra in Ucraina ,le prospettive della crisi di egemonia del dollaro sugli equilibri internazionali.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Marazzi_-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Settembre 2023","2023-09-09 12:36:30","BASTIONI DI ORIONE 07/09/2023- SAHEL FRA MILITARI E INSURREZIONE JIHADISTA IL PRE' CARRE' FRANCESE IN DISSOLUZIONE-ALLARGAMENTO DEI BRICS PROLOGO DELLA DEDOLLARIZZAZIONE ?",1694262990,[536],[501],{"post_content":629,"post_title":633},{"matched_tokens":630,"snippet":631,"value":632},[81],"Baldaro ricercatore e studioso del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, ci interroghiamo sulla natura dei","Bastioni di Orione riprende le trasmissioni dopo la pausa estiva e con Edoardo Baldaro ricercatore e studioso del \u003Cmark>Sahel\u003C/mark>, ci interroghiamo sulla natura dei colpi di stato che dal 2020 si sono susseguiti nell'area, ciascuno diverso dall'altro in quanto provocati da condizioni non sempre riconducibili ad uno stesso fenomeno. 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In un momento come questo è fondamentale costruire una contronarrazione che possa portare alla luce le cause storiche e materiali dei conflitti che attraversano il Sahel. \r\nIn questa puntata di Black In abbiamo ospitato Andrea de Georgio, giornalista freelance e autore del libro “Il grande gioco del Sahel - Dalle carovane di sale ai Boeing di cocaina” (Bollati Boringhieri, 2021). Attraverso la presentazione di questo libro indagheremo le diverse forze destabilizzanti all’interno della regione, prime fra tutte le politiche neocoloniali degli Stati europei, il jihadismo e il traffico di droga e di essere umani. Argomento centrale di questa puntata saranno, come sempre, i movimenti anticoloniali che si stanno diffondendo negli Stati saheliani e come essi stiano rimodellando i rapporti con la madrepatria coloniale francese, dentro e fuori il territorio africano.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/black-in-sahel.mp3\"][/audio]","11 Agosto 2023","2023-08-11 12:47:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/black-in-niger-200x110.jpg","Venti di guerra e movimenti anticoloniali nel Sahel",1691758043,[654],"http://radioblackout.org/tag/info/",[54],{"post_content":657,"post_title":661},{"matched_tokens":658,"snippet":659,"value":660},[81],"\u003Cmark>Sahel\u003C/mark>: dall’arabo sahil, una striscia di","\u003Cmark>Sahel\u003C/mark>: dall’arabo sahil, una striscia di terra e sabbia lunga 8500 kilometri che attraversa 12 stati africani. \r\n\r\nNelle ultime settimane il \u003Cmark>Sahel\u003C/mark> è tornato alla ribalta dei media nostrani, questa volta non riguardo al jihadismo o all’esternalizzazione delle frontiere europee, bensì per il colpo di stato militare avvenuto in Niger. 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Edoardo Baldaro ricercatore ed analista della situazione nel Sahel e della repressione nel Ciad ,dove la giunta militare di Mahamat Deby ha soffocato nel sangue le manifestazioni di protesta dell'opposizione con grande imbarazzo della diplomazia francese che ha sostenuto fin dall'inizio del golpe i militari ,la violenza della giunta al potere in Sudan dove le manifestazioni per ricordare il primo anniversario del golpe di Burhan che ha interrotto la transizione ,sono state duramente represse.\r\n\r\nAffrontiamo il quadro della regione del Sahel e i cambiamenti strategici nell'area con l'ingresso di attori come la Russia e la Turchia ,le ambiguità francesi e la loro politica che esercita due pesi e due misure rispetto alle giunte militari in Ciad o in Mali e Burkina Faso ,il ruolo delle élite locali nella spoliazione delle richezze di questi paesi\r\n\r\nIl brano inserito nel podcast é di un duo sudanese Rexus e Alila Doob ,musicisti che hanno sostenuto le rivolte contro Bashir e la 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