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Uno sciopero contro la guerra e l’economia di guerra.\r\nLa Flaica Cub ha lanciato una campagna nazionale contro Ikea su rappresentanza, salari e tempi di lavoro.\r\nA Torino sin dalle 6,30 è previsto un presidio che si rafforzerà alle 10. orario di apertura dell’Ikea di Collegno.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello della Flaica\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-ikea-capello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nper maggiori info:\r\nhttps://cubpiemonte.org/20-ottobre-mobilitazione-nazionale-contro-ikea/","17 Ottobre 2023","2023-10-17 13:39:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/b4b57ce0a3582370e4a9776c195da329-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/b4b57ce0a3582370e4a9776c195da329-300x168.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/b4b57ce0a3582370e4a9776c195da329-300x168.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/b4b57ce0a3582370e4a9776c195da329-768x431.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/b4b57ce0a3582370e4a9776c195da329.png 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","20 ottobre. Cattiva Ikea",1697549975,[161,162,66,163],"http://radioblackout.org/tag/flaica-cub/","http://radioblackout.org/tag/ikea/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-20-ottobre-2023/",[165,166,23,167],"flaica cub","ikea","sciopero 20 ottobre 2023",{"tags":169},[170,172,174,176],{"matched_tokens":171,"snippet":165},[],{"matched_tokens":173,"snippet":166},[],{"matched_tokens":175,"snippet":88},[23],{"matched_tokens":177,"snippet":167},[],[179],{"field":37,"indices":180,"matched_tokens":181,"snippets":183},[106],[182],[23],[88],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":49,"score":146,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":49},{"document":186,"highlight":214,"highlights":234,"text_match":102,"text_match_info":241},{"cat_link":187,"category":188,"comment_count":49,"id":189,"is_sticky":49,"permalink":190,"post_author":52,"post_content":191,"post_date":192,"post_excerpt":55,"post_id":189,"post_modified":193,"post_thumbnail":194,"post_thumbnail_html":195,"post_title":196,"post_type":60,"sort_by_date":197,"tag_links":198,"tags":207},[46],[48],"50543","http://radioblackout.org/2018/11/casa-pound-attacca-i-braccianti-in-sciopero-dellangeleri/","I lavoratori dei due stabilimenti dell'Angeleri di Guazzora dopo un lungo sciopero sono riusciti ad ottenere parte dei salari arretrati: la lotta continua affinché i padroni paghino tutti e tutto.\r\nNel frattempo è scesa in campo Casa Pound di Tortona, che ha incontrato Angeleri, cui ha espresso solidarietà e sostegno.\r\nUna mossa che ha il chiaro sapore dell'intimidazione. Come i fascisti storici, anche quelli del terzo millennio si schierano con agrari e crumiri.\r\nLa Cub, cui sono iscritti buona parte dei lavoratori, a sua volta duramente attaccata ha indetto un presidio di fronte alla prefettura di Alessandria sabato 10 novembre.\r\nNe parliamo con Miguel, lavoratore della Cub ad Alessandria.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-06-lav-ang-miguel.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il comunicato della Cub:\r\n\"La situazione dei braccianti dell’Azienda Angeleri di Guazzora nell’alessandrino è, nella sua oscenità, assolutamente normale:\r\n\r\nstipendi che arrivano con, almeno, un mese di ritardo, in alcuni casi con tre, ore di lavoro non pagate, trattamento di fine rapporto in ritardo di anni, accordi regolarmente disattesi, arretrati che arriveranno, se arriveranno, in sei mesi e solo perché si è imposto all’azienda di pagarli.\r\n\r\nIn questa situazione i lavoratori, in gran parte immigrati ma anche italiani, si sono rivolti in buon numero alla CUB di Alessandria, si è avviata una contrattazione che, visto il comportamento della proprietà non ha dato risultati, e si è arrivati allo sciopero DECISO DA UN’ASSEMBLEA DI LAVORATORI non da qualche direzione sindacale. Ricordiamo che lo sciopero è un sacrificio, a maggior ragione per lavoratori a basso reddito come i braccianti agricoli, e lo si decide solo se si è convinti che vi sono serie motivazioni e che le altre strade tentate non hanno avuto risultato.\r\n\r\nIl tutto sembra, lo ripetiamo SEMBRA, sbloccarsi, è previsto un incontro in Prefettura quando la situazione cambia improvvisamente.\r\n\r\nL’Azienda Angeleri riceve la vista di una delegazione di Casapound evidentemente gradita, viste anche le conclamate simpatie politiche dei proprietari.\r\n\r\nAndrea Mantovani, leader dei nostri baldi fascisti del nostro millennio afferma, fra l’altro, infatti:\r\n\r\n\"Abbiamo deciso di intervenire in questa situazione perché pensiamo che le aziende agricole del territorio debbano essere tutelate, NON MESSE IN DIFFICOLTÀ COME STA FACENDO IL CUB, IN QUESTI GIORNI, CHE PORTANDO I DIPENDENTI ALLO SCIOPERO, HANNO RISCHIATO DI FAR PERDERE CONSEGNE ALL'AZIENDA.\r\n\r\nLo sciopero è un diritto dei 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tutelate per creare lavoro, non fatte fallire, perché così perderebbero tutti, operai compresi.\"\r\n\r\nL’attacco di Casapound alla CUB è una sintesi del pensiero fascista sia pure del terzo millennio:\r\n\r\n- i lavoratori sono dei cretini che si fanno strumentalizzare dalla CUB che avrebbe non si capisce quali “scopi politici”\r\n\r\n- lo sciopero non deve danneggiare l’azienda, un modo viscido per dire che lo sciopero va vietato visto che non si vede come possa avere effetto se è fittizio\r\n\r\n- il bene dell’azienda è il bene dei lavoratori anche se l’azienda, nei fatti, non rispetta gli obblighi contrattuali.\r\n\r\nIl tutto condito con la balla secondo cui l’Azienda Angeleri avrebbe dato quasi tutto il dovuto quando la cosa non è assolutamente vera.\r\n\r\nLa CUB del Piemonte ha immediatamente organizzato un presidio che si svolgerà sabato 10 alle 11 di fronte alla Prefettura di Alessandria in solidarietà ai braccianti dell’Azienda Angeleri e alla CUB di Alessandria e al quale invita tutti coloro che vogliono difendere sul serio la libertà di organizzazione e di lotta dei lavoratori e l’unità della nostra classe.","6 Novembre 2018","2018-11-07 05:15:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/castelnuovo-braccianti-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/castelnuovo-braccianti-1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/castelnuovo-braccianti-1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/castelnuovo-braccianti-1-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/castelnuovo-braccianti-1-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Casa Pound attacca i braccianti in sciopero dell'Angeleri",1541511569,[199,200,201,202,203,204,66,205,206],"http://radioblackout.org/tag/alessandria/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/cub/","http://radioblackout.org/tag/ditta-angeleri/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/",[208,27,209,210,211,212,23,15,213],"alessandria","casa pound","cub","ditta 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Dunque, per quanto riguarda l'Italia, il messaggio è sostanzialmente politico e non sostanziale.\r\n\r\nAi nostri microfoni Salvatore Cominu approfondisce il tema dei salari e del contesto italiano. In Italia la situazione è critica - negli ultimi 30 anni salari medi sono diminuiti in controtendenza rispetto a tutta Europa - ed è chiaro che sia un paese stratificato che vede settori con quote di lavoro (anche qualificato) sottopagato, il valore mediano dei salari ad oggi è stabilito a 11 euro e 40 lordi. Con questa direttiva il dibattitto subirà un'accelerazione e se fosse applicata si tradurrebbe in un incremento salariale. Nei fatti però la strada è ancora lunga. Infatti occorre attendere l'accordo tra consiglio, parlamento e commissione europea perché poi possa essere recepita dai diversi Paesi. Nei fatti si tratta soltanto di un indirizzo dell'UE.\r\n\r\nPer quanto riguarda l'Italia i minimi sono stabiliti dalla contrattazione collettiva - paese con circa 80 per cento dei lavoratori dipendenti coperto dalla contrattazione collettiva - ci sono settori però, che pur essendo coperti dalla contrattazione collettiva hanno salari molto bassi. 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Eppure, solo l'anno scorso, i numeri erano decisamente più preoccupanti: il 30% dellx lavoratorx in Italia, e ben 4 milioni per colpa della paga troppo bassa.\r\n\r\nAbbiamo chiesto come in un solo anno sia stato sconfitto il lavoro povero in Italia a Bianca Maria Furci, attivista per il lavoro, e abbiamo scoperto che la rivoluzione è avvenuta all'interno dei vertici dell'INPS, con la nomina di Micaela Gelera a commissaria straordinaria dell’Inps, stabilita tramite Dpcm dal governo Meloni, e nel modo di raccolta dei dati.\r\n\r\nAscolta e scarica la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/rapportoinps.mp3\"][/audio]","27 Settembre 2023","2023-09-27 02:33:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/numero-verde-inps-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"197\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/numero-verde-inps-300x197.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/numero-verde-inps-300x197.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/numero-verde-inps.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I working poors in Italia non esistono più?",1695781456,[314,315,257],"http://radioblackout.org/tag/inps/","http://radioblackout.org/tag/meloni/",[317,318,262],"inps","meloni",{"post_content":320,"tags":324},{"matched_tokens":321,"snippet":322,"value":323},[23],"solo 20.000 per questioni di \u003Cmark>salario\u003C/mark>, lo 0,2%. 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Da Brunetta a Cancellieri, Fornero, Monti. Le esternazioni moraliste di chi ha il futuro, quello proprio e quello dei propri figli, ormai assicurato.\r\nLa domanda sorge spontanea: questi ministri predicatori di virtù hanno figli? Magari lontani e precari?\r\nOvviamente no. Tutti hanno fatto brillanti e fulminee carriere, bruciando le tappe. All’ombra di mamma e papà.\r\nIl nepotismo non è certo un vizio peculiare di questo governo. L’unica differenza è che un tempo venivano inviate “lettere di raccomandazione” firmate dal potente di turno, oggi basta una e-mail.\r\nQuello che invece ci interessa è il meccanismo tritavite che questi buontemponi di ministri stanno perfezionando con il pretesto che c’è la crisi e siamo tutti sulla stessa barca.\r\nI nostri figli incatenati al remo, quelli dei Monti, Fornero, Cancellieri, sul ponte di prima a ballare.\r\nIn tempi non remoti era banale guerra di classe: quelli al remo pronti alla rivolta, alla fuga, all’ammutinamento, chi sta nei ponti alti, oggi come ieri li vorrebbe gli schiavi e contenti di remare.\r\n\r\nAbbiamo parlato di precarietà e lotta di classe con Simone Bisacca, che vede tutto questo con gli occhi dell’avvocato del lavoro.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-12-posto-fisso-Simone-Bisacca2.mp3|titles=2012 02 12 posto fisso Simone Bisacca2]\r\nscarica il file","12 Febbraio 2012","Dai bamboccioni alla noia del posto fisso. 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L’unica differenza è che un tempo venivano inviate “lettere di raccomandazione” firmate dal potente di turno, oggi basta una e-mail. \r\nQuello che invece ci interessa è il meccanismo tritavite che questi buontemponi di ministri stanno perfezionando con il pretesto che c’è la crisi e siamo tutti sulla stessa barca.\r\nI nostri figli incatenati al remo, quelli dei Monti, Fornero, Cancellieri, sul ponte di prima a ballare.\r\nIn tempi non remoti era banale guerra di classe: quelli al remo pronti alla rivolta, alla fuga, all’ammutinamento, chi sta nei ponti alti, oggi come ieri li vorrebbe gli schiavi e contenti di remare.\r\n\r\nAbbiamo parlato di precarietà e lotta di classe con Simone Bisacca, che vede tutto questo con gli occhi dell’avvocato del lavoro.\r\n","2018-10-17 22:11:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/noia-200x110.jpg","Salario a fine mese? 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Questa è partita nel suo iter, come proposta di legge di \"iniziativa popolare\", il virgolettato è d'obbligo perchè stiamo parlando di uno storico cavallo di battaglia della CISL e approvata letteralmente in tempi record. Basti pensare che dal 1980 ad oggi solo 3 su 262 di queste proposte sono passate come leggi, il che indica quanto in realtà questa misura sia stata solo una regalo per Stato e padroni. Con il nostro ospite siamo entrati nei dettagli dei diversi articoli che compongono la legge, che di fatto dà la possibilita di partecipazione ai rappresentanti dei lavoratori negli organismi direttivi dell’azienda, in funzione di sorveglianza, quasi scontato dire che ovviamente non avranno voce in capitolo rispetto alla gestione della gestione economica, ma che soprattutto vengono scelti dai datori di lavoro. Quest'ultimo è il fulcro della legge, che di fatto va a creare ulteriori gangli burocratici immaginando una contrattazione tutta interna, più che sindacale, oltre a destare una ovvia preoccupazione per questi individui che hanno interesse anche economico a fare crescere i fatturati delle aziende per cui lavorano. La legge regola anche la distribuzione degli utili di impresa tra i lavoratori, la liberalizzazione dei pagamenti tramite azioni aziendali e in generale l'obiettivo implicito è quello di legare sempre di più il salario alla produttività, un altro strumento che servirà per dividere i lavoratori e fare prosperare le aziende.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Federico-Giusti-delegato-CUB-su-nuova-legge-partecipazione-lavoratori-nellimprese-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un capotreno dell’assemblea Nazionale PdM/PdB (personale di macchina/personale di bordo) sul prossimo sciopero che inizierà alle ore 21:00 di lunedì 7 luglio e terminerà alle ore 18:00 di martedì 8 luglio. Il decimo sciopero dell'assemblea oltre alle tematiche legate a maggiore sicurezza nei cantieri ferroviari, migliori condizioni contrattuali per macchinisti e capitreno, l’adozione di un contratto unico per tutto il personale ferroviario, si concentra contro il rinnovo contrattuale appena firmato dai confederali. Infatti \"I ferrovieri dicono NO!\" è lo slogan che l'assemblea ha lanciato durante un sondaggio tra i lavorator* che fino al 20/06/25 ha visto di più di 4.000 adesioni. Inoltre si invitano i lavorator* a:\r\n\"COMUNICAZIONE IMPORTANTE\r\nColleghe e colleghi, a partire da oggi, e fino a venerdi 4 Luglio sono aperte le consultazioni referendarie sul CCNL Attività Ferroviaria. Vista la confusione creatasi a livello di informazione invitiamo tutti ad informarsi sulla localizzazione delle sedi di voto nel proprio territorio. Ricordiamo inoltre che tutti possono (e devono) andare a votare, anche i non iscritti al sindacato, e vi ricordiamo l’importanza di votare NO ad un rinnovo che non recepisce nulla di ciò per cui stiamo scioperando e anzi, per l'ennesima volta bastona il personale mobile come già successo negli ultimi venticinque anni.\r\nAndiamo a votare 2/3/4 luglio e scioperiamo dalle ore 21 del 7 luglio 2025.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Capotreno-Pdm_Pdb-su-ultime-mobilitazioni-e-prossimo-sciopero-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della serata lo abbiamo affrontato ospitando Francesca del SUDD COBAS, lo Strike Days Vol.3 uno stato di mobilitazione che ha preso vita dal 26 giugno e che andrà avanti fino al 6 luglio. Lavoratrici e lavoratori che operano per aziende in subappalto che forniscono grandi marchi della moda e della pelletteria nel distretto tessile e di confezionamento industriale di Prato, sono decisi a battersi per :\r\n\r\n\" la fine dei turni di 12 ore per 7 giorni. Per la fine del lavoro nero. Per la fine dei finti contratti part-time. Per una vita più bella, a testa alta, insieme. Colleghə di un’unica fabbrica, fratelli e sorelle di un’unica lotta.\" come recita un loro volantino. L'aspetto che ci è interessato di questo tipo di mobilitazione è che crea un circolo virtuoso, per il quale tra colleghi ci si riconosce nelle stesse problematiche e vedere nel magazzino a fianco al tuo che si riesce a fare un blocco della merce in uscita, puntando i piedi e pretendendo risposte da chi sfrutta e continua a farlo, inizia a raccogliere i suoi frutti. 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Sei operai pakistani della Z Production chiedono il riconoscimento del loro vero datore di lavoro: Pelletteria Richemont Firenze, società del colosso del lusso Richemont (proprietaria del marchio Montblanc).\r\n\r\n\r\nIl cuore della causa? Dimostrare che quello che sembrava un appalto era in realtà lavoro subordinato mascherato. Se il Tribunale darà loro ragione, potrebbe essere la svolta per migliaia di lavoratori e lavoratrici sfruttati nelle filiere del Made in Italy.\r\n\r\n\r\nDietro il lusso, turni massacranti, falsi contratti, lavoro nero, 3 euro l’ora. Una realtà denunciata da anni, e ora finalmente messa sotto processo. Questo causa non riguarda solo sei persone. 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Sei operai pakistani della Z Production chiedono il riconoscimento del loro vero datore di lavoro: Pelletteria Richemont Firenze, società del colosso del lusso Richemont (proprietaria del marchio Montblanc).\r\n\r\n\r\nIl cuore della causa? Dimostrare che quello che sembrava un appalto era in realtà lavoro subordinato mascherato. Se il Tribunale darà loro ragione, potrebbe essere la svolta per migliaia di lavoratori e lavoratrici sfruttati nelle filiere del Made in Italy.\r\n\r\n\r\nDietro il lusso, turni massacranti, falsi contratti, lavoro nero, 3 euro l’ora. Una realtà denunciata da anni, e ora finalmente messa sotto processo. Questo causa non riguarda solo sei persone. Riguarda un intero sistema che dovrà iniziare a rispondere.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Francesca-Sudd-Cobas-su-Strike-days-vol.3-e-vertenza-Montblanc-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[454],{"field":288,"matched_tokens":455,"snippet":451,"value":452},[23],{"best_field_score":297,"best_field_weight":340,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":49,"score":457,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":49},"578730123365187697",{"document":459,"highlight":471,"highlights":476,"text_match":295,"text_match_info":479},{"comment_count":49,"id":460,"is_sticky":49,"permalink":461,"podcastfilter":462,"post_author":438,"post_content":463,"post_date":464,"post_excerpt":55,"post_id":460,"post_modified":465,"post_thumbnail":466,"post_title":467,"post_type":411,"sort_by_date":468,"tag_links":469,"tags":470},"97252","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-15-04-2025/",[350],"Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Di Federico Giusti della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sull'ultimo rapporto mondiale sui salari dell'organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Il rapporto racconta che nel nostro paese, facente parte del G20, i salari sono diminuiti dal 2008 a oggi dell’8,7%, con un divario di genere del 9,7%, tra i più elevati in tutta l’UE. Federico fa notare che la narrazione del governo annuncia nei media con titoli sensazionalistici che i salari sono aumentati ed è stato superato il divario con l'inflazione che è molto in contraddizione con il rapporto citato. In esso vi è sottolineato che i divari sono legati anche all'etnia: gli autoctoni a parità di mansione guadagnano il 23,3% in più dei cittadini stranieri.\r\nE mentre è lampante come nelle economie avanzate c'è una reale erosione/diminuzione del salario nelle economie emergenti assitiamo ad un crescita costante di esso.\r\nSe non si torna al conflitto di classe non si risale la china...\r\nBuon ascolto\r\n\r\nRapporto mondiale sui salari 2024–25 lo trovate qui:\r\nhttps://www.ilo.org/it/publications/rapporto-mondiale-sui-salari-2024-25-le-tendenze-dei-salari-e-delle\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_15_04_Federico-Giusti-su-ultimi-studi-su-potere-dacquisto-e-contrattazione-sindacale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo argomento è stato nuovamente quello delle lotte nel mondo del lavoro sociale. Al telefono con Roberto del Movimento Educatori e OSS di Torino e Provincia, siamo andati infatti a ripercorrere lo sviluppo di questa lotta per la sopravvivenza di almeno un migliaio di posti di lavoro, oltre che di un servizio stesso di assistenza alla cittadinanza. Convincono poco le parole dei rappresentati istituzionali che hanno dato udienza a lavoratori e lavoratrici fino ad ora, perciò sabato 12 Aprile questo gruppo autorganizzato, assieme ai cosidetti \"utenti\" e le loro famiglie, si è dato appuntamento in centro a Torino per un nuovo presidio che denuncia il pietoso stato delle cose di questo settore. Intanto il gruppo di Educatori e OSS di Torino e Provincia cerca l'allargamento della sua base e nuove potenziali alleanze con altri lavoratori e lavoratrici che potrebbero venire colpiti dalla mancanza di rinnovo delle tariffe, argomento su cui regna una confusione totale, con il comune che definisce il termine ultimo per l'aggiornamento a giugno e la regione a dicembre.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_15_04_Roberto-su-ultimo-presidio-e-continuazione-lotte-educatori-e-oss-Torino-e-Provincia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Arturo del SUDD Cobas, ed è proprio di questo \"giovane\" sindacato nato nella'estate del 2024 che abbiamo ripercorso le fasi che hanno portato alla sua nascita oltre, alle idee le pratiche e l'approccio che lo contraddistinguono nel presente. Il nostro ospite oltre a descriverci in generale delle varie lotte che hanno affrontato in questi mesi di attività, è passato a raccontarci dell'iniziativa \"Primavera 8x5\", con la quale si chiede semplicemente ai datori, di applicare ai lavoratori e lavoratrici contratti di 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Rivendicazioni che suonano come antiche ma che sono drammaticamente attuali, infine abbiamo passato in rassegna i prossimi appuntamenti che vedranno coinvolto il SUDD Cobas il 19 Aprile a questo evento e il 1 Maggio a quest'altro.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_15_04_Arturo-SUDD-Cobas-su-nascita-sindacato-e-aggiornamento-mobilitazioni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","23 Aprile 2025","2025-04-23 09:45:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/487502581_1181269533790120_3656893876909475792_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 15/04/2025",1745401545,[446],[377],{"post_content":472},{"matched_tokens":473,"snippet":474,"value":475},[23],"c'è una reale erosione/diminuzione del \u003Cmark>salario\u003C/mark> nelle economie emergenti assitiamo ad","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Di Federico Giusti della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sull'ultimo rapporto mondiale sui salari dell'organizzazione internazionale del lavoro (OIL). 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Durante il regime, questa fetta di Siria era considerata il granaio del paese, lo stato possedeva le terre, decideva il prezzo del grano, forniva le sementi e raccoglieva tutto una volta pronto: nessuno dei produttori aveva il minimo controllo delle decisioni che venivano prese sulla produzione. Nella regione poi non erano sviluppate attività industriali, non era necessario e le poche industrie presenti, erano industrie statali e si dedicavano alla trasformazione dei prodotti agricoli. La popolazione viveva allora in uno stato di deprivazione e sudditanza ma la notte della rivoluzione, il popolo del Rojava, decide di riprendersi l'economia della propria terra.\r\n\r\nNel corso degli ultimi 12 anni l'esperienza accumulata è stata parecchia, lo racconta Azize Aslan in una recente intervista che potete leggere in forma integrale sotto questo podcast.\r\n\r\nIl processo rivoluzionario in atto si può spiegare con i termini che sono propri del movimento curdo: fare-distruggere-rifare; cioè, un processo di sperimentazione basato sull’autocritica della pratica al fine di creare un proprio modello.\r\n\r\nPrima di entrare nei dettagli specifici della sua organizzazione, sottolineiamo che l’economia sociale ha una doppia strategia: da un lato, mira a limitare il capitalismo (o a resistere al capitalismo), il quale va di pari passo con l’economia di guerra; dall’altro mira a rafforzare l’autogestione economica (autodifesa economica) del popolo creando nuovi spazi e relazioni socio-economiche.\r\n\r\nL’economia del Rojava si basa sull’autogestione attraverso comuni, assemblee e cooperative. La partecipazione democratica in ogni settore dell'organizzazione della vita è infatti uno dei caposaldi della rivoluzione. Il primo atto intrapreso dall'amministrazione autonoma ha riguardato le terre: quelle un tempo dello Stato siriano o di collaboratori di Daesh sono state comunalizzate: non appartengono a nessuno, ma tutti possono usarle. L'agricoltura è il settore più sviluppato ed è ritenuto prioritario perchè risponde ad un bisogno fondamentale, il cibo. L’agricoltura si fonda su cooperative temporanee che garantiscono l’uso rotativo della terra e promuovono la diversificazione delle colture. Ogni due anni, le terre vengono assegnate ad altre cooperative, per garantire a più persone possibili di poter accedere al lavoro agricolo.\r\n\r\nAnche l’industria, ridotta a fabbriche leggere e locali, è progettata secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. La produzione non è finalizzata al profitto, ma al soddisfacimento dei bisogni collettivi.\r\n\r\nLe cooperative, considerate il terzo pilastro dell’autonomia insieme a comuni e assemblee, sono uno strumento essenziale per costruire un’economia condivisa e solidale. L’obiettivo dichiarato è “una cooperativa in ogni comune”, per rendere la vita economica pienamente collettiva e partecipata. Esse sono viste come un progetto di organizzazione politica a cui partecipano tutti i settori della società. Le cooperative sono viste come la “dimensione di costruzione” dell’autonomia democratica. Per implementarne l'uso sono state istituite le \"Case delle Cooperative\" che hanno il compito di sostenerne la nascita e la diffusione ma l’obiettivo non è semplicemente quello di creare delle cooperative come istituzioni produttive, ma di cercare un accordo collettivo per rendere cooperativi tutti i processi produttivi della comune, cioè per collettivizzarne la vita economica.\r\n\r\nNonostante la presenza di dinamiche di mercato ancora legate al capitalismo, l’amministrazione autonoma controlla prezzi e commerci, promuovendo mercati popolari e filiere solidali.\r\n\r\nL’autrice dell'intervista infatti sostiene che dopo anni di asservimento della società ad un’economia programmata dallo Stato (per arabi e curdi) vi è una forte spinta capitalista alla creazione dell’impresa privata. l’amministrazione lavora per diffondere l’idea delle cooperative, in maniera capillare, per liberare l’economia dal capitalismo.\r\n\r\nUn’attenzione particolare è riservata all’economia delle donne, organizzata in modo autonomo attraverso le strutture del movimento Kongra Star, che valorizza il sapere, la cura e la produzione delle donne.\r\n\r\nLe donne si organizzano infatti prima in ambito autonomo e poi in ambito misto. Le donne si organizzano quindi sui propri ambiti, a partire dalla questione della donna. Con la creazione di istituzioni autonome democratiche, seguendo gli stessi modelli organizzativi dal basso: è quindi possibile parlare di ruolo della donna in tutti gli altri ambiti della società, capace quindi di restituire una posizione specifica con il proprio punto di vista e la propria comprensione.\r\n\r\nAttualmente in Rojava non si è ancora superato il legame di alienzione che vincola le persone attraverso il salario. Il superamento avviene nel momento in cui l’intero sistema economico elimina il lavoro salariato legato al denaro, permettendo di eliminare il valore di scambio a favore del valore d’uso. A livello lavorativo ciò consiste nella diffusione del lavoro per la soddisfazione dei propri bisogni, creando lavoro autentico che non crea surplus, accumulo e sfruttamento. A livello economico significa legare la produzione ad un sistema chiuso e autoreferenziale, che si alimenta da sé. Questo è il fine dell’economia sociale-comunitaria-democratica.\r\n\r\nLe cooperative hanno questo fine ma sono molto lontane. Sono costituite da moltissime persone ma solo poche lavorano. In qualsiasi caso a tutti i socie viene redistribuito l’utile della cooperativa, ma comunque chi ci lavora lo fa da salariato.\r\n\r\nGli aspetti positivi sono a proposito sono\r\n\r\n \tassenza di capi diretti nelle cooperative, e quindi autogestione con assemblee giornaliere\r\n \tLavoro solo 6 ore al giorno, per permettere di partecipare alle assemblee politiche e alla vita della comunità\r\n\r\n\r\n\r\nRispetto alle sfide, vi sono fattori esterni come gli attacchi militari, l’embargo economico e la intromissione del dollaro come moneta circolante nella regione, che rafforza gli enti commerciali e indebolisce la popolazione. Questi elementi sono legati e rafforzano altre contraddizioni interne: innanzitutto, il sistema cooperativo attualmente non è capace di occupare una grossa fetta della popolazione; dal canto suo la società non lega ancora (totalmente) il lavoro alla riproduzione e costruzione dell’autonomia, che concepisce il lavoro come lavoro rivoluzionario. Un ostacolo a ciò è la mancanza di infrastrutture, che moltiplicherebbero gli ambiti di lavoro agricolo.\r\n\r\nUn processo rivoluzionario questo che stiamo raccontando quindi non privo di contraddizioni e sfide. Da un punto di vista teorico però tutto è guidato da una visione e un programma chiaro che ha tre principi fondamentali che sono gli assi teorici della concezione dell’economia della modernità democratica: un’economia democratica, ecologica e di liberazione per le donne.\r\n\r\nSebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale. Pertanto, l’economia sociale, così come intesa in Rojava, emerge come un’alternativa sia al liberismo economico che alla pianificazione centralizzata. Entrambe sono viste come forme monopolistiche.\r\n\r\nSulla base della visione di Öcalan, la prospettiva del confederalismo democratico definisce l’economia capitalista come un’anti-economia e insiste sul fatto che in un’economia reale il soggetto decisionale dovrebbe essere la società. Sostiene che dare voce a tutti gli individui della società nei processi di produzione, consumo e distribuzione democratizzerà l’economia. Sebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale\r\n\r\nIn sostanza, l’economia sociale si basa sul cooperativismo e sulla collettivizzazione dei processi lavorativi e dei mezzi di produzione. Un obiettivo fondamentale è l’eliminazione del rapporto salariale, cioè lo sfruttamento del lavoro individuale. È anche fondata sulla produzione di una vita comunitaria in condizioni di autosufficienza. Tuttavia, l’autosufficienza non è intesa come produzione e soddisfazione di tutti i bisogni a livello di una singola comunità, ma si basa su relazioni di scambio eque, democratiche e di reciprocità stabilite tra le comunità o, come in Rojava, tra le comuni. In altre parole, si basa sulla comprensione e sulla edificazione dell’economia come campo di decisione etica e politica. Si basa sul funzionamento armonioso di meccanismi di autogestione sociale come comuni, assemblee e cooperative.\r\n\r\nIn altre parole è un’economia che si basa su principi etici e politici, in cui la società decide, in cui la natura non è vista come un input ma come un soggetto sociale e integrato nella vita comune, e in cui le donne guidano il processo con il loro sapere e la loro saggezza non capitalizzata.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Aprile 2025","2025-04-22 15:30:36","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava. L'economia anticapitalista nell'Amministrazione Autonoma",1745335836,[],[],{"post_content":494},{"matched_tokens":495,"snippet":496,"value":497},[23],"vincola le persone attraverso il \u003Cmark>salario\u003C/mark>. 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A livello economico significa legare la produzione ad un sistema chiuso e autoreferenziale, che si alimenta da sé. Questo è il fine dell’economia sociale-comunitaria-democratica.\r\n\r\nLe cooperative hanno questo fine ma sono molto lontane. Sono costituite da moltissime persone ma solo poche lavorano. In qualsiasi caso a tutti i socie viene redistribuito l’utile della cooperativa, ma comunque chi ci lavora lo fa da salariato.\r\n\r\nGli aspetti positivi sono a proposito sono\r\n\r\n \tassenza di capi diretti nelle cooperative, e quindi autogestione con assemblee giornaliere\r\n \tLavoro solo 6 ore al giorno, per permettere di partecipare alle assemblee politiche e alla vita della comunità\r\n\r\n\r\n\r\nRispetto alle sfide, vi sono fattori esterni come gli attacchi militari, l’embargo economico e la intromissione del dollaro come moneta circolante nella regione, che rafforza gli enti commerciali e indebolisce la popolazione. Questi elementi sono legati e rafforzano altre contraddizioni interne: innanzitutto, il sistema cooperativo attualmente non è capace di occupare una grossa fetta della popolazione; dal canto suo la società non lega ancora (totalmente) il lavoro alla riproduzione e costruzione dell’autonomia, che concepisce il lavoro come lavoro rivoluzionario. Un ostacolo a ciò è la mancanza di infrastrutture, che moltiplicherebbero gli ambiti di lavoro agricolo.\r\n\r\nUn processo rivoluzionario questo che stiamo raccontando quindi non privo di contraddizioni e sfide. Da un punto di vista teorico però tutto è guidato da una visione e un programma chiaro che ha tre principi fondamentali che sono gli assi teorici della concezione dell’economia della modernità democratica: un’economia democratica, ecologica e di liberazione per le donne.\r\n\r\nSebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale. Pertanto, l’economia sociale, così come intesa in Rojava, emerge come un’alternativa sia al liberismo economico che alla pianificazione centralizzata. Entrambe sono viste come forme monopolistiche.\r\n\r\nSulla base della visione di Öcalan, la prospettiva del confederalismo democratico definisce l’economia capitalista come un’anti-economia e insiste sul fatto che in un’economia reale il soggetto decisionale dovrebbe essere la società. Sostiene che dare voce a tutti gli individui della società nei processi di produzione, consumo e distribuzione democratizzerà l’economia. Sebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale\r\n\r\nIn sostanza, l’economia sociale si basa sul cooperativismo e sulla collettivizzazione dei processi lavorativi e dei mezzi di produzione. Un obiettivo fondamentale è l’eliminazione del rapporto salariale, cioè lo sfruttamento del lavoro individuale. È anche fondata sulla produzione di una vita comunitaria in condizioni di autosufficienza. Tuttavia, l’autosufficienza non è intesa come produzione e soddisfazione di tutti i bisogni a livello di una singola comunità, ma si basa su relazioni di scambio eque, democratiche e di reciprocità stabilite tra le comunità o, come in Rojava, tra le comuni. In altre parole, si basa sulla comprensione e sulla edificazione dell’economia come campo di decisione etica e politica. Si basa sul funzionamento armonioso di meccanismi di autogestione sociale come comuni, assemblee e cooperative.\r\n\r\nIn altre parole è un’economia che si basa su principi etici e politici, in cui la società decide, in cui la natura non è vista come un input ma come un soggetto sociale e integrato nella vita comune, e in cui le donne guidano il processo con il loro sapere e la loro saggezza non capitalizzata.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ",[499],{"field":288,"matched_tokens":500,"snippet":496,"value":497},[23],{"best_field_score":297,"best_field_weight":340,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":49,"score":457,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":49},{"document":503,"highlight":515,"highlights":520,"text_match":295,"text_match_info":523},{"comment_count":49,"id":504,"is_sticky":49,"permalink":505,"podcastfilter":506,"post_author":438,"post_content":507,"post_date":508,"post_excerpt":55,"post_id":504,"post_modified":509,"post_thumbnail":510,"post_title":511,"post_type":411,"sort_by_date":512,"tag_links":513,"tags":514},"97080","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-08-04-2025/",[350],"Il primo argomento della puntata è stata l'iniziativa dedicata a Tonino Miccichè a 50 anni dalla suo omicidio. Ne abbiamo parlato con Giacomo Ferrante, abitante di Falchera, videomaker e conoscitore diretto del cosiddetto \"Sindaco di Falchera\".\r\nCon lui abbiamo presentato i vari appuntamenti che si svolgeranno in vari punti della città e ribadto perché sia importante ripercorrere la storia e le vicende che hanno coinvolto questo mitico militante delle lotte operaie e per il diritto alla casa, che ancora ha tanti stimoli ed insegnamenti da tramandarci. Qui il programma completo dell'iniziativa.\r\nBuon ascolto \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_08_04_Giacomo-Ferrante-su-Iniziative-su-Tonino-Miccichè.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Gaia Righetto, insegnante ed attivista della provincia di Treviso, che è stata protagonista di un caso mediatico nato dal deputato della Lega Nord Rossano Sacco. Quest'ultimo infatti si è preso la briga di segnalare la docente all'ufficio scolastico, alla notizia della sua convocazione per una supplenza in una scuola media, ritenendola non idonea all'insegnamento a causa della sua vita politica da militante nelle lotte per il diritto alla casa e tante altre che anima nel territorio trevigiano. Con Gaia abbiamo commentato la grande solidarietà che è scaturita da questa macchina del fango, che si prospetta diventare sistemica grazie ad un'ulteriore stretta sul codice di comportamento dei dipendenti pubblici, promesso dal Ministro Valditara per il corpo docente. 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Ne abbiamo parlato con Daniele Mallamaci del SiCobas Torino, dai loro canali social: \"Ribadiamo come organizzazione sindacale:\r\n\r\n- lo sciopero generale indetto dal SI Cobas per il comparto pubblico e privato è confermato per tutta la giornata di venerdì 11 aprile\r\n\r\n- purtroppo con le \"sole\" due eccezioni d ricordiamo la necessità di partecipare a questa prossima importante mobilitazione che inizia domani (dalla mezzanotte di stasera) con lo sciopero generale dell'11 aprile:\r\n- per forti aumenti di salario e riduzione dell'orario di lavoro\r\n- contro guerre e decreti sicurezza\r\n- per dare una risposta di dissenso e protesta alle politiche di padroni e governo.\r\nTorino, alle ore 11 ci ritroveremo in piazza Castello in presidio davanti alla prefettura con i lavoratori e le lavoratrici in sciopero generale, contro economia di guerra e decreto Meloni-Mattarella, per la libertà di lottare.\r\n\r\nInoltre, ricordiamo che sabato 12 aprile come sindacato parteciperemo alla manifestazione nazionale a Milano con concentramento in piazza duca d’Aosta per le ore 14:\r\n\r\n- per la Palestina libera con la resistenza palestina\r\n- per la fine dell'invio di armi in Ucraina e delle \"missioni militari all'estero dello stato italiano\r\n- contro economia di guerra e sfruttamento\r\n- per rilanciare le rivendicazione dello sciopero dell’11 aprile\r\n\r\nInvitiamo tutti a partecipare alla mobilitazione e diffonderne l'invito.\r\n\r\nPer informazioni sullo sciopero generale e prenotazioni bus per manifestazione Milano: contattare il sindacato.\r\n\r\nIL NEMICO É IN CASA NOSTRA\r\nUNITI SI VINCE\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_08_04_Daniele-SiCobas-Torino-su-sciopero-generale-e-aggressione-a-picchetto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Aprile 2025","2025-04-10 10:56:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/a25c5b_a291c03af15047e7825e27625e2cf28dmv2-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 08/04/2025",1744282507,[446],[377],{"post_content":516},{"matched_tokens":517,"snippet":518,"value":519},[23],"aprile:\r\n- per forti aumenti di \u003Cmark>salario\u003C/mark> e riduzione dell'orario di lavoro\r","Il primo argomento della puntata è stata l'iniziativa dedicata a Tonino Miccichè a 50 anni dalla suo omicidio. 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Districarsi nella complessità del contesto nazionale e internazionale non è facile, è però fondamentale riconoscere che quelli che vediamo oggi sono i frutti di una crisi economica che accelera da decenni.\r\n\r\nIn nome del principio di austerità vengono meno politiche materiali e redistributive, avendo ogni anno una grande mole di debito pubblico da alimentare. La finanziaria del Governo Meloni è una legge di tagli, non di redistribuzione. Redistribuire non è possibile in questo contesto politico, la destra fascista è capo di un governo di classe, dominante, che non ha alcuna intenzione di sovvertire l’ordine di mercato.\r\n\r\nFa da sfondo l’economia di guerra. I dati sono allarmanti: aumento di più di due miliardi nella Difesa con la vendita di armi e munizioni che supera il 10 %. La Germania censisce e struttura la costruzione di nuovi bunker e teme entro il 2030 uno scontro diretto tra Russia e Nato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/F_m_26_11_Approfondimento-sulla-finanziaria-con-Francesco-Schettino_1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento ci occupiamo più nel dettaglio della situazione italiana.\r\n\r\nIl Sistema Sanitario Nazionale necessità di 3 miliardi di incremento per una tenuta minima, contro gli 1,2 sbloccati dal governo Meloni. La scuola subisce il taglio di più di 5.000 insegnanti e più di 2.000 personali ATA. La riforma Bernini standardizza il precariato universitario. Continua il blocco del turn-over nelle assunzioni nella Pubblica Amministrazione.\r\n\r\nPer chi lavora è oggettivo osservare l’erosione un’ultima parte del suo salario, oltre alla paga netta e i contributi pensionistici. Il riferimento è ai servizi pubblici, oggi sempre più difficoltosi da usufruire, in particolare per la sanità, il cui mercato privato è in vertiginosa crescita. Rivolgersi a essi ha costi importanti, che impattano per forza di cose sull’economia delle persone.\r\n\r\nIn questo schema il governo fascista al potere in Italia si sta muovendo con il più nostalgico dei mezzi a sua disposizione per la tutela del capitale e della classe dominante: l’esercizio del potere con modalità coercitive e non democratiche. 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