","Saluzzo: polizia dei braccianti e frutta 4.0","post",1719236033,[65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/frutta/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[18,70,71,15],"frutta","guerra",{"post_content":73,"post_title":78,"tags":81},{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":77},[75],"Saluzzo","le braccia nei campi di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> servono a migliaia – negli anni","\"Muntagnin”, “terùn” o “studènt”, le braccia nei campi di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> servono a migliaia – negli anni Settanta si parla di 4.000 lavoratori – ma non devono parlare, tantomeno avanzare pretese. Nel 1978 con la cosiddetta “Operazione Pesche” a regia Democrazia Proletaria e Lotta Continua, sono proprio gli studenti accampati ai margini della città a scaldarsi contro lo sfruttamento diffuso, il lavoro nero e le condizioni abitative insalubri dei braccianti che, quando gli va bene, vengono ospitati nelle stalle delle cascine. Come si legge in una lettera aperta indirizzata al Sindaco di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>, “il problema si pone oggi e si ripresenterà fino a che esisterà lavoro stagionale nella nostra zona\". (...). Fin dalla metà degli anni Novanta un tassello fondamentale nella catena del valore è svolto dall’intermediazione delle Organizzazioni di Produttori dove confluisce tutta la frutta delle aziende affiliate, che viene conservata nei magazzini di stoccaggio e poi rivenduta: il valore della produzione è concentrato per l’81% in quattro OP. Il modo di produzione capitalistico, a cui i grandi terrieri locali si sono tenacemente votati portando con sé tutti gli altri più piccoli, premia dunque la progressiva concentrazione di terre, tecnologie, capitali e determina che il profitto si ottenga espropriando chi sta più in basso nella filiera, fino all’ultimo anello, i lavoratori stagionali. Lo sradicamento dell’agricoltura e della cultura contadina è giunto a compimento. (da \"A \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> l'unico bracciante buono è il bracciante morto\", 2022)\r\n\r\nParole di un paio di anni fa, ma sempre attuali. La stagione frutticola nel terzo comparto nazionale, con un fatturato da capogiro, è in ritardo di un paio di settimane, le prime raccolte riguardano i mirtilli. Centinaia sono i braccianti già arrivati nel Saluzzese per i lavori preparatori, come il diradamento e la posa delle reti antigrandine. La stagione di raccolta nei campi che si sviluppano da Revello a Cuneo, passando per \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>, Lagnasco, Scarnafigi, Verzuolo, Fossano e Busca, vedrà impiegati 14 mila braccianti. Molti quelli che serviranno alle aziende per i \"picchi di raccolta\": bacino di manodopera che deve essere disponibile ad essere sfruttato alla bisogna con paghe da fame. Poco importa se non hanno nemmeno un tetto sulla testa, come nel caso dei tanti che già oggi dormono all'addiaccio al Parco Gullino, basta che non alzino la testa. I filari di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> sono uno dei fronti della guerra interna.\r\n\r\nUna storia che si ripete da anni, anni in cui non sono mancate le lotte. A cambiare è la governance dello sfruttamento, che dalla costruzione della \"emergenzialità\" da invisibilizzare o gestire caritatevolmente è passata alla messa a valore sistemica. Una coalizione di istituzioni-padronato-privato sociale tramite la logica dei bandi fa transitare fondi europei, ministeriali, regionali e comunali direttamente nelle tasche di aziende e cooperative per \"disciplinare\" l'arrivo degli stagionali che strutturalmente l'agroindustria locale richiede, in linea con i dettami dell'investimento 2.2 del PNRR il cui commissario unico è stato recentemente nominato su proposta del Ministero dell'Interno. Non i \"criminali\" che hanno lasciato morire Satnam Singh e che il Ministro Lollobrigida ha prontamente cercato di isolare dal resto del comparto, ma i \"buoni\" che vogliono pacificare lo sfruttamento capitalistico tramite la polizia dei comportamenti e l'apertura di un nuovo business. Se poi ogni tanto ci scappa un morto, investito in bicicletta o ucciso da un macchinario, come Moussa Dembelè a Revello nel 2022, nessuno può negare che la civilissima \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> sia un modello di accoglienza, mica come al sud!\r\n\r\nCosì, mentre il 31 gennaio, è stato approvato un protocollo di intesa tra il Comune di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> ed il Politecnico di Torino relativo all'agricoltura di precisione, i capitani di ventura locali possono serenamente continuare ad affinare le proprie armi all'avanguardia della guerra di classe.\r\n\r\nQui la voce dei lavoratori che da settimane sono accampati al Parco Gullino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/braccianti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui la chiacchierata con una compagna della rete Campagne in Lotta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/saluzzodef-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":80},[75],"\u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>: polizia dei braccianti e frutta 4.0",[82,84,86,88],{"matched_tokens":83,"snippet":18},[],{"matched_tokens":85,"snippet":70},[],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[15],"\u003Cmark>saluzzo\u003C/mark>",[92,97,100],{"field":39,"indices":93,"matched_tokens":94,"snippets":96},[26],[95],[15],[90],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":80,"value":80},"post_title",[75],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":76,"value":77},"post_content",[75],578730123365712000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":17,"fields_matched":26,"num_tokens_dropped":51,"score":106,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":51},"1108091339008","578730123365711979",1,{"document":109,"highlight":133,"highlights":156,"text_match":103,"text_match_info":167},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":51,"id":112,"is_sticky":51,"permalink":113,"post_author":54,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":57,"post_id":112,"post_modified":116,"post_thumbnail":117,"post_thumbnail_html":118,"post_title":119,"post_type":62,"sort_by_date":120,"tag_links":121,"tags":127},[48],[50],"76492","http://radioblackout.org/2022/07/saluzzo-una-strana-stagione-della-frutta/","Il distretto agroalimentare del saluzzese è noto come la “Rosarno” del nord, per l’impiego massiccio di lavorator* soprattutto africani, cui viene negato un alloggio decente, protagonisti nel recente passato di numerose lotte.\r\nQuest’anno, nonostante siamo ai primi di luglio i luoghi frequentati dai braccianti stranieri sono quasi deserti. Cosa sta succedendo?\r\nPer le strade del saluzzese qualche bracciante africano in bicicletta comincia a vedersi ma sono poche unità, probabilmente già in zona da tempo se non residenti. I giardini di villa Aliberti sono frequentati quasi esclusivamente da bambini e saluzzesi che portano a spasso i cani, là dove gli anni scorsi in questo periodo i braccianti accampati erano una presenza vistosa. Comunque per precauzione la polizia municipale vigila quotidianamente.\r\nTramontato il PAS (effimero Progetto Accoglienza Stagionali) al Foro Boario, ufficialmente per il Covid, erano proprio i giardini il luogo di approdo dei braccianti senza casa: sgomberati a inizio luglio dopo la vibrante protesta di qualche giorno prima nel 2020, ignorati nel 2021, salvo quando hanno provato ad alzare la voce per chiedere una sistemazione.\r\nLe truppe professionali e volontarie messe in campo dai soggetti istituzionali per la cosiddetta accoglienza sono ancora in stand-by causa scarse presenze. Per rendersene conto basta passare davanti allo sportello del progetto FAMI Buona Terra presso la casa del cimitero o in Corso Piemonte, sede della Caritas.\r\nEppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca…\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Lele Odiardo, un compagno attivo nella solidarietà ai braccianti in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-05-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo scritto da Lele:\r\n\r\n“Eppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca e la colpa della mancanza di manodopera in questo primo scorcio di stagione è dei flussi che non funzionano: niente affatto una novità visto che se ne parla da sempre ma ben pochi ne hanno fatto uso nel corso degli anni a causa di un sistema rigido e troppo vincolante per i datori di lavoro. Cifre esatte non ce ne sono mai state ma si può ben dire che è sempre stato più conveniente il reclutamento di manodopera “porta a porta”, già presente sul territorio.\r\n“La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.\r\nCon queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere…\r\n…In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a maturazione. Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.” (TargatoCN, 10/06/22)\r\nGià l’anno scorso si lamentava la scarsità di manodopera e si faceva “appello agli italiani”: studenti, giovani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, pensionati, etc… Non si sa come sia andata a finire per quella strana opacità che copre da sempre le cifre relative a chi lavora nell’agroindustria locale: non si sa in quanti hanno lavorato, per quante giornate lavorative, quanto hanno effettivamente percepito all’ora, quanti siano stati ospitati in azienda e via computando.\r\n“Sono indispensabili al più presto misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione per garantire flessibilità e tempestività di un lavor legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.” dice un comunicato di Coldiretti. Riduzione del costo del lavoro stagionale, “semplificazione radicale” delle procedure di assunzione, flessibilità, le ricette dei padroni sono sempre le stesse.\r\n\r\nMa che succede dunque a Saluzzo, i braccianti non fanno più notizia dopo tanti anni di interminabile emergenza?\r\nUn lavoratore residente a Revello ci dice che “i padroni hanno bisogno e adesso danno un posto per dormire. Quest’anno pagano anche un po’ meglio” ma aggiunge: “Chi non ha i documenti a posto e non è sicuro di lavorare resta al sud, a Foggia, perché là non controllano”.\r\nB. ha iniziato a lavorare già a maggio per i diradamenti nei frutteti e il suo padrone lo ospita come già faceva gli anni scorsi. D. L’autunno scorso ha trovato casa con alcuni connazionali e anche lui lavora già, anche se “non tutti i i giorni”. J. invece è ospite da amici e sta cercando lavoro.\r\nMamadou fa una osservazione interessante: “io so di tanti che sono andati a lavorare in altri posti, dove guadagnano di più. Il lavoro in campagna è duro, adesso le agenzie interinali chiamano più di prima: uno preferisce un contratto di 3 mesi in una fabbrica che raccogliere la frutta.”\r\nUn senegalese, pendolare tra i campi del nord e del sud da tanti anni, in primavera ha trovato lavoro in una fabbrica locale con un contratto da apprendista per 6 mesi: “Appena ho avuto l’occasione me ne sono andato. In campagna è dura e ci vai solo se non trovi altro, anche altri due miei amici non sono più venuti a Saluzzo quest’anno: lavorano dove si guadagna un po’ di più e la vita costa meno che qui.”\r\nIntanto questa mattina (15 giugno) un pick-up davanti ai giardini caricava una bicicletta e una valigia nel bagagliaio e un bracciante con dei fogli in mano saliva a bordo.\r\nDopo i due anni del PAS (2018/2019) e i due del Covid-19 (2020/2021), l’impressione è che qualcosa stia cambiando (non necessariamente in meglio) e un ciclo durato più di 10 anni si sia esaurito.\r\nSicuramente il lavoro di “disciplinamento” svolto dalle istituzioni in questi anni qualche risultato lo sta portando a casa: controllo capillare sul territorio da parte delle forze dell’ordine, sportelli dove i braccianti africani si devono registrare (e quindi dichiarare la loro presenza a Saluzzo), accoglienze diffuse (con finanziamenti pubblici) che hanno aperto in anticipo, sostegno economico (pubblico) e deregolamentazione delle accoglienze in azienda.\r\nRistrutturazione e “ammodernamento” del settore agroindustriale con la differenziazione delle colture (piccoli frutti ad inizio estate, meno pesche e kiwi, mele tardive fino a novembre, varietà super produttive) e potenziamento del settore commerciale e della trasformazione per far fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, innovazione tecnologica. Qualcuno la frutta la deve pur raccogliere ma quella della manodopera è una voce sempre più marginale dei costi d’impresa (basta pensare ai costi degli impianti, per i fertilizzanti e i trattamenti chimici, stoccaggio e conservazione, la ricerca, etc…). E anche l’unica voce su cui gli imprenditori possono speculare attraverso il lavoro nero e le irregolarità ben note.\r\nLa basse presenze di questo primo scorcio di stagione sono anche dovute al fatto che la raccolta dei piccoli frutti dura relativamente poco ed è coperta in prevalenza da manodopera già presente sul territorio, poi c’è una paura perché di pesche ce ne sono sempre meno, e ad agosto cominceranno le mele e (con i kiwi9 si andrà avanti fino a fine novembre.\r\nSul versante lavoro, la recente sentenza al “Processo Momo” dovrebbe aver lasciato il segno e portato a galla definitivamente un sistema di irregolarità e sfruttamento diffuso, non certo limitato all’azienda condannata. Molto resta da fare per la conquista dei diritti dei lavoratori agricoli sui quali si sperimentano le condizioni di lavoro peggiori in termini di salario, orario, sicurezza, tutele, etc…certo le accoglienze diffuse e l’assistenzialismo contribuiscono a dividere i braccianti rendendo più complicata la loro auto-organizzazione, necessaria anche dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali collettive.”","6 Luglio 2022","2022-07-06 11:21:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1024x580.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-768x435.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1536x870.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b.jpg 1800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Saluzzo. 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Per questi lavoratori solo centri di accoglienza, dormitori, container, tende, ghetti, baracche, casolari abbandonati o altri luoghi di fortuna.\r\nSono costretti a pratiche di resistenza informali o illegali e a rinegoziare continuamente il loro modo di abitare ai margini. Con la pandemia la loro condizione è peggiorata: prevenzione, tutela della salute, cura, sono parole vane per chi una casa non ce l’ha.\r\nQuali conseguenze ha avuto il lockdown di primavera e avranno le limitazioni degli spostamenti in atto per chi non ha altra scelta che il nomadismo stagionale? Quali alternative al “campo” considerato l’unica soluzione possibile dalle politiche di accoglienza fin qui adottate?\r\n\r\nAll’inizio della stagione le strutture utilizzate l’anno precedente sono state considerate inadatte all’accoglienza. Il virus rischiava di diffondersi rapidamente, in edifici dove i lavoratori venivano ammassati senza alcuna privacy.\r\nLa risposta del governo è stata chiara sin da maggio: militarizzazione della città e repressione delle proteste.\r\nI braccianti si sono accampati dove potevano. Quest’anno i padroni hanno offerto più che in passato cascine o container presso le loro aziende: temevano che il moltiplicarsi delle restrizioni avrebbe indotto molti a non muoversi, mettendo a repentaglio i buoni profitti derivanti dallo sfruttamento di braccia ricattabili e a poco prezzo.\r\nLa sistemazione abitativa in azienda offerta dal datore di lavoro è per sua natura temporanea e non necessariamente gratuita e, spesso, coperta da una cappa di omertà. Durante la stagione appena conclusa, secondo quanto raccontano gli stessi braccianti, è aumentata in modo significativo, ma non è garanzia di qualità. Anzi, rischia, in assenza di tutele, di far crescere la subalternità ai padroni.\r\n\r\nQuando il freddo si fa sentire e i lavori in campagna rallentano, la ricerca di un alloggio dove poter finalmente prendere residenza stabile, diventa la priorità per molti, quest’anno in modo particolare.\r\n\r\nIl problema abitativo è una faccenda seria a Saluzzo, per tutti, perché sia le case in vendita che quelle in affitto sono carissime. Saluzzo è una città ricca - anche grazie al contributo di migliaia di lavoratori stranieri - e il mercato immobiliare si adegua: chi non può permettersi di vivere qui si rivolga altrove.\r\n\r\nSe hai la pelle nera le cose si complicano ulteriormente. Per i lavoratori delle campagne, magari con un contratto lungo ma rigorosamente a termine, un salario da fame e l’impedimento ad accedere alla disoccupazione per le irregolarità in busta paga, è quasi impossibile. È più facile cercare casa nei comuni del circondario dove i prezzi sono più accessibili, dove esistono già delle piccole comunità ormai consolidate e reti informali di mutuo appoggio. Tra i braccianti che i compagni del collettivo antirazzista saluzzese hanno incontrato in questi mesi, cercano casa quelli che dormono all’addiaccio, quelli delle accoglienze diffuse che chiudono a novembre, quelli ospiti delle aziende, consapevoli che la stagione sta per finire e quando la loro forza lavoro non servirà più dovranno andarsene. Per tutti la casa è un passo importante per allontanarsi da una condizione di “assistiti”, di “ospiti” e avviarsi verso l’autonomia, magari emancipandosi dal lavoro bracciantile che non è certo la massima aspirazione della maggioranza.\r\nNon è facile! Spesso si sentono rispondere “Non affittiamo ai neri!”, ci sono le garanzie, le spese di caparra, gli allacci alla rete di luce, gas e acqua, le spese condominiali, il riscaldamento, etc…senza contare le rimesse alle famiglie nei paesi d’origine.\r\nPer questi motivi nei mesi scorsi abbiamo promosso e condiviso con alcuni braccianti il progetto “loc/AZIONE”, per la creazione di un fondo di solidarietà per sostenere le spese iniziali di affitto (attraverso iniziative di autofinanziamento) e per cercare alloggi disponibili nei paesi del “distretto della frutta”. Una ricerca capillare sul territorio che purtroppo ha trovato molte porte chiuse e un pregiudizio negativo diffuso.\r\nIl diritto all’abitare dignitoso nella sua declinazione saluzzese deve dunque fare i conti con una realtà ostile che, di fatto, non riconosce ai lavoratori africani la libertà di fermarsi e stringere relazioni stabili con il territorio e la sua gente, cominciando appunto dall’affitto di una casa.\r\n\r\n“Casa per tutti e strada per nessuno” gridavano i braccianti accampati al parco di Villa Aliberti nel mese di giugno prima dell’ennesima operazione di sgombero e pulizia urbana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lele Odiardo del Comitato Antirazzista Saluzzese\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-17-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 11 17 lele saluzzo","17 Novembre 2020","2020-11-17 14:43:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"140\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-300x140.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-300x140.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-1024x476.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-768x357.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut-1536x715.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Migranti_Saluzzo-cut.jpg 1599w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Saluzzo. 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Quest’anno i padroni hanno offerto più che in passato cascine o container presso le loro aziende: temevano che il moltiplicarsi delle restrizioni avrebbe indotto molti a non muoversi, mettendo a repentaglio i buoni profitti derivanti dallo sfruttamento di braccia ricattabili e a poco prezzo.\r\nLa sistemazione abitativa in azienda offerta dal datore di lavoro è per sua natura temporanea e non necessariamente gratuita e, spesso, coperta da una cappa di omertà. Durante la stagione appena conclusa, secondo quanto raccontano gli stessi braccianti, è aumentata in modo significativo, ma non è garanzia di qualità. 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Lo strumento del foglio di via è già stato usato più volte in queste lotte. E' stato anche sgomberato il parco di Villa Alberti, dove molti braccianti passavano la notte in assenza di soluzione abitativa, sgombero voluto dal sindaco di Saluzzo: la retorica securitaria è infatti pienamente parte delle politiche del centrosinistra. Dopo lo sgombero i braccianti sono stati trasferiti a gruppi nei diversi comuni del distretto della frutta del cuneese. Molti di questi comuni però non erano attrezzati, alcuni hanno predisposto soluzioni temporanee per sole 15-20. Con la scusa di dare una soluzione temporanea si è semplicemente cercato di isolare i braccianti che hanno deciso di alzare la testa e lottare. Anche le multe per assembramento sono utilizzate per dividere solidali e lavoratori che si incontravano per organizzarsi.\r\nAscolta i contributi dei braccianti accampati a Saluzzo:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/mix_11m48s-audio-joiner.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con un compagno solidale. 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Dal comune braccianti e solidali hanno bloccato diversi snodi del traffico fino ad arrivare al Foro Boario dove si è sempre formato un accampamento informale di persone che lavorano nelle campagne. Al Foro Boario il Comune aveva aperto negli anni scorsi un progetto di accoglienza ma che quest'anno non è stato aperto con la scusa del virus. Ora è presidiato dall'esercito affinché non ci siano accampamenti, lasciando i braccianti, di fatto, in strada. Anche la risposta di ieri è stata la presenza poliziesca. Quando i braccianti hanno scavalcato le mura del PAS (Prima Accoglienza Stagionali) e provare a sfondare per entrare è partita una carica della polizia. Dopo la carica si è tentato di nuovo di permettere che le persone almeno si accampassero ma zero risposte. La prefettura dice che lavora a soluzioni però non ha dato nessun dettaglio. L'impressione è di essere in una città semi deserta, segnale di una paura di una popolazione molto ricca. Saluzzo fa finta di non vedere che si arricchisce alle spalle di chi costringe a dormire in strada.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna solidale. Ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/saluzzo-1.mp3\"][/audio]","19 Giugno 2020","2020-06-19 11:47:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/104459678_10158671144999180_604361352832615036_o.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Considerazioni su presidio e corteo a Saluzzo",1592567198,[271,272,65,273,182,274,275,276,277,278,68],"http://radioblackout.org/tag/abitare/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/campagne/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/lotta-braccianti/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/presidio/",[280,281,18,282,185,283,54,284,285,32,15],"abitare","blackout","campagne","corteo","lotta braccianti","news",{"post_content":287,"post_title":291,"tags":294},{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":290},[75],"ieri, giovedì 18 giugno, a \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> è partito un corteo spontaneo","Dal presidio di ieri, giovedì 18 giugno, a \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> è partito un corteo spontaneo per andare davanti al Comune, in cui già si era vista la determinazione dei lavoratori. 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Al foro Boario, luogo di incontro informale dei migranti e, per anni, anche zona dove trovavano rifugio per la notte, quest’anno è arrivato l’esercito.\r\n\r\nNegli anni si sono susseguite misure diverse: dai decreti flussi, ai voucher sino al “lavoro agli italiani” disoccupati, prospettato nel 2020, che, nonostante la crisi, non si sono messi in fila per un lavoro durissimo, poco pagato e senza possibilità di alloggio.\r\nNonostante il divieto di mobilità tra le regioni già a maggio sono arrivati i migranti.\r\nQuest’anno il già importante controllo poliziesco è divenuto imponente. Gruppi di immigrati sono stati fermati, multati e riportati a Ventimiglia. La presenza dell’esercito ha reso difficile anche la solidarietà spontanea.\r\nIn questi anni la stagione si è allungata: c’è già chi lavora alla raccolta di mirtilli e dei piccoli frutti. 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Si tratta di lavoratori quasi sempre provenienti dal nord est, dove la crisi ha fatto tabula rasa. Lavoravano in fabbriche medie e piccole che hanno chiuso o spostato la produzione dove il lavoro costa molto meno, persino meno delle paghe da fame date agli immigrati, sottoposti al ricatto del permesso di soggiorno agganciato come una catena al lavoro in regola con i libretti.\r\nGli operai si sono trasformati in braccianti, che viaggiano da nord a sud al ritmo delle stagioni di raccolta. I padroni avevano dichiarato un fabbisogno di 70 persone: ne sono arrivate circa 400 ma quasi tutti hanno lavorato. Cinque euro l’ora, di cui solo una piccola parte versata in busta, il resto arriva tutto in nero. Più dei tre euro che prenderanno quando scenderanno a sud ma pur sempre una miseria. Per il resto la musica è la stessa in tutta la penisola: niente accoglienza, niente tetto, niente servizi. 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Dopo il brutto tempo dei giorni scorsi ottengono qualche tendone per ripararsi. Ma dietro la cosiddetta emergenza, si nasconde un meccanismo ormai oliato di sfruttamento della manodopera migrante, fondato su ricatto lavorativo, permesso di soggiorno, minaccia di espulsione, “assistenza” da parte di enti caritatevoli, sindacati e cooperative, e ovviamente, favoreggiamento della aziende agricole inserite nella filiera della grande distribuzione\r\n\r\nChi ha detto che lo sfruttamento della manodopera migrante non possa essere fatto rispettando le “regole”?\r\nA Saluzzo il sistema di sfruttamento lavorativo, ricatto del permesso di soggiorno, incombenza della reclusione nel CPR ed espulsione rappresenta ormai un modello ben perfezionato. Un sistema replicabile, che salva le apparenze, almeno formalmente, senza tracce troppo evidenti di sfruttamento illegale e caporalato. 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Fatta qualche tessera, l’ottenimento di qualche tendone a cui si accede a pagamento e con vincoli, insufficiente per tutti, ed anche osteggiato dai padroni perché anche a loro carico, viene sbandierata come una grande vittoria. Tendoni, qualche fornello, bagni insufficienti per tutti dove mettersi in coda dopo la giornata di democratico sfruttamento lavorativo.\r\nGrande distribuzione e latifondo\r\nNonostante lo sfruttamento della manodopera migrante, nonostante l’operato della polizia a sedare quei lavoratori che reclamano migliori condizioni, le aziende agricole chiudono.\r\n\r\nMedie aziende, che si fronteggiano sul mercato della Grande Distribuzione Organizzata, con il suo sistema dell’asta a doppio ribasso. Nonostante la compressione del\r\n“salario” dei lavoratori, le aziende non ce la fanno a competere e chiudono, cioè vendono. 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Di fatto centinaia di persone sono tornate a vivere sotto il pilone dell'autostrada, mentre in città continua la criminalizzazione di qualsivoglia forma di solidarietà e supporto alle persone in transito. Ne abbiamo parlato con l'avv. Laura Martinelli che ha seguito il caso del solidale francese Felix Croft.\r\n \tEX-MOI: le palazzine occupate dai rifugiati e dalla rifugiate in zona lingotto, sono ormai da tempo al centro di un piano di sgombero che coinvolge le istituzioni cittadine e la compagnia di San Paolo. Dalle lettere inviate dalla sindaca Appendino alle proposte (indegne) passando per il \"project manager\" ed i tavoli interistituzionali. Ancora una volta a Torino le istituzioni si preparano a calpestare i diritti dei migranti. In studio Niccolò del comitato di solidarietà rifugiati e migranti dell'ex-moi.\r\n \tSALUZZO: un'altra estate al foro boario dove anche quest'anno almeno 500 persone si trovano accampate. Si tratta per lo più di richiedenti asilo che hanno già ricevuto un diniego o un doppio diniego rispetto alla loro domanda, mentre nel frattempo le istituzioni locali continuano ad ignorare la questione e centinaia di persone si trovano a vivere in condizioni indegne di vita e lavoro.\r\n\r\nASCOLTA LA PRIMA PARTE \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/fa-la-cosa-giusta_parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nASCOLTA LA SECONDA PARTE\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/fa-la-cosa-giusta_parte-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nFa' la cosa giusta - Musica e parole dal mondo migrante\r\nTutti i giovedì dalle 21:30 alle 23:00\r\n\r\n ","21 Luglio 2017","2018-10-24 19:04:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/small_150930-132605_to300915reu_0122-990x672-200x110.jpg","Speciale Fa' la cosa giusta: Ventimiglia - ExMoi - Saluzzo",1500645023,[],[],{"post_content":544,"post_title":549},{"matched_tokens":545,"snippet":547,"value":548},[546],"SALUZZO","solidarietà rifugiati e migranti dell'ex-moi.\r\n \t\u003Cmark>SALUZZO\u003C/mark>: un'altra estate al foro boario"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n20 Luglio 2017\r\n Fa' la cosa giusta vi saluta con una puntata speciale prima di una breve pausa estiva.\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \tVENTIMIGLIA: dopo l'ordinanza e le \"operazioni di pulizia\" del greto del fiume Roja lanciate da sindaco di Ventimiglia a fine Giugno e che si sono concretizzate con uno sgombero forzato dell'accampamento e successiva marcia verso (ed oltre) il confine francese, ritorniamo a Ventimiglia per capire quale sia la situazione attuale. 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Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark> dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? Si mettono insieme quel poco di conoscenze che permettono ad occhio e croce di individuare il poliziotto. In altre parole, se dobbiamo attaccare il poliziotto, che è una cosa che ci piace moltissimo, non ci facciamo poliziotti per questo, ci limitiamo ad acquisire alcune conoscenze in merito alla polizia. Per attaccare la nuova tecnologia, allo stesso modo, non è necessario essere ingegneri, ma possiamo acquisire delle conoscenze abbastanza facili, tutte quelle indicazioni pratiche che ci permettono di poterla attaccare. Ma da questo problema viene fuori un altro problema, molto più importante: la nuova tecnologia non è un fantasma astratto, è una cosa concreta. Ad esempio, il sistema internazionale delle comunicazioni è un fatto concreto. Per riuscire a costruirci immagini astratte nella testa, deve distribuirsi nel territorio. È in questo campo che vengono usati i nuovi materiali, poniamo nella costruzione dei cavi di trasmissione, ed è in questo campo che diventa importante conoscere la tecnologia, non come funziona nel suo aspetto produttivo, ma come si distribuisce realmente nel territorio. Cioè dove sono i centri di gestione (che sono sempre molteplici), dove sono i canali di comunicazione, tutte cose che non sono idee astratte, ma cose fisiche, oggetti che corrono nello spazio e che garantiscono il controllo. Intervenire con un sabotaggio in queste strutture, è facilissimo, difficile è sapere dove sono collocati i cavi. Ad un certo punto diventa indispensabile conoscere la distribuzione della tecnologia. Questo, pensiamo, sarà sicuramente il problema rivoluzionario più importante dei prossimi anni\". (Nuove svolte del capitalismo)\r\n\r\n[caption id=\"attachment_95929\" align=\"aligncenter\" width=\"1024\"] A \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>, i droni dell'israeliana Tevel raccolgono la frutta per l'azienda Rivoira.[/caption]",[578],{"field":101,"matched_tokens":579,"snippet":575,"value":576},[75],{"best_field_score":496,"best_field_weight":581,"fields_matched":107,"num_tokens_dropped":51,"score":582,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":51},14,"578730123365187697",{"document":584,"highlight":598,"highlights":603,"text_match":494,"text_match_info":606},{"comment_count":51,"id":585,"is_sticky":51,"permalink":586,"podcastfilter":587,"post_author":588,"post_content":589,"post_date":590,"post_excerpt":57,"post_id":585,"post_modified":591,"post_thumbnail":592,"post_title":593,"post_type":431,"sort_by_date":594,"tag_links":595,"tags":597},"94075","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-3-11-2024/",[382],"fritturamista"," \r\n\r\nNel primo approfondimento della serata remisceliamo la giornata di sciopero generale di venerdì 29 novembre. Un montaggio di 40 minuti che ripercorre gli interventi, i suoni e gli umori della piazza.\r\nVentimila persone, secondo i sindacati, sono presenti alla manifestazione tra lavoratori e lavoratrici, solidali, studentesse e studenti. Il corteo parte da piazza XVIII Dicembre, e passando per via Cernaia raggiunge piazza Castello. Qui c’è il concentramento di chiusura della manifestazione dei sindacati confederali. Il palco allestito per l’occasione viene prontamente occupato dal comitato contro la precarietà in Università all'arrivo dello spezzone sociale, in protesta contro il governo e con la Ministra dell’Università Bernini.\r\nIl palco è grande, l’adesione generale alta ma non di massa: il fronte dei sindacati confederali raccoglie lavoratrici e lavoratori, ma la rivolta sociale, da quel fronte, al contrario degli annunci dei segretari nazionali, non c’è stata. La protesta non si ferma. Lo spezzone sociale del corteo prosegue con la contestazione verso la prefettura e il reparto celere a sua protezione. Si prosegue poi per un primo tratto di via Po e velocemente verso corso Vittorio Emanuele II. Non solo studentesse e studenti, giovani dell’Intifada studentesca, allo spezzone sociale si aggregano lavoratrici e lavoratori in sciopero generale.\r\nLa solidarietà per le strette vie del centro si fa sentire e il corteo prosegue determinato.\r\nDa corso Vittorio si accelera nel tentativo di entrare nella stazione di Porta Nuova.\r\nIl traffico dei treni oggi scorre regolarmente in Italia nonostante lo sciopero generale. Il Ministro dei Trasporti Salvini ha usato lo strumento repressivo della precettazione: i lavoratori e le lavoratrici del settore ferroviario rischiano pesanti sanzioni e il posto di lavoro se oggi incrociano le braccia. I ricorsi non sono serviti e il diritto allo sciopero non è stato garantito.\r\nLe barricate della polizia sono celeri e la tensione è alta. La stazione è blindata, sono chiuse tutte le entrate.\r\nI manifestanti e le manifestanti non si arrendono, la rabbia è troppo grande, impossibile da contenere nei diktat repressivi da parte delle istituzioni. Prendono fuoco fantocci con i volti di Meloni, Crosetto, Valditara, Salvini, Cingolani, Piantedosi, giudicati implicati nel sostegno alla guerra portata avanti da Israele, nella propaganda militarista, repressiva, fascista e antisindacale.\r\nLa lotta non si arresta, la carica è molta, la manifestazione prosegue.\r\nIl Gruppo Torinese Trasporti offre il passaggio, la metropolitana conduce centinaia di manifestanti alla stazione di Porta Susa. In pochi secondi i binari 1 e 2 vengono occupati. I reparti della celere sono presi alla sprovvista e passeranno decine di minuti prima del loro arrivo per chiudere la stazione, quando ormai lo spezzone occupante lascia vittorioso la stazione e si ricongiunge con il corteo che ha proseguito a piedi.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/F_m_03_12_Registrazioni-da-sciopero-generale-del-29.11-a-Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nNel secondo approfondimento della serata ci occupiamo della lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di Fogliati Sas.\r\n\r\nA novembre Fogliati Sas comunica ai quaranta lavoratori e lavoratrici del magazzino ortofrutta di Orbassano che dal primo dicembre l'attività sarà spostata a Saluzzo, portando al loro licenziamento. L'azienda appaltante, Antares, tenta il colpo grosso con la richiesta alle lavoratrici e ai lavoratori di firmare un accordo che avrebbe portato alla riapertura di nuovi stabilimenti con condizioni altamente peggiorative - da contratto logistica a multiservizi - vincolando addirittura l'erogazione della Naspi.\r\nNella mattinata del 3 dicembre le lavoratori e le lavoratrici, iscritti al Si Cobas, si sono recati in presidio all'Inps, ricevendo conferma del loro diritto alla Naspi e rifiutando ogni accordo tombale.\r\nNelle scorse settimane i lavoratori hanno realizzato un presidio ai mercati generali di Grugliasco, dove Fogliati Sas opera con un'altra attività, e due picchetti al magazzino Edenfruit di Saluzzo, dove Fogliati ha trasferito parte della merce.\r\nI lavoratori e le lavoratrici annunciano nuove iniziative per le prossime settimane.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/F_m_03_12_Mahmoud-SiCobas-Torino-su-lotta-lavottori-Fogliati.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","7 Dicembre 2024","2024-12-07 19:38:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Locandina-sciopero-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 3/12/2024",1733600289,[596],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[403],{"post_content":599},{"matched_tokens":600,"snippet":601,"value":602},[75],"dicembre l'attività sarà spostata a \u003Cmark>Saluzzo\u003C/mark>, portando al loro licenziamento. 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